The Hanging Tree

Combat | Hayato Vs Sumire

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    Hayato Ono
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    Era stata una giornata alquanto ordinaria.
    Hayato aveva svolto i suoi soliti incarichi forniti da Aogiri e si era preso un po' di tempo per riposarsi, prima di far ritorno alla propria abitazione di Ginza. Era da qualche tempo, ormai, che si era trasferito in quel quartiere e si stava trovando abbastanza bene, sebbene non fosse ancora certo se quella zona avesse accolto la propria dimora definitiva. No, aveva ancora tanto a cui pensare, e decidere dove stabilirsi non rientrava tra le sue priorità.
    Al contrario, queste ultime convergevano principalmente verso l'Organizzazione stessa. Sì, ultimamente Aogiri stava pressando su di lui più di quanto non avesse fatto in passato, e ciò era tutto sommato perfettamente comprensibile, dal momento che ambiva a diventare Caporegime.
    Sembrava fosse passato poco tempo, ma era da ben più di un anno che Hayato aveva aderito tra le fila dell'Albero e, man mano che avanzava e scalava la rigidissima gerarchia dell'organizzazione, gli incarichi che gli venivano assegnati si facevano sempre più consistenti.
    D'altra parte, quello del Caporegime era un ruolo che prevedeva una certa maturità nei confronti di Aogiri e che gli avrebbe permesso di entrare ancora a più stretto contatto con i pezzi più grossi del gruppo terroristico. Il legame con Shinya Ichinose era sicuramente prezioso, stavamo parlando di un Vice, ma aveva da dimostrare tanto anche a lui se voleva davvero valorizzarsi come desiderava.
    Benjamin Miller.
    Era lui l'individuo su cui doveva raccogliere informazioni.
    Se lo conosceva?
    Ma certo.
    Ricordava bene la sua faccia da bello addormentato tra le braccia di uno di quei stupidi e tutto fuorché eroici mocciosi.
    Non aveva ancora ben chiara la ragione per cui Aogiri lo stesse ricercando, Shinya era stato alquanto vago a riguardo ed era piuttosto evidente che Hayato dovesse semplicemente limitarsi ad obbedire agli ordini, riportando informazioni a chi di dovere e basta. Probabile che ancora non fosse nella posizione di venire a conoscenza di certe cose, ma di questo non né faceva una colpa a nessuno né tantomeno si dispiaceva particolarmente: era giusto che fosse così.
    Peccato, però.
    Sarebbe riuscito a recuperare il quirkless al Palazzo Imperiale, se non fosse stato per Reiki, del culto delle farfalle, e quegli altri due.
    Tobi e Sumire.
    Due aspiranti eroi.
    Un ragazzo arrogante ed una ragazza piagnucolona. Cosa poteva mai esserci di più eroico?
    Hayato, tutto sommato, era un Villain dal carattere pacato. Non gli piaceva attaccar briga senza una ragione valida, né tantomeno gli piaceva esporsi se non ce ne fosse estremo bisogno.
    Con quei due, però, le cose sarebbero state diverse.
    Una bella lezione gliel'avrebbe data, eccome.
    In ogni caso, pensarci non aveva più molto senso.
    Si era lasciato alle spalle ciò che era accaduto quel giorno con Hanzo Takashi ed aveva guardato avanti, decidendo di riprendere con la propria strada. Non avrebbe più permesso a nessuno di interferire con i propri piani e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di realizzarli nel modo migliore possibile, che questo significasse commettere un omicidio oppure no.
    Ormai non gliene fregava più nulla.
    La sua morale aveva preso a vacillare in maniera irreparabile ultimamente e, se prima si faceva ancora qualche scrupolo, a quel punto Hayato non aveva più nessuna ragione per esitare. Non c'era più una singola cosa che lo tratteneva alla propria umanità.
    Ed era felice, sì.
    Si sentiva libero, privo della catene che per tanto tempo l'avevano costretto a rimanere ancorato al proprio passato.

    Il cielo era poco nuvoloso, quel tardo pomeriggio.
    Il sole aveva preso a tramontare: le candide nuvole bianche si erano tinte di un colore rosato, mentre il cielo che le accoglieva aveva assunto delle sfumature color arancio. Era un momento tranquillo, e Hayato ne aveva approfittato per recarsi sulla cima di una palazzina per godersi un po' della leggera brezza che avvolgeva l'area circostante.
    Si trovava, in particolar modo, a Shinagawa, presso la zona mercantile portuale. A quell'ora non c'erano tante persone in zona, anzi, stavano tutte via via abbandonando la zona per ritornare alla propria abitazione.
    Il nostro Consigliere di Aogiri quel pomeriggio indossava degli abiti alquanto usuali: una felpa grigia, un giubbotto di jeans nero ed un pantalone scuro definivano il suo outfit. Il volto, invece, era parzialmente coperto da una maschera antipolvere, quella che faceva parte della propria Suit. A tal proposito, c'era da precisare che al di sotto dei suoi abiti usuali quella sera Hayato portava anche il suo solito costume. La maschera, come già detto, era poco sollevata dal volto: l'aveva tenuta per tutto il giorno e, a quel punto, il Villain desiderava godersi un po' di aria fresca prima di indossarla di nuovo. In spalla, come al solito, uno zaino con alcuni effetti personali.
    Hayato era estremamente interessato a mantenere sempre una sorta di anonimato: a Tokyo le sue conoscenze tendevano ad espandersi di continuo, ed era giusto far sì che le persone potessero ignorare il proprio volto e la propria voce, ambe due mascherati da quella maschera tanto comune quanto inquietante, perlomeno in orari di lavoro.
    Il biondino, quindi, se ne stava sul cornicione della palazzina e, di tanto in tanto, sporgeva oltre di esso per scrutare il vicolo sottostante, giusto per assicurarsi ogni qualvolta che non ci fosse nessuno nei paraggi. Faceva attenzione a non farsi vedere, ritirandosi immediatamente ancor prima che qualcuno potesse incrociare il suo sguardo.
    Chissà se fosse passato per di lì qualcuno di interessante.




    CITAZIONE
    Hayato Ono | Livello 6

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    Energia: 550 / Forza: 143 / Quirk: 257 / Agilità: 125

    Tecniche utilizzate

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    Farina (4/4), Suit, Shuriken.
     
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    Era rimasta sorpresa al sapere che Hamuko aveva applicato ad Endeavor come lei, non le aveva mai chiesto nulla perchè non le interessava, ma aveva pensato che sarebbe andata da Lifeline assieme a Fuyuko e Yumeru, oppure a Providence con Tobi. Anche se non lo aveva mai ammesso ad alta voce era felice di avere un volto conosciuto assieme a lei. Negli ultimi mesi Sumire stava rivalutato Ushiyama come persona, —si, soprattutto dopo quell'abbraccio che le aveva dato al rivederla dopo qualche mese— e nonostante non la considerasse ancora sua amica, non era più l'intrusa. Nessuno l'aveva mai considerata un'intrusa se non lei, ma appunto perchè solo recentemente l'aveva accettata aveva iniziato a vederla come parte del suo gruppo di amici. Gruppo che stava vivendo dei momenti un po' pesanti e nonostante almeno quando erano assieme cercassero di non darlo troppo a vedere, l'aria che si respirava non era delle migliori. Sumire aveva avuto più occasioni per parlare con Yumeru, anche se era sempre più quest'ultimo a parlare, con lui, per qualche motivo che nemmeno riusciva a comprendere, era più facile confidarsi. Per il castano doveva essere lo stesso, doveva fidarsi di lei; le aveva parlato delle sue inquietudini per la situazione delicata con Fuyuko, del fatto che avessero quasi rotto ma che per fortuna erano riusciti a risolvere. Le aveva raccontato di quello che aveva affrontato all'ospedale, confessandole di non essere stato solo ma di aver avuto un vigilante ad "aiutarlo". Per quanto dovesse essere stata una situazione parecchio stressante, trovandosi a dover gestire un criminale e.... beh, un altro criminale solo che con crimini parecchio meno gravi, lo invidiava, perchè era riuscito a gestire la situazione in modo professionale, non lasciandosi prendere dal panico. Yumeru sarebbe stato un bravo eroe.
    Yumeru però era anche un rompiscatole assillante che non l'avrebbe mai lasciata in pace finché anche lei non si fosse aperta con lui. Ma se c'era una persona più testarda di lui, era proprio l'albina. Questa volta però aveva imparato che era inutile dire di no a Yumeru, avrebbe solo insistito di più, quindi qualcosa doveva dirgli. Non aveva parlato di lei, ovviamente, ed aveva sviato il più possibile su quello che era accaduto all'Imperiale, aveva però parlato di Tobi, Yumeru in quel caso poteva esserle d'aiuto.
    Gli aveva confessato di essere preoccupata per lui, per tutta la faccenda di sua madre, ma che allo stesso tempo non sapeva come comportarsi in sua presenza. Gli disse che da quando erano tornati Tobi era strano con lei, la guardava, el volte in cui la guardava, come se fosse fatta di cristallo, probabilmente perchè si sentiva in colpa e responsabile, quando lei invece avrebbe voluto dirgli di smetterla di guardala in quel modo, che smettesse di preoccuparsi per lei o di cosa lei pensasse, aveva altre cose di cui essere impensierito, e lei non voleva essere una di quelle. Ma non c'era modo di parlare di queste cose senza toccare l'argomento, e quindi semplicemente lasciava perdere, sperando che col tempo le cose migliorassero. Come sempre.
    Glielo stava dicendo perchè voleva che Yumeru facesse da tramite, che parlasse con lui dato che lei non ci riusciva.

    Il tirocinio. Soltanto un paio di mesi addietro fremeva ad iniziarlo, un po' perchè tutti i suoi amici lo stavano svolgendo e un po' perchè voleva capire come sarebbe stata la sua vita una volta fuori dalla scuola; ma adesso non si sentiva pronta, e non aveva nulla a che vedere con i voti a scuola o gli allenamenti, e nemmeno dal fatto che il tirocinio fosse da Endeavor, nonostante anche il sentire la pressione di lavorare nell'agenzia dell'eroe numero uno facesse il suo effetto, era una questione psicologica. Dopo quello che era accaduto al Palazzo Imperiale aveva iniziato a domandarsi se terminata la scuola avrebbe iniziato la sua carriera da eroe, e il tirocinio era un ottimo modo per capirlo, anche se non voleva davvero scendere in campo di nuovo.
    Ora si trovava a Shinagawa proprio per delle commissione del tirocinio, aveva ormai finito ed era libera di tornare a casa.
    Indossava il suo costume da eroe, nascosto sotto una semplice felpa nera, per non attirare l'attenzione ma soprattutto per non essere riconosciuta come quella che era stata al palazzo imperiale, ringraziava di aver avuto la maschera a gas a coprirle il suo volto, il costume però era sempre lo stesso. Doveva essere soltanto una sua paranoia e a nessuno importava davvero, ma non voleva prendersi alcuna colpa o alcun merito e non voleva nemmeno affrontare in nessun modo il giudizio delle persone, quando non sopportava nemmeno il proprio.
    Il sole stava ormai sparendo all'orizzonte, tingendo d'arancio il cielo, e Sumire camminava senza prestare particolare attenzione a ciò che le succedeva attorno, stava attraversando la zona portuale di Shinagawa, per poter raggiungere la stazione e passare per Chiyoda prima di tornare a casa, passando affianco a una palazzina.
    ❖ We'll never be those kids again ❖


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
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    • Stats:
    - Energia: 550
    - Forza: 70
    - Quirk: 240
    - Agilità: 215
    • Status: Illesa.
    • Tecniche usate: //

    • Equipaggiamento:
    Adaptive Suit [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    Effetto: Resistenza danni medi

    • Lista tecniche:
    Wave Motion Blast [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Sumire colpisce l’aria con un pugno o un calcio direzionando il colpo, creando una screpolatura nell'aria, come quando si crepa il vetro, rilasciando così un’onda d’urto che arriverà fino a 5 metri di distanza, riuscendo quindi a respingere un attacco in arrivo scaraventando indietro l’avversario e, se esso è a 3 metri di distanza da lei, causando danni per contusione.
    Danno: Medio-Grave
    Vibration Blast [Livello 3] [Costo: 50 (+ 20) PE]
    Sumire concentra l’energia dell’onda d’urto su un pugno, colpendo in modo diretto l’avversario, lo respinge all'indietro, causando danni per contusione, come fratture composte o ossa rotte nel punto in cui viene colpito.
    Danno: Medio-Grave
    Earthquake [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
    Danno: Medio-Grave
    Tremor [Livello 3] [Costo: 70 PE]
    Sumire toccando l’avversario con le sue mani può rilasciare vibrazioni, facendo tremare il corpo dell’avversario, se colpito sul capo, l'avversario proverà un senso prolungato di vertigini. Provoca lividi nel punto in cui l'avversario viene colpito.
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]
    Pressure Explosion [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire emana da tutto il suo corpo un intenso impulso di onde d'urto a corto raggio respingendo qualsiasi corpo fisico all'interno dell'aria d'effetto, scagliando via gli avversari e deviando proiettili o oggetti corporei di ogni tipo.
    Effetto: Protezione Danni Medio-Gravi
    Shaky Ground [Livello 3] [Costo: 70 (+20) PE]
    Sumire emana ad impulsi intermittenti continuati scariche di vibrazioni nel terreno attorno a se causando scosse a ritmo di intervalli casuali che destabilizzano l'equilibrio degli avversari. Sumire crea un area di scosse continue del terreno attorno a se, ostacolando i movimenti degli avversari. Ogni tot emette una scossa che fa tremare il terreno sotto i piedi per limitare i loro movimenti degli avversari.
    Raggio: 2.5 metri
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]

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    Il sole si spegneva sempre più, così come si spegnava sempre più la voglia di Hayato di starsene lì sopra a riposare.
    La zona mercantile diventava via via sempre più isolata ed alla fine il Villain si decise ad alzarsi e di allontanarsi dal posto esattamente come stavano facendo tutti quei commercianti dopo una faticosa giornata di lavoro.
    Si sollevò in piedi e si stiracchiò, scrocchiando leggermente il collo, per poi recuperare lo zaino e tirandoselo sulle spalle.
    Stava giusto per dirigersi alla porta che l’avrebbe condotto al piano terra quando vide, all’improvviso, una persona camminare nel vicolo subito adiacente alla palazzina.
    Una ragazza.
    Capelli chiarissimi.
    Pelle candida.
    Una visione quasi angelica, se non fosse che gli ricordò in maniera ineccepibile qualcuno.
    Hayato indossò immediatamente la maschera, avendo cura di non farsi vedere: l’aspirante eroina camminava spensieratamente lungo il viale, evidentemente non doveva averla visto.
    La struttura era alta solo un paio di piani per cui per il Villain nu fu affatto complicato riconoscere quella che, potenzialmente, sarebbe potuta essere una di quei due che avevano aiutato Reiki e Hanzo al Palazzo Imperiale.
    Eppure erano passati diversi mesi.
    Se si stesse sbagliando?
    Possibile che quella non fosse... com’è che si chiamava? Sumire. Aveva sentito Tobi chiamarla subito dopo essere comparso all’interno del Palazzo, era abbastanza certo che si chiamasse così.
    Ma che cosa ci faceva in quella zona?
    Hayato rimase lì sopra per qualche secondo, ma le proprie gambe si mossero istantaneamente verso il piano terra a passo rapido.
    Se era davvero lei, avrebbe voluto assolutamente incontrarla.
    E magari vendicarsi, perché no.
    Riservava un rancore non indifferente nei confronti di chi osava metterlo in cattiva luce, specie davanti a Shinya.
    Per Hayato era sempre stato importante, se non fondamentale, farsi notare e poter risaltare rispetto a tutti gli altri topolini che giravano in Aogiri, e non aveva mai avuto particolari impedimenti prima di quel giorno.
    Non aveva mai accettato quella sconfitta né tantomeno aveva mai accettato di esser stato sovrastato da quei due mocciosi arroganti.
    Aveva pensato diverse volte ad un modo per vendicarsi e forse il destino glielo stava servendo su un piatto d’argento.

    Desiderava incrociarla, sì, ma non in quel vicolo: era troppo esposto.
    Sgattaiolò dalla porta tramite cui si accedeva alla palazzina e prese un vicolo parallelo rispetto a quello presso cui stava camminando Sumire.
    Lo percorse il più velocemente - e silenziosamente - possibile fino a raggiungere un enorme capannone che dava tutta l’idea di esser stato abbandonato. Doveva essere, con ogni probabilità, una struttura mercantile ormai in totale disuso.
    Aprì un grosso portellone che lo condusse all’interno del magazzino, che somigliava in tutto e per tutto ad un rudere.
    Il pavimento era sporco, lurido, pieno zeppo di cianfrusaglie, alcune catene pendevano dal soffitto e delle ampie vetrate poste in alto illuminavano in parte l’intera area, sebbene fiocamente.
    Al centro dell’enorme sala, un container. Era di dimensioni tutto sommato piccole, di colore rosso, un’anta era aperta mentre l’altra no. All’interno era impossibile vedere cosa ci fosse, era completamente buio.
    Un ottimo nascondiglio.

    Quando Sumire sarebbe passata dinanzi al capannone, il suo cammino sarebbe stato di colpo accompagnato da urla a dir poco strazianti.
    La zona, come già detto, era ormai stata del tutto abbandonata per cui con ogni probabilità l’aspirante eroina sarebbe stata l’unica a sentire quelle grida.
    «Aiuto!»
    Esclamò, Hayato, in tono di voce terrorizzato, dopo aver calcolato approssimativamente il tempo che Sumire avrebbe impiegato per raggiungere i pressi del magazzino.
    «Qualcuno mi aiuti, per favore!»
    Continuò, singhiozzante, come se stesse urlando tra le lacrime, implorando aiuto con tutto il fiato avesse nei polmoni.
    «Vi prego io—»
    Hayato si interruppe all’improvviso, cosicché la frase venne stroncata di colpo.
    Sperando di aver sufficientemente fatto breccia nella coscienza eroica di Sumire, il biondino avrebbe atteso pazientemente all’interno del container, nascosto.
    Sarebbe riuscito ad attirare la fanciulla? Gli bastava che questa entrasse all’interno dell’edificio, senza necessariamente avvicinarsi al container, nella cui ombra scura giaceva Hayato: a quel punto sarebbe già caduta nella sua trappola.
    Sperava vivamente che fosse lei.
    E se si fosse sbagliato?
    Se non si fosse rivelata Sumire?
    D’altra parte, quante persone potevano esserci simili a lei?
    A breve avrebbe ricevuto le risposte alle proprie domande.
    L’idea che potesse vendicarsi a dovere fece sì che un brivido attraversasse rapidamente il suo corpo.




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    Portare avanti la scuola e il tirocinio era abbastanza impegnativo, tornava a casa la sera che voleva solo buttarsi sul letto per poi risvegliarsi il mattino successivo. Ultimamente era quasi sempre Tobi a preparare la cena, e Sumire se ne stava un po' approfittando, senza fare troppe domande —o lamentele perchè quello che cucinava non faceva parte della sua rigida dieta—, le faceva comodo. Ogni tanto si ritrovava a rimpiangere i primi mesi alla UA, le continue uscite di gruppo, che fosse per allenamento o per svagarsi, adesso invece se non era per le lezioni, era molto più difficile riunirsi tutti e quattro cinque; forse era anche quell'innocenza, quel ignorare che cosa gli aspettava là fuori, a mancarle.
    Quella era una giornata esattamente come le altre, normale, non si era accorta che due occhi scuri la fissavano dall'alto né, non stava badando a ciò che le capitava attorno, non avrebbe mai potuto prevedere quello che nel giro di qualche minuto avrebbe disturbato la sua quiete.
    Quasi non le cadde il cellulare dalle mani a sentire le grida strazianti di una persona, provenire dalla sua sinistra. Si fermò di colpo e le sue iridi si fermarono un secondo sul capannone da cui qualcuno stava chiamando aiuto, per poi vagare per il perimetro come se adesso fosse lei a cercare qualcuno a cui chiedere aiuto. Che cosa doveva fare? Doveva entrare. Ma forse se cercava, lì da qualche parte, avrebbe trovato qualcuno e... e quindi? le domandava una parte del suo cervello; era lei quella che stava studiando per diventare un eroe, ad un passo dal diploma, che senso aveva chiamare un civile?
    Si stava prendendo del tempo perché lei non voleva entrare, il cuore le martellava in petto e si ritrovò come congelata sul posto.
    Qualunque cosa ci fosse là dentro era quello che voleva evitare da quando aveva iniziato il tirocinio; non voleva entrare in azione, aveva capito di non essere pronta dall'incontro con Hanzo, non lo era ancora adesso, chissà se lo sarebbe mai stata...
    Un altro grido; le urla erano tremende e insopportabili.
    L'albina si portò le mani al viso, schiaffeggiandosi le guance, come per tornare alla realtà. Una persona era là dentro, forse sarebbe morta, che cosa diavolo stava aspettando? Lei non era una codarda, e lì dentro non poteva esserci nulla di peggio di ciò che aveva già affrontato, doveva solo distaccarsi da quei pensieri ed affrontare la situazione come una professionale, Yumeru era riuscito ad esserlo, salvando un'intero ospedale. Lei non si sarebbe fatta superare dal Shinso, giusto? Scuse, od incoraggiamenti, per spingere se stessa a non scappare.

    Nonostante i tremendi strilli l'urgessero ad entrare il più rapidamente possibile, non aveva la minima idea di cosa avrebbe trovato dentro all'edificio ed entrare a spada tratta poteva risultare solo controproducente. Aveva notato che il portone che dava sul davanti del magazzino era completamente aperto, ma decise di esplorare velocemente rapidamente i lati dell'edificio, trovando una porta secondaria, in modo da non saltare subito all'occhio. Fortunatamente la porta si aprì senza doverla forzare; la schiuse di poco, affacciandosi per controllare in quanti fossero lì dentro, e per sua sorpresa non vide nessuno, per quel che riusciva a vedere.
    Il luogo sembrava abbandonato e in disuso, il pavimento era sporco e polveroso, le pareti corrose dall'umidità, come l'aria che si respirava lì dentro, e rovinate. La prima cosa che notò fu un grosso container rosso nel mezzo della sala, da cui alcuni secondi dopo sentì provenire un'ultima richiesta di aiuto, strozzata a metà. Pensò al peggio.
    Macinò i pochi metri che la separavano dal container ritrovandosi ora di fronte ad esso, ma non vide che ombre tra le ombre. ‹ Fermi! ›, un'anta era serrata e quella aperta non permetteva abbastanza il già poco passaggio alla luce, così fu costretta ad entrare.
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    Adaptive Suit [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    Effetto: Resistenza danni medi

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    Wave Motion Blast [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Sumire colpisce l’aria con un pugno o un calcio direzionando il colpo, creando una screpolatura nell'aria, come quando si crepa il vetro, rilasciando così un’onda d’urto che arriverà fino a 5 metri di distanza, riuscendo quindi a respingere un attacco in arrivo scaraventando indietro l’avversario e, se esso è a 3 metri di distanza da lei, causando danni per contusione.
    Danno: Medio-Grave
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    Sumire concentra l’energia dell’onda d’urto su un pugno, colpendo in modo diretto l’avversario, lo respinge all'indietro, causando danni per contusione, come fratture composte o ossa rotte nel punto in cui viene colpito.
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    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
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    Sumire toccando l’avversario con le sue mani può rilasciare vibrazioni, facendo tremare il corpo dell’avversario, se colpito sul capo, l'avversario proverà un senso prolungato di vertigini. Provoca lividi nel punto in cui l'avversario viene colpito.
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]
    Pressure Explosion [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire emana da tutto il suo corpo un intenso impulso di onde d'urto a corto raggio respingendo qualsiasi corpo fisico all'interno dell'aria d'effetto, scagliando via gli avversari e deviando proiettili o oggetti corporei di ogni tipo.
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    Shaky Ground [Livello 3] [Costo: 70 (+20) PE]
    Sumire emana ad impulsi intermittenti continuati scariche di vibrazioni nel terreno attorno a se causando scosse a ritmo di intervalli casuali che destabilizzano l'equilibrio degli avversari. Sumire crea un area di scosse continue del terreno attorno a se, ostacolando i movimenti degli avversari. Ogni tot emette una scossa che fa tremare il terreno sotto i piedi per limitare i loro movimenti degli avversari.
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    Scusa di nuovo il ritardo :sadbunny:
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    La strategia per avvicinare Sumire era stata semplice, banale, ma sufficiente affinché l’aspirante Eroina cadesse nella propria rete.
    Avvertì dapprima i suoi passi, lievi, farsi sempre più vicini al container, finché non si ritrovò esattamente davanti ad esso.
    Il Villain restò a scrutarla in piedi nell’oscurità, mentre lei non sarebbe riuscita a vederlo da lì.
    Le palpebre di Hayato, coperte dalla maschera, erano totalmente sbarrate.
    Fissava Sumire in maniera estremamente inquietante, una maniera che comunemente non gli apparteneva.
    Il suo ferreo autocontrollo, la sua espressione dolce e pacata: sembrava esser svanito tutto nel nulla.
    Ma non durò a lungo.
    Sumire entrò all’interno del container da lì a qualche istante dopo, e solo a quel punto sarebbe stata in grado di vedere dinanzi a sé una figura scura, il cui volto era coperto da una maschera antigas.
    Hayato continuava a guardarla, quasi volesse assicurarsi fosse la stessa persona incontrata al Palazzo Imperiale.
    Ed era proprio così.
    Quella doveva essere in tutto e per tutto Sumire.
    Passarono pochi secondi, poi finalmente Hayato si decise ad aprire la bocca.
    «Che coincidenza~»
    Esordì, incrociando le braccia al petto. Il suo tono di voce era estremamente rilassato, cordiale. Evidentemente stava inscenando la sua solita parte, quella che avrebbe fatto innervosire più o meno chiunque.
    «Avrei creduto tutto, ma non che ci saremmo incontrati di nuovo per puro caso. Che sfortuna, per te~»
    Sfumò la frase con una risatina, ma si ricompose nel giro di poco. Mantenere il controllo non era semplice come le altre volte, il desiderio di trafiggere Sumire all’istante ardeva forte nel proprio animo.
    Ma Hayato non era un animale.
    No, non era un animale come quella povera feccia di Hisoka.
    Lui era diverso.
    Discreto, razionale, astuto.
    Tutte qualità che lo dividevano nettamente da quello che, in passato, riteneva potesse essere il suo alter ego.
    Avrebbe sicuramente goduto nel provocare dolore a Sumire, ma l’avrebbe fatto in maniera attenta e avrebbe provato con tutte le forze che possedeva a far sì che il proprio desiderio di vendetta non facesse a botte con la sua caratteristica lucidità.
    Quella circostanza era più unica che rara e non l’avrebbe sprecata per soddisfare il proprio mero piacere.
    Tempo al tempo.
    «Come mai hai accolto la mia richiesta di aiuto? Sono a dir poco scioccato.»
    Chiese, ma avrebbe riattaccato a parlare subito, probabilmente senza neanche dare la possibilità alla ragazza di rispondere in tempo.
    «Al Palazzo Imperiale eri stata molto meno eroica di così. Te lo ricordi quanto frignavi, insieme al tuo amichetto? Che vergogna. Una figura a dir poco patetica, esattamente come te~»
    Ridacchiò ancora, mettendo una mano davanti la bocca nonostante ci fosse la maschera di mezzo.
    No, non avrebbe tolto la maschera dalla faccia.
    Sarebbe stato troppo vantaggioso per Sumire, e troppo svantaggioso per sé stesso.
    Hayato Ono non aveva un volto.
    Si muoveva nell’oscurità, strisciando tra un’ombra e l’altra. Era viscido, sì, ma prevenuto.
    La propria voce, inoltre, era alterata in parte dalla maschera stessa, che le attribuiva un timbro quasi metallico.
    «Oh~ che maleducato, non mi sono neanche presentato. Ma non credo che ce ne sia bisogno, vero?»
    Domandò e, se Sumire avesse potuto guardarlo in faccia, avrebbe avuto la possibilità di scorgere un luminoso, dolce sorriso.
    «Ti darò un indizio: non sono Shinya Ichinose.»
    Aggiunse.
    «Difficile indovinare, vero? Sumire-chan
    Sibilò, come un serpente velenosissimo. A quel punto per l’aspirante eroina non sarebbe stato affatto difficile capire che si trovava davanti ad Hayato. O meglio, dinanzi ad Hasu, così come aveva avuto modo di conoscerlo.
    Aveva fornito lei tutti gli elementi per arrivarci senza alcun problema, facendo riferimento al Palazzo Imperiale e Shinya.
    Come avrebbe reagito la fanciulla? Come si sarebbe sentita, Sumire?
    Avrebbe preso a tremare dalla paura?
    Si sarebbe arrabbiata?
    Qualsiasi reazione sarebbe stata uno spettacolo meraviglioso.
    Finalmente si alzava il sipario.




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    Era calato il silenzio, nel momento in cui entrò nel container non si udivano che i suoi passi e il fastidioso rumore del suo cuore che le martellava sul petto, spaventato dall'ignoto. Nella sua testa aveva già immaginato uno o due tizi, magari armati, che ne torturavano un terzo, in quei brevi secondi stava già organizzando un piano per neutralizzarli, quasi dimenticando una delle tante lezione che aveva imparato al Palazzo Imperiale: niente va mai secondo i piani.
    Vi era una sola ombra in quella stanza, una sola persona, e nonostante la maschera ne coprisse il volto, riusciva a percepirne la pesantezza del suo sguardo sulla pelle. Ne rimase inizialmente confusa, voltò il viso dietro di lei, si aspettava che spuntasse qualcuno, perché al vederlo solo aveva subito capito che poteva trattarsi di una trappola. Non c'era nessuno, però, oltre a loro due.
    Un secondo sguardo le fece prendere coscienza che l'uomo indossasse una maschera antigas, ciò, e poi quella voce metallica, camuffata dalla maschera, la riportò ai primi giorni di novembre, e lui le ricordò terribilmente quell'uomo, ma non poteva essere.
    Eppure parlava come se si fossero già incontrati, lui la conosceva, Sumire faceva finta di non avere idea di chi lui fosse; la sua espressione si mostrava perplessa, ma gli occhi sgranati tradivano le sue paure, perchè stava realizzando.
    Ed infine il biondo nominò l'imperiale, come una coltellata che la faceva agghiacciare le membra, le parole di lui le provocavano un tormentoso dolore. Frustrazione, vergogna, paura, rabbia, erano tutti quei sentimenti che si teneva dentro e sembravano voler uscire in quel momento, sottoforma d'un velo di lacrime che già si stava formando nei occhi color ghiaccio. Lo sapeva di essere stata patetica, non all'altezza, e per una come lei era imperdonabile. Ma non era giusto, lei era solo una ragazzina, non avrebbe nemmeno dovuto trovarsi lì, e aveva voglia di urlarglielo, aveva bisogno di giustificarsi, ma certo un criminale come lui non aveva alcun diritto di giudicarla in nessun modo.
    Prese un profondo e silenzioso respiro per calmarsi, l'ultima cosa voleva era scoppiare a piangere davanti a lui che stava cercando di destabilizzarla, non si sarebbe messa a giocare al suo gioco.
    Le sue mani erano strette a pugno, tremavano, ma il suo sguardo erano tornato di ghiaccio, non si sarebbe lasciata trascinare dalle sue provocazioni, tuttavia aveva immensa paura di quell'uomo, Hasu ricordava si chiamasse, e come dimenticarlo, era quello che l'aveva quasi uccisa.
    ‹ E quindi mi dica, com'è stato farsi fregare da una ragazzina patetica come me? › perfino la sua voce tremolava e non mostrava la sua solita sicurezza. Si stava riferendo all'ultimo tentativo del biondo di acchiappare Benjamin Miller, in cui lei e Tobi erano riusciti a fermarlo, e lui era svanito nel nulla. Era letteralmente la loro unica piccola vittoria in tutta quella storia.
    Si fece forza per non voltarsi a controllare se ci fosse anche Shinya lì dentro, logicamente un boss di Aogiri non si sarebbe messo sulle tracce di due ragazzini come lei e Tobi, ma non importava quanto illogico potesse essere, l'idea la terrorizzava. Ormai conosceva il suo viso a memoria, come quello di Hanzo, li vedeva quando chiudeva gli occhi, come fossero tatuati sotto le sue palpebre.
    ‹ Hasu. › pronunciò in un sussurro. Di lui aveva un ricordo più vago, la sua mente lo collegava automaticamente a quell'enorme onda che l'aveva travolta e quasi ammazzata, come la travolse quella realizzazione. L'uomo che aveva davanti l'aveva quasi ammazzata, ed ora l'aveva attirata per finire il lavoro.
    ‹ ...che cosa ci fa qui, come fa a sapere il mio nome? › domandò stupidamente, soltanto per prendere tempo per pensare. Il biondo studiava l'espressione di Sumire come se si stesse dedicando a un gioco particolarmente divertente, l'albina guardava il vuoto. Doveva arrestarlo, che lui se ne potesse andare in giro tranquillamente, dopo quello che aveva fatto, la indignava, ed era il suo dovere. Ma ne era capace?
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    • Stats:
    - Energia: 550
    - Forza: 70
    - Quirk: 240
    - Agilità: 215
    • Status: Illesa.
    • Tecniche usate: //

    • Equipaggiamento:
    Adaptive Suit [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    Effetto: Resistenza danni medi

    • Lista tecniche:
    Wave Motion Blast [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Sumire colpisce l’aria con un pugno o un calcio direzionando il colpo, creando una screpolatura nell'aria, come quando si crepa il vetro, rilasciando così un’onda d’urto che arriverà fino a 5 metri di distanza, riuscendo quindi a respingere un attacco in arrivo scaraventando indietro l’avversario e, se esso è a 3 metri di distanza da lei, causando danni per contusione.
    Danno: Medio-Grave
    Vibration Blast [Livello 3] [Costo: 50 (+ 20) PE]
    Sumire concentra l’energia dell’onda d’urto su un pugno, colpendo in modo diretto l’avversario, lo respinge all'indietro, causando danni per contusione, come fratture composte o ossa rotte nel punto in cui viene colpito.
    Danno: Medio-Grave
    Earthquake [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
    Danno: Medio-Grave
    Tremor [Livello 3] [Costo: 70 PE]
    Sumire toccando l’avversario con le sue mani può rilasciare vibrazioni, facendo tremare il corpo dell’avversario, se colpito sul capo, l'avversario proverà un senso prolungato di vertigini. Provoca lividi nel punto in cui l'avversario viene colpito.
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]
    Pressure Explosion [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire emana da tutto il suo corpo un intenso impulso di onde d'urto a corto raggio respingendo qualsiasi corpo fisico all'interno dell'aria d'effetto, scagliando via gli avversari e deviando proiettili o oggetti corporei di ogni tipo.
    Effetto: Protezione Danni Medio-Gravi
    Shaky Ground [Livello 3] [Costo: 70 (+20) PE]
    Sumire emana ad impulsi intermittenti continuati scariche di vibrazioni nel terreno attorno a se causando scosse a ritmo di intervalli casuali che destabilizzano l'equilibrio degli avversari. Sumire crea un area di scosse continue del terreno attorno a se, ostacolando i movimenti degli avversari. Ogni tot emette una scossa che fa tremare il terreno sotto i piedi per limitare i loro movimenti degli avversari.
    Raggio: 2.5 metri
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]

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    L'espressione di Sumire, i suoi movimenti, le vibrazioni che lasciavano sfuggire le proprie corde vocali... tutto ciò era assolutamente impagabile. Hayato non conosceva quasi per nulla la tirocinante, eppure non era difficile comprendere che questa si stesse sforzando di mostrarsi sicura, di indossare una maschera di cemento, ma con risultati alquanto scarsi.
    D'altra parte, come si poteva darle torto? Sumire aveva dinanzi a sé una persona che le ricordava un'esperienza a dir poco traumatica, e... per quanto Hayato l'avesse denigrata e presa in giro, era altrettanto comprensibile che Sumire fosse spaventata, così come lo era stata al Palazzo Imperiale. Era soltanto una ragazzina, una studentessa che, probabilmente, aveva avuto ben poche occasioni per scontrarsi col vero mondo della criminalità, e che si era ritrovata nel giro di poco tempo a dover fare passi più lunghi di quelli che poteva sostenere, imbattendosi con pericolosi membri di Aogiri per ben due volte.

    Ma ad Hayato non importava.
    Non riusciva in alcun modo a giustificare l'atteggiamento della fanciulla sebbene, al tempo stesso, godeva incredibilmente nello scorgere anche un minimo segno di incertezza abbandonare il proprio corpo.
    Avrebbe desiderato che Sumire avesse iniziato a piangere, urlare, tremare come una foglia.
    Avrebbe voluto che la sua disperazione prendesse totalmente il sopravvento, ma ciò non accadde.
    La bionda, al contrario, rispose ad Hayato tentando di mantenere un certo autocontrollo; un autocontrollo che, in circostanze simili, era ben più che ammirevole. Possibile che la ragazza potesse riservare molte più sorprese di quanto credeva?
    «Ohw, adesso non atteggiarti~»
    Sfumò la frase con una risatina, quando Sumire gli parlò per la prima volta.
    «Se fossi stata da sola, a quest'ora il tuo nome sarebbe già stato inciso su una lapide.»
    Proferì quella frase con estrema leggerezza e giocosità, in maniera quasi divertita. Chiaramente Hayato aveva smesso di dare un peso alle proprie parole già da molto tempo.
    «Sumire-chan~ che cos'è tutta questa formalità? Diamoci del tu, per piacere. Ormai ci conosciamo abbastanza bene, non credi?»
    Domandò, retorico. Era davvero un peccato che la ragazza non potesse scorgere la propria espressione e, per un attimo, Hayato fu quasi tentato dallo strapparsi quella maschera dal volto. Per il nostro Villain, infatti, il contatto visivo era importantissimo, perché dava la possibilità di mostrare alle persone il grado di falsità che poteva raggiungere.
    In ogni caso, non lo fece.
    Sumire non l'avrebbe ancora guardato in faccia: c'era ancora tante, troppe ragioni per celarsi dietro quell'anonimato.
    «Se proprio ci tieni a saperlo, ti ho sentita nominare al Palazzo Imperiale stesso. Ma domandare una cosa del genere ad un membro di Aogiri mi sembra davvero una stupidaggine, sei così ingenua~ credi davvero che per un Organizzazione criminale di una portata simile sia difficile risalire ad informazioni così banali?»
    Domandò, senza abbandonare neanche per un attimo quella giocosità che tanto caratterizzava le sue frasi, accompagnata però ad una certa... dolcezza, sì. Hayato sibilava dolcemente, ma nel proprio caso ciò non faceva presagire alcunché di positivo.
    «Non fare domande stupide, Sumire~ non renderti più ridicola di quanto tu già non sia, tesoro.»
    Suggerì, ma senza risultare arrogante. No, al contrario, sembrava che Hayato volesse davvero dare un consiglio sincero alla propria interlocutrice, il che non faceva che renderlo ancora più fastidioso.
    «Perché, piuttosto, non ti concentri sul fatto che stai per morire? Farò un favore ai civili di tutta Tokyo, impedendo che tu possa diventare un'eroina, risparmiando loro inutili sofferenze.»
    Proferì quell'ultima frase in maniera leggermente più inquietante rispetto a prima.
    «Perché è questo a cui aspiri, non è così? Sei tu quella "studentessa della UA" di cui si è sentito leggere sugli articoli, insieme al "tirocinante di Providence". Che vergogna, per fortuna che i vostri nomi non sono trapelati fuori.»
    Alla popolazione, probabilmente, non era concesso sapere quali fossero le identità dei due giovani che avevano combattuto contro Aogiri, quel giorno; discorso diverso invece per Hayato, invece, che aveva avuto la possibilità di vivere l'esperienza in prima persona.
    «Prima che io ti uccida, però, vorrei che tu collaborassi con me. Avrei bisogno di alcune informazioni, Sumire-chan~»
    Hayato, ovviamente, non si aspettava affatto che la ragazza lo aiutasse; non senza averla prima minacciata giocando delle carte che, per il momento, teneva ancora nascoste, e che non era riferite a ledere propriamente sé stessa.
    Ma per ora non anticipò nulla.
    In quel momento desiderava semplicemente scaturire nell'altra una reazione, accertarsi che potesse aver smosso qualcosa nel suo animo apparentemente fragile.
    Voleva scorgere terrore nei suoi occhi, lo stesso di cui amava cibarsi.




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    Sumire non amava lavorare in squadra, ricordava la volta in cui per prendere la licenza aveva dovuto collaborare con Yumeru e Ushiyama, e ne era uscita esasperata tra il robot killer e il suo compagno che non la piantava di darle ordini, ma in quel momento avrebbe tanto desiderato non essere sola. Le sarebbe bastato avere Tobi, lui avrebbe dovuto essere lì con lei, anzi, lui avrebbe dovuto essere lì al posto suo. Nonostante facesse finta che non fosse così e si ripetesse che la colpa non era sua, Sumire infondo portava ancora un leggero rancore verso il di lui, probabilmente non aveva nemmeno senso ma In quel momento la solidarietà verso di lui si dissipava e si faceva vivo quel sentimento d'astio che continuava a reprimere, perchè era anche colpa di Tobiko se si ritrovava in quella situazione. Se si fossero fatti gli affari loro invece che seguire Hanzo, se Tobi non si fosse comportato da stronzo, avrebbero potuto evitare il seguito.
    Tobi però stava affrontando un momento già abbastanza duro, non voleva farlo stare male anche per lei, dopotutto erano ancora amici, Sumire gli voleva bene e non si divertiva a vederlo soffrire. E se per un attimo il pensiero di volerlo lì a sostituirla aveva traversato la sua mente, il secondo dopo se ne stava vergognando. Non voleva augurare a nessuno ritrovarsi nella sua situazione, ma nemmeno lei lo meritava.
    Cercava d'atteggiarsi come se le provocazioni di lui non la tangessero, come se lui stesso non avesse alcuna influenza sul suo stato d'animo, ma non era minimamente convinta. Di solito era brava a fingere ghiaccio e indifferenza, ma proprio adesso che serviva la sua stoica compostezza, le sue mani sembravano aver preso vita propria non smettevano di tremare, come la sua voce. Credeva non sapesse che da sola sarebbe morta? Era viva perché graziata da Hanzo e la donna con lo strano quirk dei fiori, ed era un pensiero che non riusciva a superare, che fosse viva per pura fortuna e caso.
    Se in quel momento ne era così spaventata, era proprio perché non c'era nessuno lì con lei, ed aveva visto di cosa Hasu fosse capace. Si sforzata a mantenere lo sguardo sul suo viso, sulla maschera che indossava, ed in un certo senso era meglio non potesse vedere il suo volto scoperto, non avrebbe sopportato vedere il sorriso che vi si celava dietro, sentire tutto il peso del modo in cui la giudicava.
    Ingenua non era un aggettivo con cui solevano definirla, lei stessa si riteneva più matura rispetto ai suoi coetanei, ma era inevitabile si sentisse così ora. Non aveva nemmeno pensato all'eventualità che potesse risalire a lei, e se potevano arrivare a lei così facilmente, aveva messo in pericolo anche i suoi amici? Il suo ragazzo? Sbarrò gli occhi, fissando attonita e pallida l'uomo. Se almeno con i suoi amici aveva la vaga consolazione che fossero addestrati per combattere i criminali, Gin era semplicemente Gin, non aveva certo dimenticato che l'esperienza al Salem era stata terribile per lui, e lei si era così tanto impegnata a tenerlo fuori dalla sua vita scolastica che il solo pensiero di averlo messo in pericolo, oltre che preoccuparla tremendamente, la faceva anche sentire in torto nei suoi confronti.
    Il biondo continuava ad accanirsi su di lei, se fosse stata più lucida probabilmente avrebbe capito quanto si stesse divertendo a suo discapito, poi il modo in cui lo faceva, trattandola quasi fosse una bambina, era subdolo e irritante. Non solo tutto ciò che diceva suonava costantemente come una presa in giro, ma denotava quanta poca considerazione avesse di lei.
    ‹ Lei. Non. Capisce. › ringhiò, aveva già parlato troppo, non voleva fargli notare quanto le pesassero le sue parole. Le parole le si incastravano in gola, odiava sentirsi umiliata, odiava i suoi stessi molteplici pensieri da codarda che stava avendo e che aveva avuto quel giorno. ‹ Non dovevamo essere lì. ›, la voce continuava a tremolare smascherando la falsa sicurezza, erano così tante le parole che ansiavano uscire dalla sua bocca che non riusciva nemmeno a metterle in ordine, sapendo anche che era meglio semplicemente tacere.
    Il biondo dichiarò le sue intenzioni quasi stessero parlando davanti a una tazza di caffè: aveva intenzione di ucciderla, ma prima di questo voleva delle informazioni da lei. All'imperiale era stata la prima volta che "combatteva" contro qualcuno intenzionato a farla fuori escludendo il robot killer, ed era stato così dissimile, che gli anni di preparazione alla UA gli erano parsi inutili e vani, nessuno l'avrebbe mai preparata abbastanza a ciò.
    ‹ Vuole delle informazioni su Benjamin Miller, non è così? › saltò subito al punto; Benjamin era l'ultima delle sue preoccupazioni, ed anche se avesse voluto dirgli qualcosa, la verità è che Sumire non sapeva niente, non si era minimamente interessata, qualunque cosa avesse a che fare con quel giorno di novembre, lei non voleva averci a che fare.
    ‹ Perchè anche io avrei delle domande a riguardo. ›, ma se ora domandava era per prolungare all'infinito quel momento, in una falsa speranza che qualcuno arrivasse o perchè il momento in cui avrebbero dovuto combattere non arrivasse mai.
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    • Equipaggiamento:
    Adaptive Suit [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    Effetto: Resistenza danni medi

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    Wave Motion Blast [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Sumire colpisce l’aria con un pugno o un calcio direzionando il colpo, creando una screpolatura nell'aria, come quando si crepa il vetro, rilasciando così un’onda d’urto che arriverà fino a 5 metri di distanza, riuscendo quindi a respingere un attacco in arrivo scaraventando indietro l’avversario e, se esso è a 3 metri di distanza da lei, causando danni per contusione.
    Danno: Medio-Grave
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    Sumire concentra l’energia dell’onda d’urto su un pugno, colpendo in modo diretto l’avversario, lo respinge all'indietro, causando danni per contusione, come fratture composte o ossa rotte nel punto in cui viene colpito.
    Danno: Medio-Grave
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    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
    Danno: Medio-Grave
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    Sumire toccando l’avversario con le sue mani può rilasciare vibrazioni, facendo tremare il corpo dell’avversario, se colpito sul capo, l'avversario proverà un senso prolungato di vertigini. Provoca lividi nel punto in cui l'avversario viene colpito.
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    Sumire emana da tutto il suo corpo un intenso impulso di onde d'urto a corto raggio respingendo qualsiasi corpo fisico all'interno dell'aria d'effetto, scagliando via gli avversari e deviando proiettili o oggetti corporei di ogni tipo.
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    Sumire emana ad impulsi intermittenti continuati scariche di vibrazioni nel terreno attorno a se causando scosse a ritmo di intervalli casuali che destabilizzano l'equilibrio degli avversari. Sumire crea un area di scosse continue del terreno attorno a se, ostacolando i movimenti degli avversari. Ogni tot emette una scossa che fa tremare il terreno sotto i piedi per limitare i loro movimenti degli avversari.
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    La caparbietà di Sumire le impedì di lasciarsi travolgere dal panico, cosicché l’aspirante eroina riuscì miracolosamente a mantenere la calma, proferendo parole con chiarezza ma al tempo stesso con una falsa sicurezza che il nostro Villain riuscì a smascherare senza troppi problemi. D’altra parte, chi meglio di Hayato Ono poteva saperne di maschere e di falsità?
    Non disse nulla, comunque, decidendo di lasciar parlare l’altra educatamente proprio come stava facendo lei.
    «Ah, non dovevate essere lì? Allora scusami, davvero, è stata tutta colpa mia, aw.»
    Disse, pompando le proprie parole di gesti teatrali, facendo sì che un’altra sghignazzata accompagnasse le proprie parole.
    «È questo che ti insegnano a scuola, Sumire? A comportarti da eroina soltanto quando la situazione è già programmata?»
    Infierì. Naturalmente, l’obiettivo era sempre lo stesso: confondere Sumire. Hayato desiderava ardentemente metterla in difficoltà, spaventarla, far sì che l’ansia potesse divorarla. Purtroppo non ci era riuscito, fino ad allora, perché la fanciulla stava manifestando un autocontrollo ammirevole.
    Ma per quanto sarebbe durato?
    C’erano due modi tramite cui Sumire avrebbe potuto affrontare una circostanza come quella: scoppiare a piangere oppure combattere. Quale avrebbe scelto?
    «Che imbarazzo~ magari la prossima volta ti invierò un messaggio, prima di compiere qualche crimine, così ti prepari adeguatamente. Sì sì.»
    Ridacchiò, ancora, ma dovette velocemente far sparire quel fastidiosissimo sorriso dal volto nel momento in cui Sumire decise di andare al punto della questione.
    Ed in effetti aveva fatto centro.
    Benjamin Miller.
    Era lui il suo obiettivo, e l’aspirante eroina non aveva impiegato tanto tempo per capire che il Consigliere di Aogiri puntasse proprio a lui.
    Comprensibile.
    Aveva tentato di rapirlo proprio davanti ai suoi occhi, non c’erano tante altre informazioni che poteva bramare da quella ragazza.
    «Sei una pessima eroina ma perlomeno sei sveglia~»
    Disse, in tono giocoso ma al tempo stesso intrigato, ma non si mosse dalla propria posizione neanche di un centimetro. Doveva essere a circa due metri da Sumire e avrebbe mantenuto quella distanza.
    «Sì, hai capito bene, mi servono delle informazioni su Miller.»
    Asserì, quindi. La propria voce trasmetteva sempre spensieratezza, ma quella volta assunse una nota leggermente più seria.
    «Ma se hai delle domande da farmi prima, prego.»
    Allargò le braccia, con fare teatrale, come per accogliere Sumire nel porgli qualsiasi domanda desiderasse.
    «Devo chiederti di essere rapida, però. Per quanto ne so, potresti voler semplicemente prendere tempo affinché qualcuno si accorga della tua assenza. Un trucco banale quanto efficace, dal momento che sono da solo.»
    Spiegò, puntualizzando come se fosse una sorta di maestro o qualcosa di simile, mentre la bionda una sua allieva.
    «Ovviamente mi aspetto anche io delle risposte da parte tua, Sumire-chan. Che cosa sai su Benjamin Miller? E non provare a fare la bugiarda o girare attorno a discorsi assurdi~ me ne accorgerò e ti ucciderò immediatamente.»
    Sibilò, per poi riprendere a ridacchiare sonoramente tanto da potersi far sentire dalla propria interlocutrice tranquillamente.
    Hayato aveva prima detto a Sumire che l’avrebbe ammazzata a prescindere, mentre in quel momento l’aveva minacciata di morte solo nel caso in cui gli avesse mentito su Benjamin.
    Il suo gioco non era ancora chiaro, e non era altrettanto chiaro il motivo per cui provava così tanta rabbia nei confronti di una studentessa della UA.
    Sì, Sumire gli aveva rovinato il piano al Palazzo Imperiale, ma era evidente che ci fosse altro dietro l’odio che provava nei suoi confronti, altrimenti non c’era una ragione precisa per tormentarla in quel modo e per tentare in tutti i modi di far sì che potesse sentirsi inutile.
    Ma allora... qual era il vero motivo?




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    Se c'era qualcosa in cui Sumire era eccezionale, era il nascondere le proprie emozioni dietro un'espressione fredda e stoica, aveva imparato fin da giovane che mostrare i propri sentimenti era simbolo di debolezza e in quel momento più di qualunque altro, non voleva apparire fragile di fronte a quell'uomo. Il criminale di Aogiri stava cercando di destabilizzarla, farla cadere in balia delle proprie emozioni, e lei sapeva che non poteva succedere, doveva dominarle, sfruttarle, doveva essere razionale, anche questo era qualcosa che di solito le riusciva bene, se solo non stesse affrontando uno dei suoi traumi più recenti.
    Era strano che Sumire non ripondesse a tono al suo continuo provare ad umiliarla, perchè l'albina non era qualcuno a cui piaceva farsi mettere i piedi in testa, ma non trovava parole per difendersi, e infondo non riusciva a dargli del tutto torto. Si era comportata come una pessima eroina, sapeva di essere stata codarda ed egoista, aveva preferito la propria salvezza a quella delle persone nel Palazzo, non era riuscita a fermare i due di Aogiri, non era riuscita a salvare se stessa, e certo non era grazie a lei che quell'incubo aveva avuto fine. E per quanto sapesse che non toccava a lei, che era arrivata lì per caso e non era pronta, erano forse delle giustificazioni? Le pareva che dire ciò ad alta voce, all'uomo davanti a lei, equivaleva soltanto a frignare e comportarsi da bambina viziata. Aveva voluto vedere com'era il mondo che l'aspettava, eccolo, lezione dolorosa, ma quello sarebbe stato il suo futuro, tantovaleva non mettersi il paraocchi.
    ‹ Per quale motivo lo state cercando, a cosa vi serve? ›. Per quanto non lo mostrasse ad Hasu, le sue provocazioni avevano un'effetto su di lei, man mano che lui parlava sentiva rabbia e frustrazione, mischiate al timore, montare come un fiume in piena, che stava per rompere gli argini, ma più le lasciava prendere il sopravvento e meno sentiva il controllo della superficie ghiacciata che mostrava il suo volto. Le sue mani si stringevano a formare dei pugni, quasi affondando le unghie nella carne dei palmi.
    Nemmeno Sumire osava muoversi, nonostante tutti i suoi sensi fossero allerta, e lei pronta a scattare al vederlo compiere il minimo movimento, non aveva ancora deciso se agire per bloccarlo, o piuttosto per scappare da lui. Ormai era conscia lo scontro fosse inevitabile, per quanto lei volesse prolungare quel momento, qualunque cosa avesse deciso sarebbe stato inevitabile affrontarlo.
    ‹ Perchè mai dovrei dire qualunque cosa a te? ›, in quel pronome aveva caricato tutto il disprezzo che provava nei suoi confronti, lasciandosi sfuggire l'irritazione che provava anche nella sua espressione. Stava prendendo tempo, per decidere cosa fare.
    Se avesse dovuto ascoltare il suo orgoglio, sarebbe rimasta per arrestarlo, da sola, per poter dimostrare a lui, all'agenzia, a se stessa e a tutti quanti, di esserne in grado. Ma c'era anche la parte che temeva rivivere la stessa scena del Palazzo Imperiale, lei immobile, bloccata dalla paura, investita da un'onda che la soffocava. E questa volta non ci sarebbe stato nessuno a salvarla.
    ❖ We'll never be those kids again ❖


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    • Stats:
    - Energia: 550
    - Forza: 70
    - Quirk: 240
    - Agilità: 215
    • Status: Illesa.
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    • Equipaggiamento:
    Adaptive Suit [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    Effetto: Resistenza danni medi

    • Lista tecniche:
    Wave Motion Blast [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Sumire colpisce l’aria con un pugno o un calcio direzionando il colpo, creando una screpolatura nell'aria, come quando si crepa il vetro, rilasciando così un’onda d’urto che arriverà fino a 5 metri di distanza, riuscendo quindi a respingere un attacco in arrivo scaraventando indietro l’avversario e, se esso è a 3 metri di distanza da lei, causando danni per contusione.
    Danno: Medio-Grave
    Vibration Blast [Livello 3] [Costo: 50 (+ 20) PE]
    Sumire concentra l’energia dell’onda d’urto su un pugno, colpendo in modo diretto l’avversario, lo respinge all'indietro, causando danni per contusione, come fratture composte o ossa rotte nel punto in cui viene colpito.
    Danno: Medio-Grave
    Earthquake [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
    Danno: Medio-Grave
    Tremor [Livello 3] [Costo: 70 PE]
    Sumire toccando l’avversario con le sue mani può rilasciare vibrazioni, facendo tremare il corpo dell’avversario, se colpito sul capo, l'avversario proverà un senso prolungato di vertigini. Provoca lividi nel punto in cui l'avversario viene colpito.
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]
    Pressure Explosion [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire emana da tutto il suo corpo un intenso impulso di onde d'urto a corto raggio respingendo qualsiasi corpo fisico all'interno dell'aria d'effetto, scagliando via gli avversari e deviando proiettili o oggetti corporei di ogni tipo.
    Effetto: Protezione Danni Medio-Gravi
    Shaky Ground [Livello 3] [Costo: 70 (+20) PE]
    Sumire emana ad impulsi intermittenti continuati scariche di vibrazioni nel terreno attorno a se causando scosse a ritmo di intervalli casuali che destabilizzano l'equilibrio degli avversari. Sumire crea un area di scosse continue del terreno attorno a se, ostacolando i movimenti degli avversari. Ogni tot emette una scossa che fa tremare il terreno sotto i piedi per limitare i loro movimenti degli avversari.
    Raggio: 2.5 metri
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]




    Well... sorry del ritardo I guess(?) Bentornato Dim :**:
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    Sumire sembrava essere perfettamente in grado di tenersi incollata sul volto quella maschera di imperturbabilità e di indifferenza che dominava la sua espressione, sebbene Hayato notasse istante dopo istante sempre più incertezza. Un’incertezza di cui il nostro Villain si stava nutrendo e da cui stava attingendo per dare sempre più adito alla propria ira nei confronti della fanciulla stessa.
    Hayato amava approfittare delle debolezze altrui, amava assorbire l’oscurità dalle persone. Odio, rabbia, spavento, terrore, non poteva che desiderare di meglio, in quel momento, attraverso le iridi cristalline dell’aspirante eroina, benché questa stesse tentando in tutti i modi di celarsi.
    Sumire era uno spettacolo sublime, un’opera d’arte a dir poco meravigliosa e soddisfacente.
    «Uhm.»
    Farfugliò, quando sentì la ragazza porgli quelle domande. Delle domande abbastanza scontate, ma che in fin dei conti avevano perfettamente senso.
    Hayato, in ogni caso, decise di mantenere la parola e rispose senza con estrema calma, ticchettando l’indice di una mano contro la maschera antipolvere che indossava.
    «Voglio essere sincero, con te, Sumire-chan~ d’altra parte, un buon rapporto si basa sulla fiducia, non credi?»
    Domandò, retorico. Se desiderava ottenere informazioni da Sumire, avrebbe dovuto - quantomeno - dimostrarle di essere onesto, nel risponderle. Dire bugie non avrebbe assolutamente giovato in quelle circostanze e, anzi, non avrebbe fatto altro che far chiudere ancor di più l’aspirante eroina nei propri confronti.
    Di sicuro Hayato non si aspettava che, per quel motivo, la bionda cominciasse tutto d’un colpo a parlare come un fiume in piena, ma poteva in ogni caso rappresentare un punto di partenza.
    «Non ho idea di cosa vogliano fargli. So solo che deve essere vivo ed in perfetto stato di salute. Inoltre, posso prometterti che non gli verrà torto un capello.»
    Confessò, in tono lievemente più serio rispetto a prima. Non era per niente sicuro sull’ultimo punto, cioè che a Benjamin non sarebbe stato fatto del male - anzi - ma se avesse avuto fortuna Sumire avrebbe potuto credergli.
    «Quanto alla seconda domanda...»
    A quel punto, Hayato non poté fare a meno di sfumare la frase con una lieve risatina, una risatina che sembrava provenire direttamente dalle fiamme dell’inferno.
    Smise dopo qualche secondo, cosicché si prese un istante per tirare un sospiro, prima di riprendere a parlare.
    «Hai una famiglia, Sumire cara?»
    Chiese, in maniera ingenua ma al tempo stesso tremendamente seria.
    «Immagino che tu abbia anche degli amici.»
    Riprese, quasi subito, probabilmente senza fornire alla fanciulla il tempo necessario per rispondere alla prima domanda.
    «Ohw, chissà, magari sei anche innamorata~»
    Ridacchiò, di nuovo, ponendo una mano dinanzi alla bocca, nonostante questa fosse coperta dalla maschera.
    «Non sono un criminale qualsiasi. Forse la situazione non ti è sufficientemente chiara: lascia che ti spieghi come stanno effettivamente le cose.»
    Asserì, cambiando totalmente approccio e tono di voce. Quella volta era freddo, glaciale, anche un po’ inquietante. La giocosità che caratterizzava le note della propria voce l’aveva totalmente abbandonato, quasi si fosse dissolta nel giro di un secondo.
    «Ho alle spalle un’Organizzazione estremamente potente: non ci metterei nulla a rintracciare le persone che ti circondano e rovinar loro la vita. Ti piacerebbe se morissero una dopo l’altra senza che tu possa far nulla, Sumire?»
    Domandò, serio.
    Duro come una roccia.
    Come una lastra di titanio.
    Che le proprie minacce potessero effettivamente concretizzarsi o meno, ad Hayato poco fregava: la reputava la strategia più adatta per mettere una ragazzina con le spalle al muro.
    Una viscida serpe, ecco cos’era Hayato.
    Una serpe disposta a qualsiasi cosa pur di soddisfare gli ordini impartitigli da Aogiri; pur di soddisfare le aspettative del Suo amato Superiore.
    Se fosse riuscito a portare Benjamin da Shinya, questo sarebbe sicuramente stato soddisfatto del proprio operato.
    Gli avrebbe fornito delle attenzioni.
    Ed il solo pensiero rendeva Hayato inquieto, innalzando repentinamente la propria frequenza cardiaca.
    «Ti sto dando una seconda possibilità per comportarti da eroina, dopo la pessima figura che hai fatto al Palazzo Imperiale.»
    Riprese. Sembrava totalmente un’altra persona, quasi come se la propria anima avesse preso a spaccarsi in due.
    «Salva tutte le persone a cui tieni per Benjamin, Sumire. Hai la mia parola che non gli verrà fatto del male.»
    Spiegò, cercando di essere quanto più convincente possibile. Minacciare di morte i conoscenti della fanciulla, a quel punto, poteva rivelarsi una strategia ben più efficace rispetto a quella di minacciare di uccidere direttamente a lei, dato che fino a quel punto non aveva funzionato granché.
    «Ecco perché dovresti dire qualunque cosa a me. Sono stato abbastanza chiaro? Perché non lo ripeterò due volte.»
    Disse, rispondendo quindi in via definitiva alla domanda iniziale dell’aspirante eroina.
    «Ti ho concesso queste ultime domande, ma adesso basta. Non ti darò la possibilità di togliermi altro tempo, e in ogni caso - come avrai avuto modo di capire - ho cambiato idea: se non mi fornirai le risposte che desidero, puoi stare tranquilla perché non ti ammazzerò.»
    Si prese un attimo, prima di riprendere.
    «Saranno gli altri a pagare per il tuo atteggiamento. Le persone che ami di più. Converrai con me che così è molto più divertente.»
    Probabilmente Hayato aveva appena raggiunto un nuovo altissimo livello di stronzaggine, ma onestamente non gliene fregava un granché. La propria morale era ormai andata a farsi benedire da diverso tempo, nella sua testa regnava soltanto la voglia di accontentare e accrescere la potenza di Aogiri.
    «Non credo che tu abbia alternative, se non... quella di uccidermi~»
    Riprese a sghignazzare, a quel punto, smorzando la tensione che aveva generato negli ultimi minuti.
    «Pensi di esserne in grado, Sumire cara? Puoi sempre provarci, io sono qui e chissà quando ti ricapiterà un’occasione come questa~»
    La provocò, con fare cortese, ancora una volta ponendosi come se si stesse prendendo gioco di lei, come se non ci fossero altri ruoli in quella situazione che non vedessero Hayato come il predatore e Sumire come la preda.




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    Le sembrava di star vivendo uno dei suoi incubi, chiusa dentro a quel container rosso aveva la sensazione d'essere in trappola. Probabilmente lo era, o almeno, Hasu l'aveva intenzionalmente attirata lì con l'intento di poterla incontrare mentre era sola. Come faceva lui a sapere che quel giorno si trovava al porto? Non le sembrava possibile che fosse qualcosa di preparato, a meno che Aogiri non avesse qualche spia nell'agenzia di Endeavor, era possibile, ma sbattersi così tanto solo per lei? Non era così tanto plausibile, se propri dovevano seguire qualcuno, probabilmente aveva più senso prendere di mira Tobi. Era davvero stato un'incontro fortuito? Guardandosi un po' attorno, gettando qualche occhiata all'unica uscita dal container alle sue spalle, tutto taceva, il silenzio interrotto soltanto dalle loro voci, e dai propri pensieri, ne dedusse che doveva trovarsi da solo e si trattenne quasi dal tirare un sospiro di sollievo, la sola idea che avesse la possibilità di rivedere Shinya la paralizzava.
    Per quanto sincero volesse apparire Hasu, Sumire non era stupida nè ingenua, non si sarebbe certo messa a credere alle parole di un criminale, ancor meno se i sentimenti che provava per lui si mischiavano alla ragione, annebbiandole i giudizi. In ogni caso, fu lui stesso a dimostrarsi inaffidabile con le sue stesse parole: aveva confessato di non avere la minima idea di cosa volessero fare a Benjamin —Sumire non si aspettava comunque una risposta diversa da quella—, tuttavia poi le garantì che non gli sarebbe stato fatto del male. Le due cose non potevano coesistere, e mentiva in almeno una di esse, se non in entrambe. Non aveva nemmeno valutato l'opzione, ma chiaramente Hasu era inaffidabile, ed ora glielo aveva confermato.
    Aveva provato a farsi le proprie ipotesi ma sapeva troppo poco del biondo per avere qualcosa di concreto, non riusciva proprio a capire cosa un'organizzazione come Aogiri potesse mai farsene di un quirkless. Aveva pensato potesse trattarsi di qualcosa che aveva a che fare col farmaco, dopotutto al Palazzo Imperiale aveva capito che Hanzo e Shinya in qualche modo avevano collaborato in passato, e quest'ultimo aveva tradito il primo; non era arrivata comunque a nessuna conclusione.
    L'umanità dell'uomo, di cui, di questo Sumire era certa, già non fosse molta, veniva ancor più affievolita dalla maschera che ne nascondeva il volto, e il suo modo teatrale di comportarsi le incuoteva un certo timore, lo stesso timore che prova sempre al non avere qualcosa sotto il suo controllo, sull'inaspettato e l'incerto.
    Il volto di Sumire si lasciò sfuggire un cipiglio, e poi una leggera preoccupazione. Certo le rese più facile l'ndecisione se scappare oppure provare a fermarlo: stava minacciando persone a lei care, non poteva lasciarlo andare per nessun motivo; Hasu aveva indovinato, per quanto codarda e poco empatica fosse stata la volta al Palazzo, teneva più alla vita dei suoi cari che non alla propria, non si sarebbe mai perdonata se fosse successo qualcosa a loro per colpa sua. Ed aveva ragione, lui aveva dietro un'rganizzazione potente e lei non poteva permettersi di farsi un nemico di quella portata. Aveva pensato di tenersi per se il fatto che non sapesse tanto più di lui su Benjamin, per nessun razionale motivo se non per orgoglio proprio, ma non era il caso di correre rischi. ‹ Non so assolutamente niente su Benjamin, perdi il tuo tempo. ›, confessò con fare gelido e brusco. Le costava dirlo ad alta voce, perchè non voleva dargli l'impressione che se avesse saputo qualcosa sarebbe stata disposta a dirglielo, il caso non era quello.
    Una smorfia di disprezzo deformò la sua espressione, quando l'uomo la incitò ad ucciderlo, Sumire non era capace di tale barbarie, pur provando un'immenso rancore nei suoi confronti.
    Si prese alcuni secondi, doveva rimanere lucida e non farsi prendere da rabbia o paura, preparandosi a ciò che stava per fare. ‹ Non ho intenzione di ucciderti. Ti fermerò, e verrai portato davanti alla giustizia. ›, a quel punto, l'unica cosa sensata da fare era attaccare per prima. Sumire, con uno scatto, avrebbe azzerato la distanza che li separava, avrebbe capitato il proprio pugno destro del proprio quirk, ed infine avrebbe provato a colpire il viso di Hasu, o meglio, la maschera che portava, col chiaro intento di rompergliela.
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    - Energia: 550 - 50 = 500
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    - Agilità: 215
    • Status: Illesa.
    • Tecniche usate: Vibration Blast

    • Equipaggiamento:
    Adaptive Suit [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    Effetto: Resistenza danni medi

    • Lista tecniche:
    Wave Motion Blast [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Sumire colpisce l’aria con un pugno o un calcio direzionando il colpo, creando una screpolatura nell'aria, come quando si crepa il vetro, rilasciando così un’onda d’urto che arriverà fino a 5 metri di distanza, riuscendo quindi a respingere un attacco in arrivo scaraventando indietro l’avversario e, se esso è a 3 metri di distanza da lei, causando danni per contusione.
    Danno: Medio-Grave
    Vibration Blast [Livello 3] [Costo: 50 (+ 20) PE]
    Sumire concentra l’energia dell’onda d’urto su un pugno, colpendo in modo diretto l’avversario, lo respinge all'indietro, causando danni per contusione, come fratture composte o ossa rotte nel punto in cui viene colpito.
    Danno: Medio-Grave
    Earthquake [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
    Danno: Medio-Grave
    Tremor [Livello 3] [Costo: 70 PE]
    Sumire toccando l’avversario con le sue mani può rilasciare vibrazioni, facendo tremare il corpo dell’avversario, se colpito sul capo, l'avversario proverà un senso prolungato di vertigini. Provoca lividi nel punto in cui l'avversario viene colpito.
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]
    Pressure Explosion [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire emana da tutto il suo corpo un intenso impulso di onde d'urto a corto raggio respingendo qualsiasi corpo fisico all'interno dell'aria d'effetto, scagliando via gli avversari e deviando proiettili o oggetti corporei di ogni tipo.
    Effetto: Protezione Danni Medio-Gravi
    Shaky Ground [Livello 3] [Costo: 70 (+20) PE]
    Sumire emana ad impulsi intermittenti continuati scariche di vibrazioni nel terreno attorno a se causando scosse a ritmo di intervalli casuali che destabilizzano l'equilibrio degli avversari. Sumire crea un area di scosse continue del terreno attorno a se, ostacolando i movimenti degli avversari. Ogni tot emette una scossa che fa tremare il terreno sotto i piedi per limitare i loro movimenti degli avversari.
    Raggio: 2.5 metri
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]

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    Hayato Ono
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    Niente da fare: Sumire non aveva alcuna intenzione di cedere. Probabilmente Hayato aveva sbagliato, ritenendo di trovarsi davanti ad una stupida ragazzina che, dietro qualche minaccia, avrebbe vuotato il sacco da lì a qualche istante dopo.
    E invece no.
    Alla sola idea che qualcuno dei propri cari potesse esser ucciso, l’aspirante eroina aveva repentinamente recuperato la determinazione e la sfacciataggine che facevano parte del sul carattere.
    “Portarlo davanti alla giustizia”, gli aveva detto, ed al solo udire di quella frase il nostro Villain non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
    Ma durò poco.
    Non ebbe il tempo di rilassarsi troppo perché la ragazza era già scattata in sua direzione con l’intenzione di tirargli un pugno sulla maschera, probabilmente per distruggergliela.
    Non ritenendo opportuno l’utilizzo di una tecnica, Hayato incrociò velocemente le braccia dinanzi a sé, cosicché il pugno di Sumire finì per impattare contro l’avambraccio che dava all’esterno: il sinistro.
    Ricorrere alla presunzione di poter bloccare l’assalto della fanciulla in quel modo non si rivelò la scelta migliore perché Hayato ci mise poco per rendersi conto che quello non era un pugno normale.
    Il membro di Aogiri, infatti, venne sbalzato all’indietro di diversi passi e si bloccò a circa un metro dalla ragazza, senza perdere l’equilibrio. Un dolore attraversò velocemente il suo braccio sinistro, come se questo fosse stato improvvisamente investito da una vibrazione, ma fu abbastanza sopportabile.
    Si ricordò immediatamente che quella non era la prima volta che Sumire manifestava la sua Unicità: aveva avuto modo di osservarla anche al Palazzo Imperiale, constatando che si trattasse di qualcosa legato alle onde d’urto.
    Forse avrebbe fatto meglio a non sottovalutarla troppo.
    «Vuoi guardarmi in faccia?»
    Domandò Hayato, assicurandosi con la mano destra che la propria maschera non avesse riportato alcun danno: nulla, se non una piccolissima crepa.
    «Ti piacerebbe, vero? Per te sarebbe molto più semplice denunciarmi alle autorità.»
    Continuò, ridacchiando sottovoce e rimettendosi in posizione eretta, facendo finta che l’ultimo attacco non lo avesse affatto scalfito.
    «Beh, Sumire cara~ sappi che, per strapparmi questa maschera dal viso, dovrai passare sul mio cadavere.»
    Hayato non era uno sprovveduto, come qualche suo ex-collega che andava in giro ad attuare crimini vestito da pagliaccio e mostrando bellamente la propria faccia da schiaffi.
    No, Hayato era un’ombra.
    Un punto nero.
    L’unico buco che, in passato, avrebbe potuto ostacolare il proprio anonimato, era dato dalla conoscenza tra Hisoka e Shinjiro.
    Ma quel clown idiota e patetico era morto ancor prima che potesse rappresentare una minaccia, e con lui era stata sepolta qualsiasi possibilità che Hayato Ono potesse essere smascherato.
    Probabilmente l’assassinio di Hisoka era stata la sua più grande fortuna, sotto ogni punto di vista.
    «Potrei essere chiunque, anche qualcuno di molto vicino a te.»
    Nell’aria, all’improvviso, si diffuse un certo formicolìo che diventò udibile da lì a qualche secondo dopo.
    «Ma non lo scoprirai mai
    Il pavimento e le pareti del container sembravano spostarsi e confluire verso Hayato, ma un occhio attento avrebbe potuto accorgersi che era ciò che li ricopriva a spostarsi: polvere.
    «È un peccato che tu abbia deciso di non collaborare, ma devo ammettere che sei stata molto coraggiosa.»
    La polvere si dispose dinanzi al Villain e si sollevò come se fosse un’onda, raccogliendo tutte le particelle presenti in quel container tanto sporco e abbandonato.
    «Qui dentro si sta un po’ stretti.»
    Sibilò, come una serpe, ed immediatamente l’onda di polvere si abbatté con vigore verso Sumire con l’intenzione di travolgerla e di scaraventarla fuori da quel grosso ammasso di ferro rosso.
    Nel caso in cui fosse riuscito a colpirla, la fanciulla avrebbe probabilmente urtato la spalla destra conto la metà del portellone del container che era rimasto precedentemente chiuso, prima di finire all’esterno.




    CITAZIONE
    Hayato Ono | Livello 6

    Statistiche

    Energia: 550-50 = 500 / Forza: 143 / Quirk: 257 / Agilità: 125

    Tecniche utilizzate

    Powder Wave [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Hayato sfrutta la polvere circostante per creare un'onda che scaglia direttamente verso l'avversario. L'intento può essere quello di travolgerlo, allontanarlo o ferirlo. L'onda può anche essere raccolta tutt'attorno ad Hayato, come per racchiuderlo in una cupola, per poi espandersi per tutta l'area circostante a partire dal proprio corpo.
    Costo: 50 PE.
    Danno/Effetto: Medio-Grave. L'effetto consiste nel colpire il nemico con un attacco ad ampio raggio, per il quale non si necessita di un contatto ravvicinato (limite 5 metri).

    Status

    Danni Lievi avambraccio sx.

    Strumenti

    Farina (4/4), Suit, Shuriken.
     
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    La risata di scherno del biondo non la scoraggio e anzi, la spinse a colpire, certa almeno di coglierlo di sorpresa. L'arroganza dell'uomo la conosceva bene, perchè era la stessa che lei spesso aveva adottato contro i suoi avversari all'accademia, impossibile dimenticare il suo scontro contro Fuyuko al primo anno, aveva schernito la giovane credendosi superiore, sapeva quindi che Hasu la stava sottovalutano, e anche se questo poteva portarle un vantaggio, odiava la sensazione che lui potesse farla sentire inferiore o incapace. Il villain non aveva fatto altro che dirle in faccia tutto ciò che lei non voleva farsi sentir dire, e già pensava su se stessa, ma un conto era tenerlo nella sua mente, capace di sigillare e nascondere scomodi pensieri, l'altro era sentire ad alta voce da qualcun altro la conferma.
    Sensi di colpa.
    Hasu però non era altro che un criminale, lui non aveva alcun diritto di poterla giudicare.
    Rancore, frustrazione.
    Non se ne rendeva conto ma era la prima volta che provava così tanti sentimenti forti e negativi contro qualcuno, era la prima volta che colpiva qualcuno con la chiara intenzione di fargli del male. Quel combattimento aveva qualcosa di personale, non aveva niente a che fare con Benjamin o il suo essere eroina.
    Il suo pugno andò ad impattare sul braccio sinistro di Hasu, facendolo retrocedere di qualche passo, lui però non sembrò subirlo troppo, e lei schiccò la lingua sul palato, stizzita. Nonostante avesse già più o meno un'idea dell'unicità di lui, e tenersi a distanza sarebbe stato più saggio, aveva mirato alla maschera proprio per spezzargliela, come poco dopo lui stesso intuì. Voleva vedere la sua faccia, e per quanto logico sarebbe stato pensare le sarebbe servito più tardi per denunciarlo, l'albina voleva anche capire con chi aveva a che fare, spinta dalla curiosa d'osservare il volto del criminale che tentava di prendersi gioco di lei.
    "Potrei essere chiunque, anche qualcuno di molto vicino a te.".
    ‹ ...che cosa intendi? ›, nel suo viso si poteva leggere confusione, e nei suoi occhi guizzava una leggera preoccupazione: inevitabilmente la prima e unica persona a cui pensò fu il suo stesso fratello maggiore. Era lui che aveva davanti? No. Era convinta che, anche se ormai erano passati anni dal loro ultimo incontro, sarebbe riuscita a riconoscerlo anche a viso coperto, e poi Raito aveva dei problemi ma non era malvagio, non le avrebbe mai fatto una cosa del genere. Forse sapeva qualcosa? Che senso aveva, altrimenti, dirle ciò? Puntava solo a confonderla?
    Non ebbe tempo di indagare troppo, alla penombra del container le pareti sembrarono quasi iniziare a restringersi, ma Sumire sapeva che cosa l'aspettava. Di nuovo. Vide quell'onda formarsi davanti a lei, anche se stavolta di dimensioni ridotte, e le parve di sentire il sangue le si fosse trasformato da fuoco a torpido ghiaccio, i suoi muscoli irrigidirsi e non risponderle. Ancora una volta se ne rimase ferma senza poter fare nulla se non trattenere il fiato, la sua mente le stava proiettando le immagini del palazzo imperiale, i secondi prima che quell'enorme onda nera la investisse, e poi quando sentì quasi di star per soffocare dentro essa, infine ebbe modo di riviverlo nel presente. Venne travolta e il suo unico istinto fu di mettersi entrambe le mano davanti alla testa, sentì di aver sbattuto contro qualcosa ma probabilmente soltanto dopo avrebbe avvertito il dolore, e venne sbalzata fuori dal container. Appena sentì di essere a atterra, la ragazza si alzò freneticamente dal pavimento, tossì e schiaffò l'aria con le mani come al volersi liberare da quella sostanza, che mesi prima era stata a lei quasi letale.
    Sentì la folle disperazione di un animale inseguito ed agì di fretta, senza ragionarci: Hasu era ancora dentro al container, ed era meglio che ci rimanesse. La ragazza si sarebbe avvicinata in tutta fretta di nuovo verso l'ammasso di metallo rosso, ancora leggermente annebbiata e frastornata dal colpo, stavolta avrebbe colpito l'aria davanti a sè e questa si sarebbe piegata e frantumata come uno specchio davanti alle sue nocche, l'onda d'urto che avrebbe scaturito era puntata direttamente all'interno del container dove si trovava il villain e se questo non fosse riuscito a far niente, sarebbe stato scaraventato direttamente contro il muro di metallo alle proprie spalle.
    ❖ We'll never be those kids again ❖


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
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    • Liv: 6
    • Stats:
    - Energia: 500 - 50 = 450
    - Forza: 70
    - Quirk: 240
    - Agilità: 215
    • Status: Danni lievi alla spalla sx.
    • Tecniche usate: Wave Motion Blast

    • Equipaggiamento:
    Adaptive Suit [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    Effetto: Resistenza danni medi

    • Lista tecniche:
    Wave Motion Blast [Livello 3] [Costo: 50 PE]
    Sumire colpisce l’aria con un pugno o un calcio direzionando il colpo, creando una screpolatura nell'aria, come quando si crepa il vetro, rilasciando così un’onda d’urto che arriverà fino a 5 metri di distanza, riuscendo quindi a respingere un attacco in arrivo scaraventando indietro l’avversario e, se esso è a 3 metri di distanza da lei, causando danni per contusione.
    Danno: Medio-Grave
    Vibration Blast [Livello 3] [Costo: 50 (+ 20) PE]
    Sumire concentra l’energia dell’onda d’urto su un pugno, colpendo in modo diretto l’avversario, lo respinge all'indietro, causando danni per contusione, come fratture composte o ossa rotte nel punto in cui viene colpito.
    Danno: Medio-Grave
    Earthquake [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
    Danno: Medio-Grave
    Tremor [Livello 3] [Costo: 70 PE]
    Sumire toccando l’avversario con le sue mani può rilasciare vibrazioni, facendo tremare il corpo dell’avversario, se colpito sul capo, l'avversario proverà un senso prolungato di vertigini. Provoca lividi nel punto in cui l'avversario viene colpito.
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]
    Pressure Explosion [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire emana da tutto il suo corpo un intenso impulso di onde d'urto a corto raggio respingendo qualsiasi corpo fisico all'interno dell'aria d'effetto, scagliando via gli avversari e deviando proiettili o oggetti corporei di ogni tipo.
    Effetto: Protezione Danni Medio-Gravi
    Shaky Ground [Livello 3] [Costo: 70 (+20) PE]
    Sumire emana ad impulsi intermittenti continuati scariche di vibrazioni nel terreno attorno a se causando scosse a ritmo di intervalli casuali che destabilizzano l'equilibrio degli avversari. Sumire crea un area di scosse continue del terreno attorno a se, ostacolando i movimenti degli avversari. Ogni tot emette una scossa che fa tremare il terreno sotto i piedi per limitare i loro movimenti degli avversari.
    Raggio: 2.5 metri
    Effetto: Stordimento Medio-Grave [3 turni]

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    Hayato Ono
    • AOGIRI TREE • Livello #6 • schedaCode ©
    Nonostante avesse una maschera a coprirgli il volto, Hayato non poté che sollevare l’angolo sinistro della bocca in un ghigno malefico, quando Sumire gli domandò che cosa intendesse con la sua ultima affermazione.
    «Ti fidi davvero delle persone che ti circondano, Sumire cara?»
    Domandò, non potendo fare a meno che trattenere una lieve risatina.
    «Io se fossi in te non mi sentirei così al sicuro~»
    Naturalmente Hayato non aveva nessun legame con Sumire, ad eccezione di quello che vedeva lei come Eroina e lui come un Villain da catturare.
    Eppure, aveva importanza?
    Il Consigliere desiderava semplicemente portare la ragazza all’esasperazione, attraverso qualsiasi mezzo potesse sfruttare: che questo prevedesse dire la verità o meno, poco gli fregava.
    Per quel lasso di tempo, voleva assicurarsi di tormentare Sumire per quanto più potesse.
    E perché no, fare in modo che l’aspirante eroina potesse diventare paranoica nei confronti degli altri anche dopo quell’incontro, nel caso in cui fosse riuscita ad uscirne viva.
    Hayato voleva che la fanciulla soffrisse, sia dal punto di vista fisico che mentale.
    Distruggere in tutto e per tutto ciò che aveva contribuito ad impedirgli di poter raggiungere un proprio importantissimo obiettivo: non poteva chiedere altro.
    E Sumire, in quel momento, rappresentava la propria valvola di sfogo, il mezzo attraverso cui avrebbe potuto sentirsi meglio.
    Era proprio quello il motivo per cui non si sarebbe risparmiato.
    Quello sarebbe stato uno scontro potenzialmente mortale, in base a come sarebbero andate avanti le cose, ed era bene che la bionda se ne rendesse conto.
    La propria onda di polvere scaraventò Sumire all’esterno del container, e nel frattempo Hayato ne approfittò per massaggiarsi il braccio sinistro, poco prima colpito.
    Riusciva ancora a muoverlo senza troppe difficoltà, nonostante quell’assalto bastò per far sì che il membro di Aogiri potesse non sottovalutare più la propria avversaria da quel momento in poi.
    Hayato stava giusto per dirigersi all’esterno del container, quando all’improvviso notò che l’aria dinanzi a sé aveva preso a contorcersi, come se fosse attraversata da qualcosa di invisibile: un’onda d’urto.
    Il biondino venne colpito violentemente e sbalzato verso la parete di quell’ammasso di ferro, lasciandosi scappare un verso di dolore e accasciandosi poi al pavimento.
    Tirò due o tre respiri profondi, prima di rendersi conto di ciò che era appena accaduto.
    Quella stupida mocciosa si era subito ripresa ed era passata ad un rapido contrattacco, costringendolo a rimanere lì dentro per più del tempo che Hayato desiderava restarci. Ma come osava scaraventargli contro quell’attacco in maniera tanto arrogante? Non gliel’avrebbe perdonato.
    Si alzò con un po’ di fatica, complice il dolore alla schiena sopraggiunto in seguito all’urto, sebbene anche quello fosse sopportabile.
    Era ormai evidente che nemmeno Sumire avesse intenzione di giocare.
    Silenzio.
    Per qualche breve secondo regnò il silenzio.
    Sumire ebbe modo di constatare che nessun rumore provenisse più dal container.
    Il tempo sembrò fermarsi.
    Ma durò poco.
    Una mano.
    Una mano scura come la pece, più grande di quella di un essere umano, fuoriuscì dall’ombra generata dall’interno del container e si posò sul portellone chiuso, provocando un terrificante rumore metallico.
    All’estremità delle dita, degli artigli lunghi ed estremamente affilati che quasi sembravano esser stati progettati appositamente per lacerare la carne umana.
    Per un po’ Sumire non ebbe modo di osservare altro, se non quell’immagine terrificante che sembrava essere uscita fuori da un film dell’orrore.
    Poi un’altra mano.
    Nel giro di qualche istante, dalla porta del container si palesò una figura mostruosa, una figura che fino a poco tempo fa era stata celata dall’ombra.
    Al posto degli occhi, due buchi grigi. Una bocca larga e dotata di taglienti denti, taglienti come le estremità di tutti e quattro gli arti di quell’essere infernale.
    Un respiro.
    La bestia sembrava respirare, per quanto non ne necessitasse.
    Uno.
    Due.
    Tre.
    Poi accadde tutto velocemente.
    Il mostro scattò ad altissima velocità verso Sumire attraverso movimenti dismetrici, disordinati, quasi non aspettasse altro se non affondare le proprie fauci nelle carni della ragazza.
    Ed in effetti furono proprio quelle le sue intenzioni: la bestia spalancò la bocca con l’intento di richiuderla sulla spalla sinistra dell’aspirante eroina.
    Hayato, nel frattempo, era uscito dal container e aveva seguito la propria creazione, seppur mantenendosi a distanza da Sumire di circa due metri, così da poter controllare a meglio i movimenti dell’ammasso di polvere.
    Il Villain sperava con tutto sé stesso che il Mostro facesse soffrire l’aspirante eroina ed il solo pensiero lo rendeva...nervosamente felice.
    Lo attraversò un nuovo brivido.




    CITAZIONE
    Hayato Ono | Livello 6

    Statistiche

    Energia: 500-65 = 435 / Forza: 143 / Quirk: 257 / Agilità: 125

    Tecniche utilizzate

    Powder Monster [Livello 3] [Costo: 65 + 20 PE]
    Questa tecnica di creazione permette di generare , attraverso la manipolazione della polvere, una sorta di mostro (e ovviamente controllarlo). Tale mostro sarà di forma ovoidale, dotato di quattro arti e stazionerà su due di essi; non ci sarà alcuna separazione tra testa e tronco, occhi e bocca saranno distribuiti sull'unica massa di cui è composta la creatura. La consistenza del mostriciattolo sarà abbastanza morbida, ad eccezione degli artigli e dei denti (entrambi allungati e affilati) che saranno prettamente rigidi. Il colore dipende dalla polvere che si è utilizzata per la creazione, quindi non è fisso. L'altezza del mostro non supererà il metro e mezzo. Se il mostriciattolo subisce un danno superiore a quello che è in grado di infliggere (Grave, in questo caso, o semplicemente due Medio-Grave di seguito) viene distrutto e dovrà essere ricreato.
    Costo: 65 PE + 20 di Mantenimento.
    Danno/Effetto: Creazione capace di indurre danni Medio-Gravi. Il controllo della creatura sarà possibile solo nei limiti dei 5 metri.

    Status

    Danni Lievi avambraccio sx, Danni Lievi schiena.

    Strumenti

    Farina (4/4), Suit, Shuriken.

    Sono sicuro che giocare Hayato per troppo tempo mi costringerà ad andare in terapia.
     
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23 replies since 9/4/2021, 18:53   724 views
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