White Noise

Role | Masami & Robert | DualSlayerBlade & Gaudenzio Bibbiena

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    Masami Takahashi
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    Sedici e ventidue minuti.
    Il giorno più bello della settimana - per moltissimi studenti - era appena iniziato. Era Venerdì, l'ultimo giorno di lezioni prima del weekend, non che a Masami importasse poi molto. Tra studio, allenamento agonistico ed allenamento personale, la quantità di tempo che gli rimaneva non era poi così elevata. Se si voleva guardare il bicchiere mezzo pieno però, si poteva dire che avesse ben sei ore in più, da spendere un po' come voleva. Ma conoscendosi, non era improbabile che le impiegasse nell'aumentare il carico in una di quelle tre macro-categorie. Erano tre attività importanti alla fine, nonostante facesse fatica a delinearne una principale tra esse.
    Da un lato avrebbe voluto dire studiare, ma era anche quella che gli prendeva meno tempo. Degli appunti scritti bene ed una comprensione meticolosa delle cose spiegate a lezione, facevano più del cinquanta per cento di quello che andava a sapere. A differenza dell'esercizio fisico invece, dove bastava un minimo di ozio, e si potevano creare problemi gravissimi.
    Ma il ragazzo dai capelli verdi era felice così. Il tempo per soddisfare i suoi hobby lo trovava alla fine, forse non nei momenti più comodi della giornata, ed alcune volte in modo un po' sporadico, però andava bene così. La vita è fatta anche di quello alla fine, essere in grado di dividere la propria giornata in più parti, delineando una routine efficace e precisa. Alcune volte, le cose più futili andavano messe da parte per un po', e per quanto potesse spiacergli, era una cosa che era sempre stato pronto a fare, fin dai suoi anni di scuole elementari.
    Quello però, era un giorno come tanti. Avevano affrontato degli argomenti interessanti nelle ultime due ore di Tecnologia, aveva capito particolarmente bene i concetti spiegati ad Eroismo, ed era persino uno dei pochi giorni dove poteva seguire la sua materia preferita, Scienze. Ma non era nulla di così differente dal Venerdì prima, o quello prima ancora.
    Ecco, forse quella era l'unica pecca di avere una routine fissa, nonostante il sedicenne non ci desse così tanto peso. I giorni diventavano incredibilmente monotoni. Da un lato era una cosa buona, dato che indicava il perfetto funzionamento della routine, ma dall'altro rendeva la vita decisamente meno godibile.
    Masami era particolare sotto quel punto di vista, reputava mille volte meglio soffrire per qualche anno lì e poi avere più libertà in futuro, piuttosto che un'opzione che cercasse un bilanciamento tra le due cose. Forse era strano lui, forse erano strani gli altri. Fortunatamente non era un qualcosa che poteva influenzare poi tanto, nonostante cambiasse molto i ritmi, sia di apprendimento che di socialità, che i vari studenti avevano.
    Il ragazzo dai capelli smeraldo non aveva poi così tanti amici infatti. Sì, non aveva problemi ad essere socievole con gli altri, però spesso la sua prassi gli impediva di perdere tempo, quindi non aveva poi così tante occasioni per parlare, discutere e fare amicizia.
    Quel Venerdì però, era successo qualcosa di particolare. Qualcosa che aveva fatto arrabiare non poco il giovane ragazzo per metà straniero.
    Di botto, senza nessun avviso da parte dei servizi metereologici locali, aveva iniziato a piovere. Non era certo un diluvio no, però l'applicazione del Meteo che Masami conservava avidamente sul telefono dava Soleggiato per tutto il giorno, ergo, non aveva portato l'ombrello.
    Non era un qualcosa che si portava dietro, di solito evitava di farlo a meno che non ci fosse esplicitamente scritto che avrebbe piovuto in giornata. Forse da quel giorno avrebbe iniziato a mettersi un piccolo ombrello pieghevole nella borsa, d'altronde alcuni occupavano talmente poco spazio che si potevano persino tenere in tasca.
    In ogni caso, quella intensa ma passeggera pioggia primaverile gli aveva rovinato i piani. Non voleva bagnarsi i capelli, visto che li aveva letteralmente lavati la sera prima, e per quanto il suo quirk fosse bastato su di essi, non aveva scoperto ancora nessun trucchetto per asciugarli in modo istanteneo.
    Questo però, voleva dire perdere prezioso tempo a scuola, visto che non poteva certo studiare od esercitarsi lì. Sarebbe potuto andare in biblioteca per iniziare a studiare sì, ma voleva essere pronto per andare non appena smettesse di piovere, quindi avrebbe preferito rimanere in una zona comoda. Alcune panchine sul bordo dell'edificio principale infatti, erano abbastanza protette, impedendo alla pioggia di arrivare e bagnare chi fosse seduto.
    Non erano nemmeno troppo lontane dalla strada principale, così sarebbe potuto andare direttamente via da lì, senza dover girare intorno alla scuola solo per uscire dal uscita corretta.
    Chissà, magari la posizione comoda e la protezione dall'acqua che assicuravano gli avrebbe offerto qualche ospite. D'altronde si immaginava di non essere l'unica persona in tutta la scuola a non volersi bagnare per colpa di due gocce d'acqua, che sarebbero scomparse tra meno di venti minuti, probabilmente. Qualunque fosse il caso, quello era il momento perfetto per adempiere ad uno dei numerosi hobby che il sedicenne aveva, cioè la lettura.
    Aveva comprato da poco una novel particolarmente interessante, ed in mattinata - sul treno - si era interrotto in un punto decisamente succoso di essa.
    Gli dava fastidio perdere tempo, ma era quella la comodità di leggere. Si poteva fare in ogni momento. In ogni caso però, non avrebbe osato sprecare più di trenta minuti, al massimo si sarebbe protetto con la giacca della scuola, sperando di non bagnarsi poi così tanto. Era l'ultima risorsa però, era sicuro al novantanove percento che quel temporale si sarebbe interrotto per tempo.

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    Robert Rossi
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    Dal giorno in cui a Tokyo era stato dichiarato lo stato di emergenza ormai erano passati mesi e molte cose nella vita quotidiana delle persone erano cambiate. Robert lo sapeva benissimo dato che nella sua vita alla fine dell’emergenza e dopo quella settimana di reclusione in ospedale, molte cose avevano preso una piega diversa visto anche il richiamo che la Yuuei Academy gli aveva fatto. Quelle pieghe lo avevano portato essere tenuto costantemente d’occhio dai professori e dal tutor che gli era stato affiancato al fine di eliminare quella frenesia di cui ogni tanto a causa del suo quirk si ritrovava vittima e che lo portavano a comportarsi non più come una persona ma come un animale e al fine di migliorare le sue prestazioni.

    Come ogni giorno anche oggi che era Venerdì e la settimana scolastica era conclusa non erano mancati da parte dei professori e del tutor degli sguardi e delle parole nei confronti di Robert che rispettoso delle autorità non rispondeva a quelle parole limitandosi a svolgere i compiti e le mansioni che gli venivano richieste, in aggiunta a tutto questo le giornate si erano riempite di impegni sia di studio che di lavorativi dato che aveva iniziato il tirocinio presso l’agenzia Lifeline con la quale aveva collaborato sia prima che durante l’emergenza.

    Quel venerdì si era attardato causa tutti quegli impegni all’interno dell’aula di inglese qualche minuto in più del solito e dopo la lezione e ciò lo aveva portato a doversi muovere in modo svelto per raggiungere quanto prima l’uscita della scuola e i mezzi che lo avrebbero portato a casa ma a complicare quella giornata già piena di impegni ci si era aggiunto il tempo , dato che aveva da qualche minuto iniziato a piovere e ciò non era una buona cosa per la sua pelliccia anche se sopra di quest’ultima porta la divisa dell’accademia per questo una volta uscito dalla classe e dalla struttura scolastica si era guardato intorno per un istante e dopo aver visto una zona sicura per evitare la pioggia dato che si era dimenticato anche lui ombrello si era diretto rapido verso le panchine che si trovavano sul bordo dell’edificio principale una zona abbastanza protetta e non troppo lontana dalla strada principale che avrebbe potuto prendere una volta terminata la pioggia per tornare rapido verso la sua casa. Raggiunto quel riparo lo sguardo del lupino si pose subito sulla figura di Masami al quale rivolse un sorriso leggero e poi con voce calma andò a dire sereno

    Devo dire che ultimamente chi si occupa delle previsioni del tempo non riesce mai a prendere una previsione giusta, oggi avevano detto che ci sarebbe stato il sole ed eccoci qua con la pioggia

    Dice verso Masao osservandolo con fare amichevole mentre si sgranchisce la schiena e si sistema al meglio lo zaino che aveva in dosso, dopo quelle azioni e una boccata d’aria torno nuovamente a dire verso il ragazzo che era lì con lui

    Comunque prima di risultare maleducato e irrispettoso, Piacere mio di conoscerti io sono Robert Rossi

    Si presenta al ragazzo tornando silente in attesa di eventuali parole da parte di masami in modo tale da instaurare una conversazione piacevole e amichevole con quest’ultimo con la speranza di fare amicizia.



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    Masami Takahashi
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    I gusti di Masami non erano mai stati troppo complessi. Leggeva letteralmente di tutto, anche se aveva una predilezione per le avventure fantastiche. Era cresciuto con una saga di romanzi - oramai interrotta - che lo aveva marchiato a vita, segnando quegli specifici libri come punto di referimento per ogni lettura fatta.
    In generale però, leggeva di tutto, spesso nemmeno andava a curiosare su quale fosse il genere del romanzo iniziato. La sua routine settimanale era quella.
    Ogni Lunedì andava in una biblioteca di Shibuya, un piccolo locale a due piani, che aveva trovato per caso durante una delle sue prime "avventure" in giro per Tokyo. Si era perso dopo una sessione in bicicletta, ed era entrato nel locale per chiedere indiciazioni. Da quel momento si era perdutamente innamorato dell'ambiente tranquillo e pacato che la proprietaria della biblioteca aveva creato. In ogni caso, ogni settimana andava lì - in bici - e comprava un libro da leggere.
    Spesso sapeva già cosa cercare, magari nuovi capitoli di saghe già iniziate, o romanzi che gli erano usciti per pubblicità su Internet. Talvolta però, non aveva nessuna idea precisa, e quindi si affidava al caso. O per meglio dire, alle sagge conoscenze della signora Abe. Si faceva dare un libro a sua scelta sì. E per di più, le chiedeva di non dirgli assolutamente nulla sul libro in sé, solo il costo.
    Per molte persone una cosa di questo tipo non funzionerebbe. Ma per il sedicenne lo faceva in modo splendido.
    Il libro che stava leggendo in quel momento però, era stata una sua personale scoperta. Gli era uscita una pubblicità su Youtube, e lo aveva incuriosito abbastanza da comprarlo. E per il momento stava soddisfando le sue aspettative, anzi, le stava quasi superando.
    Era talmente immerso nella lettura che si era quasi scordato di quanto forte stesso piovendo attorno a sé, anzi, si era quasi scordato di essere su una panchina fuori scuola. La magia dei libri, come avrebbe detto probabilmente l'accogliente proprietaria del locale.
    A riportarlo alla realtà però, ci pensò un suo senpai. A puro malincuore del ragazzo, sia chiaro.
    Aveva fatto un commento abbastanza ovvio sul tempo, che Masami non poteva fare altro che condividere. Evidentemente anche lui era stato bloccato a scuola per colpa di quella pioggia improvvisa, e ciò sollevava un po' l'animo dell'adolescente. Perlomeno non era l'unico.
    Alzando lo sguardo dalle ordinate lettere che componevo le pagine di quel libro, il ragazzo dai capelli verdi si trovò davanti ad una persona che conosceva, più o meno.
    Sapeva chi fosse, più per sentito dire che per altro, non ci aveva mai interagito, non che interagise con altri studenti di terza alla fine. Sapeva davvero poche cose sul ragazzo-lupo però.
    Non era giapponese, era - ovviamente - una persona dall'aspetto mutato, aveva preso parte ai lontani avvenimenti del Corteo Nero - un fallimento che i professori ricordavano agli studenti con relativa frequenza - ed era incredibilmente più basso di quello che si aspettava.
    Non era troppo sicuro del motivo, forse un'idea sbagliata che aveva degli stranieri - visto che anche lui lo era per metà - o forse una semplice concezione sbagliata del suo vedere i mutant, ma si aspettava un qualcuno che potesse pareggiarlo, e perché no, forse persino superarlo in altezza. Ed invece, così su due piedi, poteva confermare di essere decisamente più alto del compagno più grande. Venti, forse anche trenta centimetri.
    Non era una cosa poi così strana però, era più o meno la quantità di spanne con cui superava il ragazzo giapponese medio.
    "Oh, piacere mio. Takahashi Masami, Seconda B del corso per eroi. Lei va in terza giusto, Rossi-san?" - nonostante fosse così preso dal libro, e non avesse poi così tanta voglia di parlare, non era il caso di fare la figura del maleducato con un senpai. Aveva chiesto se fosse in terza sì, per confermare, anche se a livello pratico ne era sicuro al novantanove per cento. Non era un nome così comune in Giappone. Nonostante la reputazione del ragazzo lupino non fosse poi così eccelsa, l'adolescente aveva cercato di mantenere comunque un certo rispetto. Non si sentiva inferiore al compagno, ma a livello pratico, Robert era un suo superiore.
    "Condivido comunque, che tempo terribile. E io che volevo sfruttare la primavera per intensificare la corsa outdoor" - era stato approciato con un commento fine a sé stesso, ma gli sembrava solo giusto continuare la conversazione da quello.
    Era vero alla fine. Per lui Primavera ed Estate volevano dire poter correre per più tempo fuori casa. Una cosa che in Inverno ed Autunno preferiva evitare, non voleva prendere freddo e rischiare di ammalarsi, e faceva prima ad eliminare completamente il rischio, invece che diminuirlo e basta.
    Chissà per quale motivo il ragazzo più grande aveva deciso di approcciarlo però. Magari voleva solo discutere un po', aspettando che il tempo migliorasse.
    Poteva capirlo in quel caso, non avrebbe fatto lo stesso, ma poteva certamente capirlo.

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    Robert Rossi
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    Anche se aveva provato a interagire con Masami tramite una domanda banale sul tempo era riuscito in qualche modo a ricevere una risposta e allo stesso tempo una domanda su di sé ,ciò lo aveva fatto sorridere per un istante dato che non si aspettava dopo gli ultimi avvenimenti e i commenti che i professori facevano su di lui riguardo al comportamento che aveva avuto durante l’emergenza che aveva colpito tokyo di trovarsi a parlare con un’altro studente come se nulla fosse accaduto; per questo dopo un istante di silenzio nel quale cerco di capire l’atteggiamento attuale di Masami si rivolse a lui con voce calma andando a rispondere alla domanda che il ragazzo gli stava rivolgendo cercando di risultare più amichevole possibile.

    Piacere mio di conoscerti Masami , si vi confermo che sono in al terzo anno sezione B del corso per eroi

    Dice interrompendo per un istante le sue parole andando a osservare con molta calma la reazione che avrebbe avuto Masami e solo dopo aver preso anche fiato torno a dire con voce calma

    Comunque non ve bisogno che mi dai del lei , puoi darmi anche del tu

    Dice verso il ragazzo tornano poi silente ad ascoltare le parole che Masami gli stava dicendo sul tempo e sulle sue abitudini cerco di carpire più informazioni e nozioni utile sul ragazzo così da poter porre eventuali domande e creare con quest’ultimo una discussione costruttiva in modo tale da ricavare alla fine dell’intero discorso qualcosa di utile sia per se che per il ragazzo che aveva davanti in modo tale da non aver perso ore inutili,per questo sentito che si parlava di intensificare degli allenamenti andò a sfruttare tale informazione per continuare la discussione su quel campo

    Guarda se posso darti un consiglio visto che anche io sto intensificando gli allenamenti per fare in modo anche grazie al tutor che mi è stato affiancato e alcuni consigli che mi stanno dando i membri dell'agenzia lifeline dove sto facendo il tirocinio

    si interrompe un secondo e sereno prende una boccata d’aria e dopo aver guardato con fare amichevole masami dice continuando il discorso

    Quando non si possono fare allenamenti all’esterno è sempre meglio sfruttare quelle ore che si dovevano fare di allenamento all’esterno che esso sia corsa o altro in un allenamento all’interno in modo da migliorare altri aspetti dei nostri quirk così da conoscere a fondo le nostre unicità e avere un quadro completo delle sue potenzialità

    Dice verso masami osservandolo con fare amichevole e con la speranza che il discorso sul quirk generasse un intervento costruttivo del ragazzo in modo tale da tirare fuori da queste parole qualcosa di utile per questo rimane silente ad attendere con fare calmo che masami intervenisse per questo mantiene lo sguardo verso il ragazzo lasciando che l'unica cosa a disturbare quella discussione fosse la pioggia che stava cadendo dal cielo.




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    Masami Takahashi
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    Vista la piega che la discussione con il senpai stava rapidamente assumendo, Masami decise tristemente di mettere in pausa la lettura. Fortunatamente, pochi secondi prima che Robert gli parlasse, era arrivato alla pagine cinquantacinque.
    Era una sua piccola peculiarità, ma odiava quando doveva smettere di leggere su un numero di pagine non multiplo di cinque. Aveva un senso logico? No, fossero stati capitoli avrebbe avuto senso, ma guardare unicamente il numero di pagine era praticamente inutile. Però faceva così da anni, ed era diventata talmente un'abitudine che faceva onesta fatica a non farlo.
    Fortunatamente però, in quell'occasione non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla, prese quindi il delicato segnalibro in legno, che aveva messo temporaneamente alla fine del libro, e lo mise tra le due pagine, sperando che non si sfilasse per sbaglio. Lo aveva comprato mesi prima, non tanto perché facesse fatica a ricordarsi a che pagina fosse arrivato, ma perché a livello estetico era un'aggiunta impeccabile.
    In contemporanea con la chiusura della novel, arrivò anche la conferma da parte del collega.
    Aveva fatto centro, come al solito. Era un suo senpai diretto, una figura per cui normalmente avrebbe dovuto provare rispetto ed interesse. Ma il suo narcisismo non glielo permetteva, faticava a provare rispetto per gli altri quando non aveva nessuna prova a sostenere la loro superiorità. E allo stesso tempo, non avrebbe avuto problemi a rispettare qualcuno di più giovane, talento permettendo.
    Forse era la cosa più corretta però, il sistema giapponese dava troppo valore all'esperienza sopra le effettive qualità. Sopratutto in un settore incredibilmente agonistico come quello eroistico. La meritocrazia esisteva sì, ma spesso veniva sorvolata in favore di altri fattori. Questo però, non voleva dire che Masami si sentisse superiore a tutte le persone con più esperienza di lui. A molte sì, ma c'erano numerosi esempi di persone che si meritavano la loro posizione, e per le quali l'atleta provava onesto rispetto, così come pura rivalità. Voleva essere in grado di raggiungere quel livello a sua volta, ed il suo cervello era fermamente convinto che ci sarebbe riuscito, doveva solo continuare ad allenarsi. Era lì che molte persone fallivano.
    Pochi secondi dopo quel commento generico sul tempo, Robert intervenne rapidamente, commentando l'affermazione di Masami sull'allenamento esterno. Ed - per quanto Masami ne sapesse parecchio di allenamenti, visto la sua passione - il sedicenne fermò i propri pensieri un secondo, per ascoltare con attenzione ciò che il compagno volesse dire.
    Studiava nella UA da anni, ed era anche in tirocinio, quindi forse sapeva qualche piccola particolarità a cui Masami non aveva mai dato troppa importanza. Alla fine la maggior parte dei suoi allenamenti erano per il suo futuro d'atleta, più che quello da eroe. Le due cose erano parallele però, allenandosi per essere un corridore migliore, otteneva anche un fisico più resistente per il suo futuro da eroe professionista, poi gli bastava fare qualche sessione privata - possibilmente in casa, o a scuola - per sviluppare anche la sua unicità.
    Ed ascoltando il commento del lupoide, si rese conto di quanto banale fosse. Aveva ragione, sia chiaro, questo non poteva negarlo, ma aveva detto un'ovvietà.
    Solo una persona pigra avrebbe usato il brutto tempo come scusa per non allenarsi, una cosa per cui Masami provava onesto disgusto. In quei mesi di quarantena si era allenato tanto quanto avrebbe fatto normalmente, e sì, tra l'allenamento indoor, e quello outdoor, la differenza era incredibile, però andava comunque fatto.
    La pioggia non lo avrebbe fermato dal correre in una pista coperta, nonostante fosse sostanzialmente diversa da una normale.
    "Ovviamente, parlavo più dei miei allenamenti da corridore però. Trovo il correre alla luce del sole incredibilmente più producente sotto quel punto di vista. Alla fine per allenare il quirk, devo obbligatoriamente essere in una zona privata. O qui a scuola, o a casa mia. Quindi quello mi conviene farlo al chiuso, sì. - un breve sospiro, data l'onestà che Masami stava per passare con la sua prossima affermazione - "Però l'ho fatto così tanto nei mesi di quarantena che avevo voglia di tornare ad un regime più fisico."
    Effettivamente non poteva fare molto altro in casa sua. Aveva qualche peso sì, e si era dilettato nel calisthenics, però non aveva macchinari pesanti come quelli che poteva trovare in palestra, quindi si era dovuto arrangiare.
    L'unicità però, era qualcosa che poteva allenare in qualsiasi momento, e non c'era bisogno di quasi niente, solo tanta pazienza.

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    Robert Rossi
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    In qualche modo la discussione con Masami era andata avanti anche se non aveva per il momento portato utilità pratiche, Robert non si perse d’animo e sereno osservo il ragazzo che aveva davanti e cerco di capire come avviare la discussione al fine di ricavarne qualcosa di utile per entrambi e proprio dalle ultime parole tirò fuori una domanda verso masami che al momento pareva non voler creare una discussione su argomenti particolari

    capisco la situazione,questa quarantena a scombussolato i nostri ritmi privandoci di alcune cose importanti che ci erano utili sia per allenarci che in altre altre situazioni , comunque vorrei capire da te cosa intendi per regime più fisico ?

    Chiede a masami mentre si gratta la testa per un istante , per poi andare ad osservare la pioggia che scendeva dal cielo cercando di sentire dentro di sé il ritmo che la stessa stava producendo in modo tale da seguire uno dei consigli del tutor per restare calmo anche in situazioni dove non aveva la mascherina a proteggerlo come uno scudo ,dopo qualche istante però torno a dire verso Masami con il sorriso sul volto cercando di strappare al ragazzo uno discussione concreta che avrebbe creato un eventuale situazione futura.

    tornando a parlare invece di quirk dici giusto masami, le nostre unicità possiamo allenarle solo in luoghi precisi e ciò penalizza molto la possibilità di migliorare o perfezionare le abilità che la nostra unicità ci permette di utilizzare ,per questo per quanto ho compreso in questi anni, la cosa migliore che rimane da fare è approfittare di ogni situazione che ci si trova davanti così da prendere da queste ultime il meglio, quindi posso dirti che a volte un semplice studio delle capacità che si sono sviluppate nel tempo e la comprensione di queste ultime al fine di trovare delle applicazioni Teorico pratici può rivelarsi utile al miglioramento del nostro quirk.


    Spiega cercando di fare mente locale sugli insegnamenti che aveva ricevuto in questi anni e dopo aver preso anche una boccata d’aria sereno guarda nuovamente il ragazzo che aveva davanti e sereno porge un’ulteriore domanda in modo tale da avere un quadro completo del suo interlocutore per poterlo conoscere meglio, in modo tale da poter proporre qualcosa per il futuro così da poter sia imparate che insegnare qualcosa a masami se quest'ultimo fosse stato daccordo.


    continuando la discussione sul quirk adesso che ne abbiamo intrapreso la strada mi piacerebbe conoscere se per te un problema quale è quelle la tua unicità ?

    Chiede tornando rapidamente silente in attesa delle parole che masami gli avrebbe detto in risposta a tutto quel discorso che stava cercando di intavolare con la speranza che questa volta masami sia più propositivo e si apra un pochino di più in modo tale da avere un discorso più costruttivo per questo con il volto pensieroso e al contempo concentrato a mantenere la calma dentro di sé guarda il cielo coperto dalle nuvole.





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    «Beh, come posso spiegarlo… cercare di incrementare le mie prestazioni?» - non sapeva troppo bene come esplicarsi, da un lato poteva essere diretto, elencando la sfilza di esercizi che in casa - o comunque al chiuso - gli erano più difficili, o magari anche impossibili, ma non voleva annoiare né sé stesso né l'interlocutore.
    Essere generici andava bene, no? Alla fine era quello l'obiettivo principale dei suoi esercizi fisici, migliorare in modo costante le sue prestazioni, sicuramente sulla corsa, e possibilmente in altri campi. Ed immaginava anche che quello fosse il fine finale della maggior parte delle persone.
    Persino un bodybuilder si allenava mantenendo in testa informazioni precise, non era semplicemente uno sfondarsi di steroidi ed esercizi a caso. Semplicemente, in quello specifico caso, le prestazioni si dimostravano direttamente sulla tonicità e misura del suo corpo, invece che sulla velocità o capacità di salto.
    Ogni persona che faceva esercizio fisico aveva delle specifiche idee in testa, così come degli obiettivi chiari.
    «Faccio l'atleta a tempo pieno alla fine, avere periodi troppo prolungati di bassa intensità può distruggermi completamente il fisico. E ci vuole una quantità di tempo assurdamente lunga per tornare in forma» - per sua fortuna, nella sua lunga carriera scolastica, non aveva mai avuto pause esagerate. Aveva delle conoscenze però, che si erano letteralmente rovinate la carriera a seguito di interruzioni molto lunghe.
    Una sua vecchia rivalità ad esempio, un ragazzino incredibilmente veloce, che dopo un incidente in bicicletta - dove si era gravemente fratturato il ginocchio destro - era calato a picco come prestazioni, rovinandosi un futuro promettente. E tristemente non era un qualcosa di poi così raro.
    Dopo quel suo breve intervento, il sedicenne ascoltò il continuo scollegato del compagno più grande, che era passato al parlare di unicità, e l'utilità della costanza nell'allenamento di esse. Un argomento abbastanza ovvio a dire il vero, ma che rimaneva comunque abbastanza interessante.
    Le unicità potevano essere abbastanza ostiche da allenare, d'altronde non esisteva un libro universale da cui ogni persona poteva prendere spunto. Erano incredibilmente singolari, e potevano richiedere attenzioni particolari. Per alcune persone poteva essere facile, come il dover allenare un arto aggiuntivo, per altri invece, poteva essere incredibilmente difficile, sia per motivi logistici, che magari per semplice mancanza di fantasia.
    «Assolutamente d'accordo, sì. Però bisogna ammettere che dopo un po' fare le stesse cose diventa troppo noioso. Come negli esercizi normali, credo che ci sia bisogno di intervallare per raggiungere effettivamente un punto di svolta» - ma quella era ovviamente l'opinione di Masami, che era arrivato ad essa per via del suo quirk. Magari il ragazzo lupino, con un quirk parecchio diverso dal suo, poteva essere in disaccordo.
    Non ne aveva certezze, ma era sempre stato convinto che per un mutant doveva essere sostanzialmente più facile allenare il proprio quirk. Per loro non era un qualcosa di volatile, che poteva fluttuare nel tempo, ma una realtà fissa e certa, che poteva essere migliorata anche solo con gli esercizi fisici.
    «Nah, nessun problema. Posso… manipolare i miei capelli diciamo? A livello pratico è un po' più lunga di così, ma è fin troppo complessa per essere interessante» - e non stava scherzando, la riteneva onestamente complessa, e spesso rinunciava allo sperimentare troppo a fondo con la propria unicità, unicamente per quel motivo. Bisogna capire a pieno qualcosa prima di poter sperimentare con essa. Una regola non scritta che si poteva applicare in qualsiasi settore.
    In ogni caso, visto che non voleva fare la figura del maleducato, il sedicenne specchiò la domanda, riproponendola nei confronti del ragazzo mutato.
    «Tu invece? La tua unicità ha qualche particolarità?» - a livello apparente, il quirk di Robert poteva sembrare abbastanza ovvio, ma nel mondo moderno non si poteva mai essere troppo sicuri.
    Molte persone subivano mutamenti nell'aspetto non correlati ai propri poteri, era meno raro di quanto potesse sembrare. Proprio per quel motivo chiedere era legittimo.

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    Robert Rossi
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    La discussione era andata in parte sul binario giusto e visto che gli piaceva parlare di quirk e allenamenti ultimamente la cosa non lo dispiaceva per nulla e per questo dopo aver ascoltato con attenzione ogni parte delle parole di masami disse verso di lui

    Capisco la costanza negli allenamenti ci vuole in ogni tipologia di sport e anche in altri campi la costanza aiuta sempre e quindi posso capire il discorso che fai sul tornare in forma dopo un lungo periodo di stop

    torna nuovamente in silenzio per un istante e poi dopo aver guardato un secondo intorno a sé dice nuovamente guardando con attenzione il suo interlocutore cercando di trovare le parole giuste per rispondere al meglio così da mandare avanti la discussione sul binario che voleva prendere lui stesso

    guarda devo essere sincero con te tu dici che a volte fare la stessa cosa per molto tempo serve ad abituare il proprio corpo a sopportare degli sforzi precisi e io posso esserti d'esempio da subito dopo la quarantena

    Si interrompe e prende fiato un istante e dopo essersi sgranchito il collo nuovamente torna a dire verso il ragazzo che era lì con lui così da continuare la discussione al meglio

    ho iniziato qui a scuola e presso la sede dell'agenzia lifeline seguito da un tutor un’ allenamento speciale per trovare un modo di sopportare l’odore del sangue invece di dover necessariamente portare in dosso ogni volta la maschera antigas

    dice spiegando al ragazzo mentre cerca di proseguire il discorso con le parole giuste così da essere utile a masami e dare lui informazioni utili per questo sereno spiega nuovamente

    perchè sto provando a sopportare l’odore del sangue perché quell’odore in particolare sia prima ma sopratutto adesso che ho sviluppato grazie al mio quirk la possibilità di avere un olfatto acuto mi procura uno stato di frenesia animalesca che induce in me un effetto rinvigorente donandomi una forza fuori dal comune ma mi rende a tutti gli effetti un animale e questi allenamenti che sto facendo a molto tempo sono tutti uguali e con uno scopo ben definito, la variazione dell’esercizio serve se di una determinata parte si vogliono allenare più aspetti se no non serve molto secondo me

    In fine dopo aver guardato la pioggia che stava scendendo dice concludendo il discorso precedente andando a rispondere alla domanda che i masami gli aveva fatto con la speranza di aggiungere elementi che potevano far proseguire la discussione

    infine posso dirti che il mio quirk come in parte hai potuto intuire dal discorso di prima mi dona caratteristiche animalesche legate al lupo tra cui la vista notturna, l’olfatto sviluppato, artigli , agilità aumentata . un ululato particolare e una forza fuori da comune ma anche pericolosa perchè se non controllata e attivata con l’odore del sangue non mi permette di essere lucido, posso dirti invece riguardo al tuo quirk che la complessità nella spiegazione della propria unicità non è a volte la cosa che fa dire che un quirk sia interessante o meno quindi visto la complessità che state dicendo la cosa che puoi fare è studiare a pieno ogni elemento dell’unicità allenando gli elementi che si vedono calanti sfruttandola negli esercizi di allenamento e non

    Torna silente ad attendere altre parole da parte di masami cercando di capire cosa gli avrebbe detto così da avere informazioni utili a continuare la conversazione


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    Masami Takahashi
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    Nonostante orecchie e cervello di Masami fossero concentrate sulle parole relativamente interessanti di Robert, gli occhi del ragazzo squadravano l'esterno della scuola, invece che portare attenzione al compagno più grande.
    Aveva avuto poche occasioni per osservare il campus della UA, normalmente lo attraversava di fretta, senza darsi il tempo di guardare ciò che lo circondava. E le poche volte in cui effettivamente avrebbe potuto, preferire concentrare la sua attenzione sui libri, o magari sul suo telefono.
    Di norma, quando costretto a rimanere a scuola più del previsto per motivi vari, preferiva andare in biblioteca, sfruttando quel tempo perso per studiare, o magari per guardare qualche evento sportivo che si era perso nei giorni passati. La scuola lasciava lì dei computer per un motivo, alla fine. E si poteva dire che guardare un match di MMA potesse funzionare parzialmente come studio. Forse non era la tipologia di studio più adatta ad una biblioteca, ma rimaneva comunque tale.
    Ora però, non aveva nulla ad ostruire il suo sguardo. Nonostante la pioggia desse un aspetto decisamente diverso a quell'enorme giardino.
    Le piante venivano sommerse d'acqua, perdendo la loro elegante forma, che i vari giardinieri spendevano ore a creare. E poi il petricore copriva qualsiasi odore quelle stesse piante potessero creare, distruggendo completamente ciò che il giardino stesso significava.
    Tutto questo però, non voleva dire che la sua massima attenzione non fosse rivolta al ragazzo lupino, d'altronde i suoi pensieri riguardavano lui, e non certo ciò che l'ambiente circostante significava.
    Chissà se praticava qualche sport poi, dalla sua ultima affermazione poteva sembrare di sì, ma magari stava solo facendo un cenno ai suoi allenamenti come eroe, d'altronde era in tirocinio, si potrebbe dire che era al culmine della sua vita studentesca, oltre quello ci sarebbe stata solo la carriera professionale, una cosa che tutti gli studenti aspiravano a raggiungere.
    Pochi secondi dopo, il canadese partì per un semi-monologo, che riguardava dei suoi allenamenti per superare una sua problematica debolezza. Un qualcosa che - se fosse stato nei panni di Robert - Masami non avrebbe rivelato. Sì, il giapponese era un suo kohai, e poi erano colleghi, che problema poteva mai esserci?
    Una persona ingenua l'avrebbe vista certamente così, o forse era meglio dire una persona parecchio onesta. Ma secondo il mezzosangue, così non era.
    Gli eroi avevano una classifica per un motivo. Non era semplicemente un occhiolino agli amanti delle statistiche, anche perché uno dei fattori più importanti era il favore del pubblico, che poteva quasi compensare la qualità - nonché quantità - di azioni fatte. Lo scopo, secondo il sedicenne, era chiaro. Incentivare tutti gli eroi a dare il massimo, con la possibilità di superare altre persone in classifica, con la possibilità di raggiungere un grado abbastanza alto da essere ricordato da tutto il popolo giapponese, anche se solo per un giorno, una settimana, o magari un mese. Era come la classifica usata nel pugilato.
    Aveva un'utilità duplice, sia a semplificare l'interesse che il popolo aveva nei riguardi di uno o più eroi, nonostante il singolo cittadino potesse scegliere di concentrarsi sulle vicissitudini di un singolo eroe, più o meno famoso, che a dare un'idea al singolo eroe di quale fosse il loro "livello" metaforico.
    Potevi essere incredibilmente talentuoso, ma una posizione bassa nella classifica voleva dire che dovevi migliorare nelle interazioni con il popolo. E viceversa, ovviamente viceversa.
    Essere eroi non era semplice come essere dei poliziotti, o dei semplici agenti statali. Era un vero e proprio palcoscenico, dove i migliori potevano brillare anche più del miglior atleta, attore o politico. Per questo Masami vedeva in tutti i suoi compagni dei rivali di cui doveva essere restio dal fidarsi troppo. Probabilmente erano pochi ad avere quella stessa visione del mondo, ma non si hanno mai troppe sicurezze.
    Robert, d'altro canto, sembrava parecchio disinteressato alla cosa, probabilmente non dando peso ad una rivelazione di quel tipo. Erano visioni diverse della stessa identica cosa, ma per Masami era parecchio difficile da comprendere.
    Era anche quello il motivo per cui non aveva spiegato troppo precisamente la sua unicità. Pura e semplice mancanza di fiducia, per quanto il compagno più grande sembrasse educato e casto.
    «Semplicemente riguarda caratteristiche scientifiche particolari, non è poi così complesso. Sono curioso però, questo tuo problema con il sangue può arrivare in ogni momento? Se per caso qualcuno ti rompesse il naso, avresti il rischio di perdere totalmente la lucidità ed agire senza nessuna restrizione?» - visto che il ragazzo-lupino sembrava abbastanza ingenuo da parlare di quelle cose, Masami non avrebbe intimato ad osare, chiedendo domande più precise. Uno dei suoi piccoli hobby era raccogliere informazioni sui suoi futuri rivali, d'altronde la guerra si combatte ancora prima di andare sul campo di battaglia.
    Chissà, magari avrebbe scoperto un grosso punto debole per il ragazzo mutato, nonostante probabilmente non sarebbe rimasto tale per molto. Forse era per quello che glielo aveva rivelato, era semplicemente sicuro di essere in grado di risolvere in breve tempo, e che quindi non sarebbe stato un problema. Poteva essere una risposta valida.

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    Robert Rossi
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    In qualche modo era riuscito a catturare l’attenzione di masami su qualcosa che riguarda il quirk che da quando era entrato nella yueei accademi gli aveva solo creato problemi prima durante il corteo contro i mutanti e poi nella grande emergenza che lo aveva visto distribuire il cibo nel quartiere Shibuya; Aveva dato sempre un peso molto grande a quella parte del suo quirk perchè mostrava l’essenza vera del lupo anche se quella frenesia lo rendeva incapace di ragionare per questo da quando quei due grandi eventi e soprattutto dopo lo strike ricevuto aveva decise che qualcosa andava fatta per poter mostrare la vera essenza del lupo anche senza dover andare fuori di testa per questo anche se poteva sembrare da incosciente e/o sensa senzo aveva deciso di raccontare quel problema a masami che adesso gli stava rivolgendo alcune domande lo aveva fatto come modo per superare anche da parte di altri quella diffidenza e quel velato e avvolte reale razzismo che si era sentito rivolgere per anni e ancora oggi sentiva sulla sua pelle come un macigno.

    Per questo quando masami gli rivolse parola porgendogli quelle domande non si tirò indietro e guardo con fare calmo il ragazzo sino a quando non terminò il discorso e proprio in quel momento andò a dire verso di lui cercando anche di spiegare la motivazione per cui lo aveva fatto



    Il mio problema con il sangue può arrivare in qualsiasi momento se si presenta l’odore del sangue, prendendo ad esempio ciò che dici se durante uno scontro mi colpissero il naso e me lo rompesso da far uscire il sangue essendo una parte che si trova sotto la maschera antigas potrei ritrovarmi a subire gli effetti della frenesia e perdere così la lucidità, se però la fuoriuscita di sangue fosse in altre zone del corpo grazie alla maschera anti gas non sentieri l’odore del sangue e ciò limiterebbe l'attivazione di tale frenesia

    Si interrompe per un istante e dopo aver preso una boccata d’aria con voce calma e amichevole disse verso masami nuovamente

    Può sembrare ingenuo da parte mia e/o senza senso parlare di un problema come questo perchè potrei dare informazioni utili a chi in futuro si trovasse a sfidarmi in un eventuale scontro, ho aperto questo discorso come ho fatto anche nella prima missione che ho avuto con l’attuale agenzia dove sono in tirocinio la lifeline perchè voglio che la gente che lavorerà e svolgera missioni in futuro con me sia preparata e consapevole del problema che il mio quirk comporta


    Nuovamente interrompe il discorso e solo dopo aver preso fiato torna a dire cercando di terminare il discorso al meglio

    cosi che si possano evitare problemi sino al giorno in cui questo problema non venga superato grazie agli sforzi che sto mettendo in campo insieme al tutor che mi è stato affiancato , inoltre, spiego questo problema al fine che comprendano che quel mio atteggiamento non è volontario ma solo un problema legato al quirk e che così facendo si eviti la diffidenza e il razzismo che in questi anni ho subito causa del mio aspetto e dei comportamenti che avvolte il mio quirk mi porta ad avere

    Dice verso Masami tornando rapidamente silente ad ascoltare quello che il ragazzo gli avrebbe detto così da continuare la discussione con la speranza che lo studente con cui stava parlando comprendesse il discorso e capisse le motivazioni che lo avevano spinto a intraprendere tale discussione e non lo vedesse come un ingenuo, stupido o come una persona da evitare per quel problema che il sangue creava in lui

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    Da un lato, Masami aveva una visione del mondo esageratamente egoista e paranoica, aveva perenne diffidenza con il prossimo, e solo dopo una conoscenza profonda e completa poteva essere tranquillo a rivelare peculiarità più o meno utili su di sé.
    Dall'altro però, Robert era decisamente troppo indulgente. Poteva capire il bisogno di mettere una pezza su quella parte del suo quirk, d'altronde poteva essere un grave fattore debilitante in alcune situazioni delicate, ma non comprendeva il bisogno di avvertire gli altri in preparazioni di possibili eventualità future.
    Sì, avrebbe sicuramente fatto un favore alla società eroistica, d'altronde era un pericolo in meno da considerare, ma allo stesso tempo, non era suo dovere impanare preventivamente le altre persone, poteva benissimo mandarle a cagare, e agire fregandosene degli altri nel momento del bisogno. Finché portava a termine il suo compito - possibilmente senza causare vittime - non c'era nessun bisogno di lamentarsi.
    E poi, forse a causa di quelle paranoia sopra-citata, l'atleta aveva il presentimento che non bastasse quello ad eliminare diffidenza e razzismo nei confronti del ragazzo-lupino. Molte persone agivano così per una questione di mentalità, magari erano stati istruiti così, o magari avevano subito dei traumi di qualche tipo, e faticavano a ragionare in modo diverso.
    Anzi, forse parlando di come il suo quirk lo potesse mandare in bestia al solo "contatto" con una cosa comune come il sangue, molte persone avrebbero potuto vederlo come molto più animalesco di quello che davvero era. D'altronde non essere in grado di controllare il proprio quirk era strano. Era come non poter controllare un braccio, o una gamba, non solo improbabile, ma anche difficile da immaginare.
    Masami infatti, non si sarebbe affatto stupito se qualcuno avesse giudicato Robert con ancora più diffidenza. D'altronde, se aveva anche solo una caratteristica non controllata, chi assicurava che non ne avesse altre. Quella peculiarità della frenesia creava un precedente sulla metaforica immagine dello straniero, un po' come un crimine stupido possa creare un precedente sulla fedina penale di un normalissimo cittadino.
    «Ma per curiosità, questa frenesia si sviluppa solo con il sangue umano, e solo con l'olfatto? Dato che altrimenti immagino che tu debba seguire una dieta vegetariana» - il ragazzo dai capelli verdi faticava ad immaginare una dieta del genere, d'altronde mangiava pesce un giorno sì e l'altro pure, ed ogni tanto anche della carne, nonostante la sua preferenza rimanesse comunque il pesce fresco. Chissà però, d'altronde uno dei grandi difetti che i mutant avevano, era anche quello di non poter "controllare" il proprio quirk. Se, come nel caso di Robert, una parte di loro andava in frenesia a contatto con il sangue, c'era poco da fare per fermare una cosa del genere, se non esercitarsi a lungo, proprio come il senpai stava facendo.
    «Capisco comunque, ma eviterei comunque di parlarne, la gente sa essere crudele, anche sulle cose che non si possono controllare purtroppo. Spero che tu riesca a risolvere in tempi celeri però, d'altronde immagino che sia una grande limitazione, sia dal punto fisico che sensoriale. L'olfatto sembra poco utile, ma in alcune situazioni è fondamentale» - il sedicenne poteva confermare di prima mano, d'altronde anche lui era incredibilmente crudele, e avrebbe probabilmente preso beffardamente in giro il ragazzo-lupino in una situazione diversa. Non poteva dire molto per difendersi, gli faceva solo molto ridere l'idea di un eroe, che - incapace di controllarsi - causi più problemi di quelli che può risolvere.
    E poi era stato vittima di "bullismo" lui stesso, quindi poteva vedere entrambi i lati della medaglia, anche se quest'ultimo era relativamente oscurato. Non aveva mai dato troppo peso a coloro che non lo lusingavano, quindi tendeva ad essere poco afflitto da insulti e battutine.
    In quel momento però, visto che era faccia a faccia con il compagno più grande, non si sarebbe permesso di ridere per una cosa del genere. Era stronzo, ma aveva comunque un'idea base di rispetto verso gli altri. Altre persone però, non avevano quella barriera, e non avrebbero esitato a prendere in giro lo straniero per un incapacità del genere.
    Una realtà incredibilmente triste.

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    La discussioni stava proseguendo sui giusti binari ma qualcosa lo stava facendo desistere dal continuare quel discorso sul sangue come se percepisse che continuare quel discorso avesse rivelato troppo su di lui , però il discorso andava in qualche modo concluso per questo dopo un secondo di silenzio guardo il ragazzo con cui stava parlando e con voce calma disse verso di lui


    Per quanto riguarda la questione della dieta personalmente mangio già di mio poca carne non perché questo provochi in me questa frenesia ma perchè non amo molto la carne , per quanto riguarda invece il sangue, si l’olfatto e quindi l’odore è il fattore scatenante oltre che il sangue umano, posso dirvi che sono riuscito molto parzialmente molto tempo fa a ricondizionare i miei istinti permettendomi di attivare questa frenesia non solo tramite l’odore del sangue altrui ma anche tramite ferite che potrei avere sul mio corpo o che mi autoinfliggo

    Dice verso il ragazzo spiegando quegli elementi che lo stesso gli aveva chiesto così da portare a un punto di conclusione parziale , nel quale si prese qualche minuto per riflettere sul resto del discorso al quale andò dare maggiore attenzione dato che si parlava di bullismo e di situazi e altri elementi utili per proseguire su altri binari il discorso per questo dopo aver stirato la schiena per porsi ben dritto con voce calma andò nuovamente a dire rispondendo al masami

    Si dite il vero la gente è crudele su ogni tipologia di situazione quando quest’ultime non sono di loro grado per questo al momento le uniche persone a cui avevo fatto presente il mio problema sono state le persone con cui ho lavorato e sto adesso lavorando

    Si ferma per qualche secondo e dopo un secondo di silenzio per riflettere su come proseguire il discorso dice verso masami nuovamente guardandolo negli occhi

    penso di non essere lontano dalla sentiero che mi condurrà a ricondizionare a pieno i miei istinti al fine di non trovarmi più a scattare senza un motivo al primo sentore del sangue , sto cercando di mantenere comunque questa frenesia al fine di avere comunque l’aumento della forza ma al contempo sto cercandi un modo di poterla controllare,invece per quanto riguarda l'olfatto per chi non lo ha sviluppato come il mio per via del suo quirk risulta poco utile ma io posso dirti che può rivelarsi un'arma utile perchè può essere usato per cercare altre persone o analizzare l’aria per sapere se ci sono pericoli relativi a gas e simili

    Dette quelle parole mantenne lo sguardo sul ragazzo e silente non chiese altro per il momento al ragazzo aspettando che quest’ultimo intervenga con altri discorso e solo alla fine di tutta la chiacchierata avrebbe proposto un idea al ragazzo con la speranza che quest’ultimo avesse accettato .


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    Parlando grossomodo di quel suo difetto, Robert aveva lasciato trasparire un chiaro punto di partenza per arginare quel problema. Chiaro per Masami, ovviamente.
    Spesso, è più difficile trovare una soluzione semplice rispetto ad una complessa. Le cose più ovvie sono anche le più ardue da scovare. Ed era così anche per problemi molto costanti, proprio come quello di Robert.
    Che soluzione aveva intravisto il sedicenne? Era molto semplice in realtà, il ragazzo-lupino aveva detto di essere stato in grado di evolvere quella sua frenesia, non limitandolo solo al sangue altrui. L'idea dell'atleta? Evolverla ancora una volta, rendendola però più limitata. Se era riuscito a rendere il suo stesso sangue un catalizzatore per quella pazzia animalesca, poteva voler dire che poteva renderlo il solo catalizzatore.
    Sì, questo non voleva dire che avrebbe arginato del tutto il problema. C'era sempre il rischio che impazzisse a causa di una ferita subita, ma questo voleva solo dire che doveva diventare abbastanza capace nel combattere da non subire ferite, ed in ogni caso poteva funzionare abbastanza bene come meccanismo di auto-difesa.
    D'altronde - se un nemico è riuscito a ferirti - affidarsi ad una frenesia incontrollabile e pericolosa, non è la peggiore delle opzioni. Sempre meglio di rischiare la vita.
    «Purtroppo la crudeltà è presente in ogni settore, anche quello eroistico. E con questo non ti dico di non dirlo a nessuno, ma se fossi nei tuoi panni lo direi solo a persone di cui mi fido moltissimo. Anche se a dirla tutta credo che ogni persona abbia un po' di crudeltà e malizia dentro di sé. Può variare molto, sì, però una minima quantità è presente in tutti» - nel caso di Masami, queste due cose erano relativamente alte. Non così tanto da renderlo paragonabile ad un criminale, ma nemmeno così basse da renderlo un esempio di giustizia divina. Probabilmente erano più vicine di quel che pensava alla media nazionale, d'altronde non poteva leggere la mente altrui, quindi non poteva nemmeno giudicare quanto crudeli e maliziosi essi fossero. Sì, potevano non sembrarlo, ma fingere è facile.
    L'ultimo monologo del senpai fu alquanto rapido, aveva descritto in modo generico come l'olfatto potesse essergli utile, visto che nel suo caso era effettivamente potenziato, una cosa che il sedicenne onestamente invidiava ai mutant, ma per la quale poteva fare molto poco. Non esisteva un allenamento per migliorare il proprio olfatto. Sì, forse potevi renderlo più acuto, ma c'era un limite ben definito.
    «Beh, potresti provare a rendere questa tua frenesia limitata, magari portandola ad un livello dove si attiva solo con un particolare miscuglio di sangue. Magari il tuo, mischiato con quello di un'altra persona, o di un'animale, così da renderlo diverso dal sangue che potresti produrre da delle semplici ferite. E poi potresti semplicemente portare qualche fiaschetta di questo miscuglio con te, ed usarlo in caso di estremo bisogno, ma con perfetta consapevolezza di starlo facendo» - Masami aveva provato a costruire una soluzione decente in pochi secondi, e così, su due piedi. Non era sicuro che fosse un'opzione funzionale, visto che non conosceva l'unicità dello straniero così bene, però gli sembrava il processo più logico per arginare quel problema. D'altronde, limitare una propria funzionalità non è sempre un male.
    Perché stava aiutando il ragazzo a risolvere quel problema però? Non sarebbe stato meglio aspettare, creando così delle possibilità per abusare di quella conoscenza? Da un lato sì, ma dall'altro, aveva il presentimento che la lingua molle del ragazzo lupino rendesse quella conoscenza relativamente inutile.
    Se tutti conoscono un segreto, il segreto non esiste più.

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    Scusa per il ritardo!
     
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    Era rimasto in silenzio per tutto il tempo in cui masami aveva parlato e lo aveva ascoltato con attenzione soprattutto quando quest’ultimo gli propose una soluzione quelle parole vennero prese ben in considerazione da Robert che annui ad ogni singola parte di quel discorso cercando di incamerare dentro di sé ogni elemento così da poterli sfruttare in futuro, non avendo per il momento nulla da aggiungere rimase silente a guardare il fare di masami dato che stava aspettando il momento ideale per poter proporre un idea, per questo prese rapido una boccata d’aria ascoltando nel mentre anche la pioggia che stava calando, dopo quell’istante andò a dire verso masami
    La cosa che mi proponi come soluzione per la mia frenesia potrebbe essere utile nei prossimi giorni ne parlerò con il mio tutor e vediamo cosa ne pensa , comunque grazie mille

    Dice fermandosi nuovamente qualche istante a riflettere per capire se quello era il momento giusto e solo dopo un'occhiata verso Masami sereno dicesse verso di lui con voce calma

    mentre stavamo parlando mi era venuta l’idea di organizzare un allenamento intensivo di quelli che possa essere utili sia a potenziare i nostri quirk che il nostro fisico così da migliorare


    Dice a masami proponendo quella proposta di allenamento con la speranza che la sua idea venga accettata da masami al quale alla fine discorso avrebbe chiesto il numero di telefono e il nick babel così da poter parlare con lui anche in futuro.


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    Forse il consiglio del sedicenne non era dei migliori. Anzi, era sicuro al cento per cento che ci fossero soluzioni ben più comode al problema che Robert aveva, d'altronde Masami non ci aveva pensato troppo, aveva letteralmente proposto la prima soluzione che gli era passata per la mente, e non era nemmeno sicuro che potesse essere chiamata tale.
    Non risolveva il problema, ci metteva una pezza sopra e lo limitava, rendendolo solo più piccolo. Ma forse era proprio questo quello che Robert cercava. Aveva detto che voleva mantenere quella sua frenesia, quindi il problema doveva obbligatoriamente rimanere, era la scintilla a dover cambiare. Come? Era una risposta che stava in mano al ragazzo canadese, o forse al suo tutor, d'altronde se gli era stato affidato un motivo c'era.
    Era interessante però, sapeva che il ragazzo più grande aveva avuto esperienze negative al di fuori della scuola, ma così tanto da affidargli un tutore personale? Gli sembrava una mossa esagerata, sia dal punto di vista della scuola, che da quello dei tirocinanti.
    Ipotizzava che il tutor gli fosse stato affidato dall'azienda in cui faceva il tirocinio però, d'altronde sarebbe stata una mossa un po' strana per la scuola. Perché affidare un consulente diretto, quando dovevano essere i professori ad aiutare. Sì, forse per un professore era più difficile, visto che non potevano dare tutta la propria attenzione ad un singolo studente, ma rimaneva comunque il loro compito.
    Dal punto di vista aziendale però, non trovava il senso di investire su di un proprio tirocinante, a meno che questo non straripasse di talento, cosa discutibile dagli eventi in cui il compagno lupino era stato coinvolto. Chissà, magari aveva brillato di più in missioni non pubbliche al pubblico, oppure aveva fatto buona impressione su un qualche membro di alto livello della agenzia, erano tutte possibilità accettabile, e che spiegavano il posizionamento di un tutor speciale ed apposito.
    «Oh, si può fare sì. Onestamente preferisco allenarmi con i miei pari, quindi gente di seconda come me, però allenarsi con qualcuno di terza di tanto in tanto non mi sembra così male. Non penso di aver così tanto da imparare da gente più grande, ma potrei star peccando d'arroganza.» - era sicuro di saperne parecchie dal punto di vista dell'allenamento fisico, anche se forse era un po' carente sul lato dell'unicità. In ogni caso, con quella sua affermazione non voleva insinuare di essere meglio dei suoi compagni di terza, ma semplicemente di saperne abbastanza per poterli seguire a ruota. E di quello ne era abbastanza certo.
    «Il mio nick su Babel è MaTakaHermes comunque.» - non era un bel nick, e ne era consapevole, però non lo aveva scelto lui.
    Era lo standard all'interno della sua squadra di atletica, che - per l'appunto - era il Team Hermes. Non era un gruppo così numeroso, però era abbastanza professionale, ed avevano chiesto ai vari atleti di usare dei nickname normalizzati.
    Con il tempo ci si era affezionato però, almeno era unico nel suo genere, no?

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