You Can't Push It Underground

Role Libera | Laguna & Tobi (extra)

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    Tolto quel macigno, era un po' più semplice ricomporsi e ritrovare un minimo di contegno, per quanto l'atmosfera di quel soggiorno continuasse a non essere delle migliori. Si passò una mano sull'altra, quella tenuta da Tobiko fino a pochi momenti prima, sentendola nuda. A ripensare a come se l'era lasciata stringere e a come lei stessa, a un certo punto, aveva afferrato a sua volta quella del ragazzo, le venivano delle vampate di imbarazzo. Aveva davvero perso il controllo a tal punto da cadere in qualcosa di così sdolcinato? Chissà cosa aveva pensato lui nel vederla così debole e fragile. Si sarebbe anche voluta chiedere cosa gliene importasse di cosa ne potesse pensare lui, ma ormai domande così erano superflue: era chiaro che Tobiko era diverso. Continuava a insistere sul darle consiglio, darle una mano d'aiuto morale, cercare di risollevare il disastro che era la bionda e, almeno per quanto aveva visto, senza alcun secondo fine.

    Gli occhi leggermente sollevati verso di lui, chiaramente stanchi dopo il pianto, ascoltando quel che aveva da dire. Ma non aveva nessuna vera risposta alle sue domande, una ragione che la tenesse qui in Giappone, se non semplice paura di smuovere nuovamente le acque, creare situazioni più scomode di quelle che la sua attuale vita le poteva offrire. Inscenare un rapimento poteva far scoppiare un'indagine, senza contare il fatto che era a un cadavere di distanza dall'essere accusata di omicidio. Lo sapeva? Non glielo avrebbe certo detto lei.

    Se le cose fossero così semplici, non staremo avendo questa conversazione ora.

    Disse, alzandosi per recuperare un'altra cola dal frigo, ascoltando da lontano la domanda dello studente. Ci pensò su, prima di dargli una risposta, mentre tornava al tavolo.

    Non mi fa nessuna differenza, ormai conosci la storia.

    Poggiò la lattina sul tavolo, per poi sedersi nello stesso posto di prima, ad angolo rispetto al corvino, prima di fissarlo con aria seria.

    Ma a meno di non essere da soli, è meglio che non ti scappi in nessuna occasione. Nessuna. Chiaro?

    Teneva lo sguardo duro su di lui, a rimarcare la serietà del concetto. Criminale o comune ragazza americana, il carattere forte che la contraddistingueva non era una maschera. Non aveva bisogno di fingere nulla, per far capire a Tobiko che ci sarebbero state conseguenze in caso di tradimento della sua fiducia. Si lasciò poi cadere contro lo schienale della sedia, portandosi le mani dietro la testa.

    Quindi hai conosciuto la signora Mishima?

    Era il caso di rompere la tensione che continuava a impregnare la stanza. Si concesse un leggero sorriso divertito e un risolino.

    Quella donna è matta come un cavallo. Strano che non ti sia saltata addosso dopo averti invitato in casa.
     
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    Per quanto il clima in quel salottino fosse ancora assurdamente pesante, dopo quell'ultimo exploit di Hannah quantomeno sembrò stabilizzarsi, e Tobi si sentì un po' a disagio. Era semplice reagire a stimoli diretti e prepotenti come quelli a cui era stato esposto poco prima, ad una qualunque situazione il suo cervello reagiva in un determinato modo, e più la situazione era estrema più lo erano i suoi sentimenti a riguardo. Ma ora? Aveva ascoltato i drammi di Laguna e le aveva offerto il suo più disinteressato sostegno nella maniera più discreta possibile, riuscendo nella titanica impresa di non riuscire nemmeno a farla arrabbiare. Beh, più o meno insomma.
    Ma ora? Chiaramente, per quanto tutto ciò a Tobi avesse fatto piacere, non era lì per questo: se avesse saputo dei problemi della giovane avrebbe certamente potuto farsi avanti anche solo per quello, ma non sapendone nulla ciò che lo aveva spinto ad uscire di casa quel giorno era ben altro. Il ragazzo deglutì ed iniziò a strofinarsi le mani fra loro, sentiva ancora quel residuo di contatto che gli aveva lasciato tenere la mano dell'americana.
    Lei, alle sue domande, non aveva dato una vera e propria risposta, se non che la situazione era più complicata di come la dipingeva Tobiko: forse il ragazzo non sapeva ancora tutto, del resto, e forse era anche troppo presto per indagare più a fondo. Hannah non era pronta a parlare di sé così apertamente e Tobi non era pronto a ricevere altre informazioni potenzialmente compromettenti su di lei. Per ora poteva bastare, e se fosse servito in nome di qualche aiuto più pratico, magari avrebbero ripreso la discussione in futuro.
    -Capisco.- Mormorò, con un sospiro. -Immagino di no.- Scrollò le spalle, dunque alzò lo sguardo cercando quello di lei e notando i suoi occhi gonfi e stanchi. Si sentì vagamente in colpa e dispiaciuto per averla spinta a quelle esplosioni di poco prima, ma se davvero non ne aveva mai parlato con nessun altro forse poteva averle fatto bene in fin dei conti. Una cosa era certa: quella ragazza che aveva davanti, con gli occhioni gonfi e la faccia esausta non poteva essere la stessa teppista criminale che picchiava le prostitute del suo quartiere per metterle in riga. Forse era quello il vero motivo dello pseudonimo, anche solo inconsciamente, staccare le terribili azioni di Laguna dall'animo ferito di Hannah.
    A tal proposito, a Tobi fu concesso di chiamarla con il suo vero nome, a dire suo era indifferente, con l'ovvia premessa che Tobi non se lo lasciasse scappare in pubblico.
    -Naturale, tranquilla.- La rassicurò, e poi calò di nuovo quella sorta di imbarazzo che aveva colpito il giovane poco prima. Sapeva che doveva dire qualcosa, fare un passo, ma non ci riusciva, troppo concentrato nel capire lui stesso che cosa sperava di ottenere da quell'incontro. Arrossì, ripensando a come le aveva preso la mano con tanta naturalezza poco prima, senza neanche pensarci, ed ora non riusciva a smettere di ritornare lì con la mente. Quando usciva con Yuya erano soliti stringersi la mano, non era proprio usanza fra i giapponesi ma lei era una ragazza piuttosto spontanea, espansiva e moderna, e Tobi non aveva alcun problema col contatto, anzi. Era gradevole, lo faceva sentire accettato e cercato. Ma stringere la mano a Laguna era stato diverso, gli stava dando il batticuore e ne bramava ancora. Voleva uscire con lei, prendere un gelato insieme, cenare fuori, andare a vedere musica dal vivo, pescare pesciolini al Tanabata e passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia. Era assurdo che lo stesse realizzando solo ora, tanto era semplice, ma la sua risposta era quella: voleva che Laguna diventasse la sua ragazza, sarebbe sempre dovuta essere lei, Yuya era una ragazza fantastica e probabilmente molto meno problematica, ma non aveva intenzione di prendere in giro né sé stesso né lei più del dovuto. Tobi Fukuda era molto bravo a psicoanalizzarsi, ed in quel momento si era appena convinto dei propri sentimenti.
    La domanda di Laguna lo scosse dai suoi pensieri, facendolo rendere conto che probabilmente era stato in silenzio un po' troppo.
    -La signora Mishima?- Chiacchiere, Laguna stava facendo conversazione. Fu dura riportare la sua mente a quegli argomenti più mondani dopo la Grande Realizzazione avvenuta nella sua mente poco prima, ma alla fine ci riuscì. -Ah, la vecchina del piano di sotto, certo.- Ridacchiò con aria poco convinta. -S-saltarmi addosso? Ma nel senso...- Il sorriso gli si spense sulle labbra, all'immaginare lo scenario proposto dall'americana. In fondo non era troppo sicuro che scherzasse, per vivere in un condominio del genere non doveva essere troppo normale nemmeno lei. Quello, o aveva enormi difficoltà economiche. -Comunque sì, è stata lei a spiegarmi che te n'eri andata. A dire il vero con me è stata piuttosto gentile.- Ridacchiò poi. -Forse l'ho presa in uno dei suoi giorni buoni.- Mormorò, scrollando le spalle. -Che cosa ti ha detto? Di me, intendo.- Domandò, curioso, vincendo momentaneamente l'imbarazzo. -"Il disgraziato che ha suonato il tuo campanello per venti minuti?"- Rise per un po', leggermente più rilassato rispetto a poco prima. A quel punto, allungò la mano per afferrare la seconda lattina rossa offertagli dalla bionda, spezzò la linguetta per aprirla e se l'avvicinò alla bocca sorseggiando con aria divertita.
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    CITAZIONE
    Mi è stata notificata una svista e ho editato, sorry :neko:


    Edited by ddraig - 13/7/2021, 18:14
     
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    Era stato divertente vedere come l'espressione dello studente, inizialmente sorridente, era mutata in un'altra completamente diversa che realizzava ciò a cui la bionda si stava riferendo, costringendola a una seconda leggera risatina. No, ovviamente la vecchia non svendeva il suo corpo ai quattro venti, ma sapendo delle sue storie passate e di qualche rotella fuori posto che sicuramente aveva, non l'avrebbe stupita vederla lanciarsi addosso a un giovanotto come il corvino. Era uno scenario comico, anche se forse per lui sarebbe stato solo fortemente imbarazzante.

    Sai, una vecchia vedova... sola... che vede entrare un ragazzo giovane e misterioso...

    Rincarò la dose, con uno sguardo ammiccante, prima di ricomporsi subito per correggersi.

    Wait, forse "vedere entrare" non è proprio l'espressione adatta in questo caso.

    Non poté che mostrare altrettanta curiosità nel sentire Tobiko chiederle cosa la signora avesse detto di lui. Non capiva perchè la cosa gli potesse importare, ma probabilmente era solo una domanda di circostanza, perciò non gli diede troppo peso e optò per una risposta più o meno sbrigativa, non prima di aver riso con lui a quell'ultima frase, immaginando che non fosse di certo una situazione piacevole ritrovarsi con la campana del citofono nelle orecchie, specialmente quando sono una delle poche cose che funzionano ancora.

    Non si è dimenticata di dirmi che ti sei letteralmente attaccato al citofono, ma a parte questo niente di che. Mi ha solo detto che un amico era passato a cercarmi.

    Le tornò subito alla mente il sorriso furbetto che le aveva dedicato la Mishima dopo il messaggio ricevuto dallo studente e un po' si fece di nuovo pensierosa, guardando Tobiko, ma provando a non darlo a vedere. Voleva convincersi che si trovasse lì soltanto per riconsegnarle l'indumento perduto, eppure ora ai suoi dubbi si aggiungeva il modo in cui le aveva istintivamente preso la mano, così come il rossore che era comparso di tanto in tanto sulle sue guance durante quella loro interazione. Il suo cuore dedico qualche battito accentuato ai pensieri che le volavano per la mente, prima di ripulirla per continuare quella che stava via via diventato una normale conversazione.

    By the way, scusa se non ti faccio fare il giro dell'appartamento, ma dopo averti fatto vedere la mia stanza sarei costretta a ucciderci per quello che potresti vederci dentro.

    Fece un sorriso divertito. Non era un ospite atteso, ergo la sua camera, come quella di una comune adolescente, si trovava in condizioni al margine della vivibilità in termini di disordine. Tobiko si sarebbe dovuto accontentare del soggiorno e del bagno, per ora, che poi erano le uniche due stanze, oltre a quella da letto. Si chinò leggermente in avanti, caricandosi col gomito sul tavolo e il mento sulla mano, guardando il corvino in faccia. Aldilà della chiara stanchezza degli occhi data dal pianto, la ragazza sembrava essersi ritrovata in uno stato di maggiore agio, un po' come al loro primo incontro.

    E quindi da bimbo eroe stai per diventare professionista, huh. È emozionante?


    CITAZIONE
    Scusa ancora il ritardo, I'm doing my best...
     
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    Gli venne da ridere e quasi la coca gli uscì dal naso quando Laguna lo etichettò come misterioso. -Eh, in effetti sono un individuo davvero misterioso.- Probabilmente uno degli individui - almeno all'apparenza - più normali del Giappone. Poi, magari, scavando più a fondo qualcuno poteva iniziare a scalfire qualcosa di più bizzarro sotto la superficie, ma di lì a definirlo misterioso ne passava di acqua sotto i ponti. In fin dei conti, i suoi desideri più profondi, erano così primordiali e semplici da risultare in linea con quelli di qualunque altro essere umano. Ad esempio, banalmente, ciò che poteva guidarlo a mettersi in determinate situazioni era una cotta, e non c'era nulla di meno misterioso di quello, anzi, probabilmente era uno di quei cliché televisivi che a Tobi stesso avrebbero fatto alzare gli occhi al cielo.
    Alla fine la signora Mishima non aveva detto nulla di particolare di lui a Laguna, e lui quasi ci rimase male, era stato il primo a presentarsi come amico e tentare di dare un'impressione neutrale alla vecchia, ma col senno di poi, se avesse saputo che Laguna sarebbe tornata a trovarla, magari poteva lavorare di più per fare buona impressione. Pazienza, era andata com'era andata, ed alla fine aveva seguito il consiglio di Aragaki del Kagejikan ed aveva iniziato ad uscire con Yuya, e nemmeno lo rimpiangeva troppo: gli seccava aver perso tempo con Laguna (sebbene per molto tempo fosse stata lei irraggiungibile) ma era contento di aver fatto un'esperienza, ora sapeva molte cose su di sé e sulle relazioni di cui prima non aveva idea.
    -Non avevo nemmeno pensato di poter vedere la tua stanza ma ora sono quasi curioso.- Scherzò. Valutò se farle la battuta che sarebbe tornato con un mandato, ma forse era troppo presto per scherzare così liberamente del fatto che si trovassero ai lati opposti della legge. Non era un argomento esattamente facile da affrontare ed al momento Tobi era ancora piuttosto dubbioso su cosa avrebbe fatto se l'avesse trovata a fare le sue cose mentre era in servizio, magari assieme ad un collega e quindi impossibilitato a far finta di nulla. In realtà, la sua speranza più grande era che l'americana la smettesse. Lavorare in nero ed essere un immigrato illegale era una cosa, diventare un signore della piccola malavita locale ne era ben altra.
    Di lì a poco, assumendo una posizione più rilassata con il gomito puntato sul tavolo e la testa posata sul palmo semiaperto, Hannah chiese a Tobi se era emozionato di star per diventare un Pro-Hero, e ciò che uscì dalla gola del ragazzo fu una sorta di risatina nervosa.
    -Lasciamo perdere. Non credo di essere pronto. Nel senso, affatto.- Sospirò. -Hai presente il disastro all'Imperiale di qualche mese fa, no? Quando il dottor Takashi è fuggito.- Strinse un pugno e se lo prese nell'altra mano come a tenerlo fermo. -L'incarico era stato affidato a me. Certo, nessuno sapeva che ci avremmo trovato il dottor Takashi, ma non so se avrei potuto gestire la situazione in modo peggiore. Mi è sfuggito fra le dita e non è nemmeno stato l'unico.- Incurvò le labbra in un vago sorrisetto rabbioso, ricordando anche i volti di Kamiya, Ichinose e di quel Hasu, dunque scosse il capo. -Ma non importa, in fondo non sono costretto ad iniziare subito ad esercitare. Pensavo di andare all'università.- Beh, perlomeno lo pensava prima che capitasse la situazione con sua madre. Era sicuro di potersi mantenere gli studi? Male che vada poteva sempre chiedere aiuto a Daichi ma la cosa un po' lo seccava.
    Basta, se avesse continuato a pensare a quelle cose avrebbe completamente perso lo slancio che lo aveva spinto ad andare sino a Ueno, quel giorno, solamente per incontrare Laguna. Niente commiserazione, niente pensieri lagrimosi, concentrazione. Quale poteva essere un modo accettabile per renderla partecipe dei suoi sentimenti? Doveva semplicemente dirglielo? Fuori discussione, lei era come un animale randagio abituato a temere il contatto umano, qualsiasi dimostrazione troppo brusca o diretta l'avrebbe solo fatta fuggire. Alla fine, rivedendo per l'ennesima volta il dialogo che avevano avuto poc'anzi nella sua mente, ebbe l'illuminazione: c'erano delle cose di cui lei sentiva la mancanza, cose normali che facevano i suoi coetanei, ed almeno alcune erano ancora realizzabili.
    Dunque deglutì e si costrinse a dire qualcosa. Tobiko era una persona razionale, se c'era qualcosa da dire non credeva di avere problemi a dirla, eppure in quella situazione sentì come se la sua lingua fosse fatta di corda e la sua saliva fosse completamente evaporata.
    -Comunque, uhm.- Aveva iniziato, ora non poteva più tirarsi indietro. -Per il resto non posso fare granché, ma s-se un giorno ti tornasse la voglia di mettere un bel vestito per uscire, ecco...- Aveva astutamente ripreso le sue stesse parole, sapeva che era una cosa che a lei mancava, glielo aveva detto esplicitamente, ora non poteva fingere disinteresse. -A me farebbe molto piacere accompagnarti.- Concluse, tentando di mantenersi dritto sulla sedia e combattendo contro il suo corpo che a quanto pare aveva deciso di sciogliersi su di essa, quasi come gli fossero improvvisamente sparite tutte le ossa. Poi, l'energia parve ritornargli tutta insieme, accompagnata da una modesta quantità di panico ed adrenalina nelle vene, il suo primo istinto fu di afferrare il cappotto che aveva appeso alla sedia dove si trovava e lanciarsi dalla finestra, ma si costrinse a limitarsi alla prima azione. Si posò dunque il cappotto sulle gambe, tentando di sfoderare un sorriso innocente che dovette tuttavia uscire come molto nervoso.
    -Beh, tutto qui insomma.- Indicò la porta dietro di sé con un gesto del pollice. -A questo punto se vuoi posso... togliere il disturbo?-


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    Non troppo di cui essere curiosi, onestamente. Ma se ci tieni tanto a perdere la vita, accomodati.

    Disse, in maniera palesemente scherzosa. Vedere dei vestiti sporchi, qualche capo di biancheria buttato in giro e un letto che definire "da rifare" sarebbe stato poco non sembrava essere la miglior ragione per finire lanciato giù da un ponte, senza poter raccontare a nessuno ciò che aveva visto. Ascoltò poi la risposta alla domanda sul suo futuro da eroe, alzando un sopracciglio interrogatorio a quelle prime frasi. Non si aspettava che Tobiko vedesse così la fine del suo percorso in accademia, dopotutto quello era un lavoro quasi sempre riservato a chi sognava di farlo. Seppur con le dovute ansie di iniziare una carriera del genere a livello professionale, la bionda era convinta che la maggior parte delle sue emozioni sarebbero state positive a riguardo. Il corvino proseguì esponendo i fatti accaduti al palazzo imperiale.

    Ah, quindi sei tu Meijin.

    Si limitò a commentare, non impressionata dalla storia del ragazzo. Rimase in silenzio, lasciandolo finire con quella sua frase riguardo all'università, con quell'espressione che lasciava trasparire tutto fuorchè stupore. Forse avrebbe dovuto fare la figura della comune cittadina, con teatrali sussulti nel sentire anche solo nominare il dottor Takashi e nell'immaginarlo di fronte al ragazzino che aveva davanti, ma la cosa non la turbava per niente. Lei stessa si era ritrovata immersa in quelle faccende, non che Tobiko l'avesse mai dovuto sapere, e soprattutto dava per scontato che, in fin dei conti, quello ricadesse perfettamente nelle situazioni in cui un qualunque eroe potrebbe trovarsi, volente o nolente. Potresti essere assegnato a un compito molto semplice e di basso pericolo, ma nessuno ti darà la certezza che proprio davanti a te venga a manifestarsi un problema ben più grande e letale. Avrebbe potuto dirgli che non era colpa sua e che coloro che lo avevano spedito nella fossa dei leoni erano stati degli sconsiderati, ma...

    Perchè non ti senti all'altezza di una carriera da Pro Hero o perchè preferisci intraprendere un'altra strada?

    Rispose, con assoluta nonchalance, la testa ancora comodamente retta dalla mano. Sapeva che poteva essere una domanda dolente, in parole poverissime gli stava chiedendo se fosse un cagasotto o se semplicemente si fosse stufato di fare l'eroe, ma lei era genuinamente curiosa della risposta. Se fosse entrata alla Yuuei, si sarebbe posta lo stesso problema che ora attanagliava Tobiko?

    È normale essere preoccupati di un cambio di vita così importante e per una carriera del genere, ma non dovresti farti trascinare dall'ansia. Quindi se la risposta non è la seconda...

    Si sollevò dalla sua posizione, tornando con la schiena contro la sedia e agitando una mano davanti a sè per sminuire quello che aveva appena detto.

    Non credo di poterti dare troppi consigli a riguardo, guarda come l'ho finita io a inseguire qualcosa di irraggiungibile.

    Una risatina un po' acerba, facendo finta che la coscienza di quella realtà non le facesse male. Le parole seguenti dello studente ruppero quell'ennesimo argomento difficile, andando a posarsi su qualcosa di apparentemente più mondano, richiamando uno dei desideri che aveva espresso in quella sua sfuriata liberatoria di poco prima.

    Non credo di avere qualcosa che posso definire tale, mi servirebbe una gita al centro commerciale. Ma tanto non esco in luoghi troppo chic, perciò non avrei neanche occasione di usarlo davvero.

    Rispose, sollevando il viso leggermente al cielo e grattandosi distrattamente il collo. Che vestito si sarebbe dovuta mettere, poi? Qualcosa priva di maniche avrebbe messo troppo in mostra i suoi tatuaggi e sapeva quanto quelli davano nell'occhio in Giappone. D'altro canto, non le poteva importare meno di cosa pensavano di lei i musi gialli, quindi magari avrebbe potuto puntare comunque in quella direzione? Magari facendosi un giro avrebbe trovato qualcosa un po' più nel suo stile, neanche troppo compl-

    WAIT.

    Le aveva davvero appena chiesto di uscire?!

    Mi hai davvero appena chiesto di uscire?!

    Ecco, appunto. Quel sorrisetto nervoso, il modo con cui aveva posto la frase, lo sguardo di quella dannata vecchia fissato in testa. Il viso di Laguna si fece rosso fuoco. Non se lo stava inventato, vero? Non aveva interpretato male tutto questo? Tobiko voleva davvero uscire con lei con un bel vestito? L'americana distolse immediatamente lo sguardo, arricciando nervosamente una ciocca di capelli tra le dita.

    N-non è che voglia davvero go out with you I mean no nel senso if you really want to but nel senso che uhm-

    Un farfugliare a mala pena comprensibile, l'americana si mangiava metà delle parole, l'altra metà era divisa ulteriormente in inglese e giapponese senza alcun ordine. Cercò di rendersi un po' più comprensibile.

    Non credo che la tua ragazza sarebbe d'accordo.

    Girò solo in quel momento lo sguardo verso di lui, interrogativa. Non si era dimenticata di quel minuscolo particolare e non avrebbe fatto il ruolo dell'amante.
     
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    Il breve momento di ilarità nato dalle stupidaggini sulla camera da letto di Hannah fu subito soffocato dal successivo argomento. La ragazza aveva seguito attentamente le news, apparentemente, perché ci mise meno di un secondo ad identificare Tobi come quel fantomatico Meijin di cui si era parlato. Il giovane arrossì a sentirsi chiamare a quel modo e distolse lo sguardo.
    -Non mi è venuto in mente nulla di meglio.- Borbottò, in maniera appena udibile. Per il resto, Laguna non ebbe una gran reazione alla sua storia, non che Tobi si aspettasse alcunché, era un racconto abbastanza patetico in fondo. Invece, la ragazza scelse di indagare sui motivi che spingevano Tobi a dire che non si sentiva pronto, solo in quel momento il ragazzo realizzò di starsi lamentando della sua futura brillante carriera da eroe dinanzi ad una persona che si trovava in quella situazione orrenda proprio perché non aveva passato il test d'ingresso. Avrebbe dovuto considerarsi uno dei fortunati, no, privilegiati ad aver potuto scegliere quella carriera, e invece si lamentava. Forse era solo uno stupido ragazzino ingrato ed indeciso che aveva rubato il posto ad una Hannah Harley che aveva provato lo stesso anno, e che magari sarebbe stata un'eroina molto migliore di lui. I sensi di colpa lo attanagliarono, ma sentì di dovere almeno una spiegazione alla giovane, in fondo non aveva intenzione di rinunciare a quella carriera, solo rimandarla di un po'.
    -No, sono ancora convinto della mia scelta, il lavoro mi piace, mi sento solo ancora un po' immaturo. Vorrei far passare qualche altro anno e fare altre esperienze prima di iniziare, tutto qua.- Scrollò poi le spalle. -Magari inizio facendo solo part-time.- Suggerì, vagamente divertito ma pensandoci seriamente: esistevano gli Heroes part-time? Valeva la pena di chiedere. -Comunque hai ragione, immagino sia normale un po' di ansia. Mah, vedremo, magari mi passa, intanto a breve farò l'esame di abilitazione. Poi quel che sarà sarà.- Concluse, con una certa noncuranza atta ad alleggerire un po' la discussione prima di spostarsi definitivamente su lidi più gradevoli. Non necessariamente semplici da navigare, ma dove un errore o una parola sbagliata avrebbero certamente causato meno danni rispetto a dove si trovavano prima.
    Laguna reagì in maniera inaspettata all'invito di Tobi: alzò lo sguardo e si grattò un po' il collo con aria distante e pensierosa, anche un po' noncurante, e si limitò a rispondere che non aveva davvero vestiti eleganti e che se proprio ne voleva uno le sarebbe toccato andare a comprarlo prima, ma che comunque non aveva in mente posti particolarmente chic. Tobiko rimase a fissarla stranito senza aggiungere nulla: eh? Tutto qui? Era solo questo quello che aveva da dire? Era un modo carino per liquidarlo? E lo aveva fatto così, senza battere ciglio? Forse era talmente fuori dalla sua mente che non riusciva nemmeno a considerare che potesse esserci un intento romantico da parte di uno sfigato come Tobi?
    Nulla di tutto ciò: a quanto pare il messaggio era semplicemente arrivato in ritardo. La ragazza si paralizzò e le scappò un "aspetta" a voce alta nella sua lingua madre.
    Mi hai davvero appena chiesto di uscire!?
    Tobi avrebbe voluto sprofondare, si sentì esplodere il viso e si rese improvvisamente conto di aver esaurito tutti gli angoli della casa da fissare a parte Laguna, eppure non riusciva più ad alzare gli occhi ed aveva preso a strofinarsi le mani.
    -Ok, questo è molto imbarazzante.- Commentò, con il tono più distaccato che gli riuscì, coprendosi il viso con una mano. -C-cosa?- Si costrinse a riportare il suo sguardo su di lei per tentare almeno di leggerle il labiale, perché l'aveva sentita parlottare ma non aveva capito una singola sillaba. Cosa stava succedendo? Erano andati in tilt entrambi? Aveva rovinato tutto? Aveva...
    -La mia...? Ah.- Tobi ne fu spiazzato, a dire il vero aveva completamente dimenticato Yuya in quegli ultimi momenti. Si sentì un verme, ma in ogni caso non era partito con intenzioni adultere, si era solo reso conto che lei non era quella giusta per lui: che Laguna avesse accettato o meno di uscire con lui, tornato a casa quella sera l'avrebbe lasciata. O le avrebbe chiesto di vedersi per lasciarla di persona. Quale delle due cose sarebbe stata meno crudele? A lui sembravano entrambe atroci. Si chiese come Laguna sapesse di Yuya perché non ricordava di avergliene parlato, ma ricordò poi che aveva ancora su Babel la foto profilo con lei, dunque trasse un lungo sospiro: se non altro la tristezza ed il senso di colpa avevano temporaneamente coperto l'imbarazzo e riuscì a parlare più chiaramente. -... Non ha funzionato con lei, temo. Se ti riferisci alla foto, mi sono solo dimenticato di toglierla. Anzi...- Meglio farlo subito, non voleva certo sembrare come uno di quei poveri disperati che mentono e promettono mari e monti all'amante però vogliono continuare a tenere il piede in due scarpe. Tempo cinque secondi di aprire l'applicazione e cliccare qua e là, ed al posto di quella nauseante foto di coppia sarebbe ricomparso l'omino grigio standard di chi non ha ancora scelto un foto profilo. Sospirò, poi, rimanendo a fissare lo schermo nero per qualche istante, con un certo rammarico nello sguardo. Improvvisamente, aveva voglia di andarsene, dunque si alzò in piedi.
    -Beh, pensaci allora.- Riportò il suo sguardo su Hannah ed arrossì di nuovo: si convinse che per quanto brutto fosse, non poteva aver fatto la cosa sbagliata. Sapeva cosa provava per lei e cosa non provava e non aveva mai provato per Yuya, e fingere che non fosse così avrebbe solo allungato la tortura per entrambi. Si chiese se avrebbe dovuto salutare Laguna in qualche modo particolare, ma non gli venne in mente nulla. O meglio, si rese conto che più ci pensava più il suo cervello spingeva verso una certa direzione e l'unico effetto che questa cosa aveva su Tobi era di renderlo più imbarazzato ed impacciato di quanto già non fosse. Si costrinse a dire qualcosa, dunque aprì bocca e delle parole fuoriuscirono prima che lui potesse decidere se dirle o meno. -... sei carina coi capelli scuri.- Avvampò, aveva davvero usato la parola carina? Basta, doveva uscire o le guance gli sarebbero esplose come palloncini: si inchinò legnosamente e si rigirò su sé stesso avviandosi verso l'uscita con la coordinazione di una persona che ha appena perso una gara di bevute. -A-allora ciao.- Furono le uniche sillabe che gli sarebbero uscite, se la ragazza lo avesse lasciato andare così, prima di sparire dietro l'uscio e richiuderselo alle spalle con uno scatto molto poco naturale.
    Fuori dalla porta, le energie lo abbandonarono immediatamente, si posò ad essa e scivolò fino a terra con il sedere, rimanendovi per chissà quante decine di secondi con il fiatone, la sudorazione al massimo ed il volto in fiamme.
    Altro che combattere il crimine.
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    Alla risposta di Tobiko sul non aver trovato un migliore nome da Hero, Laguna non sapeva come commentare. Sapeva che sicuramente doveva avere un significato particolare se l'aveva usato per battezzare il suo alter ego eroico, ma con queste i giapponesi erano davvero esagerati. Scritto in una maniera assumeva un significato mentre usando kanji differenti si otteneva tutt'altro, perciò per lei, che non era neanche nativa, era davvero troppo. Si limitò ad annuire, lasciandolo poi parlare riguardo le sue intenzioni post-abilitazione. Rimase onestamente un po' perplessa davanti all'idea del part-time. Era una cosa strana da pensare. Spesso e volentieri, parlando degli eroi professionisti, si pensa a queste entità che lavorano giorno e notte in difesa della città, ma effettivamente, come tutti i lavoratori, hanno degli orari d'ufficio, per così dire. Tuttavia non pensava che fare mezza giornata l'avrebbe aiutato con il carico di responsabilità che si sarebbe trovato addosso. E poi, se fuori orario di lavoro avesse scoperto qualche criminale, avrebbe fatto finta di non guardare? L'avrebbe coperto? Magari gli avrebbe chiesto di uscire insieme?

    No perchè, chiaramente, quella di uscire assieme era una VERA richiesta, a sfondo palesemente romantico visto l'avvamparsi del volto di Tobiko e a come ora cercava di giustificare la presenza di un'altra ragazza nella sua foto profilo di Babel. Il cuore dell'americana batteva all'impazzata, se avesse avuto i capelli ancora più lunghi a quest'ora si sarebbe trovata un'intero pallone di ciocche attorno al dito che continuava ad usare per provare a gestire la tensione, con poco successo. Un ragazzo l'aveva appena invitata ad uscire. Aveva invitato lei, si era preso una cotta per lei, aveva lasciato la sua ragazza ed era venuto qui per lei. Non era... mai successa una cosa del genere. Eppure il ragazzo doveva essersi preso proprio una bella sbandata, con le poche occasioni che avevano avuto per vedersi nel corso di un paio d'anni, in una delle quali aveva cercato in tutti i modi di stenderlo, non nel modo in cui era steso in questo momento.

    E lei? Lei che cosa provava per lui? Si era presentato come questo ragazzino totalmente fuori posto nel locale dove l'aveva trovata. In qualche modo, nonostante la barriera dello studiare alla Yuuei, aveva in qualche modo fatto breccia nell'animo della bionda, per il suo modo di vedere il mondo dell'eroismo. Poi, la volta che l'aveva trovata con le mani nel sacco l'aveva aiutata a uscirne indenne, nonostante chiudere la questione, specialmente dopo la brutta storta che si era presa, sarebbe stato semplicissimo. E in quell'occasione, il cuore di Laguna Hannah aveva battuto un po' più forte. L'aveva lasciata parlare, esternare una parte del rammarico che la imprigionava. Era una persona... speciale. Se si trattasse di quel genere di speciale, non ne era ancora certa al 100%. Sapeva solo che, nel suo essere una persona normalissima allo sguardo, Tobiko era davvero misterioso. Dietro alla sua figura poco impressionante, era impossibile capire quale percorso stesse davvero seguendo, soprattutto dopo quelle sue numerose azioni "discutibili". Non perchè mentisse o fingesse, aveva capito dai primi momenti che era una persona sincera, ma semplicemente perchè non esternava tutto quello che pensava. Che poi, a pensarci bene, non sapeva neppure fosse maggiorenne.

    E questo mistero la metteva un po' in soggezione, lei che poche volte si era sentita così, ostentando sicurezza per sorreggersi da sola. Quell'alone di mistero unito a ciò che già conosceva di lui... era quello che, in questo momento, stava facendo battere all'impazzata il cuore della ragazza?

    "...sei carina coi capelli scuri."

    Carina. Un aggettivo che si era sentita dire da piccola, mai più da anni di cui aveva perso il conto. Un aggettivo che con Laguna non aveva nulla a che fare. Ma, probabilmente, il complimento era invece indirizzato ad Hannah. Abbassò lo sguardo, imbarazzata.

    G-grazie...

    Grazie? Grazie?! È davvero tutto quello che riesci a dire? Questo ragazzo ti sta facendo provare emozioni che non pensavi avresti provato mai più! Da quando l'hai incontrato non ha fatto altro che darti una mano, ti ha parato il culo, ha ascoltato tutti i tuoi stupidi piagnistei su quanto la tua vita sia stata crudele con te e su come nessuno stia peggio di te. È venuto qui soltanto per il piacere di vederti, si è sorbito nuovamente i tuoi pianti, si è praticamente dichiarato, ora ti fa pure un complimento genuino e tu da dirgli hai solo "G-grazie"?! Eccolo. Guardalo che fugge. Tutto perchè sei troppo cocciuta e testarda per concedergli un minimo di gentilezza che non sia offrirgli una schifosa coca-cola o premiarlo con le tue attenzioni. PARLA! DI QUALCOSA!

    Secondo me ce la puoi fare!

    La sua sedia dava le spalle alla porta d'ingresso, quindi era stata costretta a girarsi completamente su di essa per poter parlare al corvino che, nel mentre era per la strada che l'avrebbe condotto all'uscita. Aveva alzato la voce poco più del normale, spinta dall'improvviso impeto che l'aveva finalmente portata a prendere più iniziativa. Un attimo di silenzio, aspettando che lui si fermasse per continuare, ma parlando stavolta con un tono più colloquiale, a volume più apprezzabile.

    A-a diventare un eroe vero, intendo. Non lasciare che aver fallito una volta comprometta le tue ambizioni. Penso... penso tu abbia tanto da offrire alle altre persone, Tobi. È una qualità che vale più di qualsiasi quirk.

    Rimase di nuovo in silenzio, le parole le uscirono direttamente dal più profondo della sua anima, una ventata amorevole (?) diretta al ragazzo. Una concessione, un piccolo pensiero in seguito a tutti i pensieri che aveva concesso lui a lei. Lo vide oltrepassare l'uscio, chiudendo la porta, prima che un fulmine le illuminasse la memoria. Si alzò velocemente dalla sedia, fiondandosi contro la porta, senza aprirla, semplicemente alzando la voce per farsi sentire.

    Il martedì è il mio giorno libero!

    Avrebbe aspettato una risposta, se fosse arrivata, prima di mettersi spalle alla porta, guardando il soffitto, il cuore ancora a mille.

    ...si era innamorata?


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    Grazie per la pazienza con i ritardi, è stato un periodo veramente complicato. Loved this, would try again :**:
     
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    Ciao ragazzi,

    Tutto bene, occhio ai ritardi ma è estate per tutti. :zizi:

    Tobiko: +50 exp + 25 exp +50 exp bonus livello
    Laguna: +50 exp +25 exp +25 exp bonus livello

    Passo e chiudo! :**:
     
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22 replies since 16/4/2021, 10:28   556 views
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