After Hours, After Dark

Combattimento -- Stan (Gabriel Daystar) x .Milk~ (Laguna Lee)

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    Mercoledì si era fatto Giovedì, accompagnato della mezzanotte. Al contrario di Gabriel la gente al mattino lavorava, nel bel mezzo della settimana a quell'ora le strade erano quiete e libere. Qualcuno, però, c'era sempre. I locali aperti fino a tardi contavano sui fuori orario come loro per guadagnarsi gli ultimi Yen della giornata.

    Tra questi, il Kagejikan.

    S'immaginava Aragaki indaffarato con i pochi clienti di fiducia trattenutisi fino alla chiusura, faceva loro cenno che tra poco sarebbe stato tempo d'andare, e loro ricambiavano con giocosi schiamazzi mezzi-brilli. "Eddaaaai fai il buono con noi!" avrebbero detto in coro, mentre il proprietario metteva a posto tavoli e sedie, pronto a incassare il lavorato.

    Finché non alza lo sguardo, e trova Gabriel alla porta.

    « Sono ancora in tempo per l'ultimo giro? ♥ »

    Quanto si sarebbe goduto la reazione. Con che sguardo l'avrebbe guardato? Arrabbiato, o forse semplicemente irritato, o magari un esasperato "davvero, ancora tu?". Non vedeva l'ora di scoprirlo. Dopo tutti quei mesi di silenzio radio poteva pensare o fosse morto o avesse perso interesse, e invece. Stava solo aspettando il momento giusto per riconciliarsi.

    Finalmente era giunto.

    Tuttavia non sarebbe stata una delle sue solite visite. Era un uomo nuovo, Shinjiro avrebbe incontrato Gabriel per la prima volta, avevano tanto da dirsi e l'ex-mago faticava a decidersi su dove incominciare. Chissà se anche il cuoco era cambiato in quel periodo. Dopo tutto quel ch'era successo a Tokyo – situazioni dove indubbiamente anche il Vigilante si sarà immischiato – era inevitabile.

    Incontrare lo chef avrebbe reso la serata sfavillante. Non vedeva l'ora. Fremeva dalla voglia. Letteralmente. Si spostava per le strade notturne di Ueno a passo rapido per arrivarci il prima possibile, ma non voleva correre e rovinare l'accrescere del momento. Più grande era l'attesa, maggior sarebbe stato il premio.

    Svoltò l'angolo, eccolo.

    Le luci dell'Izakaya, al fondo di quell'ultima stradina. Il fronte del negozio si faceva più vicino con ogni passo, quasi faticava a crederci che avrebbe davvero varcato di nuovo la soglia, dopo mesi che evitava di proposito la zona, onde sfatare una riunione prematura.

    Saranno stati una cinquantina di metri a separarlo dall'obbiettivo della sera.

    Una distanza che s'accorciava con ogni passo.

    Ormai le lampade esterne del locale avevano messo anche lui in illuminazione, accentuando la sua alta sagoma scura, incappucciata dalla felpa, ma con un risalto pallido al volto. Ah, ora che se ne ricordava, aveva anche da spiegare la nuova tinta... Sperava lo riconoscesse comunque. L'intero momento rischiava di smorzarsi se al primo sguardo non l'avesse identificato, ma si fosse chiesto cosa volesse sto tipo dai capelli blu.

    Poteva solo sperare.

    ...Ma forse era ancora in tempo per tornare a casa e darsi un po' di gel? Spararsi i capelli com'era abituato a vederlo. La stava valutando seriamente come opzione, voleva dare una buona impressione, la loro prima notte assieme dopo tutto quanto.

    Vide un uomo oltrepassare l'entrata a passi scoordinati, rosso in volto. Fece un attimo di fatica a infilarsi nella seconda manica della giacca ma dopo qualche incertezza era pronto a incamminarsi verso casa. Manco il tempo di fare un passo che qualcuno gli catturò l'attenzione da dietro. Era un bene però, a giudicare dalla sua espressione sollevata, si era dimenticato il portafoglio all'interno e la gentile cameriera era uscita a renderlo.

    Una terza ombra venne proiettata sulla strada quindi. Di una ragazza, giovane, dalla figura snella e le forme avvolte nel grembiule del ristorante in cui lavorava. Spese giusto un attimo a ricomporsi la capigliatura rosea, scesa dopo l'inchino al cliente. Finché i suoi occhi – del medesimo colore – vagarono ad incrociare quelli gialli di Gabriel.

    In un momento che sembrò eterno, lei riconobbe lui, e lui riconobbe lei.

    L'avanza di Gabriel era finita.

    La fissava, muto, palpebre sbarrate e sguardo perso. Aveva speso tanto tempo nei mesi passati a riflettere su cos'avrebbe fatto o detto una volta trovata quella donna... E si era tutto perso. Forse caduto nel baratro della sua incredulità, non si capacitava della situazione. Due parti proibite della sua vita erano entrate in contatto l'una con l'altra. Una collisione di due mondi che travolgevano Gabriel nel loro impatto.

    Morrigan avrebbe avuto occasione di starlo a guardare per pochi istanti, prima che il Villain si defilasse, svanisse nel vicolo più prossimo alla sua destra. Non era questo che si aspettava dalla serata. E non era pronto. Si era fatto piani e aspettative, e nessuna di esse comprendevano... Lei.

    Stava scappando, come un codardo.

    E stavolta avrebbe corso.

    In direzione opposta del negozio, in direzione opposta a qualsiasi forma di vita senziente che avrebbe potuto vederlo e giudicarlo. La notte si faceva più scura, i quartieri meno vivi, e Gabriel si era fermato sudato, ansimante, e destabilizzato in uno spiazzo tra i vicoli, retro di un magazzino, proprio la zona di cassonetti e rifiuti. Aveva dato di gambe fino allo stremo... Ma visto il suo poco atletismo, non aveva poi percorso chissà quanta distanza.

    Gabriel Daystar

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    Ho ovviamente chiesto a Lost per il cameo del suo PG.
     
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    Tra il ritorno dalla sua ultima consegna, salutare i colleghi e concedersi una sigaretta poggiata al muro laterale del locale, si era già fatta mezzanotte. Non aveva nessuna fretta, non avrebbe lavorato fino alla sera seguente, poteva concedersi ancora qualche momento sotto la luce della luna e dell'izakaya senza badare all'orario. Si stava trovando bene, in quella sua nuova avventura, non sentiva lo stress anche nelle ore più impegnative e andare in moto per la città, a prescindere dalla destinazione, le faceva davvero piacere. Stare su quelle due ruote mentre il resto del mondo le scivolava via la faceva sentire libera e spensierata, ma anche le volte in cui Laguna si trovava a dover aiutare in cucina, lo faceva comunque di buon grado. Anche con poche sporadiche occasioni, almeno rispetto a chi lo faceva a tempo pieno, iniziava ad acquisire una certa manualità, imparare nuove ricette, conoscere gli ingredienti... e ciò la faceva sentire bene. Sapere di aver fatto un buon lavoro la teneva di buon umore e la spingeva a fare meglio nei campi dove ancora non si sentiva ferrata. Le dava l'impressione di avere uno scopo.

    Ecco perchè la presenza di una certa persona, un particolare individuo, la smosse nell'anima. Dal giorno del colloquio di lavoro con Shinjiro, la bionda si era curata di informarsi quanto più approfonditamente poteva su Hisoka Morow, l'uomo responsabile dell'attacco allo studente leone della Yuuei, ma soprattutto che, a detta del cuoco, era solito aggirarsi nei paraggi del Kagejikan per qualche oscuro motivo. Aldilà delle battute su di lui che si erano scambiati quel giorno, quell'uomo era a tutti gli effetti un individuo pericoloso, colpevole di più crimini e che aveva anche scontato del tempo in prigione, quando finalmente era stato beccato dalle autorità. Si era preoccupata di cercare qualsiasi possibile informazione potesse trovare su internet, ma soprattutto si era stampata il suo volto in testa. Perchè, se mai si fosse presentato...

    Osservava la scena dalla sua posizione, non molto più lontana dalla figura in piedi davanti al locale di quanto lo fosse Morrigan, che stava tuttavia fuori dalla sua visuale, coperta dal muro sul quale l'americana era poggiata. L'incappucciato, invece, spuntava perfettamente oltre, dandole la possibilità di guardarlo in volto. Aguzzo la vista, la sigaretta accesa chiusa tra le labbra, mentre cercava di capire cosa fosse quella sensazione di familiarità che stava provando. Non spiccicava parola, ma non ne aveva bisogno: se fosse stato lui, l'avrebbe riconosciuto soltanto dalla faccia. Il taglio degli occhi e i lineamenti del viso tradivano quel colore di capelli così contrastante rispetto a quello che aveva visto nelle foto. I suoi dubbi rasentavano l'inesistenza. Quella figura di fronte al locale, ancora immobile, era colui da cui il cuoco aveva detto di star lontane alle due ragazze. E a Laguna mancò un battito.

    Non di nuovo...

    Tutto quello a cui riusciva a pensare in quel momento. Probabile che quello appena uscito poco prima fosse l'ultimo cliente e che all'interno ci fossero soltanto Morrigan e Shinjiro. Magari in due sarebbero riusciti a... no, cosa diavolo andava a pensare. Ogni tanto dimenticava che il mondo era fatto di persone normali, incapaci di difendersi contro quelli che erano dei criminali assetati di sangue, che uccidevano a volte per puro piacere. Hisoka, se avesse voluto, sarebbe entrato nel locale e avrebbe facilmente trasformato i due colleghi in una poltiglia informe senza neanche sudare, lasciando la sorpresa per il giorno dopo. La ragazza part-time sarebbe stata sollevata di non aver dovuto lavorare quel giorno e di essersi salvata e l'americana avrebbe maledetto il momento in cui se n'era tornata a casa a dormire. Mai più. La mano andò lentamente a prendere il suo artiglio, in forma di bracciale metallico, tenuto nella borsa laterale della sua moto insieme ad altri oggetti personali, andando a infilarci la mano sinistra. Nello stesso istante, l'incappucciato iniziò a correre. Se n'era forse accorto?

    Il corpo di Laguna si mosse quasi da solo, la sigaretta che venne lasciata cadere a terra mentre lei si lanciava all'inseguimento. Ormai conosceva i vicoli di Ueno quasi quanto quelli di Roppongi, non sarebbe importato dove il criminale si fosse infilato, l'americana l'avrebbe scovato. Non rallentò neanche per un secondo, continuando a seguirlo, seppur circa una svolta in ritardo visto il vantaggio che il Re di Cuori aveva rispetto a lei. Finchè, finalmente, lo trovò fermo a riprendere fiato sul retro di un magazzino. La bionda spuntò lentamente da dietro l'angolo, a poco più di 5 metri da lui. Era ancora coi suoi vestiti da lavoro: un paio di jeans, una maglietta bianca a maniche corte e una giacca nera da moto.

    È inutile correre o nascondersi. Perderesti tu fiato e io tempo.

    Avrebbe preso a camminare lentamente, passo dopo passo verso di lui. Lo sguardo serio come poche volte lo aveva avuto, una di queste proprio quando si era lanciata a tutta velocità a casa di Mizuki. Le mani comodamente infilate nelle tasche della giacca, in modo da nascondere il bracciale in titanio che portava al polo sinistro.

    Cosa diavolo avevi intenzione di fare, davanti al mio locale?

    Chiaro non fosse suo, ma voleva lasciar intendere che, essendoci di mezzo lei, ci avrebbe dovuto pensare un paio di volte prima di procurare noie all'izakaya.
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    Si era promesso non l'avrebbe fatto con leggerezza.

    Era dipendente, l'aveva accettato, ne era consapevole. Tutto l'autocontrollo del mondo non poteva sistemare un impulso prettamente fisico. Le sue cellule ne avevano bisogno, i suoi organi, i suoi muscoli. Che Gabriel stesso lo volesse o meno era indifferente.

    Però lo voleva. Almeno, quella notte.

    Poggiava un braccio al coperchio di un cassonetto, e nell'altra mano reggeva una pillola di XSQ appena estratta dalla tasca. Non si separava mai dalla sua scorta, considerato il cinghiale a casa che rischiava di scovarle. Eppure aveva stipulato con se stesso che avrebbe fatto di tutto per gestire le sue brutte abitudini. La situazione della spiaggia non doveva ripetersi. E, per un po', aveva anche avuto successo.

    Gli abusi della sostanza erano incominciati per zittire certe emozioni troppo forti. Quando ancora pensava di poter rinnegare la sua umanità e seppellirla. Provava rabbia, o malinconia, o amore, e bastava una pillola a chiudere i portoni su tutti quegli irritanti sentimenti.

    Non voleva ricadere negli stessi errori. Da quand'aveva riottenuto le pasticche resisteva alla tentazione di ingerirle per gestire il proprio stato d'animo. No, dovevano essere un farmaco, la cui malattia era l'astinenza. Se la vedeva in quel modo poteva regolarsi.

    Poi arrivò Morrigan.

    Manco sapeva cosa stesse provando. Ma non era in se. Sentiva stesse per esplodere dall'interno, il risultato di una battaglia tra innumerevoli fazioni contrapposte, terminato in totale annientamento reciproco. Gioia + Odio + Frustrazione + Dove sono i miei gatti + Sollievo + Confusione + aveva perso il conto e ingoiato la pillola.

    Akahito l'aveva convinto ad abbracciare totalmente il proprio lato umano, quello emotivo, ciò l'aveva reso una bomba pronta a scoppiare appena la donna l'avesse innescato. Era ancora troppo fragile per reggerne il peso... Gli serviva un aiutino, quella notte. Ma solo quella notte. Non avrebbe esagerato. Promessa.

    Vero?

    Le pupille si fecero più strette, e sentì il familiare accrescersi dal suo stomaco verso il resto del corpo. Quel kick era la parte più interessante... Peccato che gli venne rovinato. Si stava concentrando per goderselo, trarre tutto il sollievo possibile finché il momento sarebbe durato, quando una voce sconosciuta infranse la sua quiete.

    La prima frase su persa su di lui, non aspettandosela e coincidendo proprio all'esplosione di agenti chimici, passò alle sue orecchie come suoni discordanti e indecifrabili. Quando si voltò verso la ragazza fece del suo meglio per cogliere il resto del discorso.

    "Il mio locale", disse.

    E stava per staccarle la testa sul momento.

    Non perché lei in se avesse fatto qualcosa di male... Ma si sentiva incazzato in generale. L'influenza dell'XSQ aveva "risolto" la sua confusione alimentando la sua rabbia fino a sovrascrivere ogni altra cosa. Ira verso Morrigan e quel che gli aveva fatto penare, verso una serata andata stortissima, verso la dipendenza e il suo fallimento nel tenerla a bada, verso quella bionda che nominava in vano il ristorante del suo Aragaki.

    « You can barely speak the language, if the Kagejikan were yours it'd be closed down already ♠

    A malapena sai parlare la lingua, se il Kagejikan fosse tuo avrebbe già chiuso ♠ »


    Il suo Giapponese non era affatto male, si sentiva giusto un accento anglofono, ma Gabriel voleva soltanto ferirla nei sentimenti con quel pochissimo che sapeva di lei, dai loro brevi secondi di conoscenza. L'influenza della droga era penetrata in profondità. Quello non era il Gabriel solito.

    Maggiori erano i pensieri indesiderati da dimenticare, maggiore l'impatto della dose. Contro la Vigilante sconosciuta aveva fatto saltare in aria la spiaggia... Temeva cos'avrebbe potuto fare se provocato. Non voleva scoprirlo, ma sapeva che sarebbe stato impossibile trattenersi.

    L'occasione di fermare ciò che stava per accadere l'aveva avuta, prima d'ingerire quella dannata caramella.

    « Cos'è, Desmond è impegnato stasera? ♣ »

    Proseguì, sempre in inglese, lasciando la presa dal bidone dell'immondizia e – specchiando la ragazza – camminava in sua direzione stringendo le distanze. Sfoggiava il classico sorriso, seppur notabilmente teso dalla collera che ribolliva dietro di esso.

    « Mi aveva promesso sarebbe stato lui ad occuparsi di me se mi fossi avvicinato al ristorante. Un po' deludente beccarsi il rimpiazzo~ ♥ »

    La ragazza doveva conoscerlo, e non solo come "Hisoka Morow il villain", ma per la sua connessione al locale e chi lo occupava. Troppo fortuita come coincidenza che lei fosse un banale cliente e intendesse quello per "il mio locale". E non poteva manco essere solo un'amica di Shinjiro o Desmond o... Morrigan. Altrimenti non avrebbe utilizzato quel termine.

    Al Kagejikan ci lavorava, quindi.

    Non era abbastanza carina o amichevole da fare la cameriera. L'avevano assunta appositamente come scaccia-Hisoka? No. Aragaki l'avrebbe affiancata, non voleva credere fosse il tipo da mandare una dipendente da sola a fronteggiarlo, conoscendo la pericolosità dell'ex-Jester.

    Era venuta lì di testa sua.

    « Sono contento di non essere finito nel dimenticatoio almeno. Cosa ti hanno raccontato di me? ♦ »

    "Perché Morrigan lavora lì?"

    Era la domanda che davvero gli pressava. Così ampia e vaga che presentava infinite variabili, nemmeno valeva la pena ragionarci per far deduzioni. Ormai non si sarebbe sorpreso di nulla. Tutto era possibile.

    E chiedere direttamente era fuori questione.

    Solo pronunciando il suo nome avrebbe palesato la loro relazione. Il Kagejikan ne era già a conoscenza? Se lo fosse stato, l'avrebbe a breve saputo dalla bionda, non poteva omettere un dettaglio del genere. Se invece la loro tresca fosse un segreto... Non l'avrebbe rivelato lui.

    Non perché stesse cercando di proteggerla. Nel suo stato di mente attuale, era l'ultima cosa a cui pensava. Ma sarebbe stata un'arma nel suo arsenale. Per la prima volta avrebbe avuto una marcia in più rispetto all'enigmatica donna, aveva strappato un qualcosina della sua vita... E poteva usarla a suo vantaggio per pareggiare i conti.

    Se solo il Gabriel passato avesse saputo che, nel futuro, avrebbe ragionato in quei termini della donna che amava.

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    Edited by Stan - 19/4/2021, 16:04
     
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    Aveva insultato il suo giapponese, cosa che non poteva scivolarle addosso con più leggerezza. Sapeva di parlarlo bene, anche avendo un chiaro accento americano che per non aveva comunque alcuna intenzione di abbandonare, per ovvio patriottismo. Lei era americana, il Giappone era solo il luogo in cui, per casualità del destino, era costretta ad abitare. Perciò quell'Hisoka avrebbe potuto passare tutta la serata a prendersi gioco della sua pronuncia, avrebbe ottenuto lo stesso effetto di una persona che conversa con il pavimento. Ma le aveva parlato in inglese, quindi si sentì di dovergli rispondere nella medesima lingua.

    [Inglese] E il tuo inglese è disgustosamente neutro.

    La sua espressione seria era mutata solo leggermente in chiaro disappunto.

    [Inglese] E dato che sei un tale esperto di giapponese, potresti anche parlare la tua schifosa lingua, anzichè una versione insipida della mia.

    Per quanto ne sapeva, Hisoka, anche per via del nome, era giapponese e il fatto che il suo inglese non avesse alcun evidente accento non fece altro che confermare la sua teoria, inquadrandolo come qualcuno che aveva imparato la lingua, piuttosto che un madrelingua. Si fece scappare un ghigno.

    [Inglese] Quando hai finito di parlare con tua madre, ovviamente.

    Disse, chiaramente riferita al bidone dell'immondizia sul quale il criminale aveva le mani. Un'offesa gratuita? Come se ci fosse da stupirsi. Era il suo modus operandi cercare di infiltrarsi fastidiosamente sotto la pelle di qualcuno che voleva massacrare di botte, non avrebbe trattenuto nessun possibile insulto colorito che le potesse venire in mente per irritare il Re di Cuori. Sollevò invece un sopracciglio confuso nel sentirgli nominare Desmond... che non aveva la minima idea di chi fosse. Non si curava di ricordare il nome dei clienti di Shinjiro, lei dopotutto era prevalentemente una ragazza delle consegne e non tendeva a trattenersi troppo all'interno del locale per prendere confidenza e, se lo faceva, erano chiacchiere di circostanza. Che l'avesse già incontrato o meno, sicuramente quel nome non le suonava familiare.

    Non ho idea di chi tu stia parlando, ma sarò una indimenticabile sostituta, te lo garantisco.

    Tornava ad esprimersi in giapponese, sperando che lui facesse la stessa cosa; il suo inglese le suonava così finto e fastidioso. Parlando, aveva iniziato ad avvicinarsi anche lui, ma nel vederlo fare ciò lei si sarebbe fermata, mantenendo la distanza che li separava a circa due metri, non di più non di meno. L'avvicinarsi ulteriormente del criminale l'avrebbe messa subito in guardia: era sicura di sè, ma sapeva che chi aveva davanti non era un novellino, perciò non gli avrebbe concesso di prenderla di sorpresa. Intanto, Hisoka, continuava a parlare, facendole ulteriori domande.

    Senti, clown.

    Nuovamente seria come prima, lo fulminava, fissandolo dritto in faccia. Laguna non abbassava lo sguardo davanti a nessuno, non l'avrebbe fatto neanche con lui.

    Sono abbastanza sicura di averti fatto una domanda ben precisa. Il giapponese lo capisci, no?

    Inclinò leggermente la testa di lato, con fare di sfida.

    Quindi, se hai finito con le tue inutili domande e considerazioni, è il caso che ti sturi le orecchie dalla spazzatura che te le tappa e mi rispondi, prima che ti faccia ingoiare i denti.

    Prese un attimo di respiro. L'avrebbe fatto anche immediatamente, ma forse era il caso di aspettare un momento opportuno.

    Cosa CAZZO ci facevi davanti al mio locale?
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    Ah. Era una di quelle persone.

    Nella sua lunga carriera da provocatore, la gente come la bionda era sempre stata la meno divertente da stuzzicare. Non c'era gusto, già partivano incazzate e diventavano una parete impenetrabile, spesso murando qualcosa che manco valeva la pena scoprire.

    Però Gabriel non cercava sfide quella notte. Cercava... Difficile dirlo. Al momento era semplicemente alterato tanto quanto l'altra seppur non lo desse a vedere. Voleva risposte o voleva sfogarsi. Alla sconosciuta conveniva di gran lunga scegliere la prima opzione.

    « Oh~ Un'americana ♠ »

    Sibilò – ora nella lingua del sol levante – fermandosi a sua volta quando vide la distanza raggiunta soddisfacesse la ragazza.

    « ...Anche peggio di quanto pensassi ♥ »

    Avrebbe voluto dire ci fosse qualche vantaggio tattico a quelle frecciatine infantili... Avrebbe voluto. Però non poteva resistere, la donna s'era scrollata gli insulti al giapponese di dosso e, nel farlo, evidenziato un orgoglio nella sua lingua. Gli venne servita su un piatto d'argento.

    La fissava dall'alto in basso.

    Rozza e spavalda, eppure conosceva della sua reputazione, sapeva abbastanza di lui da riconoscerlo senza il suo ex-costume di professione. Doveva saper badare a se stessa quindi, per insultarlo a pieno petto... Ma non conosceva Desmond. E fosse stata parte del "team" o collaboratrice di Shinjiro si sarebbe veramente presentata da sola?

    Qualcosa non quadrava della situazione.

    ...Che non fosse Aragaki il suo vero punto di collegamento, bensì Morrigan?

    « Devono averti detto poco, se ti rivolgi a me in questo modo ♦ »

    Alzò la mano al proprio volto, lento e grazioso, così da non allarmarla.

    « Non perché sia permaloso... »

    Strinse tutte le dita in un pugno, eccetto per l'indice, che rimase disteso davanti alle sue labbra.

    « ...Ma perché altrimenti sapresti che così mi diverto e basta ♣ »

    Lasciò un rapido bacino alla propria impronta digitale.

    Dopodiché il polso si sarebbe piegato all'indietro in un istante, e non appena la punta del dito fosse stata rivolta verso Laguna sarebbe esplosa come l'estremità di un cannone. Una deflagrazione che avrebbe coperto abbastanza terreno da raggiungere la donna in un battito di ciglia, dal raggio d'azione maggiore dalla sua stessa altezza, quindi impattando interamente su tutto il suo corpo.

    Le avrebbe fatto male.

    Ma era la sua notte fortunata, avrebbe rilasciato solo una frazione del suo potenziale distruttivo. Voleva un po' metterla al suo posto, non ammazzarla. La sua arroganza era sintomo di superbia. Avesse capito la pericolosità di Gabriel magari ci avrebbe pensato due volte prima di schivare con insulti e domande.

    « Anyways~ »

    Riprese a parlare come nulla fosse, contando la donna sarebbe stata a bada per qualche momento, o per il danno inflitto, o dopo lo sforzo per resisterci. Al contempo dimostrava che per lui un attacco del genere fosse leggerissimo.

    « Stavo passando a far visita al mio vecchio amico Aragaki~ E anche per mangiare al mio ristorante preferito ♥

    Ho sentito che ora ha assunto qualche lavoratrice carina, peccato non mi sia venuta una di loro dietro ♠ »


    Un'altra punzecchiatura. Stavolta mirata, si era riferito a Morrigan in tono più vago, indirettamente. Se avesse saputo del legame tra lei e Gabriel quella era l'occasione di tirarla in ballo, adirata dalla bomba appena scagliatale contro.

    Gabriel Daystar

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    - Applicazione più diretta e aggressiva del Quirk. Invece d'incanalare la carica esplosiva in un oggetto, la si rilascia direttamente dai palmi, dalle piante dei piedi, dalla punta delle dita, dalla bocca, o tramite un attacco fisico (pugno / calcio / ginocchiata / gomitata).
    - L'esplosione si dipana frontalmente, per un raggio regolabile fino a massimo tre metri in lunghezza e due in ampiezza.
    Costo per ogni detonazione: 85
    Danno: Grave Molto Grave > Medio-Grave

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    Inarcò un sopracciglio, decisamente stizzita da quel commento sulla sua nazionalità. Era chiaro fosse una banale provocazione, eppure era uno dei tasti che a lei non piaceva venissero toccati. Senza neanche rispondergli, le braccia e i pugni si sarebbero alzati al volto: si sarebbe divertita più del previsto a fargli assaggiare la sua stessa lingua. Tuttavia, era ancora un po' troppo lontano per ingaggiarlo, sperava che il criminale si sarebbe avvicinato ulteriormente a lei mentre, invece, anche lui aveva fermato la sua avanzata, continuando a parlare con tono fin troppo spavaldo.

    Non peggio del colore dei tuoi capelli.

    Seriamente, con quale gusto si era tinto i capelli di quel colore? E no, stavolta la storia del quirk non reggeva, dato che Laguna aveva chiaramente visto delle sue foto coi capelli rossi. A meno che non fosse quella la tinta? Dettagli, voleva trovare qualcosa di più personale che semplicemente insultare quegli occhi a mandorla così sottili. Alle parole di Hisoka, la bionda sollevò ulteriormente la guardia.

    Heh, let's have fun then-

    Finì a mala pena la frase che, dopo il movimento del dito di lui, un'esplosione si generò letteralmente dal nulla, diretta verso di lei. Istintivamente, già in guardia, trasformò l'interezza della sua parte superiore in titano, lo stesso che, fin dall'inizio, era a stretto contatto col bracciale che portava al polso. Nonostante ciò, l'impatto fu tale da sollevarla da terra, piegandola leggermente all'indietro e facendola atterrare, seppur sulle sue gambe, almeno mezzo metro più indietro. Teneva le braccia alzate, ancora nella medesima posizione, immobili. Diavolo se aveva colpito forte. Per quanto non avesse riportato danni rilevabili, grazie al suo quirk, l'americana aveva sentito a pieno la portata distruttiva di quell'attacco. Senza la trasformazione- no, forse anche con la trasformazione attiva, ma senza essere preventivata nei confronti del criminale, sarebbe stata facilmente sbalzata ben più lontano, rimediando pure una sonora caduta contro l'asfalto, con tutta probabilità.

    ...aveva colpito troppo forte? Aldilà della sua naturale sicurezza nel gettarsi a capofitto in situazioni pericolose, Laguna non aveva effettivamente la minima idea di quale fosse la forza del suo avversario. Mai le era passata per l'anticamera del cervello la possibilità che, probabilmente, il Re di Cuori fosse al di fuori della sua portata. Non che questo l'avrebbe comunque potuta fermare dal darci dentro con pugni e parole, come aveva già dimostrato più volte. Oltretutto, se lo studentello leone era riuscito ad avere la meglio su di lui, lei non sarebbe stata da meno. Alcuni di loro avrebbero potuto stenderla con un pugno, aveva detto una certa persona. Cacciò via quel pensiero come la più grande cavolata mai sentita. Nessuno, tanto meno un bimbo-eroe, l'avrebbe stesa con un pugno.

    Hisoka, intanto, aveva spiegato a modo suo le ragioni che l'avevano portato davanti al ristorante. E ciò l'aveva lasciata leggermente confusa, nascosta dalla guardia chiusa dalla quale sbirciava, tenendolo d'occhio. Non che non ci credesse. Non perchè non lo prendesse sul serio. Ma... perchè preferiva una lavoratricE carinA a corrergli dietro, se era ormai appurato, almeno nella sua testa, fosse gay. Le cose non tornavano, ma forse non era neppure il caso di mettersi questo genere di problemi al momento. Laguna sogghignò, poi prese a ridacchiare e poi a ridere di gusto, aprendo la guardia e letteralmente portandosi una mano alla faccia da quanto era divertita. La bocca metallica che faceva uscire la sua voce leggermente distorta, un po' come il cyborg di un film.

    Ora capisco perchè le hai prese dal leoncino. E soprattutto, perchè avresti preferito una dolce cameriera al mio posto.

    Riuscì a dire durante la sua fragorosa risata, prima di riuscire a calmarsi. L'aveva esagerata, ovviamente, ma un po' di verità c'era in tutto quel divertimento dimostrato. Abbassò la mano portata alla faccia sotto il mento, spingendo in alto col palmo per farlo schioccare. Chissà quante altre esplosioni del genere avrebbe incassato e quante lui era in grado di sparare. Un sorriso denigratorio si formò sul volto dell'americana mentre fissava il suo avversario.

    Perchè i tuoi "botti" sono da ragazzina.

    Sarebbe dunque immediatamente scattata verso di lui, in linea retta, ma con la guardia alzata. Percorso circa un metro, avrebbe compiuto un repentino taglio diagonale alla sua destra e, dopo pochi passi, un altro alla sua sinistra, puntando dunque al criminale di tre quarti, sperando di rendergli più difficile la mira di quelle esplosioni e rendere a lei più facile evitarle o pararle. A tal proposito, entrambe le braccia stavano sollevate al volto, ancora trasformate in titanio così come il resto del torso e della testa, pronte a ridurre possibili danni dovuti al quirk avversario. Se fosse dunque riuscita ad arrivarle abbastanza vicina, la bionda avrebbe tirato un veloce jab al volto di Hisoka con braccio sinistro, indirizzandolo volutamente un po' più a sinistra del vero bersaglio, cercando di costringerlo a schivare dritto verso il gancio destro al fianco che sarebbe arrivato subito dopo. Un diversivo seguito da un potente pugno in titanio. Avrebbe messo in chiaro che non era solo il clown, in quel vicolo, ad in grado di lanciare cannonate.
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    Attraverso l'utilizzo del proprio quirk, una volta "scelto" un materiale, si può trasformare l'intera parte superiore, dalla testa alla vita, o l'intera parte inferiore, dai piedi a metà torso, sotto il seno, nel materiale scelto. Colpire un avversario con l'arto mutato provoca danni medio-gravi.
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    L'XSQ era un gioco di pesi e contrappesi. Risk vs Reward. Gli effetti si facevano acuti all'utilizzo di Tainted Love, la droga era costretta a circolarlo più in fretta per benedirgli le detonazioni. Durava di meno ma ne potenziava esponenzialmente i sintomi. In circostanze normali sarebbe stata euforia, eppure – per sfortuna avversaria – la vista di Gabriel si colorava sempre più rossa.

    Che troia.

    Un linguaggio inusuale anche per i pensieri dell'ex-mago, ma funzionale nel descriverne lo stato d'animo, in quel momento. Aveva dato sfogo a meno di metà del suo potenziale, aveva scagliato l'attacco con l'intenzione di tenerla in piedi... Ma non si aspettava incassasse così bene.

    Era decaduto fino a quel punto? In passato avrebbe sbaragliato chiunque con ben meno impegno. L'incontro con Heroar, l'appuntamento con Shinya, anche migliorando non riusciva a far a meno di sentirsi limitato da ciò che sarebbe potuto essere il suo destino. Le provocazioni della bastarda avevano finalmente centrato il bersaglio.

    E adesso le avrebbe prese.

    Lei scherniva. Gabriel perdeva gradualmente il suo sorriso artificiale. L'incazzo cresceva, tutta la serata non era stato altro che un susseguirsi di frustrazioni sempre crescenti. Ora doveva contendere anche con la realtà che l'intera situazione fosse inutile. Che lei gli fosse inutile.

    Era connessa sia a Morrigan che ad Aragaki, eppure dalle sue azioni non riusciva a relazionarla a nessuno dei due. O per ignoranza, o per cautela, da lei non avrebbe carpito alcunché. A che pro – quindi – tutta quella situazione tediosa? Qual era il silver lining del suo sangue avvelenato?

    La bionda scattò all'attacco, e Gabriel era pronto a ricevere. A farle male. L'unica cosa che poteva fare per non aver sofferto e basta quella notte, era sfogare sulla ragazza i desideri iracondi che lei stessa aveva fomentato.

    Il braccio destro dell'uomo si alzò assieme al sinistro della donna, lei a pugno chiuso e lui a palmo aperto. Avrebbe toccato la pelle metallica di lei mentre schivava quel jab, come a volerle guidare l'attacco allontanandolo da se. Simultaneamente caricando il suo corpo intero di energia.

    Il palmo sinistro invece rimase aperto, e appena confermato il contatto un breve scoppio avrebbe respinto l'ex-Jester all'indietro, riaprendo la stessa distanza originaria prima che dall'altra partissero ulteriori offensive. La sua tattica classica, tocca e fuggi.

    « Wow~ Davvero non ti hanno detto nulla di me? ♠ »

    Un tono meno gioviale.

    « Avessi saputo qualsiasi cosa sul mio conto non ti saresti avvicinata ♥ »

    E in quell'esatto momento – accompagnata dalla frase ad effetto – la sconosciuta sarebbe partita verso i cieli. Stavolta era lei stessa la fonte dell'esplosione. Le sue stesse carni ed ossa la tradivano, causandole un decollo simile ad un razzo. Avrebbe raggiunto i cinque metri dal terreno prima di fermarsi e precipitare.

    Ma sarebbe atterrata tutta d'un pezzo?

    Gabriel già puntava il palmo disteso verso l'alto, pronto ad intercettarla in una seconda esplosione. Senza trattenersi. Avrebbe visto poi quanta voglia le sarebbe rimasta di sminuirlo e intralciarlo.

    Chiuse un occhio, prese la mira, detonò.

    ♣ ♥ ♠ ♦

    Che scenetta triste.

    Poteva perdonarsi l'accaduto della spiaggia, davvero. Era in pesante astinenza, la prima botta dopo gli eventi alla Pagoda, era comprensibile lasciarsi andare un po' troppo. Usciva da un momento difficile. Chi non c'è passato? Non ne andava fiero ma fortunatamente se l'era cavata prima di cacciare in malora tutti i suoi sforzi.

    Ed eccolo di nuovo qui, poco tempo dopo la sua ultima ricaduta nel Villanismo, a ripetere gli stessi errori.

    "È colpa dell'XSQ."

    Stronzate. Era solo rabbia che cercava una valvola di sfogo, la droga era una scappatoia conveniente per lavarsene le mani poi dar colpa ad una dipendenza incontrollabile. Si responsabilizzava soltanto quando il trip era finito, i problemi erano risolti, e le sue mani si erano sporcate.

    Quant'è facile rigare dritto finché tutto va a gonfie vele. Alla prima cosa storta si torna alle vecchie maniere, eh? Voleva abbattere l'albero della violenza ma intanto ne mangiava i frutti.

    "Non sono in controllo delle mie azioni."

    Chi se l'è ingoiata la pasticca? Chi ha infranto le regole imposte appunto per evitare quei risvolti? Voleva distanziarsi dalle sue peggiori abitudini, eppure invece che confrontare le proprie ricadute, scaricava ogni responsabilità su quest'altra entità che s'impossessava di lui durante le high.

    Forse poteva giustificarsi a se stesso in tal modo, ma il mondo non ci vedeva alcuna differenza tra Hisoka e quel che voleva farsi chiamare Gabriel. Errare è umano, come purtroppo lo era anche lui. Perseverare invece è una mossa da pagliaccio.

    "Volevo risposte."

    Che motivazione sgonfia. E quindi? Ciò che voleva gli era dovuto? I suoi capricci erano un fine così prezioso da giustificare ogni mezzo? Se l'unica maniera fosse stata quella di massacrare la donna, l'avrebbe fatto? Credere qualcosa sia proprio diritto perché lo si vuole e si ha un modo per ottenerlo è la mentalità di un Villain.

    Come se poi una rissa nei vicoli sporchi fosse una maniera efficace per risolvere i propri dilemmi. Avrebbe potuto chiedere a Morrigan stessa ma era troppo codardo. L'intera situazione nasceva da vigliaccheria, non necessità. Optava per la maniera più facile piuttosto che la migliore, o diamine quella moralmente accettabile.

    Con Akahito filosofeggiavano su giustizia e cambiamento, e appena la vita deviava dalle aspettative non esitava a regredire pur di far sparire gli ostacoli.

    "Ha iniziato lei."

    Ridicolo, assolutamente ridicolo. Il suo passato era ben più duraturo e concreto del presente. Per chiunque era "Hisoka Morow, il Clown, il Re di Cuori, il Villain", chi cazzo era Gabriel Daystar? Gli stava tornando come una molla tutta la sofferenza che aveva inflitto alla città, era la definizione di Giustizia. Il mondo aveva ogni giustificazione per volerlo cancellare.

    E qual era la sua risposta a tutto ciò?

    Ulteriore violenza.

    Per un motivo o per un altro, droga o meno, aggressore o aggredito, tutte le strade portavano sempre a quella destinazione. E non ne era mai uscito migliore di quant'era entrato. Dov'erano questi cambiamenti? Non dovevano essere poi così rilevanti, se bastava la minima provocazione, il minimo imprevisto emotivo, ad orchestrare situazioni simili.

    Voleva cambiare strada e pensava di star andando in cerchio, ma si sbagliava. Stava continuando sulla stessa strada di sempre. L'unica differenza erano le sue giustificazioni per ogni passo che portava con se il marchio del Giullare.

    Era stanco di vivere in un circo.

    ♣ ♥ ♠ ♦

    Ci voleva sempre un istante tra il comando mentale e l'esplosione, un breve momento in cui sentiva l'energia percorrergli canali ignoti del corpo, fino al rilascio. Forse era l'effetto dell'XSQ misto a tutte quelle emozioni discordanti, o forse proprio il fatto che le sostanze avessero raggiunto la loro half-life schiarendogli i pensieri, ma sembrò durare molto più del solito.

    Abbastanza da cambiare idea.

    Un botto ci fu, seppur non sull'obbiettivo per cui era stato chiamato all'appello. Il palmo di Gabriel si era ritratto e affiancato il suo stesso volto. La bomba coinvolse soltanto la sua testa di cazzo.

    All'atterraggio di Laguna lei sarebbe stata sana e salva (se avesse trovato un modo per non spezzarsi qualcosa in caduta), mentre l'uomo dai capelli blu ancora era intento a barcollare... E gli usciva un po' di sangue dall'orecchio destro, ora visibile siccome il cappuccio gli era stato abbassato dalla forza del colpo.

    Strizzava gli occhi e contorceva il volto in espressioni addolorate. Non sapeva cosa fosse peggio tra i fischi penetranti o il cervello che ancora sentiva sballottolare qua e là, o magari il fatto che non si sentisse più la mandibola.

    Aveva commesso l'errore d'ingerire quelle sostanze... Stava a lui darsi una svegliata. Una botta come quella di certo avrebbe calmato i suoi bollori esagerati.

    E inoltre, una punizione se la meritava.

    Gabriel Daystar

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    – Danni Medi alla Testa

    • Tecniche Utilizzate
    Heartfelt Farewell [Livello 1]
    - Un particolare stile di movimento che permette all'utilizzatore di spostarsi molto più rapidamente del normale, sballottandosi qua e la trasportato dalla forza delle proprie esplosioni. Potenzialmente anche planando in aria addolcendo la caduta tramite detonazioni, o sfruttandole per grossi balzi e cambi di direzione a mezz'aria.
    - Il lavoro grosso del movimento è fatto dal Quirk, piuttosto che i muscoli dell'utilizzatore, ciò rende possibili bruschi cambi di traiettoria improvvisi, o salti senza alcun tipo di rincorsa. Il corpo non offre molti spunti per prevederne i movimenti, se usato bene porta ad azioni abbastanza inaspettate.
    - Le deflagrazioni sono piccole e direzionate, possono generarsi da ogni punto d'uscita di "Crashing Embrace". Non arrecano danno bensì fungono unicamente da propellenti.
    - Ogni singola esplosione ha effetto sulla velocità e traiettoria del corpo fino a 2 metri, poi perderà propulsione. Serviranno altre esplosioni per riprendere e mantenere velocità.
    Costo: 15 a turno

    Long Distance [Livello 3]
    - Si impregna di una carica speciale uno o più oggetti a contatto con il proprio corpo. Essa non esplode, bensì farà da propulsore.
    - Tramite un semplice comando mentale, l'oggetto viene fatto detonare, e una piccola esplosione partirà da esso spedendolo in volo come un razzo.
    - Si può decidere l'angolazione e la traiettoria del decollo facendo fuoriuscire la "spinta" da una zona della superficie rispetto ad un'altra. In ogni caso la deflagrazione sortirà soltanto questo effetto senza causare danni.
    - L'esplosione ha effetto sulla velocità e traiettoria dell'oggetto fino a 5 metri, poi perderà slancio.
    Costo: 5 per caricare, 45 per attivare

    Crashing Embrace {LITE} [Livello 2]
    - Applicazione più diretta e aggressiva del Quirk. Invece d'incanalare la carica esplosiva in un oggetto, la si rilascia direttamente dai palmi, dalle piante dei piedi, dalla punta delle dita, o dalla bocca.
    - L'esplosione si dipana frontalmente, per un raggio di massimo un metro e mezzo.
    Costo per ogni detonazione: 30
    Danno: Medio Medio-Grave

    • Equipaggiamento
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    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 20]
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    Aveva schivato il jab con una facilità disarmante. Nonostante questo fosse niente più che un diversivo, il clown si era spostato come se si fosse trovato di fronte un fastidioso ramo, spostando il braccio metallico col palmo della mano. Ma la vera botta sarebbe arrivata a breve. Lanciò il gancio e... venne lanciata lei. In aria. Improvvisamente aveva sentito una forza spingerla verso l'alto a una velocità esagerata e facendola trovare a una distanza di almeno cinque metri dal suolo. Un due più due nella sua testa avrebbe unito la frase di Hisoka al quirk che aveva usato poco prima per spostarsi: il tocco del braccio non gli era servito solo per schivare il suo diretto. E ora lo vedeva puntarle contro la mano, prendendo la mira, probabilmente pronto a scagliare un'altra delle sue esplosioni a lungo raggio. L'americana si portò le braccia davanti al corpo, come aveva fatto prima, conscia del fatto che, stavolta, sarebbe stata sbalzata via, anche le fosse riuscita a parare i suoi danni. BOOM.

    Non aveva sentito nulla. Aldilà delle parole che aveva rivolto al criminale, prima si era accorta eccome dell'impatto dell'esplosione, mentre ora ne aveva solo sentito il botto. Aprì la guardia, per capire meglio cosa fosse successo e vedendo l'avversario chiaramente in preda al dolore. Aveva diretto l'esplosione contro se stesso? La bionda fu oltremodo confusa, dato che fino a poco prima il clown aveva avuto un atteggiamento fin troppo ostile per farsi venire una coscienza in quel momento. Poi, un dubbio le arrivò al cervello, mentre era in discesa verso il suolo: che la stesse sottovalutando? Quel maledetto voleva farle vedere quanto fosse facile sconfiggerla, tanto che poteva permettersi di colpirsi letteralmente da solo. Digrignò i denti, furibonda.

    Cosa cazzo pensi di fare, fottuto clown?

    Gridò, mentre la parte superiore del suo corpo tornava di carne ed ossa, al contrario di quella inferiore che, invece, assumeva le stesse qualità del titanio del suo guanto. Aveva letteralmente scambiato la sua metà attiva, apposta per poter cadere sulle sue stesse gambe, nonostante l'altezza. Gambe comuni si sarebbero quasi sicuramente rotte, anche se ben allenate, ma delle gambe come quelle avevano bisogno di ben altri impatti per spezzarsi. Andò anche in accosciata, per cercare comunque di attutire la caduta che provocò un sonoro rumore, come di una grossa trave metallica che si schianta al suolo. Sfruttando l'accosciata, Laguna sarebbe dunque partita in avanti come una molla, verso Hisoka.

    SONO IO CHE DEVO SPACCARTI LA FACCIA!

    Usando ancora una volta il suo quirk, ora la metà trasformata era nuovamente quella superiore. Dopo quel grido dal riverbero metallico, Laguna avrebbe allungato la mano destra verso il clown, cercando di afferrarlo da qualche parte: idealmente la maglietta, ancora meglio i capelli. No, non avrebbe avuto alcuna pietà, a maggior ragione seguendo la possibilità che si stesse prendendo gioco di lei. Se ci teneva davvero tanto a farsi del male, avrebbe dato il suo sentitissimo contributo. Che fosse riuscita ad afferrarlo o meno, il pugno sinistro si sarebbe mosso con violenza verso la mandibola avversaria, con tutto l'intento di strapparla via dal resto della faccia. Oppure, nel caso non fosse stata così fortunata, almeno di fargli molto male.
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    Cercava di ricordare se avesse mai incassato una botta così forte alle tempie. Non gli veniva in mente nulla. Aveva superato da se ogni suo sfidante, o si era lobotomizzato al punto di scordarlo? Manco sapeva dove fossero cielo e pavimento, da che verso fosse girato, o quel che aveva mangiato a pranzo.

    Se la donna era atterrata Gabriel non l'aveva visto né sentito. Viveva in un mondo di mal di testa e fischi metallici, più somiglianti a grida, un coro che lo ridicolizzava per lo stato in cui si era ridotto. Stava sentendo la famigerata voce della sua coscienza?

    Costrinse le palpebre ad aprirsi, seppur ancora si tenesse alla tempia quasi spaventato potesse scivolargli fuori il cervello, sporcandosi il palmo di qualche goccia di sangue che s'era fatta strada fuori dall'orecchio e giù per il collo. Però voleva verificare lo stato della ragazza. E soprattutto chiarire la situazione prima che–

    Ecco appunto.

    Il tempo di mettere a fuoco gli occhi e le dita di questa erano avvinghiate alla felpa e la t-shirt sotto. Sbam. Un cazzotto proprio al lato della sua faccia che s'era salvata dall'esplosione.

    « Oww!! Ma sei scema?! »

    Sbraitò senza riflettere, echeggiando certi brutti modi di fare che – indubbiamente – assimilava dalla convivenza col cinghiale. Alle spalle aveva una vita spesa a ridere delle ferite ricevute. Ora che non era più quel tipo di giullare, doveva ancora imparare come reagire a farsi male, e per adesso aveva quel placeholder ben più rozzo dei suoi soliti modi.

    « Mi arrendo, mi arrendo. Hai vinto. Congratulazioni. »

    Disse con tono poco interessato. E controllando con la lingua che tutti i suoi denti fossero apposto, ma trovando solo gusto di sangue ovunque toccasse. La signorina picchiava forte. Se non fosse abituato al rinculo delle proprie esplosioni, sarebbe stato scaraventato fin dentro il bidone della spazzatura.

    Fissava l'avversaria negli occhi. Se non si fosse nuovamente allontanata, stavolta sarebbero stati più vicini che mai. Poteva squadrarla per bene con il suo sguardo pagliato. Meno penetrante di come voleva essere prima.

    Avrebbe dovuto darle qualche spiegazione? O una scusa, come minimo... Ma non era il tipo. Poteva ammettere d'essere dalla parte del torto, ma tra quello e dirlo ad alta voce aveva ancora un sacco di strada da fare. Specialmente ad una personalità acida come quella dell'Americana.

    « ...C'è qualcosa che posso fare per te? ♥ »

    Riacquistò il sorriso.

    « Me ne stavo tornando a casa prima di essere accostato. S'è fatta una certa ora ♠ »

    Gabriel Daystar

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    L'aveva preso in pieno. Cazzo, quanto era bello sentire le nocche impattare contro le ossa del pover malcapitato che pensava di poterle tenere testa. Ora il dannato clown ci avrebbe pensato due volte prima di sottovalutarla, sempre che, con l'impatto che aveva ricevuto, fosse ancora in grado di pensare correttamente. Ancora con i suoi abiti stretti nella mano, l'americana aveva già caricato un secondo pugno, prima di bloccarsi alla reazione totalmente inaspettata di lui.

    Eh?

    Lo guardava confusa, battendo un paio di volte le palpebre, la bocca semiaperta mentre cercava di elaborare quella situazione, prima che il criminale parlasse di nuovo.

    EHH!?

    Come "mi arrendo"? Le aveva parlato in tono totalmente disinteressato, come se non gli importasse più assolutamente niente di quella situazione, nonostante fino a pochi momenti prima avesse assunto un'aria ben più ostile, cercando di impaurirla. Era un cambio di comportamento a dir poco radicale e, almeno all'apparenza, immotivato. A meno che forse non l'avesse colpito davvero così forte da rovesciargli la personalità. O forse era stata l'esplosione di prima. In ogni caso, era inusuale. Ecco perchè la bionda non avrebbe annullato l'attivazione del suo quirk, non si trattava di un elemento contro il quale abbassare la guardia. Alle ulteriori parole del clown, Laguna allungò anche una seconda mano per aggrapparlo ai vestiti e tirarlo giù in modo che i loro occhi fossero alla stessa altezza.

    Cosa puoi fare? Ma che razza di domande fai?

    Disse, prima di tirargli una spinta con entrambe le mani. Non riusciva a capire se fosse delusa dal fatto che Hisoka si stesse arrendendo con una tale facilità. Si era prospettato un incontro esplosivo, e invece le aspettative della ragazza erano state completamente annullate. Non che volesse continuare a prendersi esplosioni addosso, ma se si arrendeva in questa maniera le faceva passare la voglia di pestarlo per bene. Si portò le mani alle tempi, sconcertata.

    Cos'è, una forma grave di bipolarismo?

    Se non fosse per tutta la sicurezza che aveva mostrato prima, Laguna avrebbe potuto pensare di aver completamente sbagliato persona, anche se la prova dell'occhio era inconfutabile. No, era lui. Alzò un indice, allungando la mano verso di lui.

    No, non mi prenderai per il culo. Non sono così fessa.

    Riportò la mano a sè, chiudendola e aprendo una alla volta le dita man mano che elencava i suoi indizi.

    Sei Hisoka Morow, ti ho riconosciuto subito, ho cercato ogni singola notizia riguardo ai tuoi crimini. Secondo, so benissimo che giri intorno al Kagejikan con scopi subdoli, Shinjiro mi ha messo in guardia nei tuoi confronti. Terzo, ti ho visto che stavi tramando qualcosa davanti all'entrata, per poi scappare perchè ti sei sentito minacciato.

    Aperte le tre dita, chiuse di nuovo la mano a pugno, con fare minaccioso.

    Ma caschi male, perchè bastardi come te devo stare lontani da dove lavoro. Quindi o mi dici la verità sul perchè ti trovavi davanti al locale o procedo a romperti ogni osso della faccia.

    Fece schioccare le nocche della mano.

    Ecco cosa puoi fare per me. O a casa ci tornerai in ambulanza.
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    Non s'illudeva che potesse lasciarlo andare così facilmente. Eppure la reazione lo divertì. Era meno rabbiosa o assetata di violenza, quanto veramente confusa. Invece che tenerselo sotto braccio lo spintonò via, e si mise a razionalizzare, apparentemente ordinare quella situazione enigmatica era più importante d'impedirgli di scappare o di attaccare a tradimento.

    Accolse una dopo l'altra le accuse di lei, e la sua minaccia finale, intanto si apriva la felpa e usava una delle due metà frontali per ripulirsi dal sangue colato. Probabilmente sarebbe stata da buttare. Non gli dispiaceva troppo perché dava peso irrisorio agli abiti... Ma il suo guardaroba non era talmente espansivo da permettersi di buttarne così tanti. Già c'aveva rimesso un paio di pantaloni l'ultima volta che aveva "perso il controllo".

    « Hai cercato ogni singola notizia su di me... E volevi combattermi corpo a corpo... Suppongo sia la differenza tra conoscenza e saggezza ♠ »

    Insisteva sul tono indifferente. Non poteva far altrimenti considerando che le parole dell'altra avessero confermato fosse un'impiegata standard dal Kagejikan. Le era stato detto di lui da Aragaki il cuoco, non Shinjiro il... Manco lui sapeva bene cosa. Ma non era un ristoratore qualsiasi.

    Quindi era stato davvero tutto uno spreco di tempo, un'umiliazione, e un fallimento personale.

    Che nottata.

    « La verità te l'ho detta~ Ero venuto a trovare una vecchia conoscenza... Ma non era la serata giusta, dovrò tornare più avanti ♦ »

    Chiaramente una provocazione, volta a distrarla dal chiedersi perché quella svolta. Ora che aveva la testa lucida – seppur rimbombante – quelli non erano frutti d'una rabbia da sfogare, bensì... Il suo modo tipico di relazionarsi alle persone, all'incirca. Accentuato dal fatto che la donna non ispirasse particolari simpatie.

    « In ogni caso non hai motivo per preoccuparti. Fargli del male è l'ultima cosa che voglio ♥

    Gli ho sempre dato fin dov'era capace di gestire, e un paio di volte gli ho persino coperto le spalle, a sua insaputa ♣ »


    Ripensava alla minaccia velata che Xander rivolse al ristorante, o quando Gabriel stesso andò contro Aogiri mettendo in guardia Desmond dalla bambola esplosiva e la rossa dell'albero. Shinjiro gli serviva vivo... Perché altrimenti con chi si sarebbe divertito?

    Quest'ultima era la mentalità che lo guidava quando le "sfide" erano al centro della sua vita. Ora che stava cercando di superarle non sapeva bene dove inquadrare lo chef. Voleva incontrarlo anche per scoprirlo, in fondo.

    « ...Quindi ti sei conferita il dovere di proteggere il ristorante, huh ♣ »

    Le parole di lei tradivano il fatto che Shinji non le avesse spiegato tutto. Se si sentiva in diritto di affrontarlo da sola era perché ignara delle vere potenzialità di quel che sembrava un grosso ma normale chef. Una strana coincidenza, quindi.

    Ma forse il suo dovere poteva farlo davvero.

    « Sai mantenere un segreto? Se sì, potrei dirti chi veramente vi causerà guai ♥ »

    Gabriel Daystar

    Livello 8 ♠ Villain ♥ Disoccupato ♣ 26yo
    Energia: 870 ♦ Forza: 19 ♣ Quirk: 375 ♥ Agilità: 375
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    Pulendosi il sangue con la felpa, il criminale non si tirava indietro dal provocare ulteriormente la ragazza, insistendo sul fatto di aver avuto una cattiva idea riguardo al volerlo affrontare a distanza ravvicinata. Tuttavia, lei non aveva nessun altro modo di spaccargli la faccia, per la natura del suo quirk e del suo stile di combattimento. Avesse avuto una pistola in mano, gli avrebbe volentieri sparato, ma purtroppo l'americana non poteva approfittare di alcun proiettile, al momento. Il suo sguardo si fece più irritato, rispetto a prima.

    Parli davvero tanto, clown.

    Alla frase seguente, Laguna si portò una mano alla bocca, pensierosa.

    Bella idea, ma ne ho una migliore: tu non ti fai vedere mai più nei paraggi e io non ti avrò sulla coscienza. Sounds great, right?

    Non l'avrebbe mai lasciato andar via così facilmente, comunque. A prescindere da quanto lui cercasse di giustificarsi o di aggirare i fatti con la sua parlantina, la verità era che credere alle parole di una persona del genere e fidarsi del fatto che non si sarebbe più presentato sarebbe stato un grosso errore. Come al solito, la soluzione migliore era un secco e sonoro pestaggio. Di quelli che non si dimenticano. Di quelli che gli sarebbero tornati in mente ogniqualvolta avesse deciso di mostrare il suo brutto muso nei pressi del Kagejikan. Le parole facevano poco effetto con gente come lui, bisognava far parlare i pugni.

    Iniziò poi a parlare di Shinjiro, non come non voleva fargli del male e di come gli aveva... coperto le spalle? In che senso? Era difficile arrivare a conclusioni immediate, per il semplice fatto che il cuoco sembrava vedere Hisoka davvero di cattivo occhio, il che escludeva nella sua testa la possibilità che fossero in qualche modo complici di qualcosa. Non capiva davvero di che diavolo stesse parlando, quando poi, all'improvviso, tutto ebbe senso. Puntò un dito contro il clown.

    Perchè tu sei innamorato di lui, vero?

    Serissima. Era la conclusione più logica, stando a quanto si era detto quel giorno al locale. Era chiaro: l'amore di Hisoka non era corrisposto, ma lui continuava a cercare le sue attenzioni, dandogli "fin dov'era capace di gestire", e quando si era trovato in difficoltà gli aveva "coperto le spalle", ma senza che il cuoco lo venisse a sapere esplicitamente. Tutto filava. Al dire quelle parole, Laguna sentì un brivido di ribrezzo.

    Che schifo. Non ti vergogni? Sei un depravato fino al midollo.

    Inutile spiegare a cosa fosse dovuto quello sguardo disgustato che gli aveva appena dedicato, sarebbe sembrato abbastanza ovvio anche a lui. Soltanto il pensiero dei due insieme le faceva venire il voltastomaco, ma fortunatamente l'argomento si spostò altrove. Aldilà del tono che aveva usato, la sua scelta di parole tradiva una certa accondiscendenza: la dava davvero sottovalutando, allora. Ai suoi occhi, il clown le stava cortesemente concedendo una bella chiacchierata, sicuro delle sue potenzialità e certo che la bionda non sarebbe comunque riuscita ad dargli la lezione che voleva. Lei si mise in guardia, alzando di nuovo i pugni, il suo corpo ancora mutato in titanio.

    Ho le mie ragioni. E non ti riguardano.

    Un segreto? Provava ancora a continuare con la sua retorica. Voleva distrarla dal suo vero obiettivo, ma non ci sarebbe riuscito. Laguna avrebbe compiuto uno scatto in linea retta, le braccia alzate davanti a sè, in modo che i pugni fossero poco sotto gli zigomi, pronta ad alzare le difese in caso di necessità. Solo arrivata a distanza di braccio da Hisoka si sarebbe quindi sbilanciata più verso sinistra, per caricare un montante che mirava al mento dell'avversario. Tuttavia, al contrario dell'ultima volta, questa non sarebbe stata un'ulteriore occasione di spedirla in orbita. Se avesse provato a toccarla, per attivare il suo quirk o semplicemente per schivare l'attacco, Laguna avrebbe fatto spuntare dal braccio d'offesa numerosi spuntoni metallici, pronti ad accogliere a braccia aperte la mano nuda del clown, che probabilmente l'avrebbe ritratta al contatto. Quale momento migliore per tirargli un gancio destro al fianco?
    _________________________

    Stato: Eccellente.
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    Quirk: 81
    Agilità: 186

    Equipaggiamento:
    - [Claw]

    Tecniche:
    CITAZIONE
    KOMBATMORPH
    Attraverso l'utilizzo del proprio quirk, una volta "scelto" un materiale, si può trasformare l'intera parte superiore, dalla testa alla vita, o l'intera parte inferiore, dai piedi a metà torso, sotto il seno, nel materiale scelto. Colpire un avversario con l'arto mutato provoca danni medio-gravi.
    Costo: 50
    Mantenimento: 20

    CITAZIONE
    NEEDLEMORPH
    Attraverso l'utilizzo del proprio quirk, una volta "scelto" un materiale, si può plasmare una o più parti del corpo per fare in modo che da essa escano fuori numerosi spuntoni. Questi hanno le dimensioni di un comune chiodo e sono distribuiti uniformemente lungo la superficie trasformata, alla distanza l'uno dall'altro pari a metà del palmo di una mano. È una tecnica utilizzata principalmente come difesa da attacchi corpo a corpo, ma nulla vieta di utilizzarla anche come offesa.
    Costo: 15
    Mantenimento: 5

     
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    ...Silenzio. Breve, ma interminabile, e imbarazzante.

    Il volto di Gabriel era privo di sorrisi, lasciarono spazio alla confusione. Nemmeno lui, l'ex-giullare dalla parlantina sempre pronta, aveva parole in risposta alla scena.

    « ....Ma. ...Cosa? »

    Spiazzante la convinzione che impregnava il verdetto della donna. Si era lasciata le punzecchiature alle spalle, quelle accuse erano – ai suoi occhi – evidenti ed innegabili verità. Parte dello sbigottimento di Gabriel comprendeva anche il fatto che non fosse la prima persona con tale diagnosi. Era quella la cosa più perturbante, forse.

    « Sorry, Shin non è il mio tipo in quel senso ♠ »

    Ancora i sentimenti umani lo eludevano. Meno che un tempo, però, e credeva di saper identificare l'amore. In bene e in male, era stato istruito dala frequentazione con Morrigan. Ciò che provava o soffriva per lei mai l'aveva percepito nei confronti di Aragaki.

    « ...Quindi non serve essere gelosa. Se vuoi confessarti tu stessa, non ti sarò d'impedimento ♦ »

    Vi era un certo astio nei toni di lei, magari perché quella faccenda era più personale di quanto sembrasse. Si stavano contendendo il cuore dello chef? Possibile questo suo desiderio di allontanarlo dal ristorante avesse lo scopo di stroncare sul nascere un amore avversario.

    L'infatuazione nei confronti del cuoco doveva essere bella focosa, se ancora lei non desisteva da quell'inutile scambio di colpi.

    Uno scatto repentino li portò nuovamente a ravvicinarsi. Un'altra offensiva di quelle braccia metalliche. Gabriel non si scompose, gli sarebbe bastato un passo all'indietro per levare la testa dalla traiettoria del pugno. Fluido, deciso, senza telegrafare le proprie intenzioni o far movimenti superflui.

    Dimostrava il controllo di un vero combattente.

    Gabriel aveva sopravvissuto numerose battaglie, ben più di un Villain nella media. Colpiva così duro per aver coltivato il desiderio di infrangere le barriere altrui. Aveva appreso come smarcarsi siccome consapevole fosse l'unico modo per vedere l'alba di una nuova sfida.

    Quando la morte – o peggio, la galera – è ad una mossa falsa di distanza, o superi i tuoi limiti, o sei soffocato da essi. Hisoka si gettava di proposito nelle situazioni peggiori per scoprire fondi sempre nuovi delle proprie capacità. Il suo corpo ne aveva risentito, ma era innegabile si fosse temprato nella forma di un guerriero.

    La bionda non aveva la minima chance.

    Alla schivata abbinò il movimento della mano cicatrizzata, che si portò rapidamente al fianco dell'avversaria, prima di esplodere in un altro botto.

    Una detonazione innocua, volta solo a riaprire la distanza allontanando l'utilizzatore. Eppure il messaggio era chiaro: "Avrei potuto".

    Che spreco. Tutta la vita aveva sognato di raggiungere quella versione di se, e adesso che l'era diventato... Certi svaghi erano fuori dalla sua portata. Istinti ed abilità che si era autodistrutto per sviluppare, dovevano essere il suo passaporto a sfide sempre più agguerrite, invece doveva contenerle.

    Comportarsi "bene" era molto, molto meno divertente dell'alternativa.

    Circa tre metri separavano i due litighieri. Non le andava proprio a genio una risoluzione pacifica, nonostante un approccio diretto e aggressivo come il suo non potesse funzionare su Gabriel. Parecchia gente ben più impressionante di lei aveva provato a prenderlo a sberle nel corso degli anni.

    Dal suo canto però l'azzurro non era interessato a malmenarla... Senza un valido motivo, almeno.

    Sospirò. Portò la mano alla tasca e da essa estrasse una carta. Ancora si portava il suo fidatissimo mazzo appresso, seppur date le condizioni delle sue mani gli fossero impossibili i soliti trucchi. Però erano anni che non se ne separava, provando a uscire senza si sarebbe sentito incompleto.

    Inoltre tornavano utili in circostanze come quella.

    « Stiamo sprecando il nostro tempo~ ♣ »

    Allungò il braccio per mostrarle chiaramente il tre di fiori pescato. Una comunissima carta, niente più, niente meno.

    « Credimi, apprezzo il tuo amore per Shinjiro, tra te e Desmond sono sicuro nessuno gli torcerà mai un capello ♦ »

    Quando pensò il cuoco potesse essere in pericolo, non esitò a rivelare all'Inglese i piani di Aogiri, e invitarlo a difendere il suo soggetto d'interesse. Lo chef lo divertiva troppo per permettere a chiunque di minacciarlo.

    « Per questo pensavo di poter confidare in te per tener gli occhi aperti sulla vera minaccia al ristorante ♠

    Non voglio farti del male. So che il sentimento non è reciproco... Eppure ti invito comunque a prenderci una tregua ♣ »


    In quell'istante, senza preavviso alcuno, la carta sarebbe volata via dalla stretta di Gabriel. Avrebbe preso il volo come un razzo, lanciata all'assalto con la forza esplosiva della stessa bomba che prima aveva funzionato sulla donna.

    Ma l'obiettivo non era lei. La carta si sarebbe diretta al magazzino lì vicino, sei metri al loro fianco, precisamente l'uscita sul retro che affacciava alla zona rifiuti in cui stavano duellando. Una porta di metallo presumibilmente serrata a chiave, incastonata in una parete di cemento e mattoni.

    Boom.

    Un battito di ciglia, era facile distrarsi un attimo e perdersi la devastazione che Tainted Love avrebbe inflitto su quel luogo. La rigida porta che veniva scardinata, piegata, e lanciata con violenza all'interno della struttura. Un'entrata che si faceva più larga con la distruzione della parete, totalmente sfondata fin dove la deflagrazione aveva raggiunto. Nemmeno l'asfalto fu risparmiato, la pressione causò crepe e rotture nel terreno stesso, portandolo a sprofondare qualche centimetro.

    Un vero e proprio trambusto assordante accompagnò la demolizione. Ma come il botto che ne era causa, durò tutto un mero momento. Poi rimase solo il polverone. Il disfacimento. Il sorriso di Gabriel e i suoi occhi che si assottigliavano sulla ragazza.

    "Questa potevi essere tu."

    « Se davvero fossi cattivo come pensi... A quest'ora non staremmo parlando ♥ »

    Gabriel Daystar

    Livello 8 ♠ Villain ♥ Disoccupato ♣ 26yo
    Energia: 715 ♦ Forza: 19 ♣ Quirk: 375 ♥ Agilità: 375
    Status ♥ ♣ Equipaggiamento ♠ ♦ Tecniche
    • Status
    – Danni Medi alla Testa
    – Danni Medi alla Mandibola

    • Tecniche Utilizzate
    Heartfelt Farewell [Livello 1]
    - Un particolare stile di movimento che permette all'utilizzatore di spostarsi molto più rapidamente del normale, sballottandosi qua e la trasportato dalla forza delle proprie esplosioni. Potenzialmente anche planando in aria addolcendo la caduta tramite detonazioni, o sfruttandole per grossi balzi e cambi di direzione a mezz'aria.
    - Il lavoro grosso del movimento è fatto dal Quirk, piuttosto che i muscoli dell'utilizzatore, ciò rende possibili bruschi cambi di traiettoria improvvisi, o salti senza alcun tipo di rincorsa. Il corpo non offre molti spunti per prevederne i movimenti, se usato bene porta ad azioni abbastanza inaspettate.
    - Le deflagrazioni sono piccole e direzionate, possono generarsi da ogni punto d'uscita di "Crashing Embrace". Non arrecano danno bensì fungono unicamente da propellenti.
    - Ogni singola esplosione ha effetto sulla velocità e traiettoria del corpo fino a 2 metri, poi perderà propulsione. Serviranno altre esplosioni per riprendere e mantenere velocità.
    Costo: 15 a turno

    Long Distance [Livello 3]
    - Si impregna di una carica speciale uno o più oggetti a contatto con il proprio corpo. Essa non esplode, bensì farà da propulsore.
    - Tramite un semplice comando mentale, l'oggetto viene fatto detonare, e una piccola esplosione partirà da esso spedendolo in volo come un razzo.
    - Si può decidere l'angolazione e la traiettoria del decollo facendo fuoriuscire la "spinta" da una zona della superficie rispetto ad un'altra. In ogni caso la deflagrazione sortirà soltanto questo effetto senza causare danni.
    - L'esplosione ha effetto sulla velocità e traiettoria dell'oggetto fino a 5 metri, poi perderà slancio.
    Costo: 5 per caricare, 45 per attivare

    Secret Confession [Livello 4]
    - Si impregna di carica esplosiva uno o più oggetti a contatto con il proprio corpo, rendendoli a tutti gli effetti bombe.
    - Tramite un semplice comando mentale, l'oggetto viene fatto detonare, agendo come un normale ordigno.
    - La bomba in se resterà illesa, anche se perderà l'energia di Tainted Love.
    - L'esplosione non si attiva se il bersaglio è fuori dal raggio massimo dell'abilità (7 metri). Il danno si può espandere in un diametro da 1 centimetro a 4 metri, a discrezione.
    - Una carica si disperde solo se esplode, se l'utilizzatore lo decide, se passano due ore dall'attivazione [Narrativo, AM, Eventi], o dopo quattro turni [Combat, Role].
    Costo per ogni bersaglio: 5 per caricare, 85 per detonare
    Danno: Grave (ridotto di uno ad ogni carica contemporanea)

    • Equipaggiamento
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    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 19]
    ► Peso: [2]

    Loaded Dice
    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 2]
    ► Peso: [1]

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    Equip ? [Aumenta efficacia tecniche di uno step per tre turni] [Dosi: 2]
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    Hisoka aveva negato il suo amore per Shinjiro. Lo guardava fortemente sospettosa, non del tutto convinta che quel che stesse dicendo rispecchiasse la verità. Dopotutto, quando aveva chiesto al cuoco i suoi gusti romantici, lui aveva evaso una risposta con un rimprovero. Se fosse stata al suo posto avrebbe negato esplicitamente, non aveva alcuna intenzione di passare per lesbica, e invece tutte queste persone continuavano a girare intorno alla questione, chiaramente nascondendo qualcosa dietro la porta dello sgabuzzino. Penoso. Ma non poteva neanche biasimarli troppo, era normale che si vergognassero almeno un po' della loro vera natura. Forse la più strana era stata Morrigan, che l'aveva affermato con tanta leggerezza.

    Io non sono gelosa, ti ho già detto cosa voglio da te: sparisci e non farti più vedere in giro.

    Secca e dura come al solito, era partita con la sua offensiva. Ancora una volta, tuttavia, il clown era riuscito a evitare la sua offensiva, dedicandole un piccolo botto al fianco metallico che facilitò, come poco prima, il suo allontanamento dal range della bionda che iniziava a farsi più irritata.

    Be a man and fight me, ya queer!

    A seguito di quel nuovo buco nell'acqua, Laguna fu costretta a far tornare alla normalità il suo corpo. Nonostante la maggiore padronanza che aveva acquisito nel corso degli anni, ancora non riusciva a mantenere una trasformazione costante oltre un certo lasso di tempo, costretta a dare un minimo di tregua alla sua muscolatura che, tra l'altra, iniziava già a far sentire qualche acciacco. In compenso, mai era riuscita in trasformazioni multiple a così breve distanza l'una dall'altra, perciò, aldilà del contesto che lasciava poco spazio all'entusiasmo, si sentiva davvero fiera di se stessa. La infastidiva, però, il fatto che Hisoka fosse così dannatamente agile. Il quirk dell'americana non nascondeva troppe sorprese, ormai era ovvio al suo avversario che, senza avvicinarsi a sufficienza, la forza fisica che lei cercava di sprigionare era totalmente inutile. Era una situazione abbastanza frustrante, soprattutto quando poi lo sentiva parlarle come fosse una bambina. La faccia di Laguna avrebbe lasciato trasparire tutte queste emozioni negative.

    Non ho idea di chi cazzo sia questo Desmond!

    Aveva alzato notevolmente il tono di voce. Si sentiva quasi truffata dal modo di combattere del clown, per quanto non ci fosse nessun trucco in gioco. Era semplicemente migliore di lei. E ciò la faceva imbestialire.

    Tregua?! Vedrai che tregua che ti prenderai, oh altrochè!

    Il braccio e il dito medio puntati contro di lui, ancora distante.

    I just need one clean shot to fuck you up!

    Aveva fatto giusto in tempo a finire la frase. Un sibilo. Un'esplosione assordante sul muro di fianco. La pesante porta del magazzino che si piegava come carta per l'enorme botto causato dal quirk avversario. Il volto di Laguna era solo leggermente girato verso il punto dell'esplosione, la bocca semiaperta, incredula davanti a un tale potere distruttivo. Si era nuovamente cacciata in affari più grandi di lei, ormai era la routine. Quello che aveva subito fino a quel momento era soltanto un assaggio delle vere capacità di Hisoka e, anche così, le aveva dato filo da torcere. Eppure sì: quella poteva essere lei. Il suo busto spezzato e contorto in direzione diversa dai suoi arti, completamente irriconoscibile. Ecco cosa sarebbe successo, se il criminale avesse deciso di usare tutta quella forza a distanza ravvicinata, anche se fosse stata totalmente tramutata in titanio.

    Le parole di lui la riportarono alla realtà con un leggero sobbalzo, voltandosi in sua direzione, conscia che perderlo anche solo per una frazione di secondo dalla sua visuale avrebbe potuto significare morte certa. Il braccio si era lentamente abbassato, le dita lasciate libere di aprirsi. Deglutì. Sarebbe stata in grado di scappare, in quelle circostanze? Si era davvero tirata in trappola da sola? Aprì leggermente di più la bocca, cercando di non risultare più patetica di quanto già non stesse apparendo.

    ...credo di poter mantenere un segreto.
    _________________________

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    Sventolò il palmo davanti al volto e versò due colpi di tosse ora che la polvere li aveva raggiunti. Lei no, però. Era fin troppo concentrata su ogni suo movimento, occhi sbarrati, muscoli tesi, labbra disunite, e l'inconfondibile aura di terrore attorno. Spavalderia e cattiveria erano sfumate in un attimo, la scena era quasi comica. Gabriel rimpiangeva solo aver dovuto prendere quell'approccio, le parole mancarono il bersaglio, la minaccia implicita no.

    Aveva dimostrato fosse capace di spazzarla via... Ora doveva farle capire che c'era un motivo se non l'avesse fatto. Solo così avrebbero davvero potuto parlare, è impossibile fare accordi quando c'è la paura di mezzo. Sotto tortura si confessa qualsiasi crimine reale o immaginario, e quando sei in balia di un predatore, ascolterai e annuirai e accetterai le idee più bizzarre se l'alternativa, ai tuoi occhi, è esplodere.

    ❈ Tenta di utilizzare Charisma [A] per tranquillizzarla ❈


    « Now, now. No need to be so shaken ♥ »

    Le cantò con voce morbida. Doveva approcciarcisi come fosse un cerbiatto, rassicurarla ed evitare mosse brusche che potesse interpretare male. S'incamminò verso l'epicentro della distruzione e del polverone, piegandosi al piccolo cratere nell'asfalto per recuperare la carta da gioco – totalmente indenne – e riunirla con le altre nella tasca.

    Dall'altro lato dei pantaloni invece estrasse una bustina trasparente.

    « Queste sono XSQ ♣ »

    Si riferiva alle caramelline visibili all'interno, avvicinandosi di qualche passo alla donna così che potesse darci un'occhiata migliore... Sperando ciò non l'avrebbe fatta scappare.

    « È un farmaco psichedelico a cui purtroppo sono dipendente~ Non sto passando la migliore delle serate e ne ho presa una dose per patirne meno... Proprio quando sei arrivata te ♦ »

    Deja vu. Era la seconda donna che aggrediva di notte e a cui doveva spiegare dei propri problemi con la droga per giustificarsi. Sperava non diventasse un trend.

    « Fortunatamente sono riuscito a rinsavire prima di farti male. Ti sei trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato, non volevo coinvolgerti, sorry ♥ »

    ...Scuse che avevano solo un 20% di verità, a essere generosi. I motivi dell'attacco da parte di Gabriel si estendevano ben oltre un semplice sbalzo d'umore, ma quella storiella così lineare sarebbe stata perfettamente comprensibile. La ragazza gli avrebbe dato del drogato, però poteva capire non fosse un pericolo, finché era sobrio.

    Per lei, almeno.

    « Conosci un certo Hayato Ono? ♠ »

    Tirò dritto al dunque, riponendo le pillole al loro posto ed impugnando l'ultimo oggetto chiave: Lo smartphone. Quello fin troppo grosso per i suoi gusti, e altrettanto complesso, regalo di Akahito e che già aveva graffiato praticamente ovunque.

    « È un altro dipendente del Kagejikan... O forse era? Ha cancellato il proprio account su Babel e vacato l'appartamento, non mi sorprenderebbe se fosse svanito anche dal ristorante ♦ »

    Ovviamente aveva un po' investigato il vecchio sottoposto. Dopotutto si era prefissato l'obiettivo di ammazzarlo, prima o poi. Anche cercando tra follower e following del Kagejikan o di Shinjiro non trovò il Consigliere, ma notò ci fosse stata un'altra chiamata ai colloqui.

    Non si sarebbe presentato direttamente al ristorante senza quei fondati sospetti Hayato non fosse più parte di esso... Ma giusto per sicurezza, aveva scelto una sera per cui Hayato – lavoratore part-time – non era solito presenziare, secondo le informazioni ricevute durante il periodo di "spionaggio".

    « Il suo vero impiego però era ad una celebre organizzazione criminale... In cui ancora ricopre un ruolo importante ♦ »

    Supponeva. Un'altra ipotesi infatti era che fosse scomparso perché... Il suo cadavere giaceva imboscato da qualche parte, ancora non ritrovato. Ma quella era un'idea abbastanza noiosa. Gli scarafaggi sono duri a morire, soprattutto sotto l'ombrellone di Daddy Shinya che apprezzava il suo cagnolino servile.

    « È di lui che dovresti preoccuparti, temo la prossima volta che si farà vivo, non verrà per cucinare. Se lo vedi, magari puoi farmi un fischio? ♥ »

    Tokyo era grande, trovare una specifica persona era cosa ardua senza una traccia da cui partire. L'izakaya era un posto come un altro dove il traditore avrebbe potuto affacciarsi, e Gabriel non voleva perdersi l'occasione, fosse successo. I luoghi migliori per la sua ricerca sarebbero stati quelli collegati all'Albero... Ma qualcosa gli diceva non fosse il benvenuto lì, quindi erano fuori questione.

    Laguna bazzicava il locale e sembrava determinata a difenderlo, perché non dare a lei il colpito di suonare l'allarme?

    « Ma teniamolo tra noi, ok? ♠

    Shin ha abbastanza preoccupazioni per la testa. Per non contare poi che più gente sa, più l'informazione si sparge, e potrebbe raggiungere le orecchie sbagliate ♣ »


    L'Hayato che voleva era quello ignaro, troppo sicuro di se. Non voleva metterlo in guardia se non ce n'era il bisogno. Al contempo era meglio non rischiare di rivelare il vero motivo per cui aveva iniziato il percorso al Kagejikan... L'intera questione gli si sarebbe solo ritorta contro, fosse venuta a galla.

    Premette il pollice allo schermo del telefono per quattro volte prima che l'identificazione funzionasse e sbloccasse la homepage.

    « Dovrei averne qualche foto, dammi un attimo ♦ »

    Cercò di affiancarla in modo che entrambi potessero guardare lo schermo. Impiegò qualche momento ad orientarsi e trovare l'applicazione della galleria, che immediatamente si apriva su foto e foto di Akahito assieme al tonno trovato l'altro giorno in pescheria. L'aveva tartassato di selfie del tonno, di lui col tonno, e anche di lui e basta per mostrare un'espressione soddisfatta all'ottenimento del tonno.

    Scese un altro po' fino a raggiungere le foto che il cinghiale l'aveva costretto a scattare di lui e il peluche squalo enorme che aveva comprato. Non solo, Gabriel era stato assillato abbastanza da sottoporsi a qualche foto lui stesso con il suo squalo, dato che ne aveva comprati tre. Ovviamente sfoggiava un'espressione molto meno divertita del coinquilino.

    ...Dopodiché la galleria finiva.

    « ...Oops, le foto le avevo nell'altro telefono. ...Quello che mi hanno distrutto. »

    Gabriel Daystar

    Livello 8 ♠ Villain ♥ Disoccupato ♣ 26yo
    Energia: 715 ♦ Forza: 19 ♣ Quirk: 375 ♥ Agilità: 375
    Status ♥ ♣ Equipaggiamento ♠ ♦ Tecniche
    • Status
    – Danni Medi alla Testa
    – Danni Medi alla Mandibola

    • Tecniche Utilizzate
    Charisma [Livello A]
    Consente di:
    ► Persuadere facilmente e ottenere facilmente informazioni da PNG di medio livello (max lvl 5).
    ► Persuadere facilmente PG di medio livello. (max lvl 5).
    ► Quando si fa uso di questa specializzazione parlando con un PG/PNG si applica [Infatuazione].

    • Equipaggiamento
    Marked Cards
    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 19]
    ► Peso: [2]

    Loaded Dice
    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 2]
    ► Peso: [1]

    XSQ
    Equip ? [Aumenta efficacia tecniche di uno step per tre turni] [Dosi: 2]
    ► Peso: [0]
    ©Code
     
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