Creepy Little Stories

Role | Daisuke & Hayato

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    “Shinda Wakai” era il nome del famigerato B&B di cui si vociferava negli ultimi tempi. Il motivo? Non era difficile da immaginare, considerando che le persone, ne bene o nel male, erano da sempre state rapite dal fascino dell’occulto.
    La locanda, infatti, era rinomata per la storia che le faceva da sfondo, che racchiudeva famigerate infestazioni da parte di fantasmi del passato.
    Una leggenda che però aveva preso a concretizzarsi con la misteriosa morte di un ventenne, trovato impiccato al letto a castello della sua stessa stanza.
    Una storia decisamente affascinante che aveva spinto, in un modo o nell’altro, il nostro Hayato a voler passare una notte all’interno della struttura stessa.
    Ultimamente il lavoro per Aogiri si faceva sempre più intenso, sempre più faticoso, e per questo motivo il Villain aveva deciso di staccare la spina per un giorno (uno dei suoi pochi liberi) per dare un’occhiata alla villa.
    Naturalmente lo scopo non sarebbe stato passare lì la notte a dormire, ma ad indagare, se così vogliamo dire, su quei misteri tanto macabri.
    Gli avrebbero concesso di passare la notte a girovagare per la villa? Poco gli fregava. Certo, avrebbe fatto attenzione a non farsi richiamare, ma nessuno gli avrebbe impedito di approfondire un po’ quella simpatica questione.
    «Mi sta dicendo che devo pagare una stanza per due persone anche se sono da solo? Suvvia, signora~ non potrebbe neanche farmi un po’ di sconto?»
    Chiese, con aria seccata, rivolgendosi alla donna dietro il bancone della hall: si trattava di una signora che doveva aver superato i sessant’anni. Era ben più bassa di Hayato e aveva i capelli raccolti in uno chignon; degli occhiali bianchi impedivano di scrutare in maniera chiara i suoi piccoli occhietti. Era abbastanza inquietante, a dirla tutta, e rispecchiava appieno lo stile della villa.
    Il Villain non sapeva se fosse la proprietaria del B&B o una semplice dipendete, fatto stava che non aveva alcuna intenzione di far pagare un centesimo di meno.
    «No, signor... Ono.»
    Rispose, fredda, lanciando un’occhiata alla carta di identità che il Consigliere aveva poc’anzi apposto dinanzi a lei.
    «Le regole qui sono estremamente rigide. Deve pagare il prezzo della camera pieno anche se è da solo. Sono stata abbastanza chiara?»
    Sibilò, con voce calma e controllata tanto quanto spaventosa. La signora aveva un tono estremamente profondo, tipico di chi aveva la situazione sotto controllo.
    «Ma se le camere sono già tutte piene, e ospitate un massimo di dieci persone a notte... non le sembra un po’ una truffa? È rimasta una sola stanza e io sono da solo. Perché farmi pagare il doppio?»
    Continuò il Villain, ma senza smettere di assumere un’espressione giocosa, talvolta interposta da un sorrisetto fastidiosa e furbetto, tipico.
    Hayato non aveva problemi economici, naturalmente, ma pagare la metà di una camera ovviamente non avrebbe potuto che fargli piacere. Ormai era diventata una questione di principio, ma se la donna avesse continuato a restar ferma sulla propria posizione avrebbe ceduto: la curiosità di scoprire di più su quel posto andava oltre il denaro.
    «No.»
    Proferì, quasi minacciosa, ed immediatamente si sentì un tuono rimbombare dall’esterno dell’edificio. Sì, perché in tutto questo quella sera c’era un fortissimo temporale in atto e la pioggia picchiettava incessantemente contro i vetri della villa, provocando un rumore continuo e frammentario, oltre che potente.
    I tuoni si succedevano ad intervalli quasi regolari, manco qualcuno li spedisse a comando, e chissà se fosse stato solo un caso se quell’ultimo falciò il cielo proprio nel momento esatto in cui la signora negò per l’ennesima volta la propria richiesta.
    «Lei non sta pagando il doppio. Sta pagando il prezzo normale della stanza doppia. Non provi a fare il furbo.»
    Continuò, protendendo il busto in direzione del Villain in maniera tutt’altro che pacifica, ma senza avvicinarsi troppo.
    «Le condizioni sono queste. La invito ad abbandonare immediatamente l’edificio, se non le sono convenevoli.»
    Disse, risoluta, e per un attimo Hayato riuscì a scorgere da dietro gli occhiali i suoi inquietanti occhietti color rosso sangue. Durò veramente un attimo, comunque, perché la donna tornò ben presto in posizione eretta.
    Hayato, intanto, tiro un profondo sospiro, come se la situazione stesse iniziando a seccare persino lui.
    Recuperò il portatogli dalla tasca ed iniziò a cercare il denaro sufficiente per pagare quella dannatissima stanza doppia, avendo compreso che non ci sarebbe stato verso di farle cambiare idea.
    «Spero per lei che almeno il letto sia matrimoniale.»
    Disse, acido, mentre sbatteva i soldi sul bancone, in attesa che la propria fastidiosa interlocutrice li recuperasse.
    Nel mentre, Hayato scosse leggermente il portafoglio che, in parte, si era bagnato a causa della pioggia: la stessa sorte aveva subito il suo jeans scuro, mentre la felpa grigia e il giubbotto di jeans nero erano rimasti quasi intatti.
    In quel momento l’unica cosa che avrebbe potuto accontentarlo sarebbe stato qualcuno con cui condividere il prezzo della stanza, eppure quante probabilità c’erano che uno sconosciuto facesse il proprio ingresso all’interno del B&B proprio in quel momento?
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©


    Edit: avevo dimenticato di inserire il livello, chiedo venia~

    Edited by .Dim - 2/5/2021, 21:41
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    900

    Status
    Offline
    DAISUKE OKADA
    ● VILLAIN ● ETERNIUM ● LIVELLO#8 ●SCHEDAPortfolioART
    Da quando aveva iniziato a lavorare per la W.I.S.E. Corp, la vita del corvino era cambiata notevolmente.
    Le sue giornate, ad esempio, avevano subito un cambiamento radicale, se prima ozio e divertimento regnavano sovrani, ora era il lavoro ad occupare la maggior parte del suo tempo. Una realtà abbastanza comune per il lavoratore medio giapponese, una categoria di cui ora il corvino faceva parte.
    Era l'unico in ETERNIUM a lavorare per una grande azienda, la maggior parte dei suoi compagni infatti, lavoravano in posti relativamente piccoli. Ryo ed Eve lavoravano praticamente in proprio, Yuya era dipendente diretto di Teruko, mentre Yami aveva il diritto di oziare sugli allori, nonostante fosse anche la finanziatrice principale del Patisseryo. Faceva strano considerarla investitrice però, non sembrava il tipo di persona da concentrarsi troppo sui guadagni.
    In ogni caso, l'unico schiavo di una grande società era Daisuke, ma non gli dispiaceva poi così tanto. Stava decisamente meglio con sé stesso lavorando legalmente come corriere, piuttosto che oziando giorno e notte, rendendo la sua vita più inutile del dovuto.
    E sotto un certo punto di vista era anche più soddisfacente di lavorare illegalmente, visto che era una fonte lavorativa parecchio sicura. Quando in passato invece, era costretto a fare il "freelancer", cercando di rimanere il più neutrale possibile. Non sarebbe stato bello inimicarsi un intero gruppo, a causa di un lavoro fatto ad un loro rivale, una cosa che era quasi successa un paio di volte.
    In ogni caso, aveva finalmente iniziato a lavorare sul serio. I primi mesi li aveva passati con un tutor, che gli aveva bene o male insegnato le basi di quel lavoro. Era stato relativamente facile in realtà, ed aveva anche stretto amicizia con il suo superiore, visto che doveva passarci parecchie ore ogni giorno.
    In ogni caso - da circa metà aprile - aveva finito il periodo di esercitazione, per cui era iniziato il lavoro vero e proprio, senza nessun supporto esterno.
    Non era poi così diverso dai mesi passati però, l'unica differenza era la solitudine che provava a viaggiare tutto il giorno da solo, parlando solo ogni tanto quando doveva scaricare roba, ma era un qualcosa a cui era abbastanza abituato, non aveva mai avuto grandi compagni di viaggio nei suoi viaggi oltreoceano, e nei rari casi in cui ciò non fosse vero, aveva il grande problema della lingua.
    L'unica reale difficoltà che stava riscontrando, era legata agli orari. Gli avevano dato un turno pomeridiano, quindi iniziava a lavorare verso le quattordici, e finiva alle ventidue. Più o meno ovviamente, non era raro che dovesse prendersi degli straordinari per finire una consegna, alle volte per problemi di traffico, altre per problemi tecnici.
    Alcune volte poi, il problema era logistico, con spedizioni che si allontanavano parecchio da Tokyo, e lo costringevano ad andare persino fuori città, nella grande periferia della capitale. Quella piovosa sera di Maggio, era successo proprio qualcosa del genere.
    Nonostante avesse finito di lavorare, era pienamente fuori città, ci avrebbe messo più di un'ora a tornare in magazzino, mollare il furgone, prendere la macchina e tornare a casa. Forse anche due ore, non ne era troppo sicuro. Il problema però, non era solo l'orario - che gli rendeva fastidioso guidare - ma anche il tempo, vista l'intensa pioggia che stava scendendo. Che altre opzioni aveva?
    Aveva controllato sul suo telefono, e l'unico locale con posti letto era un certo Shinda Wakai, un B&B della zona, che era abbastanza famoso per essere un locale infestato. Ora, Daisuke non credeva poi così tanto all'occulto, magari gli spiriti esistevano anche, ma si augurava che avessero di meglio da fare rispetto al perseguitare una locanda come quella. Al massimo, era più facile che fosse un dipendente con un quirk particolare, che gli permetteva di inscenare quella scena spaventosa. Premesso questo, era un po' restio a dormire lì. Perché? Beh, diciamo che sotto sotto, un po' di paura l'aveva. Era un qualcosa di stupido ed irrazionale, ma il suo cervello si concentrava più su quella minuscola probabilità in cui uno spirito ci fosse davvero.
    Era una delle uniche opzioni però, non c'erano altri hotel, motel o locande nella zona. L'altra opzione era dormire in furgone, cosa che aveva già fatto in precedenza, ma che la sua schiena non aveva affatto apprezzato.
    Poteva sempre tornare a casa, sì. Gli sarebbe bastato stare molto attento, ma era fin troppo stanco per racimolare abbastanza concentrazione per guidare per altre due ore.
    Dai, era meglio di niente, nel peggiore dei casi avrebbe combattuto all'ultimo sangue con lo spettro che terrorizzava il B&B, anche se si augurava un'esito diverso.
    Un giro di chiamate dopo, ed aveva ricevuto il permesso di sostare per la notte, soprattutto grazie al brutto tempo. Era meglio non unire stanchezza, notte e strada scivolosa, era una combinazione fin troppo pericolosa.
    Fatto ciò, Daisuke parcheggiò il furgoncino nella zona auto del locale, assicurandosi un posto comodo per uscire, visto che avrebbe dovuto ritornare parecchio velocemente al mattino. Dopo di che, recuperò il suo zaino dalla zona sottostante al sedile del passeggiero. Non c'era niente di che dentro, solo i suoi vestiti, il suo portafogli, e le chiavi della sua macchina. Ed anche un beauty case di piccole dimensioni, con spazzolino, dentifricio, deodorante, pettine, un rasoio ed un asciugamano.
    Lo aveva iniziato a portare per darsi una rinfrescata dopo le otto ore di lavoro, ma era anche utile per situazioni come quella, visto che non erano poi così rare.
    Una volta recuperato anche il suo telefono dal cruscotto - visto che lo utilizzava come principale dispositivo per ascoltare la musica in viaggio - il corvino poté finalmente uscire nel mondo esterno, venendo praticamente sommerso dalle gocce d'acqua. Fortuna che il suo zaino era impermeabile, altrimenti si sarebbe ritrovato con tutti i vestiti bagnati. La tuta lavorativa della W.I.S.E. Corp. però, non poteva fare molto se non riempirsi di acqua. Si sarebbe cambiato in camera però, non importava così tanto. Sempre che il locale avesse stanze libere.
    Mentre apriva le porte dello scenografico B&B, una voce acida finì di dire una frase, non aveva ben capito il contesto, ma aveva sentito parlare di un letto matrimoniale. Probabilmente un cliente che si lamentava della propria camera da letto, una cosa che fece storcere un po' il naso al Carro. Sperava di ricevere un trattamento migliore, ma bisogna prendere quello che passa il convento.
    «Salve! Vorrei una stanza singola se possibile» - la voce di Daisuke era parecchio stanca, ma comunque abbastanza energica da non risultare maleducata. Il suo desiderio però, era presso che impossibile da realizzare.
    Era proprio quello il motivo di litigio tra l'alto ragazzo dai capelli biondi, e la signora dietro al bancone, ma questo il corvino non poteva saperlo.
    Che coppia strana in effetti, non ci aveva dato troppo peso appena entrato, ma erano una combinazione decisamente particolare.
    L'uomo sembrava un delinquente, sia per il fisico che per la particolare capigliatura. Daisuke non era un'amante dei pregiudizi, tutt'altro, ma un giapponese con i capelli biondi era destinato a dare quell'idea. La donna invece, sembrava quasi un'oggetto di arredamento della villa, per quanto bene si mescolasse con l'ambiente della stessa.
    Non era troppo interessato alle altre persone però. In quel momento voleva solo asciugarsi e mettersi a letto, lasciandosi andare ad un sonno rigenerante.
    Ma forse quel suo desiderio avrebbe dovuto aspettare.
    Ⅶ I can hear the future calling me Ⅶ
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    Mancava davvero poco prima che la donna afferrasse i soldi di Hayato e li riponesse nella cassa, quando la porta della villa si aprì.
    Hayato si voltò di scatto e vide qualcuno avvicinarsi al bancone: Daisuke era giunto nel momento perfetto e il volto del nostro Villain dai capelli biondi non poté che manifestare un sorriso luminoso nel constatare il suo effettivo arrivo.
    Per i primi istanti il Consigliere non disse nulla, ma non appena il membro di Eternium aprì bocca ne approfittò per rispondere alla sua richiesta prima ancora che potesse farlo la donna.
    «Ciao~»
    Si posizionò esattamente di fronte a Daisuke, frapponendosi tra lui e la dipendente dello Shindai, che per il momento non si oppose a quell’iniziativa.
    Dedicò al ragazzo un sorriso dolce e gentile, sollevando gli angoli della bocca a tal punto che gli occhi quasi si chiusero.
    Da quella distanza Hayato poté osservare meglio il nuovo arrivato e fu ben lieto di notare che fosse un ragazzo davvero appagante, esteticamente parlando. Occhi chiari e capelli scuri, fisico apparentemente prestante, leggermente più basso di lui: insomma, non c’erano dubbi sul fatto che fosse attraente.
    Per un attimo il Villain rischiò persino di distrarsi ma recuperò velocemente la concentrazione scuotendo il capo in un movimento impercettibile, rafforzando il suo sorrisetto.
    «Purtroppo è rimasta soltanto una camera ed è doppia. Che disdetta, non trovi?»
    Sbuffò, come se la cosa lo scocciasse, tirando un sospiro con fare deluso. Inutile specificare che Hayato si stesse comportando secondo uno dei suoi soliti teatrini, rendendo la situazione ben più drammatica e sfarzosa di quanto in realtà fosse.
    «Stavo giusto contrattando con questa gentilissima dipendente per accaparrarmi la stanza alla metà del prezzo, ma non ne ha voluto sapere di accontentarmi.»
    Lanciò una rapida occhiata dietro di sé, ma la donna per tutto quel tempo restò del tutto impassibile, scrutando i due attentamente ed in sacro silenzio. Prima di intervenire, probabilmente, desiderava prima accertarsi che dalla bocca di Hayato non venissero sparate sciocchezze.
    «Quindi...»
    Guardò verso il basso per qualche istante, prima di tentare di incrociare i suoi occhi con quelli di Daisuke.
    «Ti va se ce la dividiamo~?»
    Chiese, riprendendo a sorridere con fare cordiale e tenero. Quanta falsità.
    «Questa soluzione apporterebbe vantaggi ad entrambi, non trovi?»
    Domandò, ancora, ormai ben determinato a convincere immediatamente Daisuke a passare la notte con lui in quel B&B. D’altra parte, l’opzione alternativa per il membro di Eternium sarebbe stata di rimettersi sul proprio veicolo, con quel temporale, a cercare un’altra struttura con un posto libero. Quanto gli sarebbe convenuto?
    «Giuro che non ti disturberò né tantomeno ti sarò di impiccio~ sono un semplice ragazzo molto tranquillo, manterrò i miei spazi e non invaderò i tuoi neanche per un istante, promesso.»
    A quel punto Hayato avrebbe serrato finalmente la bocca per poi fare un passo a destra, così da esporre Daisuke direttamente alla donna. Era stato abbastanza convincente? In ogni caso, da quel momento in poi avrebbe lasciato fare a chi di competenza.
    «Non ho granché da aggiungere. Vorrei soltanto porre fine a questa storia il prima possibile, sono stanca
    Sbuffò lei, sistemando alcune scartoffie e riponendo i soldi di Hayato sul bancone. Avrebbe poi recuperato un cardigan che aveva precedentemente posato sulla sedia dietro di lei e se lo posò velocemente sulle spalle: era abbastanza evidente che volesse andar via di lì, di sicuro non aveva voglia di starsene a discutere con dei clienti fino a notte fonda per il prezzo di una semplice stanza.
    «Allora, prendere o lasciare? In caso di risposta negativa, siete pregati di lasciare immediatamente questo edificio.»
    Proferì, in maniera tutt’altro che gentile, facendo oscillare un mazzo di chiavi che aveva fra le mani.
    Che ansia.
    Beh, c’era anche da dire che sopportare Hayato non era affatto semplice.
    Il Consigliere, quindi, spostò la propria attenzione dalla donna al meraviglioso viso di Daisuke, come per accertarsi di quale sarebbe stata la sua decisione.
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    900

    Status
    Offline
    DAISUKE OKADA
    ● VILLAIN ● ETERNIUM ● LIVELLO#8 ●SCHEDAPortfolioART
    E come un fulmine a ciel sereno - anche se in quella fredda notte di primavera, il cielo era tutto tranne che limpido - una notizia relativamente scoraggiante venne fornita al corvino.
    Il B&B aveva terminato le stanze disponibili. Anzi, quella era una menzogna. Al locale rimaneva solo una singola stanza, doppia per giunta, come se il fato avesse voluto dargli un particolare messaggio. Però, visto che l'uomo dalla chioma bionda era arrivato per primo, Daisuke poteva supporre che il locale avesse effettivamente finito le camere.
    Fosse stato nei panni di Hayato, il Carro avrebbe avuto relativamente pochi problemi ad invitare l'ospite inaspettato nella camera doppia. Quando viaggi in giro per il mondo impari ad arrangiarti alla fine. Non sempre si può avere il privilegio di avere una camera privata.
    Quante volte era stato costretto a dormire in ostello, assieme a molteplici sconosciuti? Il più delle volte erano esperienze normali, forse leggermente scomode, ma comunque accettabili. In alcuni casi, sì, aveva avuto serie rimostranze a dormire con determinati elementi, ma erano occasioni che si potevano contare sulle dita di una mano. Nulla di così comune dal rendere l'esperienza sconsigliata.
    Il Giapponese medio però, come già detto in precedenza, era diverso da Daisuke.
    Ora, quel ragazzo era certamente particolare, ma questo non lo escludeva dal far parte del gregge in quel tipo di cose.
    Il suo atteggiamento però, gli faceva storcere il naso. Era dubbioso, non sapeva se volesse prenderlo in giro, o semplicemente stesse cercando di rendere la situazione più drammatica del dovuto. Quell'esagerata dolcezza nel parlare, gli ricordava in modo quasi nauseante il Ryo pre-ETERNIUM. Un ragazzino pericoloso che si metteva una maschera per sembrare più amichevole di quel che davvero era.
    Un lupo che si veste da pecora, per dirla in modo generale.
    Inaspettatamente però, Hayato gli pose la domanda che il Carro non si aspettava.
    Divedersi la stanza, dividendosi quindi il prezzo. Ne valeva la pena? Il corvino si massaggiò per qualche secondo le tempie, chiudendo temporaneamente anche gli occhi, come per concentrarsi nel pensare.
    Da un lato si fidava incredibilmente poco di quel ragazzo, ma dall'altro aveva decisamente bisogno di cambiarsi, e soprattutto di dormire.
    E se proprio doveva scegliere, preferiva fare a botte con un delinquente che dormire nel furgone. Nel peggiore dei casi poteva sempre tornare alla macchina con un portale, quindi non c'era molto da perdere nel dormire nella stessa stanza di quello sconosciuto. Sì, magari non avrebbe fatto la miglior dormita della sua vita, ma era meglio di niente.
    L'ultima a parlare però, persino dopo alle "promesse" del biondo, fu la donna anziana dietro al bancone, che sembrava parecchio decisa a chiudere baracca e burattini. Sembrava quasi che stesse facendo un favore ai due clienti, nell'aspettare che finissero di parlare, quasi come se quello non fosse il suo lavoro. Un'atteggiamento che trovava relativamente fastidioso, ma che non poteva giudicare.
    Se davvero era stanca come diceva, non ci vedeva poi tanto di sbagliato nel voler dare una mossa alle "procedure", anzi, poteva quasi simpatizzare con la dipendente.
    Nemmeno lui avrebbe avuto la forza di discutere con un altro dipendente/cliente dopo quelle otto ore di lavoro. L'unica cosa nella sua testa era stendersi a letto, possibilmente dopo aver bevuto due bicchieri di vino, o magari una Strong Zero fredda di frigorifero, visto che il vino tendeva ad essere relativamente più costoso, e spesso anche meno gustoso al palato.
    Non era un sommelier, ma ogni volta che beveva un vinaccio da pochi Yen, il suo palato aveva voglia di darsi fuoco.
    «Urgh. Meglio che niente, mi basta avere un posto asciutto dove cambiarmi» - riaprendo gli occhi grigi, il Carro poté confrontarsi con lo sguardo profondo del Consigliere di Aogiri, che lo stava squadrando con attenzione, come ad attendere una sua decisione. Sperava con tutto sé stesso che non provasse a fare nulla di particolare. Non aveva abbastanza energie per stare dietro a qualcosa del genere - «Quanto le devo?»
    Le parole del corvino erano indirizzate alla donna, dopo qualche rapido passo verso la stessa.
    Preferiva darle direttamente i soldi, e prendere direttamente le chiavi, proprio per quel motivo aveva superato senza farsi troppi problemi il biondo. Sperava che non la prendesse come un'offesa di qualche tipo, ma ormai l'aveva fatto.
    Con il suo portafogli in mano, attendeva una risposta dalla signora, qualcosa che - possibilmente - contenesse anche qualche indicazione, e magari anche le chiavi di quel magico posto.
    Non vedeva l'ora di togliersi quei vestiti bagnati, che iniziavano ad appiccicarsi fastidiosamente alla sua pelle. E anche di darsi un'asciugata ai capelli, visto che avevano assorbito acqua come una spugna.
    Ⅶ I can hear the future calling me Ⅶ

    Puoi dare per scontato che Daisuke segua Hayato/proceda ed entri nella stanza (nel caso in cui abbia le chiavi)
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    Quella sera qualcuno doveva aver pregato intensamente per Hayato, perché altrimenti non si sarebbe spiegato il perché di quel miracolo. Non solo qualcuno era entrato nel momento perfetto in quel terrificante B&B in un orario simile, non solo aveva accettato di condividere la stanza con lui, ma per di più era anche un ragazzo decisamente affascinante. Non che il nostro Villain dai capelli biondi sperasse in chissà che, ma era comunque una visione piacevole per gli occhi.
    Daisuke, dopo aver accettato la proposta, si fiondò dinanzi alla dipendente della villa e posò il proprio denaro dopo che questa annunciò il prezzo, cosicché Hayato fece lo stesso con la propria parte. Il membro di Eternium sembrava intenzionato, esattamente come la donna, a risolvere quella faccenda il prima possibile, complice probabilmente la stanchezza. Già, peccato che il nostro Consigliere non avrebbe permesso al ragazzo di dormire sogni tranquilli, non prima di avergli proposto -in qualche modo - di contribuire a soddisfare la propria curiosità. Girovagare con qualcun altro in quel luogo tanto spaventoso non poteva che essere leggermente più... rassicurante.
    «La camera si trova al primo piano. Salite le scale e proseguite a destra, in fondo al corridoio.»
    Spiegò, frettolosamente, cedendo le chiavi tra le mani di Daisuke. Ad Hayato, ovviamente, non dava affatto fastidio che il corvino avesse preso quell’iniziativa, anzi, un ragazzo sveglio era sicuramente più interessante di un imbambolato.
    «Se avete bisogno, io non ci sono
    Che quella signora fosse effettivamente scorbutica o avesse avuto una semplice giornata storta, i due ragazzi non sarebbero comunque riusciti a comprenderlo appieno.
    La dipendente, infatti, abbandonò la propria postazione bofonchiando qualcosa sottovoce; qualcosa che non sembrava affatto carino. Sparì, quindi, nella grossa ombra che dominava a pochi metri dal bancone, dissolvendosi nella sua oscurità in maniera non troppo dissimile a come avrebbe fatto un fantasma.
    «Direi che possiamo andare~»
    Commentò, quindi, il biondino, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso dolce e accomodante, recuperando uno zaino che aveva precedentemente posato sul pavimento per poi incamminarsi con il suo nuovo coinquilino presso il piano superiore.
    L’arredamento era decisamente antico e lasciava chiaramente trasparire il fatto che quella villa doveva trovarsi lì da un bel po’ di anni, se non secoli. Inoltre, c’erano ragnatele sparse qui e lì che evidenziavano persino un’igiene alquanto scarsa dell’ambiente.
    Insomma, c’era così tanta polvere che Hayato avrebbe potuto farne scorta all’infinito.
    «Un po’ vecchio e sporchino questo posto, non trovi...?»
    Lasciò la frase in sospeso, come se volesse aggiungere altro ma non sapesse cosa: chiaramente stavamo parlando del nome.
    «Oh~ a proposito, come ti chiami? Io sono Hayato, piacere di conoscerti.»
    Si presentò, mentre camminavano verso la porta. Sia che Daisuke gli avesse risposto positivamente che non, i due avrebbero aperto la porta incriminata seguendo precisamente le indicazioni della donna. Nel giro di poco si sarebbero ritrovati in una stanza arredata allo stesso modo del resto della villa, in stile antico e decisamente classico; forse un po’ troppo per i gusti di Hayato, che preferiva di gran lunga gli arredi moderni.
    Ah, comunque sì. Il letto era matrimoniale.
    «A—»
    Farfugliò Hayato, fingendosi leggermente a disagio, grattandosi la nuca e guardando Daisuke con un’espressione da ebete.
    «S-Se vuoi posso dormire sulla poltrona, n-non c’è nessun problema. Anche perché sono stato io a convincerti, sarebbe scorretto farti sentire a disagio.»
    Continuò, riferendosi chiaramente a quel lettone, mettendo in scena un’esibizione da Oscar. Chissà se Daisuke era abbastanza sveglio da intuire che Hayato non fosse del tutto sincero, nei suoi gesti e nelle sue parole. In camera, per fortuna, c’era anche una poltrona, per cui non si sarebbe fatto tanti problemi ad accontentare il membro di Eternium nel caso.
    «Nel frattempo, per caso devi farti una doccia?»
    Domandò, togliendosi il giubbotto di jeans nero e poi la felpa grigia, rimanendo a torso nudo ma senza ancora spogliarsi di pantaloni e scarpe, giusto per tenersi più comodo. Intanto, avrebbe furtivamente studiato Daisuke, nella speranza di poter scrutare qualche piccolo segno di disagio o imbarazzo. Il corvino era davvero così sicuro come credeva oppure si era sbagliato?
    «Puoi andare per primo tu, nel caso, io posso aspettare tranquillamente~»
    Gli disse, quindi, incrociando le muscolose braccia al petto altrettanto allenato, ed in quel preciso momento un nuovo tuono rimbombò nell’oscurità del cielo notturno, illuminando per un attimo la stanza di un intenso bianco.
    «A quanto pare ci aspetta una serata alquanto... movimentata
    Aggiunse, ridacchiando, riferendosi chiaramente al fulmine che aveva poc’anzi squarciato il cielo... e forse anche a qualcos’altro.
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    900

    Status
    Offline
    DAISUKE OKADA
    ● VILLAIN ● ETERNIUM ● LIVELLO#8 ●SCHEDAPortfolioART
    La donna era incredibilmente brava a palesare la sua poca - quasi non esistente - voglia di conversare. Un sentimento condiviso dal corvino, sia chiaro, nonostante i due fossero su lati opposti. La prima stava lavorando, quindi aveva il dovere, tra enormi virgolette, di essere condiscendente con il cliente, invece che rispondere con acidità e malavoglia.
    Ma Daisuke non avrebbe giudicato, d'altronde, proprio come la donna, non aveva la minima voglia di continuare una discussione di quel tipo. E di certo, lamentandosi di quel comportamento, non avrebbe sopperito alle sue voglie. Alcune volte, per raggiungere un qualche preciso obbiettivo, bisogna essere in grado di porgere l'altra guancia. Anche se forse quella era una metafora un po' drastica.
    L'unica cosa positiva di quell'interazione, erano le indicazioni che aveva ottenuto. Erano state veloci e coincise, come se davvero alla donna non interessasse nulla più di tagliare corto. Ma gli andava bene così, erano meglio delle istruzioni di quel tipo, rispetto ad un qualcosa di esageratamente - ma soprattutto futilmente - complesso.
    E poi il modo in cui la donna era praticamente scomparsa nelle ombre lo terrorizzava un po'. Gli faceva tornare brutti ricordi alla mente, che era meglio evitare di riportare in superfice. Un motivo in più per non provare nemmeno a disturbare la reception, non che avesse motivo per farlo.
    Di fatti, segui senza indugio il consiglio del compagno di stanza, che con un largo sorriso sul volto era pronto per andare nella loro camera da letto.
    Camera ottenuta alla metà del prezzo che avrebbe pagato inizialmente oltretutto, era stato un'ottimo affare per entrambi, anche se dal punto di vista del Carro non c'era molto di guadagnato. Era il biondo quello che aveva effettivamente risparmiato una bella fetta di yen, nonostante fosse pronto a pagare per il pacchetto completo.
    Il posto era al limite dell'orribile comunque. Polvere, ragnatele, insetti. Da un lato aggiungevano bene all'atmosfera inquietante che la villa doveva offrire, dall'altro facevano storcere il naso al ventisettenne. Se i corridoi erano così, non voleva immaginare le camere.
    Magari quelle erano tenute un po' meglio però, d'altronde erano relativamente poche, ed erano la parte del B&B in cui i clienti spendevano più tempo. A meno che la gente non andasse lì per puro spirito esplorativo.
    «Okada, piacere mio. Meglio di dormire in macchina comunque…»- l'alternativa era quella alla fine, avrebbe dormito anche nel più lurido degli hotel piuttosto che rompersi la schiena una seconda volta. E non stava nemmeno scherzando, dopo aver dormito sul furgone era stato male per giorni, mentre per delle lenzuola sporche bastava una doccia calda e del sapone - «Magari lasciano così sporco per aggiungere all'atmosfera poi. Una casa infestata non può essere pulita, no?»
    Non era troppo interessato ad instaurare una conversazione con Hayato, però non voleva nemmeno ignorarlo. Alla fine non aveva fatto nulla di male per il momento, sì, aveva un po' recitato sopra le righe, ma non era niente di poi così fastidioso. E poi era anche una questione di rispetto, non si sarebbe sentito bene con sé stesso a non rispondere a quelle domande.
    Una volta entrati in camera, una spiacevole sorpresa si presentò ai due. Un comodo ma inaspettato letto matrimoniale. Il desiderio del biondo si era avverato, nonostante adesso le persone che dovevano condividere il letto erano due, e non più solo una.
    «Non sarebbe la prima volta che dormo con un uomo sconosciuto tanto, fai come ti pare» - ripensandoci, quell'affermazione poteva suonare molto male se presa in un contesto diverso. Il contesto però, con Hayato c'era, quindi il cervello di Daisuke non pensò nemmeno a possibili equivoci.
    Perché mai avrebbe dovuto capire male tanto? Era chiaro che parlasse di dormire nello stesso letto di uno sconosciuto. Era una cosa rara, e gli era successa un numero davvero molto limitato di volte, ma come detto in precedenza, bisogna accettare quello che passa il convento, ed è sicuramente meglio dividere un letto, piuttosto che passare la notte fuori. Anche a costo di passare una scomoda nottata.
    Probabilmente però, l'affermazione del biondo era più finta che altro. Si poteva sentire benissimo quanto stesse recitando, d'altronde Daisuke non era nato ieri, e non era nemmeno così tanto ingenuo nelle comunicazioni con le altre persone.
    Qualunque fosse il caso però, Daisuke aveva altre priorità, cioè asciugarsi e cambiarsi.
    Hayato però, non aveva finito lì, e mentre si stava spogliando - rimanendo solo in scarpe e pantaloni - pose un altra domanda al corvino, guardandolo in attesa di una risposta.
    «Mi laverò domani mattina, non c'è problema» - non aveva voglia di lavarsi, era fin troppo stanco, e farsi una doccia - che fosse calda o fredda - lo avrebbe solo rinvigorito. Ed in quel momento voleva unicamente dormire, sperando di non essere svegliato da tuoni troppo rumorosi, cosa possibile a giudicare dall'ultimo fulmine che aveva illuminato il cielo notturno.
    Mentre parlava con il biondo, Daisuke si era spogliato rapidamente, rimanendo anche lui in pantaloni dell'uniforme e scarpe. Voleva asciugarsi un po' alla fine, quindi era meglio iniziare dal corpo, ed andare poi alle gambe. Fortunatamente aveva quell'asciugamano nello zaino poi, non aveva la minima voglia di usarne uno che proveniva dal locale.
    A giudicare dalla tonicità muscolare del compagno di stanza comunque, non era una persona poi così normale come voleva dare a vedere.
    Il Carro non era incredibilmente muscoloso alla fine, più del lavoratore medio sì, e si poteva vedere una certa delineazione muscolare ben precisa sul suo corpo. Ma non si allenava più come un tempo. Anni prima avrebbe potuto rivaleggiare la tonicità di Hayato, non in massa certo, ma non avrebbe avuto problemi dal punto di vista della definizione. Fisici diversi avevano caratteristiche diverse alla fine, lo aveva imparato anni prima, ed era una cosa che molte persone si scordavano quando guardavano persone più muscolose.
    In effetti al Carro mancava quella sensazione di soddisfazione unica, quando riusciva a vedere i risultati della sua fatica sul suo stesso corpo. E se c'era riuscito al tempo, quando mangiava più cibo spazzatura di un adolescente che non sa cucinare, non osava immaginare che risultati potesse raggiungere adesso, con una conoscenza relativamente più ampia, e decisamente più scelte per avere una dieta equilibrata. Sì, era certamente più anziano, però questo non voleva dire che non potesse provare.
    Il tempo libero lo aveva alla fine, gli mancava solo la giusta forza di volontà.
    Ⅶ I can hear the future calling me Ⅶ
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    Si ritrovò inevitabilmente a ridacchiare quando Daisuke disse che, con ogni probabilità, sarebbe stato meglio passare la notte in quel posto piuttosto che in macchina. Ne era del tutto sicuro? Certo, un letto era più comodo di un sedile, ma da un altro punto di vista la macchina sarebbe stata di certo più sicura rispetto ad una casa infestata... per chi ci credeva, ovviamente.
    Quel posto, sotto il punto di vista igienico, risultava essere sempre peggio, e Hayato non fu l’unico ad accorgersene: anche il suo affascinante interlocutore dagli occhi di ghiaccio se ne rese conto in fretta.
    «Ohw~»
    Esordì, rivolgendo all’altro uno sguardo dolce e compiaciuto accompagnato da un sorriso, continuando a camminare tranquillamente.
    «Quindi anche tu sei a conoscenza delle storie di cui si sente tanto parlare riguardo questo posto, Okada~»
    Pronunciò il cognome di Daisuke in maniera più calda rispetto a quanto aveva fatto con le altre parole, come se quella meritasse una tonalità differente rispetto a ciò che la circondava. Qualcuno l’avrebbe trovato quasi “sensuale”.
    «E dimmi, ci credi? Pensi davvero che chi passi la notte qui venga colto da una terribile maledizione
    Sottolineò, sghignazzando ma interrompendo la risata pochi istanti dopo, in modo tale da non far perdere troppa credibilità a quella domanda: desiderava davvero conoscere il punto di vista del membro di Eternium rispetto a quelle leggende. Se anche lui ne fosse stato attratto, infatti, per Hayato sarebbe stato di certo più semplice convincerlo nell’intraprendere una simpatica escursione notturna.
    I due ragazzi si sistemarono poi in camera e Hayato fu ben lieto di sentire dal proprio compagno di stanza che quella non era la prima volta che dormiva con un uomo sconosciuto. Aveva intenzione di provocarlo? Mh, a giudicare dall’impressione che gli stava facendo, era probabile che Daisuke non volesse alludere a nessun doppio senso: sembrava un ragazzo molto tranquillo e per niente provocatorio, non molto interessato a stare in un letto con Hayato se non per lasciarsi cadere in un sonno profondo.
    Già, di sicuro il corvino non aveva intenzione di stuzzicarlo.
    Beh, però Hayato sì, ecco.
    E di certo non poteva lasciarsi scappare così un’occasione del genere.
    «Nemmeno per me è la prima volta. Ho dormito con molti uomini, tra cui anche sconosciuti.»
    Rispose, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso ingenuo, non malizioso, come se volesse lasciare la questione un po’ vaga: non desiderava spaventare Daisuke perché questo aveva ancora la possibilità di rifugiarsi nella sua macchina. No, non glielo avrebbe permesso.
    Soprattutto non dopo aver avuto la possibilità di scorgere il fisico dell’altro, tonico e ben definito. Ad Hayato non piacevano i ragazzi eccessivamente muscolosi per cui la corporatura di Daisuke rispecchiava perfettamente i propri gus— okay, forse Hayato si stava distraendo un po’ troppo e stava perdendo di vista il vero obiettivo di quella notte. Poi, certo, se fosse riuscito a portarsi anche Il Carro a letto non sarebbe stato male, ma l’impresa era alquanto complessa dato il carattere del compagno di stanza per cui sarebbe stato meglio non pensarci troppo.
    «In realtà non voglio lavarmi nemmeno io.»
    Asserì, frettolosamente, sedendosi su una piccola poltroncina presente in stanza e accavallando le gambe, distendendo comodamente gli arti sui braccioli. Per il momento decise di restare a petto nudo e di non indossare niente, più impegnato nel pensare a come dovesse formulare la propria richiesta.
    «Non sono venuto qui per dormire, né tantomeno per farmi una doccia.»
    Esordì, in tono leggermente più serio rispetto a quello adottato fino ad allora, guardando l’altro negli occhi. Era arrivato il momento di andare al punto.
    «Mi porta la curiosità nei confronti di questa villa infestata, Shinda Wakai
    Che si trattasse della sorte o meno, in quel preciso istante un fulmine squarciò il cielo e tuonò possente, illuminando per un attimo i volti dei due giovani ragazzi.
    «È da tanti anni che si dica che questo posto sia infestato da fantasmi, ma... pare che qui ci sia stato un suicidio, poco tempo fa, anche se alcuni preferiscono parlare di omicidio
    Si alzò dalla poltrona, avvicinandosi alla finestra.
    «Le persone non pernottano qui a cuor leggero, sperando di vivere una nottata serena. Capisci cosa intendo?»
    Domandò, voltandosi in direzione del Villain, avvicinandosi di qualche passo.
    «La mia intenzione è quella di far chiarezza su questo posto: se c’è un fantasma, vorrei assolutamente vederlo; se c’è un assassino, vorrei assolutamente fermarlo.»
    Bugia.
    Figuriamoci se ad Hayato potesse fregare qualcosa se degli sconosciuti morissero.
    Finché non toccava lui, poco importava.
    Semplicemente, poteva essere un pretesto più ferreo per convincere il membro di Eternium.
    «Allora... Okada-kun~»
    Sollevò gli angoli della bocca in un sorriso dolce, cordiale, avvicinandosi al ragazzo ancora di più ma mantenendo le distanze di sicurezza. La tentazione di fare un altro passo c’era, ma Hayato riuscì a contenersi.
    «Vuoi lanciarti con me in questa avventura? Non sono un detective, solo un ragazzo curioso~»
    Domandò, come un bambino che chiede al proprio genitore di comprargli un gelato.
    Qualcosa gli suggeriva che convincere Daisuke non sarebbe stato affatto semplice, ma magari avrebbe avuto un colpo di fortuna.
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    900

    Status
    Offline
    DAISUKE OKADA
    ● VILLAIN ● ETERNIUM ● LIVELLO#8 ●SCHEDAPortfolioART
    Hayato era una persona… strana?
    Quella non era la parola che il corvino cercava, ma era quella che più si avvicinava a quello che stava pensando.
    Sì, il calore amichevole che usciva dalle sue risatine e parole poteva essere semplicemente il suo modo di essere, ma cozzava parecchio con il suo aspetto esteriore. Ora, Daisuke non amava giudicare un libro dalla sua copertina, però vedere una persona che sembrava un delinquente da chilometri di distanza comportarsi con spensieratezza e giovanile malizia gli faceva storcere il naso.
    Non che lui avesse alcun diritto per parlare - visto il suo passato relativamente controverso - ma non era esattamente l'immagine che aveva affibbiato inizialmente al biondo. Se il ragazzo fosse sospetto o meno però, importava relativamente poco. Il corvino non era lì per fare amicizia, voleva solo dormire e risvegliarsi senza mal di schiena la mattina dopo. Avrebbe certamente evitato di essere maleducato nei suoi confronti, chiaro, ma non voleva nemmeno prendere il comportamento del venticinquenne come un invito a fare amicizia.
    «Solo per sentito dire in realtà» - l'esoterismo non lo faceva impazzire infatti.
    Gli sarebbe piaciuto dire che non credeva in tutte quelle stupidate, ma sotto-sotto, era la paura che gli impediva di apprezzare cose come quelle. Il suo cervello era ovviamente convinto che fosse tutto finto, ma che cosa avrebbe fatto nel caso in cui uno spirito ci fosse stato davvero?
    Sarebbe uscito nella pioggia per rifugiarsi in macchina? Purtroppo non puoi tirare un pugno ad uno spettro, e scappare era il forte del suo quirk.
    I pensieri confusi del Carro gli fecero sorvolare lo strano trattamento che il biondo stava dando al suo nome, una cosa che normalmente gli avrebbe dato parecchio da pensare. Le intenzioni altrui lo preoccupavano abbastanza infatti, in particolar modo quelle degli sconosciuti.
    «Diciamo che mi auguro che non sia vero, ho troppo sonno per sopportare una qualche strana maledizione» - aveva risposto a quel commento con una blanda battuta, facendo una mezza risata di situazione. Non era nemmeno una vera e propria battuta poi, non avrebbe messo la mano sul fuoco sulla non esistenza di un fantasma in quella struttura. Ma tantomeno sulla possibilità di essere maledetti dopo averci dormito dentro.
    Nonostante la parte razionale di lui fosse sicura che non sarebbe successo nulla, bastava un chicco di riso di insicurezza per far crollare completamente la sua serenità. Non che fosse esageratamente tranquillo poi, il bisogno di dormire lo stava rendendo abbastanza ansioso, uno stato d'animo che non s'accoppiava bene con quella locanda.
    Tra leggera paura e voglia di crollare sul letto, i vari commenti "maliziosi" del membro di Aogiri non colpirono troppo in profondità Daisuke.
    Quella sua ammissione di aver dormito con molti uomini - sconosciuti e non - ad esempio, che normalmente avrebbe attirato la sua attenzione, venne praticamente ignorata, venendo vista come una semplice ed onesta affermazione. D'altronde il corvino stesso aveva detto qualcosa di simile, non poteva dar molto peso ad una risposta del biondo. Ed in parte era un peccato, normalmente un commento del genere, unito con l'atteggiamento sospetto di Hayato, avrebbe totalmente acchiappato l'interesse del Carro, convincendolo di qualche seconda intenzione del delinquente.
    Ma purtroppo non era quello il caso, e quella maliziosa affermazione venne trascurata con un semplice cenno di capo, visto che comunque Daisuke lo stava ascoltando, non ancora totalmente perso in quel tifone di pensieri vari.
    La discussione poi, prese una piega… particolare.
    Il tono del biondo era improvvisamente cambiato, girandosi di centottanta gradi, passando dalla quasi giocosità ad una novella serietà. Che - a dirla tutta - cozzava non poco con il suo definito torso nudo, non che il corvino fosse attirato da esso o altro. La cosa particolare però, non era questo contrasto, ma le affermazioni del venticinquenne.
    Il Carro lo aveva lasciato monologare, curioso di dove volesse andare a parare. La voce seria del giapponese infatti, era abbastanza da distogliere temporaneamente la sua attenzione dal tifone di pensieri che lo stava trascinando in giro. Rimaneva esageratamente stanco sì, ma l'interesse che Hayato aveva creato riusciva a non fargli badare la voglia di sdraiarsi sul morbido materasso.
    Mano a mano che il suo discorso avanzava, il biondo si stava anche avvicinando a Daisuke, raggiungendo il culmine ad una decina di centimetri dal corvino, con un beffardo sorriso sul volto, come se lo volesse convincere a fare qualcosa di molto più irresponsabile di quanto avesse effettivamente detto.
    Che cosa aveva proposto di così interessate il membro di Aogiri però? In sintesi, si può dire che gli avesse offerto una curiosa e parecchio comune avventura notturna.
    Era praticamente quello che qualsiasi cliente della locanda si sarebbe messo a fare. Fare il finto detective ed esplorare quella grande struttura, sperando di trovare qualcosa di curioso, interessante o probabilmente anche spaventoso.
    Era il Carro il cliente strano, che era lì per "usare" i servizi che il B&B offriva, ma d'altronde il mulinello di pensieri ed idee che lo stava travolgendo fino a qualche decina di secondi prima era causata anche dall'ambiente e dalla storia che quel posto aveva.
    L'idea di andare a caccia di spiriti però, per quanto lo incuriosisse, lo lasciava con una leggera sensazione di terrore. Sia per la voglia di dormire, che per la paura di trovare effettivamente qualcosa, per quanto improbabile.
    Era un po' come la paura di girare da soli di notte, per il rischio di essere trovati da una Kuchisake-onna. Normalmente non ci avresti nemmeno pensato, ma bastava sentire quella leggenda metropolitana per avere un po' di ansia per qualche giorno. Quella locanda era uguale. Magari non c'era nulla, ma l'idea che ci potesse essere qualcosa bastava per creare un ambiente spaventoso e curioso da esplorare, rendendola molto più interessante di un normale ostello.
    «Ho parecchio sonno, ma non posso negare di essere sia curioso che spaventato per questo fantomatico fantasma» - la voce di Daisuke era leggermente più bassa e tremolante che in precedenza, visto che aveva rivelato qualcosa di particolare ad Hayato - «Hai almeno un punto da cui partire o qualcosa?»
    Non era troppo sicuro di come rispondere al biondo, da un lato voleva dormire, ma dall'altro aveva un po' di paura di cosa potessi nascondersi in quel posto. Anche se più per un eventuale svolta sovrannaturale, che per un possibile omicida. Non aveva così tanta paura delle persone, non potevano fare poi molto alla fine.
    Ⅶ I can hear the future calling me Ⅶ
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    Hayato tirò un sospiro che, agli occhi di Daisuke, sarebbe probabilmente risultato impercettibile, quando questo sembrò acconsentire alla sua appetitosa richiesta.
    Gli occhi del membro di Aogiri presero ad illuminarsi e, di istinto, avrebbe tentato di afferrare dolcemente le mani del proprio compagno di stanza, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso estremamente dolce e gentile.
    «Ahwww, grazie mille Okada-kun~»
    Esclamò, dando per scontato che Daisuke avesse già detto di sì, quando in realtà non era propriamente così. Al nostro Consigliere poco importava, comunque, dal momento che avrebbe fatto qualsiasi cosa per trascinarsi dietro il Carro. Questo, infatti, gli sarebbe potuto tornare estremamente utile, soprattutto perché se le cose fossero andate male avrebbe potuto pugnalarlo alle spalle e lasciarlo tra le mani di un fantasma, serial killer o qualsiasi cosa potesse mai esserci lì, approfittandone per scappare via. Già, il coinquilino poteva rivelarsi uno strumento utile sia per una semplice esplorazione sia per una possibile fuga. Nonostante ciò, in cuor suo il biondino sperava che quest’ultima ipotesi non si realizzasse: Daisuke aveva davvero un bel faccino, sarebbe stato uno spreco se gli fosse accaduto qualcosa.
    «Sei il miglior compagno di avventure che potessi desiderare~»
    Continuò e, a quel punto, avrebbe delicatamente lasciato andare le mani dell’altro (nel caso in cui Daisuke gli avesse precedentemente permesso di prendergliele).
    «Vedrai, riusciremo senz’altro a scoprire il mistero che aleggia per questo luogo tanto spaventoso e suggestivo.»
    Disse, in maniera non troppo dissimile a come avrebbe fatto un detective, grattandosi delicatamente il mento.
    «Un punto da cui partire, dici?»
    Domandò, retorico, guardandosi attorno. Di istinto, Hayato si abbassò velocemente i pantaloni, sfilandosi di dosso e lanciandoli sulla poltroncina, restando semplicemente in slip bianchi. Sì, forse si stava lasciando trasportare un po’ troppo dall’entusiasmo.
    «Innanzitutto dobbiamo vestirci, metterò qualcosa di comodo. Conviene anche a te, Okada-kun.»
    Asserì, annuendo convinto alle sue stesse parole e recuperando dallo zaino un pantaloncino grigio ed una maglietta bianca, indossando il tutto.
    Nel caso, avrebbe aspettato che Daisuke avesse fatto lo stesso, per poi iniziare a progettare quello che sarebbe potuto essere un possibile percorso per la loro escursione.
    Hayato si spettinò i capelli con una mano, prima di rivolgersi al giovane dagli occhi di ghiaccio.
    «I sotterranei.»
    Dichiarò, con fare più serio rispetto a poco prima, quasi avesse cambiato improvvisamente personalità.
    «Pensaci. Ogni volta che in un film horror c’è un fantasma oppure un cadavere, da dov’è che sbucano? Dai sotterranei, no?»
    Chiese, alternando lo sguardo tra Daisuke e il soffitto, quasi sperando che quest’ultimo potesse suggerirgli qualcosa.
    Pensandoci meglio, Hayato non aveva nemmeno una mappa del castello, ma non sarebbe stato difficile identificare l’accesso ad un eventuale piano sotterraneo: sarebbe bastato trovare delle scale che scendevano verso il basso.
    «Sarò sincero, non conosco la planimetria questo posto e, anche se ci fosse, dubito che corrisponderebbe alla realtà: di sicuro esistono delle stanze segrete.»
    Hayato sembrava estremamente convinto delle proprie parole e parlava con fare sospetto, come se di quella Villa non si fidasse affatto.
    «Però conosco i film dell’orrore~ sono sicuro che, seguendo alcuni dei soliti cliché, potremo imbatterci in qualcosa di interessante.»
    Il solo pensiero di poter ritrovarsi davanti uno spirito gli faceva venire i brividi, ed era abbastanza sicuro che fosse lo stesso anche per Daisuke.
    «Ovviamente se non sei d’accordo oppure credi che potrebbe essere meglio procedere in un altro modo, sono tutt’orecchi Okada-kun~ il tuo parere è ben più che prezioso.»
    Disse, sorridente, per poi fare una delle sue ridicole sceneggiate da attore quale era e si posò una mano sulla fronte, come se avesse dimenticato qualcosa di fondamentale e se ne fosse appena ricordato.
    «Oh, che sbadato! M-ma il t-tuo era un “Sì”? Giusto, Okada? Lungi da me costringerti~»
    Domandò, con fare preoccupato, recitando la parte del finto rincretinito, come per far vedere che di colpo si fosse preoccupato della risposta poc’anzi ricevuta dal membro di Eternium e del suo effettivo significato.
    La parte del rincitrullito era una di quelle che più di tutte gli piaceva assumere; peccato che il proprio coinquilino sembrava avere abbastanza fiuto da poter facilmente svelare la vera natura di Hayato, nonostante non avesse sufficienti elementi per poterne essere certo.
    Forse.
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    900

    Status
    Offline
    DAISUKE OKADA
    ● VILLAIN ● ETERNIUM ● LIVELLO#8 ●SCHEDAPortfolioART
    Pochi secondi dopo la comprensibile domanda di Daisuke, il biondo partì per una scomoda conclusione.
    Scomoda per il corvino, sia chiaro. Hayato infatti, aveva dato praticamente per scontato che le affermazioni del Carro fossero una risposta positiva al suo invito, e che lo avesse fatto coscienzioso della realtà o meno, non cambiava il fatto che avesse frainteso quello che il membro di ETERNIUM intendeva.
    Era sì interessato a quella particolare offerta, ma allo stesso tempo avrebbe preferito avere qualche conferma in più da parte del muscoloso delinquente.
    In qualche modo però, quella sua euforica e quasi fanciullesca reazione, aveva messo Daisuke in una posizione di svantaggio. Non era bravo a dire di no, specialmente quando una delle due parti era così positivamente involta. Sul lavoro, legale o meno, sapeva essere più cinico e razionale, facendo decisioni in modo più calcolato, ma quando si parlava della sua vita personale la situazione era totalmente diversa.
    Non era una bandierina - che cambia posizione al minimo soffio di vento - però non era difficile convincerlo. E poi, per quanto nella sua vita avesse fatto scorpacciata di figuracce, faceva comunque fatica ad affrontare l'imbarazzo. Ed era sicuro al cento per cento che, chiarire il malinteso, ne avrebbe creato parecchio.
    D'altronde, vista la reazione di Hayato - che gli aveva persino catturato le mani in una gentile presa - alla risposta del criminale, non era strano immaginarsi l'aria d'imbarazzo che potesse formarsi. Era davvero come la reazione di un bambino, uno estremamente cresciuto e con una disordinata chioma bionda, ma un bambino in ogni caso.
    Per qualche secondo, nel cervello del Carro passò un pensiero particolare. C'era una possibilità, per quanto minuscola, che i vari omicidi fossero effettivamente reali. Ora, non voleva accusare il ragazzo di essere un assassino, né tantomeno un serial killer, però quella reazione tanto positiva lo faceva pensare.
    Se c'erano davvero dei crimini di quel tipo, si poteva immaginare che la locanda fosse complice dell'omicida, sempre che questo fantomatico personaggio esistesse.
    Che cosa poteva guadagnarci un posto come quello? Se avesse avuto dei collegamenti con il mondo sotterraneo di Tokyo, cosa probabile fosse realmente complice, trovare persone interessate a comprare organi e/o cadaveri non era difficile. E casualmente, avere un accordo con un assassino ti da la possibilità di creare entrambe le variabili, per quanto con rarità.
    Era sicuro che il biondo non volesse portarlo in un posto isolato per ammazzarlo, anche perché in quel caso gli avrebbe fatto pentire di essere nato, ma una parte remota del cervello del Carro non voleva abbandonare quella quasi impossibile teoria.
    In ogni caso, le varie affermazioni del membro di Aogiri vennero accolte con imbarazzato silenzio e parziali cenni di capo. Oltretutto, quella cieca convinzione del ragazzo lo metteva anche in ulteriore confusione. Non capiva da cosa prendesse così tanta sicurezza, d'altronde c'era un motivo se quel posto era circondato da tanto mistero.
    All'improvviso, prima di rispondere all'ovvia domanda del corvino, Hayato si tolse i pantaloni, lanciandoli su un divano lì vicino, rimanendo letteralmente in mutande.
    Se non si fosse spiegato dopo pochi secondi, il Carro avrebbe effettivamente sospettato che il biondo avesse qualche seconda motivazione per approcciarlo, che non fosse ucciderlo.
    Quella sua spiegazione però, aveva più che senso, d'altronde Daisuke stesso si stava spogliando, per mettere da parte quei vestiti orribilmente umidi. Fortuna che non lasciava i suoi vestiti normali negli spogliatogli dei dipendenti, altrimenti avrebbe passato una brutta serata.
    Dalla piccola borsa tirò fuori un paio di jeans a sigaretta neri ed una larga maglietta grigia, nei quali si cambiò rapidamente, mettendo poi in bagno la sua bagnata uniforme lavorativa. Non era esattamente il vestiario più adatto ad un'avventura di quel tipo, ma era il meglio che poteva offrire.
    "Non credo che i film horror siano così tanto attendibili" - il biondo sembrava quasi totalmente preso dall'idea che seguire le tappe dei classici film dell'orrore li avrebbe portati dritto dritto davanti al fantasma, cosa sì improbabile, ma comprensibile - "Non sarebbe meglio controllare la zona periferica a dove il tipo si è suicidato? Non so dove sia, ma dubito che possa essere difficile da trovare. Questa villa è famosa solo grazie a quella storia alla fine."
    Il primo pensiero di Daisuke era il legame tra luogo del "delitto" e fantasma, vedendo una possibile correlazione. Non era un detective però, e non era andato in quel B&B per fare una caccia al fantasma, quindi poteva immaginare che Hayato ne sapesse di più, anche se la sua assenza di materiale gli diceva il contrario.
    "N-no, ma figurati" - con una finta risata, il Carro si rese conto di aver appena scelto di passare una notte insonne. Tutto per evitare un po' di imbarazzo, che probabilmente avrebbe colpito molto poco l'eccentrico delinquente.
    A vedere quella sua esagerata teatralità infatti, poteva assumere che non fosse esattamente la più normale delle persone.
    Ⅶ I can hear the future calling me Ⅶ
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    Daisuke dimostrò di avere spirito critico, nel rispondere ad Hayato circa quale sarebbe stato secondo lui il metodo migliore per agire.
    Al biondo, naturalmente, non poté che fare piacere: non aveva certezze in quelle circostanze e le proprie idee venivano ampiamente formulate da convinzioni comuni e cliché. Il parere del membro di Eternium gli sarebbe stato ben più che prezioso, per cui decise di accoglierlo annuendo vistosamente la testa e sorridendo dolcemente all’altro.
    Nel guardarlo, Hayato non poté fare a meno che scrutare meglio gli occhi del proprio interlocutore, di un misterioso colore grigiastro. Li osservò intensamente per qualche secondo, mentre il corvino parlava.
    «Hai degli occhi davvero bellissimi, te l’hanno mai detto Okada-kun?»
    Domandò, ridacchiando, per un attimo ignorando tutto ciò che gli avesse appena detto.
    «Non lo dico per imbarazzarti, ne parlo come una semplice realtà oggettiva eheh~»
    Spiegò, col tono di voce di chi non aveva intenzione di flirtare quanto più semplicemente spiegare un concetto incontrastabile. Hayato, come al solito, era un po’ ambiguo, non era proprio facile comprendere appieno le proprie intenzioni. Il fatto che trovasse Daisuke attraente, però, era ormai diventato abbastanza chiaro.
    «Ah! Comunque~»
    Esclamò, come se si fosse appena ricordato di qualcosa di importante. Qualcosa come rispondere a Daisuke, tipo.
    «Sì, hai ragione, va benissimo. Da ciò che ho letto so dov’è la stanza dell’omicidio, per grosse linee, sono sicuro che lì intorno potremo trovare qualcosa di interessante~»
    Rispose, con la stessa spensieratezza di chi è felice di andare a fare un giro al parco.
    Daisuke acconsentì timidamente alla propria richiesta, esattamente come Hayato aveva pianificato. Qualcosa gli diceva che fregare Daisuke era una missione estremamente semplice, qualcos’altro gli suggeriva invece che era meglio fare attenzione col corvino. Eccedere con la maschera dell’ingenuità e della teatralità avrebbe rischiato di renderlo poco credibile, agli occhi del coinquilino.
    «Bene, non perdiamo altro tempo e andiamo.»

    ***

    Una volta che anche Daisuke si fosse preparato, Hayato avrebbe aperto la porta che dava sul corridoio e avrebbe sporto la testa, guardando a destra e sinistra come per assicurarsi che non ci fosse nessuno.
    A quel punto, avrebbe fatto segno a Daisuke di seguirlo lungo il corridoio con un gesto della mano.
    Esattamente come prima, quel luogo trasmetteva un certo terrore, benché Hayato avrebbe trovato pane per i propri denti nel caso in cui qualcuno avesse provato ad attaccarli: già, lì c’era una quantità di polvere a dir poco spropositata.
    Inoltre, il Consigliere ebbe modo di constatare che le candele emanassero una luce più fioca rispetto a prima, quasi come se si stessero per spegnere. Nonostante ciò, erano sufficienti per illuminare poco a poco il lungo corridoio, seppur lasciando “scoperte” alcune aree di breve tragitto particolarmente scure. In quei brevi lassi di tempo, per Hayato e per Daisuke sarebbe stato estremamente difficile guardare i movimenti dell’altro.
    «Per caso il tuo Quirk ti permette di diventare una lampadina? Sempre che tu ne abbia uno~»
    Sussurrò, ironico, giusto per smorzare la tensione che generava quel luogo angusto. Probabile che mantenere le luci tanto basse, nel cuore della notte, fosse una strategia per impedire agli ospiti delle escursioni come quella di Hayato e Daisuke?
    In ogni caso, dopo un po’, i due avrebbero raggiunto la famigerata stanza, la cui porta però era - ovviamente - chiusa. A dir la verità, Hayato non sapeva se la camera fosse ancora inaccessibile per via dell’omicidio oppure semplicemente perché l’avevano resa di nuovo agibile al pubblico. In quell’ultimo caso, era probabile che fosse serrata perché dentro c’erano dei clienti.
    «È chiusa.»
    Sussurrò Hayato, al compagno di stanza, nel caso in cui questo si fosse trovato ancora nei paraggi.
    In quell’esatto momento, uno scricchiolìo avrebbe attirato l’attenzione del biondo - e forse anche quella del corvino - perché si trattava dell’unico rumore nel raggio di chissà quanti metri.
    Lo scricchiolio si accompagnò all’apertura di una porta, poco distante rispetto a dove si trovavano Hayato e Daisuke, a circa cinque metri di distanza dalla stanza dove era avvenuto l’omicidio.
    Si trattava di una porta di legno, una porta che - per via dell’oscurità - da quella distanza non era possibile apprezzare bene, sebbene sembrasse abbastanza vecchia.
    Che cos’era?
    C’era un’altra camera nei paraggi?
    Che strano.
    Hayato non aveva sentito parlare di altri accessi nei pressi del famigerato luogo dell’omicidio.
    Istintivamente, il membro di Aogiri avrebbe cercato gli occhi di Daisuke, nella speranza che questo potesse suggerire cosa fare. La situazione che si era appena presentata stava già sfuggendo al controllo del biondino, che in quel caso non poteva fare a meno quindi di affidarsi ai pareri dell’altro.
    Forse le leggende che aleggiavano per quel luogo non erano solo fandonie.
    Aspettarsi qualcosa di concreto dallo Shinda Wakai avrebbe potuto rivelarsi pericoloso, se non addirittura fatale?
    In ogni caso, Hayato restò in attesa di Daisuke, oscillando lo sguardo fra la porta che si era appena aperta e gli occhi di ghiaccio del ragazzo: le iridi color pece del biondino sembravano invogliare quelle dell’altro a proseguire.
    D’altra parte, era stato proprio il Consigliere a voler inoltrarsi per quei corridoi.
    Non potevano più tirarsi indietro.
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    900

    Status
    Offline
    DAISUKE OKADA
    ● VILLAIN ● ETERNIUM ● LIVELLO#8 ●SCHEDAPortfolioART
    Più tempo passava, e più Daisuke si abituava agli sguardi, sorrisi e - per quanto rare in confronto alle prime due - parole, che l'ambiguo compagno di stanza gli dava.
    Inizialmente lo avevano confuso, poi gli avevano fatto solo storcere il naso, e tra non molto si sarebbe stupito dall'assenza di essi in una qualsiasi conversazione con Hayato.
    Chissà, forse era il suo personale modo per attirare l'attenzione altrui. In quel caso non poteva dire che non funzionasse, anche se forse l'abuso li faceva diventare rapidamente stagnanti. Specialmente se in un frangente di tempo relativamente ridotto, come l'abbandonante mezz'ora che i due criminali avevano per il momento condiviso.
    L'ultima mossa del membro di Aogiri fu quella di complimentargli gli occhi. E non sembrava nemmeno un tentativo di flirt, ma solo un ambiguo e particolarmente molesto complimento oggettivo. O almeno così lo aveva descritto il biondo.
    A dirla tutta Daisuke non prestava poi così tanta attenzione ai suoi occhi. Sapeva che la maggior parte del tempo le sue iridi erano sul grigio, ma non era raro che cambiassero in base ad elementi esterni e non. Alcune volte tendevano più al verde, ed in altri casi potevano quasi sembrare blu. Tutto sommato però, gli importava poco.
    Non era la prima volta che riceveva complimenti per via dei suoi occhi, ma era probabilmente la prima volta senza un tentativo di rimorchio collegato.
    Questo partendo dal presupposto che Hayato non volesse rimorchiarlo perlomeno, si stava fidando della sua parola. E per quanto ancora non avesse fatto nulla di male, non sapeva quanto si potesse fidare del biondo. Ma fosse stato quello il caso, non si sarebbe nemmeno lamentato così tanto.
    Con un cenno del capo poi, rispose finalmente alla tanto attesa risposta del delinquente, che aveva preferito commentare gli occhi altrui piuttosto che dire la sua idea sul piano di Daisuke. Idea positiva, sia chiaro. Era abbastanza evidente che il ragazzo fosse lì per divertirsi, più che per scoprire un qualche strano mistero. D'altronde, avesse effettivamente preso sul serio quella locanda, quel suo comportamento tranquillo ed euforico non si sarebbe spiegato.
    Sempre che non fosse qualcuno che si eccitava con la paura.
    Una volta vestiti entrambi, il vero fulcro dell'avventura incominciò. La loro missione per quella serata? A dirla tutta Daisuke non la sapeva, ipotizzava che Hayato volesse scoprire qualcosa, o magari spaventarsi abbastanza da non voler più mettere piede in stanza. Sicuramente una tra quelle due.
    In ogni caso - come un bambino che controlla l'assenza dei propri genitori dalla cucina, secondi prima di mangiarsi un biscotto - il membro di Aogiri si affacciò alla porta, assicurandosi che non ci fosse nessuno. Né spettri, né dipendenti del locale. E forse nemmeno clienti, il corvino non sapeva quale fosse la sua politica a riguardo. Avrebbe aggiunto un cliente curioso al loro gruppo? D'altronde avrebbero avuto degli interessi in comune, sempre che un fantomatico cliente esistesse.
    Di soppiatto quindi, come due ladri che non possono svegliare nessuno, i due criminali iniziarono a muoversi per quei misteriosi corridoi. La quantità di polvere rendeva il respiro pesante, la fioca luce delle candele non illuminava abbastanza da rendere l'ambiente piacevole, ed il temporale al di fuori dell'edificio era abbastanza forte da farsi sentire anche dentro.
    Poco a poco, la quantità di candele diminuì sempre più, iniziando a lasciare spazi di vero e proprio buio per svariati metri. Una cosa comprensibile, visto che difficilmente le persone "esploravano" la locanda di sera, con il bisogno di candele, ma che rendeva ancora più ombrosa quella situazione.
    "C-come hai fatto a scoprirlo?" - fingendo sorpresa per qualche istante, il ragazzo dai capelli scuri tirò fuori il suo telefono per aprire, quasi in contemporanea con la fine di quella frase, la torcia integrata. Era uno strumento utile, particolarmente per quel tipo di occasioni. Inizialmente l'aveva puntata sul volto di Hayato, per poi abbassare gradualmente la luminosità e puntarla verso il terreno, per poter vedere dove stavano mettendo i piedi.
    "Non dirmi che il tuo quirk è la preveggenza?!" - con un fare leggermente ironico, Daisuke continuò con quella sua battuta, in risposta all'affermazione ironica del biondo stesso. Chissà che quirk aveva il Consigliere di Aogiri oltretutto, normalmente non ci pensava, vista la vastità di unicità possibili, ma dopo quella sua domanda, un leggero dubbio gli era venuto. Era molto facile che non fosse qualcosa di utile, come tre quarti della popolazione mondiale, però c'era anche la possibilità che avesse un quirk interessante, o forse anche pericoloso.
    "Visto che io ti ho mostrato il mio quirk, pensi che il tuo possa tornare utile per aprire la porta?" - un'ovvia battuta, ma con un sottile filo di verità nascosto. Chissà, magari Hayato aveva qualche "abilità" particolare, tipo per l'appunto il sapere scassinare porte. Non era esattamente la cosa più bella del mondo da saper fare, ma era in momenti come questi che poteva tornare utile.
    Sempre che all'interno della stanza non ci fossero altri clienti, cosa probabile, sarebbe stato parecchio imbarazzante in quel caso. Ma avrebbe avuto senso riutilizzare una stanza come quella? Da un punto di vista economico sì, ma da quello etico?
    Pochi secondi dopo la sua sussurrata proposta, un lieve scricchiolio accompagnò l'apertura di una porta non troppo distante, a meno di una decina di metri.
    Lo sguardo confuso - e forse spaventato - di Hayato, si spostò negli occhi del Carro, come per cercare una risposta. Che tipo di risposta però?
    Cosa era successo? Cosa dovevano fare? Se proseguire per la porta aperta?
    Il corvino non ne era sicuro, quindi provò a rassicurare il biondo, cercando soprattutto di auto-convincersi.
    "Sarà stato sicuramente il vento, c'è comunque una tempesta no?" - la sua voce, ben più bassa di prima, a malapena udibile da Hayato, diede la risposta più logica a cui poteva pensare. Era per forza il vento, alla fine i fantasmi non esistono no?
    Lentamente, Daisuke alzò il suo telefono, puntando la leggera illuminazione verso la porta poco distante, con la speranza di vedere cosa ci fosse. L'opzione migliore - secondo Daisuke - rimaneva probabilmente quella di aprire la porta chiusa dietro di loro, ma forse lo spirito avventuroso del biondo avrebbe preferito buttarsi a capofitto nel mistero.
    Ⅶ I can hear the future calling me Ⅶ
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    Daisuke aveva tutte le buone ragioni per guardare Hayato con occhi dubbiosi, perché - come abbiamo detto - il membro di Aogiri avrebbe ben più che volentieri sacrificato il corvino, se questo avesse significato salvarsi la pelle da qualche entità paranormale.
    Il Villain dai capelli biondi era perfettamente consapevole del proprio atteggiamento ambiguo, così come della confusione e del disagio che trasmetteva ai propri interlocutori, ed era soddisfatto di poter osservare quell’incertezza anche nelle espressioni altrui.
    Daisuke, insomma, stava facendo ben più che bene a fidarsi poco: Hayato sarebbe capace di pugnalare alle spalle chiunque per un proprio interesse personale e Hisoka Morow ne sapeva qualcosa.
    Durante il loro giretto notturno, il Consigliere ebbe l’opportunità di poter constatare che Daisuke fosse dotato di un certo senso dell’umorismo: non se lo sarebbe aspettato, perlomeno da come si era posto il moro nei propri confronti. Meglio così, comunque, dal momento che ne avrebbe approfittato per divertirsi di più.
    Dopo che il giovane accese il flash sul proprio dispositivo cellulare, quindi, Hayato si lasciò scappare una breve ma fragorosa risata, per poi voltarsi verso l’altro.
    «Mi hai scoperto, Okada-kun~»
    Scherzò, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso.
    «Hai proprio indovinato il mio Quirk, ma ho fatto prima ad indovinare il tuo. Ti ho battuto~»
    Scherzò, e sarebbe stato abbastanza chiaro che il vero Quirk di Hayato non fosse quindi legato alla preveggenza, così come quello di Daisuke non fosse connesso alla luce.
    «Abbassa il flash verso il pavimento, però, altrimenti non riesco a scorgere il tuo bellissimo viso.»
    A differenza delle precedenti, quella frase venne pronunciata in maniera più provocatoria rispetto a prima, ma continuava a non essere del tutto esplicita: il biondo non aveva intenzione di smettere di flirtare con Daisuke. Fino a quel momento era stato molto indiretto, ma osare un po’ di più con i commenti gli avrebbe fatto capire meglio se anche Daisuke fosse interessato a lui oppure no.
    D’altra parte, se fossero sopravvissuti poi dopo avrebbero dovuto dormire insieme, no?
    Sempre che Daisuke fosse riuscito a sopravvivere.
    In ogni caso, il Consigliere decise di distogliere i pensieri dal fascino di Daisuke, per evitare di disconcentrarsi eccessivamente e quindi perdere l’obiettivo primario di quella serata. Avrebbe riposto attenzione, però, nel notare se il ragazzo di Eternium avesse davvero abbassato la torcia per farsi vedere meglio oppure no: poteva essere un indizio per la questione-flirt.
    Una volta arrivati davanti la porta della famosa camera, i due ragazzi avrebbero potuto notare che questa fosse chiusa: non importava granché, dal momento che poco lontano se ne sarebbe spalancata un’altra.
    Non era prevista nei piani del Consigliere, eppure non poté che attirare la propria attenzione. Già, perché una porta avrebbe dovuto aprirsi in quel modo spontaneamente, senza che qualcuno la spingesse, nell’esatto momento in cui Daisuke e Hayato si fossero trovati nei suoi pressi?
    Il biondo fece segno all’altro di seguirlo, e a quel punto sarebbe sgattaiolato in direzione della porta aperta, sperando che Daisuke lo seguisse.
    Una volta che si fosse affacciato, oltre la soglia della porta vide una piccola saletta con diversi scaffali ma, da quella distanza, non riusciva ad identificare nulla perché una sottile nebbiolina scura impediva ai propri occhi di focalizzare per bene ciò che si trovava aldilà di essa.
    «Sembra una specie di sgabuzzino.»
    Farfugliò a Daisuke, nel caso in cui questo gli si fosse avvicinato.
    «Vedo degli scaffali ma credo che dovremmo entrare per poter capire meglio cosa ci sia.»
    Sussurrò, eppure non riusciva a capire neppure se ciò che stavano vedendo fosse effettivamente reale o meno: quella stanzetta esisteva davvero oppure era una semplice illusione creata da uno spirito?
    «Allora, che cosa ne dici Okada-kun, entriamo? Chissà, magari scopriamo un passaggio segreto. Sai, nei film si sente spesso di quelle pareti che si ribaltano e ti trasportano in un’altra stanza, possibile che sia questo caso?»
    Ancora una volta Hayato si ritrovò a fantasticare e divagare con i pensieri (forse un po’ troppo), eppure quelle circostanze sembravano davvero appartenere in tutto e per tutto ad un film dell’orrore.
    Mentre parlava, una leggera corrente fredda avrebbe abbandonato lo stanzino e avrebbe invaso sia Hayato che Daisuke, probabilmente costringendo entrambi ad essere attraversanti inermi da un rapido brivido.
    «Hai sentito anche tu questo freddo, Okada-kun~?»
    Domandò, ridacchiando, come se la situazione lo divertisse piuttosto che spaventarlo. D’altronde, non sarebbe stato sorprendente se si fosse scoperto che il killer di quel B&B si chiamava Hayato Ono.
    Comunque, se Daisuke avesse acconsentito, i due si sarebbe diretti all’interno dello sgabuzzino, ritrovandosi davanti tutta una serie di documenti, pezzi di giornale, foto antiche e cianfrusaglie varie. Poteva esserci qualcosa di interessante?
    Le pareti sembravano abbastanza stabili, ma potevano esistere delle zone in cui queste sembrassero cedere... chissà.
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    900

    Status
    Offline
    DAISUKE OKADA
    ● VILLAIN ● ETERNIUM ● LIVELLO#8 ●SCHEDAPortfolioART
    Purtroppo, per quanto Hayato fosse sospetto come tre bambini sotto un impermeabile, l'unicità di Daisuke aveva ben poco a che fare con il leggere la mente, o comunque con il discernere la realtà dalle menzogne.
    Aveva molti dubbi sul finto-biondo, ma probabilmente nessuno di questi sarebbe stato risposto. Sicuramente non dal compagno di stanza, e sicuramente non in modo volontario.
    Che cosa lo metteva così al limite però? Comportamento ed aspetto potevano bastare per capire quanto sospetta una persona fosse. Che cosa lo costringeva a ripensare quella sua personale "paura"?
    Era esattamente quello che rendeva Hayato così ambiguo. Il suo comportamento era esageratamente equivoco e dubbioso, come se lo facesse di proposito. Come se volesse attirare il corvino nella sua trappola, solo per togliersi la maschera e fargli vedere quanto stupido fosse stato a cascarci.
    Era quello il principale problema del Carro, ogni suo pensiero era sormontato da decine di dubbi e ripensamenti, piuttosto che essere solido e chiaro. Altre persone si sarebbero rapidamente convinte di una delle più opzioni, ma il criminale non era così, "preferiva" rimanere in quel limbo di dubbi per minuti, arrivando ad una soluzione insicura che poi nemmeno lo soddisfaceva.
    Il tentativo di Daisuke di instaurare una comunicazione leggera e tranquilla aveva parzialmente funzionato, non voleva essere troppo amichevole ma nemmeno troppo ostile, non in assenza di un'idea chiara sul tipo di personaggio che Hayato era. Pendere troppo verso una delle due parti rischiava solo di creare disagio, quindi preferiva essere simpatico ma neutrale, per nascondere le sue incertezze dietro a battute o commenti. Normalmente funzionava, ma ciò dipendeva da quali fossero le effettive intenzioni dell'interlocutore. Ma quello era anche il motivo per cui usava quel tipo di comunicazione, quindi non era poi così problematico.
    "Ho perso la battaglia ma non la guerra" - la risposta del corvino era arrivata dopo qualche secondo di risata, una risata sussurrata sì, ma non per questo meno onesta. Stava solo cercando di fare il meno rumore possibile, d'altronde era sera e loro due non dovevano essere lì.
    Probabilmente non sarebbe successo nulla anche nel caso in cui li trovassero in giro per la locanda. Ma se possibile era meglio evitare direttamente quello step, non facendosi scoprire.
    L'esplicito flirt da parte del Consigliere di Aogiri fece arrossare leggermente le orecchie del corvino, che non era mai stato più felice di essere dall'altro lato della torcia.
    Il buio infatti, lo nascondeva per bene, rendendolo difficile da vedere chiaramente. Non osava immaginare la possibile reazione di Hayato nel caso in cui l'avesse notato. Già faceva commenti e battutine come un forsennato, fargli capire che alcune di esse effettivamente attecchivano era l'ultima cosa che Daisuke voleva.
    La sua risposta infatti, fu del semplice silenzio, accompagnato da qualche colpo di tosse involontario. Aveva paura a reagire con una battuta, c'era il rischio non indifferente che il biondo partisse per una tangente di quel tipo, ed era sicuro di perdere su quel campo. Non aveva nessuna possibilità.
    Per rendere ancora più difficile la visione del delinquente, il ventisettenne abbassò anche la torcia, puntandola a trecentoventi gradi verso il pavimento. Abbastanza inclinata da illuminare davanti a sé, ma non così poco da illuminare solo la schiena del compagno.
    La scelta di Hayato, in ogni caso, ricadde sulla porta spalancata, grazie a quello che il Carro sperava fosse il vento.
    Il primo fece cenno al secondo di seguirlo, così da non dividersi nel buio di quella struttura, una cosa non solo pericolosa, ma anche parecchio inquietante. Seguendolo quindi, anche Daisuke arrivò fino a quella fantomatica stanza, puntando la torcia direttamente all'interno di essa. Era curioso di vedere cosa ci fosse dentro, e se ci fosse qualche finestra da cui potesse essere entrato il vento. L'unica cosa che razionalmente poteva averla aperta.
    Nonostante la luce, vedere all'interno della stanzina risultava comunque difficile. Riusciva a scorgere qualche credenza e dei fogli lasciati sparsi su di esse, ma era troppo lontano per capirci qualcosa. Non sembrava esserci nulla di strano però, non a prima vista perlomeno.
    Che fosse il caso di entrare per controllare? Secondo il membro di Aogiri sì, e Daisuke non vedeva motivo per non farlo. Sembrava davvero un normalissimo sgabuzzino, che male poteva mai fare controllarlo e poi tornare alla porta incriminata? Nel peggiore dei casi avrebbero perso qualche minuto, tanto la porta non era stata certamente aperta da uno spirito, non poteva essere no?
    "Se pensi che ci possa essere qualcosa di interessante. Nessun problema" - mentre parlava, un profondo brivido aveva attraversato il suo corpo, come se una corrente gelida lo avesse appena attraversato da capo a coda. Ancora una volta, la parte razionale di sé pensò ad una soluzione realistica, cioè lo stesso vento che aveva spalancato la porta, era anche quello che li aveva "rinfrescati" in quel momento, ma non poteva negare di sentirsi un po' più a disagio.
    E se davvero lo spirito era chiuso in quella stanza? Magari li aveva appena attraversati, senza che nessuno dei due se ne rendesse conto. Era impossibile eh, però una parte di Daisuke stava iniziando ad avere questi pensieri, scontrandoli con quelli decisamente più logici e razionali.
    "S-sì, sarà colpa della tempesta come ho detto prima no?" - prima di iniziare a parlare, un sottile gemito fuoriuscì dalla bocca del ragazzo, forse come solievo per quella sua temporanea paura. Non se lo aspettava nemmeno lui, infatti era rimasto stupito per qualche secondo, cercando poi di ignorarlo e passare alla risposta.
    Doveva per forza essere la tempesta, non poteva essere altrimenti. Ed il fatto che fosse l'unico ad avere un po' di paura lo stava mettendo ancora più a disagio.
    Hayato infatti, sembrava quasi divertito da tutto quello, come se sapesse già cosa stesse succedendo.
    Come il corvino immaginava, all'interno di quel piccolo sgabuzzino non c'era niente più che cianfrusaglie e vecchi documenti, tutto cose relativamente poco interessanti. D'altronde non avrebbe avuto senso tenere cose importanti in un posto come quello, non quando la porta si poteva aprire da sola. Allo stesso tempo poi, non sembrava esserci nessun passaggio secreto, come il quasi infantile biondo aveva immaginato. Ed anche lì era qualcosa di abbastanza normale, Daisuke era abbastanza sicuro che potessero esserci passaggi segreti in quella locanda, visto il passato che aveva, ma dubitava che fossero in posizioni così casuali. Normalmente infatti, nelle case importanti, sono sì presenti ma solo in zone strategiche.
    "Cosa stai cercando? Credo che ci sia solo spazzatura e roba inutile." - forse era un po' esagerato chiamare tutta quella roba spazzatura, ma a livello pratico non era nulla di più. Non per loro due perlomeno, forse erano cose utili o interessanti per lo staff, ma i due "gruppi" avevano interessi chiaramente diversi.
    Ⅶ I can hear the future calling me Ⅶ
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    642

    Status
    Offline
    Hayato non riuscì a capire bene, dalla reazione di Daisuke, se questo avesse risposto positivamente alla propria avance o meno. Il corvino continuava a mantenere quell’atteggiamento enigmatico e imperturbabile che tanto lo caratterizzava e che non permetteva in alcun modo di poter comprendere quali fossero i pensieri che gli passavano per la testa.
    Il nostro Villain di Aogiri avrebbe fatto meglio a smettere di insistere con quelle provocazioni o avrebbe rischiato di infastidire seriamente il compagno di stanza (e l’ultima cosa che desiderava era essere piantato in asso in quei corridoi senza un Daisuke da poter dare in pasto ad un possibile serial killer).
    Okada gli serviva e avrebbe approfittato della sua presenza lì finché l’avrebbe ritenuta necessaria.
    In ogni caso, Hayato fu ben lieto che il corvino acconsentì ad entrare con lui in quello stanzino e, dopo un attimo di esitazione da parte di entrambi, i due fecero il loro ingresso in quella stanza tanto piccola quanto curiosa.
    «Sto cercando qualcosa di interessante, Okada-kun.»
    Rispose, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso dolce e gentile. Scrutò il ragazzo con fare benevolo e rilassato, come se fossero ad un luna park piuttosto che in una villa infestata.
    A quel punto il biondino avrebbe iniziato a frugare tra fogli, documenti, cianfrusaglie, passando da uno scaffale all’altro.
    «Mi dai una mano a cercare? Vorrei trovare degli indizi, qualsiasi cosa che possa suggerirci che per i corridoi di questa Villa si aggiri un fantasma~»
    Disse, in tono calmo e disinteressato, come suo solito, senza neanche far trasparire una sola nota di incertezza tra i suoni emessi dalle proprie corde vocali.
    Dopo aver cercato per un po’ di tempo, il Consigliere si ritrovò tra le mani alcuni fogli.
    Erano delle pagine strappate.
    Con delle foto.
    Le foto della vittima.
    Doveva essere una pagina dell’articolo del giornale relativo all’omicidio che si era consumato tra quelle mura qualche tempo prima.
    «Daisuke, guarda~»
    Disse, con aria spensierata, avvicinandosi all’altro e mostrandogli le pagine di giornale poc’anzi trovate.
    «Ci sono degli scarabocchi sopra ma, sinceramente, non riesco a comprenderli bene.»
    Spiegò, riferendosi a delle linee rosse che disegnavano delle linee, cerchi e altri simboli non ben intuibili.
    «Pensi che possano essere di proprietà del serial killer? Sarei alquanto deluso in questo caso, uffi.»
    Tirò un profondo sospiro, mettendo il broncio, come se quell’ultima constatazione l’avesse realmente offeso.
    «Già, io speravo che ci fosse un fantasma, sinceramente.»
    Continuò, manifestano un’espressione contrariata e alquanto seccata.
    «Pero… chissà, magari anche i fantasmi sono in grado di maneggiare dei giornali e scriverci sopra, non credi? La teoria secondo cui siano intangibili non va più di moda.»
    Scrollò le spalle, per poi posare quei pezzi di pagine sugli scaffali. A parte quelli non sembrava esserci molto altro, perlomeno nella porzione dello stanzino ispezionata da Hayato. Per quanto riguardava quella di Daisuke… chissà se aveva riscontrato qualcosa di interessante.
    «E tu? trovato qualcosa, Okada-kun?»
    Chiese e, sia che il membro di Eternium gli avesse risposto che non, i due avrebbero poi sentito un tonfo sordo e netto provenire da poco lontano rispetto a dove si trovavano.
    L’unica cosa che avrebbe potuto generarlo era…
    La porta.
    La porta si era chiusa.
    O meglio, qualcuno aveva doverla chiusa dall’esterno senza che i due potessero accorgersene.
    Hayato avrebbe di istinto tentato di aprirla ma, quando avrebbe abbassato la maniglia e poi alzata, nulla sarebbe cambiato.
    Era stata chiusa a chiave.
    Qualcuno… o qualcosa li aveva intrappolati lì dentro.
    Dopo aver constato l’effettiva chiusura della porta, il biondo avrebbe sollevato nuovamente lo sguardo come per incrociare gli occhi di ghiaccio dell’altro.
    «Ci hanno chiusi dentro.»
    Proferì, ma quella volta il solito sorrisetto di Hayato non occupava più la propria espressione, che prese una piega leggermente più… confusa.
    Perché qualcuno avrebbe dovuto decidere di incastrarli lì dentro? Che fosse stata la stessa persona - o entità - che poco prima li aveva spinti ad entrare lì dentro, facendo spalancare la porta?
    Eppure non avevano visto nessuno.
    Ma allora, era possibile che in giro per lo Shinda Wakai si aggirasse effettivamente uno spirito?
    AOGIRI TREE ✧ LV 6 ✧ CRONOschedaART © code ©
     
    .
25 replies since 2/5/2021, 14:23   611 views
  Share  
.
Top
Top