Sticky Problems Require Sticky Solutions...

Fight Role| Yumeru Shinso - Melissa McArthur

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    Yumeru Shinso

    Narrato - «Parlato»




    Era sera tarda lì nel quartiera di Ginza al centro di Tokyo. Il cielo si era già tinto di sfumature brune e arancioni ma il sole sembrava volersela prendere con comodo calando lento oltre l’orizzonte come una goccia di melassa. La pigra luce solare scivolava lentamente via dagli edifici in quel tramonto apparentemente prolungato ad oltranza mentre la brava gente della frenetica metropoli lasciava i propri uffici per tornarsene a casa dopo un'altra dura giornata di lavoro.

    Yumeru camminava quietamente lungo il marciapiede passando davanti alle vetrine di boutique di lusso e ristoranti stellati per gente che aveva in genere tasche profonde ma stomaci piuttosto ristretti – o almeno cosi pensava Yumeru mentre si guardava distrattamente attorno.

    Il marciapiede era ancora gremito di gente nel tipico via vai cittadino ma Yumeru non sembrava risentire dalla calca. La gente convenientemente si faceva da parte al suo passaggio.

    Questo era ovviamente dovuto al fatto che stesse indossando il suo costume da eroe, la tuta argentata con stilose decorazioni di un intenso verde fluo. Si trattava a tutti gli effetti della sua divisa di servizio – la sua uniforme da Eroe. Durante le sue recenti esperienze prestando servizio come Tirocinante presso l’agenzia Lifeline il giovane aspirante eroe aveva potuto constatare come il costume suscitasse un concreto effetto sulla gente che incontrava per strada. Rispetto, timore, ammirazione e in alcuni casi perfino avversione e ostilità. Lo poteva leggere negli sguardi e nelle espressioni.

    La gente tendeva a non volersi avvicinare troppo all’Eroe in pattuglia – istintivamente la maggior parte della gente temeva di finire nei guai anche senza aver commesso alcun reato. Cosi al suo passaggio la fiumana umana che affollava il marciapiede tendeva ad aprirsi permettendosi di muovere senza doversi fare strada fra la calca.
    La cosa era ovviamente comoda per lui quando pattugliava per strada – ma allo stesso tempo lo metteva un po’ soggezione. Gli dava l’impressione di essere costantemente sotto un riflettore, con la gente che osservava e scrutava ogni suo movimento. Era come essere ostracizzato sopra un piedistallo.
    Nonostante fossero ormai un paio di mesi che seguiva questa routine ancora non era riuscito a farci l’abitudine e si chiedeva se ci sarebbe mai riuscito.

    Fortunatamente almeno per oggi il suo giro di pattuglia era praticamente terminato. Aveva pattugliato la zona che gli era stata assegnata su istruzione dell’agenzia e adesso stava facendo rientro al quartier generale di quest’ultima per fare rapporto. Su quest’ultima nota il ragazzo non poté far a meno di farsi sfuggire un lamento avvilito.

    Di tutti gli aspetti della carriera d’Eroe una cosa che non si sarebbe mai aspettato di cui doversi preoccupare erano le scartoffie. Sicuramente quando aspirava a quella prestigiosa carriera di Eroe non si sarebbe mai aspettato che avrebbe passato più tempo a combattere la noiosa mondanità della burocrazia piuttosto che criminali e furfanti.
    Ma all’agenzia erano piuttosto severi al riguardo: a seguito di ogni suo servizio di pattuglia doveva tornare in ufficio e compilare un rapporto dettagliato di quello che aveva fatto. Specialmente in qualità di tirocinante le sue azioni erano soggette ad un costante scrutino e giudizio perciò andavano monitorate con attenzione e precisione.


    Il ragazzo si stiracchiò pigramente stendendo le braccia senza perdere il passo. Se gli andava bene sarebbe riuscito a stilare il rapporto in tempi brevi. Quella sera aveva un appuntamento con Fuyuko e non voleva rischiare di arrivare in ritardo. Dopo la tragica morte del fratello Yumeru aveva fatto del suo meglio in qualità di fidanzato per confortarla e offrirle ogni possibile supporto morale. Ovviamente, lui meglio di molti, era consapevole che una perdita del genere lasciava una ferita profonda e dolorosa che non si sarebbe sanata in tempi brevi – e forse non si sarebbe sanata mai. Ma il ragazzo era comunque intenzionato a supportare la ragazza per aiutarla a superare quel terribile momento di difficoltà.

    Mentre ponderava questi pensieri il ragazzo avanzava lungo il marciapiedi in direzione dell’ufficio tenendo però un occhio sulla folla di passanti che gli passavano accanto in allerta per qualsiasi segno sospetto…





    Combat & Status Data



    Liv. 6 | Exp 1120| Età 18 | 🧥 | |
    Status: Normale | Peso 4/6 | Energia 550 |
    Forza 160 | Quirk 220 | Agilità 145



    Equipaggiamento:


    [Adaptive Suit: Daybreak Samurai II ]

    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    La versione costume di Yumeru varia dai toni bianchi e giallo dorato, con rifiniture in arancione fluo. Questa versione lascia scoperto il braccio destro fino all'avanbraccio, presentando però placche protettive sul petto, su parte delle braccia e sulle gambe. Il costume è fornito anche di un elmetto con headset che copre interamente il volto a fini estetici. Con questa versione di questa tuta è allegato un giaccone rinforzato con cappuccio. Sullo spallone del braccio sinistro è raffigurato un girasole stilizzato, simbolo che Yumeru ha scelto per rappresentarsi.
    Potenziamento: (2/4)[/font]
    Danno/Effetto/Resistenza: Resistenza a danni medi


    [Helmet] - Accessorio costume
    Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa.
    Potenziamento: (0/1)
    Danno/Effetto/Resistenza: protegge da danni medi alla testa.
    Durata: Permanente.


    [Electric Booster] - Supporto

    Un acceleratore di velocità che genera calore minimo. Una coppia sincronizzata di questi elementi è stata montata in un paio di stivali in gomma e isolanti. Permettono di eseguire brevi e rapidi scatti.
    Danno/Effetto/Resistenza: + 20 Agilità
    Durata: Permanente


    [Wooden Katana] - Supporto
    Una katana in legno. A dispetto delle apparenze è molto resistente, ed è stata trattata in modo da poter resistere anche ai quirk che di base utilizzano il fuoco. Per spezzarla, insomma, bisogna essere eccessivamente violenti. Ovviamente è stata costruita apposta per evitare di ferire le altre persone, per questo non c'è una vera lama e può essere utilizzata senza la specializzazione in arti marziali.
    Danno/Effetto/Resistenza: Danni lievi.
    Durata: Permanente, ma può rompersi.
    Potenziamento: Disponibile.
    Peso: 1 (NB: Il peso aumenta di uno se si acquista la versione potenziata.)


    [Buckler 2.0] - Difensivo
    Brevettato da un famoso ingegnere, questo piccolo scudo circolare è ispirato proprio al buckler fornito come equipaggiamento dalla Yuuei. Si tratta di un bracciale in grado di generare un piccolo campo di forza traslucido in grado di assorbire i colpi fisici e proiettili. Ha un diametro di 60 centimetri ed ha un irrisorio peso di appena 500 grammi.
    Potenziamento: (1/2) possibilità di ingrandire lo scudo per garantire una protezione maggiore estesa a tutto il corpo.
    Danno/Effetto/Resistenza: protegge da danni medi: armi bianche e proiettili.
    Durata: Permanente.
    Peso: 2


    [Radar] - Supporto
    Un radar in grado di identificare presenze vitali in una precisa area attorno a chi lo utilizza è stato montato su un paio di occhiali da sole in modo da poter aggiungere altre funzioni.
    Il radar analizza il consumo d'ossigeno rilevando ed indicando il numero di individui e la loro posizione, seppur non la loro entità, riportando il tutto sullo "schermo" degli occhiali (come se fosse un interfaccia olografica) il quale è visibile solo dall'esterno. Un ulteriore scanner dotato in aggiunta di un piccolo computer, è in grado di rilevare la presenza di oggetti metallici, come un metal detector, ed è in grado di distinguere i materiali da costruzione (come lampioni o tombini) e di ignorarli. Viene riportata la situazione nei dieci metri circostanti. L'analisi richiede un turno di totale immobilità.
    Danno/Effetto/Resistenza: Identifica il numero e la posizione di persone/animali/metalli presenti in un'area di dieci metri dall'utilizzatore.
    Durata: Permanente.
    Peso: 1





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    Melissa McArthur
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    Non le piaceva stare lì. Voleva dire che non era schizzinosa se si trattava di dove lavorare, però c'erano dei posti specifici che preferiva evitare però a volte le toccava ingoiare anche l'eventuale rospo amaro. Ginza era tante cose, però non era un luogo a cui lei era abituata ed inoltre tutto quel lusso le dava fastidio. Si sentiva isolata ed osservata, sia da vecchi uomini d'affare o da chi non pareva apprezzare il suo modo di vestire frugale e semplice, l'opposto di ciò che le boutique locali vendevano. Come al solito era lì per consegnare un pacchetto, cosa di specifico non lo sapeva e forse era meglio non saperlo; il contatto le aveva detto di fare attenzione. Niente di nuovo, insomma.
    Attualmente era con le mani in tasca nei suoi pantaloni neri, molto simili a quelli militari di cui apprezzava comodità e versatilità. I scarponi erano anche simili a dei stivali, poco estivi però rimanevano comodi ed onestamente era troppo imbarazzata ad indossare qualcosa di diverso. Il resto era una t-shirt gialla ed una giacchetta legata intorno alla vita, Melissa era una persona che anche in primavera o estate non cambia più di tanto il proprio guardaroba. Ovviamente aveva con sé il pacchetto, una piccola scatola dentro un sacchetto di plastica dentro il quale aveva messo un paio di cose comprate al negozio lì vicino. Sperava che così sarebbe stato meno sospetto ed onestamente funzionava quasi sempre, dava l'aria che era giusto tornata dal fare la spesa.
    Controllò il telefono un'ultima volta per accertarsi che si stesse avviando nella direzione giusta. Si, la via era quella e tutte le indicazioni erano giuste, ora doveva giusto svoltare a sinistra ed avviarsi verso un bidone dell'immondizia. Da lì sarebbe passato qualcun'altro a prendere il pacchetto, continuando la catena verso un destino che non le era dato sapere. Niente di nuovo, una cosa rassicurante se non fosse che ultimamente stava avendo delle spiacevoli sorprese. Il ladruncolo, l'americana ed ancora prima il tizio con le ali, onestamente quegli ultimi mesi erano stati decisamente fuori norma per lei che onestamente non vedeva mai così tanti problemi. Forse era solo paranoica, doveva concentrarsi e soprattutto rilassarsi. Fece un bel respiro e girò a sinistra, mancava una grossa mezz'oretta all'orario predefinito e preferiva arrivare lì in anticipo.
    Le stradine fra gli edifici erano sempre quelle, un territorio quasi isolato da quell'area di Tokyo, una notevole differenza dal lusso che poco prima li circondava. Voleva dare l'aria di una che stava andando a casa o da un amico, però alta com'era e soprattutto essendo una straniera non poteva non passare un po' nell'occhio. Forse sarebbe stato meglio andare lì con la chioma rossa, però con quel clima non voleva secernere slime mentre andava in giro e passarsi costantemente l'acqua addosso. Ad ogni modo, con delle lunghe falcate accelerò il passo e si avviò verso il bidone dell'immondizia che dovrebbe avere tre sticker in posizioni molto specifiche. Era a si e no una decina di metri da lì, non appena lì le sarebbe bastato trovare un posto dove spendere il tempo rimanente e sarebbe potuta ritornare a casa.
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    Yumeru Shinso

    Narrato - «Parlato»




    Gli occhi ambrati di Yumeru scandagliavano costantemente il volto della folla che lo circondava. Nonostante apparisse placido e tranquillo mentre camminava lungo il marciapiede il suo sguardo, nascosto dietro il visore della maschera che indossava, era vigile e attento.

    Aveva pattugliato quella strada innumerevoli volte da quando aveva iniziato il suo tirocinio presso l’agenzia di Quiet Perfume e gradualmente l’esperienza aveva iniziato ad ingranarsi nel suo corpo come intagli sul legno. Le sue gambe si muovevano seguendo il solito percorso quasi in automatico e i suoi piedi stavano quasi memorizzando la specifica sensazione del terreno sotto di loro, ogni gradino, ogni dosso o crepa, al punto che di quel passo nel giro di qualche anno sarebbe stato in grado di riconoscere il punto esatto della strada dove si trovava ad occhi chiusi.

    Cosi mentre il suo corpo si muoveva in automatico la sua testa era libera di operare con più efficienza, libera di osservare e assimilare ciò che lo circondava.
    E ciò che lo circondava era la città viva e in fermento. La strada brulicava di persone come un formicaio – il fremente via vai della vita urbana a pieno regime. Per un certo verso era un po’ scombussolante a pensare a quanto fino a pochi mesi prima questa strada fosse vuota e deserta. Durante gli infausti “giorni delle Farfalle” la strada adesso cosi gremita sembrava una città fantasma, invasa dalla nube tossica che portava morte e disgrazia.
    Adesso invece sembrava come se la cosa non fosse mai successo – la gente aveva ripreso la propria routine ordinaria apparentemente senza troppi indugi. Per un certo verso era sicuramente meglio cosi, la città come uno squalo non poteva rimanere ferma, per prosperare e vivere aveva bisogno di rimanere in continuo movimento.

    Come le vetrine e le facciate varie dei negozi, cosi anche molti dei volti che incontrava gli apparivano ormai familiari come se lì conoscesse anche se non aveva mai scambiato con essi una sola parola. I volti stanchi dei pendolari che uscivano dall’ufficio. I volti sorridenti e plastici dei commercianti che facevano capolino dai negozi. I volti dei clienti assidui che potevano permettersi il tempo e il lusso di visitare per svago abitualmente quella zona commerciale.

    Yumeru aveva inconsciamente memorizzato la maggior parte di essi, quasi come un pastore che riconosce istintivamente le pecore del suo gregge.

    Probabilmente qualcuno avrebbe ritenuto il paragone offensivo ma Yumeru avrebbe argomentato che nel caso di certi individui presenti fra la folla sarebbero state le pecore quelle a doversi offendere.


    Fu in quel momento che la sua attenzione si trovò attirata su uno specifico volto nel mezzo della folla. Si trattava di un volto decisamente nuovo. Il volto femminile di una donna, vestita in maniera piuttosto sobria e spartana, che spiccava in altezza sovrastando ampiamente buona parte delle persone attorno a lei.
    Yumeru non era sicuro del perché ai suoi occhi quella donna sembrò risaltare in mezzo a quel vasto e variegato via vai di persone.

    Forse era semplicemente la sua tutto sommato notevole statura – per Yumeru era abbastanza una rarità vedere una ragazza che quasi lo raggiungeva in altezza, specie considerando l’altezza media in Giappone.
    Forse era perché si trattava di una ragazza tutto sommato piuttosto attraente, malgrado l’abbigliamento che portava non esaltava molto la sua femminilità. Yumeru in fondo aveva passato gran parte della sua adolescenza adocchiare belle ragazze da abbordare e si trattava di un abitudine che non riusciva a scrollarsi nonostante adesso l’unica ragazza che intendeva corteggiare era la sua Fuyuko.
    Forse era proprio la vivace chioma azzurra della donna ad aver richiamato la sua attenzione rammentandogli i meravigliosi capelli turchesi di Fuyuko che aveva sempre un posto fisso nella sua mente.
    Forse era il suo modo di muoversi. A dispetto delle persone che le stavano attorno che camminavano in maniera placida e rilassata, il movimento della donna era asciutto e serrato, mentre teneva un passo spedito senza movimenti superflui. La postura e l’andatura della donna avevano un che di… militaresco. Era come vedere un falco che vola insieme ad uno stormo di anatre.

    forse non si trattava di uno solo di questi fattori ma tutti insieme. O non si trattava nessuno di essi. Istintivamente il giovane aspirante eroe poteva percepire che benché fossero tutte motivazioni ragionevoli e sensate la vera motivazione era qualcosa di non razionale, qualcosa difficile da definire. Era una sensazione di pancia. Un prurito mentale come se qualcosa non tornasse. Un flebile brivido che gli faceva rizzare i peli sul collo in all’erta.

    Senza neanche rendersene conto Yumeru seguì discretamente la donna con lo sguardo finché non la vide sparire imboccando un piccolo vicoletto anonimo. I piedi del ragazzo si arrestarono di fronte all’entrata del vicolo e il giovane si soffermò lì impalato ad osservare la donna inoltrarsi al suo interno. Sentì un breve dilemma – istintivamente sentiva l’impulso di seguire la donna e verificare dove stava andando… d’altro canto era consapevole che questo impulso non si basavano su alcun fondamento razionale. Quasi sicuramente si trattava solo uno stupido sospetto paranoico e seguire quell’impulso quasi sicuramente si sarebbe rivelata una perdita di tempo. La cosa più sensata sarebbe stata ignorare la cosa e procedere per la sua strada, tornando piuttosto a preoccuparsi di sbrigare tutte le scartoffie e arrivare in tempo all’appuntamento con la sua fidanzata.

    Il problema era quel “quasi”. Quel sospetto. Quell’incertezza gli impediva di lasciar perdere la faccenda senza almeno verificare. Sapeva che avrebbe il sonno, assillandosi sulla possibilità che non facendolo aveva lasciato che un crimine avvenisse proprio sotto il suo naso.

    La povera donna in questione magari si stava facendo solo gli affari suoi… ma in fondo parte del lavoro dell’Eroe era impicciarsi degli affari altrui.


    Yumeru cosi prese la sua decisione e con passo deciso si avviò a sua volta dentro il vicolo stretto seguendo la donna. Fortunatamente conosceva ormai abbastanza bene quella zona e non ebbe difficoltà ad orientarsi fra le varie diramazioni del vicolo raggiungendo, tenendosi a distanza di sicurezza, la donna.
    Fu giusto voltando un angolo che notò la donna avvicinarsi ad un bidone anonimo e… poi allontanarsi. Yumeru fu inizialmente perplesso dal gesto finché non notò che la donna non aveva più niente in mano. Quando l’aveva notata in mezzo la folla la donna stava chiaramente trasportando il sacchetto che riportava il distintivo logo di uno dei negozi vicini.

    A quella realizzazione il suo sospetto sembrò farsi più concreto.

    Ma che fare? La donna si stava allontanando. Se la situazione era quella che pensava doveva fermarla. Non aveva il tempo di verificare se e cosa la donna avesse effettivamente depositato nel bidone. Cosi senza indugiare oltre il ragazzo si fece avanti e con fare risoluto si schiarì distintamente la gola chiaramente per attirare attenzione della donna «…hai fatto un bel po’ di strada per venire a buttare l’immondizia. Curioso che tu ti sia presa tutto questo disturbo considerando che la strada principale dove ti trovavi prima era piena di bidoni…» – commentò con tono falsamente amichevole per coprire la poco velata accusa che stava rivolgendo alla donna.




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    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    La versione costume di Yumeru varia dai toni bianchi e giallo dorato, con rifiniture in arancione fluo. Questa versione lascia scoperto il braccio destro fino all'avanbraccio, presentando però placche protettive sul petto, su parte delle braccia e sulle gambe. Il costume è fornito anche di un elmetto con headset che copre interamente il volto a fini estetici. Con questa versione di questa tuta è allegato un giaccone rinforzato con cappuccio. Sullo spallone del braccio sinistro è raffigurato un girasole stilizzato, simbolo che Yumeru ha scelto per rappresentarsi.
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    Potenziamento: (0/1)
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    Un acceleratore di velocità che genera calore minimo. Una coppia sincronizzata di questi elementi è stata montata in un paio di stivali in gomma e isolanti. Permettono di eseguire brevi e rapidi scatti.
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    Una katana in legno. A dispetto delle apparenze è molto resistente, ed è stata trattata in modo da poter resistere anche ai quirk che di base utilizzano il fuoco. Per spezzarla, insomma, bisogna essere eccessivamente violenti. Ovviamente è stata costruita apposta per evitare di ferire le altre persone, per questo non c'è una vera lama e può essere utilizzata senza la specializzazione in arti marziali.
    Danno/Effetto/Resistenza: Danni lievi.
    Durata: Permanente, ma può rompersi.
    Potenziamento: Disponibile.
    Peso: 1 (NB: Il peso aumenta di uno se si acquista la versione potenziata.)


    [Buckler 2.0] - Difensivo
    Brevettato da un famoso ingegnere, questo piccolo scudo circolare è ispirato proprio al buckler fornito come equipaggiamento dalla Yuuei. Si tratta di un bracciale in grado di generare un piccolo campo di forza traslucido in grado di assorbire i colpi fisici e proiettili. Ha un diametro di 60 centimetri ed ha un irrisorio peso di appena 500 grammi.
    Potenziamento: (1/2) possibilità di ingrandire lo scudo per garantire una protezione maggiore estesa a tutto il corpo.
    Danno/Effetto/Resistenza: protegge da danni medi: armi bianche e proiettili.
    Durata: Permanente.
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    [Radar] - Supporto
    Un radar in grado di identificare presenze vitali in una precisa area attorno a chi lo utilizza è stato montato su un paio di occhiali da sole in modo da poter aggiungere altre funzioni.
    Il radar analizza il consumo d'ossigeno rilevando ed indicando il numero di individui e la loro posizione, seppur non la loro entità, riportando il tutto sullo "schermo" degli occhiali (come se fosse un interfaccia olografica) il quale è visibile solo dall'esterno. Un ulteriore scanner dotato in aggiunta di un piccolo computer, è in grado di rilevare la presenza di oggetti metallici, come un metal detector, ed è in grado di distinguere i materiali da costruzione (come lampioni o tombini) e di ignorarli. Viene riportata la situazione nei dieci metri circostanti. L'analisi richiede un turno di totale immobilità.
    Danno/Effetto/Resistenza: Identifica il numero e la posizione di persone/animali/metalli presenti in un'area di dieci metri dall'utilizzatore.
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    SPOILER (click to view)
    In accordo con Decadent Albatross ho scritto l'ultima parte di questo post suggerendo che Melissa abbia depositato il pacchetto nel bidone.
     
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    La sua mano sganciò il pacchetto ed il resto nel bidone ma non provò alcun senso di tranquillità, non si era tolta il peso di dosso perché era una donna che faceva il suo lavoro per bene. Voleva prima osservare, magari in un spazio più coperto e nascosto, che nessuno l'abbia seguita o che qualcuno non tiri fuori il tutto dal bidone. Non necessariamente un criminale, anche un barbone, insomma non voleva essere pagata per poi beccarsi una lamentale che il cliente era rimasto a mani vuote. Volle fare proprio quello, era pronta a muoversi in posizione ma venne anticipata da una voce - qualcuno dietro di lei. Una seccatura, ma meglio così che fra mezz'ora
    Si voltò verso la voce e mollò un'accidenti, e non solo, dentro di se. Non era molto ferrata nelle facce dei eroi o dei tirocinanti, però non ci voleva molto per capire che quello era uno di loro; eroe o no, poi, non faceva differenza. « I paladini della giustizia in difesa dei bidoni, cosa farebbe Tokyo senza di voi, » mantenendo la facciata dura e seria, Melissa non si fece prendere dal panico. Situazioni del genere succedevano, forse non sempre con eroi, più spesso con lo sbirro di quartiere, però le misure da prendere erano le stesse, ed evitare di farsi prendere dal panico era la prima. Uno dovrebbe evitare di rispondere a modo, normalmente Melissa si sarebbe messa a parlare in inglese però l'accento di quello era troppo fastidioso. « Magari nel bidone puoi anche trovare Hanzo Takashi, » o la sua dignità, però forse quella era meglio non dirla. Insomma, di veleno da sparare lei ne aveva a volontà, già dal tono seccato e spinoso era evidente che non vedeva di buon occhio non solo gli eroi, ma tutta la struttura sociale che si è venuta a creare intorno a loro. Tirare fuori in ballo il nome del noto terrorista era un colpo basso, ma onestamente non glie ne fregava molto.
    « Su, che vuoi? » voleva andare al dunque, se aveva tempo di andare in giro e rompere a lei vorrà dire che era uno di basso grado. Magari si sbagliava, però da quando in qua i pezzi grossi facevano i giri di quartiere? Ecco, per quel motivo non aveva chissà quanta paura, senza contare che non si faceva alcun problema ad alzare le mani. Prima di farlo però doveva trovare un modo di salvaguardare quel pacchetto, e se si metteva a correre chissà cosa avrebbe fatto o chi avrebbe chiamato quello là. L'ideale sarebbe di mostrargli che sfidandola rischiava di farsi male, farlo andar via e tanti cari saluti.
    Ma non era mai così facile.
    Che situazione di merda.
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    Yumeru Shinso

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    Dietro la maschera del suo elmetto argentato Yumeru inarcò un sopracciglio che accentuò un espressione stupita.
    Stupita ma non impressionata.

    La misteriosa donna che aveva seguito aveva avuto una reazione piuttosto ostile come prima risposta al suo approccio. Il ragazzo aveva notato che quando approcciava la gente la maggior parte delle persone lo trattavano con una nota di timore.
    Non c’era alcuna traccia di timore in quella donna. Il giovane eroe non ne avrebbe percepito alcuna traccia ne nella sua voce ne nel suo sguardo sprezzante. Per quanto ne sapeva il giovane questo poteva potenzialmente significare due cose: la donna era molto sicura di se… oppure che la donna era molto stupida. Per quanto a dirla tutta avrebbe potuto trattarsi di entrambe.

    Cosa era convinta di ottenere con quell’atteggiamento? Intimorirlo? Scoraggiarlo?

    Sicuramente aveva ottenuto di rafforzare i sospetti già abbastanza solidi di Yumeru nei suoi confronti. Anche se avrebbe comunque accertato i suoi sospetti con un appropriato controllo, sicuramente la reazione cosi maldisposta della donna non giocava a suo favore e risultava come un campanello d’allarme che nella mente del giovane eroe tirocinante suonava come “coda di paglia”.

    Non era la prima volta che Yumeru si imbatteva in un teppistello di strada o criminale di bassa lega che troppo preso dal proprio ego non si faceva problemi ad attaccare briga con un Hero in servizio. Nel periodo che aveva servito come tirocinante era incappato più volte di quanto avrebbe voluto in quel genere di individui – specie quando pattugliava la zona di qualche pub durante la fascia notturna quando le strade si popolavano di sprovveduti con più alcool che buon senso in corpo.
    Ad ogni modo, purtroppo per la donna, quell’approccio aveva ben poco effetto su di lui. Il ragazzo in fondo era ben abituato a ricevere questo genere di rispostacce. Per non parlare che era abituato a trattare quotidianamente con la sua amica Sumire Murakami che non si risparmiava mai dall’usare la sua lingua tagliente per rimbeccarlo ad ogni occasione. A confronto di quello le parole della donna erano poco più che ringhi sommessi.
    Tutto ciò che gli suscitarono furono fastidio e antipatia.

    Senza quindi scomporsi il ragazzo avanzò in avanti per raggiungere il bidone «Accidenti, che invettiva infervorata. È quasi commovente vedere tutta questa passione per l’ordine pubblico.» – rispose sarcasticamente con tono pacato – «Visto che sei una cittadina esemplare cosi preoccupata per il rispetto delle leggi sono sicuro che non tu non abbia nulla da temere da un piccolo controllo, no?» – aggiunse con un tono di accusa ben poco velato. «Quindi ti dirò quello che voglio fare. Intendo controllare il contenuto di questo bidone per vedere cosa c’è di cosi tanto importante da farti arruffare tutte le penne… e mentre lo faccio gradirei che tu rimanessi qui in attesa per ulteriori domande.»

    A questo punto Yumeru aveva raggiunto il bidone ora a sua completa portata di mano. Il ragazzo si soffermò giusto un altro secondo prima di procedere a sollevare il coperchio metallico, volgendosi con un ghigno nascosto verso la donna e commentando «…ma non ti preoccupare. Se Hanzo è nascosto dentro questo bidone, ci penserò io a proteggerti.»

    Sapeva che non era opportuno o “professionale” rispondere ad un provocazione a quel modo, ma l’indole di Yumeru gli rendeva difficile sorvolare su quel tipo di commenti. Dopo l’attacco terroristico lanciato da Hanzo Takashi le voci di critica e disapprovazione nei confronti degli Heroes si erano fatte più forti e spavalde. Erano le voci di chi riteneva gli Heroes responsabili della catastrofe. Responsabili di tutti i danni che la città aveva subito e di tutte le vite che erano state perse.

    Ignobili sciacalli che approfittavano del momento di crisi della città per celebrare le loro idee sovversive e giustificare i loro propositi criminali. La maggior parte di questi erano solo sprovveduti ignoranti - ignoravano quanta differenza avesse fatto il lavoro degli Eroi durante la terribile emergenza. Tutti si concentravano su ciò che era stato perso, ma nessuno pensavo a quanto fosse stato salvato e a che costo. Il ragazzo ripensò ai suoi amici Tobi e Sumire che avevano affrontato Hanzo in prima persona riuscendo a rimanere in vita per puro miracolo ed erano stati premiati con un indelebile trauma inciso nei loro cuori.

    …e poi c’erano gli Eroei che non erano stati altrettanto fortunati e avevano perso il loro Quirk o la vita.

    Senza dubbio la cosa peggiore era sapere che Hanzo era riuscito a fuggire ed era ancora a piede libero. La sua figura era diventata uno spauracchio, un Uomo Nero, per tutta la città e l’onta degli Eroi non si sarebbe mai sanata finché l’uomo non fosse stato consegnato alla giustizia cosi da pagare la giusta pena per i suoi ignobili crimini.
    Senza ulteriore indugio Yumeru allungò il braccio verso il bidone per aprirlo ed esaminarne il contenuto potenzialmente criminoso…





    Combat & Status Data



    Liv. 6 | Exp 1120| Età 18 | 🧥 | |
    Status: Normale | Peso 4/6 | Energia 550 |
    Forza 160 | Quirk 220 | Agilità 145





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