The Fall of the Damned

Iniziare la propria lotta al crimine era arduo, pericoloso e potenzialmente fatale per la propria incolumità. Bisognava ponderare bene sulle proprie mosse, le scelte, le strategie. A maggior ragione se si procedeva avanti in quel sentiero da solo, senza una carta a giustificare l'utilizzo della propria Unicità, il che implicava delle gravi conseguenze legali in caso si veniva beccati. Tutto era ben diverso dal diventare un Pro-Hero, dove tendenzialmente seguiva un Pro-Hero più esperto oppure era circondato dai propri Sidekicks, mentre si collaborava con la polizia nipponica. La gente poteva dire quanto facesse schifo la vita dei Vigilanti, soggetti a quel costante rischio e non ne valesse proprio la pena, e per certi versi c'era un po' di verità in ciò. Eppure c'erano persone determinate a correre lo stesso quel rischio, facendone una questione per cui valesse la pena combattere. A costo di affrontare tutto il marcio che si annidava tra le vie buie di Tokyo, nei sotterranei, ma anche sui tetti dei grattacieli. Tra di queste, c'era Tremors, che lo faceva da più di qualche anno.
Separare le due vite era una priorità assoluta per Tremors, che nel corso degli anni aveva compreso maggiormente l'urgenza di un alter-ego, al fine di tutelare la propria identità privata. Ma a differenza degli altri Vigilanti, poteva considerarsi un po' fortunata nel far parte di un Network di Vigilanti che ci sapeva fare già da tanti anni, tra cui il Vigilante in Verde che era il fondatore - almeno così aveva compreso anni fa – nonché il suo capo. Oltre ad essere stata un'ex aspirante Pro-Hero e aver frequentato una prestigiosa accademia per eroi, naturalmente. Sapere qualcosa in più poteva rivelarsi molto utile quando ci si prefiggeva in testa un obiettivo, pur nei limiti del suo ruolo all'interno di Twelfth Division. Una caporecluta, per la precisione. Però se voleva andare avanti, voleva affermare il proprio ruolo all'interno della scacchiera che era Tokyo, l'essere un Angelo della Giustizia, non poteva starsene sempre sugli allori. Sarebbe stata cauta, però, a modo suo, certo, ma abbastanza per non deludere il sig. Urahara. Poi... affrontare il marcio significava molte cose, perlomeno a Tokyo, e lei l'aveva compreso. Spaccio di droghe e farmaci debilitanti (in particolar modo le XSQ), riciclaggio di denaro, vendita di armi non autorizzate e tanto altro. Agli inizi del suo percorso, aveva cercato di combattere ciò che danneggiava la società partendo dalla superficie, come vicoli, strade vuote, parchi di notte, e, per quanto ci provasse, si era accorta che ci sarebbe voluto qualcosa di concreto, più incisivo. Un qualcosa che si poteva provare a raggiungere iniziando a focalizzarsi su chi contribuiva a diffondere il marcio nella società, su quelle radici che ai molti apparivano come sfuggevoli, a tratti invisibili, per certi versi inesistenti. Chi aveva uno sguardo attento però, poteva notare come dietro molti affari illeciti ci fossero organizzazioni criminali a trarne tanti benefici, tra cui l'Aogiri.
Tremors era pienamente consapevole di non poter fare molto da "sola", almeno per il momento, ma quantomeno avrebbe messo qualche bastone tra le ruote a quegli affari illeciti, a partire proprio dallo spaccio di XSQ poiché v'era sempre l'Aogiri dietro e lei – assieme al Network di Druid – vi combatteva. Sicché scacciare via il marcio in superficie non si era rivelato essere abbastanza, doveva andare più in profondità, in certi posti poco frequentati dagli altri come le persone comuni. Voci sempre più insistenti e un paio di informazioni avevano portato l'Underground Gallery alle sue orecchie, un luogo che definire labirintico era un grande eufemismo. Esplorò quell'infernale dedalo di tunnel e cunicoli con estrema cautela, più discendeva, più era certa che sarebbe stato facile perdervisi un modo abbastanza carino per non dire che le era capitato di trovarsi di fronte a un bel niente, i cosiddetti punti morti che non portavano da nessuna parte e aveva dovuto fare retromarcia. Volendo esagerare con le metafore, fu come viaggiare all'inferno, solo che mancava Virgilio come guida. Ma le tracce erano lì, potevano condurre la vigilante a una pista. Anche le vibrazioni la aiutavano ad orientarsi meglio, in certi momenti poteva percepirle come se in lontananza ci fossero delle persone che camminavano intorno a qualcosa, forse un oggetto, al di là di un muro tappezzato da luci neon e graffiti. Tunnel dopo tunnel, cunicolo dopo cunicolo, cominciò ad imbattersi con maggior frequenza in alcune persone sedute per terra, gli occhi apparentemente rilassati e la mente trasportata in un reame dove ogni fantasia era concessa. Accanto a loro c'erano segni di unicità andate fuori controllo. Poteva riconoscere quegli effetti collaterali della droga XSQ. Controllò i loro polsi al fine di assicurarsi che fossero ancora vivi, nonostante lo stato mentale alterato. Faceva semplicemente schifo vedere le persone in tali condizioni, l'Aogiri aveva fatto leva sulle loro debolezze promettendo chissà quale libertà. Per un breve momento aveva pensato a com'era finito l'incontro con Gabriel. [Tutto questo finirà, prima o poi.] mormorò tra sé e sé, la voce alterata, mentre dava un'occhiata nei dintorni. Si accorse successivamente che due persone la stavano fissando alle sue spalle, prima di sparire in chissà quale cunicolo dimenticato dalla legge, forse presi dall'agitazione. Non c'era niente di cui meravigliarsi, per dirla onestamente una vigilante in costume - e con il volto coperto - che andava in giro a controllare non ispirava una gran simpatia. Era anche possibile che l'avessero scambiata per una Pro-Hero intenzionata a stanare gli spacciatori. Non proprio la miglior presentazione ma Tremors sperò bastasse per incutere timore e, perché no, far pensare loro di non rimetterci più piede in quell'inferno; forse così poteva procedere con la sua indagine personale.

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In un certo senso l'indagine stava procedendo. E Tremors aveva valutato ogni possibile eventualità, compreso il fatto che prima o poi qualcuno sarebbe spuntato, forse affascinato dall'idea che una persona girasse da quelle parti in "costume ed elmo". Oppure qualcuno a cui desse fastidio ciò, poiché poteva rovinare eventuali affari di spaccio. Una trappola o un semplice incontro? Ai posteri l'ardua sentenza.
[Si è sparsa la voce velocemente? Interessante a sapersi.] proferì la vigilante, la voce palesemente alterata, come se non provenisse da un essere umano. Si sarebbe potuto sentire però un che di pungente, penetrante, in essa. Al contempo si voltò verso la fonte, che oltre ad essere ben "vestita" presentava anche una parlantina piuttosto bizzarra. Qualche difetto di pronuncia, forse? Che fosse la stessa "spacciatrice" in cui si era imbattuta l'anno scorso, doveva ancora arrivarci. Per il momento, in quello spiazzo, poteva solo mantenere la guardia alzata, dando di tanto in tanto qualche occhiata nei dintorni e dietro Shiisa per capire se ci fossero altre piacevoli sorprese. A nessuno piace quel tipo di sorprese, ragion per cui si augurava che tutto restasse così com'era. Poteva gestirne più o meno una, almeno per il proprio bene, figurarsi tante nello stesso posto. [Permanenza sgradita? Ne parli come se questo posto ti appartenesse. Almeno il governo lo sa?] sollevò una mano indicando semplicemente un punto non precisato sopra di loro, come ad enfatizzare il sarcasmo di quella domanda che non sarebbe stato possibile sentire complice la presenza del modulatore vocale. Se Shiisa non era dell'umore adatto per perdere tempo, peggio per lei perché la vigilante stava tastando – per così dire – il terreno. Sapeva che da quelle parti circolavano gli spacci di XSQ, aveva perfino visto le persone in preda agli effetti collaterali della droga qualche minuto fa, se non di più, di conseguenza voleva soltanto capire quale fosse effettivamente il ruolo di quell'individuo che aveva davanti all'interno di Aogiri. Perché lei? Si trattava di un pesce piccolo o grosso? O molto probabilmente una via di mezzo. Fatto stava che non avrebbe peccato di presunzione o arroganza, "cieca" nella propria crociata da arrivare a sottovalutare Shiisa. Tutt'altro, i membri dell'Albero erano terroristi e Tremors lo sapeva benissimo da quella volta che qualcuno di loro aveva provato a lasciare una bomba in un parco, più precisamente i giardini di Hama-rikyu. Il resto di com'era andato era ormai storia passata. [La tua delicatezza nel fare le minacce di morte è impressionante, c'è da riconoscerlo.] e ancora una volta fu impossibile non pensare a Gabriel, alle sue parole minacciose, ritrovandosi a scuotere impercettibilmente il capo per sbarazzarsene di quel ricordo. Mosse un paio di passi in avanti, non per prepararsi a combattere la consigliera, piuttosto per far capire che non aveva di certo apprezzato quella specie di "offerta". Dovevano essere ancora distanti l'una dall'altra perché partisse un eventuale combattimento corpo a corpo, quindi cercare di intavolare una conversazione, che fosse assurda o meno, poteva essere possibilmente un inizio di quell'incontro. Però era anche vero che la vita sapesse essere imprevedibile, pertanto non abbassare mai la guardia era certamente un ottimo modo per cercare di sopravvivere.

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[Eretico o eretica, è indifferente.] ribatté prontamente, il capo lievemente inclinato verso destra. Era davvero così, no? Non si erano incontrati lì perché i loro genitori avevano organizzato tutto per farli conoscere l'una dell'altra. Sorvolando su questo, a Tremors sorprendeva un po' il fervore nelle parole altrui, come se avesse offeso seriamente Shiisa. Per usare una citazione, qualcuno aveva bisogno di rivedere le proprie priorità, pensato con tutto il bene del mondo. [Siamo qui a confrontarci, cerchiamo di capire gli intenti dell'altro, il che è comprensibile essendo la nostra una situazione abbastanza particolare in cui si cerca di carpire il più possibile, – elargì la verità e fece una piccola pausa, portandosi una mano a tastare la suit nel punto dove c'era il polso sinistro, come a sgranchirsi. - ma tu vuoi metterti a parlare di scrittori, opere letterarie e così via.] concluse lì, facendo notare l'assurdità di qualunque cosa fosse passata per la mente della consigliera di Aogiri. Certo, si poteva pensare a più cose, si trattava di essere multitasking, ma le parole proferite precedentemente sembravano suggerire altro. Che fare quindi? A quel punto, escludendo la fastidiosa parlantina alla "kek", le opzioni erano semplicemente poche: avvicinarsi in segno dell'invito altrui, chiaramente una trappola che solo uno veramente stolto poteva cascarci, o provare ad alzare un po' l'asticella. Sì, in quel momento, per Tremors, sembrava essere la miglior idea. [Credo spetti a te, membro di Aogiri, fare gli onori di casa, no?] le era toccato svelare una propria carta, sapere di Aogiri e dei loro affari di spaccio da quelle parti, per assistere ad una possibile reazione di Shiisa. In realtà era stato un po' semplice, Tremors aveva girovagato da quelle parti per la propria indagine, alcuni spacciatori di bassa lega avevano preferito dileguarsi anziché avere a che fare con lei. Di conseguenza le voci erano giunte a chi con tutta probabilità si occupava di supervisionare la "macchina mortale spremi-umani-ricavi-soldi", che aveva di fronte. Come avrebbe reagito la consigliera? Avrebbe attaccato, esattamente come aveva detto? Con assoluta calma e freddezza, come ci si poteva aspettare da chi ne faceva parte dell'organizzazione criminale a sentir parlare i membri di Twelfth Division, o peggio? Avrebbe perso le staffe? La vigilante, forse, sperava nella seconda opzione così da poter trovare una possibile conferma e ribaltare la situazione per sfruttarla a proprio vantaggio. La distanza tra i due, ora, doveva essere sufficiente per sferrare degli attacchi a lungo raggio. Forse sui cinque metri oppure sei metri.

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Talvolta le idee migliori si rivelavano essere fallimentari, talvolta no. La cosa migliore che si poteva fare era imparare dagli errori. Alla vigilante non sembrava che Shiisa fosse dello stesso parere. Prima l'aveva minacciata di morte, poi ora voleva giocare la carta dell'innocenza? Decisamente un errore fatale. Tra l'altro Tremors era andata da quelle parti per indagare sullo spaccio di XSQ, non per prendersi una vacanza nel posto più affidabile di sempre (inserire sarcasmo qui). Alla sua presenza gli spacciatori si erano dileguati in quei numerosi vicoli. Inoltre, aveva riconosciuto gli effetti collaterali della droga prodotta da Aogiri, che aveva colpito le persone ritrovate lì. Probabilmente non c'era verso di carpire qualche informazione sensata dalla consigliera dell'Albero, con la parlantina decisamente fastidiosa che si ritrovava non si poteva fare a meno di chiedersi se soffrisse di qualche problema fisico, forse alla gola, oppure se qualche rotella nella testa non facesse il suo lavoro a dovere. L'ultima opzione sembrava essere la più plausibile, se si teneva conto di quel che aveva detto precedentemente Shiisa – i riferimenti ai libri e agli scrittori, ad esempio. [Sei poco convincente come agnello.] replicò lapidaria, nonostante la voce alterata, all'affermazione altrui. Ebbe un'ulteriore conferma quando Shiisa si mise a sfilare rapidamente un coltello. Normalmente forse non avrebbe fatto caso a quel movimento repentino, ma la vigilante non aveva mai smesso di abbassare la guardia e al contempo tenere d'occhio la consigliera dell'Albero, ben consapevole che i terroristi avrebbero sempre giocato sporco. Così era stato. Provò a compiere una capriola all'indietro, equilibrata quanto possibile: abbassandosi e rotolando per fare quel movimento, avrebbe evitato il coltello lanciatole, mirato all'altezza del collo, e al contempo avrebbe aumentato di poco la distanza mentre Shiisa procedeva a caricare in sua direzione. Approfittò del tempo sufficiente per tornare eretta in maniera naturale, come se le venisse spontaneo, e successivamente intercettare il calcio altrui bloccandolo con l'avambraccio destro, la suit avrebbe fatto il suo lavoro grazie a quel resistente mix di microfibre e rinforzi per non incassare il danno. Con Shiisa a distanza completamente ravvicinata, la vigilante pensò subito al da farsi. C'erano poche opzioni valide, se non si teneva conto della propria Unicità. A quel punto, conveniva usare la stessa forza di una persona per ribaltare le sorti. Niente di complesso, una delle basi necessarie che si apprendeva presso una scuola per futuri eroi oppure una di arti marziali. O semplicemente leggendo su internet, se si era curiosi. Portò la mano sinistra sulla gamba intercettata di Shiisa e fece per tirarla in avanti così da provare a sbilanciarla ed eventualmente farla cadere, in quello che gli altri avrebbero detto si trattasse semplicemente di rispedire al mittente il "favore". Stava alla consigliera come reagire, dopodiché la vigilante avrebbe indietreggiato di qualche metro. [Puoi sempre fermarti qui.] concluse con quello che pareva una sorta di consiglio, conscia del fatto che con tutta probabilità l'altra non avrebbe accolto con sincero entusiasmo.

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Che non sarebbe stata semplice quell'indagine, la vigilante lo sapeva piuttosto bene. Aveva tenuto conto di ogni scenario, compreso un eventuale scontro. A differenza di Shiisa, lei ci teneva a studiare bene la situazione, come rispondere e difendersi, in un eterno calcolo mentale che le veniva ormai naturale. Delle esperienze del genere ti restano impresse, mentalmente e sulla pelle, e quelle ottenute alla prestigiosa Shiketsu High School non si dimenticavano così facilmente. Ci teneva alla sua vita tanto quanto all'ideale che stava portando avanti. Si poteva definirla una lotta tra il cercare di restare ancora in vita quando ci si trovava ad avere a che fare con i criminali e l'affermare il proprio ideale andando a sfidare le leggi regolate dalla società degli eroi.
Con l'intento di indietreggiare dopo la controffensiva, si rese conto che non sarebbe stato sufficiente fare affidamento solo sulle proprie forze dinanzi alla consigliera di Aogiri. Ora sorgevano due domande a causa della situazione che si era andata a creare: avrebbe dovuto rispondere con lo stesso trattamento nonostante fosse andata lì solo per indagare? O c'era bisogno di darsi un po' di contegno al fine di non andare a sbandierare troppo ciò che si aveva tra le mani? Forse una via di mezzo, forse no. Stava già pensando ad una risposta sensata. Nel mentre però, avrebbe cercato di allontanarsi da Shiisa non volendo servirle su un piatto d'argento un combattimento ravvicinato, supponendo fosse un campo in cui l'altra eccelleva meglio considerato ciò che aveva fatto qualche momento prima. L'avrebbe fatto rilasciando le vibrazioni dapprima dalle mani tese verso la figura altrui e poi dai piedi: provò a compiere due scatti repentini all'indietro mangiando cinque metri di distanza dalla consigliera in poco tempo. Ecco a cosa poteva servire alla vigilante studiare l'intera situazione e al contempo cercare di essere reattiva. Le era mancato poco per venir travolta da quell'onda d'urto però, non volle provare ad immaginare cosa sarebbe successo se avesse incassato quel colpo direttamente sul proprio corpo. A causa della vistosa crepa sull'asfalto non ci fu bisogno dell'immaginazione per capire che molto probabilmente la suit non avrebbe resistito a dovere. Portò l'attenzione sulla consigliera di Aogiri, stava cercando di capire la reale pericolosità che ella rappresentava. Non che l'avesse sottovalutata fino a quel momento, tutt'altro. Le parole le morirono in gola, non per terrore ma semplicemente perché ora come ora non c'era più bisogno di prendere tempo. Doveva individuare un possibile punto debole in Shiisa e cercare di memorizzare la sua frequenza di vibrazioni per non ricevere spiacevoli sorprese in futuro.
Si chinò un poco verso l'asfalto, con le gambe piegate, e allungò una mano come per tastare il terreno. Si trovavano nell'Underground Gallery, un intricato dedalo sotterraneo, in cui bisognava fare attenzione a dove mettere piede. Presumibilmente doveva esserci qualche altro livello sia sopra che sotto, dunque restava da capire come sfruttare l'ambiente circostante a proprio vantaggio. Come avrebbe reagito adesso Shiisa? Un altro tentativo di avvicinarsi? Oppure c'erano altri assi nella sua manica per attaccare a distanza? Tremors spostò lo sguardo nei dintorni altrui e poi si decise. Provò ad infondere delle vibrazioni per provocare una scossa sismica solo nella direzione altrui, con un controllo così bilanciato da far tremare il terreno e perdere l'equilibrio a chi vi si sarebbe trovato sopra. Forse ci sarebbe voluto altro per rendere instabile il terreno, ma la vigilante doveva accertarsi di un paio di cose prima di procedere col portare in scena ciò che aveva in mente.

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Come aveva reagito Shiisa, era abbastanza telefonata. Tremors un po' se l'aspettava ma non si poteva esserne certi al cento percento fino a che non lo dimostrava proprio l'avversaria. Restava solo da sfruttare ciò che aveva compreso applicandolo nel senso pratico. C'era un solo ma. Che Shiisa si avvicinasse, lo sapeva, ma era stata troppo veloce. Fu come se, in quei brevi momenti, il tempo si fosse rallentato a dismisura per dare modo alla vigilante di metabolizzare e assaporarsi ciò che restava della sua vita. Lo vide avvicinarsi quel pugno, lo vide in direzione del proprio elmo. Quanto avrebbe resistito? Gliel'avrebbe spaccato in due? Sarebbe finita così, la sua vita, la sua crociata, con il cranio aperto in due considerata la forza sovrumana che l'altra pareva aver dimostrato prima? Tante domande che... fortunatamente non avrebbero mai trovato risposta, non era ancora venuta la sua ora di andarsene da quel mondo. Fu istintivo esalare un grande sospiro, quando l'elmo dimostrò di aver fatto un grande lavoro per proteggerla. Le ci vollero però pochi attimi per assicurarsi di rimanere ancora stabile. Cosa aveva in mente... ecco, sì. [Quanto ardore.] disse brevemente lei, la voce ancora alterata e irriconoscibile, mentre incrociava lo sguardo altrui. Non era una psicologa affermata né aveva studiato tale disciplina all'università, ma ad investigare si finisce per entrare nella mente di chi compie i crimini, no? E quasi le pareva di scorgere qualcosa in Shiisa.
Ora doveva attuare il suo piano, si ritrovò ad indietreggiare di pochi centimetri mediante semplici movimenti del corpo e poi tese le mani verso il basso in modo da effettuare un piccolo salto con le vibrazioni rilasciate e ritrovarsi sopra Shiisa. Doveva solo farla cadere nella trappola che stava progettando, i presupposti v'erano ma le circostanze sapevano essere imprevedibili. Avrebbe dovuto solo impiegare tutto il suo meglio, e lo fece. Ancora a mezz'aria, per quel breve lasso di tempo, portò i palmi rivolti all'avversaria e pensò come a schiacciarla rilasciando un'ondata distruttiva a centottanta gradi, la quale si sarebbe propagata nella direzione altrui. Nell'ipotesi che ella non ne risentisse, il terreno sotto di lei – doveva mettersi a terra prima o poi – comunque non sarebbe sfuggito a quel destino. Precedentemente indebolito, il terreno, con quell'ondata distruttiva si sarebbe andata a creare una notevole spaccatura che poteva intrappolare Shiisa nella morsa, soggetta ad altri eventuali attacchi. Quanto alla vigilante, si sarebbe servita delle altre vibrazioni per effettuare uno scatto all'indietro di circa quattro metri e cercare di atterrare con un backflip, cioè una giravolta indietro, distribuendo a dovere la forza nelle gambe per un atterraggio impeccabile. Una volta messasi a comodo, non le restò che valutare i nuovi esiti apportati alla situazione.

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Vieni qui...? C'era bisogno di ricapitolare la situazione: nonostante l'impegno che Tremors ci avesse messo nella trappola, questa non pareva aver funzionato. Cioè, sì, aveva funzionato e Shiisa era finita nella morsa. Solo che quest'ultima se n'era sbarazzata con facilità disarmante, di nuovo con quella forza mostruosa. Era pericolosa, non c'era bisogno di scendere nei dettagli. Era pericolosa e una risorsa dell'Aogiri, come si poteva fermare un tale individuo? Forse Druid sapeva già della sua esistenza, persino chi fosse, dove vivesse o girasse con i suoi amici alla luce. La frustrazione crebbe di poco, la vigilante poté assaggiarlo ugualmente sulla lingua, una sensazione che arrivava a scuotere il suo corpo e non immaginava sarebbe arrivato presto il momento in cui l'avrebbe provata. Poteva essere agile quanto voleva, allenarsi ripetutamente, ci sarebbe stato poco che poteva fare di fronte alla reale forza di Shiisa. Venne spontaneo chiedersi cosa avrebbe potuto fare contro altri eventuali terroristi appartenenti all'Aogiri, se fossero eccezionalmente potenti come la consigliera dai capelli argentei. Perché più di una volta si era ritrovata a pensarlo, sapeva bene quanto combattesse duramente Twelfth Division contro l'organizzazione terroristica. Tuttavia, c'era un grosso ma: in fin dei conti, ragionando lucidamente, non aveva mai scoperto il perché, il come tutto fosse nato. Insomma, Tremors era consapevole di essere prima di tutto una vigilante, ragion per cui faceva il suo meglio nel contrastare ciò che danneggiava realmente la società, ma faceva anche parte di Twelfth Division. Cosa spingeva Druid a voler dare del filo da torcere ad Aogiri, se quest'ultima vantava delle risorse potenzialmente numerosissime da non prendere sottogamba? Da quel che poteva sapere Tremors, basandosi su ciò che aveva visto e compreso, c'erano pochissimi membri fedeli a Druid che potessero rappresentare probabilmente una spina nel fianco per Aogiri, eppure le sembrava che non fosse ancora sufficiente e che mancassero persino altri all'appello. Dopotutto, il logo del network ritraeva tredici simboli, no? Avrebbe chiesto chiarimenti a Druid, in un momento che riteneva più adeguato.
[Mi toccherà deluderti, questa volta.] sarebbe emersa prepotentemente la razionalità, Tremors aveva ormai afferrato cosa restasse da fare. Avvenne in così poco tempo, forse era stato l'istinto a farla da padrone. Sicché l'avvicinarsi da parte di Shiisa non le piaceva per niente, le venature ingrossate e violacee non ispiravano molta simpatia, avrebbe effettuato un notevole balzo con l'ausilio delle vibrazioni mentre teneva le mani rivolte al pavimento, quel che bastava per trovarsi sopra l'avversaria e provare a scansare di conseguenza qualsiasi sua offensiva. Con l'aiuto di altre vibrazioni rilasciate dalle mani, ora tese verso l'aria alle proprie spalle, avrebbe cercato di superarla e trovarsi dietro di lei a distanza di quasi cinque metri con un paio di scatti repentini, atterrando in seguito a terra con una capriola e portando la giusta forza nelle gambe e nelle mani per non ritrovarsele rotte. [Ma tieni a mente che non finirà qui.] ultime parole rivolte a Shiisa, colme di quella briciola di frustrazione che non sarebbe stato facile percepire a causa del modulatore vocale. Un avvertimento, poco importava se l'altra avrebbe fatto tesoro di esso o meno. Poi avrebbe cercato di portare la mano sinistra al simil-contenitore all'altezza del proprio fondoschiena, andando a sfilare fuori una granata fumogena. Questa sarebbe stata gettata per terra col tentativo di guadagnare tempo, in mezzo ai due fuochi che erano Tremors e Shiisa, e il fumo avrebbe presto ricoperto la zona essendo tecnicamente al chiuso e celando le due figure. Era la scelta più razionale che si potesse fare: far concludere subito quello scontro che non portava a chissà quale interessante epilogo per la vigilante e dileguarsi sfruttando la struttura labirintica dell'Underground Gallery.

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