Oggi offre lui !

scena libera Abel e Rena

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    Abel Xavier Phantomhive
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    Era cominciata un estate come tante ce ne erano state fin ora , con la differenza abissale che rispetto a quando era in Inghilterra le estati si facevano nel Castello Phantomhive, nelle bianche spiagge della Cornovaglia, tra il lusso decadente di una noiosissima rutine, adesso invece che era in Giappone Abel aveva voglia di vivere un estate imparando le tradizioni del posto come il Tanbata il così detto festival dell’estate e dell’ amore in cui ci si metteva il classico kimono e si festeggiava tra le bancarelle con la propria lei. Del resto il sette Luglio era vicino e vivere il festival con Yoko sarebe stato perfetto ,ma durante il giorno visto che era in vacanza, Abel adorava passarle spaparanzato in spiaggia a non fare un cavolo tutto il giorno a parte qualche partita a scacchi per non perdere la concertazione visto che comunque doveva prepararsi per il nuovo anno scolastico nella Yuuei e quindi si era portato anche i compiti da fare sul suo Yacht che girava per la Baia edochiana, ma quando scendeva si godeva i bar della spiaggia a volte organizzando feste private e a volte no come quell’ oggi visto che voleva solo godersi un bella partita a scacchi contro il suo migliore amico, perciò aveva lasciato sulla sua barca ogni confort per sedersi al tavolo bianco del balneare “la balena Bianca” e certo, i Giapponesi erano fissati con le balene del resto, però era un locale alla portata di tutti dove si poteva trascorrere una bella giornata di sole. Abel aveva anche un ombrellone un po’ più appartato in modo che non stesse troppo vicino a rumore degli altri bagnati, non che odiasse gli altri, anzi, ma anche un futuro eroe aveva bisogno di rilassare la mente, poi era andato al bar e aveva organizzato “il partitone” tra lui e il suo amico.
    Abel era seduto già da una buona mezz’ora e si era mangiato una granita alla menta, e stava ascoltando alcune canzoni popolari giapponesi che cantava il piccolo complesso della spiaggia, non erano gli ACDC, ma erano orecchiabili, gli mancava ordinare un bel Mojito ghiacciato, ma lo avrebbe fatto dopo la partita visto che aveva bisogno di concentrarsi.
    L’inglese era vestito con una camicia bianca in finissimo lino con iniziali di famiglia ricamate sul lato sinistro del petto, mentre destra aveva un taschino su cui spuntava fuori un piccolo fazzoletto che rappresentava la bandiera inglese con tutte le pieghe al suo posto, un paio di bermuda neri, ciabatte di marca e occhiali da sole rettangolari, mentre i suoi capelli azzurrini oggi erano tirati all’indietro e raccolti in una coda. A vederlo così si vedeva e si capiva chiaramente che Abel venisse da un tenore di vita sociale non di certo da operaio, sembrava il classico milionario in vacanza, in Costa Smeralda o a Ibiza.
    il suo amico un ragazzo giovane come Abel da crine biondo, era vestito uguale, infatti era un imprenditore del posto nel campo dei videogiochi, infatti Abel lo aveva conosciuto agli E-sport però non immaginava di rincontrarlo in Giappone.
    I due erano uno di fronte all’ altro, avanti a loro solo una tavolo bianco su cui c’era una scacchiera e l’imprenditore era già avanti di qualche passo Abel si ritrovava a dover pensare ad un modo per tirasi fuori da una situazione il suo Re bianco non poteva muoversi con la regina nera che lo manteneva fermo sulla linea, eppure non era difficile.

    °Dai Abel muoviti che razza di figura ti metti a fare adesso?°

    Abel spostava gli occhi su e giù per la scacchiera poi vide il suo alfiere in D4 a ridosso della regina nera, ottimo, colpo di fortuna o meno, poteva catturarla, però stava anche pensando se per caso potesse mettersi in vantaggio, si forse c’era anche quello, ma prima era meglio difendersi, così fece, eseguendo un ottima mossa difensiva, ma i minuti passavano e doveva concludere. Ci riuscì all’ultimo minuto sorridendo tutti con un ultima mossa così, riuscì a salvare il suo record di “imbattibilità” e riuscì anche a vincere una scommessa che aveva fatto con il suo amico : Chi vinceva pagava da bere a tutti e di certo le promesse andavano mantenute quindi successe .
    Nel bar ci fu una bella impennata di ordinazioni e di musica da spiaggia anni ottanta, mischiata a quella giapponese, probabilmente anche i ritardatari avrebbero ottenuto il loro drink.
    Abel alzò le braccia in segno di ovazione con un largo sorriso verso i presenti, mentre il suo amico aveva una faccia da funerale che comprendeva oltre al danno anche la beffa, ma non si sarebbe tirato indietro, nessuno che scommetteva alte cifre poi si tirava indietro.

    "Su avanti non siate timidi ! Tanto oggi offre lui! "

    Disse Abel facendo una risata un pò per sdrammatizzare il momento, indicando l'altro.


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    Edited by Lady Seiros™ - 14/7/2021, 02:42
     
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    Rena Sakashima

    “You don't become a star the day you become famous, you become a star the day you let your light do all the talking.”

    -Matshona Dhliwayo-



    Erano passati pochi mesi dal mio primo incontro con Lucio Candela.
    La spalla era ancora dolorante, e più delle ferite del corpo erano quelle dello spirito che necessitavano ristoro.
    Fu allora che si presentò l'occasione di approfittare di un giorno di festa per una breve visita al mare.
    Rari in Giappone, i giorni di festa estivi non parte della golden week sono una occasione irripetibile.
    E i giovani riempiono in massa le spiagge ove possibile.

    Un simile ambiente, pieno di ragazzi e ragazze disinvolti, desiderosi di lasciarsi alle spalle l'ambiente competitivo della scuola e del lavoro.
    Carico dell'energia della gioventù e della gioia di vivere.
    Il perfetto luogo per pasturare ammirazione e popolarità.
    Tutti coloro che vogliono risplendere e primeggiare, alla ricerca di attenzione, bramano la spiaggia.

    All'epoca ne ero certa, il sole, il mare, la brezza di ponente.
    Sarebbe stato terreno perfetto per bearmi nuovamente di quella ammirazione e rispetto che tanto mancavano.
    Pensavo sarebbe stato facile, trovare una o due dozzine di distrazioni.
    Almeno per recuperare un po' e distrarmi dai pensieri che mi tormentavano sin da quella notte.
    Ero sicura, che sarei riuscita a incontrare qualche personalità interessante...

    Nulla però, avrebbe potuto prepararmi alla realtà di quell'incontro.
    Niente avrebbe potuto anche solo portarmi a immaginare Abel Xavier Phantomhive.

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    Umi~dazo!1
    E' il mare! Gente, è il mare!
    Il blu dell'Oceano.
    Il dorato risplendere della sabbia!
    I gabbiani! Il Beach-volley! Yakisoba!
    Cioè, tipo, è il luogo dove tutto si lascia alle spalle!
    Omega-yaaay!
    E' il momento migliore dell'anno.
    E' il momento della tintarella, di abbronzarsi, to get-cool!
    E siamo onesti...
    Me la godo eccome!
    Con i sandali che affondano nella sabbia della spiaggia.
    I volti di orde di ragazzi che si girano nella mia direzione.
    Il rosa dei capelli, del costume, degli accessori.
    Nyahah, questo, significa essere al centro dell'attenzione.
    Eppure...
    umumu (>x<")
    E' come se mancasse qualcosa.
    Mooooou.
    Certo è pieno di bei ragazzi, di gioventù.
    Ma servirebbe qualcosa di diverso...
    E' troppo facile conquistarsi qualche sbarbatello, o qualche teppista.
    Non ci vuole nulla, ad attirare un paio di tampinatori.
    Ma dove starebbe il divertimento?
    Una cosa del genere posso farla anche a scuola.
    Mi manca il fare clubbing.
    Volevo un po' di solitudine e sono venuta qui senza invitare nessuno del mio clique2
    Giusto per non sentire la pressione, -ttaku, ogni tanto ho bisogno anche io del mio relax!
    Però...boh, cioè tipo, mi sento un po' come dire...
    Annoiata?
    Manca qualcosa.
    Quel qualcosa di speciale, quella scintilla particolare.
    Umu
    E' proprio quando mi lascio andare all'istinto, camminando senza meta.
    Sentendo il caldo dei raggi del sole sulla pelle.
    Lasciando che la melanina faccia il suo lavoro lasciandomi una tintarella invidiabile, che lo sento, prima di vederlo.
    Musica, schiamazzi, confusione, risate.
    JACKPOT!
    Come una ape attirata da un fiore, finisco per unirmi al folto gruppo che si sta radunando attorno ad un locale.
    Come ce ne sono tanti.
    Anzi, dal nome così Tacky, da essere quasi ridicolo.
    白鯨 Hakugei, la balena bianca..
    Per un attimo mi fermo.
    Maji-nida!3
    Non è possibile.
    No.
    ...
    Prima il Pesce Bianco, e ora la Balena Bianca?
    Come è possibile chge i proprietari di locali qui a Tokyo non abbiano la minima fantasia?!
    E andiamo!
    Esistono miioni di termini tipo, più attraenti!
    Ma magari porta fortuna...
    Mi mischio alla folla, godendomi un po' di sano contatto fisico, fino a quando non cedo la causa di tutta questa confusione.
    Due ragazzi, di cui uno palesemente straniero, stanno attirando l'attenzione.
    Mghhhh
    Nonono, non va bene.
    Attirare l'attenzione è la MIA, cosa.
    Ma dei due, si deducono svariate cose.
    Fattore zero...
    Ikemèn kita!4
    Primo, sono ricchi, e nemmeno poco, a giudicare dal fatto che stanno facendo girare drink per tutto il locale.
    Secondo, uno di loro è straniero.
    Seriamente, mister, puoi anche telegrafarlo meno, si capiva dal volto...
    E, no, dai, è una bandiera britannica quella che esce dal suo taschino?
    Puoi essere meno Inglese di così?!
    Ad ogni modo devo dire che...è interessante.
    Un sorriso predatorio da gatto selvatico mi si affaccia sul volto per un istante.
    Forse forse la giornata d'improvviso sta svoltando per il meglio.
    Approfitto dell'offerta per farmi preparare un cocktail che dia sufficientemente nell'occhio.
    Un "Clover Club Cocktail"
    Un buon pendant con costume e acconciatura.
    Dopo di che mia vvicino al britannico con i capelli azzurri.
    Alle spalle, ma abbastanza perchè mi noti con la coda nell'occhio.
    Hey mister...
    Una espressione sorniona sul volto mentre cammino con delicatezza sull'impiantito.
    Gli sorrido, delicatezza, tatto e non poca civetteria.
    Suppongo sia tu che devo ringraziare per il drink, non è così?
    Sollevo il cocktail con eleganza tra le dita dalle unghie perfetamente curate.
    Lasciando che un bagliore di sole si rifletta sul bordo del bicchiere.
    Il messaggio è più che chiaro.
    Ringrazio te, perchè hai vinto, non perchè paghi.
    Altrimenti sarei andata dall'altro, ovviamente.
    Poi ci penso un attimo.
    Se davvero è britannico e ben educato...
    Ohohoh, occasione perfetta per rimettermi al centro dell'attenzione.
    Metto il cellulare nella borsa e gli porgo una mano tesa.
    Indice e medio leggermente in avanti.
    Giusto per vedere QUANTO è cavaliere.



    NOTE:

    1. ( 海~だぞ ) Variante del celebre Umi-da! "it's the sea!" Frase utilizzata colloquialmente tra amici quando si arriva al mare.

    2. Gruppo di amici/conoscenti, e in un certo senso seguaci, che si forma naturalmente attorno ad un personaggio popolare nelle scuole.

    3. (~ ニダ ) Termine che in gyaru-go trasforma le parole in coreano... e rende le cose "cool"

    4. (イケ面) Ikemèn è slang popolare per indicare un belloccio, un gran figo, per intenderci.


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    La giornata non poteva essere più perfetta una vittoria schiacciante e una bevuta gratis, Abel era soddisfatto di come stavano andando le cose, e già pensava a cosa avrebbe fatto dopo , forse un po’ di moto d’acqua o una passeggiata nel mare con il pedalò, così giusto per non andare subito alla propria barca e sicuramente in quel frangente avrebbe voluto senz’altro compagnia, ma su quella non c’era problema anche perché la spiaggia era piena di facce nuove che voleva proprio conoscere, in mezzo a tutta quella specie di “festa”.
    Abel si stirò in maniera rilassata, adesso sarebbe andato a godersi da bere magari fuori sotto l’ombrellone in attesa che qualcuno lo raggiungesse, forse avrebbe anche dedicato del tempo per prendere alcuni appunti da inserire nel suo romanzo fantasy che di grazia non era ancora finito, per forza il tempo era veramente poco e l’ ispirazione era un po’ bassa ultimamente, ma l’estate portava consigli.
    Abel se ne stava andando verso il bancone del bar ad ordinare da bere , quando sentì una “strana presenza” nell’ aria, certo non che sentisse la presenza spirituale di una persona o di qualsiasi altra cosa vivente come i suoi personaggi GDR. Anche se in teoria soprattutto in oriente si dice che la forza spirituale e Chakar esistessero sul serio, però tutto ciò non servì ad Abel in quel momento dato che la “persona” lo fece prima spaventare. Infatti, lui indietreggiò un po’, dopotutto arrivare all’ improvviso e trovarsi una presenza dietro era comunque una “sorpresa”, ma la cosa più buffa era che c’era pure chi se la stava ridacchiando dietro di lui, perché si vista da un punto di vista esterno, doveva essere una scena abbastanza spassosa.
    Abel dopo un primo momento che comunque era stato solo un secondo, riconobbe che avanti a se c’era solo una ragazza dall’aspetto carino con i capelli rosa che semplicemente era venuta a ringraziarlo per il drink.
    Abel si grattò la testa con una faccia un po’ da tonto, poi rispose, anche dandole del tu, dopotutto aveva imparato con Naru che le formalità alla lunga rompevano, e quella quanti anni poteva avere? Non era mica vecchia, forse sedici o diciotto anni minimo, sicuramente più piccola di lui.
    Disse una frase un po’ goffa e di poca classe, seppure il forte accento inglese un po’ mascherava qualche termine ,terra,terra e questo a volte non si capiva se fosse un bene o un male a dirla tutta.

    “Beh grazie, anche se ammetto che questa volta con il giro di bevute mi è andata bene…eh eh eh…”

    L’inglese girò lo sguardo verso il suo amico che vedendolo “impegnato” gli fece una faccia annoiata, ma era chiaro che non sarebbe finita lì, perché la prossima volta avrebbe vinto lui e il giro toccava ad Abel, poi si alzò e se ne andò fuori a chiacchierare con altra gente , lasciando il tavolo e gli scacchi lì.
    Dopo la ragazza sembrava aver posto anche in avanti la sua mano, segno che onestamente volesse anche provare a parlare oltre che il ringraziare, perché no? Abel non aveva nulla da perdere ed era lì per conoscere gente nuova.
    Abel tornò dunque serio, anche perché aveva l’impressione di essere diventato di nuovo ridicolo, non che la cosa gli dispiacesse, ma non era al Cabaret, quindi prese la mano della ragazza con la mano sinistra, mentre l’altra era sul petto e fece un inchino formale con la schiena.

    “Spero non ti spiaccia che ti abbia dato del tu come se ci conoscessimo da una vita, ma ho voluto solo essere galante per non farti sentire “troppo vecchia”, ma se ti da fastidio posso cambiare tono e renderti una principessa."

    “Comunque mi imbarazza un po’ l’appellativo “Mister” fa tanto allenatore di calcio e benché comprare una squadra sia stato uno dei miei primissimi sogni, che fortunatamente ho accantonato, fin oggi mi piace di più farmi conoscere come “Sir”!”

    Si allontanò un attimo dalla ragazza lasciandole la mano poi continuò con i convenevoli, dopotutto ad Abel quella parte veniva meglio che le sue battute si sapeva.

    “Sir Abel Xavier Phantomhive e sono lieto di conoscere… “

    Ovviamente lasciò in sospeso la sua frase, indicando con l’indice perché Abel voleva sapere il nome della ragazza , poi alzò gli occhi si toccò il mento e sembrò avere un aria pensierosa, poi si rigrattò la testa sfoderando un altra espressione con il sorrisino ebete (onestamente l’aria seria che si era creato prima non c’era già più, o cavolo…)

    “Boh… in effetti non so come ti chiami…”

    Ok, era scemo?
    Risposta : Sì, ma tutto nella norma...
    Anche questa frase non era da perfetto “lord inglese” e poteva sembrare di più un tentativo di “alleggerire” l’atmosfera, un pò la solita cosa che cercava di fare Abel, dopotutto il suo sogno era far ridere la gente e vederla sorridere, sennò il destino non lo aveva portato a frequentare la Yuuei, ma rendeva l’idea.


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    Rena Sakashima

    ““If a woman cannot make her mistakes charming, she's only justr a female.” ”

    -Oscar Wilde-



    Uyaaaaah
    Potrei giurare di aver sentito un *thump* in fondo al cuore quando mi ha preso la mano.
    La sua posta sul cuore, mentre si inchina leggermente.
    Dreamy~♥
    Pensavo si sarebbe buttato in ginocchio e mi avrebbe fatto un baciamano.
    Ma, oh well, 80/100, bene ma non benissimo.
    Principe sì, azzurro ancora no.
    Ma non nascondo un sorriso.
    Bene, bene.
    E' così che un nobile si dovrebbe comportare.
    Direi che i presupposti per continuare a giocarci ci sono tutti.
    Traattengo un risolino civettuolo nascondendo la bocca con il drink.
    Come farebbe una nobildonna con un ventaglio, per intenderci.
    Mi diverte giocare a fare la principessa.Giàggià, solletica quel bisogno che sento in fondo al cuore.
    Quella necessità di essere vezzeggiata e coccolata, viziata quasi.
    Lo ascolto con malcelata attenzione, in attesa di giudicarlo per bene.
    Ho voluto solo essere galante per non farti sentire “troppo vecchia”
    Ahia.
    E già si sbaglia di brutto.
    Se questo fosse un anime le vene sulla mia fronte sarebbero già esplose.
    E temo di non riuscire a nascondere un brevissimo ed impercettibile tic della guancia.
    Cioè tipo, avete presente quel click che si sente nei film quando qualcuno calpesta una mina?
    Ecco esattamente quel suono.
    Per un attimo la tentazione è di prendere il bicchiere, spezzarlo su una sedia e conficcargli il gambo del calice diritto nell'occhio.
    E ruotare.
    Con forza.
    Sentirlo urlare, mentre si contorce a terra, artigliandosi la rovina glutinosa al posto di quel sorriso...
    se ti da fastidio posso cambiare tono e renderti una principessa.
    Kyun~♥
    Salvo.
    La frase successiva è una secchiata d'acqua gelida.
    La rabbia bruciante sparisce, tornando sopita sotto braci quasi spente.
    I pensieri di violenza e vendetta sostituiti da un roseo campo fiorito.
    Una principessa eh?
    Aaaaaah, suona così bene.
    Eleganza, bellezza, importanza.
    Una creatura al centro dell'attenzione e al difuori di ogni polemica.
    Una protagonista.
    Aaaaah.
    Che dolce...
    “Sir Abel Xavier Phantomhive e sono lieto di conoscere… “
    E poi "Sir".
    Dice.
    Ah, suona così bene.
    Benissimo anzi.
    Fa molto rude e burbero cavaliere di frontiera.
    Cioè, tipo, che arriva ora un cavallo bianco e mi porta lontano.
    In un qualche castello delle Ebridi o uno di quei meravigliosi paesaggi da sogno.
    Cavolo!
    Ma subito!
    Se non fosse rozzo ed estremamente maleducato mi leccherei le labbra come una pantera.
    Nobile, Ricco, Scapolo.
    Dai, è un SSR Tier di incontro qui, che cavolo succede al mio droprate?
    E d'improvviso, la mia giornata diventa decisamente più interessante.
    Cavolo se non lo è diventata.
    Finder-Keepers dicono gli inglesi no?
    Sir.
    Ruoto quel titolo nobiliare nella mia bocca come fossi una sommelier.
    Quasi potesse sentire il bouquet aromatico e la fragranza di quella parola.
    Tre sole lettere che hanno la promessa di un sapore così ricco e intenso da farmi dimenticare qualunque altro nettare.
    “Boh… in effetti non so come ti chiami…”
    AH, ma guarda che simpatico.
    Finge di essere un po' svampito.
    Totes Cute~♥
    Questo lato un po' infantile mi solletica il palato.
    Pensavo di avere a che fare magari con un qualche arrogante bamboccione.
    Che, intendiamoci, non sono assolutamente da buttare.
    Non posso negare che l'idea di farmi incatenare in un qualche dungeon buio sotto pesant catene, non solletichi qualche fantasia...
    Ma in un periodo come questo, sono in cerca di relax.
    E' troppo meglio, un tipo sensibile piuttosto che un bruto.
    Anche perchè di Bruti, per un pop ne avrei avuto anche abbastanza!
    Prendo qualche secondo, per prendere un sorso di cocktail.
    In parte per umettare le labbra e renderle lucide, e in parte per trattenere la salivazione eccessiva.
    Ehe.
    Eheheh.
    Ce ne vuole di autocontrollo qui.
    Dopodichè decido di giocare la mia parte il più elegantemente possibile.
    Scarto in fretta l'idea si un inchino elaborato.
    Meglio essere più "plebei", visto pare essere più attento al contenuto che alla forma.
    Inclino la testa di lato e mi produco in un sorriso che farebbe sciogliere le pietre.
    Sono Rena, Rena Sakashima.
    Poi, decido di fare la prima mossa.
    Come dice il detto, la fortuna arride agli audaci.
    Faccio uno, due passi leggeri, sino ad arrivargli praticamente davanti al viso.
    Termino l'ultimo con una piroetta delicata, fermandomi in pratica tipo, a venti centimetri dal suo viso...
    E svariati altri centimetri sotto.
    (Moooou adoro quando sono più alti di me, non è sempre vero che avere la posizione sopraelevata equivale alla vittoria ehe.)
    E guardandolo dal basso verso l'alto, con aria curiosa gli chiedo.
    E cosa porta qui dall'altra parte del globo un nobile della corona?
    Domando volontariamente con una punta di innocenza infilata ad arte.
    Studio? Affari?
    Incocco la testa leggermente di lato come una civetta.
    Alla ricerca di nuove esperienze?
    E sorrido maliziosa
    O forse...
    A fatica mi trattengo dall' aggiungere "Dio non voglia"
    Una donna?


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    Abel continuava ad avere una sensazione inquietante nell’ animo, nel senso che di fronte a lui c’era si una ragazza, ma i suoi modi di fare erano strani, dopo tutto una persona appena conosciuta sicuramente non andava subito a chiedere roba troppo personale soprattutto per quanto riguardava la frase “una donna”, poi quell’ atteggiamento e quel modo di fare era tipico della ragazza che voleva flirtare, un po’ come in discoteca, seppure non è che fosse una cosa sicura e onestamente, ma Abel era un po’ “ingenuo”. Nel senso che anche se l’ipotesi fosse vera lui non se ne accorgerebbe subito, anche con Yoko all’ inizio non aveva inteso bene i suoi sentimenti, ma poi li capì, soprattutto durante il periodo di cura che aveva intrapreso. Lì c’era stata tristezza , rassegnazione e poi l’amore, anche per ritornare a vivere, un tema molto ricorrente anche per Abel stesso che aveva superato mille volte la soglia del non ritorno correndo in Dakar ogni anno e sorridendo in ogni situazione grigia, e quindi avrebbe visto la cosa semplicemente come uno scambio di battute che non ebbe problemi a rispondere.
    Abel si spostò verso il bancone per sedersi su uno sgabello e invitò Rena a fare lo stesso.

    “Perché un nobile della corona sia venuto fin qui? Semplice ho semplicemente un sogno da realizzare, ovvero donare un sorriso ad ogni persona di questo mondo anche quando palesemente sembra impossibile e per realizzarlo sono pronto a tutto!”

    Abel non sapeva ancora bene se questo suo sogno utopico un giorno si realizzerà, ma fino ad allora se non vedeva sorrisi ma solo dolore allora ci sarebbe stato per aiutare e proteggere tutti coloro che avevano smesso anche solo di sperare per questo doveva essere un Hero perfetto, una specie di figura ideale che avrebbe donato molto sorrisi felici autentici, non quelli comprati con i soldi e con il potere, il materialismo in certi casi era effimero.
    Abel emise un sorriso deciso e rilassato, poi continuò con il discorso.

    “I miei affari dunque non sono altro che piccoli compiti che mi serviranno come formazione completa alla professione che un giorno spero di ottenere, così sarò visto agli occhi di tutti…”

    Ok forse era decisamente prematuro dire una cosa del genere però alla fine Abel era uno che vedeva sempre le cose in avanti e con positività, e difficilmente mollava tutto alle difficoltà che ci sarebbero state per sempre, anzi voleva superarle.

    “Come l’eroe che dona “La risata”!”

    Abel fece un sorriso toccandosi i lati della bocca con l’indici delle dita chiudendo gli occhi.
    Detto questo che era comunque il sogno di Abel, una ragione di vita, spostò il discorso sulla parentesi “donne”, innanzi tutto bisognava essere assolutamente sinceri , se quella ragazza flirtava o meno era giusto cercare di farle intendere che Abel per ora aveva un'altra persona, ma non voleva essere sgarbato quindi cercò di prendere il discorso su altri fronti.

    “In verità sono qui da molto poco e l’unica donna che ho conosciuto sta sera mi aspetterà con il suo kimono rosa per passeggiare al suono dei fuochi d’artificio.”

    Mmmm, forse era stato un po’ specifico? Oh andiamo…lo doveva per forza essere e poi Abel aveva sempre un'altra opzione.

    “Però tutto ciò non mi impedisce di avere comunque le mie conoscenze e di condividerne comunque del tempo insieme che ovviamente apprezzo sempre e ovunque!”

    Abel cercò di essere sempre gentile nei modi di porsi, poi, riguardando negli occhi Rena, la sua espressione sembrava un pò quella tipica delle pettegole di paese sempre pronte a dare consiglio o a sapere succosi "gossip", questa volta fu lui ad essere “curioso”e in qualche modo un po’ più “audace”.

    “Dunque tu devi essere edochiana o giù di li, dai tuoi lineamenti e forse non so se hai più di diciotto anni, ma vedo che sai chiedere cose interessanti perciò io voglio ribattere. Sei in cerca anche tu dell’ amore?E’ strano che una come te non l’abbia ancora trovato.”


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    Rena Sakashima

    “A good laugh is a mighty good thing, a rather too scarce a good thing.”

    -Herman Melville-



    Quando si allontana e mi invita a sedermi posso sentire quasi il *ping*
    Cioè dai, tipo negli Otome1 quando sai che devi salvare.
    Sono nel Prince route, e non ditemi altrimenti!
    Molto elegantemente mi avvicina una sedia e si assetta.
    Umu, punti persi per non avermi fatto accomodare per prima, ma ha il suo fascino anche questo.
    Fa un po' nobilotto non convenzionale, e devo dire, che non mi dispiace.
    D'altronde siamo in spiaggia, siamo giovani!
    Poi in effetti il principe vero e proprio non è mai il most charming.
    Il preferito di tutte è sempre quello che non vuole salire al trono.
    L'anticonvenzionale.
    Quello che tipo ti porta a giro durante il festival...
    Mi siedo apposta davanti a lui, non a fianco.
    In maniera tale da guardarlo di fronte.
    Tutto è studiato.
    Alla fine come si usa dire, 'arte della seduzione èp solo una danza studiata nei minimi dettagli.
    I movimenti.
    La postura.
    Tutto è parte di un elaborato rituale.
    Sia che qualcuno ci faccia attenzione, sia che no.
    Come ci muoviamo, quello che diciamo, ciò che facciamo.
    Sono tutti segnali dal significato ben chiaro.
    ho semplicemente un sogno da realizzare, ovvero donare un sorriso ad ogni persona di questo mondo
    Chocolate~♥!!2
    Awwwwwww.
    Ma super dolce.
    Mister, si può sapere da quale libro di fiabe sei uscito?
    Chiamate lo sceneggiatore della mia vita, perchè si merita un aumento!
    Appoggio delicatamente il mento sul pugno semichiuso.
    Così, per dare l'idea di volerne sapere di più.
    Sorrido delicatamente.
    Un fiore di campo, e maliziosamente aggiungo.
    Un sorriso eh? Intanto puoi iniziare con me allora...
    Gli faccio cenno di proseguire.
    Ascoldando attentamente.
    Come si suol dire, gli uomini amano donne che sappiano ascoltare.
    E poi, potrei stare tutto il giorno a guardare le sue labbra muoversi.
    Ascolto distrattamente i suoi obbiettivi, i suoi piani.
    Hm, professione.
    Curioso, pensavo che i nobili odiassero lavorare.
    Pure volenteroso.
    Cavolo, signor mio, sei proprio Hi-spec eh?
    E alla fine...BAM.
    Il chiodo nella bara.
    “Come l’eroe che dona “La risata”!”
    Eroe.
    Ha detto Eroe.
    E vabbè, a questo punto siamo troppo oltre.
    Dovrei distogliere lo sguardo abbagliata.
    Principe, straniero, generoso, gentile, ricco...e pure SUPEREROE?!
    Cioè, capisco che madre natura sia generosa.
    Ma diamine tesoro, siamo oltre il fortunato.
    Sarai mica il protagonista di un Isekai?!
    Cioè, un reincarnato o qualcosa del genere?
    Perry-Tantaremashita!3
    E sorride.
    Ah.
    Quanto è ingenuo.
    Veramente, quasi mi tocca il cuore.
    Questo ottimismo è praticamente soffocante...
    E' così scioccamente.
    Così stupidamente...
    Buono.
    Ah.
    Aaaah.
    Più lo sento parlare e più mi rendo conto di quanto sia una persona orribile.
    Ah.
    Aaaah.
    Questo senso di impotenza e di rabbia...
    E' così...rinfrescante.
    Persino quando cerca di smarcarsi.
    “...aspetterà con il suo kimono rosa per passeggiare al suono dei fuochi d’artificio.”
    Così impacciato.
    Non temere mio principe.
    Non devi certo avere paura di ferirmi.
    Cosa potresti farmi che tanti altri non hanno già fatto.
    Non è certo perchè c'è qualcun'altra, che io mi faccio problemi.
    Mi sarei stupita piuttosto, se non ci fosse stata.
    Che gusto c'è in una conquista troppo facile?
    Appoggio il mento e lo fisso con aria magnanima.
    Non devi preoccuparti...Abel.
    Attendo un secondo, le labbra contratte in maniera interrogativa.
    E sorrido, di nuovo.
    Un sorriso falso come Giuda, ma del tutto indistinguibile da uno normale.
    Posso chiamarti Abel vero?
    Non è una frase diretta a lui.
    E' europeo.
    Chiamare le persone con il proprio nome per lui sicuramente è normale.
    E' per tutti gli altri.
    Il messaggio è chiaro.
    Ci chiamiamo per nome.
    Lui è mio.
    E voi, pezzenti maledetti, statene fuori.
    Io non sono mica gelosa!
    Dopodichè, per una volta.
    E' lui a sorprendermi.
    “...non so se hai più di diciotto anni...”
    A questa prima frase mi inclino all'indietro, come se volessi accomodarmi con lo schienale.
    In realtà un gesto abbastanza plateale per mettere bene in mostra "le gemelle".
    Giusto per rendere chiaro il messaggio.
    E ghigno con aria sorniona.
    Tranquillo, mister, puoi muoverti tranquillamente, non finirai in carcere per questo..nyaha.
    Poi, la frase successiva, mi gela sul posto.
    “...Sei in cerca anche tu dell’ amore? E’ strano che una come te non l’abbia ancora trovato.”
    Ah.
    ...
    ...
    D'improviso mi faccio seria.
    E' un attimo, come un momento passeggero.
    Per un brevissimo istante la maschera si incrina.
    Ma è poco più di un battito di ciglia.
    Un soffio al cuore.
    E torno ad essere la Rena solare e allegra che piace a tutti.
    La liceale popolare e un po' svampita.
    La Gyaru alla moda e in cerca di conquiste.
    Moooou Abel-kun.
    Certo che vai subito al sodo tu eh?
    Si nota tanto?

    E' una risatina imbarazzata quella che emetto.
    Più per camuffare la mia espressione che altro.
    E' una risata acida e amara, in realtà.
    Pensavo di averlo trovato in realtà.
    Sono stati momenti incredibili, viaggiavo a tre piedi dal terreno.
    Il cuore batteva fortissimo e il mondo sembrava super colorato...

    Sospiro.
    Ma non era fatta per durare.
    E alla fine non ci siamo lasciati nel migliore dei modi.

    NO, non direi affatto.
    Gli ho conficcato tre- quattro volte un coltello nella pancia.
    SOLO tre-quattro volte.
    Avrei dovuto insistere di più.
    Avrei continuato, se il destino non avesse avuto altri piani...
    E così per dimenticare sono venuta qua in spiaggia...
    Chissà, magari il fatto di esserci incontrati così è un segno del destino?

    Ovviamente non lo è.
    Il destino è una illusione.
    E' tutto pianificazione.
    E per una volta, sono veramente soddisfatta.
    Questa caccia, si stà rivelando DECISAMENTE interessante.
    Se stai cercando anche tu il vero amore, qualcuno lassù magari ci sta mandando un messaggio?
    D'altronde dicono che solo con due mezzi si può ottenere un intero...

    Non mi aspetto certo di fare centro alla prima.
    E comunque, c'è ancora tempo prima di stasera...

    NOTE:

    1. Riferimento agli Otome Game, dating-sim pensati per ragazze, dove la protagonista si relaziona quasi solo con PNG maschili

    2. Gyaru-slang, articolato attorno al fatto che Chocolate pronuinciato alla Nipponica, somiglia molto a" Chou-Cool", very cool.

    3. Riferimento all'ammiraglio americano M.C.Perry, che nel 1854 costrinse il Giappone ad aprire i propri porti all' occidente, equivalente a "Mi hai conquistata"




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    Ok c’era del “ brivido” in quella situazione e non era di certo dovuta alla paura , ma era più una sensazione che se ci fosse avanti un pericolo che però non era sicuro che lo fosse tale. Abel nella sua vita aveva conosciuto ogni tipo di persona, sapeva analizzare attentamente ogni tipo di carattere dal bulletto di scuola fino a personaggi auto locati, e di solito le sue analisi iniziali facevano sempre centro. Del resto non era poi così difficile capire fino a che punto la gente ti considerava “interessate” e lui aveva inteso che almeno una persona su cinque con cui era stato non voleva essergli amica perché ci tenesse veramente, ma lo faceva per avere qualcosa in cambio e Rena secondo lui era una tra queste, ma non capiva bene se lo facesse per una questione d’interesse, avere amici ricchi infondo era utile, oppure se nutrisse davvero qualcosa per lui, dopotutto si erano appena conosciuti , e nemmeno Naru quando l’aveva conosciuta a scuola si era dimostrata interessata lui, anche se lei apprezzava un po’ il suo lato comico a parte le battutacce sotto effetto di quirk, ma quella era un'altra storia. Comunque Rena non era Naru e onestamente il suo fare non riusciva pienamente a convincere Abel che sia una persona per bene, però era anche vero che ognuno era libero di fare come voleva quindi non bisognava affrettare le cose.
    Tuttavia nonostante questo Abel in lei vedeva anche una certa tristezza, nel senso non gli dava impressione di una che ridesse sempre, infatti lei quando iniziò a parlare dei suoi obiettivi lei gli disse di iniziare a far ridere lei, beh…perché no? Se ne sentiva il bisogno di certo Abel non lo avrebbe negato a nessuno era lì apposta, però in quel momento non aveva molto materiale su cui preparare qualcosa di divertente a parte la lunga lista delle battutacce, ma quelle meglio di no, troppo imbarazzanti da fare però magari poteva cercare anche di capire come fare nel senso chissà cosa le potrebbe piacere, di solito le persone per poter ridere o solamente provare della felicità hanno sempre qualcosa che piace.

    “Beh…ecco… attualmente il mio repertorio è un po’ basso con l’Humor , ma lo sto aggiornando quindi non saprei come farti ridere però…”

    Abel tirò fuori un naso rosso da clown, di solito lo usava per far ridere i malati all’ ospedale, ed era anche l’oggetto che aveva fatto tornare il sorriso a Yoko e fece una faccia buffa, improvvisando un piccolo spettacolo che fece ridere il gruppo di bambini affianco, più il resto del locale e quelle risate piacevano sempre ad Abel, ma certo con una ragazza da spiaggia sicuramente non avrebbe fatto lo stesso effetto , magari anzi avrebbe fatto pure la figura del pollo scemo, ma lui era fatto così, non necessitava di far ridere a crepapelle, ma anche un minimo sorriso era sufficiente.

    “Ecco questo è un piccolo “regalo” da parte dell’ eroe della “risata” per tutti!”

    Il locale sembrò apprezzare lo spettacolino improvvisato di Abel, poi dopo quella piccola parentesi si ricompose, togliendosi il naso da “Patch Adams” e sperò di aver strappato un sorriso a Rena e anche se non lo aveva fatto non importava, perché tanto gli bastava comunque continuare a conversare. A proposito il seguito della conversazione con Rena non era di certo da “risata” anzi ehm… insomma … diciamo che Abel non capiva se era stato lui ad “attivare” qualcosa in Rena o se semplicemente lei continuasse di testa sua, ma la situazione si stava facendo decisamente “più calda del solito” se non addirittura essere degenerata nella zona vietata ai minori di diciotto anni, nel senso che lei ci stava decisamente dando dentro con l’approccio, nonostante Abel avesse pure detto di essere già impegnato, ma Rena non era gelosa e Yoko neanche visto che si fidava dell’inglese e lui di lei quindi fin qui andava tutto bene bastava magari chiudere la questione con un po’ di bon ton, però…

    °Oh shit o fuck!...ma che diavolo fa adesso?°

    Abel le aveva viste, nel senso che non era difficile non vederle visto che Rena si era messa apposta in mostra, ma aveva alzato subito gli occhi a vedere il ventilatore sul soffitto e ad allargarsi la camicia.
    OPPAI! Si in Giappone le chiamavano così i seni delle ragazze, vecchi pervertiti e lettori di Hentai!

    “Accidenti oggi fa caldissimo, come mai questa ventola non funziona bene?Ordinerò del latte …ehm…volevo dire… una granita!”

    Frase di circostanza, anche se però era meglio non pronunciare la parola latte, che in Giappone in certe occasioni assumeva un altro significato, ma Abel era un po’ preso dall’ imbarazzo anche se lo nascondeva da vero e freddo nobile inglese.

    °Ok…figura di merda? Fatta… adesso : don’t horney Abel …°

    L’ espressione di Abel rimase neutra, un po’ come se facesse finta di non capire e di essere assente e si grattò un po’ sotto il naso, d’altronde di approcci così da parte delle donne ne aveva avuti, dopotutto come dimenticare le pallosissime serate di galà dove c’erano topmodel e attrici in cerca di un avventura? Le donne quando provavano interesse per qualcuno non le fermava nessuno, ma Abel era stato chiaro quindi non sarebbe andato oltre, anche se poi lei ci metteva il carico da novanta e la conferma che almeno era maggiorenne. Bene chissà se magari un tipo così poteva piacere a qualche suo conoscente, il mondo della nobiltà e della mondanità sicuramente l’avrebbe apprezzata.
    Abel assunse adesso un aria seria.

    “Non sei gelosa? Beh nemmeno la mia Yoko lo è dopotutto io e lei siamo uniti da un legame indissolubile.”

    Già il legame che c’era tra Abel e Yoko era segnato da qualcosa che andava semplicemente oltre l’amore, dopotutto aveva visto il sorriso sul volto di Yoko dopo un periodo buissimo dove tutto era grigio e anche avere un quirk che fa ridere era una tortura. Abel era arrivato ad odiarlo quel potere dopo aver vissuto la sofferenza di Yoko e la sua malattia, ma poi si era ricordato che le persone avevano bisogno di ridere e anche lei e quando la rivide sorridere era sicuro che nulla poteva separarli. invece per quanto riguardava Rena dalle sue parole , aveva capito che la sua storia d’amore non era finita bene e adesso si sentiva in colpa per aver aperto quel discorso.

    °Ho esagerato! °.

    Abel incupì lo sguardo sotto gli occhiali da sole.

    “Ah… mi spiace non avrei dovuto farti questa domanda. Comunque sono sicuro che avrai modo di trovare quello giusto, il mondo è pieno di pesci!”

    Già in effetti Abel aveva l’impressione che questa volta fosse stato inopportuno, però lei continuò il suo racconto e arrivò poi alla parte “ il destino ci ha fatto incontrare” e lì Abel era d’accordo.

    “Pur non credendo al destino le cose non capitano mai per caso. Forse io e te potremmo essere un po’ come due amici che si scambiano qualche parola. Potremmo divertirci lo stesso. E’ amore anche questo!”

    Abel accennò al solito sorriso e le strizzò l'occhio destro abbassando gli occhiali, poi Rena gli iniziò a parlare del vero amore e su questo proposito aveva ragione perché era proprio così che era stato con Yoko.

    °Sono fortunato ad avere Yoko°

    Abel sospirò.

    “Già meglio non ignorare quei messaggi, l’amore può nascondere dolore e felicità allo stesso modo, ma a volte le cose non vanno come si vuole e lo si dovrà comunque accettare. Il sole sorge sempre su chi sa accettare le sofferenze e le gioie delle persone e su chi non si arrende .”

    Si ok questa sembrava una frase fatta, ma chi aveva l’intelligenza di capirla si accorgerebbe che comunque non era banale e se Rena era in cerca dell’ amore l’avrebbe capita anche lei, in qualunque situazione si trovasse non doveva essere triste, seppure comunque Abel era ignorante su i vari problemi di lei e del perchè era ossessionata parecchio dall' amore .



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    Rena Sakashima

    “There's a difference between playing and playing games. The former is an act of joy, the latter — an act.”

    -Vera Nazarian-



    Ah.
    L'amore.
    Cosa non si fa per amore.
    Si scalano montagne altissime.
    Si attraversano oceani a nuoto.
    Si affrontano armate e si uccidono mostri e belve feroci.
    Si sopporta il dolore più atroce...
    E anche di più.
    Mi sembra ovvio dunque, che per amore posso fare ogni cosa.
    Anche trattenermi dal saltare sul tavolo e recidergli la carotide.
    Ma è difficile.
    Oooooh boy, se è difficile.
    Ha detto, che il suo senso dell'umorismo non è il massimo.
    E beh, par du cour per un nobile cresciuto negli agi.
    Ma cioè, tipo, dai.
    Un naso da Clown.
    Tesoro lascia che te lo dica eh.
    In una favola può esserci un principe, una principessa, un mostro, un mago cattivo.
    Può esserci anche un giullare.
    Ma ehi.
    La principessa innamorata non può essere malvagia...
    E il principe non può essere un giullare!
    Non è così che vanno le storie!
    Non è così che devono andare le mie FAVOLE!
    Così, mentre i bambini vicini ridono.
    Io...sorrido?
    Beh è più una contrattura delle labbra.
    Un rictus, se vogliamo...
    Il pugno si contrae sotto il tavolo, lontano dalla vista.
    Aaaaah.
    Siano lodati gli dei che porto una maschera di serietà.
    Anche se adesso rischia seriamente di incrinarsi.
    Mukiii~!!1
    Questo modo di fare così tranquillo, così giocoso, così...positivo.
    Non stai seguendo lo script! La sceneggiatura!
    Dov'è il romanticismo, dove è l'enfasi, il pathos!
    ...uhu, pfft.
    Fingo di fare una risata a malapena soppressa.
    Più per nascondere il volto che altro.
    Gaman~!!2
    Rena
    Gaman~!!
    Pensa al premio, moooou.
    Pensa al risultato.
    Concentrati, non puoi sbagliare adesso.
    Anche se la narrativa che speravi di costruire si sta disintegrando come neve al sole.
    Anche se la storia che volevi non sta andando come previsto.
    C'è ancora modo di salvare il salvabile.
    Grazie al cielo l'espediente del mettere in mostra i miei "asset" mi ha fatto guadagnare tempo prezioso.
    Sorrido.
    Stavolta genuinamente divertita.
    C'è ancora tempo, sì.
    Posso ancora influenzare l'andamento di questa storia.
    Senza far si che sprofondi nel ridicolo.
    Senza trasformare questo romanzo in una commedia.
    Facendo andare avanti il copione come si confà ad una storia d'amore.
    “Non sei gelosa? Beh nemmeno la mia Yoko lo è dopotutto io e lei siamo uniti da un legame indissolubile.”
    aaaaah.
    Eccoci.
    E qui lo volevo.
    Perfetto.
    Esattamente dove speravo andasse a parare.
    Come era ovvio, come tutti i principi ha già una principessa.
    Eheheh.
    E ovviamente è fedele come solo i principi sanno esserlo.
    Diamine, se non fosse per questa vena infantile sarebbe perfetto.
    Ma cioè, tipo, la perfezione non esiste, questo è chiaro.
    E quindi ci accontentiamo.
    Non ne dubito, da quello che mi racconti deve essere una ragazza davvero straordinaria...
    Mormoro, con una aria simpatetica.
    Quello che non dico, però, è una certezza.
    Un legame indissolubile non si spezza, questo è vero.
    Ma come tutti i fili rossi che legano i destini, non ci vuole niente ad intrecciarli con altri.
    E ogni nodo sufficientemente stretto, rende impossibile trovare quale dei fili si stia reggendo.
    Sono assolutamente sicura che il vostro amore sia amore vero.
    E vi invidio non poco.
    Ma non cercare di tenermi lontano da questa storia mio caro...
    “Ah… mi spiace non avrei dovuto farti questa domanda. Comunque sono sicuro che avrai modo di trovare quello giusto, il mondo è pieno di pesci!”
    Oh, che carino, se non altro cerca di rimediare.
    Ma non ti devi preoccupare Abel, non hai affatto ferito i miei sentimenti.
    Si sono atrofizzati da tempo.
    Cercare di riportarli indietro anche per un solo istante è tutto quello che mi resta.
    E tu, tu sei il mezzo per farlo.
    “Pur non credendo al destino le cose non capitano mai per caso. Forse io e te potremmo essere un po’ come due amici che si scambiano qualche parola. Potremmo divertirci lo stesso. E’ amore anche questo!”
    Eheheh.
    Lo so, lo so.
    Quella ferale parola.
    Amico.
    Dove gli altri vedono una scure del boia che si abbatte sulle speranze di una relazione, io vedo ben altro.
    E' una scheggia nell'armatura, un appiglio in una parete liscia di roccia.
    Una debolezza da sfruttare per infiltrarsi all'interno.
    Mettere radici.
    Crescere.
    E' un passo avanti rispetto ad essere perfetti sconosciuti.
    E' una piattaforma per spingersi più avanti, e arrivare alla preda.
    “...Il sole sorge sempre su chi sa accettare le sofferenze e le gioie delle persone e su chi non si arrende”
    Conclude, soddisfatto.
    Pensa di avere centrato il punto.
    Pensa di avermi convinto.
    Di avere mandato un messaggio chiaro.
    E lo ha fatto, solo che è stato il messaggio sbagliato.
    Mi alzo in piedi sinuosa coe un felino.
    E mi approccio al tavolo poco distante.
    Con destrezza sollevo la scacchiera quasi fossi una barista con un vassoio pieno di bicchieri e la appoggio davanti a lui.
    Ah, dovrei farmi i complimenti.
    Ho dimostrato una destrezza niente male.
    Dopodichè mi rimetto seduta e lo fisso intensamente.
    Parole sagge, e assolutamente vere.
    Ghigno sorniona
    Il sole sorge sempre su chi non si arrende.
    Prendo in mano uno dei pezzi, e ci giocherello un poco.
    Facendolo passare tra dito e dito in maniera ammiccante.
    Abel, hai presente negli scacchi quale è il pezzo più importante?.
    Fisso con attenzione il piccolo frammento nero, quasi possedesse all'interno una qualche rivelazione.
    Lo sguardo perso, quasi concentrato.
    Molti pensano sia il Re, perchè perso quello la partita ha fine, ma non è così.
    Il Re è un pezzo inutile, incapace di provvedere a se stesso e dipendente dagli altri per sopravvivere.
    E' un ostacolo, non un vantaggio.

    Con un dito lo faccio oscillare, prima di passare al pezzo sucessivo.
    Altri dicono il pedone, perchè possiede la capacità di diventare qualunque altro pezzo.
    Ma arrivare dall'altra parte della scacchiera indenne è una utopia.
    Il pedone non pensa, non agisce, è imbelle come il re, e pure privo di capacità decisionale.

    Alla fine sollevo il pezzo successivo, la Regina.
    E soppesandolo rivolgo uno sguardo sottecchi al mio bel principe.
    Le labbra schiuse in un sorriso.
    E' la Regina, ad essere il singolo perno su cui si regge il gioco.
    Capace di percorrere qualsiasi distanza, di muoversi ovunque in un lampo.
    La Regina è il pezzo che porta alla vittoria, che fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

    Attendo qualche secondo perchè il messaggio arrivi.
    Di tutti i pezzi degli scacchi la regina è l'unica donna.
    Beh, Torre a parte, ma quella non conta.
    Tehe!
    E in quanto tale, posso essere io a farmi da parte?
    Di fronte ad un re che non si muove?
    Ovviamente no.
    E come solo la regina sa fare, devo essere io ad andare avanti e a raggiungere l'altro capo della scacchiera.
    Io, non mi arrendo.
    Non ho potuto fare a meno di notare che sei veramente bravo con queste cose.
    Me lo ha detto lui.

    Indico il cocktail con un cenno del capo.
    D'altronde in un gioco con delle stakes alte come offrire da bere ad un intero bar, bisogna possedere un certo talento.
    Ma io non credo di essere da meno...
    Quindi perchè non facciamo anche noi un gioco, uno a tua scelta.

    Dopodichè muovo l'attacco.
    Ma un gioco e basta non sarebbe divertente abbastanza, quindi perchè non mettiamo un po' di pepe.
    Se vinco io, andrai stasera a vedere i fuochi d'artificio...
    Solo che la ragazza in Yukata con cui andrai sarò io.
    .
    Poi concludo
    Se invece vincerai tu, beh...
    Sarà mio piacere esaudire un desiderio a tua scelta...

    Ci penso un istante e poi ammicco.
    Qualunque cosa...
    Sussurro
    QUA-LUN-QUE~♥

    NOTE:

    1. Contrazione di Mukatsuku ( むかつく) "Che rabbia", che suona come il verso di una scimmia. Esprime grande rabbia e isteria

    2. (我慢 ) Pazienza, Il sostantivo è usato colloquialmente per indicare un grande sforzo mentale.





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    Abel ci aveva visto giusto il piccolo teatrino clownesco non era piaciuto alla ragazza, certo aveva sorriso almeno per cortesia, ma non era quello il sorriso che cercava lui. Già del resto la risata doveva essere un momento piacevole e non di forzatura, che dire ci aveva provato, ma semplicemente non ci era riuscito, si vedeva che queste cose non le gradiva, quindi lui starà dunque bene attento a non fare più un entrata così in sua presenza, anche se tuttavia, rimase un po’ deluso nell’ appurare che a Rena non piacessero queste cose, però del resto non era mica un bambino.

    °Non mi è apparsa molto convinta. Che peccato non averla fatta ridere in maniera genuina, anche se però se non facevo ridere bastava anche non farlo. Non mi piacciono i sorrisini finti, anche se…°

    Abel stava analizzando la situazione e stava iniziando a capire il “giochino” di Rena.

    °Forse ha sempre avuto questo atteggiamento. Quindi devo dedurre che sia una persona falsa?°

    Abel più guardava e sentiva Rena gli pareva comunque di palare con una persona che apparentemente faceva una faccia e dall’ altra parte ne faceva un'altra, insomma era ambigua in entrambi i sensi, quindi se la sensazione era giusta era meglio cercare di concludere presto la conversazione, visto che quel tipo di persona ad Abel non piacevano proprio, però sarebbe troppo facile, forse era meglio vedere fino a che punto si sarebbe spinta.
    Rena dopo dimostrò ancor più la teoria e l’idea che si era fatto Abel, lei era falsa!Questo era un dato di fatto ormai, ma non era stupida, infatti, andò a prendere la tavola con gli scacchi, la pose sul tavolo e fece un discorso logico sull’importanza della Regina. Ciò quello che stava dicendo era assolutamente vero, se si trattava di parlare delle regole del gioco. l’inglese doveva ammettere che Rena ci sapeva fare e sicuramente magari era pure bravissima a giocarci e in un primo momento Abel era estasiato nell’aver trovato finalmente un degno rivale e se lei proponesse una partita avrebbe accettato in pompa magna, non vedeva l’ora di fare una sfida decente, dopotutto conoscevano tutti la competitività di Abel per quei giochi, che siano scacchi o videogiochi lui era pronto a competere come una corsa in Dakar.

    ° Dunque mi stai sfidando Rena?Oh yas baby! Eccomi…°

    Abel fece un sorriso determinato che preannunciava una volontà di accettare, era trepidante e felice ,fin quando non arrivò l’ultimo dettaglio.
    Rena a quanto pare per rendere più interessante il “bottino” propose una cosa che sicuramente avrebbe giovato lei, ma che avrebbe messo un po’ in crisi la felicità di Abel di godersi una sana competizione corretta. Infatti, lei disse che voleva giocarsi una partita con lui, ma se perdeva doveva portare lei al Tanabata al posto di Yoko.
    Ok, adesso fin quando si trattava di una competizione in cui gli sfortunati scommettevano di offrire una bevuta, infondo Abel e il suo amico avevano scommesso quello solo per divertimento e pechè se lo potevano permettere, ma nella scommessa di Rena non c’era una stupida bevuta o un malloppo di soldi,lei lo stava facendo APPOSTA per metterlo alla prova giocando proprio sulle due cose che più premevano ad Abel. Il vero e indissolubile amore e il puro brivido della competizione per non sfigurare anche davanti a tutto il locale, perché se non accettava era ovvio che ci avrebbe fatto una figura da boccalone e già con la coda dell’ occhio vedeva il suo amico ridacchiare, come se si stesse gustando una piccola vendetta e in effetti non aveva poi tutti i torti.
    Abel a quel punto prima di dire qualsiasi cosa, pensò a quante gioie , dolori e eccitazione gli aveva portato la competizione in ogni cosa, anche alla Yuuei si era dimostrato un tipo che non si tirava mai indietro, del resto anni e anni di gare di Dakar e vincite mondiali erano tutto quello che si poteva desiderare e la sua vena di dare il massimo la faceva vedere nello studio e nella volontà di diventare un eroe per raggiungere il suo sogno, insomma in tutto, tutto ciò non poteva essere paragonato a Yoko.
    Abel rivide chiaramente come se fossero adesso, il periodo in cui lei aveva lottato contro la malattia che rischiava di portarsela via, lui era in ospedale a fare la terapia e quando la vide aveva il sorriso spento, e fu in quel momento che si rese conto lui stesso di essere inutile, perché nonostante i suoi sforzi non riusciva a farla sorridere, poi ci volle del tempo, ma le loro vie si erano incontrate e pian piano lei aveva iniziato a sorridere perché Abel la divertiva e le faceva passare ore felici senza pensare ad altro.
    Se Yoko si stava riprendendo era perché Abel le era vicino e la faceva sorridere quindi lui non l’avrebbe abbandonata e soprattutto non avrebbe scommesso ad un gioco il suo rapporto con lei, quindi al diavolo l’aspetto competitivo e il brivido, ma non c’era niente di più disdicevole che mettere i sentimenti personali su un tavolo da gioco.
    Rena aveva giocato una mossa sporca!E questo era odioso!
    Abel aveva sul volto un espressione tesa e infastidita, forse si era un po’ arrabbiato? Beh era un po’ ovvio visto che Rena gli aveva proposto una cosa che non poteva portare a termine e che probabilmente avrebbe fatto ridere tutti, ma non importava nemmeno quello.
    Era molto infastidito e si vedeva dall’ espressione incurvata che non emanava più allegria e spensieratezza.
    Abel dunque, cercò comunque di mantenere la calma, perché per questo colpo basso ammetteva che una bella elettrizzata o una “insana risata” per Rena sarebbe stata più che lecita, ma non poteva usare il quirk in pubblico e poi non ne valeva la pena per una che prima parla di vero amore e poi si abbassa a proporre cose come quelle.
    Era evidente che tutto ciò era frutto quasi di una vendetta personale per averla “rifiutata”, un comportamento odioso che avrebbe fatto arricciare il naso a tutti. Erano proprio le persone come Rena che meritavano una lezione, anche se c’era il dubbio che non comprendesse.

    “Sono spiacente, ma gradirei che tu riformulassi la scommessa e che la facessi un pochino più “pulita”. Dopotutto hai appena appreso la mia situazione e dovresti sapere che chi è veramente innamorato della sua donna, non la scommetterebbe mai in un tavolo da gioco. Sai inizio a credere che tu abbia scelto questo tipo di scommessa apposta perché “ti rode un po’” la mia situazione, insomma sei un po’ invidiosa di ciò che ho trovato e che non posso dunque condividere con te. Eppure ti avevo comunque allungato una mano in modo che anche tu non ti sentissi sola e che potessi sorridere, ma a quanto pare non ti interessa perché tu hai un desiderio egoistico e non riesci ad accettare un rifiuto come risposta.”

    Abel fece una pausa sinceramente sapeva di essere stato pungente, ma quella aveva decisamente un grosso problema poi continuò.

    “Io non ho mai rifiutato una sfida e non ho paura di nessuno e tu potevi essere una rivale perfetta, ma giocare con i sentimenti degli altri è inqualificabile ed è sinonimo oltre di grossa bassezza anche di debolezza, quindi non accetto le condizione poste e non giocherò una partita inutile . Dopotutto dovresti anche tu renderti conto che in ogni caso sarebbe una via senza uscita per entrambi in qualunque modo ci sfidassimo.”

    Dopo appoggiò i gomiti al tavolo e le mani incrociate sotto il mente, mentre il riflesso dei suoi occhiali brillò alla luce aveva un ultima cosa da aggiungere che era importante.

    “Un'altra cosa, non piacciono le persone false quindi dacci un taglio ok?”



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    Rena Sakashima

    “Laughter and tears are both responses to frustration and exhaustion. I myself prefer to laugh, since there is less cleaning do to do afterward.”

    - Kurt Vonnegut -




    Ooooooh.
    Uwaaaaaah!
    Quando d'improvviso cambia espressione non credo di farcela.
    Umgh.
    Devo trattenere un gesto scomposto.
    Quello sguardo duro.
    Quella espressione così seria.
    Mmmmmgh.
    Oh ti prego.
    Dou-S! 1
    Non che penda troppo per quel genere di cose, ma diamine!
    10/10 puoi mettermi in catene nel tuo dungeon personale ed estorcermi una confessione, mio principe!
    Ci vuole una volontà di ferro per non mordermi il labbro e sdraiarmi a pancia in su.
    Auuugh.
    Calma.
    Calma.
    Continuo ad ascoltarlo.
    E non posso fare a meno di sorridere.
    Stavolta genuinamente.
    E' un sorriso acido, come un vino d'annata andato a male.
    Un sorriso di divertimento.
    Ma quel genere di divertimento che si ha strappando le ali di una mosca intrappolata.
    O bruciando un formicaio con una lente di ingrandimento.
    Se voleva offendermi, dovrà fare di meglio.
    Oooooh sì.
    La mia è una facciata costruita in quasi vent'anni di sforzi.
    Non verrà mica giù per così poco.
    Ascolto la sua tirata, con una punta di interesse.
    Sono stata così ovvia?
    Possibile.
    Mi merito un simile trattamento?
    Probabile.
    E' una cosa che mi aspettavo?
    Sicuro.
    Dunque attendo che abbia finito.
    Senza replicare.
    Senza interromperlo.
    Questa è una danza, un elaborato duello verbale.
    Con le sue pause e i suoi momenti di scambio.
    E' tanto un teatrino per noi, come per tutto il resto del pubblico che ci osserva.
    E come tutte le buone storie ha i suoi momenti di flusso.
    Parate e risposte.
    E' tutto spettacolo.
    Sino a quando non è il mio momento di muovermi.
    “Un'altra cosa, non piacciono le persone false quindi dacci un taglio ok?”
    E' in quel momento, che aggiusto la mia posizione sulla sedia.
    Non più remissiva, seduta come una giovane fanciulla che vuole flirtare.
    Bensì accavallo le gambe e mi sistemo sullo schienale.
    In maniera deliberatamente lenta, abbastanza da attrarre qualche sguardo lascivo dal pubblico.
    Con aria quasi imperiosa.
    Probabilmente abbastanza da far palpitare il cuore di ben più di qualche maschietto presente.
    Poggio lo sguardo su Abel, e dalla mia espressione sono sparite le stelline luccicanti.
    Era ora~♥
    Sospiro soddisfatta.
    Il mio sollievo è quasi palpabile.
    Potrei dire lo stesso di te, Abel.
    Finalmente ti degni di guardarmi seriamente, stavo quasi iniziando a perdere le speranze.

    Già.
    A questo volevo arrivare.
    Temevo ci volesse più tempo, e invece la sua facciata di allegria e buonismo è durata molto meno di quanto temessi.
    Mio caro Abel, tra la tua fortezza e la mia c'è una differenza abissale.
    La mia facciata è un inferno di strati e ridotte, di mura e vicoli ciechi.
    A confronto il tuo muro è niente.
    Sono una professionista di assedi sai? Basta trovare il punto debole e crack.
    Come volevasi dimostrare.
    Improvvisamente, non hai più molta voglia di ridere eh?
    E poi a dire così mi ferisci sai?
    Fingo di asciugarmi una lacrimuccia con aria teatrale.
    Poi il mio sguardo torna serio.
    Se si può definire serio quel misto di facezia e sdegno.
    Io una persona falsa? Che sciocchezza.
    Ogni singola parola che è uscita dalla mia bocca non è altro che la più pura verità.

    Scrollo le spalle.
    Purtroppo non sembra che abbia capito che sta reagendo esattamente come volevo.
    Come una marionetta mossa da fili.
    Come un insetto intrappolato sotto un bicchiere.
    Parola dopo parola lo sto portando dove voglio.
    Come un pesce preso all'amo.
    Tutto questo oltraggio, questo suo vedermi come un nemico d'improvviso.
    Tutti step necessari a far uscire il vero Abel.
    Questa irritazione che prova, questo disprezzo?
    Aaaaaah.
    Esattamente ciò di cui ho bisogno.
    Odiami, disprezzami, cerca di farmi del male.
    Non chiedo altro.
    Non mi interessa il tuo amore, che già so che non posso avere.
    Ciò che voglio è la tua attenzione.
    E dunque, è bene che il piano proceda.
    Passo dopo passo.
    Indubbiamente hai ragione, sono stata una sciocca a proporre una cosa stupida come porre l'amore della tua vita come premio per una banale scommessa...
    D'altronde tu affermi si tratta di vero amore no?

    Con un ampio gesto dell' indice indico tutta la gente che ci sta attorno, ignara di quello che stiamo dicendo.
    Abbastanza vicina da vederci discutere amichevolmente.
    Ma non abbastanza da sentire ciò di cui stiamo parlando.
    Ma ne sei veramente certo?
    Eccellente.
    Siamo solo apparenza.
    Questo è ciò che conta.
    E sorrido.
    Mentre il mio sguardo non trasmette neanche una briciola di empatia.
    Allora avrei dovuto essere più audace.
    Probabilmente avrei dovuto prendere in ostaggio tutti coloro che si trovano in questo bar.
    Minacciando di ucciderli se tu non fossi uscito con me forse?

    Oh sì.
    Questa è la vera differenza.
    Questo è vero amore.
    Ora rispondimi sinceramente, se avessi posto questa come condizione, avresti comunque rifiutato?
    L'amore della tua Yoko contro la vita di una dozzina di innocenti.

    Contenta di aver reso il mio punto, puramente ipotetico ovviamente, mi rilasso lasciando che le mie spalle scivolino lentamente all' indietro.
    Non ho mai minimamente espresso minaccia in alcuno modo.
    Ogni mia parola è stata misurata ed equilibrata, proprio come se stessi esponendo una facezia.
    Niente di compromettente.
    Ma il mio sguardo era serio.
    Mortalmente serio.
    Perchè se fosse veramente amore cieco, incondizionato, VERO amore.
    Allora non avresti esitato un attimo, a sacrificare questa gente per la tua felicità.
    D'altronde cosa è un qualcosa di effimero come un gruppo di sconosciuti a confronto di cosa conta davvero?

    Mi sporgo in avanti a mimare la sua posizione.
    Gomiti sul tavolo e mani incrociate sotto il mento.
    Quasi fossi uno specchio distorto.
    QUESTO significa amare alla follia, Abel.
    Quando pronuncio il suo nome è con un tono grottesco.
    Zucchero andato a male, un dolciastro che fa accapponare la pelle.
    Significa fare follie.
    Significa anteporre ciò che si ama avanti a ogni altra cosa: Etica, Senso, Giustizia, Bene, Male...
    Per amore, si può fare ogni cosa...anche la più assurda.

    Mi sporgo in avanti e arrivata vicino al suo volto gli sussurro.
    Una frase vecchia di un millennio, che non potrà non riconoscere.
    “For folly that he wisely shows is fit;
    But wise men, folly-fallen, quite taint their wit.” 2

    D'altronde è stata scritta da un suo conterraneo.
    Ho sempre amato Shakespeare.
    Pochi come lui hanno descritto quanto meravigliosamente folle e orrendo possa essere l'amore.
    E' uno dei motivi per il quale ho voluto imparare l'inglese dopotutto.
    Contenta di aver mandato il mio messaggio mi rimetto indietro.
    Ora so di avere la sua attenzione.
    Difficilmente vorrà lasciarmi andare.
    Sorrido di nuovo.
    Stavolta con un sorriso allegro.
    In netto contrasto con la mia performance di poco prima.
    E con un trillo fresco di voce lo invito a proseguire.
    Ma sarei ingiusta a farti fare una figuruccia per la mia mancanza di tatto.
    Quindi prego, la mia offerta rimane.
    Scegli pure una sfida che più ti aggrada e poni una condizione che ritieni all'altezza.
    Come ho detto, non una singola parola che ho detto è diversa dalla verità.

    Ammicco.
    Sorniona come un felino.
    Ho assolutamente voglia di giocare con te.

    NOTE:

    1. Super Sadico

    2. E' per follia d'amor che saggiamente si mostra sano.
      Ma ogni uomo saggio, che abbia amato alla follia, non può dirsi sano.
      -William Shakespeare, La dodicesima notte-



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    Abel Xavier Phantomhive
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    Forza 122 - Quirk 88 - Agilità 65 - Energia 300

    stato fisico :buono stato
    mentale: infastidito




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    Abel se c’era una sola cosa che odiava era proprio arrivare a quelle situazioni paradossali.
    Nel senso era giunto in spiaggia per godersi una giornata libera da ogni pensiero e invece a quanto sembrava quei minuti in cui aveva semplicemente parlato con Rena gli sembravano ore interminabili, in cui lei lo stava in pratica mettendo alla prova in ogni modo e onestamente a questo punto non si trattava solo dell’amore, già perché lei aveva deciso si scoprire finalmente le carte non appena si sentì …come dire punta nel vivo? L’inglese odiava arrivare a parlare con una persona dubitando della sua “reale faccia” e sostenendo che si nasconda falsità, ma in quel momento era un gioco che stavano facendo entrambi.
    Da un lato Abel era fermamente deciso in tutto ciò che stava dicendo, ma onestamente stava iniziando a “perdere terreno” perché Rena stava iniziando a fare “pressione” su discorsi molto strani che però avevano un non so cosa di molto pericoloso, sarà perché all’ interno lei aveva iniziato a mettere esempio come persone in ostaggio in cambio di un uscita? Cioè, ma davvero?
    Abel in quel momento pensando involontariamente che stesse scherzando, anche perché sarebbe stato molto improbabile che lo facesse , cioè dai, era una stronzata fare una cosa del genere e rischiare seriamente anni di galera solo per una banale uscita, quindi il discorso della ragazza era esilarante e le avrebbe sputato fuori una sonora risata, ma… eh si…c’era un “MA”.
    Dopotutto se anche era un discorso “stronzata” era inquietante e pericoloso perché comunque era una minaccia e Rena magari era in grado di farlo, l’inglese non si sarebbe stupito lo avesse fatto, visto che per un ossessione d’amore era arrivata a fare un discorso del genere. A questo punto allora Abel doveva pensare in fretta ad una soluzione e il discorso di Yoko e del folle amore di Rena gli era passato in secondo piano. Era in una situazione che poteva essere pericolosa e non poteva rischiare che qualcuno si facesse male sul serio, se per caso Rena avesse intenzioni cattive, ma non poteva agire liberamente perché non possedeva la licenzia provvisoria e usare il proprio quirk in pubblico comunque era vietato,( e comunque per prudenza non lo avrebbe usato) perciò che fare?

    °Pensa Abel…pensa…non puoi rischiare che qualcuno si faccia male…forse…°

    Forse poteva allontanarsi con Rena dal locale, ma in quel caso sarebbe stato lui stesso esposto ad un pericolo, certo Rena aveva detto che voleva uscire con lui e magari si sarebbe risparmiata di fargli del male, ma non era da escludere. Beh allora in quel caso…non si sarebbe fatto uccidere da lei, ma in questi casi era meglio di certo aspettare che effettivamente succedesse qualcosa prima di reagire, d’altronde nessuno aveva fatto ancora nulla da entrambi le parti quindi per ora forse tutti e due non potevano fare un gran che( il dubbio su Rena però era rimasto) anche se forse in quel caso allora anche se fosse stato nel locale allora avrebbe potuto reagire prontamente per evitare una strage.
    No non se ne parlava! Doveva evitare che succedesse qualsiasi cosa .
    Abel sospirò senza però togliere il suo sguardo indagatore su di lei, dopo aver sentito quei farneticanti discorsi poi parlò sciogliendo le mani e poggiandole sul tavolo con i pugni chiusi e avvicinandosi a sua volta al volto della ragazza in modo da poterla vedere negli occhi.

    “Stai farneticando…”

    Disse d’istinto l’inglese poi continuò pienamente cosciente di quello che diceva dimostrando una totale freddezza, seppure in lui si sentiva molto agitato. Sapeva cosa fare, ma non doveva farsi prendere dalla foga del momento e lui era perfettamente in grado di non cedere all’ istinto. Non lo aveva mai fatto e non avrebbe iniziato adesso.

    “Se solamente tu ti muovessi per far del male a qualcuno, sarebbe solamente peggio per te perché io prima di tutto non starei di certo a guardare il tuo spettacolino e poi per fare una cosa così non avresti bisogno di un piano preciso? o fai minacce a cavolo solo perchè ti va?”

    Dopo rispondendo alle frasi sulle follie d’amore, Abel volle far capire allora ancor più la “SUA DI FOLLIA”. Rena avrebbe fatto di tutto per amore? Allora viaggiavano sulla stessa barca, perché in fondo anche Abel avrebbe fatto “follie” sia per Yoko che per le persone che doveva proteggere. non poteva fare una scelta precisa, anche perché per chiunque non ci sarebbe stata una cosa giusta o non giusta da fare in una situazione simile e forse la maggior parte delle volte tutti avrebbero scelto comunque una scelta dettata dal momento. Però era pur vero che un eroe non doveva farsi trasportare dai sentimenti personali quindi in effetti c’era una sola risposta e già una volta anche Yoko stessa glie lo aveva detto.
    Se si trovava in difficoltà ed era costretto a scegliere tra un sentimento vero personale e il suo dovere da Hero allora non doveva aver esitazioni a scegliere quest’ultimo perché lei lo amava anche per il suo senso di protezione, sacrificio che aveva per gli altri.

    “Sicchè per quanto riguarda la risposta alla tua domanda io farei semplicemente la scelta che un vero eroe dovrebbe fare, quindi non sceglierei Yoko, perché lei mi ha “insegnato” a non essere egoista e mi ama per questo. Tutti siamo uguali allo stesso modo, nessuno è uno sconosciuto quando ha bisogno di aiuto. ”

    Abel gli costava parecchio a volte dire certe frasi, ma erano necessarie per ricordarsi sempre chi era e che ruolo aveva in quella società, poi continuò seguendo il filo del discorso di quell’ “vero” amore e della sua follia e visto che si citava Shakespear, meglio ricordare che era un drammaturgo e che non che tutti i suoi amori “malati” narrati nelle sue opere fossero finiti bene, ma lì erano altri tempi e lui era veramente depresso per scrivere cose allegre.

    “So bene cosa intendi, ma un amore “malato” non porta altro che sofferenza, non dirmi che è questo che vuoi?La vita non è fatta di assoluti o di ossessioni, ma di priorità e doveri che vanno seguiti per liberarsi da tutto ciò. ”

    Dopo rispose anche alla questione della sfida gli era passata un po’ la voglia.

    “Non sono molto in vena di sfide in questo momento.”

    E c’era da crederci! con quell’ atmosfera da “Hero vs Villain” che si era creata i giochi e sfide “nerd” andavano a farsi fottere, quindi era più probabile che Abel volesse andarsene, ma non prima di Rena, non si fidava a lasciarla lì da sola nel locale con quello che aveva detto, vero o non vero era un pericolo.




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    “Love can flourish only as long as it is free and spontaneous; it tends to be killed by the thought of duty. To say that it is your duty to love so-and-so is the surest way to cause you to hate him of her.”

    - Bertrand Russell -





    Non ci vuole molto, per notare che qualcosa è cambiato.
    Basta poco, alla fin fine.
    Un banale movimento, a malapena percettibile della postura.
    Muscoli che si contraggono, anche di poco.
    Un tic degli occhi, un minuscolo mutamento dell'espressione,
    Per capire che tutto è cambiato.
    Ho toppato, in un certo senso.
    Volevo spingerlo un po' più vicino ad essere onesto con se stesso.
    Ma temo di aver aperto un barattolo di vermi più vispi di quello che pensavo.
    E boh...
    Oramai sono passata dall'essere una esperienza interessante ad essere una minaccia.
    Hawawawawa.
    L'ho fatta grossa.
    Peccato.
    Che mi serva di lezione per il futuro.
    A quanto pare quei bottoni che ho spinto erano anche troppo efficaci.
    “Stai farneticando…”
    Dice con aria greve.
    I pugni chiusi sul tavolo.
    Ahi ahi ahi.
    Brutto segno.
    Mostra una certa freddezza, ma posso intuire failmente il mare di magma bollente che si agita dietro quella facciata stoica.
    Credetemi, di facciate me intendo io.
    Ma devo confessare che se da un lato sono un po' intristita per avere perso una preda così allettante, questa situazione mi apre tutta una serie di nuove possibilità a cui non avevo pensato.
    E dopotutto...
    Adesso ha occhi solo per me.
    Oho~♥
    Chioccio sorpresa.
    Non mi dispiace questo Abel tutto serio.
    Decisamente meglio del buffone svampito di prima.
    Oh yes, questo sì che èì un partner di conversazione interessante.
    Questo si che è un principe e non un giullare.
    Il tipo di materiale che si presta proprio proprio bene a scrivere una bella storia.
    “Se solamente tu ti muovessi per far del male a qualcuno, sarebbe solamente peggio per te…”
    Oh...
    Le sue minacce sono così...allettanti.
    Il solo pensiero delle sue forti mani su di me.
    Magari mi bloccherebbe a terra, potrebbe anche, che so, avventarsi selvaggiamente su di me.
    Mmmmmmmh.
    Certe idee sono anche troppo stimolanti.
    A fatica devo reprimere un brivido di anticipazione.
    Dicono che la violenza, per quanto tossica, sia una manifestazione del desiderio di possesso.
    E beh, da un lato sarebbe una vittoria pirrica, ma pur sempre una vittoria.
    Ohohoh.
    L'idea di due corpi ansimanti che si confrontano l'un l'altro ha un fascino così maliziosamente perverso...
    Ma una cosa un po' mi irrita.
    La mia espressione si fa visibilmente offesa.
    Mi ritieni davvero una persona così spregevole?
    Sono ferita nel profondo sai?! Speravo avessi una considerazione un po' più alta nei miei confronti...

    Voglio dire, sembro davvero così stupida da fare una mossa così plateale?
    Che cosa sono, un rapinatore di banca?
    Mi sta seriamente trattando come una criminale!
    E una criminale con poco cervello tra l'altro!
    Io sono una rispettabile cittadina, che diamine!
    Definire ME una criminale, certo che ce ne vuole di faccia tosta.
    Ma è comprensibile, ha detto di essere un Eroe, quindi suppongo che sia logico fare questo balzo mentale; d'altronde dicono che quando si ha un martello in mano tutto inizia ad assomigliare ad un chiodo.
    Prosegue anche con la solita tiritera del "fare la cosa giusta".
    Oh cielo.
    Devono insegnarla nei libri di scuola perchè una cosa così clichè è quasi vomitevole.
    "Lei" lo vorrebbe, "Lei" sa che è la cosa giusta, "Lei" mi ha insegnato che...
    Ma tu, mio bel principe azzurro, sai cosa lei vuole veramente?
    Pensi davvero che se tu la sacrificassi ne sarebbe felice?
    Dio mio, certi ragionamenti sono monodimensionali.
    Ben magra consolazione sapere che è stato fatto per un bene superiore, il dolore per la perdita non andrebbe comunque via.
    Non lo fa mai.
    Sono parole vuote le sue.
    E potrei lasciarle passare come una esagerazione, sino a quando, non vengo punta sul vivo.
    “So bene cosa intendi, ma un amore “malato” non porta altro che sofferenza, non dirmi che è questo che vuoi?La vita non è fatta di assoluti o di ossessioni, ma di priorità e doveri che vanno seguiti per liberarsi da tutto ciò. ”
    Ecco.
    Adesso è il momento in cui sento fare *snap* nella mia testa.
    E' il momento in cui veramente non riesco più a fingere di volergli dare ragione.
    Adesso è troppo.
    Adesso è il momento in cui devo affondare la lama.
    Il momento del contrattacco.
    E sbuffo.
    Con uno sbuffo che è a metà tra un risolino di disprezzo e puro astio.
    Ma sentiti.
    Dico, con le parole che fuoriesconbo dalle labbra affilate come rasoi.
    Nei miei occhi ogni briciola di pretesa è sparita.
    Lasciando solo un infinito abisso di disapprovazione.
    Come fossi a guardare un mucchio di immondizia lasciato al sole per troppo tempo.
    Sai bene di cosa parlo?!
    Parli di soffrire per amore come fosse un qualcosa di sbagliato.
    Come se l'amore fosse una cosa razionale, logica, semplicemente un obbiettivo da raggiungere...
    Ma non è così.

    Scuoto la testa.
    Proprio non capisce.
    Per lui è tutto bianco e nero.
    Amore è una cosa bella, pulita, tutto cuoricini rossi, biglietti di San valentino e bacetti romantici sulla riva di un fiume nelle calde serate d'Agosto.
    Non è un sentimento ai suoi occhi, è solo un modo di essere.
    Uno stato d'animo, non la forza della natura incontrollabile e selvaggia che è.
    Vede l'energia del fulmine e tutto quello a cui pensa è una banale lampadina.
    L'amore è illogico, è l'antitesi stessa del pensiero razionale.
    Non viene da qui...

    Porto la mano alla tempia, un dito proteso a toccarla quasi avessi una pistola in mano.
    Per poi portarla al cuore.
    ...bensì da qui.
    Poi rproseguo.
    La mano sul petto che si stringe a pugno.
    I denti che si stringono, mentre cerco di trattenere tutta la veemenza che vorrei mettere nelle parole.
    No, mi devo controllare.
    Calma, elegante e posata.
    Non posso fare una scenata, non qui, non adesso.
    La vita è fatta di priorità e doveri?
    Abbandonare le proprie ossessioni e desideri per vivere tutti insieme mano nella mano?!
    Questa che stai descrivendo non è una utopia...è un incubo a occhi aperti.
    E' pura e semplice schiavitù.

    La mia voce gronda veleno.
    E' un pensiero più che miopre, vedere la sofferenza come un male.
    Il dolore, la rabbia, la solitudine...
    Sono emozioni naturali, il modo che ha il corpo umano di rielaborare le esperienze negative.
    Chiedereste ad una moglie, ad un figlio, di non piangere la perdita del padre?
    Avreste il coraggio di dire ad un soldato che ha appena perso le gambe, che in fondo la vita è bellissima?
    Vi azzardereste a dire ad un abitante di Shinjuku, cui un amico o un fratello è finito in coma di sorridere?
    No, non credo.
    Per pensare una cosa del genere, serve un genere tutto particolare di follia.
    Gli esseri umani hanno bisogno di soffrire, è parte integrante di quello che siamo.
    Dobbiamo desiderare altre cose, dobbiamo volere di più, dobbiamo aspirare a puntare sempre più in alto.
    Altrimenti non potremmo mai diventare migliori di quello che siamo.

    Scuoto la testa, ripensando alle sue parole.
    "donare un sorriso ad ogni persona di questo mondo anche quando sembra impossibile"
    Perchè, qualcuno dovrebbe voler essere sempre felice?
    Neppure i più spietati dittatori della storia hanno mai cercato di controllare le menti stesse del proprio popolo.
    Mentre tu, vorresti un mondo dove alla gente è impedito di provare tristezza e dolore? Dove l'unica cosa permessa è ridere e sorridere e essere felici?
    Una simile idea è .... mostruosa.

    Io voglio soffrire.
    Voglio essere libera di vivere le conseguenze delle mie azioni.
    Questa sofferenza, questo dolore, sono necessari, per raggiungere un giorno il mio vero amore.
    Il vuoto che mi porto dentro, fa di me quella che sono.
    Vivo ogni giorno della mia vita in preda alle fitte più lancinanti dentro al mio cuore, perchè so che un giorno sarà riempito.
    Che ci sarà un momento di pura estasi in cui tutto quello che ho passato sarà ricompensato, vendicato.
    Io DESIDERO il dolore, perchè voglio non averlo più.
    E paradossalmente, questo mi rende una persona più vera e più genuina del cosiddetto eroe davanti a me.
    A questo pensiero, un sorriso beffardo si dipinge sulle mie labbra.
    E poi hai il coraggio di trattare me come fossi una persona malvagia?
    Abel Phantomhive, hai un gran bel coraggio a definirti un Eroe...

    Scrollo le spalle con aria di finalità.
    Un misto di pietà e rassegnazione.
    Imporre agli altri il proprio modo di pensare, i propri desideri e visioni del mondo, è una cosa che solo un Villain farebbe.
    Che dolce ironia.
    Ma forse forse, in fondo Abel ha ragione.
    Potrebbe anche riuscirci alla fin fine.
    Perchè sta diventando sempre più difficile trattenere la risata che mi sta crescendo dentro al petto.


    NOTE:
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    Abel aveva avuto a che fare con molti soggetti, c’erano quelli che sfottevano il “nerd” di turno , quelli che sapevano fare solo quello che volevano , quelli che erano degli idioti patentati e parlavano a vanvera, ma di sicuro la gente più fastidiosa al mondo erano le persone che pur non sapendo nulla di chi gli stava avanti continuavano a fare tanto i “sapientoni” e Rena era proprio così. Una falsa sapientona con un macabro senso dell’ amore .
    Abel manteneva chiaramente la sua fredda posizione, sapeva che qualunque fosse la minaccia o la provocazione non doveva muoversi, però non era di certo lì per farsi insultare e sinceramente per evitare casini era meglio in questo caso prendere e andarsene e lo avrebbe fatto, ma non prima di aver risposto ad alcuni punti del discorso di Rena, visto che lei era molto brava a parlare e giudicare, ma sinceramente si stava tradendo da sola, parlava che l’amore veniva dal cuore allora perché diavolo si era messa a discutere sul fatto che Abel volesse regalare un sorriso alla gente? Era proprio invidiosa fradicia allora, beh quello era ben evidente, però alla fine se lei era depressa e le piaceva soffrire come ha detto erano cazzi suoi, non che prima l’aveva costretta ridere (tra l’altro mica lo ha fatto), ma non poteva di certo impedire agli altri di essere felici e soprattutto una persona sana di mente non si metteva a fare “velate” minacce e a reagire così dopo un rifiuto. Non conosceva forse la legge?Le minacce sono REATI e lo è pure avere atteggiamenti ossessivi ( visto che per quello c’era il TSO, forse Rena doveva farci una visitina).Cioè tutti quei discorsi demagogici e populisti e addirittura accusare Abel di essere “malvagio” perché “imponeva” una risata e dargli del mostro, secondo lei era “normale”, si ok il bue che diceva cornuto all’ asino, figo. Beh forse Rena non aveva capito ancora nulla di ciò che voleva comunicargli Abel. Lui voleva aiutarla e lei non voleva semplicemente il suo aiuto, ma era un suo problema non di certo del modo operandi di Abel o di qualcun altro.
    Abel nonostante gli stupidi e insensati insulti,non cambiò espressione di una sola virgola, il suo volto era totalmente imparziale , seppure vedeva Rena disgustata, di cosa? Ah già vero…di lui…bene così forse si sarebbe tolta dalle balle e avrebbe reso la vita impossibile a qualcun altro? Ok MAGARI Abel sarebbe stato finalmente contento, ma figuriamoci se era così facile. Dopotutto lei era lì per provocarlo.
    Abel sospirò e socchiuse gli occhi, poi con tono sempre freddo e distaccato parlò.

    “Uffa che noia tutti questi discorsi demagogici e populisti e soprattutto che noia anche il tuo continuo tentativo di provocarmi. Se per te sono un “mostro” (figo) allora non dovresti scappare? Perché sei ancora qui? Stai aspettando un invito scritto?Oppure …”

    Aprì gli occhi poi fece un sorriso un po’ sadico sotto, sotto del resto anche Abel, non era poi tanto “normale” e se Rena voleva vedere un “cattivo”, magari prima o poi sarebbe stata soddisfatta, ma sarebbe stato sempre una richiesta da parte di Rena perché Abel non attacca a testa bassa come stava facendo lei, anche solo a parole. Dopotutto non erano forse solo quelle le parole che le erano rimaste, solo “parole” di una persona che era gelosa di chi era felice perché per l’appunto non lo era lei.
    Le persone sono fatte per soffrire? Sì era vero, ma anche rimanere a non fare nulla facendo in continuazione la vittima di ogni cosa era una cosa degradante, quindi onestamente Abel a questo punto era ben lieto di essere un “mostro” che “imponeva” un sorriso perché a molte persone piaceva farlo e era loro desiderio farlo, ma magari per un motivo o l’altro non riuscivano a raggiungere questo scopo.

    “Vuoi che il “mostro” ti mangi?”

    La frase di Abel era ironica, ma era solo per far capire , poi Abel riprese un attimo fiato aveva ancora dell’ altro da aggiungere.

    “Comunque “mostri” a parte, io non conosco te e tu non conosci me, ma mi pare di capire dal tuo discorso che te ne vuoi restare a soffrire perché le persone sono nate per soffrire giusto?Benissimo fallo pure dopotutto non sono qui per dirti come vivere la tua vita, visto che io non impongo proprio un bel cazzo a nessuno e sicuramente è una via più “facile” anzi che provare magari a “cambiare” no eh…?Toppo difficile d’altronde smettere anche un solo istante di pensare : “o cielo non mi ama nessuno”, “ ma perché mi sento solo?”, “sono uno scarto della società” eccetera. Perchè allora non prendere un cappio e farla finita?Magari poi faccio pure la vittima perché gli altri sono “cattivi”…”

    Abel in quel momento fece il gesto del cappio e inclinò la testa, si ok aveva l’impressione di stare esagerando e forse nell’ ultima uscita era risultato un po’ incazzato, e la sua freddezza stava un po’ vacillando, però diavolo non era così che funzionavano le cose. Tutti vorrebbero fare la cosa più facile e lasciarsi andare alla sofferenza persino Abel lo avrebbe fatto, e forse nessuno sapeva che lui lo AVEVA GIA’ fatto molte volte e era per quello che non voleva che gli altri fossero infelici. Abel era stato sull’orlo della disperazione che avrebbe potuto portare a conseguenze irreversibili, molte volte e aveva vissuto quel dramma anche con Yoko che aveva rischiato pure lei, ma non era così che si andava avanti nella società. La sofferenza era un dato di fatto, ma era proprio chi aveva la forza di reagire in qualunque modo o con un sorriso o con altro, basta che si FACEVA QUALCOSA allora si poteva risorgere come le fenici da ogni cosa, in modo da poter dire un giorno “va bene così, sono soddisfatto di me stesso”.
    Abel si alzò dal tavolo era meglio andare via da lì prima che la discussione possa iniziare una serie di conseguenze che lui non voleva che succedessero, forse non era l’ideale lasciare Rena lì, ma non era nemmeno l’ideale che LUI stesse lì in quel momento e comunque era stato sgarbato se ne rendeva conto, manche lei era giunta a sentenze affrettate.
    Si calmò e il suo tono tornò normale e distaccato , fece un inchino.

    “Ho esagerato in molte cose e sicuramente e sono stato indelicato con te, mi spiace molto, però a quanto pare la pensiamo in maniera diversa non credo che riusciremo ad andare d’accordo continuando a discutere su due fronti opposti, quindi mettiamola così: Io percorrerò la mia strada, giusta o errata che sia e continuerò ad agire come ho sempre fatto e tu farai lo stesso, cercherai il vero amore, ma faremo in modo di evitare di incontrarci e se succederà allora sono sicuro che saremo tutti e due di nuovo pronti a discuterne…”

    Abel enfatizzò un attimo il momento poi fece un altro sorriso sornione come se volesse intendere molto altro e forse lo voleva proprio fare. Che sia una sfida velata, come per dire : “ potremmo pareggiare i conti un'altra volta.”?

    “Magari in qualche altro modo visto che l’unica cosa in comune che abbiano sono le sfide forti!”

    Abel si allontanò dal tavolo , voleva andare in spiaggia, ma faceva molta attenzione a non distrarsi, Rena era in grado di fare qualsiasi cosa, ma se preferisse pareggiare un po’ i conti adesso, non doveva fare altro che seguirlo ( così almeno l’avrebbe allontanata dal locale) poi assistendo un po’ alla scena lo raggiunse anche il suo amico che non capiva cosa fosse successo, in fatti era andato a chiedere spiegazioni.

    “Ehm…ma che cazzo è successo?Mi fai offrire da bere a tutti e te ne vai così?”

    Abel non era in vena di dare spiegazioni, però decise per prudenza di segnalare il pericolo.

    “Non mi va più di bere scusami Markus. Comunque posso chiederti un favore?”

    Markus annuì.

    “Si ok ma…”

    Abel si fermò un attimo vicino alla porta del bar e con la testa cercò di indicare Rena.

    “Hai visto quella ragazza laggiù? Non ci crederai ma oltre che avermi fatto delle esplicite avance ha “velatamente” minacciato di uccidere qualcuno nel locale quindi se per caso dovesse fare qualcosa di strano, chiama la polizia.”

    Markus sentì un leggero brivido.

    “Beh non che se te ne vai allora mi sento molto “sicuro” adesso. “

    Abel annuì.

    “Purtroppo me ne rendo conto, ma se vado fuori magari potrebbe seguirmi così la allontano dal locale e da voi, ma se non dovesse succedere cerca di fare quello che ti ho detto.”

    Markus annuì di nuovo.

    “Va bene, ma non cacciarti nei casini.”

    Markus ritornò al suo tavolo conversare con altre persone, Abel invece uscì, sperando di non dover per forza “pareggiare i conti” con l’uso del quirk, ma se fosse successo almeno lui lo avrebbe fatto succedere in una zona sicura evitando di far male a persone o cose.




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    Riassunti e Dati


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    ehm dunque non vorrei ovviamente trasformare la role in un duel , perchè ne ho un altro e poi sarebbe da aprire sicuramente altrove non qui però se Rena ha intenzione di pareggiare i conti con Abel in futuro potremmo ricordarci di quanto ci siamo detti adesso XD e fare rincontrare di nuovo i due testoni!
    Detto questo lascio a te la decisione di cosa fare, ma in ogni caso Abel non ha più nulla da dire a Rena se non : "ti piglio a badilate nei denti se ti avvicini a me" ( magari con molto più bon ton -__- ) quindi non trovando nulla in comune si potrebbe concludere la role qui. io aggiungerei solo un ultimo post dopo dopo il tuo.
     
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    while in defeat You need it!” ”


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    Quando percepisco l'aumentare della tensione, il sollevarsi dei capelli sulla nuca, quella elettricità a malapena repressa nell'aria, capisco che è arrivato il momento.
    Finalmente, non ne potevo più di attendere.
    Quanto che ne hai messo Abel-kun per uscire dal tuo guscio?
    Per rivelarti come sei veramente, senza tutta quella facciata di compostezza ed educazione?
    Per tornare ad essere una belva, come tutti noi esseri umani sappiamo essere?
    Aaaaaaaaah.
    Finalmente mi sento ripagata di tutti i rospi che ho ingoiato.
    Dell'essere passata come una sciocca svampitella.
    E poi per essere una rovina-storie d'amore.
    Una creatura orribile...
    E infine, forse, la strega cattiva.
    Ma finalmente ci sei arrivato.
    Finalmente sei pronto a scendere al mio livello.
    Quindi su.
    Avanti.
    Perdi le staffe, urla, scagliati addosso a me con forza brutale.
    Ti aspetto.
    Il mio corpo è pronto, il mio spirito è tuo.
    Fai di me il focus del tuo mondo e niente altro.
    Avanti!
    Aaaaaaaah.
    Adoro quando mi guarda così, come se fossi un rifiuto.
    Non riesco a trattenere un delicato *mgh* di piacere mentre mi apostrofa a male parole e mi offende.
    Poco importa che sia di ingiurie o di violenza, che il vuoto dentro di me venga riempito.
    L'attenzione è la mia droga, il mio piacere, la mia raison d'etre.
    Avanti!
    Avanti!!
    ...
    E poi boh, niente.
    Si alza.
    Lasciandomi lì, seduta, con una espressione quantomai perplessa.
    eh?
    Riesco solo a balbettare.
    Il suo tono di voce torna normale e si inchina.
    Mandando al diavolo tutta l'eccitazione che avevo.
    Ogni desiderio perverso e lurido si disfà come neve al sole.
    Se fosse possibile, diventerei tipo come negli anime, una sagomina bianca.
    L'anima che fuoriesce dalla bocca.
    eh?
    Si scusa.
    SI SCUSA!
    Di come si è comportato!
    Si gira e se ne va, con quella che sembra una proposta di rivincita.
    Ma in realtà, è più un addio che un arrivederci.
    Esce dal bar, lasciandomi a contemplare il mio piano...
    Il mio geniale, complicatissimo ed elaboratissimo piano...
    Un piano che ha funzionato perfettamente.
    Così perfettamente che ha saltato direttamente tutta la parte della realizzazione e se ne è andato.
    E mi ha lasciato qui.
    Da sola.
    Non so cosa abbia detto al resto della sua cricca, perchè adeso mi guardano tutti come ua appestata...
    Ma che, sono io la cattiva qui?
    Sono io che sono stata piantata in asso, ma mica lui?!
    Sospiro.
    Con un sospiro così forte da far tremare i sismografi di Kiev.
    Purtroppo è così.
    A questo punto mi resta solo una cosa da fare....


    Affronterò la faccenda come una persona adulta e ragionevole.

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    Ossan! Toriaèzu-nama!! 1
    La Birra ondeggia pericolosamente dentro il boccale mentre lo sollevo al cielo.
    Quando lo sbatto violentemente sul tavolo, lo sguardo è perso.
    Annebbiato e sicuramente senza focus.
    Ho perso il conto di quante Nama-biru ho bevuto.
    La risposta è comunque mai abbastanza.
    Non sono abbastanza ubriaca ancora da dimenticare l'umiliazione.
    Crollo con la fronte sul tavolo, sperando che la rigidità della superficie mi aiuti a sopportare il peso che sento sulle spalle.
    Il peso della disfatta.
    Il peso del fallimento.
    Sento i lucciconi che si affacciano attorno agli occhi.
    BaaaaaaaaaaaaaaawWwwwww
    Perchèeeeeeee!

    Mi lamento.
    Rumorosamente.
    Come tutti gli ubriaconi di questo mondo.
    Devo essere uno spettacolo alquanto bizzarro.
    Una ragazza totally prim&proper, vestita in carinissimo costume rosa e frilly, che si lamenta come uno scaricatore di porto.
    T-tutto quello che volevo, era passare una giornata in spiaggia, trovarmi un bel manzo, passare una oretta o due in compagnia e via!
    E' chiedere troppo?!!

    Domando a nessuno in particolare.
    Sicuramente non agli avventori, che se prima mi guardavano spaventati, o agghiacciati, adesso sono preoccupati per un motivo totalmente diverso.
    Sollevo il boccale e inizio a tracannare.
    *Glug*
    *Glug*
    *Glug*
    Per un istante, la birra ghiaccia sembra calmare l'incendio che mi divampa nel petto.
    Rabbia, vergogna, imbarazzo, frustrazione.
    Spariscono per un singolo sbuffo di soddisfazione.
    Puhaaaaaaaaaaa!!
    Mmmmmgh.
    La Birra decisamente è un balsamo per questi momenti.
    Compagna fedele di infinite delusioni.
    Solo un pazzo o un profeta illuminato può avere coniato l'espressione "Annegare i dispiaceri nell'alcool".
    S-sono stata carina e gentile, ho fatto tutto a modino, mi sono tutta infiocchettata come un pacchetto regalo...!!
    E allora...e allora perchè deve sempre andare tutto male!

    Sola.
    Sola come un cane, sollevo la testa al cielo.
    Maledetto Abel Phantomhive.
    Te lo giuro, un giorno, un giorno avrò la mia vendetta.
    Che gli dei mi siano testimoni, un giorno cadrai ai miei piedi.
    Ma non sarà oggi il giorno.
    No, oggi è un giorno di abbandono.
    In tutti i sensi.
    Ed è un solo latrato quello che esce dalle mie labbra.

    Gli uomini sono tutti dei bastardiiiii!!!



    NOTE:

    1. Tipica espressione da Salaryman in un Izakaya, per invitare il barista a servire un'altra pinta di birra. Traducibile grossomodo con "Capo, versamene un'altra!"


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    Abel si era allontanato dal bar sperò vivamente che non fosse successo nulla, ma di certo Rena non era così stupida da agire realmente come aveva detto, su questo almeno era stata sincera, poi il resto era ben discutibile e a quanto pare non era stato seguito, bene così poteva ritornare allo Yacht.
    Percorse la strada che conduceva dalla spiaggia alla baia con un espressione poco allegra , purtroppo non c’era molto da esserlo dopo quello che gli era stato detto.
    Un mostro? Già proprio così, “un mostro” dopo che aveva dedicato molto delle sue azioni in favore di persone che non avevano mai avuto la speranza, persone come Rena, invece adesso forse doveva iniziare a rivedere i suoi propositi?
    No, perché mai avrebbe dovuto farlo? Dopotutto non stava offrendo finte speranze , ma solite realtà che poteva anche provare lui stesso. Il sorriso, non doveva mai dimenticare che era quello che contava per tutti, il resto era solo un contorno su cui ci dovrà lavorare.
    Abel arrivò al suo lussuoso yacht , salì poi chiese al piota nautico di portarlo a navigare un po’ lontano dalla spiaggia e dalle rotte anche delle altre imbarcazioni, non voleva vedere nessuno e essere disturbato, quindi le comunicazioni se li sarebbero sorbiti i suoi inservienti, lui voleva andare solo in cabina.
    L’inglese una volta da solo nella sua lussureggiante cabina dotata di ogni confort, si tolse gli occhiali e si lasciò andare sul divanetto, andando a prendersi una bottiglia di liquore inglese , si ok i Mojito, ma nulla faceva dimenticare qualcosa di brutto che dell’ ottimo liquore di distilleria (sua tra l’altro)

    °Io un mostro…°

    Ancora quel pensiero, buttò giù un sorso, ma si sentiva forse un po’ peggio, forse non bastava l’alcool, magari poteva farsi un altro momento perso tra alcool e gas? Si forse sarebbe stato sufficiente per tirarlo su almeno fino a quando alla sera avrebbe rivisto Yoko.

    °Io un mostro…lol?…°

    L’inglese sprizzò nell’aria un po’ di gas esilarante in modo che la zona dove stava lui ne iniziasse ad essere pregna di quell’ odore dolce e a volte “salutare” di una risata, poi da lì fu il “caos”.
    Abel iniziò a ridere, e a ridere sempre più. Nessuno poteva fermarlo! Perché tanto non si sarebbe fermato, per almeno qualche minuto in cui tutto era fottutamente BELLISSIMO, ma sicuramente malato quanto l’amore professato da Rena, ma del resto non era una cosa genuina quella che stava succedendo, ma a volte per riprendersi da un momentaccio non c’era nulla di male a fare affidamento ad un quirk che faceva ridere, almeno Abel lo usava a fin di bene e per stesso non per fare male agli altri.
    Abel si riprese dopo e si preparò per lì incontro con la sua amata Yoko sperò che non si vedesse che aveva avuto una pessima giornata, ma sicuramente non avrebbe mai perso il sorriso vero che riservava a lei e a tutti quelli che credevano in lui.



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    Porto a valutare come come detto in privato non finisce qui la questione tra Abel e Rena, :yeah: grazie per la role.
     
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