Hanging by a Thread

Role per Rena Sakashima & Kimama Evans

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    Rena Sakashima

    “Fabrics doesn't make exquisite dresses, it is the stitches.”

    -Treasure Stitches-



    Hokoten! 1
    Hokoten!
    Niente è paragonabile al centro di Ginza quando finalmente si rivela al pubblico.
    Certo Shibuya ha il suo fascino, e fino a prima dell' incidente Shinjuku di notte era incredibile.
    Bukuro 2 è tipo O-share 3.
    Ma GInza.
    Ginza è dove il meglio del meglio si raduna.
    Non è solo essere trendy che conta.
    Qui Essere è tutto.
    L'aria di eleganza e di ricchezza che si respira nelle vie è tutta un'altra cosa.
    Negli altri quartieri puoi brillare, ma per risaltare a Ginza, devi proprio essere di un'altro livello.
    E' più che semplice posturing.
    Qui sono proprio i negozi, l'alta classe che ti circonda può o abbatterti o elevarti.
    E oggi sono qui per questo.
    Recentemente, cioè, tipo, mi sono lasciata andare.
    Prima la notte a Shibuya.
    Poi la debacle sulla spiaggia.
    Ultimamente il mio ego ne ha subite di batoste.
    Addirittura ho sentito voci, di corridoio, che dicevano che non ero più la stessa.
    Unbelievable.
    Totalmente intollerabile.
    Pensateci un attimo, Rena, totes-perfect Rena, che si lascia andare?
    Ma dove siamo?
    Ma di cosa stiamo parlando?
    Il pecking order del mio clique richiede un remind abbastanza brutale.
    E dunque, eccomi qua.
    Foto su Instagram, Due-tre post su Line.
    Acquisti in alcune delle boutique più in vista.
    Un paio di "incontri galanti" con ragazzi ...
    La lista è quasi completa.
    Una serie di trofei più che sufficienti da far dubitare chiunque della mia impopolarità.
    Anzi.
    Potrei dire che persino il mio ego si sente giustificato.
    Un poco.
    Ultimamente ho ricevuto anche troppe ferite che impiegheranno tempo a rimarginarsi.
    Ma ehi!
    Torima 4!
    E' anche per questo che ho deciso di fare questa uscita.
    GLi sguardi di ammirazione, i ragazzi che cercano di rimorchiarmi.
    Essere al centro dell' attenzione, fare foto cool e trovare lo scatto migliore.
    E' una di quelle cose che mi risanano l'anima.
    C'è chi fa lunghe passeggiate, c'è chi si dedica alla meditazione.
    C'è chi cerca di elevare la propria anima...
    E poi ci sono io.
    Che mi immergo nella mondanità.
    Quanto di più lontano ci sia dalla purezza dello spirito.
    Sono una creatura materiale.
    Apparenza e superficialità sono tutto.
    Una panchina al sole è solamente una cornice per bere acqua e fare uno scatto da migliaia di Like.
    Un costoso braccialetto è solo uno specchietto per le allodole.
    E' questo che sono.
    Un bicchiere vuoto da riempire di complimenti e adulazione.
    Nessuno che mi possa vedere per quello che sono veramente.
    Nessuno che voglia fare un qualcosa per il gusto di farlo.
    E' tutto un dare e avere.
    D'altronde, che vantaggio ci sarebbe?
    Chi mi approccerebbe se non fossi Rena?
    E dunque la perfezione è tutto quello che posso avere.
    La perfezione, è tutto quello che posso essere.

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    Dunque, cioè, vediamo di spiegare.
    Alla luce di tutto questo...
    Come mai sono in un vicolo secondario?
    Seduta su una ringhiera, a mordermi una unghia perfettamente curata?
    All' ombra, lontano da sguardi indiscreti.
    Fuori dalla vista e dall'adulazione altrui?
    Ecco.
    Bella domanda.
    La risposta è proprio al di sotto del mio braccio destro.
    Esattamente.
    La mia camicia CdG 5 mi ha tradito.
    Peggio che un colpo al cuore.
    Più letale di un colpo di spada.
    Come mi avessero sfregiato con un pezzo di ferro, una lunga ferita si snoda sul bianco tessuto.
    Un Chiodo da qualche parte.
    Forse un crudele scherzo del destino.
    Magari un difetto di produzione.
    Poco importa.
    Anzi, non importa affatto.
    Ciò che è tragico, è che dal lato sinistro la mia pelle perfettamente curata è visibile.
    E non solo.
    La linea del reggiseno si intravede tra i lembi.
    Sarebbe quasi un Charm point ok...
    Ma è Asimmetrico!
    E' intollerabile!
    Vorrei quasi mettermi a piangere.
    Una giornata di relax.
    Un momento così importante.
    Il mio Free-time.
    Il mio momento di pace per lenire le ferite dell'anima.
    Rovinato così!
    Come faccio a tornaare a casa?
    Awgh mi vergogno troppo.
    Basterebbe una foto, una immagine nel momento sbagliato.
    E tanti anni di lavoro e attenzione persi per sempre.
    Non posso nemmeno andare a comprare un'altra maglia.
    Dovrei trovare qualcosa che vada bene con il resto degli abiti e sarebbe un incubo.
    Neppure io posso permettermi di spendere così tanto.
    E' con i pensieri più foschi che mi prendo la testa tra le mani, e non posso fare a meno di trattenere un lamento a gran voce.

    Aaaaaaah~ Doushiyou!!6


    NOTE:

    1. Hokōsha Tengoku (歩行者天国) o Hokoten è il periodo tra le 12:00 e le 17:00 durante il quale la più grande arteria di Ginza è trasformata in zona interamente pedonale. Questo ne fa il momento di massima popolarità della zona.

    2. Slang per indicare il quartiere di Ikebukuro

    3. Super alla moda

    4. (とりま) Gyaru-go per "Comunque"

    5. Abbreviazione per "Comme Des Garcons", marca di abiti alla moda super popolare in Giappone

    6. Espressione traducibile con "E adesso cosa faccio"?



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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    Ginza, il cuore caotico e ricco di Tokyo, dove ogni cosa che i ricconi di quella città volessero comprare poteva essere comodamente trovata. Dai gioielli, alle macchine, ai cibi pregiati sino agli ultimi ritrovati della tecnologia. Kimama non apparteneva certo a quella fascia di persone ricche, ne in verità aveva alcun interesse per gioielli e balocchi tipici della città, preferendo i vecchi amuleti d'ossa e pelle conciata che era solita fare per conto proprio. Ma anche se discendente dal Popolo anche lei faceva uso della tecnologia. Le sue grosse dita artigliate erano un vero impiccio quando doveva far uso di Smartphone o di qualunque tecnologia basata su sistemi touchscreen, non perché questi non sentissero le dita ma perché una pressione anche superficialmente eccessiva poteva bastare a ledere lo schermo e a costare non pochi Yen per le dovute riparazioni. Ma oggi tutto era cambiato, e quando esce dal negozio di elettronica lo fa con un grosso sorriso, tenendo il telefono che sembrava scioccamente piccolo nella sua mano destra superiore, e schiudendo le labbra per emettere dei piccoli suoni tipici di alcune specie di falene a cui il telefono sembra rispondere in accordo al tipo di suono emesso. Era stata dentro al negozio per quasi un'ora per far tarare quell'aggiornamento rivolto a specifici tipi di Mutant che hanno alcuni problemi ad utilizzare oggetti tecnologici delicati ma sono in grado di riprodurre suoni non comuni. Adesso ogni utilità di quel telefono poteva essere fatta risalire ad uno degli striduli pigolii che Kimama era in grado di riprodurre, dall'attivare il comando vocale standard a poter selezionare specifiche applicazioni senza dover elencare l'interezza dei comandi. Qualcuno certo osservava con curiosità o stranezza la grossa falena pigolare comandi al suo Smartphone, ma in quel momento Kimama era semplicemente al settimo cielo pensando a tutti gli yen che avrebbe risparmiato grazie a quella visita al quartiere di Giza.Ma dopo neanche cinque minuti a piedi per ritornare a casa la crudele realtà estiva di quel luogo la colpisce di nuovo non appena la frescura dell'aria condizionata comincia ad abbandonare il suo corpo ed il sole a picchiate inclemente sulla sua testa, facendo abbassare le antenne ad ogni minuti che passava mentre la calura si faceva lentamente sempre più insopportabile.
    "Uff..." Un paio di pigolii rivolti verso il telefono che apre il navigatore ed attende un comando vocale. "Giza, bar e ristoranti!"

    Era una tecnica che aveva sviluppato con i primi accenni dell'estate, utilizzava i punti di ristoro lungo la via di casa come dei pit-stop dotati di aria condizionata per rinfrescarsi e a volte per prendere qualcosa di fresco da bere se si sentiva particolarmente accaldata. E vuole la fortuna uno si trovava a poco meno di duecento metri da lei, con il navigatore che consigliava di tagliare per una strada secondaria adombrata tra due palazzi dove il caldo non era nemmeno tanto eccessivo. E si incammina, spiegando le ali a mezza apertura e richiudendole rapidamente in un gesto ripetuto, facendo circolare l'aria attorno a se per disperdere il calore ora che non rischiava di colpirci nessuno con quelle ali, le antenne che si rizzano piene di vigore ora che il peggio sembrava quantomeno essere passato. Ed è in quel frangente che la nota, risaltava come una scatola di pastelli colorati su una lavagna universitaria, era difficile mancarla in effetti. Kimama si ferma a fissare quella ragazza dai capelli rosa pittura, riducendo al minimo il movimento delle sue ali e chiedendosi perchè sembrasse così angosciata. Non sembrava ferita, ne sembrava avere segni di una colluttazione, forse era solo una questione di cuore? KImama certo manca della facoltà di lasciar perdere, sicuramente c'era qualcosa che non andava e quantomeno voleva accertarsi che non fosse nulla di grave.
    "Hmmm-..." Kimama sapeva essere incredibilmente silenziosa a discapito della sua stazza, per questo si tiene ad un metro abbondante di distanza prima di bussare alla spalla destra della ragazza con un dito. E la sua voce è timida, apprensiva, preoccupata persino. "...-va tutto bene?"

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    Rena Sakashima

    “How ridiculous and how strange to be surprised at anything which happens in life”

    -Marcus Aurelius-



    Il tocco è leggero.
    Fatato quasi.
    Niente più che un delicatissimo movimento.
    Un frusciare di stoffa.
    Un istante.
    La voce è delicata.
    Un sussurro.
    Dolce e musicale.
    Quasi una ninnananna.
    Conciliante, apprensivo.
    Tutto ciò, mi è assolutamente indifferente.
    O meglio, aiuta, ma in questo momento, cioè tipo, Zero.
    Un brivido corre lungo la spina dorsale.
    Con un *click* il cervello si spegne.
    Lo sento partire dal cuore.
    Dai polmoni.
    Guadagnare impeto, sino a quando il gelo non mi impala il cervello.
    Ed esplodo.
    Zakrello~!! 1
    Il Grido/lamento di terrore è impressionante.
    Perdo l'equilibro e cado a terra dalla sbarra di ferro su cui ero seduta.
    Manco mi accorgo di essere caduta sull'asfalto.
    Proprio brain freeze, Blue Screen of death.
    Cioè, cervello out.
    Maji-shindapoyo! 2
    Impiego qualche secondo a capire cosa è successo.
    Mi hanno vista?
    Chi?
    Come?
    Quando?
    Ma poi, dai, super-silenzio!
    Non è che è stato un fantasma?!
    Alzo lo sguardo.
    E tipo...Instadeath.
    E' veramente un fantasma!
    Omega-Enorme!!
    Misutah-Ekkusu! 3
    Nella penombra ne scorgo i lineamenti.
    Gli abiti lunghi e fluenti, mossi dal vento...
    Ma...
    non c'è vento?!
    Orrore.
    Sono...
    Sono...
    Ali?
    Antenne?
    Vorrei urlare ma non ho fiato in gola.
    Le labbra tremano e...
    E...
    A malapena riesco a formare le parole.
    M-M-m...
    Mostro?
    Sì, certamente.
    La mia reazione Fight or Flight è a mille.
    E' tipo il momento negli RPG che tipo premi Fuga, ma non funziona, fallisci e TPK 4.
    Faccio un paio di centimetri indietro.
    Strisciando all'indietro.
    E...
    E, è una...
    Falena?
    Inconsciamente le parole escono decisamente distorte dalla bocca.
    M-M...Mothra?! 5
    Il cervello è totalmente in pappa.
    Ne ero certa.
    FInalmente, qualche secondo dopo, i pensieri più logici riescono a farsi strada.
    N-non è un mostro.
    E'...è un essere umano.
    Un essere umano...speciale?
    Realizzo il mio errore sin troppo presto.
    Ho evitato una pallottola.
    Mi ci vuole anche di essere considerata una specista o discriminare per l'aspetto.
    Sarebbe un proiettile nel cranio per la mia popolarità.
    Meno male, ho evitato di dire qualcosa di estremamente compromettente.
    Ora dovrei effettivamente scusarmi con questa...
    Questa...
    Persona...
    ...
    ...
    Ah.
    Realizzo ora.
    Persona.
    Mi ha visto.
    MI HA VISTO.
    Così stordita, neppure riesco a pensare logicamente.
    La cosa più sensata da fare sarebbe metterla a tacere.
    Per sempre.
    Ma, semplicemente, tipo, cioè, non ho più il cervello di farlo.
    La reazione è istintiva.
    Mi afferro il lato destro della camicia, a volerlo nascondere alla vista.
    Goffamente.
    Disperatamente cercando di nascondere i lembi della camicia con aria patetica.
    E...
    E niente.

    BAAAAAAAAAAAAWWwwwww

    Piango.
    A dirotto.
    Proprio.
    Cervello bollito.
    Vai Rena.
    Così mi distruggo anche il makeup.
    Che giornata.

    NOTE:

    1. Riferimento al Mobile Armor MA-04X (Zakrello), della serie Mobile Suit Gundam considerato un mecha-design ridicolo, e usato come modo cutesy e un po' Nerdy di esclamare sorpresa, equivalente al "perdere il controllo delle facoltà intellettive".

    2. (まじ死 んだ ポヨ) Gyaru-go che fonde "Maji", Super..."Shinu" morire..."Poyo" particella che non ha proprio un vero significato ma rende le cose carine: Equivalente al nostro "pensavo di morire"

    3. Mister-X, antagonista principale della serie "Biohazard", conosciuta in Occidente come "Resident Evil", noto per la enorme stazza

    4. Total Party Kill

    5. Mothra, la falena gigante. Kaiju della serie "Godzilla" della Toho.



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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    Era un terribile vizio che doveva correggere quello dell'attirare l'attenzione di ignari individui dando una cortese pungolata sulla loro spalla, non solo per il concetto di spazio personale che c'era in Giappone ma soprattutto perché ogni volta che si voltavano e guardavano Kimama erano soliti cacciare urla non indifferenti che facevano male alle sue povere antenne. Peggio ancora quella povera ragazza dai capelli rosa si era presa un tale spavento che era persino capitolata a terra, tra lo spavento e la sorpresa di Kimama che fa un paio di passi indietro in risposta a quel rapido concatenarsi di eventi. A parte la caduta sembrava stare bene, almeno fisicamente, difficile dirsi a livello emotivo visto che lo spavento aveva cancellato qualsiasi traccia di quello che poteva essere il motivo della sua solitudine. Ed è nella sua balbettata confusione che si rivolge a lei con qualcosa che sembra tacitamente un nome.
    "Mothra?" E nella sua mente quel nome era in effetti un bel nome, anzi un buon nome da Pro Hero! "Oh! E' un bel nome! Lo ha già preso un altro Pr-...

    Ma le parole di Kimama vengono tagliate di netto da quello che brevemente segue, un pianto sonoro ed ininterrotto carico della più nera e terribile disperazione. Kimama si guarda attorno cercando di capire che cosa quella ragazza avesse visto oltre a lei dal poter causare una simile reazione, le antenne ritte come corna così come al folta peluria attorno al suo collo mentre il timore e il nervosismo montavano a passo di marcia nella mente di Kimama. Ma davvero non c'era nessuno li oltre a lei, ed insicura su come reagire fa appello agli insegnamenti della UA in merito al primo contatto con civili vittime dirette o non di un Villain o una generica situazione di pericolo. Se avesse continuato ad agitarsi avrebbe solo fatto agitare ancora di più quella povera ragazza, e facendosi determinata inspira profondamente ed esala mentre la peluria attorno al collo si sgonfia e le antenne ridiventano morbide e parzialmente afflosciate. Poi si mette in ginocchio davanti a lei, porgendole una singola mano destra e sorridendo con tranquillità.
    "Va tutto bene, non so cosa ti sia successo ma posso aiutarti, se vuoi!" Mantenere la calma era fondamentale per diventare quantomeno una buona eroina, per il resto ci sarebbe stato tempo. "Mi chiamo Kimama."

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    "E tu?"




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    Edited by Lucious - 11/8/2021, 08:53
     
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    Rena Sakashima

    “Crying is all right in its way while it lasts. But you have to stop sooner or later, and then you still have to decide what to do.”

    -C.S Lewis-



    Ci sono momenti della mia vita di cui vado fiera.
    Ce ne sono altri però, il cui solo ricordo mi causa un cringe immenso.
    Cioè, proprio, un imbarazzo così forte, ma così forte, che vorrei che la terra si aprisse e mi ingoiasse intera.
    Tipo, dai, una di quelle cose super-Vore. 1
    Ecco.
    Questo è proprio uno di quei momenti.
    Non penso di essere una persona fragile.
    Beh, oddio, a pensarci bene forse sono la cosa più fragile del mondo.
    O più probabilmente sono già rotta oltre ogni possibilità di recupero.
    Però ho sempre pensato di avere un incredibile controllo sulle mie emozioni.
    Evidentemente mi sbagliavo.
    Forse forse, fingere per tutto questo tempo, mi ha portato a calarmi un po' troppo nella parte.
    E possibile che, a forza di fingere di essere chi non sono, sia diventata qualcun'altro?
    Dove è il confine tra realta e menzogna?
    E se ripetuta così a lungo, una menzogna può forse diventare verità?
    E' possibile.
    Una cosa però è certa, e senza ombra di dubbio.
    Lasciarsi andare così è quasi liberatorio.
    E beh, dai, cioè, tipo...credo che continuerò ancora un poco.
    Dicono che i bambini piangano per attirare l'attenzione, e in fondo essere considerata così non mi dispiace affatto.
    Attraverso gli occhi velati dai lucciconi, come uscisse da un banco di nebbia, mi guardo meglio la figura.
    Abe-Haru-9000! 2
    E' altiiiissimaaa...
    Tanto che devo inclinare il collo quasi a 30° per guardarla in faccia.
    Uwaaaa, deve essere bello guardare gli altri dall'alto in basso...
    Uuuuuh...ugh....guh...
    Lotto per trattenere i singhiozzi mentre poco a poco ritorno ai miei sensi.
    Daaaamn girl! Non riesco ancora ad articolare una frase di senso compiuto.
    La vedo chinarsi, abbassarsi in ginocchio...
    Ed è ancora comunque più alta di me.
    Giant-baba!3
    Eppure non riesco ad essere così spaventata.
    Anzi, è quasi....rilassante?
    C'è un'aura di gentilezza in lei che mi rende terribilmente invidiosa.
    Ma non quella invidia, che tipo, ti fa sentire una brutta persona, no.
    E' una invidia quasi a dire, dai, ddevo essere come lei.
    Come fare il bagno in una fonte cristallina in cima ad una montagna.
    Quel genere di pacifica contemplazione che troveresti in un giardino Zen.
    Uh...Uh...Sigh...
    La vedo quasi sgonfiarsi mentre espira.
    Hawawawawa....
    Provo un desiderio improvviso si carezzare quella pelliccia che porta attorno al collo.
    Moeeeeeeee!
    Cioè tipo, superadorabile!!
    Ditemi che esiste un suo Plushie, perchè ne voglio dodici!!
    Va tutto bene
    Dice, la voce gentile di prima, che riverbera nei timpani.
    Avvolgente e rinfrescante come può essere il suono di un Fuurin4 durante l'estate.
    Awwww.
    Deve essere così che ci si deve sentire ad avere una madre che ti consola.
    E boh.
    Tutto ad un tratto mi sembra di essere tornata indietro.
    Ah.
    Chissà cosa sarebbe successo se mi avessero trattato così.
    Se invece che regali e soldi, mi avessero dato solo un po' di affetto.
    Tutto questo zucchero è puro balsamo.
    Vorrei quasi che non finisse mai...
    non so cosa ti sia successo ma posso aiutarti, se vuoi!
    Dice.
    Un sorriso genuino di affetto sul volto.
    Una boa a cui aggrapparsi, un faro nella nebbia.
    Un qualcosa di rassicurante capace di disperdere il panico attorno al mio cuore.
    E mi porge una mano.
    Una mano altrettanto grande, che termina con quattro...artigli?
    Non so come potrei definirli altrimenti.
    Eppure tuttavia non me ne curo, dove qualcuno potrebbe ritrarsi disgustato o impaurito, non io.
    Ho visto ben di peggio e usato armi ben più taglienti.
    Mi attacco alla mano con ambedue le mie...e c'è ancora spazio in abbondanza.
    Mi chiamo Kimama
    Che nome...carino?
    Gosh,C.M.P ! 5
    Altro Moe e rischio di deflagrare!
    Con le labbra ancora tremanti sussurro, ricacciando i singhiozzi sempre più a fondo.
    R-rena...
    Mormoro con un filo di voce.
    Ancora abbastanza imbarazzata.
    Faccio per alzarmi.
    Quando un fruscio mi carezza delicatamente il fianco.
    Oh no.
    Avevo rimosso.
    Il mio fianco è scoperto, letteralmente.
    Quell'orrido sfregio nella stoffa della camicia è per me una cosa peggiore di una terribile cicatrice.
    Una vergogna abissale.
    G-grazie davvero, io...io...
    Lo sguardo si abbassa mentre artiglio e stringo la stoffa.
    Quasi fossi nuda e coperta solo da un telo.
    Argh.
    Con gli occhi vado a indicare il lato scoperto.
    Non ho le parole per descrivere la mia vergona.
    Lascio che guardi.
    E giudichi con i suoi enormi e meravigliosi occhi neri come il giaietto l'immensità del danno.
    E mi rassegno.
    Mi arrendo e come un condannato a morte chiudo gli occhi mordicchiando il labbro inferiore in attesa del suo scherno.

    NOTE:

    1. Abbreviazione per il genere denominato "Vorarephilia", un fetish estremamente di nicchia che prevede l'essere mangiati interi da qualcosa e lentamente digeriti...o peggio.

    2. Gyaru-moji per indicare qualcuno di estremamente alto, riferimento all' Abeno Haruka 300 uno dei rattacieli più alti del Giappone, unito al famoso meme di "it's over 9000"

    3. Soprannome dato al leggendario Wrestler Baba Shōhei, noto per la immensa stazza fisica e co-fondatore della All Japan Pro-wrestling

    4. (風鈴 ) Fuurin sono le tipiche campanelle di vetro che adornano gli stipiti delle porte delle case Giapponesi durante l'estate, si dice che il suono che emettono mosse dal vento abbia un effetto rinfrescante.

    5. Contrazione per Chotto Matte Please! Un Hodgepodge di inglese e Giapponese Romanizzato traducibile con "Un secondo per favore!"



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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    Ci vuole una buona comprensione del prossimo per poter aiutare qualcuno in una condizione erratica, quando la disperazione e la paura hanno il sopravvento non è raro vedere persone che rifiutano l'aiuto a loro offerto. Per questo era sempre importante che fossero loro a fare il primo passo verso chi voleva salvarle, salvo certo pericoli impellenti e esser stretti sul tempo. Ed il gesto più universale del mondo per offrire aiuto a qualcuno era porgergli la mano, il palmo rivolto verso il cielo, le dita distese e rilassate per non far percepire alcun recondito senso di tensione. Kimama non sapeva cosa le fosse successo, e pensava persino al peggio quando non sembrava vi fosse violenza fisica apparente. Aveva sentito storie, no anzi aveva letto dei veri e propri reports su fatti malsani che accadevano nelle metro e nei vicoli silenziosi delle megalopoli Giapponesi, ed il pensiero del peggio del peggio si fa strada nella sua mente come un brivido freddo che parte dalla base della spina dorsale e sale sino a congelarle i neuroni. Ma non lo da a vedere, guarda la ragazza e continua a sorriderle con quieta gentilezza. Batte le palpebre un paio di volte mentre la mancina superiore cinge le mani della ragazza con la destra, un abbraccio morbido come quello di un peluche.
    "Rena! So che i nomi Giapponesi hanno significati particolari." Accompagna la persona traumatizzata nella realtà con domande semplici che la riporti a se stessa, e Kimama è inconsciamente grata per aver preso così tanti appunti. "Che significato ha il tuo?

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    E sorridi sempre, questo non lo aveva sentito in una lezione ma da alcuni suoi compagni che discutevano di un’eroe da loro ammirato che sorrideva sempre a discapito delle avversità. Un sorriso, un'espressione rilassata, l'empatia è uno strumento fondamentale tanto quanto la più semplice conoscenza del primo soccorso che Kimama stava lentamente cercando di apprendere. E guarda Rena con più attenzione adesso che aveva almeno ottenuto una piccola misura della sua fiducia, e nota il grosso strappo sul fianco della sua camicia. Che nel pensare al peggio avesse avuto ragione? Qualcuno l'aveva attaccata e si era ritirata in un santuario di solitudine per fuggire dalla vergogna di essere stata sopraffatta? Gli occhi vanno ai polsi, al collo, cercano ematomi ma non le sembra di vederne alcuno. Un Quirk che l'ha paralizzata senza darle possibilità di muoversi salvo una prima breve colluttazione che ha causato lo strappo? Arrossamento delle narici per irritazioni di sostanza inalate, rossore sulla pelle per suggerire un'inoculazione, ma ancora nulla. Inutile pensarci ora, ci sarebbe ritornata in seguito, o meglio ancora sarebbe stata Rena ad aprirsi se questo non le avesse causato altro stress.
    "Oh! Deve essersi impigliata in qualcosa." E la destra inferiore va ad esaminare lo strappo, prima di poggiarsi sulo strappo come a voler tappare un'immaginaria fuoriuscita d'acqua. "Potrei usare la mia seta per ripararla, se vuoi!"


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    “Today I bursted into laughter and I have never felt more alive....
    It truly does work! ”


    -Meghna Sodha -



    Haw.
    Hawawawa.
    Hawawawawawawawa!
    Quando mi avvolge le mani con le sue...beh con il paio superiore, credo di morire.
    Ultra Fluffy!!
    Gyaaaaaaaaaah!
    Il Cervello si liquefà in una pozza di zucchero e melassa appiccicosa.
    Non svegliatemi se è un sogno.
    Se è un incubo, invece, può anche succedere tutti i giorni.
    Nyaaaaaaa!!
    Se avessi anche solo un briciolo di decenza in meno inizierei a fare le fusa come un gatto.
    Non so veramente che dire, sono travolta dalle emozioni.
    Commossa quasi.
    E' la prima volta che mi succede.
    Io...non credo che qualcuno sia mai stato veramente BUONO con me.
    Non capisco, cosa ci guadagna?
    Cosa le viene in tasca a comportarsi così?
    Mi vanto di avere una certa esperienza nel capire quando qualcuno finge, ma sarà per via del suo aspetto...
    O forse di un qualche potere nascosto.
    Ma diavolo se non riesco a capire cosa le passi per la testa!
    Per un istante mi perdo in quegli enormi occhi neri, fino a quando non mi chiede, con aria gentile, una cosa che mai mi sarei aspettata.
    E boh, niente.
    Tipo subito, non posso fare a meno di dimenticare le lacrime...
    Anche perchè, beh, che dire.
    Riesco a percepire la risata che risale la mia gola come un millepiedi.
    Mmmh...pfft
    Non ce la faccio.
    Disperatamente cerco di mantenere la serietà.
    Di ripensare a tutte le cose brutte che sono successe negli ultimi tempi.
    E diamine, se sono state tante.
    Tutti gli infami che mi hanno scaricato, tutte le avances andate a vuoto.
    Per non parlare di tutti i traumi fisici.
    Che grazie al cielo ancora non mi hanno lasciato cicatrici permanenti...
    Ma niente.
    E' troppo forte.
    Pf-ffffttt....
    E' troppo più forte di me.
    Come un pneumatico sgonfio esalo aria tra le labbra.
    Spinta da una pressione irresistibile, filtra dai denti stretti.
    Neppure la mano messa di taglio sulle labbra è sufficiente.
    E quando il Buildup della forza raggiunge il punto critico.
    Beh, non è una cosa proprio pagal 1 sa fare.
    Ma scoppio.
    Cioè tipo, proprio una diga che si rompe.
    Nyahahahahahahah!!
    E rido.
    Rido di gusto.
    Impiego un saaaacco.
    Una roba come almeno un minuto pieno prima di smettere di ridere.
    Ugh.
    Devo sembrare una idiota mi sa.
    Ma cosa veramente strana, non mi dispiace affatto.
    Ma priorio per nulla.
    Rena...è solo Rena.
    Dico inclinando la testa di lato.
    Un sorriso idiota stampato sul viso.
    Quasi mi sento in colpa a dirglielo, ma temo dovrò farlo.
    Awwwww, non vorrei neppure darlgielo questo dispiacere.
    E' un nome come un altro.
    Niente significato particolare, niente di che.

    Lo dico con la lingua leggermente fuori dalle labbra, cercando di essere quanto più cutesy possibile.
    E' scritto in Katakana.
    Pà e Mà pensavano che un nome Occidentale fosse trendy.
    Tch, va detto che almeno una cosa l'hanno fatta a modo.
    Volevano essere originali, multiculturali, progressivi.
    E ci sono riusciti, di tutto quello che mi hanno dato, il nome è forse la cosa di cui sono più grata.
    ...Ha tipo, un incredibile vibe Hollywoodiano no?
    Che dire, è forse l'unica cosa particolare che possa dire di avere.
    Guardo lei con una punta di invida, lei che è così...particolare.
    Quegli occhi meravigliosi, la peluria superfluffy, le grosse ali...
    E' alta una cifra e ha pure quattro arti superiori.
    Cioè wow cavolo! Vorrei averli io, chissà cosa ci potrei fare.
    Sempre più adorabile ogni secondo che passa.
    E boh, poi niente.
    Piazza un finisher da manuale, da K.O Tecnico al primo turno.
    Appoggia la mano sulla stoffa e mormora una frase incredibile.
    Non posso credere alle mie orecchie.
    ...eh?
    Kamitteru?! 2
    Impiego un secondo a realizzare.
    Ma veramente siamo oltre l'essere speciali.
    E' un eroe, ma un eroe vero!!
    Tipo che arriva dalla cima di un palazzo e salva i cagnolini dal fuoco!
    Cioè, ma siamo seri?!
    Eeeeeeeeeeeeh?!
    Abbandono ogni pretesa di serietà e mi attacco alla sua mano come un pomeranian.
    Se avessi una coda probabilmente scodinzolerei.
    ...
    Hm, un sacco di metafore con animali eh?
    Sarà un segno che devo visitare un pet cafè?
    Probabile.
    Ad ogni modo per non divagare, la fisso con le stelle che brillano negli occhi.
    D-davvero?
    La voce è una mitragliatrice.
    Totalmente squillante.
    Tanto che non mi stupirei di sembrare un'altra persona.
    Cioè, dai, ma tipo Veramente?!
    Neanche ci penso.
    Goffamente quasi, per la foga, inizio a togliermi il primo bottone, per togliermi la camicia e dargliela.
    In pubblico, proprio, al diavolo tutto.
    Per quanto mi interessa, potrei anche spogliarmi del tutto.
    Non sono certo una che va per il sottile.
    Prima questa camica è sistemata, e meglio è.
    P-prego!!
    Dico goffamente, mentre passo rapidamente al secondo bottone.
    Il tempo, è tiranno.
    E come dice il detto.
    "Quando la farfalla si posa sulla mano, devi muovere in fretta ma con decisione per non farla scappare."
    Che poi sarebbe una falena.
    Ma vabbè.

    NOTE:

    1. ぱギャル (pagal) – non proprio Gyaru

    2. かみってる (Kamitteru) – Derivativo di Kamiru, "essere brillante, divino", usato come Gyaru Slang per indicare una situazione incredibile, così bella da non poter essere vera.



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    Quella fragorosa e tonante risata colse Kimama completamente alla sprovvista, tanto è che i punti bianchi negli occhi neri si fecero larghi mentre fissava la ragazza che per un lasso di tempo ben superiore a quello che la buona educazione normalmente prevede. Non che Kimama avesse quel tipo di fisse sull'educazione, anzi dopo quel breve attimo di sorpresa e la certezza che la risata fosse genuina e non qualcosa che avrebbe portato ad un altro pianto anche lei ridacchia, seppur ben meno sonoramente di quanto non stesse facendo Rena. Ma se c'era una cosa che Kimama sapeva era che ogni nome aveva un significato, il Popolo dava una grande importanza al nome di ogni nascituro in quanto secondo le tradizioni era una parte integrante del loro futuro. Ed è cosi' che Kimama sfila fuori dalla sua borsa il suo Smartphone con la mano inferiore destra, portandolo a vista e attivandolo emettendo quegli esatti pigolii necessari ad autorizzarne buona parte delle funzioni senza dover nemmeno toccare il touchscreen.
    "Significato nome Rena." Enuncia Kimama verso lo schermo che prontamente avvia la sua ricerca, e mentre lo fa nota che Rena non si era fatta problemi a spogliarsi dell'indumento strapppato. "Oh!"

    png



    Un'altra sorpresa, di solito i Giapponesi erano persone estremamente riservate salve le dovute eccezioni, invece Rena non ci aveva pensato due volte a mostrarsi in intimo alla proposta di riparazione. Probabilmente quella semplice camicetta doveva avere un grande valore per lei, fosse questo economico o affettivo. Ma Kimama non poteva certo lasciarla li così, era un vicolo poco trafficato ma nulla poteva impedire che arrivasse qualcun'altro. E così estende appieno le sue ali, formando un grosso muro bianco tra Rena ed i passanti, come lunghi teli da spiaggia messi assieme per formare una tenda di fortuna. E della borsa fatta a mano tira fuori una scatoletta metallica con dentro molti aghi di diverse taglie e dei gomitoli non propriamente appallottolati di fili bianchi come seta. Ne faceva sempre un po' per qualsiasi evenienza, fossero per lei o per altri. Con la destra superiore comincia ad esaminare lo strappo, si assicura che non manchi tessuto e si tratti solo di un buco da ricucire prima di estrarre un ago di piccole dimensioni che le punte affilate delle dita brandiscono con la fermezza di un chirurgo mentre la mancina prende uno dei fili di seta e lo fa passare con precisione impeccabile nel minuscolo foro.
    "Melodia!" Eesclama improvvisamente Kimama, sorridendo a Rena e mostrandole il risultato della ricerca sul telefono. "Rena significa Melodia, hai mai provato a cantare? Magari hai un talento nascosto!"


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    “Excitement is a crossroad which runs in all directions. No-one lacks personality; he just never connected with you at the intersection.”

    -Criss Jami -



    Boh, tipo, total defeat.
    Mentre la guardo cucire con una destrezza incredibile la mia camicia mi crolla la mascella.
    Ma seriamente?
    Prima mi ripara da sguardi indiscreti e poi non solo ha quattro braccia, ma le usa pure benissimo?!
    Please girl, stahp, quanto puoi essere high-spec?
    Cioè, nella vita va bene che qualcuno ottiene una qualche abilità extra,ma qui siamo nel reame del cheat.
    La guardo con ammirazione infinita e a fatica trattengo l'eccitazione.
    Uoooooooh~?!?
    Omega-nàisunà 1!! Ma come ci riesci?!

    Beh è vero.
    Con due mani texta, con due cuce, e mi presta pure attenzione.
    Uguuuuuuuh, così non vale.
    Nel vederla così elegante e femminile nei movimenti ho come l'impressione di boh...avere perso?
    Tipo, cioè dai Supercool!
    Non si ferma neppure per digitare qualcosa.
    Mi indica invece il risultato, della ricerca su telefono.
    Ooh, e ora come faccio a dirglielo?
    Come gli spiego di Katakana, Hiragana e Kanji?
    Hawawawa, è così fiera che mi sento in colpa a frenare il suo entusiasmo...
    Vorrei dirglielo, ma quando la guardo tutta tipo, supersmug e contenta...
    Moooooooooou!!!
    Non ce la faccio!
    Piuttosto devo sviare l'argomento, e in fretta!
    Meno parla di me e più parla di se e meglio è per entrambi!
    Con lo sguardo momentaneamente al cielo, elegantemente glisso, aggiungendo come se d'improvviso mi fossi ricordata di qualcosa di importante.
    Non sei di queste parti eh Kima-rin2?
    Sai, hai proprio quelle international-vibes.
    Stile Yajin3...ma più Ainulike, cioè Non Bataku4 ma più "da foresta" ...ci siamo capiti no?

    Muovo erraticamente le braccia cercando di essere più comprensibile possibile.
    Proverei a parlarci in inglese, non sarebbe un grosso problema, d'altronde sono tra le prime dell'istituto.
    Cioè, dai, non sono stata mica rappresentante del mio anno per niente no?
    Ma ho la vaga impressione che sià meglio continuare nella ia lingua natale.
    E' lei che è ospite qui, e in fondo almeno a parlare non ha mica tanti problemi.
    Se non altro il suo accento non è così marcato come quello di un certo Italiano di mia conoscenza...
    Nonappena vedo che ha finito di riparare l'abito lo afferro.
    Con troppa foga forse, ma poco importa, presa come sono dalla foga del momento.
    E mentre lo indosso le stringo uno dei due paia di mani.
    Cooooomunque.si vede che sei tipo trooooppo non di qui!
    Ma oggi è il tuo giorno fortunato, mi hai riparato il vestito e come un "Dono della Gru"5 al contrario ci penso io a ripagare il favore!!

    Balzo in piedi, efinalmente nuovamente completa nella mia Gyaru-Armor, sono invincibile!
    Mi batto il petto delicatamente facendo tintinnare i bracciali che porto al polso e mi esibisco nella più classica "V-pose" possibile con le dita.
    Eheheh.
    Si da il caso che davanti a te ci sia Rena-cchi, Edokko6 extraordinaire ~♡

    Le porgo la mano per aiutarla ad alzarsi in piedi e invitarla a seguirmi.
    Mentre sorrido, per una volta senza doppi fini.
    Quindi lascia fare a me, ci penso io a portarti in giro per la città!
    E ho già in mente la nostra prima meta...
    Direi che è qui già da un po', ma sicuramente non deve avere avuto troppe osccasioni di sperimentare un posto del genere.
    Già, se quel poco che ho visto è corretto, ci sarà davvero da divertirci.
    E per quanto riguarda la mia capacità di cantare...ti va di scoprirlo di persona?



    NOTE:

    1. ( ナイス な) Traslitterazione di "Nice", usato in Gyaru-go per indicare qualcosa di buono, super.

    2. Il suffisso -rin è usato come vezzeggiativo anche sin troppo amichevole, tanto che qualche Giapponese più formale potrebbe trovarlo addirittura maleducato...

    3. (野人) Campagnolo, usato spesso per indicare qualcuno dall'aspetto rustico e arcaico, talvolta anche come dispregiativo per qualcuno super fuori moda o troppo vintage.

    4. ( バタ臭い ) Letteralmente "Che puzza di burro", Ingrediente tipico dell'occidente e totalmente assente nella cucina orientale. Bata-kusai indica in maniera dispregiativa un qualcosa troppo Occidentale o che si atteggia troppo a voler rappresentare una cultura diversa da quella giapponese a cui appartiene.

    5. "Tsuru no Ongaeshi" è una leggenda del folklore Nipponico nel quale una Gru, per ringraziare un uomo di averla salvata, cuce per lui un meraviglioso abito affinchè egli possa venderlo e guadagnare abbastanza per sopravvivere.

    6. (江戸っ子) Termine che indica una ragazza nata e cresciuta a Tokyo, diventato anche sinonimo anche di persona alla moda.



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    Kimama Evans
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    Era stato il Popolo ad insegnarle la bellezza della creazione e del mantenere ciò che era stato creato, poichè creare spesso implica prendere qualcosa ed è un concetto vile ed avaro prendere di più quando riparare richiede spesso così poco. E Kimama vedeva le persone in un modo non dissimile, molte di loro spesso venivano messe da parte quando qualcosa in termini semplici le rompeva, e molti preferiscono buttarle via piuttosto che ripararle. Non sorprende che il suo eroe preferito e fonte di ispirazione sia proprio Elkalicious, dalla storia travagliata che dimostra come quasi tutti possano cambiare, quasi tutti in termini semplicistici possano essere riparati. Kimama sembra sollevata, forse quello strappo era stata solo semplice malasorte e forse quelle lacrime solo un punto di rottura di un'accumularsi di stress. Con tutto quello che era successo negli ultimi mesi molti a Tokyo dovevano trovarsi in quella condizione, ad un bicchiere rotto o una giacca strappata dal cadere in lacrime mentre il peso di tutti quei cupi accadimenti calava su di loro come una doccia fredda. Un sorriso colorito tinge le labbra di Kimama alla domanda di Rena, accendendo una fiamma di contentezza nel suo sguardo.
    "Sono gli insegnamenti del Popolo Inuit, lo sono per metà da parte di mia madre e ho speso una buona parte della mia infanzia ed adolescenza seguendoli, mi hanno insegnato molte cose come il cucire, trattare la pelle e persino cacciare! Tutte le cose che indosso le ho fatte io." Ed è ben contenta di dirlo, visto poi quanto costano gli abiti su misura per i mutant nella nazione del Sol Levante. "Oh, giusto, vengo dal Canada! Ci sono moltissime foreste li quinid... immagino che avere un'aspetto da Foresta abbia senso per me!"

    E con estrema cura ogni strumento di cucitura viene rimesso al suo rispettivo posto in quella borsa dalle molte tasche, sottolineando la precisione con cui Kimama trattava l'esecuzione delle piccole cose, uno strano riflesso alla goffaggine con cui invece è solita muoversi. Non ha bisogno dell'aiuto di Rena per alzarsi, ma non di meno lascia che lo faccia comunque sapendo quanto sia piacevole aiutare gli altri anche in qualcosa di così semplice. Non comprendeva appieno tutti quei termini, non ancora almeno, c'era una grossa differenza tra il sapere una lingua e sapere tutti quei piccoli termini dei dialetti locali che nell'arcipelago Giapponese sapevano essere davvero tanti visto come quella nazione sia stata divisa sotto tanti signori della guerra sino a poco più di un paio di secoli addietro. Chiude lentamente le ali quando Rena è di nuovo vestita, e pondera con considerazione quella proposta di accompagno in giro per la città. Il resto della giornata era libero, non aveva particolari piani come era tipico nei periodi estivi ed in fondo sarebbe stato interessante conoscere qualcuno al di fuori del circuito scolastico.
    "Oh! Mi piacerebbe molto, ma..." E schiude appena le ali, producendo una leggera corrente d'aria con un movimento calcolato e ripetuto chissà quante volte. "... basta che ci sia l'aria condizionata, purtroppo con il mio quirk io e il caldo estivo non andiamo molto d'accordo!"


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    "E mi piacerebbe davvero molto sentirti cantare!"




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    “If everyone started off the day singing, just think how happy they'd be.”

    - Lauren Myracle -




    Track: "Gossip Club"
    -Idolm@ster Starlight Stage-
    Performed by: Mika Jougasaki



    Le luci stroboscopiche, la musica a tutto volume, aria condizionata, bibite ghiacciate.
    Questo è il TAITO1, questo è quello che significa essere una adolescente giapponese.
    Questo, è il Karaoke.
    Per una volta lascio andare il desiderio di essere prima e la brama di essere ammirata.
    Rinuncio ad avere il controllo di ogni cosa, e lascio che sia la musica a parlare!
    Le parole oramai impresse a fuoco nella memoria scorrono tra le mie labbra con un ritmo liberatorio.
    Rena la prima in tutto, Rena la ragazza vuota, Rena la bambolina.
    Tutto rimane alle spalle, e mi abbandono alla compagnia.
    Decisamente, venire qui è stata una idea geniale.
    Sasuga atashi!2
    Speriamo che Kima-rin ne sia altrettanto contenta...
    E mentre la mia mente si concentra nel mandare le parole a ritmo, la memoria torna a un'ora prima...

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    Uooooooooh?! Maji-kayo?! 3
    La mia faccia, è tipo super-sorpresa.
    Ma dai, e io che pensavo che non potesse essere più interessante di così!
    Ogni volta che aggiunge qualcosa proprio, Dokkaaaaan! Sparata fuori dall'acqua!
    E' uina miniera di sorprese.
    Mi sono sempre vantata di averne di storie interessanti, ma lei in 30 minuti mi ha già stracciato su tutta la linea.
    Cavolo, allora sei una half4 Kima-rin?
    Ah no, neanche, ma accidenti, se parli bene il Giapponese, lo sai che hai un dono naturale?!

    Un altro, dono naturale.
    Oltre al produrre Seta, saper cucire, essere tipo super-alta e probabilmente essere più Falena che donna.
    Diavolo, certo è vero che il destino da e ad alcuni toglie.
    Se non altro ha avuto la decenza di dare a questo tesoro nazionale anche una incredibile umiltà e bontà.
    Good Job Dio, per questa volta passi.
    Ooooh e sai pure cacciare? Bene ! Benissimo!
    E' una qualità che ti servirà tantissimo qui a Tokyo, specialmente la sera...
    Io stessa sono una esperta in questo campo.

    Detto questo estraggo il mio telefono.
    Uno degli ultimi modelli di smartphone, completo di cover rosa glitterata e di una cascata di decorazioni di mascotte famose.
    Glielo porgo, in maniera tale che ci possiamo scambiare il contatto, perchè ehi, come dice il detto...
    Chi trova un amico, trova un tesoro!
    Scambiamoci i contatti dai!
    Una sera che non hai niente da fare dammi un colpo di telefono, che ti porto io da qualche parte dove le prede abbondano ehehehe

    Spero abbia colto il doppio senso, il mio sorriso sornione dovrebbe aiutare.
    Sono convinta che una come lei avrebbe un successo spettacolare con i ragazzi.
    E' il tipo di fanciulla che solletica quelle corde del proibito in fondo...
    Sare quasi tentata di provare io stessa...
    Ah dame dame damedayo!5
    Stavo per fare un errore clamoroso!
    Niente Love talk per Rena-cchi oggi, oggi solo fluffy friendship e buone intenzioni!
    Ne ho già prese abbastanza di batoste sentimentali in questi giorni!
    Il suo leggero sbattere d'ali mi riporta al presente.
    Quando mi fa presente poi che il caldo è il suo peggior nemico, non posso fare a meno di annuire.
    Poveretta, deve essere dura andare in giro così coperta.
    Nuova determinazione mi sboccia nel petto.
    Non temere Kima-rin! Dove stiamo andando è tipo suuuper-comfy!
    Ma temo che nonostante tutto finirai per scaldarti lo stesso...eheh.

    Detto questo la conduco attraverso i vicoli che oramai conosco come il dorso della mano, lungo le promenàde coperte e i sottopassaggi pieni di negozi.
    Scivoliamo tra vetrine luminose e bancarelle affollate, mentre Ginza ci si offre a braccia spalancate.
    Con tutto il suo lusso e tutta la sua abbondanza.
    Prendo nota mentale di due o tre negozi in cui dovremo fermarci dopo.
    Ma in tutto questo non lascio mai andare la sua mano.
    Non che abbia paura di perderla, ma ehi, skinship you know? Skinship!
    Impieghiamo appena 20 minuti prima di arrivare al Taito Building, e senza aggiungere niente entro invitandola a seguirmi.
    Mi avvicino al ragazzo della reception e gli allungo una banconota dal portafoglio.
    Onii-san, prendiamo una stanza per due ore, ce la fai a portarci un menu?
    Gli strizzo l'occhio e nonappena mi da il numero invito Kima-rin a seguirmi dentro la stanza...

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    E la musica infine termina.
    Esausta, mi appoggio allo schienale di uno dei due divanetti imbottiti.
    Il microfono ormai inerte appoggiato sul tavolino.
    Huff.
    Era tanto che non mi lasciavo andare così.
    Con un ghigno felino fisso la mia compagna e con un occhiolino aggiungo.
    E questo Kima-rin risponde alla tua domanda, nyahah
    Sono una Gyaru, e fiera di esserlo, se non sapessi fare un punteggio al Karaoke che figura ci farei?
    Con un movimento del polso le allungo la plancia per selezionare una canzone.
    Ce ne sono più di 25.000 da ogni parte del mondo, spero ce ne sia almeno una che conosce.
    Tocca a te ora, fammi vedere cosa sai fare!
    E boh...tipo...stai a vedere che sa pure cantare?!


    NOTE:

    1. TAITO Station, una catena di edifici che ospitano sale giochi e karaoke diffusi in tutto il Giappone. Molti di essi offrono anche servizi di ristorazione che permettono di usare le Sale karaoke anche per ore e ore di seguito.

    2. (流石, 私) Espressione traducibile con: Ben fatto, me stessa!

    3. (まじ かよ) Frase colloquiale e informale che indica sorpresa, incredulità

    4. ( ハーフ ) Termine che indica Giapponesi di origine mista, per metà o per un terzo Nipponici.

    5. (だめだめだめ だよ) Espressione traducibile con: Nonono, non farlo!!



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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    Quei grignolini simili a squittii facevano vibrare appena le folte antenne di Kimama ogniqualvolta si manifestavano nell'aria, una risposta naturale a delle vibrazioni eccessive, ma fortunatamente non abbastanza forte dal darle davvero fastidio. Certo usava ancora dei termini locali che non riconosceva appieno, ma nulla che qualche secondo passato a ponderare non le permettessero di immaginare, e poi chissà quanti altri nuovi e interessanti termini avrebbe detto nel corso della giornata che Kimama avrebbe meticolosamente ricercato una volta tornata in accademia! Se prima aveva ancora qualche dubbio sul come spendere quella giornata adesso era certa che avrebbe imparato moltissime cose nuova da Rena. Regisce con un certo entusiasmo alla nozione che Kimama sapesse cacciare, forse espresso in modo riduttivo visti i molti aspetti che la caccia comprendeva, ma sicuramente non era un'attività comune in Giappone con le loro molte leggi per avere armi da fuoco adatte alla pratica. Non che Kimama avesse di questi problemi, lei cacciava usando arco e trappole a inciampo in Canada. Ed all'inizio il concetto di Caccia espresso da Rena le sfugge dalla mente.
    "Oh in verità è sconsigliato per le persone cacciare di notte, solo chi ha quirk particolari può farlo senza correre il rischio di diventare la preda! E ci sono riserve di caccia a Tokyo? E' così grossa che forse potrebbe averne, ma non credo di averne mai-... oh... oh!" Ed il candido bianco delle guance di Kimama si tinge di un rosso leggero come il pastello, le mani che istintivamente si congiungono a due a due, lo sguardo appena imbarazzato che guarda brevemente altrove. "Non ho interesse in quel tipo di... prede, ecco! Caccio per pelli e carni, per fare abiti e per mangiare cose fresche! E non mangio le persone come uno di quei terrificanti Serial Killers!"

    Lo scambio di contatti riporta Kimama a terra da quei terrificanti pensieri di una Tokyo dove le persone cacciavano altre persone, una trama degna di un film e probabilmente qualcosa che qualcuno aveva già fatto nel corso della storia video-ludica. Kimama pigola mezza dozzina di volte verso il suo smartphone bianco, facendo apparire i dettagli dei suoi contatti e mostrandoli a Rena, lasciando che fosse lei a mandare la conferma così dal dover toccare lo schermo il meno possibile. E poi, il viaggio, la tenne per mano per tutto il tempo, persino quando di tanto in tanto Kimama doveva fermarsi in un baro per potersi raffreddare sotto i condizionatori e prendere una bevanda fresca. Ed il viaggio non è privo di qualche inciampo, un paio di spallate accidentali seguite da sincere scuse e gli occhi di Kimama che per tenere il passo vispo di Rena cercavano freneticamente ostacoli da evitare sul percorso delle due. Quando finalmente giungono a destinazione Kimama tira un sospiro di sollievo, guardandosi attorno e godendosi la frescura dell'aria condizionata di quel locale. Certo, sapeva esattamente che cosa fosse quel locale, solo era la prima volta in quasi due anni di permanenza in Giappone in cui vi si recava personalmente.
    "Le stanze sono molto più grandi di quanti immaginassi!" Esclama Kimama, lasciando che fosse Rena ad utilizzare la delicata console e a cominciare a cantare. La ascolta con vispo interesse, le antenne e la testa che danzano seguendo il ritmo allegro e a volte caotico di quella melodia, un sorriso divertito della grande falena che rimane comunque molto composta anche quando le parole di quella canzone cominciavano ad avere perfettamente senso per chi le enunciava. E quando finisce solleva le mani superiori, in un applauso morbido attutito dalla soffice peluria. "Visto? Sei veramente brava a cantare! "


    png

    E poi sovviene la ponderazione, in quella stanza da cui i suoni non potevano scappare.
    In quella stanza dove non doveva trattenersi.
    Conosceva diverse canzoni Giapponesi, altre della sua terra, ed alcune perse nel mezzo.
    Ma c'era un tipo di melodia che non esprimeva da tanto tempo, e se non ora allora quando?
    Le dita si muovono minuziose sulla console, cercano una versione precisa.
    Il titolo lampeggia sullo schermo, il conto alla rovescia prima dell'inizio.

    Libera Me From Hell

    "Spero ti piaccia!"



    Kimama non canta cercando il punteggio più alto sullo schermo, per lei cantare è qualcosa che viene con la stessa naturalezza con cui parla o respira, l'unico altro modo oltre al volo con cui rilassava il proprio corpo e alleggeriva i suoi pensieri. Una versione mista dove la voce maschile rimaneva ma quella femminile era rimossa per essere riempita dal canto di Kimama, con corde vocali così sviluppate che aveva cominciato a far pratica per rendere il suo stridio uno strumento contro la sua futura lottal contro i Villain. Ma li la sua voce non faceva male, bensì saliva come la marea e discendeva come una valanga per poi schizzare come l'eruzione di un vulcano. Le mani inferiori erano congiunte come se pregasse, la mancina superiore poggiata sul cuore e la destra che teneva il microfono, le antenne basse come in una posa somma e regale. E non manca un'acuto, la peluria sul suo collo che si gonfia tanto quanto cresce la voce, la sua espressione solenne nel cantare parole in una lingua ormai consegnata ai libri di storia. E quando la melodia va a concludersi, mentre l'inno delle voci maschili si conclude, Kimama porta il microfono al petto e fa un decoroso inchino verso Rena, sollevando il capo per sorriderle col viso infiammato di rosso dallo sforzo che il suo corpo aveva quasi dimenticato.
    "Allora?!" Esulta Kimama, assumendo una posa neutra conle braccia rilassate sui fianchi, inclinando appena il capo. "Non cantavo da un po' ma... non sei corsa via, quindi credo di essere stata brava?"


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    Track: "Best Friend"
    Album: -To Love-
    Performed by: Kana Nishino




    Non appena la musica cessa e le parole lasciano lo schermo, è un'altro suono a riempire l'aria.
    Lo scoppiettante e ritmico battere delle mani in un applauso scrosciante, sebbene da un solo paio.
    Sono tipo, tutta piegata in avanti, gli occhi scintillanti e le guance arrossate.
    Meraviglioso, non ci sono altre parole.
    Dai ragazzi, ho tipo una scimmia mostruosa addosso!
    Uooooooooooh!! Koori!1
    Se mi è piaciuto? Sei stata grandiosa! Incredibile!

    Boh sono praticamente un vulcano.
    Se questo fosse un manga ci sarebbero tipo tutte le linee cinetiche e gli sparkle dappertutto.
    Insomma, sto super-fangirlando dai.
    mi fa quasi strano però vederla così imbarazzata.
    Dai sii meno modesta Kima-rin, hai tutti gli asset al posto giusto!
    E probabilmene anche di più.
    Correre via?! Ma cioè, tipo, dai sarebbe Super-uncool!
    Ridacchio imbarazzata a mia volta grattandomi la testa.
    Poi con aria triste unisco gli indici tra loro apologeticamente e faccio la boccuccia a labbra protese.
    Anche se confesso che dopo una performance così, a confronto scapperei per andarmi a sotterrare...ma c'è qualcosa che non sai fare Kima-rin?!
    Veramente, vorrei saperlo sul serio.
    Siamo troppo High-spec qui!
    Finders keepers, ma questa ragazza è da sposare.
    le mama-vibes sono oltre la stratosfera qui!
    Veramente, di persone così ce ne è una su un milione!
    E lo dico senza una ombra di malizia o di esitazione.
    Nei miei occhi si legge solo la convinzione.
    E non devo neanche fingere stavolta! Queste sono le mie vere emozioni!
    Caaaaaavolo, certo che fa bene essere se stessi qualche volta...
    Sapendo che qualcuno non mi deve giudicare mi leva veramente un peso dal cuore.
    Tra una canzone e l'altra, sorseggiando un bicchiere di Cola le chiedo, inclinando la testa interrogativamente.
    Ma cosa ci fa una come te qui a Tokyo? Sei venuta in vacanza? Sei qui per studio? Per Lavoro? Da quanto sei qui?
    A ogni parola mi avvicino sempre di più.
    Sempre di più.
    Sino a quando non ci sono che pochi centimetri tra i nostri nasi.
    Ah.
    Drat.
    Rena l'hai fatto di nuovo!
    Ci sono ricascata, presa dall'entusiasmo ho abbattuto le distanze interpersonali.
    Rossa in volto mi spiaccico sul divano una mano in verticale davanti al volto, in un tipicamente nipponico segno di scuse.
    Ah, gomèn- gomèn-2 mi sono fatta prendere dall'entusiasmo...
    Sai ho un debole per le persone interessanti, di solito la maggior parte delle persone con cui ho a che fare sono tipo Suuuuper-noiose.

    E quelle interessanti si rivelano essere degli infami...
    Ma questa è una cosa su cui glisso elegantemente.
    Le ultime disavventure con gli uomini mi hanno lasciato abbastanza dolorante su questo argomento.
    Con te invece ogni minuto è una sorpresa, anzi ti dirò, mi stupisce vederti andare in giro da sola, pensavo che una ragazza con il tuo stile fosse super popolare!

    NOTE:

    1. (氷 ) "Koori" ovvero ghiaccio è un sincretismo del Gyaru-go per indicare qualcosa di "Cool", sia come significato che come assonanza con il termine inglese.

    2. (ごめん) Abbreviazione colloquiale e informale per Gomennasai, "Chiedo scusa"




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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    Quando l’applauso solitario e chiassoso conquista lo spazio vuoto del silenzio dopo la canzone, Kimama si fa tesa e il rossore sul suo viso permane non per lo sforzo del canto ma per un piacevole imbarazzo di quella reazione inaspettata. Quando era stata l'ultima volta che qualcuno che non fosse parte della sua famiglia aveva applaudito per qualcosa che aveva fatto? Non lo ricordava, era sicura fosse successo ma in quel momento proprio non le veniva in mente. Era però sicura che non si sarebbe scordata di questo momento, non dell'applauso ne dei complimenti che ne seguirono, che lasciarono Kimama interdetta e completamente incerta sul come potervi rispondere. E quando si siede e Rena si fa incredibilmente vicina non sembra farne una preoccupazione, anzi sorseggia il grosso bicchiere di latte e menta con la lunga lingua nera, aspirandone calmamente il contenuto mentre viene tempestate da una miriade di domande ancor prima che abbia il tempo di rispondere. Kimama però non ha fretta di rispondere, e lascia qualche secondo a Rena per raffreddarsi, facendo scivolare la lingua nella bocca e lasciando che la peluria sul collo si sgonfiasse del tutto prima di cominciare a risponderle in maniera calma ed ordinata.
    "Nulla di ciò, in realtà mi sono trasferita qui con la mia famiglia dopo che il mio papà è stato notato da una grossa casa di animazione ed assunto in modo definitivo! Ho cominciato ad imparare il giapponese facendo videochiamate con lui quando si trovava ancora qui da solo e studiandolo per conto mio a casa in vista del trasloco che è avvenuto due anni fa, ormai! Per il primo anno non ho fatto molto, ho studiato storia del Giappone e poi alcuni usi e costumi, e poi circa un anno fa ho deciso di fare il test d'ingresso alla UA e sono stata ammessa!" Esclama l'ultima parte con un certo brio, congiungendo assieme le mani e drizzando le antenne. "E ho dovuto studiare molto, non sono mai stata veloce ad imparare le cose... ma quando le imparo non le scordo davvero mai! Quindi ho speso talmente tanto tempo ad imparare tutte le minuzie della professione di Hero che non ho avuto molto tempo per fare amicizia con... nessuno, in effetti! Ma ora credo di aver trovato un nuovo equilibrio nella mia vita!"

    In effetti non era certa della vera profondità della vita sociale di Rena, sapeva indicativamente che cosa fosse una Gyaru ma aveva letto molte cose al riguardo, ed alcune con dei connotati davvero poco carini. Ma Rena non sembrava appartenere a quella categoria, per quello che poteva capirne Kimama le sembrava solo una ragazza con forti interessi multiculturali e una certa predisposizione all'essere sempre al suo meglio. Eppure quel pianto causato dal semplice strappo di una camicia continuava a graffiarle dalla porta posteriore del cervello, le mancava una vera risposta a quel quesito, ma dubitava l'avrebbe trovata quel giorno. Per la popolarità la risposta era semplice, a Kimama quel genere di attenzioni proprio non interessava. Le piaceva la tranquillità, spendere le giornate con pochi preziosi amici, qualcosa che aveva smesso di fare da quando si era trasferita a Tokyo perché quegli amici ormai li sentiva solo tramite la magia dell'internet. Amicizia, aveva più o meno imparato a conoscere i compagni di classe, ma davvero non poteva dire di aver fatto amicizia con nessuno. E ripensando alla vicinanza di prima con Rena e a come non sembrasse dare importanza a quelle formalità sul contatto fisico tipiche di molti Giapponesi decide allora che avrebbe condiviso anche lei qualcosa della sua cultura. Senza un chiaro preavviso ma neanche senza fretta Kimama approccia il suo viso a quello di Rena come se volesse fare qualcosa di davvero sconsiderato, mentre in realtà si limita a poggiare la punta del suo naso contro quello di lei e a sorriderle nel riprendere la dovuta distanza.
    "Kunik, il Popolo lo fa per esprimere affetto ed amicizia verso gli altri." Conclude Kimama, guardando lo schermo del Karaoke e concludendo che aver cantato con quei toni altri le aveva fatto sforzare le corde vocali ben più di quanto immaginasse. "Non l'ho mai fatto da quando sono arrivata qui perchè alle persone il contatto diretto è malvisto, ma a te piacciono le cose fuori dalla cultura Giapponese, giusto?"



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    Uoaoh!! Alla Yuu-Ei? Ma è grandioso!
    E poi in soli due anni?! E già parli così bene?! Sasuga Kima-rin!

    Che dire, volevo avere una riprova di quanto fosse una persona luminosa?
    Damn girl, se brilli un altro po' ci rimetto i nervi ottici!
    Non sono esattamente una stupida, ma per raggiungere il livello a cui sono ora ci ho impiegato una vita.
    Bilanciare uscite in pubblico, eventi e ore e ore di studio per essere la migliore in tutto...
    Credetemi so cosa voglia dire uccidersi letteralmente di studio, ci sono andata vicina, lasciando il sonno a poco più di un fastidio.
    E lei è riuscita in due anni non solo ad essere comprensibile, ma anche così fluente?!
    Moooooou! Ore-tueeeee 1
    Beh, nella mia lista sei certamente l'eroe che fino ad ora si è rivelato più utile alla societa!
    Sghignazzo.
    Se ripenso alle mie altre esperienze con gli Hero, beh.
    In una scala da Inutile a Endeavour, il mio principe azzurro si classifica a malapena sopra "Tisana all'Eucalipto".
    Poi ad ulteriore riprova che il mondo è abitato da Imbecilli la sento parlare di una vita solitaria.
    Ma è possibile?!
    Eh?! Q-quindi sono io la tua prima vera amica qui in Giappone?! Non ci posso credere kyaaaah~♥!!
    Veramente non ci posso credere.
    E' una medaglia d'onore, è un motivo di vanto, ma soprattutto...
    Una incredibile opportunità!
    Finalmente potrei sperimentare le gioie di avere qualcuno vicino, qualcuno con cui relazionarmi senza fingere, qualcuno che mi capisca...
    Li sento.
    Maledizione li sento di nuovo.
    I viscidi tentacoli della gelosia che si iniziano ad avvinghiare attorno al mio cuore.
    Quella vergognosa e disgustosa brama di possesso, di paura e smania che si fa largo tra le mie viscere.
    Non è amore, cerco di convincermi, non è amore questo.
    L'amore è qualcosa di orribile, di doloroso e di necessario.
    Questo è altro, questo è SICURAMENTE ALTRO.
    E poi, d'improvviso, un raggio di sole, squarcia le tenebre che avvolgono il mio petto.
    Anzi,una luna, una enorme e gigantesca pallida luna.
    Una meravigliosa luna.
    Un volto delicato e dai tratti gentili che riempie il mio campo visivo.
    Ha-hawawa
    E' vicina.
    Vicinissima!!
    Unyaaaaaaaaaaaah!
    Allarme rosso! Allarme rosso!! Allarme di prossimità~!!!
    Cho-chotto matte...!?!2
    La vedo avvicinarsi sempre di più, istante dopo istante, battito del cuore dopo battito.
    Il che in effetti vuole dire maledettamente veloce!
    Cioè, tipo, ho il cuore a mille, le guance avvampano e starò raggiungendo la temperatura interna del sole!
    Chiudo gli occhi, con i lucciconi che iniziano a formarsi tra le ciglia.
    Haaaa....N-non sono spiritualmente pronta...haaa...
    E' come se un suonatore di O-daiko3 stesse esercitandosi selvaggiamente per il festival di Tanabata.
    E' una morsa quella che mi serra il cuore con una forza micidiale.
    *Thump*
    Ma non è un dolore cattivo, non è una sofferenza come al solito, è diverso, più caldo.
    Oh cavolo, cavolo, CAVOLO!
    Non ce la faccio, perchè il tempo sembra essersi fermato?!
    L'unica cosa che riesco a sentire è il rimbombo del sangue nelle mie orecchie.
    *Thump*
    E' sempre più vicina, sempre più vicina!
    Hawa...wa...wa...
    Dischiudo delicatamente le labbra secche, pare che sia finita nel deserto per mesi.
    Nella bocca è come se si fosse manifestata una palla di fuoco.
    Fatico quasi a respirare, è come se l'ossigeno non arrivasse al cervello...
    Il che in effetti spiega come mi sto sentendo e come mi sto comportando.
    Haaaaaw.
    Non sono pronta, non sono PRONTAAAAAAAA!!!

    Huh?!



    Il tocco della punta dei due nasi è...
    Sconcertante.
    Cioè, non è un bacio ma...
    Oh dei, mentre Kima-rin parla, mi affloscio sul divano come uno slime rimasto ad 1 HP.
    Mi spiega con tutta la tranquillità del mondo, sorridendo, come sia un costume locale.
    Kissu...Ku-niku...whatever.
    Che arma mortale, una sure-kill move senza dubbio!
    Aaaah...hahaha...c-certamente! Affetto e amicizia giusto! Molto Europeo4!!
    Oooooh io sono la sua prima scelta per questa cosa?!
    Aiuto, non credo che il mio cuore possa andare più forte di così, anche se passata la sorpresa, non esita a sferrare un Critical Hit dopo l'altro!
    Merciless 24 Aerial Hit Chain Combo!!
    Mi schermisco leggermente, cercando di ricompormi.
    Ma damn, sono sudata fradicia e devo essere rossa come un peperone.
    Ahah...certamente, a me PIACCIONO TANTISSIMO le cose non Giapponesi
    Poi in un istante che non guarda, abbasso lo sguardo.
    E in un sussurro lascio andare il peso che sino ad ora è pesato sul mio cuore come un macigno.
    Anche solo nella speranza di guadagnare un po' di sollievo.
    Ma certe persone in particolare...
    Poi, come il suono di un Campanello che segna la fine di un round di Pro-resu il timer della stanza risuona discordante.
    Come una doccia fredda sulla mia immaginazione iperattiva, dandomi finalmente agio di respirare.
    Precipitosamente, forse anche troppo, mi alzo in piedi.
    Ah! Ma guarda, sono già passate due ore! Tu va' a pensare come scorre il tempo quando ci si diverte!!
    Senti Kima-rin, ho una idea, andiamo a celebrare il nostro incontro in una maniera particolarmente speciale, ti va?!

    E' bene che usciamo di qui, e in fretta.
    Più restiamo in questa stanza, più rischio di perdere il controllo...
    Ero venuta qui a Ginza per buttare fuori un po' di stress e lasciar perdere l'amore.
    E invece ci sono cascata di nuovo.

    ...Baka.



    NOTE:

    1. (俺TUEEE ) Lingo da board, che indica un personaggio terribilmente Overpowered e Borderline cheat, "Tuee" nasce dalla sincresi della parola Tsuyoi "Forte"

    2. (ちょっと まって!!) "Aspetta un secondo !!"

    3. (太鼓) Gli O-daiko sono una variante del "Taiko" Nipponico, enormi tamburi suonati principalmente durante festival ed eventi religiosi.

    4. Eufemismo per indicare solitamente qualcosa di particolarmente "piccante" o comunque Imbarazzante, derivato dalla concezione Nipponica per cui la cultura ocidentale è molto più aperta nei suoi comportamenti pubblici.




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