Hanging by a Thread

Role per Rena Sakashima & Kimama Evans

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    "Mors mea, tacci tua."

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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    Kimama non era una stupida, c'era chi lo pensava per il suo fare a volte troppo spensierato o troppo fantasioso ma tutto era fuorché una persona priva di cervello. Era nella sua natura il pensare e ripensare, rimuginare e riordinare i pensieri e le esperienze ed ogni cosa che vedeva per metterle in ordine e trovare una risposta laddove mancava. Forse era stato quel lungo periodo di tempo speso in relativo isolamento per le attività dell'Accademia e perché non si sentiva ancora davvero pronta a far parte di quella città o di tutte quelle persone, l'entusiasmo mascherava il timore e quasi nessuno sospettava quanto grigi fossero stati quei primi due anni nonostante tutto. Ma non più, finalmente usciva anche solo per delle passeggiate, andava a sbrigare le sue necessità senza ricorrere al cordiale spirito dei suoi genitori e per puro caso aveva trovato Rena. L'amicizia per Kimama è istinto, ancor prima di conoscere qualcuno quel suo lato animale le sussurra già cosa aspettarsi, le racconta senza che sappia ancora nulla e vedendo Rena il suo istinto se ne era stato sorprendentemente zitto. Forse era stato il caldo, o forse davvero non c'era nulla per il quale Kimama dovesse preoccuparsi. Eppure qualcosa le sfuggiva, sapeva che c'era quel qualcosa, ma non riusciva a capire.
    "In realtà è Inuit, Canadese! Oh, beh, immagino Americano a livello continentale!" La corregge con un sorriso Kimama, annuendo e poi guardandola meglio e notando quanto si fosse fatta rossa in viso. "Oh, se ti piacciono le cose non Giapponesi potrei farti vedere come conciare una pelle o... costruire un arco!"

    Erano tante le cose poco convenzionali che Kiama conosceva, insegnamenti di un popolo che anche dopo tanto tempo non aveva dimenticato il suo passato ne le sue radici. La carne ora si trova negli scaffali dei supermercati, un arco può essere acquistato in qualsiasi negozio specializzato in quel tipo di merce e un vestito in qualsiasi bancarella che venda capi di abbigliamento. Eppure c'era qualcosa di bello nel crearsi qualcosa, nell'averlo non perché comprato ma perché creato con il proprio tempo e le proprie conoscenze. E Kimama era orgogliosa di questo, orgogliosa di portare con se quei saperi tramandati di generazione in generazione, ed un giorno sarebbe stata altrettanto orgogliosa di tramandarli a sua volta. Ed è presa in quei pensieri che la sua mente fa cadere assieme tutti i pezzi, e il comportamento di Rena ha ora perfettamente senso. Kimama non ha mai pensato all'amore, non inteso nel suo senso più tradizionale, persino in Canada aveva tanti amici ma mai aveva provato qualcosa di più per nessuno di loro. Non era altezzosa, non giudicava l'aspetto, semplicemente il suo istinto non le aveva mai detto di camminare in quella direzione. L'istinto era stato zitto perchè non aveva tirato le sue somme, ma adesso era venuto a comunicare le sue scelte come faceva sempre.
    "Oh, non vedo l'ora! Però dovresti bere qualcosa di fresco, sembri molto accaldata!" E mai Kimama diffidava del suo istinto, e seppur brevemente guarda Rena con occhi nuovi, con occhi curiosi. "Rena, volevo chiederti... cosa pensi del mio aspetto? In Canada i Mutanto sono particolarmente comuni, ma qui in Giappone non ne ho visti molti. Tu sei un'esperta di cose belle, stile, moda e tutto ciò che riguarda la bellezza! Secondo gli standard Giapponesi qualcuno come me è bella o brutta?"



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    Rena Sakashima

    “That's always seemed so ridiculous to me, that people want to be around someone because they're pretty. It's like picking your breakfeast cereals based on color instead of taste.”

    - John Green -




    Uuuuuuh, lo sapevo, devo essere un libro aperto.
    Tutta questa considerazione mi fa veramente male.
    Sembro molto accaldata eh? E chi pensi che ne sia la causa!!
    Daaaaaaaamn this cute Gamusume!1, quando inclina la testa sorridendo mi sciolgo.
    Ahahahah, non preoccuparti, sono di tempra forte! Mi basta prendere un po' d'aria fresca!
    Defletto disperatamente la domanda.
    Ora come ora ho bisogno di rimettere in ordine i pensieri, di fare chiarezza.
    Mi sento come se stessi trasportando un guscio d'uovo in mano.
    La speranza di una vita normale, di una vita di emozioni, di un qualcosa in grado di illuminare il buco che ho nel cuore.
    E non posso rovinarla ora, non posso lasciarmi andare, non posso farmi guidare dalle emozioni.
    Devo essere Rena la ragazza di ghiaccio, Rena la bambola di ceramica.
    Poi mi guarda con occhi curiosi e una espressione supermoe sul volto....
    *UGYAAAAAAAAAAAAAAH!!!!*
    E mentalmente sono a sbattere la testa nel muro, più e più volte.
    Cioè tipo, ripetutamente, e con violenza.
    Ma ti pare che basta che mi fa gli occhi da cerbiatto e bam, il cervello parte per la sua strada?!
    ...
    Si, basta.
    Aaaaaaaaaaaargh!!!
    Rena, volevo chiederti... cosa pensi del mio aspetto?
    Uh?!
    Eh?....Eeeh?!
    Troppe Flag! Troppe flag!!
    Ma cosa sta succedendo oggi?
    E' una domanda...complicata cavolo.
    E via via che parla il mio entusiasmo pare spegnersi poco a poco, sino a quando non resto solamente ad ascoltarla interessata.
    E un po' la capisco.
    In fondo, non siamo poi poi così diverse, lei così naturalmente dotata che ha paura di non essere accettata.
    E io, che ho dovuto imparare a fare tutto per essere necessaria agli altri per non essere rifiutata.
    E come potrebbe non essere così triste povera kima-rin?!
    Lontana migliaia di kilometri da casa, in un ambiente non familiare...
    Se sono io la sua prima vera amica in due anni, figuriamoci cosa non deve avere passato.
    Certo che è una domanda bella complicata, e come tutte le domande complicate ha più di una sola risposta.
    Le sorrido, cercando quanto più possibile di trattenere il sorriso che minaccia di sbocciare sulle mie labbra.
    Cavolo, è complicatissimo riuscire a mantenere una espressione calma e compassata.
    E detto da me è un chiaro indicatore di quanto questa crisi sia profonda!
    Come avrai avuto modo di vedere qui, gran parte della gente, è veramente orribile.
    Lo dico come dato di fatto.
    Con rassegnazione, con una punta di fastidio anche.
    Non è mai bello parlare male del proprio paese, ma non riesco a trattenermi.
    Tutta la fatica, tutto il lavoro, tutto l'impegno che ho messo nella mia vita sino ad ora, sono stati resi necessari proprio dalla società in cui viviamo.
    Perchè hanno paura, hanno paura del diverso, hanno paura di ciò che non vedono come normale.
    La paura, è alla base di quello che le persone percepiscono...
    Ci credi che a volte persino io sono stata discriminata per come mi vesto?!

    Essere Gyaru è stata una scelta dleiberata, per attirare l'attenzione, sia essa buona o negativa.
    Certe volte ripenso a come certe vecchie maledette mi hanno guardato sulla metro, e non posso fare a meno di reprimere un brivido.
    Poi scuoto la testa come a scacciare il pensiero.
    Pensa alla parola stessa "Minikui2" che è usata per definire "brutto" un Mutant.
    Se ci fai caso scomponendo gli ideogrammi che la formano hai quello per "Sakè" e quello per "Oni", demone.

    Dico.
    Usare quella parola mi disgusta, per vari motivi...
    Uno non da poco è che è stata usata per descrivere anche me.
    E' un termine orribile, vergognoso, che io stessa sono restia persino a pronunciare, per paura di poter ferire la delicata creatura che ho davanti.
    Quindi vedi, la paura e il disprezzo per ciò che non rispetta la forma umana tradizionale è espresso direttamente dentro il termine stesso che lo descrive...
    Mi mordo le labbra per un istante, insicura su come proseguire.
    L'ho paragonata ad un Oni, ad un orco delle favole, si sarà mica avuta a male?
    E se dovessi dire la cosa sbagliata? Se dovessi passare per una persona orribile?
    No, devo farlo, mi dico.
    Devo farlo, per lei e per me.
    Perchè se non supero questo scoglio non potrò mai guardarla negli occhi come prima.
    Dunque sì, mi ripugna doverlo ammettere Kima-rin, ma ho paura che molte persone troveranno difficile accettarti, ti guarderanno con sospetto o addirittura paura.
    Perchè il preconcetto è radicato a fondo in questa terra.

    Aspetto un secondo, prima che il messaggio arrivi.
    Non è facile, non è stato affatto facile.
    Persino in questo momento sento il cuore che mi si strappa dal petto.
    E' terribile, mai pensavo che mi sarei sentita così a dire la verità a qualcuno.
    E l'ho fatto eh? Ho detto verità e menzogne, tutte date con eguale disinvoltura.
    Ma stavolta, moooooou!!
    Stavolta è difficilissimo.
    Ma fortunatamente, dopo la salita, arriva la discesa.
    Inspiro a fondo, e quando riprendo a parlare il mio sorriso è smagliante.
    Ma per quanto riguarda questa gente, possono andarsene al diavolo ~♡
    Dico in maniera lapidaria.
    Secca, brutale quasi.
    Per una volta la vera me traspare senza filtri.
    Per questa gente, non ho altro che disprezzo.
    Kima-rin, hai detto che vuoi diventare uno Hero.
    Una cosa che ti porterà a contatto con un sacco di persone, e molte di loro saranno sicuramente persone ripugnanti.
    Ingrati, maleducati, indisponenti o addirittura semplicemente...Cattivi.

    Uno Hero...una carriera ingrata.
    Una di quelle professioni dove la ricompensa per un lavoro ben fatto è quasi inesistente.
    Poteva fare di più, poteva fare meglio, poteva salvare più persone, poteva arrivare prima.
    La sola idea di quelle ali delicate che sopportano un tale peso mi strazia.
    Non credo di avere mai voluto vedere una persona non soffrire più di così.
    Ma se come hai saputo porgere la mano a me in un momento di difficoltà lo farai a loro, beh, non credo avrai problemi a farti amare!
    Mostra loro chi sei veramente, dimostragli che il tuo aspetto fisico è solo un mezzo che il destino ti ha dato per essere di aiuto al prossimo.
    Usa ciò che ti rende unica per aiutare le persone e vedrai che loro sapranno sicuramente andare oltre ciò che è vedono e pensano di sapere di te!

    Attendo un secondo.
    Inspiro a fondo per darmi la carica e concludo.
    Un sorriso smagliante sul viso.
    Carico di tutta la energia e l'allegria di cui dispongo.
    Una Gyaru-weapon di categoria superiore, affinata in tanti anni di duro studio e imitazione.
    Un sorriso che scioglierebbe le pietre.
    Ma per quanto mi riguarda, Kima-rin, non credo di avere mai incontrato nella mia vita una persona più meravigliosa di te.
    Mi volto e le lancio un occhiolino da sopra la spalla...
    Andiamo? ~★





    NOTE:

    1. (俺TUEEE ) Termine inventato sul momento da Rena, che fonde "Ga", falena e "Musume" ragazza... praticamente Ragazza Falena.

    2. ( 醜い) "Minikui", ovvero Brutto, di orribile aspetto...diverso dall' aggettivo Busaiku (不細工), che indica invece solamente un aspetto fisico non attraente.




    18 yo Liv. 2 Villain Stalker X Gyaru Scheda Portfolio © by ReЙ
     
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    Kimama Evans
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    C'erano persone orribili al mondo? Oh si, ed in buon numero sicuramente, non tante come si potrebbe pensare ma sicuramente troppe per il benessere di molti. Rena a modo suo doveva aver sofferto molte delle ordalie a cui Kimama si era sottoposta, anche lei seppur per scelta era diversa da quelli che erano gli standard della stragrande maggioranza dei Giapponesi, ed anche lei deve aver fatto orecchio da marcante a insulti più o meno diretti mentre ignorava sguardi più o meno malevoli. Anche in Canada alle volte poteva essere così, ma non aveva nulla a che vedere con l'essere una Mutant allora, quelli erano problemi ben più vecchi che risalivano a ben prima dei Quirk. Era qualcosa che aveva dovuta imparare sin da piccola, c'erano dei rischi ad essere anche solo per metà parte del popolo Inuit, ancora di più quando presenti mutazioni comuni con la loro cultura. Forse era per questo che il clima anti-mutant presente in Giappone non l'aveva colpita poi molto, semplicemente era già abituata a quel tipo di preoccupazioni ben prima che arrivasse nella terra del Sol Levante, semplicemente li i motivi di quell'astio intrinseco pendevano più sul suo quirk che non sulla sua discendenza. Eppure aveva imparato che c'erano delle forti differenze tra quelle persone orribili, e tutte facevano capo ai motivi dietro a quei loro comportamenti. Ma tutto questo cadeva in secondo piano di fronte ad una semplice realizzazione: lei capiva. Non era una Mutant, non apparteneva a qualche etnia malvista dalla popolazione comune, eppure capiva perfettamente come il mondo le guardava. Quali erano le possibilità di inciampare su qualcuno di completamente diverso da se stessa che la capisse perfettamente? E per la prima volta la guarda senza sorridere, ma non con rabbia o con odio ne con qualunque emozione ostile. Un'espressione sobria, forse appena sporcata di mogio, ma mai spoglia di quella sua forte vitalità.
    "E' vero, ci sono molte persone orribili a questo mondo che hanno fatto del male a tante altre e che spesso non soffrono nessuna ripercussione per le loro azioni. E guardano senza voler vedere, ascoltano senza voler capire e... non credo che tutte le persone orribili lo siano davvero." E le prende la mano con la destra inferiore, soffermandosi solo adesso su quanto quella di Rena fosse piccola rispetto alla sua. "Quasi nessuno nasce con quei brutti pensieri, quasi nessuno si alza la mattina con l'odio nel cuore. Sono cose che gli vengono insegnate, che osservano sin da piccoli e che non possono fare altro che percepire come cose giuste. L'odio si impara come la paura: se un bambino vede una farfalla venire mangiata da un ragno allora imparerà a temere i ragni... e se vede un padre odiare qualcuno per il colore della sua pelle allora penserà che c'è un motivo dietro quell'odio, in fondo quale bambino non si fida del giudizio di un genitore?"

    E si incammina con lei, sta volta senza fretta, la segue e le tiene la mano lasciando che la guidi verso la loro prossima destinazione e senza chiederle quale questa fosse. Era bello camminare senza avere alcuna fretta, poteva guardarsi attorno senza doversi preoccupare di dover andare a sbattere contro qualcuno o qualcosa, di poter guardare tutte quelle scritte colorate e quelle strade brulicanti di vita e caos al quale finalmente stava cominciando ad abituarsi davvero. In buona parte era anche merito della UA, grazie alle lezioni che svolgeva li stava lentamente imparando a gestire meglio i suoi sensi sovrasviluppati, a muoversi in luoghi pieni di rumori senza dover indossare dei buffi calzettoni sulle antenne e a focalizzare la luce di icone al neon e fuochi d'artificio senza venirne accecata. Il pensiero di prendere la licenza come atto migliorativo per la sua esistenza e poi svolgere una vita serena le aveva toccato la mente un paio di volte, e se ne vergognava quando poi succedevano cose come queste. Non aveva preso a pugni un villain per poi legarlo nella seta come un salame ne aveva assistito l'evacuazione di un edificio in fiamme grazie alle sue ali, aveva fatto qualcosa di semplice come rattoppare una camicia e ricordare ad una ragazza di cui non conosceva neanche il nome che andava tutto bene. Questo era circa tre ore fa, adesso conosceva il suo nome e scioccamente si sentiva come l'avesse conosciuta da anni.
    "Ma questo non significa che debbano diventare o rimanere persone orribili! So che alcuni di loro sono semplicemente quello che sono, ma credo che molti altri semplicemente non abbiano mai avuto modo di poter guardare il mondo in modo diverso, di potersi mettere nei panni di chi non è come loro e capire che le cose che ci accomunano sono molte e molte di più di quelle che ci rendono diversi! E... credo che essere un Hero non sia semplicemente dover fare a botte con i Villain e dire qualche buffa frase ad effetto, credo che aiutare davvero qualcuno significhi aiutarli ad essere la miglior versione di loro stessi." E si ferma brevemente per poter guardare Rena negli occhi, ritornando a sorridere dopo che quella nuvola grigia è andata via con la sua ombra. "Penso che anche tu sia una persona davvero meravigliosa, Rena."



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    Edited by Lucious - 27/8/2021, 20:06
     
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    Rena Sakashima

    “There are no bad pictures; that's just how your face looks sometimes.”

    - Abraham Lincoln -



    Le sue parole sono una tonnellata di mattoni, tipo, sulla schiena.
    Sono esattamente le parole che avrei voluto sentire una vita fa, di cui avrei avuto bisogno.
    Sono il nutrimento che avrei dovuto ricevere per crescere, per diventare una brava ragazza.
    E invece...
    E invece sono diventata Rena.
    Tòtes right you are! Nessuno nasce così, sono le esperienze a fare di noi quello che siamo...
    Esattamente, nessuno nasce malvagio, nessuno nasce distorto.
    Ognuno di noi è un riflesso della società che ci circonda.
    E sfortuna vuole che io abbia finito per incarnare il peggio di questa nazione.
    Un gruppo di ipocriti che pone nell'immagine e nel successo personale tutto ciò che conta a questo mondo.
    E' con voce amara che non posso che darle ragione.
    Una nota appena, ben nascosta sotto tanta gioia di vivere.
    Una ciliegia marcia in mezzo ad un cesto di frutta appena colta.
    Anche la persona migliore, la più buona del mondo, se esposta tutta la vita ad un fiume di critiche, al disprezzo e all'indifferenza, rischia di trasformarsi una creatura contorta e maligna...
    Oramai non so più se sto parlando in generale o direttamente di me.
    Forse voglio essere scoperta per quello che sono?
    Forse sto cercando di sabotarmi da sola?
    E' forse possibile che ci sia una piccola parte di me che non vuole ferire la mia prima vera e unica amica?
    E' quando sono di spalle che sorrido.
    Più a me stessa che altro.
    Questo del ragno e della farfalla è un esempio particolarmente calzante davvero ~♡
    E forse, temo, non ha idea di quanto.

    Mentre continuiamo a camminare in direzione della nostra meta, continuo ad ascoltarla, e piano piano mi sento morire dentro.
    Parla di termini come redenzione, come accettazione, comprensione, empatia.
    Utopia, in un mondo come questo dove ci sono solo predatori.
    Povera Kima-rin, ho paura per lei, ho paura per il suo corpo e per la sua mente.
    E' assolutamente quello che ci si potrebbe aspettare da un aspirante Hero.
    In fondo, la cosa che più mi spaventa, è che lei ci crede veramente.
    Che ironia, una figura così splendente, come un faro di purezza in questo mondo...ed è una falena.
    Se questo è il caso, io che sono attratta da una cosa del genere, cosa fa di me?
    Vorrei avvisarla, vorrei avvertirla, che stare con me non è saggio.
    E' la prima volta che mi sento così con qualcuno...
    Hmmmm, non so quanto poterti dare ragione su questo.
    Certe persone sono oramai andate troppo oltre, ci sono esseri umani la fuori che sono andati oltre il precipizio.
    Creature che sono ormai talmente assuefatte a quello che sono da essere oltre ogni speranza di redenzione.

    Vorrei avvertirla, vorrei dirle di farsi da parte.
    Ma come posso?
    Come posso anche solo pensare di farlo, io che sono mortalmente attratta da questo nettare che chiamano considerazione.
    E' con aria tirata che mormoro, a mezza voce.
    Lçe labbra che quasi tremano.
    Ti sei mai chiesta se la miglior versione di qualcuno...
    Ho paura.
    Ho paura sì.
    Di essere scoperta, di essere rivelata per quello che sono.
    Di perdere quello che ho imparato ad amare, non essendo ciò che sono.
    Sono una menzogna avvolta in un altra menzogna, e solo questo mi rende una persona decente.
    ...potesse non essere esattamente quello che ti aspetti?!
    E le sue parole, quelle che seguono, sono un colpo mortale.
    Vorrei afferrarla per le spalle e urlarle che si sbaglia, che non è così, che sono la cosa più lontana da quello che si immagina.
    Ma semplicemente...non posso.
    Mi giro verso di lei e gongolo.
    Come farebbe un bambino a cui abbiano appena regalato dello zucchero filato.
    Moooooou! Così mi farai arrossire!!
    Sai che sei la prima a dirmelo così sinceramente?

    Fortunatamente prima che me ne renda conto e possa sprofondare nuovamente nella autocommiserazione, vedo che siamo arrivate.
    Un cabinato di non più di due metri e mezzo di grandezza.
    Lo presento, come fosse uno degli ultimi ritrovati della tecnologia.
    Jyan Jyan Jyan~★ !!
    Hehehe, devo sembrare proprio una sciocca.
    Così esaltata per qualcosa di così piccolo e comune.
    Eppure...
    Una uscita tra amiche non è completa senza un qualcosa che fissi quel momento per l'eternità!
    E cosa c'è di più trendy di una Purikura?!
    Dai vieni, entriamo, se ci stringiamo sono sicura che ci entriamo tutte e due!

    Ci vuole un poco di movimento per riuscire ad entrare entrambe e a metterci in posa.
    Ugh.
    Siamo anche troppo vicine.
    Oddio...non sarò mica sudata vero?!
    Terra inghiottimi, terra inghiottimi, terra inghiottimi.
    Poi mi ricordo del timer, ed eccitata come una scolaretta, mi volto verso la lente fotografica.
    Sorridi Kima-rin!! Al mio tre!
    1...
    2...
    3...

    Gyau1~★ !!



    NOTE:

    1. (ぎゃう) Modo cutesy di dire Gyaru, usato nel colloquiale, o anche appunto come in questo caso durante selfie e/o foto di gruppo





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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    La natura o il caso avevano dato a Kimama molti doni. Innanzitutto il suo quirk, la sua mutazione, dalle grosse antenne capaci di recepire suoni e spostamenti d'aria anche minuscoli sino alle grandi e possenti ali che le permettevano tanto di volare quanto di proteggersi. Il secondo dono era la sua mente, così fervidamente curiosa e così instancabile, non smetteva mai di pensare se non quando dormiva e allora sognava e nei suoi sogni metteva assieme tutti i suoi pensieri e per un attimo quasi immaginava di vedere il futuro. Il terzo è il suo cuore, così grande da poter avere spazio per le sue emozioni e per quelle di chi incontrava. Ed è all'unisono del secondo e terzo dono che si forma l'ultimo dei suoi doni, quello più prezioso, quello a cui Kimama tiene più di ogni altro: l'empatia. Uno dei concetti più umani di tutti, forse quello che definisce l'essere umano meglio di ogni altro, saper guardare qualcuno e mettersi nei loro panni, una delle forme più complesse e utili d'istinto. Lo stesso istinto che aveva portato Kimama a seguire Rena senza dubitare per un secondo di lei, lo stesso istinto che in quello stanzino insonorizzato le aveva fatto provare qualcosa di nuovo che era sicura di aver riconosciuto ma di non aver mai provato sino a quel momento, non con quell'intensità. Ed aveva paura, come quel giorno sul precipizio di Sawlog Bay col rumore delle onde che si abbattevano sulla dura roccia e tuonavano spaventose tutt'attorno a lei. E se Rena non fosse quello che si aspettava?
    "Beh, c'è un solo modo per scoprirlo, no?" E quale modo speciale per concludere quella giornata che immortalarla in una foto come quelle di una volta? Memorie su plastica avvolta in una patina protettiva. "Sai, mi viene in mente una frase in un film che è molto famoso in occidente: La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. Però penso che se ti piace la cioccolata allora non può capitarti un cioccolatino sbagliato, puoi solo essere sorpresa quando ne scoprirai uno con un nuovo sapore!"

    Stringersi non sarebbe bastato, le sembrava di essere di nuovo sull'aereo che l'aveva portata in Giappone, costretta a prendere due posti per potersi sedere senza stare stretta come una sardina sott'olio. Ma questa volta c'era un modo più semplice, e senza fare complimenti prende Rena per il bacino e la fa sedere sui suoi morbidi coscioni da falena, prendendo l'intero spazio della cabina per potersi sedere centrale alla lente della fotocamera. Oramai quel tipo di foto non erano più qualcosa di comune, con l'avanzare della tecnologia e la digitalizzazione delle memorie quel tipo di foto si potevano trovare solo in quei vecchi e paffuti album di famiglia in cui Kimama figurava nella sua infanzia come una grassa e timida larva. Eppure anche trovandosi così vicina a Rena era perfettamente calma, la peluria sul suo collo sgonfia, il suo respiro regolare e la sua attenzione sulla grossa lente in cui si rifletteva proprio come Rena doveva essersi riflessa nei suoi occhi. Era certa che qualcosa nella vita di Rena le avesse fatto davvero del male, così tanto dall'averle rubato la speranza dal cuore, così tanto che probabilmente quel suo essere Gyaru era il modo che aveva per sentirsi ancora parte del mondo. Quale era la miglior versione di Rena? Cosa la aspettava alla fine? Quella è la parte non definita, quella è la parte dove tutto può cambiare. E Kimama pensa, che forse potrebbe esserci lei alla fine di quel cammino. Ancora meglio, potrebbe essere li durante quel cammino.
    "E sai, forse è un modo sciocco di vedere la vita, ma..." Era di nuovo li, su quello strapiombo, le ali che tremavano e faticavano ad aprirsi e l'aria piena di salsedine che le soffiava sul viso. "... oggi credo di aver scoperto il mio nuovo sapore preferito."

    Il timer della Purikura scandisce i secondi che lo separano dalla prima foto, un conto alla rovescia in qui Kimama mette assieme tutti i pensieri e tira finalmente una lunga linea sul cui sta per trascrivere il risultato. Il primo volo, la prima difficoltà sta nel dire alle gambe pesanti come tronchi che non devono aver paura di non sentire più la terra sotto i piedi, di fare un solo passo avanti e lasciare che il vento e la brezza soffino contro il viso mentre il corpo precipita verso le onde schiumose. Al primo scatto Kimama sorride verso la lente, ed il secondo conto alla rovescia comincia. Poi devi dire alle ali che sono più forti del vento, più forti della tempesta e della gravità, devono spiegarsi e diventare rigide come gli arbusti ancora giovani capaci di piegarsi appena senza spezzarsi. Al secondo scatto Kimama guarda Rena, sorride, ma la lente ha già smesso di essere una priorità per lei. Dopo devi dire al tuo corpo che le ali sono abbastanza forti per sorreggerlo, che finché saranno li non ci saranno montagne o strapiombi capaci di farlo tremare. Al quarto scatto le mancina superiore di Kimama si poggia sulla guancia destra di Rena, e cerca di accompagnare la sua testa e i suoi occhi per non guardare più la grossa lente ma per guardare i suoi occhi grandi e neri. E quando il corpo smette di tremare, quando le ali si spiegano come un'aquilone e la brezza marina si incanala in esse ogni peso e ogni emozione negativa viene spazzata via sabbia come sulla pietra, e a quel punto devi solo chiudere gli occhi, sentire il vento suo respiro che soffia sul viso e volare baciarla. E ha paura, come quella volta e come quella volta va oltre di essa e segue la voce dell'istinto, e quella voce le dice di prendere Rena e volare via con lei. I click della fotocamera continuano a scorrere, e in quello scarso mezzo minuto prima del sedicesimo ed ultimo scatto smette di respirare per poter ascoltare i battiti del suo cuore, il calore delle sue labbra e quell'attimo di innaturale silenzio in cui la paura viene lavata via dalla confusione che presto prenderà forma in una risposta a quel suo istintivo e probabilmente sconsiderato gesto.


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    Rena Sakashima

    “It is better to be hated for what you are than to be loved for what you are not.”

    - Andre Gide -





    Oh no.
    OH NO.
    Sta succedendo.
    Sta succedendo davvero.
    Queste cose succedono solo nelle favole cavoli!
    Lo sento, i sentimenti stanno fuoriuscendo dal mio petto, come un pozzo stracolmo che esplode.
    Solo che non è acqua pura.
    E' un fango nerastro e appiccicoso, una melma putrida e soffocante.
    Falla tua, non perderla, non lasciarla andare, intrappolala, non perderla, è tua
    Pensieri foschi, ognuno più disgustoso dell'altro.
    La smania di possesso, la brama, il desiderio, quella orribile gelosia.
    E' un'altra me che parla.
    No, non è un'altra Rena, sono sempre io, sono la vera me.
    Da quando, la mia facciata è diventata me, mi chiedo?
    Da quando ho avuto l'illusione di essere qualcuno che non ero?
    Che idiozia, davvero mi sono creduta una persona decente?
    Aveva ragione Kima-rin, sulla farfalla e il ragno.
    E' questo quello che ho fatto, non è stato niente altro che un banale adescamento.
    L'ho condotta in un luogo isolato fingendo amicizia, fingendo un timido primo amore.
    Proprio come un ragno tesse la sua tela sottovento in maniera tale che risulti invisibile.
    E quando la preda è arrivata, intrappolata da fili sottili e inivisibili come l'affetto è giunta l'ora di colpire...
    ...
    NO!
    E' un grido silenzioso,istintivo, animale.
    Non posso, non voglio!
    Non stavolta, non dopo quello che ho trovato, non dopo che finalmente potrei avere trovato quello che cercavo.
    Anche se è una menzogna, anche se è una illusione, un breve momento di sole in una giornata di pioggia.
    Non posso permettere che si faccia del male.
    Non a causa mia, non per me.
    Come se stessi combattendo contro una forza visibile, lo faccio.
    Andando contro ogni fibra del mio essere, contro ogni mio desiderio.
    Oggi, per la prima volta, decido volontariamente di soffrire.
    Sollevo l'indice, come una ultima disperata barriera.
    E lo pongo sulle sue labbra all'ultimo momento.
    Sorrido.
    ...sorrido?
    Si può definire sorriso questo?
    Non ne ho idea, ma la risposta è probabilmente no.
    In risposta al suo sguardo sorpreso le chiedo solamente silenzio.
    Shhhhht.
    Non posso essere interrotta, non adesso.
    Anche perchè altrimenti, non credo riuscirei a controllarmi.
    Mantenermi insieme, darmi un contegno, sta già impiegando tipo il 100% del mio cervello.
    Kima-rin, credimi, è meglio di no.
    Sussurro, la voce pesante, quasi tremante, a dispetto della faccia che credo di avere.
    Mi piacerebbe definirmi sicura, ma so che non è così.
    Alcuni cioccolatini, non importa quanto possano sembrare invitanti, non importa quanto possa piacerti la cioccolata...
    Scuoto lentamente la testa.
    Anche solo per non far notare quanto sono lucidi i miei occhi
    ...possono essere terribilmente amari.
    Che cosa ridicola, questa.
    Ho sempre cercato di essere una luce quanto più brillante possibile, per attirare a me le persone.
    E adesso che sta finalmente funzionando, che ho finalmente attirato una preda in grado di darmi quello che voglio...
    Non ho alcuna intenzione di bruciarla.
    Magari è una questione di abituarsi al sapore, magari poco a poco imparare ad apprezzarlo...
    Sono parole vuote.
    Vuotissime.
    Parlo dicendo cose che non penso.
    Parole in cui non credo...
    E che tuttavia sono l'unica cosa che posso dire.
    Ma rischieresti di fare indigestione.
    Il sorriso si fa sempre più amaro.
    O dio non voglia, trovare che il sapore non è di tuo gusto.
    Io non sarò la fiamma che cerca.
    Non sarò la candela su cui brucerà le sue ali.
    Mi rifiuto.
    Se per amore devo perdere qualcosa a cui tengo, così sia.
    Sono stata una sciocca a illudermi.
    Sono stata una sciocca a illuderla.
    E questa è una cosa che non posso permettere che accada.
    Annuisco tetramente.
    Prima di riaccendere una scintilla di speranza.
    Perchè non posso permettere neppure che questa luce si spenga del tutto.
    Ci saranno altre occasioni e altri momenti, probabilmente.
    No, sicuramente.

    Mi alzo, dalle sue ginocchia.
    Un movimento che mi costa più fatica di quanta ne abbia fatta in tutta la mia vita.
    Mostrandomi forte, sicura.
    Spavalda.
    Menzogne su menzogne.
    Ma non credere che io sia una preda così facile nyahahah!
    Una come me non ci sta mica al primo appuntamento!

    Stavolta sono io a prendere una delle sue mani nelle mie.
    Quando la guardo, i miei occhi sono determinati, certi.
    Deve essere la mia più grande performance.
    Il mio volto è quello di Rena, la ragazza spensierata e allegra.
    La Gyaru, il sole, la massa di energia.
    Rena, la ragazza popolare, studiosa e alla moda.
    Prima hai un sogno da realizzare, diventare un Pro-Hero no?
    Sarei solo una distrazione, una di quelle cose che non puoi permetterti su un percorso così accidentato.

    Già.
    Lei è una persona che vive per gli altri.
    E io?
    Io vivo degli altri.
    Le nostre strade si reincontreranno sicuramente.
    Quindi prima diventa una Eroina che tutti possano riconoscere, di cui tutti siano fieri...
    E beh, certamente resteremo amiche.
    Almeno questa è la mia speranza.
    In futuro, chissà...
    E solo allora vienimi ad acchiappare 1, ok?!
    Beh, ambedue le opzioni suonano terribilmente bene...

    NOTE:

    1. Rena usa il termine (食らい込む) "Kuraikomu" che significa Sbattere in galera, arrestare, ma può essere anche inteso come "Fare una proposta di fidanzamento" in senso colloquiale





    18 yo Liv. 2 Villain Stalker X Gyaru Scheda Portfolio © by ReЙ
     
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    Kimama Evans
    «Le falene non tessono la propria tela»



    Ma il coraggio a volte non è sufficiente, ne la preparazione, a volte serve semplicemente una modesta dose di buona sorte. La grande verità della vita è che puoi fare tutto per il verso giusto e fallire, non che quello fosse il caso, quello era solo il prevedibile risultato di una grossa falena che ha deciso di sognare invece di rimanere con i piedi a terra. Ma la ascolta con attenzione, e con ogni parola che Rena pronuncia le antenne di Kimama si afflosciano poco a poco, come foglie che appassiscono ad una velocità innaturale, la sua espressione che lentamente si spegne di luce fino a diventare una grigia tristezza. Era triste perché capiva quello che le stava dicendo, perché non c'era un deus ex da libri romantici per adolescenti che potesse cambiare quella situazione. Pensava di esserci riuscita davvero, a portarla via almeno in parte da qualunque cosa la rendesse quello che era. E se fosse stata la sua natura? No, non poteva essere così semplice, ma aveva bisogno di tempo e di esperienza per poter capire. Era vero, diventare una Hero avrebbe portato via molto del suo tempo, forse anche di più di quanto aveva già fatto in passato. Eppure...
    "Mi dispiace, mi sono lasciata trasportare e-..." E il suo istinto non sbaglia mai, sapeva che la sua scelta fosse quella giusta, ma forse il tempo non lo era. "... non... sai... mangio molte cose dolci: miele, latte, a volte persino il nettare dei fiori, per questo la cioccolata mi piace amara."

    SI sofferma su quella piccola mano che ora si reggeva alla sua, e si trattiene dallo stringerla a se, sarebbe stato crudele. Capiva, ma non riusciva a capire, c’era qualcosa che le sfuggiva e per colpa di quella cosa non era davvero riuscita a salvarla. Inspira e sospira, chiudendo gli occhi e riaprendoli dopo un pugno di secondi. Il suo sguardo non è più triste, ma è nuovo, determinato, lo sguardo con cui guarda i manichini della UA quando prova mosse e tecniche su di loro. Spalanca la bocca e morde il dito di Rena con le sue labbra, emettendo dalla bocca schiusa un suono simile ad un pigolio costante e ripetuto, il suo sguardo fermo e le sue antenne di nuovo ritte sulla testa come corna. E spende quasi un minuto a pensare, a mettere di nuovo insieme le memorie di quella giornata prima di mollare l'inesistente presa e gonfiare la peluria sul suo collo.
    "C'è spazio anche per te nel mio sogno." Risponde con tono sobrio e convinto, prima che il viso si sciolga in un sorriso, nel suo sorriso. "Ma certe cose non vanno fatte cose leggerezza!"

    png

    "Non preoccuparti, ti aspetterò."



    🦋 | 2

    Forza: 30 - Quirk: 30 - Agilità: 15
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    Rena Sakashima

    “Memories warm you up from the inside. But they also tear you apart.”

    - Haruki Murakami -



    Haaaaaaaaah.
    Sono passati neppure tre giorni, e ancora quei ricordi sono vividi nella mia memoria.
    Le dita scivolano libere sul touchscreen, mentre una dopo l'altra passo in rassegna le immagini di quella giornata.
    Un piccolo aumento della luminosità qui, saturazione di la, correzione di qualche difetto in un'ombra di troppo.
    E poi voilà, ecco sfumato uno scorcio di panorama che attira troppo l'attenzione.
    Sfocature sui volti di eventuali passanti e zàc, ecco ritagliata dalla foto una coppietta che irritantemente cammina mano nella mano durante i miei momenti di felicità.
    Un tocco di filtro per migliorare il contrasto e via, pronte per essere postate.
    E ora si tratta di aspettare che il contatore delle visite e dei like inizi a salire.
    Fu~fufuuuuun~♡
    Canticchio felicemente, mentre mi godo l'ennesima ondata di popolarità.
    Aaaaaahn.
    Ultimamente le cose stanno andando proprio bene.
    Heh hee hee.
    Il mio umore è alle stelle, e tipo, pare quasi di essere immersa nello zucchero filato.
    Oooooh, posso ancora sentire quelle meravigliosa sensazione di dolceamaro in fondo al petto.
    Quel vuoto atroce pare solo un lontano ricordo per ora, mentre come un enorme pitone lentamente digerisco il mio ben meritato pasto.
    Che sensazione orribile è stata rinunciare a un tale sontuoso boccone.
    Quale terribile sacrificio è stato non affondare subito le zanne in una tale pregiata pietanza.
    Chi l'avrebbe mai detto che una giornata concepita per portare un po' di svago dopo tanti fallimenti sarebbe stata un tale stellare successo.
    Un primo amore.
    Che rarissimo gioiello, che preziosissimo monile.
    Come un cameo da portare al collo e tenere vicino in ogni momento.
    Haaaaaaaaw~♡
    Mi rigiro sul letto avanti e indietro come preda di una febbre fortissima.
    Aaaaaah, l'agitazione mi logora e mi riempie allo stesso tempo di energia come una scarica di caffeina.
    Che bello essere l'oggetto di tanta ammirazione, che gioia inseguire un amore impossibile.
    Per quanto riuscirò a portare avanti una cosa del genere mi chiedo? Per quanto riuscirò a farmi amare e apprezzare?
    Per quanto ancora questo splendido sole vorrà splendere su di me?
    Come avrei potuto accettare una storia d'amore quando questo...questo risultato è così infinitamente più appagante?!
    E se poi scoprisse cosa sono veramente? Chi è davvero la Rena che ha incontrato?
    Oooooooh, che orrore sarebbe, quale tragedia...
    Eppure potrebbe essere così interessante!
    Mi odierebbe? Avrebbe pietà di me?
    Ah, solo a pensare i suoi occhi su di me...fissi su di me, solo su di me.
    Mooooou non ce la faccio più!
    Mi decido, e con un breve gesto del pollice striscio il social via dallo schermo come un fastidioso insetto.
    E d'improvviso l'upload di foto e l'attenzione degli altri non mi interessa più.
    Non per adesso.
    Come un ragazzino che non riesca a resistere a rubare dal vaso di biscotti sul ripiano più alto, rapidamente cerco le informazioni di contatto.
    Il nostro amore è solo rimandato, poco ma sicuro.
    Come tanti altri nella mia vita.
    Ma se voglio cogliere i frutti di questa storia...
    Se voglio ottenere un buon raccolto, beh...
    Tutti i frutti vanno concimati no?!
    Allego un paio di imagini di un cafè super-trendy a Shibuya e le invio.
    Dopodichè inizio a digitare, scandendo a voce le parole.

    Nèeeee Kima-rin, guarda qua che posto Tòtes-cute che ho trovato, tipo, ha delle vibe Super-"Baeru1"!!!
    Dice che il Tapi2 che fanno qui è Meccha-Umaisou3!!
    Che ne dici di andarci insieme uno di questi giorni ?!


    Aaaaaah Rena Rena, che ragazza perfida che sei...

    NOTE:

    1. (映える) "Baeru" è un termine arcaico per indicare oggetti eleganti, di splendida fattura, in Gyaru-go è usato per indicare posti cool o super alla moda

    2. (タピ) Abbreviazione di "Tapioca" è slang usato per indicare il Bubble tea

    3. (めっちゃ うまいそう) Obbrobrio linguistico che unisce la pronuncia tipica del Kansai-ben (Dialetto di Osaka e dintorni) al termine Umai (delizioso) e sou (che indica una comparazione con tutto il resto)...in parole povere è un modo super elaborato e sgangherato di dire "Buonissimo"





    18 yo Liv. 2 Villain Stalker X Gyaru Scheda Portfolio © by ReЙ


    CITAZIONE
    Lucious, come concordato precedentemente possiamo concludere qui.
    Grazie davvero per una role spettacolare che mi ha regalato davvero meravigliose emozioni.
    Non vedo l'ora prossimamente di farne un'altra e vedere cosa salterà fuori!

    Grazie anche allo staff per la pazienza e per avermi permesso di concludere senza rovinare il layout con cui avevo iniziato.
    Come promesso dalla prossima role mi uniformerò ai canoni che avete precedentemente indicato.
     
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    a pile of "goo"

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    CITAZIONE
    Hello hello,

    role caruccia e fondamentalmente corretta, non ho nulla da segnalare. Avete fatto più di 22 post quindi prendete il primo bonus.

    Rena: +50exp +25exp
    Kimama: +50exp +25exp

    Chiudo! :neko:
     
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23 replies since 2/8/2021, 15:46   546 views
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