Feels Like I Ain't Known You my Whole Life

Role | Evelynn Harcrow & Rena Sakashima

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    Rena Sakashima

    “Resentment is like drinking poison and waiting for the other person to die. ”

    -Carrie Fisher-



    T-ti ripeto Rena, che non è come pensi!
    Verme.
    Spregevole luridissimo verme.
    Ci crede davvero eh, vi giuro, ci crede.
    Gli si legge negli occhi, pensa veramente quello che mi sta dicendo.
    Sul serio?
    Crede davvero che io mi possa essere sbagliata?
    Forse che abbia gli occhi foderati di Konjac1?
    Perchè veramente siamo oltre il comprensibile e l'immaginabile.
    Certo Rena-cchi è una creaturina adorabile, a volte svampita e certamente convinta del bene nell'umanità.
    Lo so benissimo, d'altronde l'ho creata io così.
    Conosco la mia facciata meglio di chiunque altro...ma stupida?
    Oh no, tutt'altro.
    Ah no, Take-pii?! ~♥
    E' un sorriso amabile, di quelli che tipo, sciolgono le rocce.
    Mentre mi avvicino, passo dopo passo.
    E lui arretra, strisciando per terra come lo scarafaggio che è.
    Una scena surreale, un ragazzone universitario grande e grosso, il tipico giocatore di calcio, che arretra quasi si trovasse davanti ad un mostro.
    Oh cielo, che cosa brutta, deprimente da vedere sisi.
    Perchè sai, me l'ha detto un uccellino che hai fatto gli occhi dolci ad una cameriera.
    O forse era una hostess? O forse una donnaccia, hmmm?!

    Il mio piede si abbatte a terra, fermandosi a pochi millimetri dal cavallo dei suoi pantaloni.
    Il puzzo del sudore si mescola al dolciastro odore della menzogna, facendomi arricciare il naso.
    La palpebra si contrae un attimo, mentre i nervi si infiammano cercando di tenere a freno lo sdegno.
    Il tradimento è la cosa più orribile che esista in natura.
    Ma soprattutto, tradire ME.
    E' un crimine orrendo, impensabile, è Lèse-majestè.
    Non so chi ti abbia detto una cosa del genere, io lo sai ho occhi solo per...
    Take-pii?
    Lo interrompo, avvicinandomi a lui, ed estraggo il suo cellulare.
    O meglio, l'ho sempre avuto in mano, ma lui non può certo saperlo.
    Lo apro e gli lascio cadere il telefono tra le gambe.
    E' aperto su una conversazione tra i suoi amici.
    Che crede, che non abbia occhi anche dietro le orecchie?
    Che non abbia ascoltato le sue conversazioni, che non fossi presente?
    Il fatto che non mi potesse vedere, non implica niente.
    Non con me almeno.
    Sbianca.
    Impallidire non rende l'idea.
    E' come se all'improvviso tutto il sangue fosse defluito dalla sua faccia.
    Perchè sa cosa succede ai traditori.
    Per un simile crimine, la punizione è una sola.
    Lo guardo nuovamente, con occhi che non riflettono nè la luce, nè la sua faccia.
    E il sorriso della vergine Maria che incornicia il mio volto, è solo foriero di brutte notizie.
    Le labbra umide si socchiudono in una sola frase.
    Pena di morte.
    Dopodichè il tacco della mia scarpa si schianta con violenza sul cellulare, e su tutto quello che sta sotto.
    Giro con veemenza, ancora e ancora.
    Certa che adesso non mi tradirà più.
    Urla, ma tra questo e le sue parole di prima per me non c'è differenza.
    Tanto nessuna delle due era linguaggio umano.
    E adesso, che un colpevole è stato punito, passiamo al prossimo.

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    Non è stato tanto difficile trovare la mia preda.
    Non che abbia fatto niente per nascondersi, anzi.
    Non sono l'unica che abbia avuto qualcosa da ridire a riguardo.
    Questa Gatta ladra2 si è lasciata dietro una scia di cuori infranti.
    E sia chiaro, non la biasimo affatto, io avrei fatto lo stesso.
    Tehe, beh in realtà io FACCIO lo stesso.
    Solo che qui la cosa veramente importante è che questo qualcosa riguarda me.
    Con le dita carezzo la borsetta che porto al fianco.
    Carinissima, la stoffa rosa è tipo super di moda.
    Ma non è questo ciò che è importante.
    Al suo interno contiene quello che tutte le ragazze alla moda dovrebbero avere.
    Rossetto, trucchi, un set di cucito (che dopo Kima-rin ho imparato a tenere sempre dietro), fazzoletti, un coltello da cucina.
    Cose di tutti i giorni insomma, per avere a che fare con tutte le evenienze.
    Ma sarebbe troppo facile, aspettarla in un vicolo e finirla così.
    Voglio che veda e tipo, sappia chi sono e perchè si merita questo.
    La mia vittoria deve essere cioè, assolutamente flawless.
    Entro nel locale e mi siedo al bancone.
    Dopodichè allungo uno Yukichi3 al barman e con aria angelica chiedo...
    Hey onii-san, potresti portare questo a Eve da parte mia, pretty please~♥
    Ignoro chi sia Eve, quello che so di lei è solo che è un nome d'arte, probabilmente.
    Un nome quantomai appropriato comunque, perfetto per una la cui professione è sedurre e irretire gli uomini.
    Ma se io non so chi lei sia, il barman sicuramente lo saprà.
    In fondo è una cliente affezionata pare, e se non puoi chiedere al barman, a chi potrei mai chiedere?
    Dopodichè seduta al bancone attendo.
    Il messaggio è chiaro.
    Posso quasi pregustare il suo volto quando si vedrà arrivare il cocktail.
    -Crema di cacao bianco.
    -Amarula
    -Latte
    -Schegge di cioccolato 70% amaro
    e infine Semi di melagrana, il frutto dell'amore proibito.
    decisamente un cocktail appropriato...
    un

    "Lover's Revenge".





    NOTE:

    1. Il Konjac è un particolare tipo di gelatina dolce particolarmente densa ricavata dalla patata Konjac, tipico del Giappone.

    2. (泥棒猫) Dorobou Nèko, è una frase ricorrente nella letteratura e nel teatro drammatico nipponico, associato alla figura della sciupafamiglie, equivalaente alla "malafemmena" nostrana.

    3. Fukuzawa Yukichi, figura storica Giapponese il cui volto è riportato sulle banconote da 10.000 yen (Circa 80 Euro.ndt)



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    Evelynn Harcrow
    Sembrerà strano ma il metodo di ricerca di Yami per quella persona che stavo cercando era così semplice tanto quanto facile da praticare al punto che mi ero detta di poterci provare pure io. Dubitavo di riuscire a trovare qualche informazione dato che altrimenti avrei ricevuto già qualche notizia dalla bella svedese, tuttavia provarci non costava niente nonostante ci fosse il problema che spesso e volentieri mi dimenticassi che dovessi effettivamente impegnarmi per cercare qualcosa: fra la pasticceria e quello che facevo la sera cercavo di tenermi il più impegnata possibile per evitare di avere la mente libera e soprattutto per guadagnarci qualcosa, quello di adesso era uno dei rari momenti che mi prendevo per me tra un appuntamento e l'altro. Insomma se non uscivo un po' per i fatti miei quando faceva bel tempo, quando mai avrei dovuto farlo?
    Forse però era lo stesso pensiero di tanti clienti dato che ultimamente le richieste erano tornate un pochetto a salire e chi poteva biasimarli? Una bella passeggiata al chiaro di luna di una sera estiva era quel tocco di romanticismo che serviva per non far credere che il fine ultimo di chiunque mi richiedesse fosse quello di finire in una qualsiasi camera da letto di un qualsiasi motel da quattro soldi che pagavano loro, sono convinta che da alcune parti potrei chiamare per nome un po' chiunque e non avrebbero problemi a risolvere anche se spesso era più divertente andare in posti nuovi e vedere che tipo di faccia facessero quando capivano che non ero proprio la ragazza o la compagna ma semplicemente della compagnia. Un paio di bacchettoni mi guardavano come se avessi appena compiuto un gesto inequivocabile ed immorale oltre ogni misura, quelli erano divertenti: non ero una che si faceva problemi con i pregiudizi di questo genere, sapevo benissimo di essere una poco di buono, ed anzi la mia consapevolezza mi metteva dal mio punto di vista su un certo gradino di vantaggio.
    Potersi guardare allo specchio la sera era una delle cose più belle di questo mondo. Ero talmente confidente con quello che facevo che non sentivo nemmeno il bisogno di mascherarmi con un nome finto: che senso aveva se tanto il mio volto lo potevano vedere quando volevano? E di certo non ero famosa, grazie al cielo direi, il problema era che fare questo mestiere mi metteva terribilmente sotto l'occhio di ingrandimento per quel che riguardava la mia persona.
    E con persona intendevo corpo. Dovevo mantenerlo in una forma talmente invidiabile da sottopormi spesso a degli stili di vita quasi proibitivi anche se qualche soddisfazione, ogni tanto, me la prendevo più che volentieri soprattutto lavorando in una pasticceria di giorno: mica dovevo evitare gli sfizi, no? Comunque perché era un problema? Perché avere una forma ed un personale decisamente invidiabili, mi sottoponeva ad inviti di chi mi vedeva sola anche quando uscivo da sola per farmi un po' i fatti miei.
    « Ho già ordinato, caro. » Risposi al cameriere quando mi portò il bicchiere. Ovvio che lo conoscessi, questo era uno dei miei locali preferiti quando mi trovavo a navigare in questo particolare quartiere di Tokyo, ed il barista sapeva benissimo che non mi sedevo mai al tavolo senza aver prima ordinato e poi pagato. Non era la prima volta che me ne volevano offrire uno per attaccare bottone o iniziare una conversazione, certo, ma almeno quando succedeva avevano il coraggio di avvicinarsi di persona. Accomodandomi meglio sulla sedia, sistemai il gonnellino di jeans che avevo indossato e tolsi qualche piega dalla maglietta in seta bianca: mi appoggiai allo schienale accavallando le gambe, piegando un po' il capo all'indietro per osservare meglio chi mi aveva portato il bicchiere con aria neutra. « ...fammi indovinare, è un regalo. » Lui annuì, io sospirai dando un sorso al cocktail che avevo già. Almeno questo era dolce, quello non lo sapevo ancora. « Dov'è quello che vuol fare lo splendido? » In genere era sempre un ragazzotto con un sorriso da fenomeno che pensava di fare colpo con un semplice drink: dipendeva da come mi sentivo però, a volte mi trovavano con voglia di svagarmi ma stasera ero relativamente tranquilla.
    Comunque non mi scomposi più di tanto sentendo la risposta e scoprendo che non fosse un lui o una lei, ero una ragazza di vedute abbastanza ampie dunque uomo o donna che fosse non creava molta differenza. Fece per indicarmela, alzai la mano. « Non importa. Ringraziala, dalle un bacio, prenditi una pausa e goditelo alla mia. »
    E quando non avevo voglia, rifiutavo qualsiasi regalo buono o cattivo che fosse. Speravo capisse che non avevo davvero così tanta voglia o che, nel caso, se lo godesse lei dato che sapevo che lo staff non se lo sarebbe potuto bere.

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 6
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    Rena Sakashima

    “Man may have discovered fire, but women discovered how to play with it.”

    - Candace Bushnell -



    Quando vedo tornare indietro il ragazzo con il drink immacolato, capisco che sarà dura.
    E' una mossa decisamente sciocca...o assolutamente perfetta.
    Rifiutando un approccio indiretto ha subito messo in chiaro chi è in posizione di inferiorità.
    Mordicchio nervosamente il labbro.
    Mooooou! Pensavo sarebbe stato un lavoretto facile, ma per una volta sono stata smentita.
    Decisamente occorre un'altro approccio, di tutt'altro genere.
    Lo allontana con un gesto imperioso, e lui se ne torna indietro.
    Senza scomporsi, senza esitazione, nonostante la mancia generosa che gli ho lasciato, decisamente un professionista.
    Tanto di cappello, se le circostanze fossero state diverse forse, avrebbe anche potuto essere la mia compagnia di stasera.
    Ma non oggi, non in questa situazione.
    Non sono decisamente dell'umore adatto.
    Mi alzo e mi dirigo verso il barman.
    Con un movimento rapido e sinuoso sollevo il bicchiere e mi allontano con una piroetta delicata.
    Abbastanza da sollevare una nuvola profumata di capelli color rosa.
    Ehi, la preparazione è tutto, e questo locale così come il suo personale sembrano il genere di posti dove potrebbe essere interessante tornare.
    Replico con un occhiolino malizioso alla sua muta richiesta di spiegazioni liquidandolo con un.
    Grazie mille onii-san, ci vediamo dopo per un'altro giro, tieni pure il resto~♥
    Dopodichè ingoiando un rospo amaro come il fiele riprendo il mio percorso verso il tavolo dove lei mi aspetta.
    Lei.
    Ohmaygawsh, è una parola, definirla come lei.
    Take-pii potrà essere stato un idiota, un barbaro, un buzzurro e un arrogante bastardo.
    Ma di sicuro sapeva scegliere certamente le sue "conquiste"...o "conquistatrici" per meglio dire.
    Mi vanto di essere brava ad attirare l'attenzione.
    Ma qui, cioè, siamo ad un livello sopra!
    Tralasciando la forma fisica da urlo e la complessione pressochè eterea, il problema sono gli occhi.
    Quei maledetti occhi.
    Due pozzi d'oro fuso attraversati da una stretta pupilla verticale come quella di un felino.
    ...
    Io adoro i gatti, ve l'ho mai detto?
    Beh, è una combinazione notevole, e se ci aggiungiamo i canini appuntiti e il comportamento carico della fiducia di se...
    Beh, la combinazione è un po' oltre quello che ci si potrebbe aspettare normalmente.
    E che cavolo, la mia fortuna in questo periodo sta oltrepassando i limiti del consentito.
    Prima quel babbeo dal cervello liscio di un principe azzurro SSR, poi SSR Kima-rin...
    E adesso cosa siamo UR? Limited edition?
    Pensavo sarei venuta in questo locale per fare un po' di scena, per mettere in chiaro due cose, ma se continua così mi devo preparare ad un esorcismo!
    Yabai.
    Tipo super-Yabababababa.
    Mentalmente mi schiaffeggio le guance.
    Focus Rena, Focus.
    Non è il momento di farsi prendere dagli ormoni.
    E' tempo di mettere su la faccia da guerra e farle vedere chi comanda.
    Con tranquillità mi avvicino al suo tavolo evitando eventuali spasimanti, se presenti, e poggio il cocktail sul tavolo, sul posto opposto al suo.
    Rimandare indietro il cocktail non è stato un gesto molto gentile sai?
    E' una voce disgustosamente dolce e grondante di saccarosio la mia.
    Sufficientemente artefatta da suonare maledettamente artefatta.
    Lo scopo è quello.
    In questa complicata danza per il successo sociale non ci possono essere passi falsi.
    E' una lunga ed elaborata sciarada, una partita a scacchi dove ogni mossa potrebbe essere scacco matto e stavolta, parto già in svantaggio.
    Qualcuno potrebbe avere da ridire, ma non mi sorprende...
    D'altronde anche mettere le zampe sul ragazzo di qualcun'altro non è un comportamento esattamente lodevole~♥

    Senza attendere un invito, sposto la sedia e mi accomodo.
    Di fronte a lei, le mani incrociate davanti al viso.
    Un sorriso da Vergine Maria dipinto sul volto.
    Eve, giusto? Suppongo sia un diminutivo o un nome d'arte...non posso dire che non sia appropriato.
    Posso chiamarti così o preferisci in altro modo?

    Eva, la prima tentatrice.
    Colei che ha indotto l'essere umano al peccato.
    Adatto davvero.
    Inclino la testa come un gufo.
    Ad ogni modo io sono Rena.
    Non aggiungo "piacere".
    Non lo è affatto.
    O meglio una parte di me lo ritiene davvero, è raro trovare una personalità del genere, con un aspetto del genere poi!
    A modo mio sono una esteta, e la bellezza è da essere apprezzata quando c'è, qualunque sia la forma che assume.
    E non puoi neppure lontanamente immaginare quanto abbia sentito parlare di te...
    Sono davvero felice di averti trovata stasera~♥

    E non sai quanto.


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    Evelynn Harcrow
    Per una come me le cose fastidiose sono relativamente tante, non andrò a mentire, ed una delle più è quando la persona che hai appena rifiutato non capisce quando fare un passo indietro e continua, e continua, e continua ad insistere fino a quando non mi trovo costretta ad adottare una delle seguenti soluzioni: arrendermi, chiudergli/le la porta in faccia, parlarci, farsi seguire in un vicolo per poi far perdere le mie tracce oppure farmi seguire in un vicolo per poi far parlare le mani.
    Pensate che non sia una tipa manesca? Sono irascibile come tutti, solo che non lo devo dare troppo a vedere dato che altrimenti poi i clienti mi cercano un po' meno. E dico meno perché ormai nel giro un piccolo corteo, un nome me lo sono fatta e si sa che sono sinonimo di garanzia: forse perché alla fine sono una persona abbastanza facile da trattare per avere ciò che si vuole? In fin dei conti un po' buona lo sono, mi spiace a volte non dare ciò che vuole ad una persona che si impegna così tanto per averla e paga. Mi capite, no? A pagamento corrisponde un trattamento uguale ed a volte un po' più vantaggioso, però ecco in questi casi è troppo.
    Forse non avrei dovuto conciarmi in questo modo e mettermi qualcosa di un po' più sobrio per uscire e prendermi un drink ma ora mi si vuol dire che una persona non può nemmeno mettersi un po' in mostra se lavora tanto faticosamente per poterselo permettere? Che non si creda che nel mio tempo libero ozio e basta, al contrario mi do un sacco da fare: c'è chi per conquistare fa vedere la collezione di farfalle, io potrei far vedere quella dei tesserini delle palestre di Tokyo dove non è che vado a sollevare pesi, non troppi almeno, ma la cardio è molto importante. Poi per altri tipi di allenamenti non si può e non si deve parlare, quello è un discorso da affrontare in separata sede.
    Comunque quando la persona rifiutata insiste significa o che è estremamente stupido, o che ha qualcosa da dirmi a tutti i costi e speravo con tutta me stessa che fosse il primo caso: non ho voglia di aver a che fare con persone isteriche che vogliono cantarmene quattro perché faccio un lavoro immorale. Pensate che non sia mai capitato? Che nessuna ragazza di qualche cliente abbia trovato per sbaglio la mia pagina sul telefono o computer del marito? Ricevo dei messaggi ogni tanto da queste persone ed un paio di volte mi hanno pure voluta incontrare usando l'account dell'altra persona e credetemi, sono una noia mortale: "ma come hai potuto? Come ti permetti? Riesci a guardarti allo specchio?".
    Che noia.
    In quei casi prendo i soldi, lascio che si sfoghino e poi me ne vado e...come? Perché prendo i soldi lo stesso? Perché non è colpa mia se la gente è stupida, ecco. Per queste cose comunque spero sempre sia il primo caso e non il secondo, quest'ultimo porta quasi sempre delle noie. Sento un piccolo toc, poi una voce: alzo lo sguardo dal telefono muovendo solamente gli occhi notando il cocktail che il cameriere mi aveva portato prima e rimandato indietro, la frase d'appoggio. Forse mi è andata bene? Dedico anche uno sguardo alla persona che si presenta al tavolo, sul posto opposto al mio: molto giovane, lunghi capelli rosa, faccetta pulita ed il sorriso simile al mio. Contraffatto. Carina, sembra una di quelle ragazzine che al liceo potrebbero far parte di un circoletto di cheerleader senza però essere mai completamente al centro del gruppo, una di quelle che per l'approvazione altrui darebbe anche il sangue.
    Per puro effetto scenico faccio apparire la punta delle code da sotto il tavolo, come farebbero due piccoli serpenti che hanno fiutato qualcosa: puntano verso la ragazzina e piano piano fanno giusto qualche centimetro senza però mai avvicinarsi, come se avessero un'aria guardinga. « Sei sicura di avere l'età per poterlo comprare, un cocktail? » E' lei che è venuta da me, posso permettermi di fare quella un po' cattiva ed acida. Non mi piace, ogni tanto però devo giocare ad essere quella che se la tira soprattutto quando non vorrei essere disturbata tipo stasera. Non sorrido nemmeno, dopo la domanda rimetto gli occhi sul telefono e continuo a leggere gli articoli di giornali online che ho trovato in giro, cercando di capire cosa vuol-
    Mi fermo e nemmeno troppo velatamente sospiro, roteando gli occhi verso l'alto con aria ovviamente scocciata. Cos'ho fatto di male? « Chiamami come ti pare. »
    Ad ogni modo io sono Rena. « Ah-ha. » Annuii con fare molto disinteressato trovandomi costretta a dedicarle almeno un po' di attenzioni. Appoggio in telefono in grembo, unendo le mani tra loro punte aguzze contro punte aguzze per poi portarmele di fronte al volto in modo che almeno gli occhi non siano coperti: voglio vederla questa seccatura mentre ci parlo. « Dunque ora che mi hai trovata vuoi capire quali siano le differenze tra me e te? Non ho nemmeno idea di chi sia il cretino che si è fatto beccare stavolta - » Marco bene la parola giusto per farle capire come non sia il primo caso, purtroppo. « - dunque fai in fretta, ho altro da fare ed ai miei occhi qualsiasi altra cosa è più importante di questo. » Davvero, non mi interessa la gelosia delle persone: se non vogliono che gli uomini vengano da me, che li trattino meglio loro. Ho sentito talmente tante lamentele in vita mia che potrei far invidia a qualsiasi barista della città.
    « Dunque...cosa posso fare per te, stellina? »

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    Pfffft.
    Trattengo a fatica una crassa risata, lasciando che a malapena un risolino fuoriesca dalle labbra.
    Santi numi, che idiozia.
    Io interessata a quel muchcio di muscoli e poco altro?
    Oh certamente, ma è il genere di affezione che si merita un cagnolino appena regalato, o un nuovo giocattolo.
    Certo, adesso questa è la mia opinione, adesso che la mia attenzione è stata distratta da lui.
    Take-pii prima era il mio mondo, lo è stato per una settimana o due, in realtà.
    Vorrei ricordare che qui ci sono venuta con l'idea di uccidere una persona per avermelo portato via...
    Ahhh, che cosa incostante che è l'amore.
    Porto una mano a coprire le labbra con dita anche troppo delicate per brandire un arma, almeno in teoria.
    Le unghie sottilmente decorate a toccare la pelle.
    Oh cielo no, ci mancherebbe.
    Lui non è nessuno, solo una banale nota a piè di pagina in entrambe le nostre vite, suppongo.
    Uno dei tanti, indomma.~♥

    Agito la mano a scacciare una mosca immaginaria.
    E gfli ultimi frammenti di interesse per quel bellimbusto spariscono dal mio cuore.
    Nuovamente vuoto, nuovamente libero per essere riempito dal mio prossimo oggetto di interesse.
    E che interesse.
    Irritazione e curiosità si mescolano in parte eguali mentrela vedo congiungere le dita in una sorta di specchio riflesso.
    Così simili eppure così differenti.
    Ha ragione.
    Seccante ammetterlo, ma ha ragione.
    Conversare è difficile quanto scalare il fianco di una montagna a mani nude durante una tempesta.
    Le sue difese sono topnotch.
    Mooooooou, ma davvero tutti quelli che incontro sono troppo Hi-spec.
    E no, onestamente l'idea che ci fossero differenze tra di noi non mi ha nemmeno sfiorata.
    Dunque decido che l'onestà è la carta migliore da giocare.
    E' inutile che continui a farmi passare per una ragazzina balorda.
    Ho come l'impressione che per far aprire quei cancelli, debba prima aprire i miei.
    Pertanto sorrido.
    Con quel sorriso unto, falso come giuda, dolce come la carne in putrefazione.
    In realtà ero venuta qui per infilare un coltello tra le scapole di chiunque avesse osato mettere le mani sui miei giocattoli senza neanche prima chiedere per favore~♥
    Disarmante, suppongo.
    E' un comportamento che difficilmente avrei mostrato a qualcun'altro.
    Ma se davvero questa Eve è una creatura della notte, se davvero è così simile a me come pare vorrebbe evidenziare.
    Beh, vediamo sin dove è disposta a spingersi.
    Ma adesso devo confessare che mi hai incuriosita.
    Non è che nel tempo libero fai la terapista vero?
    Prego, illustrami, sono tutta orecchie, l'opinione altrui è una cosa decisamente importante...

    E lo è.
    Per me in particolar modo.
    Anzi, si potrebbe dire che è ciò che per me conta di più a questo mondo.
    Quindi il feedback di un operatore del settore è estremamente apprezzato.
    Se vuoi spiegarmi cosa ti rende meglio di me, sono sicura che faremo MOLTO in fretta.
    Non credo sarà una lista troooooppo lunga.



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    Alzo le sopracciglia in modo più o meno perplesso quando ascolto il primo discorso di...questa ragazzina di cui non ho nemmeno ascoltato il nome: prima arriva a lamentarsi che non si rubano i ragazzi delle altre e poi aggiunge circa...dieci secondi dopo che quella persona non è più nessuno di importante paragonandolo ad un sassolino che trovi a bordo strada. In modo un po' più poetico e ridondante, lo ammetto, ma il concetto è comunque quello. Inizio a farmi un paio di idee sul perché quella persona, chiunque esso sia, sia venuto da me a cercare un po' di conforto se prima aveva a che fare con questa ragazzina che sembra una di quelle, come detto prima, che ad un liceo americano sarebbe attorno alla più bella della classe cercando di essere alla pari solo per non venir lasciata da parte e godere di luce riflessa. Non so perché ma mi da l'idea, davvero, di non essere nemmeno maggiorenne ed arriva a farmi dei discorsi del genere quando non credo abbia neanche l'idea di cosa voglia dire aver a che fare davvero con gli uomini: un conto è essere la puttanella del quartiere, un conto è essere la donna più ricercata del quartiere e le due cose non vanno sempre a braccetto. Anzi.
    Però su una cosa ci ha preso, è sicuramente uno dei tanti.
    Sembra alludere al fatto di fare più o meno ciò che faccio io ma vuoi che non l'ho mai vista su nessuna pagina - magari non ci ho fatto caso - vuoi che non ne ho sentito mai parlare in giro, al momento non ho idea di chi possa essere nonostante il suo nome me l'abbia detto: forse è solo una bambina a cui piace giocare a fare la donna matura circondandosi di "relazioni" volatili come piccioni liberi al vento soprattutto perché lei li definisce "giocattoli".
    Ammetterò che come termine mi causi un leggero fastidio, posso però permettermi di farle delle prediche data la mia posizione? Ed in questo caso non parlo di quella all'interno del dialogo dato che non credo di essere né sopra, né sotto di lei non avendo ancora iniziato a dire niente. Con "posizione" intendo quella nella società, alla fine sono solo una ragazza a cui le persone si affidano per stare bene con gesti più o meno intimi. Sbuffo appena con un gesto della mano al discorso del coltello mentre in testa l'asta sul suo giudizio si sposta sempre di più verso la "sinistra" di un grafico a croce che comprende valori di purezza ed intelligenza.
    Questa ragazzina è così superficiale...
    « Ti sfugge il fatto che siano gli altri a venire da me e non il viceversa, dovresti credo interrogarti sul perché questo ragazzo se ne sia andato da te. » Non è proprio il miglior discorso con cui iniziare una conversazione più o meno pacifica o che voglio che finisca il prima possibile per potermene andare a casa, lo ammetto, semplicemente non ho potuto farne a meno. Il punto è che venendo da me, le persone dimostrano di avere dentro un po' di insoddisfazione che cercano di cacciare recandosi al mio capezzale e forse è per quello che mi sono impegnata per farmi un "buon nome"...o forse perché mi piacciono le attenzioni degli altri. O meglio ancora perché mi piacciono determinate cose, se però posso unire l'utile al dilettevole, dato che mi pagano, perché non impegnarsi per sembrare una brava barista? Alla fine non mi vedo poi molto differente da quell'individuo che sta dietro al bancone ed ascolta le lamentele della gente che viene ad annegare nell'alcol le proprie sofferenze.
    « Anyway sembra che tu abbia un'idea sbagliata sulla faccenda. Tu pensi che ci sia qualcosa che mi rende meglio di te ma tolto quell'abisso che si trova tra di noi sull'aspetto fisico - » Ah dimenticavo, sono molto vanitosa e credo che questa ragazzina possa solo reggermi la candelina, a riguardo. « - credo che la questione si sposti su ciò che ci rende diverse. » Con una mano vado ad afferrare il bicchiere che avevo sul tavolo per portarlo alla bocca, per il momento non ha quasi per niente catturato la mia attenzione dato che non si tratta altro che di una di quelle ragazze gelose che mi sono ritrovata nel mezzo più di una volta. Cosa la rende speciale rispetto alle altre? Per ora quasi nulla, vi dirò, ma sarà perché non la conosco ancora del tutto né è mia intenzione colmare questa mancanza.
    « E ci sono due cose che trovo tutto sommato strane, adesso: la prima è che tu non ti sia resa conto solo sedendoti qui di quante differenze reali ci siano tra noi due, la seconda è che tu non abbia capito perché quella persona sia scappata da te per venire da me. Se vuoi ti posso dare un indizio. »
    Con l'indice della mano libera feci una sorta di cerchio attorno alla bocca, andando ad indicare silenziosamente quel sorriso che non si era ancora tolta da quando si era messa a sedere ed aveva iniziato a parlarmi. Quello da "sono migliore ma sto mostrando la mia magnanimità": lo avevo visto talmente tante volte che in ogni circostanza mi causava il voltastomaco. « E' vomitevole ed alle persone, piccolina, non piace giocare sempre a monopoli. Dopo un po' stanca. »
    Lei si era seduta mostrando di essere immediatamente sull'offensiva, di avere il coltello non solo in bocca ma tra i denti, con la bava alla bocca.
    Io non ero nemmeno sulla difensiva, ero sul "perché non te ne vai?" e se fossi stata sdraiata per dire su un divanetto non mi sarei nemmeno mossa.

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Rena Sakashima

    “The pursuit of truth and beauty is a sphere of activity in which we are permitted to remain children all our lives.”

    - Albert Einstein -



    Ogni parola, ogni frase, è una martellata che frantuma le mie certezze.
    Se di certezze posso parlare.
    Non so che dire, mi trovo...in difficoltà.
    Non...ci sono abituata, ecco.
    Hm?
    Ho sempre avuto a che fare con sicofanti, con persone arroganti o con vermi privi di spina dorsale.
    Con donne che si credevano regine e barbari che si credevano cavalieri.
    Ho incontrato decine di persone e di atteggiamenti.
    Ma così, mai.
    Così tanta sicurezza di se.
    Così tanta certezza nelle proprie capacità.
    Non è arroganza.
    E' qualcosa di più, è assoluta confidenza.
    E boh, tipo non riesco a starle dietro, ma proprio zero.
    Hmmmmmm?
    Nel senso, quello che dice...torna.
    E' perfettamente chiaro.
    Io che volevo atteggiarmi a padrona del campo...
    Beh, siamo onesti paio davvero una scolaretta sgridata dalla maestra.
    Probabilmente l'avesse detto chiunque altro mi sarei infuriata.
    Ma c'è un qualcosa dietro quelle parole, una sorta di forza magnetica...di carisma.
    Che mi impedisce di dubitare in alcun modo.
    Che sia un quirk o mera presenza di carattere poco importa.
    Ha senso.
    E quando vuole espormi la differenza fondamentale tra noi due, sorrido.
    Come ho sempre fatto.
    Prego~♥
    Ma stavolta il sorriso dura poco.
    E' vomitevole, dice.
    Alla gente non piace, si stufano.
    Non dovrei pormi con così tanta arroganza.
    Non dovrei, no.
    Che cosa stavo pensando?
    Sono entrata qui dentro convinta che una personalità forte potesse sopraffare il mio avversario.
    E invece, invece la lucciola che volevo schiacciare si è rivelata un incendio.
    Non solo mi ha aperto come un libro, ma mi ha pure illustrato cosa non va.
    Questa non è una sconfitta per me.
    E' una disfatta globale e totale, una Waterloo, una Zama, una Lissa.
    Una di quelle battaglie da cui non c'è ritorno.
    La fine di un impero.
    E quindi cosa posso fare?
    Nulla, se non accettare la sconfitta e trarne una preziosa lezione...

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧

    E quando porto il dito alle labbra con fare interrogativo, ho un'altra faccia.
    Una che forse dimostrerà si e no dieci anni di meno.
    E' la faccia di una bambina che veda per la prima volta un aereoplano.
    E' il volto innocente di chi ha appena ricevuto la spiegazione ad un trucco di magia.
    Oh? Si nota così tanto?
    Credevo che alle persone piacesse trovarsi davanti una forza in opposizione piuttosto che un atteggiamento passivo...

    Non c'è intento maligno, ironia o sagacia.
    Sono parole in libertà.
    Semplici e fresche da liceale, forse anche troppo svampita.
    Annuisco tra me e me mentre cerco di mettere ordine tra i pensieri.
    Effettivamente non avevo mai pensato che potesse avere questo effetto.
    Dunque ci voleva veramente una esperta nel settore per fare qualcosa a riguardo...

    Pensieri e parole a mezza voce accompagnate da un umu umu simile ad un gatto che fa le fusa.
    E' come se mi si fossero aperte le porte di una biblioteca.
    Ma come, dai, era tipo così semplice!
    Quando le sorrido, è un sorriso per la prima volta veramente genuino.
    Cioè dai, avrò tipo le stelline negli occhi!
    391, Eve-san!
    Sto per aggiungere altro, magari stringerle le mani e scuoterle di felicità.
    Quando mi fermo e inclino la testa di lato.
    Pensosa.
    Però questo mi mette in difficoltà...
    Mormoro perplessa.
    Per poi con tutta la trasparenza di questo mondo chiederle.
    Come se fossimo amiche da una vita, come se mi stessi riferendo ad una collega più anziana, ad una sorella maggiore o ad una insegnante di ripetizioni di quelle delle scuole serali.
    Solo che qui non si parla di materie di studio.
    Qui si tratta di cose di cuore e personali.
    Tu come fai ad avere così successo con gli uomini?

    NOTE:

    1. 39 in Giapponese, pronunciando i numeri scomposti e separati diventa San-Kyu, che suona molto come "Thank You" in inglese.




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    Più mi trovo davanti a questa ragazzina, più mi trovo perplessa da quello che vedo. E' passata dalla gelosia funesta con voglia, a detta sua, di volermi accoltellare in un vicolo, alla curiosità ed ora sembra avere raggiunto una qualche solta di epifania sentendomi parlare.
    Forse non è solo perché si dimostra falsa come una ragazzina che vuole impressionare le compagne di liceo e nel tentare di farlo, indossa vestiti che non indosserebbe mai e si trucca come la peggiore delle sgualdrine solo per apparire il più grande ed il più "idonea" alla situazione possibile. Forse non è solo per quello, forse è perché sembra cambiare il focus della sua attenzione talmente in fretta da essere difficile da interagirvi ed anche poco divertente: come puoi stare in compagnia di una persona che si dimentica di te o mentre sei con te passa ad altro? Anche se non è questo proprio ciò a cui sto pensando, diciamo che mi sta sfuggendo dalla mente e ce l'ho sulla punta della lingua solo che proprio non ce la faccio, davvero, e non riesco a quantificare o certificare quella sensazione che mi nasce da dentro guardando la piccolina che ho davanti.
    Lunatica?
    Di sicuro strana.
    Il resto ancora non ce l'ho.
    L'espressione di stupore che fa non so se sia una presa in giro o se sia sincera o meno, considerando quanto riesce a fare bene quel finto sorriso vomitevole uguale ad un'immagine ritoccata su internet per sembrare le persone più belle del mondo, potrebbe anche essere. Sospiro. « Le persone devono ingoiare talmente tanti rospi durante il giorno che non hanno voglia di farlo anche nel tempo libero, è per questo che ci sono quelle come me. » Uno sfogo, un modo per aprire la valvola e sentirsi in controllo di qualcosa: il trucco è fargli credere di esserlo, una persona brava illude l'interlocutore di essere con le redini del gioco in mano e lo lascia soddisfatto senza troppe difficoltà. Se qualcuno è passato da un'altra a me, significa che quest'altra del gioco non ha capito poi molto. I soldi vanno guadagnati e fare la scopatina a fine serata non è niente di diverso da prostituzione...non che se mi dessero della prostituta mi offenderei.
    Comunque fa strano sentirsi dare dell'esperta del settore da una che a malapena avrà capito cosa faccio e sicuramente si sarà fatta un'idea sbagliata pensando solo alla parte fisica, forse ho tante richieste perché alla fine non mi limito solo a quello ma anche all'aspetto emotivo della persona che si trova a prenotare le mie prestazioni. Il fatto che poi mi dimentichi di chi sia solo la mattina dopo è un aspetto che non reputo assolutamente importante ai fini della conversazione.

    ...e poi guardala, guardala!
    Come fai a dire che non è strana? Ora che le ho detto la mia con il chiaro intento di metterla su un gradino - ed anche due - inferiore a me, questa se ne esce con uno sguardo che quasi sembra grato e se non mi chiama "sensei" credo sia per miracolo, non sono io il modello che dovrei seguire in questo posto. Ci sono tante altre persone che potrebbero essere dei buoni esempi tipo quelle due ragazze che se ne stanno sedute ad un tavolo facendosi i fatti loro conversando, probabilmente, di quello che è successo all'università oggi. O quel ragazzo al bancone che sta chiacchierando con il barista di un probabile evento sportivo, non una come me che per quanto di aspetto (tanto) invidiabile è una poco di buono.
    Cos'ha che non va questa ragazzina? Non dovrebbe essere in difficoltà di fronte ad un atteggiamento come il mio, le sto praticamente urlando di lasciarmi stare dicendole perché non può essere al mio livello - ed interpretatela come volete - e questa invece si mette a guardarmi in mezza ammirazione? Per l'amor del cielo vai via. Sospiro pesantemente, non lo nascondo nemmeno di voler essere lasciata in pace, adagiandomi meglio sul seggio dove mi trovo. La domanda che mi fa però mi suona così inedita e particolare che mi spiazza, come faccio ad essere così brava? Me lo sono chiesto tante volte, come mai le persone vengono da me? Forse perché ho un aspetto inusuale rispetto a ciò a cui sono abituati, forse per via della personalità o perché in qualche modo sono una mezza fantasia che altrimenti non potrebbero soddisfare, perché hanno modo di approcciare ciò che normalmente non li osservereb-
    Sei nata per questo!
    Con quell'aspetto come puoi dire di non aspettarti ti vengano chieste certe cose?
    Non potevo non chiedertelo, ti sei vista?
    Perché scusa, non è vero? L'ho sentito in giro.
    Lurida putt-

    « Sono nata per questo. » Me ne sono convinta ed il passare degli anni glimi ha dato ragione. Alla fine questo è ciò che mi riesce meglio e non me ne pento. « La natura ci ha messo del suo ed io sono stata brava a cogliere l'occasione. » Do un sorso al drink per cacciare quella serie di fastidiosi sussurri che sento nelle orecchie, per il momento posso chiudere quella porta e gettare via la chiave.

    C'è una cosa che però non ho ancora capito, in tutto questo. Appoggio il bicchiere sul tavolo lasciandogli fare un piccolo "tac", dunque alzo gli occhi sulla ragazzina incrociando le braccia sotto il petto. « Comunque ora che succede? »
    Dondolo una gamba sotto il tavolo mentre le code si appoggiano alla superficie piana dello stesso come a prendere spazio quanto più possibile. Cosa devo fare per farle capire di andare via? « Sei sempre intenzionata a cercare di accoltellarmi in un vicolo? Questo non cambierebbe le cose, piccolina, e non risolverebbe i tuoi problemi. Se è una questione di territorio mi spiace, non sono io che scelgo dove venir portata ogni volta e non posso farci assolutamente nulla dunque come la vuoi risolvere? »
    La osservo adesso scocciata, sperando che sappia anche leggere parzialmente nel pensiero o anche solo nel linguaggio del corpo. O anche solo i segni, per dire, dato che non ce n'è uno che possa dare l'interpretazione di volerla lì.
    Che poi nemmeno mi ha detto chi le avrei fregato e...no, non credo che comunque questo abbia importanza: quello era il pretesto.

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Aha.
    Ahaha.
    Se potessi mettermi a saltare di gioia lo farei.
    Che bellezza, che emozione.
    Potrei stare ad ascoltarla per ore.
    Così tanta sicurezza in se, così tanta determinazione.
    Succube, l'hanno definita, diavolo, demone.
    Beh, avevano pienamente ragione.
    Se questo è un demone dell'inferno, certamente sembra la parte.
    Mi perdo nei suoi occhi e nella sua voce mentre parla, lasciandomi trascinare dalla sua narrazione.
    Mentre le sue parole creano immagini, un ritratto di se decisamente lusinghiero, e come potrebbe essere altrimenti?
    Chiedereste forse ad un artista di rappresentare la bruttezza?
    Possibile, ma non sarebbe un artista, se anche il brutto agli occhi dello spettatore non apparisse sublime.
    Tant'è che quando mi suggerisce il mio piano originale, quello di fargliela pagare, posso reagire solo con orrore.
    Cosa? Oh Yabai, Majipoyo1, mi chiedo come mi sia venuto in mente!
    Seriamente, me, ma si può sapere cosa pensavi?
    Fare del male ad una creatura del genere, ma dai.
    Sarebbe mettersi al pari con un cacciatore di cuccioli di foca!
    Seriamente, sono davvero stupefatta, che mi venga anche solo proposta una cosa del genere.
    i miei tetri e foschi propositi di poco prima svaniti come neve al sole.
    Mi batto la mano sulla nuca con la lingua di fuori in un gesto molto cutesy.
    Un vero Tehepelo2 da manuale
    E' stata una idea un po' sciocchina vero?...te-he.
    Come se stessi parlando di un incidente di percorso tipo avessi preso un dolcetto senza pagarlo e non come se stessi parlando di steccare un altro essere umano con un pezzo di metallo acuminato.
    Come se niente fosse.
    Ma ahimè, sono fatta in questa maniera, certe volte proprio non ci penso.
    E a riprova del fatto che il mio atteggiamento ha fatto un backflip di 180° glielo dico pure.
    Come fosse la cosa più naturale del mondo.
    Alle volte, tipo, cioè mi prende così.
    Quando quel vuoto qua dentro si fa sentire, e vorresti solo riempirlo con qualcosa.
    Poi vedi qualcuno e bam!

    Ci siamo passati tutti.
    Quando tutto diventa rosa con i cuoricini.
    Quando parte la musica di violini e il mondo inizia ad andare a rallenty.
    Quella infatuazione devastante ed esplosiva.
    Il. cuore inizia a fare Dokyun dokyun.
    E tutto ti sembra così rosa, zucchero filato, e vorresti solo sentire qualcuno parlare e parlare.
    Come se la sua voce ti portasse lontano e ti facesse sentire speciale...

    E a me, tipo, succede spesso.
    Anche troppo spesso.
    Un qualcuno di più smaliziato mi definirebbe fatua.
    Incostante quasi.
    Beh, non è certo colpa mia se gli altri uomini e donne sono risoluti come dei calamari!
    Che gli basta vedere un visino dolce e poi ti abbandonano!
    Eh già...
    Che se ne vanno...
    Via...

    jpg


    E il mio volto si incupisce mentre con la testa ripercorro quella Lunga lunga galleria di fedifraghi e bastardi.
    Mentre le labbra si lasciano andare senza freni.
    Gli occhi sono quelli di un bambino che strappa le ali ad una mosca.
    Poi un giorno lui non ti presta più attenzione e il mondo ti crolla addosso, perchè tu non ti meriti questo trattamento. Perchè gli sei stata dietro, gli hai dato quello che voleva, sei stata a sua disposizione, sei stata tutto quello di cui aveva bisogno nel bene e nel male e lui ti ripaga facendo gli occhi dolci ad una persona che ha appena incontrato, come se quel filo rosso del destino che unisce i vostri pollici non fosse altro che filo da pesca che lacera le carni e provoca solo un dolore infinito e non delicata seta e allora vuoi che lui provi anche solo un mililonesimo della terrificante agonia che sta straziando il tuo povero cuoricino perchè non è giusto che solo tu patisca le pene dell'inferno per la sua viscida infedeltà...
    Poi d'improvviso come era arrivata l'ombra svanisce dal mio volto.
    Proprio, puff.
    Sparita.
    Non c'è inganno, non c'è finzione.
    Semplicemente i brutti pensieri come erano arrivati vanno via.
    E Rena torna ad essere Rena.

    jpg


    Aha~♥ Ma divagavo, sono proprio svampita...
    Carina e coccolosa, un vero e proprio pelouche.
    Con gli occhi brillanti di chi insegue il primo vero amore.
    Ancora e ancora.
    Per un bisogno d'affetto patologico e profondo, vero.
    E poco importa che ogni amore non sia il primo, e spesso non sia vero.
    Sicuramente anche tu sai perfettamente di cosa parlo, vero Eve-san?
    L'importante è crederci.
    Sono sicura che una come te abbia una vita piena d'Amore 3,no ~♥


    NOTE:

    1. (まじぽよ) Majipoyo, al contrario di Agepoyo indica una situazione negativa, in cui l'eccitazione e la voglia sono tipo sotto le scarpe.

    2. (テヘペロ) Tehepero è un suono onomatopeico che fa rimerimento all'atto di sorridere con imbarazzo con la lingua di fuori e a labbra chiuse, possibilmente con un occhiolino e battendo una mano sulla nuca. E' un atto solitamente considerato cute e spesso usato per dare una idea di infantilità

    3. In questa frase Rena usa il termine "Renai" (恋愛) ovvero un amore viscerale, guidato dalla passione, un vero e proprio "Vero Amore", invece della parola usata sinora Koi (恋 ) che indica semplicemente una relazione amorosa. Da qui il Termine Amore reso con la maiuscola



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    Oh.
    Oh capisco.
    Oh, capisco ora quale sia effettivamente il problema di questa ragazzina oltre il fatto che letteralmente cambia idea sulle persone con la stessa facilità con la quale io mi dimentico della persona con cui sono stata la sera precedente, davvero. E' tanto alienata dal mondo e chiusa nel suo dove probabilmente si sente sicura tanto quanto io sono sicura e confidente nei miei mezzi nell'ambito del mio lavoro e la cosa un pochetto mi spaventa, non ho a che fare volentieri con questo tipo di persone, sono difficili da trattare ed una parola fuori posto può far cambiare la situazione in molto meglio o molto peggio, anche se in questo caso sembra che il primo scenario sia quello più indicato nella situazione corrente.
    O è una bravissima attrice - e non mi sembra - oppure ha davvero pensato che seguirmi in un vicolo e piantarmi un coltello tra le costole non ne valga più la pena: non che io glielo lascerei fare apertamente, anzi con tutta probabilità farei il possibile per darle una lezione di cui ricordarsi nei secoli dei secoli torturandola nel peggiore dei modi per poi abbandonarla a bordo strada (sì, mi sto scoprendo un po' troppo cattiva in questo periodo), sarebbe tuttavia interessante vedere cosa farebbe di fronte ad un potere che non conosce.
    Effettivamente nemmeno io conosco il suo: ne ha uno? Certo che ce l'ha, tutti oggigiorno ce l'hanno, ma non so quanto lo abbia allenato o se faccia parte di qualche organizzazion-nah, questa è solo una ragazzina gelosa del liceo che gioca a fare qualcosa che effettivamente non si può permettere di fare.

    Ed in tutto questo non ho ancora smesso di domandarmi quando se ne andrà.
    Davvero, perché non posso bermi qualcosa da sola mentre cerco online informazioni riguardo una ragazza di cui conosco solamente il quirk iniziando una missione quasi impossibile da portare a termine da sola? Insomma, chiedo solo di gettare via del tempo in maniera poco produttiva mentre mi faccio i cavoli miei, non chiedo altro. Santo dio come odio le ragazze così, non sono fatta per reggerle perché mi sanno di fin troppa plastica ed io con quella roba ho deciso di non averci più niente a che fare in vita mia: ne ho già viste troppe al liceo provare a comportarsi così per fare colpo su qualcuno o circondarsi di persone che le lecchino il suolo dove camminano, ora che ne ho una davanti che - oltretutto - pare esser masterclass in questo mi urta molto di più di quanto dovrebbe.
    Nel vedere quel gesto con la lingua ho un piccolo spasmo con le code involontario, come se il mio corpo fosse addestrato per rigettare una cosa del genere e---forse è proprio così. « Più generalmente è stato sciocco venire da me dato che non sono io il problema. » E' peggio ancora di una tipica gyaru, molto peggio. E' l'unione di una decina di queste con qualche anno cerebrale in meno, dunque più infantili, in un unico concentrato di finto zucchero che non rende altro che più amaro il drink che avevo in mano poco fa ed al quale, se ripenso, non mi viene altro che nausea. A tante ragazze il "carino" piace, a me no.
    Almeno non questo tipo.
    Ed oltretutto...

    ...oltretutto questa è pazza.
    Ora capisco quale sia il problema: è una di quelle persone super vendicative che non sopportano un abbandono o un tradimento mascherando chissà quale trauma passato che è bene rimanga nascosto dato che esponendolo, si rischia solamente di mandare dei chiari segnali che spingeranno la gente ad allontanarsi lasciandoti ancor più sola e con un buco da riempire ancora più grande.
    E ti circonderai di persone che ti abbandoneranno presto.
    E quel buco diventerà ancora più grande somigliando ad un buco nero che rischia di inglobare un po' tutto. La guardo mentre cambia faccia due volte come una moneta che viene lanciata in aria e mostra velocemente entrambi i lati prima di atterrare e dichiarare al mondo che è uscita "testa", il lato più bello e che vogliono vedere tutti. Mi domanda se so di cosa sta parlando e questo probabilmente è un piccolo rimpianto, anch'io vorrei sapere cosa si prova ad essere veramente innamorata di qualcuno e l'unica occasione che ho avuto di avvicinarmi al concetto si è conclusa con una sbronza da manuale, i miei vestiti volati chissà dove ed a quanto pare un meccanismo di autodifesa interno che ha mandato un ragazzo all'ospedale: la tipica prima volta di tutte, no? Per fortuna che non ho più provato quella sensazione e se mai mi sono trovata ad avere buchi, li ho riempiti sicuramente non come dice lei...e non in un senso metaforico, poco ma sicuro. Dunque so di cosa sta parlando?
    « Uhm...no. Non ne ho idea. » Cioé mi sono sentita un po' tradita quando ha sentito di aver avuto la necessità di ubriacarmi ed anche ferita quando prima sono stata accusata di qualcosa che non ho fatto consapevolmente, poi da quella che era la mia migliore amica sentir dire che fossi comunque una poco di buono ma amore? Non ho mai avuto lo spazio per quello e non ho nemmeno idea di cosa voglia dire desiderare ardentemente di stare con una persona: ci sono delle persone che vedo più volentieri di altre, dei clienti o meno, ma non proprio quello che dice lei.
    La trovo un piccolo spreco di tempo e sono sicura che anche mia madre la pensi così, credo si sia solo sistemata per la mia salute mentale. L'affetto per un genitore non conta per quello che ha appena detto la bambolina, giusto? Comunque la risposta che le ho dato è arrivata con un'indifferenza tale che ha sorpreso anche me per un momento: sono davvero così menomata? A quanto pare sì. « "L'amore" che tu pensi io abbia provato non è altro che lavoro, » Quello che ha fatto prima è inquietante anche per me, non posso mentire a riguardo, soprattutto considerando che non ho ancora capito cosa voglia in particolare da me questa: prima arriva facendo la gelosa, poi il suo problema mentale - perché è chiaro ne abbia uno - la porta ad un completo centottanta gradi ed ora...
    ...eh, e ora?
    Accarezzo la cima del bicchiere con la punta di una coda percorrendo la circonferenza di vetro stando attenta a non farlo cadere, mentre incrocio le braccia e la guardo con la stessa diffidenza con cui si guarda un estraneo avvicinarsi per chiederti se hai cinque minuti di tempo da dedicargli per una proposta che ti potrà cambiare la vita.

    « Non ho ancora capito cosa vuoi da me dunque. Non sono proprio il tipo di persona capace di tappare i buchi emotivi, al massimo so dare del sollievo momentaneo ma non credo sia ciò di cui hai bisogno. »
    Ha bisogno di un aiuto credo.
    Peccato non sia uno strizzacervelli.
    O per fortuna.

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    “Be who you are and say what you feel, because those who mind don't matter, and those who matter don't mind.”

    - Bernard M. Baruch -



    No, non ne ho idea.
    Dice.
    E resto lì.
    La bocca semiaperta come un pesce lesso.
    Perplessa.
    Ah no?
    La frase mi colpisce come una tonnellata di mattoni.
    E' genuina sorpresa quella che si dipinge sul mio volto.
    Tipo cioè, dai Omega-weird.
    Pensavo...
    Credevo...
    E invece...
    E' proprio un diavolo, un demone.
    Senza cuore, senza anima.
    Come ho potuto anche solo pensare per un istante che fossimo simili?
    Lei è così...così...speciale.
    Come abbia potuto anche solo provare a sedurre una creatura del genere mi sfugge.
    Cosa avevo in testa, quale idiota complesso di Hubris mi ero costruita attorno.
    Mi dispiace per te, sai...davvero.
    Non ha mai amato niente in particolare dice.
    Non ha mai conosciuto il vero amore...
    E' lavoro...dice.
    E' chiaramente un demone, no doubt at all.
    E questo, la rende ancora più speciale.
    Quando la riguardo, è con uno sguardo diverso, sinceramente dispiaciuto per lei.
    Come se stessi descrivendo i colori del tramonto ad un cieco, o il rumore delle onde del mare ad un sordo.
    Una vita priva di amore non deve essere così appagante.
    Divertente senza dubbio...ma forse forse mi chiedo chi di noi la sera quando alla fine torna a casa, sia veramente più felice.

    Come deve essere tornare a casa e non avere rimpianti, dubbi, nè gioie nè dolori.
    Fare dell'amore una questione di business e non di cuore.
    Senza gioie e senza dolori.
    Poi mi rendo conto di quello che ho detto ad alta voce e scuoto rapidamente la testa in gesto di diniego.
    La mano in verticale in maniera apologetica.
    Ma non fraintendere, non voglio mettermi in competizione, anzi.
    Sono veramente curiosa su quale dei due modi di vivere sia più appagante.

    E questo è certamente vero.
    Non mi permetterei mai di giudicare le sue scelte.
    Solo un arrogante può imporre la sua opinione sugli altri.
    E ognuno è libero di amare come preferisce.
    Il che, implica anche il non farlo in primo luogo.
    D'altronde dicevano che
    "Amare è soffrire. Se non si vuol soffrire, non si deve amare.
    Però allora si soffre di non amare.
    Pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire, e soffrire è soffrire."

    Ah, meraviglioso piccolo regista.
    Mai tanta poesia in una sola frase.
    Non posso trattenere una risatina.
    Eheh gira che ti rigira finiamo sempre lì...
    Già, le differenze tra noi.
    E quando nuovamente mi richiede cosa ci faccio lì, smetto di fare finta di non capire.
    Non mi vuole, non è interessata a me.
    E non solo da un punto di vista fisico.
    Per lei sono una mosca, una zanzara, un insetto.
    A questo proposito vedi, c'è un motivo se sono ancora qui...
    Mi chino in avanti e sorrido, come se stessi citando l'ovvio.
    Io non ti piaccio vero?
    Devo sembrarti una ragazzina insopportabile, presuntuosa e sicuramente fastidiosa.

    E in effetti è ovvio.
    Dai.
    Basta osservare comemi guarda ogni volta che le parlo.
    E' palese, è più che palese.
    E se non me ne fossi accorta sarei certo una stupida.
    Ecco, esattamente questo è il motivo.
    Apro le braccia come a volermi mostrare quasi fosse un pezzo di carne in una macelleria.
    Dopodichè proseguo.
    Sempre sorridente, sempre con aria bonaria.
    Eve-san, quando mi guardi, non vedi Rena.
    Non vedi questa bambolina, questa ragazzina super carina e totally adorbs.
    Vedi un fastidio.
    Se vogliamo essere sinceri, mi vedi con occhi spassionati.

    "Spassionati" è un termine decisamente gradevole.
    Overstatement del secolo direi.
    Ma dire, mi guardi come un qualcosa che hai trovato appiccicato sotto la suola delle scarpe in un caldo giorno d'estate, suona anche peggio.
    E questa cosa mi incuriosisce.
    Perchè non ti piaccio, non ti sono simpatica, o comunque non ti vado a genio?
    Cosa ti rende così diversa dagli altri? Te lo sei mai chiesto?

    Non è una grande domanda, forse.
    Ma è il genere di cosa che per me significa il mondo intero.


    NOTE:
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    A quanto pare ho fatto un piccolo errore di valutazione e non è quella ragazzina stupida che immaginavo, almeno non così tanto e no, no non starò a giudicare il fatto che lei possa credere o meno nel vero amore mentre io non ancora. Non sono proprio di mentalità chiusa ma diciamo che l'ambiente in cui sono cresciuta e come sia cresciuta io non mi aiutino molto a spalleggiare questo concetto, però non me la sento di chiudere del tutto quella porta perché il destino potrebbe riservare qualsiasi cosa: ogni tanto mi capita di incontrare qualcuno per strada - nel senso di passarci accanto e via - il cui sguardo è completamente perso verso la persona che ha accanto ed allora mi domando come sarebbe anche per me nel caso in cui esistesse qualcuno capace di farmi battere il cuore in quel modo.
    I concetti di amore a prima vista o anche solo il vero amore sono a me quasi alieni tuttavia non penso irraggiungibili, con semplicità non ho ancora trovato nessuno che mi faccia provare quelle sensazioni strane o, come dire, mi faccia avere le farfalle nello stomaco. Rifletto per un attimo, può quel ragazzino del liceo...? Nah, quella è solo una cotta finita male.
    Molto male.

    E nonostante tutto è riuscita non solo a rovinarmi il quarto d'ora che mi stava rubando ma anche a farmi innervosire con quel discorso sulla felicità e sul tornare a casa la sera. L'ho sentito tante volte, è un modo per cercare di farmi sentire in colpa e non farmi guardare allo specchio ed ogni volta che mi viene rivolto contro - tra l'altro da una perfetta sconosciuta - è come se sentissi crearsi un sacco di crepe nel vetro mentale che cerco di mantenere quando ho a che fare con questo tipo di persone.
    « Stai cercando tu di fare la predica a me? Tu? » Senza volerlo mi trovai ad alzare un po' il tono della voce e qualcuno, nei dintorni, probabilmente si è anche girato per guardarmi. Cosa vedrebbero? Una ragazza mutant - ormai ci ho rinunciato a non chiamarmi così - dritta su un seggio dove prima era quasi completamente adagiata, a sporgersi un po' in avanti, le code perfettamente rigide a formare due angoli retti indicando con le punte verso la ragazza ed uno sguardo a metà tra il disgustato, il seccato e l'arrabbiato rivolgersi ad una ragazzina probabilmente appena uscita dal doposcuola che chissà per quale motivo si trovi al tavolo con una di qualche categoria in più.
    Sì lo so che ho parlato di "metà" ed ho detto tre cose, non guardiamo queste sottigliezze.
    « Ascoltami, you little bitch. » Non uso mai questo appellativo: in genere mi rivolgo con i vari "tesoro", "caro/a", "dolcezza" e cose del genere ma in questo modo solo quando ho davanti qualcuno che ha perso qualsiasi forma di rispetto che poteva anche solo cercare di guadagnare in maniera remota. Mi trattengo da tirarle il bicchiere in faccia e quando parlo di bicchiere non intendo il contenuto ma proprio l'intero recipiente di vetro. Sarò una poco di buono ma non fino a questo punto. « Avrei anche potuto accettare...no, che diamine dico, no. Sei entrata qui avvicinandoti con una scenata di gelosia che tra tutte quelle che ho visto non è nemmeno tra le migliori, anzi scusa se te lo dico ma sei stata molto cliché, hai parlato due secondi con me e ti sei trovata a dire che quella persona per te non contasse più niente e mi stai facendo tu la predica sul vero amore? Sull'entrare a casa felice la sera? Quello che hai fatto e detto non ti mette che sul mio stesso piano qui dentro e dato che ti piace tanto parlare di differenze ho cercato di farmi i fatti miei, ma è la prima ed unica che ti elencherò tra me e te. »
    Gomiti sul tavolo, mi sporgo ancora un pochetto in avanti. Penso di non aver ancora battuto le palpebre un attimo da quando mi sono innervosita.
    « Io so che quel che faccio è solo divertimento, tu lo spacci per amore ma credimi che se fosse come dici te, saresti tu quella ad essere estremamente arrabbiata e non io. Vuoi che ti dica che sono una puttana? Molto bene, lo sono. Questo non mi impedisce di guardarmi allo specchio la sera e di stare bene con me stessa. Togliti quel velo di zucchero e rosa che ti sei messa davanti agli occhi. »

    « Vuoi una risposta? Prima ti trovavo fastidiosa, ora spero di non vederti mai più una volta uscita da questo locale. »
    Voleva sapere se non mi piacesse? Non che l'abbia nascosto però a certe persone le cose le devi dire chiare e tonde perché altrimenti non se ne faranno mai una ragione e questa mi sembra il tipo di scolaretta incapace di accettare i segni ed a volte nemmeno la realtà dunque è bene mettere le cose in chiaro, è bene farle capire che non solo è il tipo di persona opposta nei modi di fare e nel modo di vedere in mondo, ma che è meno compatibile con me. Non si tratta di marcare il territorio, presentarsi e poi mettersi a giudicare non è il miglior modo per provare a farmisi amica.
    Insopportabile? Sicuro.
    Presuntuosa? Prima di chiedermi se fossi felice rientrando a casa no, ora sì.
    Fastidiosa? Diamine, è il riassunto nonché la quintessenza del mio pensiero.
    Potrei metterci altri aggettivi ma finirei domani ed ho di meglio da fare che starmene qui a dedicare più del tempo dovuto a questo ammasso di finto zucchero che è venuta a rompermi i c-calma, calma. Sei cattiva ma non così tanto da portartela nel vicolo e strapparle gli arti uno ad uno anche se potresti...probabilmente. Anche se lo ammetto: in questo caso lo farei volentieri. « Perché sono cresciuta in mezzo a decine di persone uguali a te che, come te, hanno giudicato il mio modo di fare senza guardare gli scheletri nel proprio armadio. Prima di ora me le ricordavi e basta e quando ti trovi di fronte a qualcosa che ti rimanda a pensieri non proprio idilliaci, non lo prendi a genio. Poi ti sei messa in quella categoria con le tue mani e non si tratta di essere diversa dagli altri, si tratta di essere diversa da te. »
    Strinsi appena gli occhi sottolineando le ultime parole: voleva che parlassi un po' di me? Va bene, l'ha ottenuto.
    In maniera decisamente irritante, ma l'ha ottenuto.
    « Io sono diversa dagli altri perché gli altri mi vedono diversa. Me l'hanno etichettato in fronte. Sai quante volte mi sono sentita dire "non sei come le altre" o "mai vista una come te"? Secondo te mi sono mai chiesta perché? Perché ho dato un po' più di attenzioni di una ragazza o un ragazzo che non dedica abbastanza attenzioni? Meno male so fare bene il mio lavoro, allora. Lasciamo da parte l'aspetto fisico perché è ovvio che non troverai cento persone uguali a me camminando per strada - » Grazie al cielo. « - ma per il resto non devi chiederlo a me perché posso ipotizzare, la verità non ce l'ho: chiedi al tuo ragazzo...o ex ragazzo o giocattolo o come lo vuoi chiamare cos'ha trovato in me per chiedere una parte del mio tempo. »

    Prendo un bel respiro dopo aver voltato per pochi attimi lo sguardo in alto a cercare un momentaneo sollievo nel soffitto, cosa non arrivata.
    E giusto un gesto per riordinare le idee, quando sono nervosa tendo a parlare a caso senza capire dove voglio andare a parare ma ora, se voglio levarmi di dosso questo fastidio, ho capito che prima risponderò prima otterrò il risultato che voglio perché più tempo passa davanti a me, più tempo me la immagino distesa a terra in un vicolo con l'aria che le manca nei polmoni e che annaspa solo per cercarla con la voce appena fioca fioca capace solo di chiedere aiuto in un tono talmente basso da essere udibile solo con un'estrema vicinanza e questo non è bene.
    Non è bene perché sto iniziando a farmi veramente pochi, pochissimi scrupoli verso le persone. Non so cosa sia cambiato in me. « E sono diversa ai tuoi occhi perché tu mi stai reputando tale. Se vuoi sapere perché lo sono, domandati perché stai pensando che io lo sia senza, magari, metterci addosso quel velo di caramello che sembra tu metta su qualsiasi cosa. »
    Eccone una: lei mi sembra che faccia sugarcoat sul mondo intero, io no. Cerco di dare un sorso al drink notando con estremo dispiacere e frustrazione, che non nascondo, esser finito. Me ne andasse mai bene una.
    A volte mi domando perché ho ottenuto il potere che mi ritrovo invece che lo smaterializzare le persone con lo sguardo: se potessi, adesso, sarebbe estremamente comodo.

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 6
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    Rena Sakashima

    “And maybe it's spite or maybe it's love but I can't really tell them apart anymore.”

    - Rory Burnes -



    Hawawa.
    S'è arrabbiata.
    L'ho fatto di nuovo.
    RImango tutta mogia mogia, lo sguardo basso e mordo il labbrino.
    Come una monella che venga sgridata per essere stata beccata con le mani nella marmellata.
    Oh...
    E poi lo dice.
    Spero di non vederti mai più.
    Ouch.
    Fa male, parecchio.
    Cioè, da un lato mi fa tipo super-piacere, perchè almeno adesso abbiamo un legame in comune.
    E? un legame di disprezzo e astio, questo sì, ma è pur sempre un primo passo.
    Una corda su cui mi posso arrampicare per raggiungerla.
    E come Kandata che risale il filo di seta di ragno nel palmo di Buddha mi ci aggrappo.
    Come un almbero in mezzo alla tempesta resisto al turbine di improperi e disprezzo che mi si scaglia contro.
    Sperando in uno spiraglio di luce, che segni la fine della tempesta.
    E alla fine arriva.
    Con un respiro profondo.
    Perchè non importa quanto assurdi possano essere, anche i demoni hanno bisogno di respirare ogni tanto.
    Si ferma, e ne approfitto.
    Farfugliando tipo, troppo dispiaciuta a voce bassa.
    Beh è vero, non è stata esattamente la migliore delle presentazioni.
    Il mio sorriso, trademark di finzione, si sgretola a poco a poco.
    Diventando poco più che un amaro mezzo sorrisetto sardonico.
    Su questo punto di vista ho toppato in pieno.
    E' una cosa che mi succede raramente sai? Di solito sono proprio brava a capire quello che pensano le persone.

    Lo dico con una punta di sollievo.
    Mi sono sbagliata.
    Cioè, ragazzi, tipo, è una cosa che avrò detto si e no quattro o cinque volte in vita mia.
    Davanti agli altri almeno.
    Questa è roba da libro di storia,
    Non mi aspettavo fossi cosi...speciale.
    Moouuuu sembro una scolaretta.
    Che vuol dire che Rena è una scolaretta? Non è mica vero!
    Io sono una bona fide JK che cavolo!
    Però proseguo con la mia nuova linea dell'onestà
    E hai assolutamente ragione.
    Ti ho giudicato male.

    Dopodichè mi alzo in piedi, e fissandola negli occhi, faccio qualcosa di inaudito.
    Assolutamente inconcepibile.
    E forse la prima volta in assoluto su questi schermi.
    Appoggio le mani lungo i fianchi...e mi inchino.
    MI DISPIACE, SONO MORTIFICATA1!!.
    Ma non un inchino normale, sono quasi 60° ragazzi.
    Roba cioè, tipo, Super-formale.
    Manco fossi il C.E.O di una multinazionale che è stato beccato a taroccare i registri contabili.
    Attendo i customary 10-15 secondi necessari a convenire tutto il peso delle mie scuse e mi rimetto diritta.
    Sperando che almeno un milionesimo della vergogna che mi porto dentro sia passata.
    Gente, delle scuse così sono merce rara eh.
    Eve-senpai conta così tanto per me.
    Mica briciole eh.
    Hai detto che sei diversa perchè ti vedo tale.
    E hai perfettamente ragione, non credo di poter raggiungere il tuo livello senza un aiuto esterno...

    Unisco le punte degli indici tra loro con aria imbarazzata, mentre la punta della scarpa striscia sul pavimento quasi volessi scavarci un tunnel.
    Una bambina.
    Una bambina dopo una marachella.
    Mamma mia che imbarazzo.
    Quando risollevo lo sguardo mi sono fatta più seria.
    Determinata.
    Beh, seria quanto posso esserlo in queste circostanze.
    Quindi, potresti insegnarmi ad essere diversa?
    Ad essere più come te, così sicura, senza questo...filtro rosa davanti agli occhi?

    E quando realizzo il problema fuoriesce una risatina acida.
    Diretta più a me stessa che altro eh, mi pare chiaro.
    L'equivalente di sarcasmo di puntarsi una pistola alla tempia.
    Ahah che sciocca.
    Ha parlato di caramello davanti agli occhi.
    Fitting, assolutamente adatto alla situazione.
    Non ho voluto io questo zucchero, ma in effetti ha perfettamente senso...
    In fondo che cosa è il caramello se non Zucchero Bruciato, carbonizzato?
    Che si appiccica, e continua a bruciare...
    Ma suppongo che con le parole non possa andare molto lontano, hai ragione.
    E' come il mio sorriso, è tutta finzione...

    Porto la mano alla tasca, mentre appoggio l'altra sul tavolo.
    Le dita aperte, sopra un fazzoletto bianco.
    E dalla borsetta, facendo ovviamente attenzione in modo che ci sia Eve-san tra me e il resto del pubblico, tiro fuori un sottile trincetto.
    Non è il coltello certo, ma quello attirava troppo l'attenzione.
    Questo servirà allo scopo.
    E comunque è una cosa tra me e lei, e solo per i suoi occhi.
    Quindi tanto vale che ti dimostri la mia convinzione con metodi più concreti
    Dopodichè sollevo il trincetto, per poi abbassarlo verso il dorso della mano.
    Senza battere ciglio.
    Senza esitare.
    Yubitsume.2
    Lo chiamano gli Yakuza.
    Una punizione per il fallimento, per aver causato problemi al proprio capo.
    Beh almeno ci provo 3, l'ho solo visto fare in TV.
    Sperando che basti, a riacquistare almeno un briciolo di stima.
    A non estinguere questa remota speranza di avere un punto di vista diverso.
    E magari, smettere di amare così tanto.

    NOTE:

    1. (勘弁しないでください) Kanben shitekudasai è una delle forme più alte di scuse in Giappone, estremamente formale, è una delle più forti espressioni di mortificazione nella terra del Sol Levante...e non è poco! E' l'espressione con cui un condannato chiede scusa alle vittime, oppure molto formalmente alla famiglia di un congiunto per un grande torto. Che venga usato in questo contesto, significa molto per una società chiusa come quella giapponese, che sia una Gyaru come Rena a farlo, ancora di più.

    2. (指詰め) L'atto di compiere yubitsume, detto anche yubi o tobasu (指 を 飛ばす "far volare le dita"). E' un rituale giapponese tipico della Yakuza per espiare la colpa di gravi scorrettezze compiute verso qualcuno, un modo per essere puniti o per mostrare scuse sincere; consiste nell'amputazione delle falangi del proprio mignolo.

    3. Rena ovviamente non ha capito un granchè, ed è più probabile che finirà per infilarsi la lama nel dorso della mano piuttosto che tagliarsi una falange...
      Ma ehi, non è una Yakuza, e quello che ha visto perlopiù è successo in TV.



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    Non mi interessa che si senta in colpa o che adesso si penta di quello che ha detto, non sono una che si risparmia quando deve dire la sua su un determinato argomento o una situazione ed in questo caso mi ha infastidita. E non poco.
    Perché mai poi dovrei trattenermi con una così che è venuta effettivamente a rompere solamente le scatole? Ero qui a farmi i fatti miei senza troppi problemi, è arrivata inscenando una gelosia che poi ha mollato per lasciar spazio ad uno strano ed insensato interesse nei miei confronti: si è interrogata spesso e me lo ha chiesto sul perché io e lei siamo diverse, in cosa, ma non ho la minima voglia di perdere altro tempo con lei perché insomma, non c'è nemmeno bisogno di domandare. Ho detto che sono diversa dagli altri perché proprio gli altri mi vedono come tale tuttavia il fatto che sia differente da questa ragazzina dai capelli stranamente - ma non troppo - rosa è palese e sotto gli occhi di tutti.
    Lei è una ragazzina che se potessi, la classificherei come gyaru: quante ne ho viste di simili nei manga o in qualche anime qui in Giappone? Sì, li guardo e leggo pure io dato che il tempo libero in qualche modo lo dovrò più passare e non sono tutta lavoro, divertimento e dedizione alla forma fisica: ci sono dei momenti in cui voglio rilassarmi e basta.
    Tipo stasera, quello era il mio intento, solo che poi questo tornado concentrato di fastidio mi si è abbattuto addosso e ripeto, non le ho lanciato il bicchiere solo perché non avevo minimamente voglia di fare così tanto casino dentro un locale dove vorrei tornare. Se proprio vorrò fare qualcosa ma ne dubito perché non sono ancora a quel livello, lo farò fuori tipo in un vicolo dicendole di seguirmi con qualche menzogna e facendole credere di voler parlare essendomi calmata. A quel punto potrei fare qualsiasi cosa ma ripeto, non credo di averne voglia.
    « Dici davvero? Ti sei approcciata così bene. »
    Ironia di bassa lega, non ne avevo proprio bisogno ma alla fine quella è uscita dunque la prendiamo. Faccio un cenno al barista alzando il bicchiere di volerne un altro, non ho per niente toccato il drink che mi ha portato questa ragazzina e non lo voglio nemmeno avvicinare alle labbra dunque preferisco farmi raddoppiare la dose di quel che avevo preso all'inizio. Alla fine non è così male.
    Sembra davvero dispiaciuta però dato che pare esser passata davvero dal volermi uccidere al volermi essere più o meno amica. Questo cambia qualcosa? Nemmeno per sbaglio. « E non sono sicura sul fatto che tu sia brava a capirle, credo più tu sia brava a ingannarle. » Insomma quel sorriso fintissimo le servirà a qualcosa prima o poi: sarà riuscita a fregare qualcuno con qualche bella parola, qualche increspatura delle labbra e lì, il gioco è fatto.
    E poi insiste che io sia speciale: insomma lo sono, non al punto che voglio esser riconosciuta come tale da una bambina che si permette di giudicare come tutti quanti in base all'aspetto fisico. Quando si alza non me l'aspetto ma la cosa mi mette un po' in imbarazzo perché a questo punto, quando tutti si voltano verso il tavolo per osservare cosa stia succedendo, sono sicura di star facendo la figura della cattiva e di quella senza cuore: di base funzionerebbe perché il mio cuoricino, in fondo in fondo, un po' buono lo è ma come ho detto spero di non vedere più questa bambina per il resto della mia vita ergo ho un attimo raddrizzato la schiena, nient'altro di più: la guardo con un po' di freddezza, con davvero quella che si potrebbe definire come indifferenza. Con niente che possa dire di mostrare compassione.
    Non credevo di arrivare a detestare qualcuno così tanto in poco tempo, sarà per il fatto che mi ha fatto venire in mente dei brutti ricordi? All'ultimo uomo che si è permesso di fare così credo di aver quasi cavato un testicolo con un calcio, ad una ragazza avrei tolto lo scalpo: questa non sento nemmeno se la meriti. Sospiro. « Alza il capo, non cambia quel che ho detto prima. »
    E cosa dice quando parla di livello? Di cosa poi? Di carattere? Di aspetto? Di modi di fare? Questa ragazzina non ha bisogno di essere una Evelynn 2.0, ha bisogno di capire cosa vuole di preciso dalla sua vita, organizzarsi e poi imbracciare una strada che sia differente dall'emulazione nei miei confronti anche perché diciamocelo, non sono proprio il modello ideale: non ho rimorsi, non mi guardo indietro e sono molto confidente nei miei mezzi tuttavia questo non significa che io non abbia potuto fare delle scelte migliori.
    Vuole che le insegni ad essere differente? Scuoto il capo e lo abbasso quando versa il contenuto della borsetta con un misto di curiosità ed allarme quando va a prendere il trincetto, quello che aveva accennato di voler usare per ferirmi mortalmente da qualche parte. Non capisco cosa voglia dire quando parla di mostrare la sua convinzione salvo poi arrivarci quando nel tentativo di tagliarsi un dito, credo, dato che la posizione della lama iniziare era quella, finisce per accoltellarsi il dorso della mano. Trasalisco per l'orrore.
    « MA SEI MATTA? » Non mi faccio molti problemi ad urlare, alzandomi in piedi di scatto per allarme e mezzo panico. Occhi spalancati, il battito accelerato ed aria completamente sorpresa: cosa diamine ho visto? Ci tiene davvero così tanto? Soprattutto...che problemi ha questa? Ci tiene davvero ad un mio parere ed a farsi guidare rispetto al cercare di arrivarci con la sua testa? « Certo che lo sei! Che diamine ti salta in testa e...mi serve del disinfettante! » Praticamente vado verso il bancone dove il barista - assieme a tutto il resto del locale - sta osservando in mia direzione e quando vede - almeno credo veda - quel che è il risultato della sua azione folle, si affretta ad andare a recuperare quello che credo sia un kit d'emergenza.
    Faccio due passi verso il tavolo di nuovo.
    Inorridita. Non mi fa orrore il gesto ma il fatto che se lo sia fatto da sola e di cose orribili ne ho viste giusto un paio da quando son qua: non sarebbe stata la mia prima volta nemmeno si fosse amputata delle dita da sola. Recupero il bicchiere e le mie cose, voglio che qualsiasi cosa mi appartenga stia lontana da lei. « Tu non hai bisogno di me, hai bisogno di uno bravo ed anche in fretta e ti ripeto, non voglio avere niente a che fare con te: torna a fare i tuoi sorrisi e spargere zucchero lontana da me. »
    Cosa dovrei insegnarle? Ad essere normale, certo, ma non è una cosa che posso inculcare nella testa di qualcuno: uno strizzacervelli, per dire, può ma io no. Almeno il barista è arrivato e sta cercando di prestare soccorso a Rena anche se forse io ad una con un trincetto nelle vicinanze non mi avvicinerei.

    Keep them longing,
    make them plead.

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    “When caprice and conviction are found together, they are always indissolubly wed to folly.”

    - Baltasar Gracián -



    Oh.
    Non sono brava a capire le persone.
    Sono più brava ad ingannarle.
    Parole dure.
    Parole pesanti, come pietre.Ma possono far male a qualcosa che è già irrimediabilmente rotto?
    Non credo.
    Non credo affatto.
    Mi limito a piegare la testa come una civetta, una espressione benevola sul volto.
    Non si può fingere correttamente se non si capisce prima con chi si ha a che fare...
    Dopodichè, lascio che la lama scenda in basso.
    Dritta, rapida, senza esitazioni.
    Hm?
    Oh.
    Damn.
    Pensavo mi avrebbe fermata.
    Sasuga Eve-san.1
    E' così che si fa, severa, brutale, spietata.
    Neanche un attimo di considerazione per questa sciocca ragazzina.
    Aaaah, è proprio perfetta.

    *thud*



    L'impatto è sordo.
    Una ondata di dolore luccicante e rovente mi invade i nervi come una onda anomala.
    Eppure, eppure non fa male.
    Come potrebbe far male, non è altro che una dimostrazione di fedeltà, di amore.
    Certo, ho scavolato in toto la mira, così sembro più una babbea che non sa fare il gioco della penna tra le dita.
    Però spero che l'importante sia il messaggio.
    E invece...
    E invece è solo orrore quello che vedo in quegli occhi così splendidi, simili a opali rilucenti.
    Orrore, e poco altro.
    La vedo alzarsi in piedi, di scatto, e urlare.
    ...che strano.
    Mormoro genuinamente perplessa.
    Una espressione meravigliata sul volto.
    E' spaventata? Preocupata?
    Io matta, ma che domanda è...
    Certo che lo sono, come lo sono tutti gli innamorati.!
    Certo, i miei amori sono più vari e tendono a cambiare molto presto...
    Ma quello che manca in costanza lo recupero in intensità.
    E poi...
    E poi la sento chiamare aiuto.
    Ed è lì che mi illumino.
    Se fosse un cartone animato, questo sarebbe il momento in cui dovrebbe apparire la cascata di fiorellini alle mie spalle.
    Non riesco a fare a meno di trattenere una malcelata esclamazione di trionfo.
    AHA!
    E' poco, è niente.
    Ma è qualcosa.
    Un qualcosa che non pensavo di vedere, che speravo, ma che non ritenevo possibile.
    Mentre la vedo agitata a mezzavoce non posso che sussurrare, coprendo vezzosamente la bocca sorridente con il dorso della mano.
    Allora vedi che un poco ti importa!
    Un piccolo seme.
    Una minuscola crepa in una armatura.
    Ma sta a me veder crescere questo seme in un enorme albero... o forse sarebbe meglio una elegante rosa?
    Ah, la poesia, che cosa complicata...
    Poesia che invece pare persa sulla mia demonessa preferita.
    Che schiuma, letteralmente inviperita.
    Avrei bisogno di uno psicologo, di uno psichiatra forse dice.
    Aaaaah, ancora con questa storia del mostro.
    Del disumano.
    E che cavolo, sono 100 human material io!
    Hmmmm ma io non credo.
    Non essere sciocca Eve-san, uno specialista mi servirebbe per capire quale è il mio problema...
    Ma io so perfettamente quale è il mio problema.

    Io amo troppo, amo eccessivamente.
    Perchè voglio riempire un vuoto.
    So quale è questo vuoto, so come riempirlo e darmi un sollievo, che purtroppo è solo momentaneo.
    E' un vuotare un secchio bucato.
    E questo, ovviamente non mi basta.
    Quello che sto cercando io è una soluzione.
    La soluzione potrebbe essere davanti a me.
    Oltretutto.
    Tutti si preoccupano sempre delle conseguenze...
    Ma avete mai pensato a quanto sia difficile organizzare un patto col diavolo?!
    Poi la presenza del barista mi distrae.
    Oh già, non sarebbe utile farmi trovare così con un trincetto conficcato nella mano.
    E così, come un prestigiatore il trincetto sparisce2.
    Un rapido movimento e ritorna nella borsetta da dove è venuto.
    It's all fiction.
    Ah, grazie onii-san, devo essermi fatta male con un bicchiere...
    Menzogne.
    Menzogne, falsità, nascoste dietro un velo di inganni.
    C'è una narrativa da mantenere.
    Nyahah sono proprio una sbadata.
    Sorrido, fingendo un minuscolo accenno di dolore.
    Sarebbe assurdo, se non recitassi bene la parte della scolaretta sbadata.
    Lascio che il ragazzo delicatamente mi bendi, cercando di nascondermi quanto più possibile dietro la facciata della ragazzina imbarazzata.
    Eve-san si preoccupa sempre troppo, secondo me.
    Tanto rumore per nulla, è raro trovare persone così...

    Già.
    Misdirection, la regola fondamentale di un trucco di magia.
    Distrarre l'attenzione da ciò che conta.
    Perchè ha urlato, perchè Eve-san sembrava così sconcertata?
    Molto semplice, basta costruire quello che la gente vuole vedere.
    Una donna adulta che si preoccupa per una ragazzina più piccola di lei.
    Questo, è quello che la gente vuole vedere.
    Una cosa banale gonfiata fuori proporzioni da banale senso di obbligazione.
    E niente più.
    Aaaaaah, quale delizioso incontro che è questo.
    E mentre la mia mano finisce di essere fasciata, le sorrido.
    Amichevolmente, con una aria quasi adorante.
    Oggi mi è stata impartita una importante lezione.
    La domanda è... l'ho imparata?
    E' decisamente una di quelle occasioni che non si possono lasciare scappare...heehee.

    Ovviamente no.


    NOTE:

    1. (流石 ) Espressione giapponese traducibile con "Come ci si sarebbe potuto aspettare da..." ha un grande valore elogiativo. Spesso usata per esprimere rispetto, apprezzamento per le qualità altrui e rimarcare la superiorità

    2. Rena usa il proprio quirk "Privacy Breacher" per rendere invisibile il trincetto e farlo sparire nella borsa. Certo, tecnicamente si tratta di un crimine, un uso improprio del quirk...ma come dice un vecchio detto: In amore e in guerra tutto è permesso...




    18 yo Liv. 2 Villain Stalker X Gyaru Scheda Portfolio © by ReЙ
     
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17 replies since 9/9/2021, 18:30   384 views
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