Feels Like I Ain't Known You my Whole Life

Role | Evelynn Harcrow & Rena Sakashima

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    Evelynn Harcrow
    Da un lato ha ragione, per capire come fingere e quanto farlo bisogna prima avere che tipo di persona si ha di fronte. La vita è fatta di maschere da indossare, questa l'ho sentita una volta e non mi trova in disaccordo: non ci si comporta quasi mai allo stesso modo con due persone differenti ma anzi si cercherà di adattarsi alla personalità che si ha di fronte di entrambi in modo da non fare qualcosa che possa dar loro fastidio. Bisogna capirle le persone, certo, ma un conto è quello mentre un altro è ingannarle e farsi completamente gioco di loro.
    Non credo che Rena - proviamo a chiamarla per nome - sia brava nella prima perché se così fosse non mi avrebbe fatta così tanto infuriare nel giro di cinque minuti e non si sarebbe cacciata in una situazione che avesse richiesto un gesto del genere, un gesto che mi ha mostrato che non ci sta con la testa. Avrei potuto capirlo molto prima tipo dal modo di parlare e dai discorsi che teneva con un filo logico abbastanza discutibile, o meglio...non tanto quello quantopiù l'atteggiamento che teneva.
    Io, per dire, se entrassi in un locale con l'intento di uccidere qualcuno non cercherei poco dopo di provare a farmelo amico per avere dei consigli di vita, anzi con lo scandire del tempo la mia voglia di conficcargli un ipotetico paletto nel cuore non cambierebbe più di tanto ed al contrario aumenterebbe ogni secondo di più.
    E poi cosa si aspettava, che la fermassi? Manco avevo capito che facesse sul serio, credevo fosse uno dei suoi scherzetti da ragazzina illusa dal mondo e che vuole illudere il mondo solo per un po' di affetto in più.
    Il discorso che mi ha fatto prima, quello sul domandarsi chi sia più felice rientrando a casa, mi fa capire che lei tiene agli affetti molto più di quanto non possa fare io e che alla fine sia una persona un bel po' più sola di quanto non possa essere io stessa, che cerchi affetto per tappare qualche buco che io al momento non sento di avere o, se ce l'ho, sto riuscendo a tener coperto molto, molto bene.
    Non che a volte la solitudine non si faccia sentire, sia ben chiaro, tuttavia quelle volte sono talmente rare da quando sono in Giappone che le posso contare sulla punta delle dita ed un paio di queste sono occupate dai dialoghi avuti con i ragazzi del gruppo che mi hanno spinta a pensare che anch'io avrei voluto un legame come il loro, qualcosa in comune dato che non mi ero sentita altro che un agente esterno atto a smuovere l'equilibrio che si erano creati.
    Forse lo ero davvero.
    Cosa sono? Inorridita dal pensiero che un gesto del genere avesse pensato di farmi cambiare idea: mi ha presa per una della Yakuza? Mi ha presa per una di quelle persone che pensano all'onore ed apprezzano le redenzioni con flagellamenti e punizioni corporee auto inflitte? Ha un suo fascino la cosa per una persona attaccata magari ai valori del Giappone del millecinquecento o meno, per un'americana importata no.
    Anzi la cosa fa solo schifo.
    « Ho buon senso, cosa che a quanto pare ti manchi. » Mi importa? Una persona civile di fronte ad una sanguinante qualcosa farebbe, almeno chiamerebbe aiuto e di certo non sono così cattiva da lasciarla con una ferita alla mano nonostante se la sia autoinflitta.
    Non che la cosa faccia differenza. Ed il punto che lei sappia di avere un problema non rende la cosa migliore, sapere di avere un problema ma comportarsi in questo modo non ti porta alla soluzione ma ti porta a creare sconforto e disgusto nelle persone che vai ad incontrare, almeno quelle abbastanza intelligenti da non farsi ingannare da quella colata di zucchero e caramello che ti getta sugli occhi al primo incontro con quel sorriso talmente fastidioso da farmi desiderare di tirarle uno schiaffo dopo cinque secondi dall'averlo visto. Davvero, credo di non aver mai incontrato nessuno di più fastidioso e sono passata dal periodo in cui tutti disgustavano i Mutant uscendone indenne.
    Il come è un'altra storia.
    E perché mai la soluzione dovrei essere io? Agli occhi degli altri sarò speciale, invece mi reputo solamente brava a fare quel che faccio, a capire quale sia il mio posto ed a portare avanti qualche idea avendo ben salde le mie convinzioni senza lasciare che vacillino: non sono speciale, sono semplicemente determinata a sopravvivere come dovrebbero essere tutti. « Cercala da un'altra parte la soluzione. »
    Quando il barista si avvicina mi aspetto che almeno dica qualcosa ma guardando il tavolo, l'arma del misfatto non c'è più. E' brava con la prestidigitazione, non mentirò, ma questo mi fa capire ancora di più che Rena sia profondamente malata perché per avere il pensiero di far sparire quella cosa in mezzo all'ipotetico dolore determina una freddezza che deriva solamente da un radicato disturbo, quasi abitudine.

    Ugh.
    Perché devo trovare delle persone così orribilmente complesse? Non posso dire di voler una vita normale perché ormai non posso più ambire a quella, ma tranquilla al di fuori delle attività che non devono essere nominate (che oltretutto sono molto poche) posso aspirare ad averla? « Lei paga per i fatti suoi, non la conosco. Scusate il disturbo. »
    Il mio drink è già stato pagato all'ingresso dunque faccio l'unica cosa che in questo momento reputo sensata: appoggio il bicchiere sul bancone, tengo ben stretta la mia borsa e senza guardare nessuno me ne esco dal locale nella speranza - spero non vana - che quella maledetta pazza decida di lasciarmi in pace e rimanere lì a farsi curare. Quello dovrebbe prendere tempo, no? A meno che non voglia ignorare delle cure di cui penso abbia bisogno - nonostante siano basilari e di primo soccorso - dovrei avere qualche attimo per allontanarmi e far perdere le tracce di me.
    Non sono quell'occasione, non lo sono mai stata per nessuno e non voglio esserlo per nessuno: non sono la soluzione a questo tipo di problemi, come potrei esserlo? Non per qualcuno che si permette supposizioni e quel tipo di argomentazioni: che sparisca e torni ad essere parte di quella massa di persone di cui nemmeno conoscevo l'esistenza.
    Forse sono troppo rancorosa per non accettare questa forma di perdono?
    ...no, no non può essere. Insomma perché dovrei perdonare una persona che come tante altre si permette erroneamente di fare dei giudizi approssimativi sulla vita che mi hannosono scelta?
    Stranamente il pensiero di dover andare al Patysseryo domani mi da il voltastomaco.

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 6
    Energia: 550 | Forza: 75 | Agilità: 240 | Quirk:210
    Status: Illesa

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    Will you save me, Sensei?

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    Rena Sakashima

    “The one you love and the one who loves you are never, ever the same person.”

    - Chuck Palahniuk -



    Fredda.
    Gelida.
    Non so come altro definire la sua reazione.
    Aaaaaahn, cielo no, se mi fissa così finirò per sciogliermi! Che poi, sarebbe un controsenso, ma certamente è molto poetico no?
    Ma non basta.
    Non è sufficiente, non è ciò che serve.
    Come una maid pasticciona che urta un preziosissimo vaso antico e lo vede prima oscillare sul bordo e poi rotazione dopo rotazione inclinarsi sempre di più verso il precipizio, così la vedo scivolare via dalle mie braccia.
    Farsi più lontana.
    Avvicinarsi invece all'uscita, senza degnarsi di lanciare uno sguardo indietro.
    Come non fossi altro che un capitolo chiuso nella sua vita.
    Inutilmente la chiamo.
    Cerco di richiamarla indietro come farebbe un cane che uggiola al padrone dopo essere stato abbandonato in autostrada.
    Eh? Ma come, non è stato abbastanza? Dovevo fare di più? Non capisco cosa ho sbagliato!
    Ma niente.
    Le mie suppliche cadono su orecchie sorde.
    Ignoro il povero barista che cerca di tamponare la mia ferita.
    Povera stella, deve credere che questo sia un litigio tra fidanzate o qualcosa del genere.
    Patetica.
    Non devo sembrare altro mentre idealmente mi attacco al bordo della sua gonna come un bambino tremante.
    Certo, se lei indossasse una gonna e io fossi vagamente in sua prossimità.
    Se non capisco, come faccio a capire dove ho sbagliato se non me lo dici!
    Patetica.
    Mi ripeto, mentre onestamente non riesco a non lambiccarmi su cosa sia andato storto.
    Ho fallito, miseramente.
    E qui non si tratta di un qualcuno di assolutamente denso come Abel Phantomhive, o stranamente alieno come quel babyface onii-san supercool dalla tempra da Yakuza nel corpo di un ragazzino.
    No, qui è solo una sconfitta su tutta la linea.
    Non c'era potere speciale o stortura mentale a cui possa aggrapparmi.
    Era solo una personalità fortissima, monolitica nel suo carisma, tanto da schiacciarmi.
    Non puoi andartene così...
    Ero solo un topolino che cercava di minacciare un elefante.
    Non sapevo niente, e ora so anche meno.
    Ero arrivata per delle risposte e ora ho solo più domande.
    Non puoi...
    Ero venuta per colmare un vuoto, e invece, quell'abisso nel mio petto adesso è diventato semplicemente più grande.
    E fa male, fa malissimo.
    La porta che sbatte alle sue spalle ha la stessa finalità del coperchio di una bara.
    E rimango sola.
    Con quel terribile acido in gola della certezza si aver causato la mia stessa rovina.
    Resto in silenzio, per molto, molto tempo.
    Lasciando che il ragazzo mi finisca di fasciare la mano.
    Quando fa per alzarsi, delicatamente metto la mia mano fasciata sul suo polso, a volerlo trattenere.
    Sollevo lo sguardo, gli occhi lucidi, lì per lì per piangere.
    Nyaha, a quanto pare sono stata scaricata...
    Mormoro con le labbra tremanti.
    Come un parassita, come un saprofago.
    Con la stessa decenza di una iena davanti ad una carcassa spolpata da un leone.
    Ma la fame è grande.
    E il buco dentro al cuore è troppo grosso.
    Mhm, patetico vero onii-san?
    Inclino la testa di lato.
    Un sorrisetto amaro sul volto.
    Quella tipica espressione che ispira tenerezza e desiderio di protezione che oramai ho imparato funzionare sempre.
    Beh, quasi sempre.
    E tu cosa ne dici?
    Aggiungo mentre allungo la mano a prendere il cocktail che è rimasto qui.
    Il cocktail che avevo mandato a Eve.
    E che lei mai neppure ha toccato.
    ...mi faresti compagnia per stasera?
    Sempre se ti va bene un qualcosa rifiutato da qualcun'altro...

    Per stasera, penso basterà.
    Lentamente le labbra si poggiano sul cocktail.
    Su quel drink così stupidamente chiamato "Lover's revenge"
    Kch.
    E' dolcissimo
    E' amaro.

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧


    Non sono passati neanche tre giorni da quella sera.
    Ho ricordi confusi dopo avere lasciato la camera d'albergo.
    Le uniche cose che mi confermano non è stato solo un sogno sono la benda attorno alla mano e gli estratti conto della carta di credito.
    Huff.
    Sembra tutto così lontano, così distante.
    Come un qualcosa perso nella nebbia delle memorie...
    Persa nei miei pensieri, fisso il cielo dalla cima del tetto della scuola.
    Le dita strette attorno alla rete di contenimento.
    Quasi fossi un uccellino chiuso in una gabbia.
    Aaaaahn, questo silenzio è...
    Rena-cchi! Hey, giusto te cercavo!
    Interrotto.
    Brutalmente, da una voce che non pensavo avrei più risentito.
    Lo vedo arrivare tutto allegro, la camicia sbottonata, l'aria sfrontata.
    Ma non riesce a nascondere la paura.
    E' come un tanfo, che aleggia attorno a lui.
    Impiego un istante, forse di più a ricordare il suo nome.
    Hm, cosa c'è Take-pii?
    Non oggi, idiota.
    Non adesso, non sono sono dell' umore giusto.
    E quando apre bocca, è un bombardamento sonoro, uno stridio dissonante, che sembra graffiarmi il cervello.
    Ti ricordi di quella strega che ti avevo detto? Beh, ho deciso di troncare ogni legame.
    Non che ne avessi neanche prima, ma ho cancellato le foto e...

    Lo guardo.
    Lo fisso.
    E mi avvicino.
    Un passo lento alla volta.
    E più che mi avvicino e più che lui pare farsi piccolo piccolo.
    E ogni sua parola più tremante, incerta, annichilita.
    E...e...eniente, ti volevo assicurare che non avrò assolutamente niente più a che fare con una tipa del genere.
    Ti giuro Rena-cchi, ci sei solo tu, cosa mi sia preso nel voler comparare una così a te proprio...non lo...so...

    jpg


    Take-pii?
    Sibilo.
    Si Rena-cchi?
    Prima che se ne possa accorgere ho sollevato la mano e presola sua lingua in una morsa di ferro.
    Deve far male, molto molto male.
    Perchè crolla in ginocchio.
    Qualcuno potrebbe dire che trovo divertente, che provo piacere nell'umiliare un ragazzo più grosso di me.
    E potrebbe essere vero...
    Ma non in questo caso.
    Potresti farmi il piacere di stare zitto? Anzi, no, perchè non smetti direttamente di respirare e non fai un favore all'umanità?!
    L'unico motivo per cui ancora sei qui davanti a me è perchè trovavo la tua patetica esistenza vagamente divertente.
    Adesso più neanche quella.

    Ogni parola è puro gelo.
    Ogni frase è forza aggiuntiva messa nello stringere quella massa di carne viscida tra le mie dita.
    Non osare, MAI PIU' proferire parola davanti a me.
    Non azzardarti neanche per errore a pronunciare il nome di Eve-neesama con quelle tue sudicie labbra.
    Sono stata chiara?

    Non risponde, si limita a sbavare convulsamente con gli occhi pieni di lacrime.
    Potrebbe andare in giro a raccontare a qualcuno quello che è successo.
    Ma a che prezzo?
    Dire che si è fatto umiliare da una ragazzina? Dalla prima della classe?
    Il suo ridicolo orgoglio glielo proibisce, e la paura fa il resto.
    E d'altronde chi gli crederebbe?
    Ora sparisci, e prega di non apparire mai più davanti ai miei occhi.
    Perchè stavolta potrei perdere veramente la pazienza...

    Lo lascio andare, e con disprezzo tangibile lo guardo fuggire verso la porta.
    Per poi quasi rotolare giù dalle scale tanta è la velocità con cui è scappato.
    Per un momento osservo le dita umide di bava.
    Come fiori bagnati di rugiada.
    E le porto alle labbra, ripensando a quella donna così incredibile.
    Aaaaahn...Eve-nee-sama.
    Le parole scivolano dalla mia bocca in un sospiro languido.
    Oh si.
    Ci rivedremo ancora, ne sono sicura.
    D'altronde i frutti più dolci sono quelli più difficili da raggiungere.



    NOTE:
    18 yo Liv. 2 Villain Stalker X Gyaru Scheda Portfolio © by ReЙ


    CITAZIONE
    Ð. × Ace Grazie infinite per la role, è stato veramente soddisfacente.
    Spero la prossima volta che si incontreranno Rena possa riuscire a fare una impressione migliore.
    Rena ce la metterà tutta per essere all'altezza di Eve-Neesama...che lei lo voglia o no.
     
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    CITAZIONE
    Hello,
    nonostante avessi avvisato in assenze mi scuso comunque per il ritardo. Non ho nulla di particolare da segnalare, mi sembra tutto fondamentalmente corretto :neko:

    Rena: +50exp
    Evelynn: +50exp +25exp (bonus livello)

    Chiudo--
     
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17 replies since 9/9/2021, 18:30   384 views
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