Prosopagnosia

SQ -- Miyasato Oshima (Stan)

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    Kaworu Oshima
    28yo ✽ Scapestrato ✽ Deceduto ✽ Noraneko

    « Ma che CAZZO è sta roba?! ​»

    L'urlo proseguì echeggiante per tutto lo stradone desolato, rimbalzando tra i cassonetti e i sacchi della spazzatura bucati davanti alle case, e più in là alcune macchine parcheggiate. Appena dopo fu seguito dal tonfo metallico della suola di Kaworu sulla carrozzeria.

    Come poteva venire tradito in quel modo?? Accoltellato dalle spalle dal suo primo amore e compagna più fedele. Lì per lui quando doveva scappare dalla vita, sempre affidabile per portarlo alla sua meta:

    La motocicletta.

    Conquistarono il suo cuore appena poggiò il culo sulla prima Honda C77 scassata del babbo... Un rottame di moto – siamo chiari – sia per il modello che per la condizione. Ma non gl'importava nulla quando tirare l'acceleratore lo faceva sentire così libero.

    « Ferrovecchio di merda... ​»

    Quella notte invece si sentiva solo un coglione.

    Accendere un motorino senza chiave era praticamente requisito per entrare nei Noraneko, poteva farlo (letteralmente) ad occhi chiusi. Come mai allora aveva speso gli ultimi venti minuti soltanto ad imprecare?

    Fanalino irremovibile quindi niente ignizione a tiro, ok, poteva accettarlo. Ma poi si abbassava per un approccio dal motore e non ci capiva un cazzo di niente. Metà dei componenti ASSOMIGLIAVANO a qualcosa di familiare, giusto abbastanza da bruciargli il doppio quando ci metteva le mani e sembrava tornato un adolescente incapace.

    Una moto è una moto! Funzionavano benissimo com'erano, a cosa servivano tutti quei cambiamenti??

    Beh, il discorso poteva applicarlo un po' a Tokyo stessa. Inizialmente aveva in piano di "recuperare" un mezzo al solito posto... Ma lì ci avevano costruito un ipermercato. Ironicamente gli fece comodo siccome doveva addobbarsi di qualche outfit un po' più dignitoso della roba che aveva in guardaroba. Però comunque era triste.

    Era cresciuto tra quelle strade, ma nel 2023 faticava a riconoscerle. Il "centro città" tanto snobbato dal suo gruppetto aveva completamente inglobato i loro quartieri, ora irriconoscibili.

    ...O forse era lui a sbagliarsi.

    C'erano dei buchi nelle sue memorie. Nulla di serio, ricordava i suoi amici, la sua vita, persino la sua vecchia scuola, ma certi dettagli sembravano rimanergli incollati sulla punta della lingua... Figure politiche, celebrità, nomi delle vie o particolari situazioni che nel ventunesimo secolo avrebbero chiamato "storiche" (era così vecchio da essere storia?).

    Meno certe informazioni gli erano vicine, più restavano sbiadite. Realizzava il mondo fosse cambiato ma gli mancava il quadro completo. Era sopravvissuto alla morte, poteva davvero aspettarsi di resuscitare tutto intero? Qualche pezzo l'aveva lasciato nell'aldilà.

    Sperava solo non si stesse dimenticando qualcosa di veramente importante.

    Ah, quella dannata moto aveva ammaccato il suo spirito così violentemente da spedirlo in un trip malinconico. Bagascia. Chi si credeva di essere?!

    Non voleva nemmeno rubarla... A lungo termine. Gli bastava un giro. Giusto per godersi il vento tra i capelli, l'adrenalina di un'impennata, il rombo del motore sotto il sedile, quanto sembrassero fragili i palazzi una volta che sfrecciarci davanti li rendeva macchie sfocate.

    ...Seppur non sarebbe stato il suo cuore in palpitazione.

    Nello specchietto di quella moto futuristica non vi era traccia della sua chioma argentata o degli occhi rossi che più di una volta gli avevano garantito rimorchio facile. Vedeva specchiato soltanto un ragazzino.

    Era qualche ora che non si sentiva l'identità invasa dalle pesanti, dense emozioni di Miyasato. Al volante o come passeggero, non si era fatto vivo... Chiamatelo stronzo ma non riusciva a sentirne la mancanza.

    Senza l'esperienza vissuta sarebbe stato impossibile capire la sua situazione. Prigioniero in un corpo che non gli apparteneva, costretto ad ergere un muro tra se e il nipote per non essere risucchiato nel vortice di miseria e disperazione che formava il cuore del ragazzo.

    Era troppo che non si sentiva così tranquillo.

    « Hey, tu! Cosa pensi di fare?! ​»

    « Uh-oh. ​»

    Sentì solo una voce ma non avrebbe speso il tempo di fare accertamenti. Sguizzò via.

    Miya era più basso, più gracile, decisamente più debole, eppure stava cominciando a prenderci la mano. Gli ricordava mettersi alla guida di una moto nuova ancora sconosciuta.

    Quelle gambe magre correvano scarse, ma anche la stanchezza precoce lo portava a sorridere. Il sudore e i muscoli doloranti erano parte della vita. E non quella artificiale, statica, e smorzata che percepiva quand'era un amico immaginario.

    Era in un corpo rubato, sì, ma se ne sarebbe goduto ogni secondo.

    Se Miya rigettava la propria vita, era così malvagio che Kaworu la vivesse al posto suo? Sarebbe stato uno spreco scialacquarla nell'impotenza... Entrambi avevano visto la morte e ad entrambi era stata offerta una seconda possibilità, ma solo uno sembrava averla presa sul serio.

    Sperava Miyasato non fosse davvero svanito nel nulla, non era talmente crudele da voler cancellare qualcun altro... Ma finché era assente avrebbe apprezzo quell'esistenza che all'altro sembrava pesare e basta.

    E c'era un'intera città da scoprire, con occhi diversi, come fosse la prima volta.
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    Edited by Stan - 25/9/2021, 04:24
     
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