I Solemnly Swear that I'm up to no Good

free role ; morrigan&izusu

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    Le luci che, al ritmo della musica, si accendevano e spegnevano, ogni tanto le colpivano il volto, in contrasto con l'ambiente altrimenti oscuro del locale, stavano iniziando a darle un leggero fastidio, la musica stessa stava smettendo di divertirla. La camicia che indossava, dalle lunghe e larghe maniche e coi ricami dai sgargianti colori, seguiva i suoi movimenti facendoli apparire quasi più dinamici di quanto non fossero: l'irlandese aveva infatti smesso di ballare, limitandosi a ondeggiare sul posto, per risparmiare energia. Il suo sguardo vagava per il locale, leggermente perso e sicuramente stanco, succedeva sempre quando iniziava ad annoiarsi.
    C'era un ragazzo davanti a lei, non un ragazzo qualunque, ma un suo amico: Izusu Morikawa, colui che l'aveva invitata in quel posto. In realtà, come al solito, Morrigan avrebbe preferito una serata più tranquilla, magari riunirsi a casa a guardare qualche film o uscire in un posto con meno persone che ti ballavano accanto in piena estate, facendole salire un'insopportabile caldo. Izusu però probabilmente non soffriva il caldo, per lui tutto ciò non era un problema, non poteva capire.
    In ogni caso, si era ritrovava ad accettare perché voleva un po' distrarsi, le ultime settimane con Saki erano state leggermente stressanti, e il suo continuo cercare di ufficializzare la sua relazione le metteva una pressione che non sapeva come sfogare. Sakiko non rispettava la sua decisione, lei non voleva che la cosa diventasse ufficiale, non era difficile da capire, eppure ella insisteva costantemente.
    In realtà nemmeno Morrigan era sicura di cosa voleva, si interrogava spesso su quel che lei provava per l'idol, ma in tutto ciò si sovrapponevano altre cose, non si trattava solo di sentimento, si trattava di tutti gli altri ambiti della sua vita e quella della compagna. Lei faceva parte d'un organizzazione criminale. Saki era un'idol. Era tutto complicato e Morrigan non voleva queste complicazioni nella sua vita, voleva solo divertirsi con lei.
    Che cosa provava lei per Saki? Era strano, non riusciva a definirlo come amore. Sapeva però di volerle bene e di tenere alla propria amicizia, ecco, teneva ad essa molto più di quanto tenesse ad essere una coppia con lei. Non voleva perderla come amica, non voleva nemmeno farla soffrire, ma non era disposta a tutto quello che significava fidanzarsi con lei. Perchè non le piaceva abbastanza? Si domandava spesso, e la risposta era complicata da trovare. Era attratta da Saki, le voleva bene... ma c'era qualcosa che non andava, oppure era solo lei un po' troppo spaventata all'idea di legarsi così tanto a qualcuno, perché non finiva mai bene... e ne aveva avuti di esempi.
    Scosse la testa, come per scacciare i suoi pensieri. ‹ ...Izusu. › lo chiamò, con l'aria di qualcuno che si era appena svegliato e non aveva prestato attenzione a niente di quel che le succedeva attorno da un po'. ‹ ...mi prendi qualcosa da bere...? › , disse, indicando il bancone ad una decina di metri da loro. Voleva mandarlo da solo perchè non aveva più intenzione di spendere un centesimo lì dentro, e quindi voleva scroccare qualcosa dall'albino. ‹ Se riesci potresti usare il tuo... fascino? Per convincere il barista a darti qualcosa gratis, che ne dici? › aggiunse, con un sorriso malandrino che automaticamente prese possesso delle sue labbra.
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    IZUSU MORIKAWA
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    Festa, musica, solita routine a cui Izusu non riusciva letteralmente a sottrarsi: anche ora che l'estate era al suo termine, almeno una festicciola in cui imbucarsi ogni una o due settimane la trovava.
    Solitamente, sempre con qualche amico, e quel giorno la persona che gli aveva detto di sì era stata Momo-san, con cui aveva coltivato un rapporto di amicizia abbastanza stretto (non che a lui servisse chissà quanto per considerarlo tale). Beh, a dire il vero tempo addietro ci aveva anche provato in un altro senso ma era stato respinto, pazienza, in ogni caso Izusu non era tipo da tenere bronci o anche solo prendersela in assoluto: potevano divertirsi insieme anche senza finire a letto. Certo, era un peccato, uno spreco quasi, ma che ci si poteva fare? Il mare era pieno di pesci.
    Eppure a volte lei gli sembrava in qualche modo interessata, forse era Izusu a fraintendere i segnali o forse era interessata solo per quel famoso libro - che a quanto pare stava scrivendo davvero, non era una presa in giro! Che cosa assurda. Il ragazzo dai capelli bianchi non riusciva proprio ad immaginare che qualcuno potesse considerarlo materiale d'ispirazione per una cosa così, ma non poteva che esserne grato e felice. Sperava solo che Morrigan gli avrebbe fatto leggere qualcosa in merito prima o poi, per ora faceva molto la misteriosa, ed in fondo anche per questo Izusu faticava a credere che potesse ispirarsi a lui per un romanzo, forse aveva avuto un'idea ma stava avendo difficoltà a svilupparla perché aveva sopravvalutato l'albino? In ogni caso, questi non era tipo da spendere troppi pensieri per cose del genere, in tutto ciò era perlopiù lieto che il rifiuto amoroso non avesse creato problemi o imbarazzo fra i due: per lui non c'erano mai problemi, ma sfortunatamente non molti condividevano la sua sfacciataggine.
    In ogni caso, la ragazza dai capelli rosa non sembrava più divertirsi così tanto, lei era così, veniva (quasi) sempre volentieri quando la invitava Izusu, ma spesso finiva per annoiarsi in qualche modo o focalizzare il suo interesse su altro. D'altro canto, il piacere della compagnia era reciproco ed Izusu preferiva sempre anche accompagnarla semplicemente a fare una passeggiata piuttosto che continuare a fare festa da solo. Osservò i suoi movimenti rallentare minuto dopo minuto e gli venne da ridacchiare vedendo come al termine del processo stava a malapena ondeggiando, dunque si posizionò di fronte a lei imitandola perfettamente e mantenendo eye contact con espressione spenta per prenderla un po' in giro.
    La vide assorbirsi nei suoi pensieri per un po', dunque si scosse e lo chiamò per nome.
    -Tutto ok? Vuoi uscire?- Le domandò, anticipando una potenziale richiesta. Invece, lei gli chiese di portarle da bere, ed Izusu fu lì lì per andare con un cenno del capo, ma poi vide dipingersi sul volto di lei un sorrisetto diabolico, aggiungendo che forse il ragazzo poteva usare il suo fascino per ottenere un paio di drink gratis. Izusu incrociò le braccia e sbuffò con finta aria offesa.
    -Non sono mica una prostituta.- Obiettò, per poi avvicinarsi a Morrigan col tono più basso. -Ma ho i miei metodi per bere gratis.- Ovviamente non le chiese cosa volesse, avrebbe semplicemente tentato di rubacchiare i drink più accessibili sperando andasse bene e che l'ebbrezza di non averli pagati potesse compensare un gusto magari non perfetto. Si sarebbe dunque avvicinato al bancone con nonchalance ed avrebbe attaccato bottone con un tizio di spalle, ridendo con lui per qualche istante, prendendo due bicchieri di plastica colmi di alcolici dai colori diversi, ringraziando il barista con un cenno, salutando il suo temporaneo amico e tornando verso Morrigan con naturalezza ma confondendosi istantaneamente fra la rumorosa folla. Tornato dinanzi alla ragazza sollevò i drink e li guardò per qualche istante, allungandoglieli poi entrambi con un gran sorriso.
    -Viola o verde?- Avrebbe domandato, pronto a tirare una sorsata di quello che gli sarebbe rimasto in mano, qualsiasi dei due fosse stato. -Come sono andato?- Col viso leggermente arrossato dall'alcool le avrebbe sorriso di nuovo con gli occhi socchiusi, come un bambino convinto di essersi guadagnato l'approvazione di un adulto dopo che aveva svolto perfettamente il compito che questi gli aveva assegnato.
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    Quando la sua testa smise di pensare a Sakiko e ritornò nel locale, solo allora si accorse che Izusu era praticamente davanti alla sua faccia, con fare serio, o spento, quasi a prenderla un po' in giro sul suo comportamento. E lei stava quasi per scusarsi, per non essere poi di grande compagnia quel giorno, dopotutto l'aveva invitata lui e le sembrava scortese passare il tempo chiusa tra i suoi pensieri, quando, se aveva accettato, era proprio per cambiare aria e non pensare a nulla. L'albino l'anticipò chiedendole se stava bene, ovviamente non c'era nulla che non andava, almeno nulla di cui preoccuparsi in quel esatto momento, era soltanto che si stava annoiando e quando succedeva inevitabilmente doveva riempire il vuoto in qualche modo, e così finiva per assentarsi dalla realtà.
    Un sopracciglio inarcato, e le iridi rosse che si assottigliavano diventando appena visibili, per esprimere teatralmente e scherzosamente i suoi dubbi sulla frase del ragazzo. ‹ Una prostituta forse no, ma... andiamo l'ho detto solo perché il barista è molto il tuo tipo... come tutto quello che respira. › lo punzecchiò. Morrigan conosceva il suo amico ormai da più di un anno, ed aveva imparato a capirlo, un po' per il suo piacere nell'analizzare le persone, ed un altro po' perché le serviva per il suo romanzo. Non lo avrebbe definito affatto definito come un classico fuckboy, probabilmente era tutto il contrario, ma nemmeno come il più santo; aveva una tendenza a legarsi emotivamente con le persone molto rapidamente, ed in realtà era rimasta quasi sorpresa che ci avesse messo così tanto a provarci con lei, considerando che aveva pensato di averlo nella sua rete già alla fine del loro primo incontro. L'albino ci aveva messo così tanto da arrivare nel momento sbagliato: lei aveva già iniziato ad uscire con Saki.
    Chi era fedele conosceva il lato puro dell'amore, l'infedele quello tragico, e a Morrigan piaceva sperimentare. L'andare contro le tradizionali convenzioni, il brivido del proibito, giocare coi sentimenti altrui la eccitava... ma non voleva giocare con Saki, aveva capito di non voler essere causa della sua sofferenza, ed era anche uno dei motivi per cui pensava che mettersi ufficialmente assieme fosse una pessima idea. Morrigan non era capace di amare, e prima o poi l'avrebbe fatta piangere. Tutto sommato però ora andava tutto bene, e non voleva in alcun modo rovinare l'equilibrio che si era creato tra loro, perciò non si decideva, perciò lasciava le cose come stavano.
    Era stata però piacevolmente contenta che Izusu non se la fosse presa, gli uomini erano sempre incredibilmente orgogliosi e non ci impiegavano molto per prenderla sul personale ed iniziare a nominarti come ragazza dai facili costumi per un rifiuto. Il giapponese invece accettava un no come risposta ed andava avanti, niente rancore, nessun genere di pretesa o pressione tra loro due, ed era tutto perfetto così, era semplice e piacevole trascorrere tempo assieme a lui.
    Ed eccolo che nel giro di qualche minuto se ne tornava indietro con due drink completamente gratis, e l'aria di un bambino contento di aver combinato una marachella e non essere stato scoperto. ‹ ...i drink verdi mi danno sempre l'impressione di residui radioattivi. Ti avviso se ti spunta un terzo occhio. › commentò probabilmente dovuto al fatto che giò fosse un po' brilla, prendendo invece quello viola, bevendone poi qualche sorso.
    La ragazza alzò gli occhi al soffitto, come se stesse meditando e pensando attentamente all'operato del suo amico. ‹ Mmh... normale, e noioso. Non ti sei minimamente impegnato, potevi almeno provare a prendere una bottiglia intera. › sospirò con fare deluso, evidentemente non era stato abbastanza intrattenente; divertente per lei sarebbe stato piuttosto se fosse stato colto in fragrante, il ragazzo invece era solo stato abbastanza bravo da distrarre gli altri, ed afferrare i drink con una tale naturalezza da farli tranquillamente passare per suoi.
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    IZUSU MORIKAWA
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    Ah- che male al cuore gli faceva quando Morrigan lo prendeva in giro su quanto i suoi gusti fossero variegati. Ogni volta provava la tentazione di dirle che lei però avrebbe sempre avuto un posto speciale, anche se poi si ritrovava a chiedersi se fosse davvero così o se era di nuovo la fantomatica debolezza di cui parlava Morrigan a colpire. Perché in fondo col passare del tempo ne era diventato consapevole, tendeva ad idealizzare le persone e ad affezionarsi anche troppo in pochissimo tempo, ma altrettanto rapidamente le dimenticava. Due giorni dopo averci provato con Morrigan ci stava già provando con qualche altra ragazza, ed in quei momenti inutile negarlo ma non stava affatto pensando a Morrigan. Era facile lasciarsi andare a rosei pensieri mentre ce l'aveva di fronte, ma in fin dei conti Izusu stesso non sapeva se avrebbe avuto la costanza necessaria ad affrontare una relazione. In ogni caso, il problema pareva non volersi porre, di norma la gente si stancava di lui molto prima che lui si stancasse di loro, non gli era mai capitato di scaricare nessuno.
    -Crudele. Ma a dire il vero è proprio figo, in effetti.- Il barista era un affascinante uomo dalla carnagione scura ed una disordinata chioma di capelli nerissimi che gli contornavano il viso e gli si arricciavano leggermente scesi sotto le orecchie. Un po' l'esatto opposto della sua palette, quindi in un certo senso gli era complementare, non era difficile farsi certe fantasie, soprattutto se eri Izusu. -Non so se riuscirei a concentrarmi sui drink se ci provassi con lui. Meglio fare a modo mio.- Si giustificò infine, scrollando le spalle e sospirando con finta aria affranta.
    Di lì a poco, quando tornò dalla ragazza, lei accettò il drink viola sostenendo che quello verde doveva avere un che di radioattivo e che avrebbe tenuto Izusu informato sulle eventuali mutazioni.
    -Awh, se proprio mi deve spuntare una mutazione spero almeno non in faccia. Magari un tentacolo o due non sarebbero male.- Mormorò, tirando una generosa sorsata del liquido verde che gli era stato appioppato e sentendone la consistenza leggermente più densa di quel che si aspettava. Sapeva di menta e alcool e sicuramente molti altri sapori ma la menta copriva tutto. Non che le sue papille gustative al momento fossero completamente operative, era già avanti di qualche drink e tutto sommato il suo palato non era più attento come lo era alle prime sorsate, bastava continuare ad ingerire alcool. Chissà perché più beveva e più gli veniva voglia di bere? Al primo giro si preoccupava addirittura di sceglierlo e cercare qualcosa che gli potesse piacere, al secondo drink già iniziavano gli esperimenti, i suggerimenti del barista se aveva qualche estro particolare, e così via fino alla vera e propria fase di scouting per mezzi drink abbandonati dai suoi amici, senza ormai preoccuparsi di nulla se non del fatto che l'intruglio di turno contenesse alcool.
    -Awwh, questa sera non me ne risparmi mezza, così mi ferisci.- Accusò, fingendosi ferito, il giovane albino. In realtà se la rideva sotto i baffi, in fin dei conti aveva capito che Morrigan voleva solo giocare al rialzo perché si stava annoiando. Certo, solitamente i loro passatempi non erano così spinti, ma la ragazza conosceva quel lato di Izusu ed anche il ragazzo aveva avuto un assaggio di quello della giovane. Indovinò che stesse cercando di capire quanto il ragazzo si sarebbe spinto oltre, e lui era disposto ad assecondarla per un po', ma aveva già deciso che quella sera avrebbero giocato in due.
    -Molto bene, Momo-ojousan, avrà la sua bottiglia.- Un breve ma pomposo inchino l'accompagnò. -Ma poi tocca a te.- La sfidò, con un sorriso sornione, dandole poi le spalle e tornando al bancone, tentando di farsi venire un'idea durante il tragitto. Innanzitutto lo approcciò da un angolo diverso da dove si era avvicinato prima per non attirare l'attenzione delle stesse persone (barista a parte, inevitabilmente). Vi erano diverse bottiglie impilate dietro il barista, avrebbe necessariamente dovuto chiedere a lui anche solo per prenderne una in mano. Forse poteva strisciargli alle spalle e prenderne una senza farsi vedere? Senza farsi vedere dal barista poteva anche essere fattibile, ma sarebbe stato perfettamente visibile a tutta la schiera di persone che al bancone si erano posate.
    No, doveva farsi passare la bottiglia dal barista, e l'unica cosa che gli venne in mente fu tentare di fargli disporre sul bancone più di una bottiglia e fare un po' di confusione. Optò per la Vodka, aveva già visto che ce n'erano diverse varietà tra marche diverse e aromi particolari: si sporse in avanti e disse al barista che voleva comprare una bottiglia e gli chiese di vederne un paio. Come sperava, il figo l'uomo gli dispose davanti quattro bottiglie ed Izusu finse di studiarsele.
    -Prendo questa al limone, quant'è?.- Chiese infine. Il barista controllò il prezzo, Izusu comunicò che sarebbe andato a prendere il portafoglio nella giacca, al ché l'altro prese a risistemare le bottiglie nello scaffale ed Izusu si approfittò del preciso momento in cui il barista era di spalle per afferrare una bottiglia di Vodka alla pesca ed allontanarsi velocemente. Nella confusione, forse, sentì il barista chiamarlo, anche se forse era solo la sua suggestione.
    -Ce l'ho ma spostiamoci di qui, via via.- Fece, avvicinandosi all'orecchio di Morrigan e prendendola sotto il braccio con la mano libera e portandola via con sé. Fortunatamente non era una corsa a perdifiato come la prima volta che si erano conosciuti, ma forse era il karma all'opera. Non uscirono dal locale, Izusu l'avrebbe fatta semplicemente allontanare il più possibile dalla vista del barista (in fin dei conti il locale era pienissimo e non era difficile sparire), si sarebbero dunque ritrovati in una sorta di saletta più piccola - sebbene collegata alla principale ed ugualmente affollata - su cui vi erano anche dei divanetti ed un tavolino, al momento occupati.
    -Ok, penso che possa andare bene qui. Che ne dici di rubare un paio di posti a sedere, per iniziare? Così apriamo questa.- Propose dunque il giovane all'amica, agitandole di fronte il suo bottino color rosa tenue che si rimestò nella bottiglia di vetro. Certo, due posti a sedere non erano esattamente un furto ed aveva sicuramente altro in mente da proporre alla ragazza, ma adesso aveva deciso che voleva divertirsi a vedere come avrebbe scacciato un paio di persone da quei divanetti in pelle rossa. E poi aveva voglia di sedersi.

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    Ora che lo sguardo di Morrigan si soffermava per davvero sul barista, notò anche lei il fatto che fosse veramente affascinante, sottili ricci circondavano un viso dalla carnagione scura e due occhi neri come il petrolio. Se non avesse trovato null'altro di interessante da fare quasi quasi avrebbe aiutato Izusu ad attaccare bottone con lui, anche se l'albino non aveva davvero bisogno d'aiuto in quel genere di cose, era solo perchè doveva intrattenere se stessa in qualche modo.
    All'assaggiare il drink violaceo si rese conto di non essere poi così esperta in cocktail, non avrebbe saputo riconoscere che tipi di alcolici avevano usato per comporlo, sapeva giusto che era leggermente dolce ed aveva un sentore di granita. Sicuramente era qualcosa di esotico e non qualcosa a cui era abituata a bere, ovvero birre e cocktail non scadenti ma quasi. Non le piaceva particolarmente spendere troppi soldi per ubriacarsi, dopotutto qualunque alcoli avrebbe più o meno avuto lo stesso effetto.
    I Giapponesi e i tentacoli, Morrigan era sempre stata curiosa di capire quel loro strano fetish, ma loro erano abbastanza riservati per quel genere di argomenti quindi per rispetto lei evitava di domandare. ‹ Quanto sei banale. A che ti servirebbero dei tentacoli...? › tentò stavolta, dopotutto Izusu era molto più aperto, e con lui sentiva di poter parlare di qualunque cosa, più o meno.
    ‹ Un terzo occhio, poi, è molto più interessante. Sai, nell'ambito di certe tradizioni religiose è ritenuto che un terzo occhio sia capace di percepire realtà che altrimenti non saresti in grado di vedere, tipo nel buddismo è in relazione con le facoltà di intuizione e di visione delle entità normalmente non percepibili. › gli spiegò, facendo un po' l'enigmatica. Morrigan era solita interessarsi ai più vari e strani argomenti, essendo scrittrice spesso si ritrovava a fare delle ricerche particolari, magari per un personaggio o per una storia in generale, quindi era più che normale che a volte se ne spuntasse con quel genere di informazioni non richieste, ma che lei trovava interessanti da spiegare.
    Ormai si poteva dire che Izusu avesse imparato a capire la ragazza dai capelli rosa, abbastanza da intuire le sue intenzioni in quel momento: Morrigan si stava annoiando ed aveva voglia di giocare un po' con lui, che rianimasse un po' quella serata altrimenti piatta.
    Momo sapeva bene che Izusu era una garanzia, in quei casi, ed ovviamente le diede corda, lui avrebbe preso la bottiglia ma poi sarebbe toccato a lei. La ragazza non fece in tempo a chiedergli che cosa avesse in mente che questo sparì nuovamente verso il bancone delle bibite. Morrigan si avvicinò di qualche metro, in modo che fosse in grado di vedere meglio quel che voleva combinare.
    Per lei rubare era sempre molto semplice, non aveva bisogno di intrattenere nè distrarre nessuno se poteva tranquillamente passare inosservata, la divertiva molto, quindi, vedere i metodi che ogni volta Izusu doveva inventarsi per non essere beccato.
    Il ragazzo fece un po' di confusione, lei non riuscì bene a sentire cosa si stessero dicendo, per via della musica ad alto volume, ma vide Izusu correre via con una bottiglia appena il bel barista si voltò per posare le altre. La ragazza gli sorrise e si lasciò trascinare nell'altra sala, il più lontano possibile dal bancone, ma affollata tanto quanto la prima. ‹ Complimenti, non pensavo ce l'avresti fatta. ›, l'albino l'aveva fatta sembrare davvero semplice, ma innanzitutto ci voleva un bel coraggio per essere così sfrontato, Morrigan, a cui di solito piaceva agire discretamente e soprattutto non in modo diretto, non sarebbe mai riuscita ad emularlo. O perlomeno ci sarebbero voluti molti più drink di così.
    Morrigan lo guardò con espressione sorpresa alla sua richiesta, era molto più difficile di quel che lei le aveva chiesto! In quel caso doveva trovare un modo diretto, non poteva rendersi invisibile e spingere via la gente... poteva, ma non era sicura che il risultato sarebbe stato buono. Probabilmente Izusu l'aveva fatto apposta in modo che non potesse usare le sue abilità. ‹ Sei tremendo... e va bene. ›
    Morrigan ci impiegò almeno un buon minuto prima di elaborare un buon piano che potesse funzionare, e purtroppo non c'era modo di farlo da sola. La ragazza afferrò Izusu per mano e lo trascinò più vicino ad uno dei tavolini. Non le piaceva fare scandalo, ma in quel caso avrebbe dovuto tirare fuori le sue doti da attrice, o forse più quelle da bugiarda. Sospirò. ‹ Izusu ti senti bene?! › alzò la voce, con tono leggermente preoccupato, sperando che il ragazzo capisse. Lei lasciò la sua mano e l'afferrò per le spalle, scuotendolo leggermente. ‹ Ti prego non svenire qui! ›, a quel punto l'irlandese si sarebbe rivoltata verso le persone sedute sul divanetto accanto a lei. ‹ Mi potete aiutare? Il mio amico non si sente bene. ›, tutto questo ovviamente supponeva che Izusu collaborasse con lei, altrimenti avrebbe solo fatto una brutta figura.
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    Scusami tantissimo per il ritardo,,
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    IZUSU MORIKAWA
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    Morrigan gli dette del banale quando Izusu parlò dei tentacoli e lui storse il naso: cosa di preciso dell'avere due tentacoli le sembrava così banale? Ok, non era certo una feature unica ed inimitabile, sicuramente una certa percentuale della popolazione possedeva almeno un tentacolo o due, ma di lì a definirla una cosa banale... o forse Morrigan intendeva che era banale desiderare i tentacoli? E perché mai? Izusu non aveva mai sentito di nessuno che desiderasse avere tentacoli, non nella sua cerchia di amicizie in ogni caso.
    -A che mi servirebbero...? Beh, a un sacco di cose immagino, sono sempre un paio di braccia in più, non so.- Come a sottolinearlo, il giovane aprì e chiuse la mano a pugno, venendo poi colto da un'improvvisa realizzazione. -Oh no, pensi che se io avessi un paio di tentacoli anche questi congelerebbero tutto al contatto? Sigh.- Tirò un sospiro sconsolato. -Meglio di no allora.- Palesemente, Izusu non era stato minimamente attraversato da quell'idea del fetish, probabilmente perché in quanto giapponese non si rendeva pienamente conto che quella fosse la fama del suo paese oltreoceano. Certo, non era stupido né particolarmente casto quindi sapeva benissimo di che cosa si trattava e sapeva che era un espediente utilizzato spesso e volentieri, ma semplicemente non era quella la prima cosa a cui pensava al nominare i tentacoli. -Sono sicuro che sarebbe utilissimo e molto esotico ma mi turba l'idea di avere un occhio in mezzo alla fronte, non so.- Il ragazzo scrollò le spalle. -Certo, sicuramente è più gestibile di due tentacoli-ghiaccioli.- Agitò lievemente le braccia come se stesse dimenando i suoi inesistenti tentacoli. Sapeva - più o meno - della faccenda del terzo occhio di cui gli stava parlando di Morrigan, a conti fatti era normale essendo il Buddhismo una delle religioni più diffuse in Giappone, ma non era proprio espertissimo sui dogmi di fede. -Ho il sentore che tu sappia molto più di me sul Buddhismo. Ma in Irlanda siete tipo uh... cristiani, no?- Azzardò, non completamente sicuro ma quasi, del resto il cristianesimo sembrava andare per la maggiore nei paesi occidentali, anche senza saperlo era comunque una buona scommessa. -Sai proprio un sacco di cose.- Mormorò, con aria assente, tirando una sorsata del suo cocktail. Non rimpiangeva particolarmente l'aver mollato gli studi, ma in fondo non poteva che invidiare chi aveva testa per studiare almeno un po', in cuor suo sapeva di essere un grande ignorante su fin troppe cose. Chissà se in un'altra vita in cui non avesse vissuto con la consapevolezza di morire giovane avrebbe deciso di proseguire gli studi? Nessuno poteva saperlo, probabilmente sarebbe stato una persona completamente diversa da come lo era ora.
    -Mh, forse mi sottovaluti.- Mormorò Izusu, con un sorrisetto, quando Momo gli disse che non pensava ce l'avrebbe fatta. In un certo senso, lo intendeva seriamente: era vero che sapeva che Izusu non si faceva problemi a rubacchiare cose che voleva, ma forse non aveva ancora capito che il ragazzo si era posto ben pochi freni a riguardo. E in qualche modo voleva che Morrigan lo notasse, perché aveva avuto l'impressione che lei non fosse come gli altri: più di una volta aveva capito di non starsi trovando davanti ad una ragazza normale. E non intendeva in senso romantico, no, aveva proprio avuto l'impressione che lo spettro della moralità della giovane dai capelli rosa non fosse esattamente allineato con quello della maggior parte delle persone. Un po' come quello dell'albino, sì, forse era più allineato col suo. Purtroppo era una cosa su cui era difficile indagare a parole, e se si fosse sbagliato? A prescindere dalla sua moralità, teneva all'amicizia con Morrigan e non voleva rovinarla per un fraintendimento, perché se per caso si fosse trattato di una banale brava persona, una domanda come "ciao scusa ma tu ti fai problemi per i furti?" poteva essere interpretata in maniera quasi offensiva. Ti sembro quel tipo di persona? E cose del genere.
    Ma la prima "prova" a cui l'aveva sottoposta Izusu era perlopiù un gioco, si trattava solo di liberare un paio di posti e, per quanto scorretto, non era un vero e proprio furto che avrebbe causato problemi a qualcuno. L'albino aveva voglia di sedersi e raccogliere le idee e cogliere l'occasione per farsi un po' più piccolo e ripararsi dallo sguardo del barista. E magari bersi un po' di quella vodka.
    La ragazza scelse un approccio teatrale cercando il supporto dell'albino, che avrebbe dovuto fare la parte della persona sofferente che aveva bisogno di sedersi. Senza fare troppi complimenti si aggrappò alla spalla di Morrigan - cercando di essere convincente ma di non pesarle comunque interamente addosso - e socchiuse gli occhi con aria sofferente e la mano allo stomaco.
    -Agh... questo è il drink verde, lo sapevo...- Gemette, incespicando sui suoi piedi mentre la ragazza lo avvicinava al divanetto. Prevedibilmente qualcuno si alzò per fare posto ai due ed Izusu, nel venire posato sul seggio da Morrigan, cercò appositamente di guardarla negli occhi per mormorarle con aria assolutamente seria: -... Ho tanto freddo.- Lo scopo era chiaramente farla ridere per renderle un po' più difficile la recita, era sicuro che poi l'avrebbe pagata se le fosse scappato anche solo un risolino ma non poteva lasciar perdere quell'occasione perfetta. Adagiatosi sul divanetto, però, per reggere la scenata, si posò con la testa allo schienale e in una posizione stravaccata, attendendo che la ragazza si sedesse vicino a lui. -Ben fatto.- Le sussurrò, facendole poi cenno di starsene buoni per qualche minuto per far sì che tutti si dimenticassero di loro.
    Di lì a poco, dunque, senza ancora osare rimettersi dritto, Izusu si disse che quantomeno potevano ricominciare a parlare in maniera più o meno normale, nessuno li stava più ascoltando.
    -Senti... tu hai mai rubato qualcosa?- Le domandò, a bruciapelo, convincendosi in qualche modo che il momento era propizio. Cercò di porre la domanda come se fosse qualcosa di poco conto, chiunque sarebbe stato disposto a perdonare qualche ragazzata in fondo.

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    Morrigan inarcò un sopracciglio, ancora più perplessa dalla risposta dell'albino. Perchè proprio i tentacoli? Si domandava lei, se voleva "afferrare cose" un altro paio di braccia sarebbe stato molto più comodo dato che almeno quelle avrebbero avuto pollici opponibili e non ventose, che a Morrigan facevano particolarmente ribrezzo. ‹ Non comprenderò mai la vostra fissa coi tentacoli. › commentò in un sospiro. In realtà la ragazza dai capelli rosa non aveva pensato al quirk dell'albino e al fatto che forse anche i tentacoli avrebbero potuto congelare tutto al solo tocco, ogni tanto ammetteva di dimenticarsene, probabilmente arti in più non avrebbero fatto che complicare la sua situazione... era buffo però immaginarlo indossare dei guanti sui tentacoli, tanto che accennò un piccolo sorriso. ‹ Ti sto immaginando con due tentacoli coperti da dei guanti di lana, saresti adorabile. ›
    A Morrigan invece l'affascinava l'idea di vedere qualcosa nascosto ai comuni mortali, al contrario di Izusu, non le sarebbe importato avere un terzo occhio in fronte se le permetteva di scoprire nuove entità, prevedere il futuro o cose del genere. ‹ Come sei superficiale! Soltanto perchè non vorresti che qualcosa di strano rovinasse il tuo faccino, ti priveresti di un nuovo potere? › per quanto il tono fosse scherzoso, la domanda era quasi seria. A Momo serviva analizzare Izusu, comprenderlo, se voleva ispirarsi per il suo romanzo; ogni tanto quindi se ne spuntava con queste domande, inerenti a ciò che stavano parlando, ma che le servivano perlopiù ad analizzare la sua psiche.
    Morrigan non si riteneva esperta sul Buddhismo, aveva letto qualcosa qua e là nel momento in cui aveva deciso di trasferirsi in giappone, ma in generale conosceva nozioni generali, così come con le altre religioni, essendo che lei non credeva in nessuna di essa. ‹ Già, in realtà l'Irlanda è uno stato laico, ma la religione più diffusa è quella. ›. Accettò il suo complimento con un sorriso, era la sua insaziabile curiosità per il mondo e ciò che la circondava il motivo per cui lei "sapeva un sacco di cose", ricordava di averlo già accennato ad Izusu prima, a Morrigan piaceva imparare, una volta finita la carriera di lettere avrebbe voluto già intrapenderne un'altra e così via.
    I due riuscirono quindi a rubare una bottiglia di vodka e a dileguarsi prima che il cameriere li vedesse; Morrigan non aveva mai espresso ad alta voce, o nemmeno tentato di fargli capire, che rubare non era esattamente qualcosa che le desse problemi o che non avesse già fatto prima, al contrario di Izusu che aveva praticamente da subito mostrato questa sua indole. Non ne aveva visto il bisogno, ed aveva sperato che implicitamente l'albino ci arrivasse, dopotutto era stata lei per prima a dirgli di sgraffignare una bottiglia di vodka senza pagare, ma forse era passato per un semplice scherzo.
    Morrigan odiava attirare l'attenzione, l'essere fissata da troppe persone la rendeva inevitabilmente nervosa e questo non aiutava affatto nella sua recita, questo, l'alcol e ancor meno d'aiuto era Izusu, che tentò in ogni modo di farla scoppiare a ridere. Lei cercò di dissimulare in ogni modo, ma le sue labbra non facevano che incurvarsi all'insù involontariamente, mentre lei cercava di mantenersi seria. Forse sarebbe apparsa leggermente una psicopatica, ma almeno era riuscita a procurarsi due posti a sedere.
    Mentre il ragazzo se ne rimaneva spaparanzato sulla poltrona a far finta di star male, Morrigan aprì la bottiglia di vodka e ne versò un po' sul suo bicchiere ormai privo di liquido viola, non fece però lo stesso per Izusu. ‹ Siccome tu stai male perchè hai bevuto troppo, credo che questa sarà solo per me. › lo provocò, in una piccola vendetta per aver tentato di sabotare il suo piano perfetto.
    Alla sua domanda poi, si lasciò sfuggire una risatina, ripensando alla volta in cui era stata inseguita da un'eroina in persona per colpa d'aver preso un paio di conigli alati, avrebbe voluto raccontarglielo ma non era proprio il caso. ‹ Ahm... sai, quando ero in America la mia famiglia era benestante... o almeno, lo era il mio patrigno. Io però lo detestavo ed odiavo utilizzare i suoi soldi, perciò, ogni volta che mi andava di prendere dei vestiti un po' costosi li rubavo. Mi ricordo che a volte mi facevo beccare apposta, per dargli fastidio e rovinargli la reputazione. ›, era davvero raro che Morrigan parlasse del suo passato, sopratutto di quel che aveva a che fare con la sua famiglia, probabilmente l'alcol le stava sciogliendo un po' la lingua, unito al fatto che si sentiva a suo agio con Izusu, in modo molto diverso da come si sentiva con Saki, o come si era sentita con Hisoka. ‹ Perciò sì, mi è già capitato. Come mai me lo chiedi? ›
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    Izusu sbuffò gonfiando visibilmente le guance all'insistente scetticismo con cui Morrigan trattava i tentacoli, che cosa cera di male? Perché sembrava essere completamente incapace di farsene una ragione?
    -Uff, non lo so, ho pensato ai tentacoli e via, cos'è che ti destabilizza così tanto?- Protestò, a questo punto anche curioso di sentire la risposta. Certo, erano viscidi e mollicci e poteva capire perché ad una ragazza potessero non piacere, in effetti, sebbene a lui non turbassero più di tanto. -La lana si congelerebbe, sigh. Mi servirebbero un altro paio di guanti 30MIN da seicento yen come questi.- Mormorò, sollevando una mano ed agitando le dita guantate di nero, mentre prendeva una lunga sorsata dalla cannuccia.
    E dopo il "banale" di poco prima, fu additato come "superficiale", perché non voleva rovinare il suo aspetto con un terzo occhio, sebbene l'aspetto fosse un problema secondario ed a Izusu facesse più impressione il concetto stesso, ma comunque glielo concesse.
    -E cosa ti fa pensare che io creda di aver bisogno di un altro potere?- Alzò un sopracciglio. -Io penso di andare benissimo così come sono.- Da quello che era un semplice scambio scherzoso, Izusu si ritrovò incartato in una riflessione abbastanza seriosa, con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo concentrato sul liquido verde ormai in netta diminuzione. -Un paio di arti in più non cambierebbero chi sono. Ma un cambio di prospettiva del genere? Se fossi davvero in grado di vedere cose che gli altri non vedono, sarei davvero sempre il solito vecchio Izusu? Il mio Quirk...- Si fermò, correggendosi. -... Negaquirk, ha influenzato molto la mia personalità. Forse se avessi un terzo occhio speciale sarebbe lo stesso, non riuscirei più ad essere lo stesso.- Concluse, quasi mormorando fra sé e sé. Sorsata dalla cannuccia, sguardo rivolto improvvisamente a Morrigan come se si fosse improvvisamente ricordato che c'era lei ad ascoltarlo. Non si sentiva in imbarazzo per ciò che aveva detto, ma era certamente consapevole che qualcuno avrebbe potuto trovarlo strano, ma quel qualcuno non era Morrigan, lei adorava questo tipo di discorsi esistenziali. O perlomeno adorava farglieli fare e starlo a sentire, chissà se le serviva tutto per quel suo famoso libro.
    Dopo l'impeccabile recita dei due ubriachi, a cui delle persone probabilmente ancora più ubriache avevano ciecamente creduto, i due si ritrovarono finalmente seduti sui divanetti del locale.
    -Aww, me ne priveresti?- Domandò Izusu, seppur (momentaneamente) accettando la punizione dell'irlandese ed evitando di versarsi da bere subito. Beh, poteva aspettare, in fondo aveva bevuto abbastanza, e poi era il momento di affrontare un discorso che lo interessava molto.
    Alla sua domanda decisamente inopportuna, l'irlandese attaccò dicendo che era figlia di una famiglia benestante, e a quelle parole Izusu immaginò che stesse per concludere che non aveva mai avuto bisogno di rubare alcunché, dunque iniziò già ad annuire con aria vagamente delusa. Il twist inaspettato però lo fece drizzare sul divanetto su cui era steso, improvvisamente concentratissimo su ciò che lei stava dicendo. Rubava regolarmente cose varie, a volte facendosi addirittura beccare apposta per mettere nei guai il padre adottivo, che odiava con tutto il cuore. Che storia, Izusu sapeva che Momo era una tosta ma non aveva idea fino a che punto.
    -Ma... wow, è pazzesco, sei grande. Ti facevi beccare apposta! Straordinario, ci vuole del fegato.- Commentò, ammirato. Insomma, non è che la ammirasse perché rubava, per quanto gli facesse anche piacere riscontrare che l'idea che si era fatto sulla bilancia morale della giovane fosse corretta sapeva che obiettivamente di ammirevole c'era ben poco. Ma il fatto che l'avesse trasformata in una guerra di ribellione alla sua famiglia e il fatto che fosse addirittura disposta a farsi beccare solo per combattere lo trovava incredibile.
    -Perché.- Esordì, cercando le parole più corrette. -Lo faccio anche io.- Mormorò, con tono serio, tentando di far pesare quelle parole in modo che lei capisse che non si riferiva solo ai furtarelli a cui aveva assistito. -Non parlo di alcool o vestiti abbandonati.- Era strano, non ne aveva mai parlato a quel modo con qualcuno. Gli sembrava di star confessando l'inconfessabile e ad essere sinceri aveva ancora paura di aver frainteso tutto e che Morrigan nella migliore delle ipotesi non volesse avere più nulla a che fare con un criminale del genere. Ma parte di lui credeva che lei potesse accettarlo, certamente lo sperava. -Quindi, ecco, se ti dicessi che i furti giocano un ruolo piuttosto importante nella mia economia domestica, che cosa ne penseresti?- Un modo più o meno velato per dire che con le poche ore a settimana che lavorava non avrebbe potuto permettersi lo stile di vita che faceva.
    Dunque, attese quasi con il fiato sospeso il verdetto della ragazza dai capelli rosa: dipendentemente da quello che ne pensava, la serata poteva prendere una svolta che le avrebbe certamente impedito di annoiarsi. Oppure, poteva anche finire subito in maniera brusca ed irrimediabile.

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    Non è che Morrigan fosse destabilizzata dai tentacoli in sè, per quando l'idea che un uomo o donna dalle braccia tentacolose(?) l'afferrasse le faceva un po' di ribrezzo, soltanto che non riusciva a capire la mentalità di chi riusciva a sessualizzare quel genere di cose. Per quanto Morrigan fosse piuttosto aperta e pronta a sperimentare nell'ambito sessuale, quel kink forse non lo aveva e non lo avrebbe mai avuto. ‹ Tu trovi eccitanti i tentacoli? › chiese, tutto all'improvviso, con tono che non teneva alcuna malizia, quasi più come se lo stesse studiando.
    Oh, come amava sentir parlare Izusu di se stesso, sopratutto in discorsi che rivelavano un po' più della sua personalità, ed erano un po' meno superficiali del solito. Discorsi esistenziali, Morrigan li trovava noiosi al sentirne parlare con persone "intellettuali" che prendevano le loro parole da grandi libri di filosofia, quasi imparandole a memoria; era molto più interessanti quando quel genere di discorsi usciva da persona normali, non troppo influenzate da filosofia e politica di qualcun'altro. ‹ Oh, non lo avevo proprio pensato in quel modo. In effetti se t ritrovassi un potere del genere all'improvviso è inevitabile che cambi il tuo modo di essere. › riflettè un po' ad alta voce. ‹ Ma tu non vuoi cambiare... perchè? Insomma, chi ti dice che la tua vita non potrebbe trasformarsi in meglio, o tu stesso essere una persona migliore, per un motivo o per l'altro? ›, la ragazza dai capelli rossi, al contrario di Izusu, amava il cambiamento, lei stessa amava cambiare, essere imprevedibile e non porsi limiti e regole, era qualcosa che legava al divertimento.
    E dopo che i due ebbero finalmente "trovato" un posto a sedere, il sorriso di Morrigan s'allargò furbo, bevendo un po' della vodka rubata, e tenendola ben lontana dalle fredde mani dell'amico. Non era solita dare spettacolo per ottenere qualcosa, si era sentita in agitazione all'inizio, ma ora che aveva ottenuto ciò che voleva sentiva una certa soddisfazione. Era così che Gabriel si sentiva nel suo essere così teatrale ed esibizionista?
    Certe volte però, come aveva raccontato ad Izusu, doveva esporsi. Se si era fatta beccare a rubare, non era per propro diletto, ma per uno dei sentimenti più forti che una persona può provare: odio. Aveva già capito che più forte era quell'emozione, più lei era disposta a fare qualunque cosa per vendetta, arrivando forse perfino a rovinare se stessa, pur d'ottenere ciò che desiderava. Sapeva essere una delle sue più grandi debolezze, ed uno dei motivi per cui si legava lo stretto e necessario con altre persone. Izusu, Hisoka... Saki.
    I suoi pensieri vennero però presto bloccati dalle parole dell'albino. "Perchè lo faccio anche io.", i suoi occhi quasi si illuminarono e le sue labbra gli sorridevano, ma non disse niente, aspettando che lui approfondisse. Che cosa faceva esattamente?
    Lei poggiò i gomiti sulle proprie gambe e fece per avvicinarsi ad Izusu, quasi con fare di segretezza. ‹ Direi che mi devi raccontare molto di più › rispose lei in un sussurro, quando il ragazzo chiese la sua opinione, con un'espressione che chiramanete esprimeva curiosità ed entusiasmo.
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    Alla fine, Morrigan gli fece una domanda che dapprima lo spiazzò, sembrandogli completamente fuori argomento. Certo non era una novità per la ragazza uscire di punto in bianco da un dialogo colta da un'improvvisa curiosità ulteriore e non correlata, dunque dopo la sorpresa iniziale semplicemente le rispose. Chiaramente era un tipo di discorsi che a Izusu non imbarazzava affatto, anzi, di solito era chi ne parlava con il ragazzo finiva per sentirsi in imbarazzo per l'eccessiva limpidezza e sfacciataggine di quest'ultimo, ma dubitava Morrigan fosse una di questi, sembrava più mansueta ma in realtà la sua faccia tosta era eguale se non superiore a quella di Izusu.
    -Mh? Ma tipo... sessualmente dici? Tuttavia, al dirlo, gli sovvenne la realizzazione che non era affatto scollegato al discorso precedente, anzi, spiegava perfettamente le rimostranze che la ragazza aveva avuto poco prima riguardo la fantomatica "fissa dei giapponesi coi tentacoli" e il suo spingere per trovare mutazioni alternative. -Ah! Adesso ho capito!- Esclamò, battendosi il pugno sul palmo della mano, con un'espressione vittoriosa come se fosse un detective arrivato finalmente a capo di un caso dopo ore di ragionamento. Il sorriso felice si trasformò gradualmente in uno sornione, sbilenco, accompagnato dall'alzarsi delle sopracciglia bianche. -Momo-san, pensavi fossi un pervertito dei tentacoli? Oh oh oh. E se lo fossi? La tua opinione di me cambierebbe molto?- Alzò le mani ed agitò le dita verso la ragazza facendo una sorta di suono acquatico con la lingua. Basta, il giochino terminò in qualche secondo così com'era iniziato e l'espressione di Izusu si fece più neutra mentre alzava le spalle. -Nah, i miei gusti a riguardo sono abbastanza vanilla.- Confessò, con nonchalance. -Ti chiederei tu che ne pensi ma mi pare di capire che per te è un no-no.- Aggiunse, ridacchiando.
    Prevedibilmente, Morrigan stette a sentirlo con somma attenzione quando condivise quel pensiero sulla comparsa di un occhio sulla sua fronte. Lei gli chiese perché rifuggeva così tanto il cambiamento, ed Izusu boccheggiò pensando a cosa rispondere. In realtà non lo infastidiva il cambiamento per sé, era solo turbato da un cambio così repentino, improvviso e radicale, dovuto alla comparsa di un maledetto occhio speciale sulla sua fronte. Non sapeva perché quel tipo di cambiamento lo turbasse più di un cambiamento lavorativo o di abitudini dovuto a casi eventuali della vita, forse perché se lo sentiva più ingiusto, imposto quasi, un po' come quello che aveva caratterizzato il sapere che a causa del suo Quirk non avrebbe mai visto la vecchiaia. Forse per questo l'idea del cambiamento imposto dell'occhio lo turbava così tanto, rievocava il più grande trauma della sua vita.
    -Non ho nulla contro il cambiamento.- Mise in chiaro il ragazzo. -Ma questo tipo di cambiamento mi sembra troppo imposto e improvviso. Non lo so, sicuramente mi ci abituerei ma non riesco a desiderarlo attivamente.- Valutò se aggiungere qualcosa sulla falsa riga di l'ultima volta che un Quirk mi ha cambiato non è andata benissimo, magari smorzandolo con una risata, ma si rese conto che era troppo tetro perché qualsiasi tipo di risata potesse risollevarne il senso. E non gli andava troppo di appesantire i toni, dunque lasciò perdere.

    Spostatisi sui divanetti, la recita dell'Izusu febbricitante durò ancora per qualche minuto, dunque l'albino decise che era sufficientemente safe uscire dal personaggio (eufemismo per dire che se ne era stufato) e si rimise dritto sulla poltrona, anzi, sporto leggermente in avanti. La vodka non andava certo bevuta così, temperatura ambiente, dunque con circospezione si sfilò il guanto sinistro e la sua mano traslucida parve quasi brillare leggermente nel locale (meno male che erano tutti ubriachi). Afferrò la bottiglia - avendo cura di sollevarla dal tavolo di qualche centimetro o sarebbe diventata una stalagmite fusa con esso - nella parte bassa e lasciò che si congelasse un po'. Quando la brina iniziò a ricoprire il collo la riposò nuovamente e si rimise il guanto. Prese in mano un paio di bicchieri abbandonati sul tavolo e ne sondò il livello di pulizia: ce n'era uno con la cannuccia - che quindi doveva essere relativamente pulito sui bordi. Non che Izusu fosse uno che si faceva troppi problemi a scambiare fluidi con sconosciuti, ma dove fosse stato possibile scegliere avrebbe comunque optato per l'opzione meno peggio, specie visto che quando si prendeva una malattia farsela passare era un casino con il suo gelido corpo.
    -Ah beh, kanpai allora.- Fece, versando dapprima solo un fondo di vodka ghiacciata sul bicchiere ed usandola per risciacquarne l'interno dai residui del vecchio cocktail giallastro. Dopodiché se ne versò una quantità più adeguata ed iniziò a sorseggiarla, trovandola fresca e gradevole. La vodka alla pesca ghiacciata era uno dei nemici peggiori, perché era davvero rinfrescante ed era difficile sentirla arrivare mentre la si beveva, e poi arrivava tutta insieme con la violenza di un camion che sfonda la vetrina di un negozio. Ma lui conosceva molto bene il suo nemico, ed avrebbe fatto del suo meglio per contenersi.
    -Mh, molto di più eh. Beh, facciamoci due conti. Vivo in un appartamento a Tokyo, sicuramente l'affitto costa meno rispetto ad anni fa vista la storia delle farfalle eccetera, ma si parla comunque del centro di Tokyo, e non ho nemmeno coinquilini con cui condividere le spese.- Sollevò un dito come se stesse contando. Ne sollevò un secondo. -Chiaramente ai miei non sto chiedendo nulla. E poi ovviamente oltre all'affitto ci sono le bollette, poi i vestiti e il cibo.- Tutte e cinque le dita erano alzate al termine dell'introduzione: probabilmente Morrigan aveva già capito dove voleva andare a parare il giovane. Sapeva benissimo che lavorava part-time in una cartolibreria da qualche parte a Ginza, quattro giorni a settimana per sette ore al giorno. -Come ben sai non è che propriamente mi ammazzi di lavoro. Eppure come puoi vedere, eccomi qui.- Sorseggiò la vodka, posò il bicchiere sul tavolo ed unì le punte delle dita, sporgendosi leggermente verso di lei con le palpebre abbassate a metà, con uno sguardo fin troppo furbo. -In qualche modo... devo pur fare, no? E quindi dove posso... sopperire in qualche modo, lo faccio.- Concluse, semplicemente. -Qualsiasi cosa.- Aggiunse infine, in fondo non gli importava che tipo di "aiuto" trovava, bastava trovare qualcosa. E poi c'era anche tutta la questione del rubare trofei per divertimento e soddisfazione personale, ma quella era un'attività molto più occasionale, per ora voleva vedere ciò che avrebbe risposto Morrigan, se l'era giocata abbastanza safe.

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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Role chiusa per mancata risposta di Lostien al censimento del 30/10/22.

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