Liebesmelodie

Role | Günter Wolff & Rena Sakashima (Extra)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    - : NO DATA FOUND : -

    Group
    Vigilantes
    Posts
    224
    Location
    Italia

    Status
    Offline


    ✾ - Livello 2 - ✾
    ✾ - Scheda - Cronologia - ✾
    ✾ - Narrato - Pensato - Parlato - ✾






    Ancora indeciso se avesse sentito male o meno il nome pronunciato da Rena il tedesco si stava concentrando a guardare tutti i suoi gesti per provare a capire cosa gli stesse spiegando e la vicenda assumeva piano piano un tono sempre più inquietante:
    Qualcosa di pieno di colori e fuori dal mondo, non puoi fare a meno di guardarlo o di pensarci… a tal punto il biondo non era più incline a pensare di aver mal’interpretato il nome che era stato pronunciato da quell’esserino, ma piuttosto di aver mal’interpretato i suoi interessi, probabilmente non era un ascoltatrice di Black Metal come credeva, ma una vera e propria satanista. Stava descrivendo qualcosa di così mistico e, a detta sua, fuori dal mondo, quasi come se parlasse di un dio e in più la frase che aveva detto dopo sarebbe stata abbastanza per far gelare il sangue a chiunque, cioè che c’è chi si ucciderebbe per il Bael che aveva nominato… santo cielo, stava chiaramente parlando di sacrifici umani, il tedesco aveva inavvertitamente sbarrato gli occhi e aveva cominciato a strofinarsi lentamente il palmo della mano sull’avambraccio senza dare troppo nell’occhio com’era solito fare quando era in procinto di utilizzare il suo quirk per difendersi.
    La ragazza si chiedeva il perché la stesse guardando come se facesse parte di qualche strano culto, tutto quello che usciva dalla bocca di Günter era silenzio per quanto si sforzasse di trovare qualcosa da dire… era davvero così radicata in quelle sette dal non vederle poi così strane? Addirittura dal parlarne a uno sconosciuto come se fosse roba scontata? Non dava l’impressione di avere qualsivoglia tipo di malattia mentale se non per il suo strano eccentrismo ma solitamente chi appartiene a quel tipo di culti non è gente particolarmente raccomandabile, anzi, è sovente molto pericolosa e pensandoci la tensione nel tedesco cresceva piano piano mentre attendeva un qualsivoglia tipo di movimento troppo brusco dalla ragazza finche…
    Una delle mani di Rena aveva fatto violentemente capolino nel campo visivo del tedesco e stringeva un oggetto non meglio identificato dal biondo che aveva risposto frapponendo un avanbraccio corazzato di un cremisi velatamente celato dalla sua felpa tra se stesso e quello esile della ragazza, rendendosi conto solo poi che il misterioso oggetto era un telefono con una pagina di Weekeepedya aperta nel quale era spiegato il significato di un termine fino ad allora sconosciuto per il biondo: Baeru, non che un modismo giapponese per riferirisi a qualcosa di “Aesthetic”, per l’appunto, come lei si era riferita al Tapi. Dopo un enorme sospiro di sollievo il tedesco aveva immediatamente realizzato l’equivoco e si era calmato ritirando l’armatura che immaginava non potesse aver notato e ridacchiando al falso allarme come se non avesse effettivamente temuto il peggiore degli assalti fino a questa fantastica rivelazione: come aveva fatto a dubitare di quell’esserino? Squadrandola per un attimo si sentiva quasi stupido per aver pensato a una cosa simile di una ragazza così minuta e tenera come quella che aveva di fronte, aveva quindi ricominciato a guardarla con il suo sguardo calmo e sorridente.
    “Oooh 'Baeru', ora capisco si! Beh si è davvero molto carino da vedere, mi piacciono i colori sgargianti” - una cosa era certa, dopo questo erroraccio non si sarebbe dimenticato così facilmente il significato di quella parola.
    Come aveva previsto la ragazza non aveva preso male il modo in cui l’aveva spostata, anzi, in qualche modo sembrava aver capito il messaggio, aveva accavallato le gambe e giunto le mani dietro la schiena standosene ferma dove l’aveva messa. A dir la verità, vista la distanza tra i due, era il tedesco che ora temeva di essere troppo vicino, ma non poteva farci nulla, era il massimo che poteva fare senza intralciare i camminatori incalliti di Tokyo ascoltando con grande attenzione le parole di Rena che aveva cominciato sorprenderlo sempre di più parlando della sua terra madre.
    Aveva risposto con un piccolo sorrisetto ai commenti della ragazza in rosa sulla riservatezza che teneva parlando del motivo per cui si trovava in Giappone per poi calarsi nei pensieri della stessa con molto interesse soprattutto dopo che aveva iniziato il discorso indovinando più o meno il tempo che aveva trascorso Günter in quei luoghi
    “Beh, quasi tre anni, si… è da questo momento in poi che dovrei accorgermi delle cose che non vanno?” - la ragazza gli parlava di quei luoghi in un modo davvero strano e soggettivo, non gli diceva cose diverse da quelle che sentiva di solito, piuttosto gli venivano riferite con una prospettiva diversa: paragonava tutto ciò che li circondava a quella bevanda che in qualche modo riconosceva essere davvero troppo dolce per via di tutti gli ingredienti che ci aveva fatto mettere, una bevanda che normalmente non sarebbe così dolce, una bevanda che si fa chiamare bubble TEA come se in quell’intruglio ci fosse ancora la parvenza di un qualsivoglia tipo di té, era proprio su questo dettaglio che si fermava la riflessione di Rena che definiva il Giappone come un posto finto, in cui il carattere unico di qualsiasi individuo è in qualche modo inibito dalle sue norme sociali che prevedono un comportamento impeccabile da parte di tutti, il tedesco immaginava che in effetti anche la gestualità e l’enfasi che mettevano mentre comunicavano tra loro non fosse una cosa esattamente normale per dei giapponesi, in Germania una ragazza come Rena sarebbe semplicemente considerata un individuo particolarmente appiccicoso e tutti i passanti che l’avrebbero vista se ne sarebbero semplicemente fregati, ma qui in Giappone quello che si percepiva avendola attorno era in qualche modo un clima di ostilità dato dalle occhiatacce che i due ricevevano in euqal modo da coetanei di Günter e della ragazza in rosa
    “Perché sei più coraggiosa…?” - rispondeva al quesito che aveva posto Rena nei suoi discorsi con un tono che lo faceva apparire quasi pauroso di sbagliare e aspettandosi che la stessa gli avrebbe dato la risposta poco tempo dopo, così era stato, aveva proseguito il discorso parlando di come fosse popolare, amata e di come questo le permetteva di essere più eccentrica di altri. A questo punto il tedesco non interpretava più gli sguardi invidiosi delle ragazze che aveva notato allo stesso modo, ciò che prima sembrava l’invidia di vederla con un ragazzo di bell’aspetto si era trasformato nel desiderio di potersi comportare come lei senza vere e proprie conseguenze, questo aveva aggiunto una profondità inaspettata al suo comportamento che prima il tedesco ignorava, profondità che rendeva la sua eccentricità molto più complesso.
    Aveva poi toccato un tema su cui il tedesco aveva avuto l’occasione di sentire svariati dibattiti: gli Hero. Puntualizzava di come anche loro, come le persone normali, non erano poi così liberi come poteva sembrare, a questo proposito guardando gli schermi su cui anche Rena aveva puntato lo sguardo aveva commentato
    “Gli Hero, i poveri Hero… mi piacerebbe sapere quanti di quelli che sono su quegli schermi hanno effettivamente ottenuto quello che si immaginavano prendendo un ruolo del genere: aspettarsi di essere i più puri e forti difensori del proprio paese per poi ritrovarsi a dover letteralmente chiedere il permesso per salvare il culo a qualcuno”- Un piccolo sospiro e una leggera inclinazione della testa preannunciavano il proseguire della sua frase
    “Poi, fare di tutto per risparmiare anche il criminale peggiore e lasciarlo alla polizia che potrebbe benissimo non fargli nulla, immagini come potrebbe essere catturare uno stupratore per vederlo scagionato il giorno dopo? Ridicolo… non credere che in Germania sia troppo diverso” - Alla fine non era proprio per questo che era diventato un Vigilante? Abbassando rapidamente la testa e riportando lo sguardo agli occhi della ragazza aveva poi aggiunto
    “Non vorrei passarti il messaggio sbagliato, non odio gli Hero, semplicemente non condivido la legge che li circonda, su questo infatti sono d’accordo: sono ben diversi dagli eroi che ti immagini quando li chiami con quel nome” - Non era un mistero che al tedesco non piacesse il metodo di risoluzione imposto agli Hero, ne sapeva parlare apertamente e anzi gli piaceva sentire l’opinione altrui sull’argomento per vedere se qualcuno avesse effettivamente delle buone ragioni per fargli cambiare idea, ma nessuno c’era mai riuscito. C’era anche da contare che, anche se di questa seconda opinione parlava molto più di rado, non aveva un grandissimo rapporto con le forze dell’ordine, d’altronde chi è più tutelato quando infrange la legge se non chi la amministra? Aveva visto in più occasioni nel suo piccolo paesino di provenienza come la polizia potesse benissimo essere corrotta o semplicemente riempita di feccia, in una di queste anche di prima mano quando aveva fermato quello che apparentemente era un razzista qualunque mentre aggrediva un mutant lussandogli una spalla nel processo: il giorno dopo, a Klotzsche, girava un poliziotto con il braccio fasciato per ragioni che non osava specificare.
    Rena aveva poi enunciato la sua invidia nei confronti del biondo, cosa che lo stupiva non poco visto che, a parte i gesti che la ragazza stessa lo aveva portato a fare, fino adesso non aveva fatto nulla di così particolare da considerarsi più libero degli altri, a meno che non parlasse di ciò che riguardava la sua vita da artista, ma ne dubitava fortemente visto che non ne aveva assolutamente accennato nulla fino a quel momento
    “E chi te lo dice che sono effettivamente come mi descrivi? Che il mio lavoro mi piace o che il mio pensiero non sia plagiato da qualcosa? Mi preoccuperei se sapessi queste cose dopo che ci conosciamo da non più di una manciata d’ore! - Aveva detto queste frasi con un tono scherzoso e ridacchiando dopo averle enunciate, per poi proseguire in un tono più serio con
    “Forse ho una visione un po’ strana delle cose sai? È vero, probabilmente l’Europa è più libera quando si parla di essere se stessi, sai che cos’ha comportato questo?” - facendo spallucce in un espressione di sufficenza aveva poi detto
    “Che anche facendo uno dei generi più di nicchia che esista non ero altro che un normale individuo che stava semplicemente esprimendo se stesso: le persone non parlavano di me, ero semplicemente accettato così com’ero, potrebbe essere una cosa fantastica per una persona qualunque, ma ti ricordo che sono un artista” - Guardandosi poi intorno scorrendo sui tetti dei palazzi con gli occhi aveva proseguito dicendo
    “Io sono venuto qui perché il mio genere è molto più ascoltato in Giappone, ma quello che mi ha fatto decidere di starci è l’aver notato che il mio stile è comunque molto strano per i vostri standard e qui se fai qualcosa di strano ti guardano tutti, è il fatto che non mi accettano che fa si che si discuta di me, questo mi da notorietà” - Incrociando le braccia sul suo petto e ritornando a guardare Rena aveva continuato con
    “C’è modo e modo di fare la pecora nera no? A me non dispiace rompere le regole, soprattutto se sono norme sociali, mica vai in prigione se le rompi quelle!” - indicando poi la ragazza alzando pigramente l’avanbraccio all’altezza del loro ventre aveva conlcuso con
    “E tu, Rena-cchi, nemmeno tu mi sembri qualcuno a cui piacerebbe fare la pecora bianca in Europa, si può dire che anche tu vivi nel posto giusto allora no?” - Pura supposizione, era però comunque ansioso di sentire la risposta della ragazza, ora avevano aperto un discorso che il tedesco era particolarmente interessato a intraprendere.

    contatti
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Villain
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline
    Rena Sakashima

    “For children are innocent and love justice, while most of us are wicked and naturally prefer mercy.”

    - G.K. Chesterton -




    Prima che il mio cervello possa realizzare, il mio corpo si è già mosso.
    Come fossimo una coppietta mi sono gettata a braccetto, coprendo l'avambraccio con la mia minuta sagoma.
    Che vabbè, non coprirà granchè ma tanto basta a distrarre l'attenzione.
    Lo posso sentire, questo bizzarro costrutto quasi metallico al di sotto della stoffa.
    Quasi come fosse un enorme granchio o un antichissimo Anchilosauro.
    Sibilo in parte offesa e in parte esasperata.
    Moooou, allora non mi stavi ascoltando eh?
    Un secondo fa ti dico che la gente di qui non approva ciò che esula dalla norma e come prima cosa tu ti metti a infrangere la legge?
    Scommetto che neppure ce l'hai la licenza...

    Lo guardo di sottecchi, gonfiando le guance con aria tipo, super-pouting.
    Metto il broncio, davvero.
    Per poi proprompere in un sorrisetto dapprima ammezzato.
    Sei fortunato che sappia mantenere i segreti io...
    E infine esplodere in un ghigno felino, condito da un occhiolino infilato ad arte.
    Maliziosa e presuntuosetta come ben si addice ad una personalità tutto pepe.
    ...altrimenti suppongo avresti dovuto uccidermi, giusto ~★?!
    Il suo braccio impiega poco a tornare normale, e approfittando della cosa mi rimetto al mio posto precedente.
    Mi piacerebbe restare ancora attaccata, ma questo bel tedesco ha già mostrato di non gradire tantissimo.
    E io sono una grande fautrice del motto "Tutto in moderazione", sebbene sia tutto fuorchè moderata, ahah.
    Lo ascolto mentre dice qualcosa di molto inaspettato peraltro.
    Un termine che quasi mai ho sentito associare alla mia persona.
    Ma no, non sono coraggiosa...
    Mi schermisco.
    Anzi, le parole di Eve-nee sama tornano a rimbombarmi nella testa.
    Come una sentenza, come un giudizio inappellabile.
    Una frase, che nella sua verità mi ha fatto malissimo.
    Certo mi ha fatto crescere e mi ha insegnato molto.
    Ma ha fatto malissimo.
    Come ha detto? Ero pazza.
    Sì oddio, ha detto anche quello, ma prima mi ha definito...
    Sono solo una sciocca ragazzina in cerca di attenzioni.
    A seguito di quella frase, il discorso invece si sposta su un qualcosa in cui non sono ferratissima.
    Anzi, tutt'altro.
    Se penso che le mie esperienze dirette con gli Hero sono quel babbione di Abel e quel tesoro di Kima-rin...
    Beh non sono entrambi esempi di virtù eroiche, anche se per motivi opposti.
    Ma non è tanto il racconto di Gu-ppii a sorprendermi, quanto la sua visione delle cose.
    E boh, non ce la faccio.
    Appena ha terminato di raccontare io...
    Inizio a ridere.
    Pffft...ahahah~♡
    E non è una risata di scherno o denigratoria.
    E' una risata fresca e sommessa, di genuino interesse e divertimento.
    Mi asciugo una lacrimuccia empatica.
    Certo Gu-ppi, che sei decisamente più un bambinone di quello che pensavo...
    E non lo dico con cattiveria credimi.

    Lo specifico, casomai non gli fosse chiaro.
    Sono veramente convinta di questo, mi si legge negli occhi.
    Non lo trovo ridicolo, tutt'altro.
    E' un pensiero nobile, anche troppo.
    Solo, che è un pensiero veramente troppo infantile.
    Come una dolce insegnante dell'asilo mi metto le mani sui fianchi e inizio a redarguirlo.
    Ma volersi fare giustizia da soli, perchè la giustizia che decide il sistema non ci piace è molto molto presuntuoso sai?
    Quando le persone iniziano a porsi al di sopra della legge, perchè pensano di poter fare meglio, non ci mettono molto a rendersi dei criminali...
    Ma con questo non voglio dirti che sei uno sciocco o uno illuso

    E il volto è tipo, super disteso.
    Allegria e bonarietà in egual misura.
    Sono felice, e lo sono veramente, per una volta senza bisogno di fingere.
    Anzi, trovo meraviglioso che tu abbia ancora un cuore così puro e innocente.
    L'importante è che tu segua la tua strada senza rimpianti e senza esitazioni, senza mai perdere questa tua determinazione.
    Però non sono d'accordo con te.

    L'ultima frase è forse come uno stridio di freni.
    Semplicemente non condivido.
    E' troppo facile vedere tutto in bianco e nero, con Abel è stato lo stesso.
    Ma il mondo non è fatto solo di Buoni e Malvagi.
    Trovo che gli Hero che lo fanno di professione siano persone magnifiche, che meritano tutto il nostro rispetto...
    Non per quello che fanno, ma per il fatto stesso di mettere in gioco la loro vita per quello in cui credono.

    Ed è vero.
    Persone luminose come Kima-rin sono un raggio di speranza per questa società.
    La fuori è veramente pieno di persone che vogliono aiutare il prossimo senza chiedere nulla in cambio.
    Se anche il criminale non finisce in carcere, o non possono prevenire un incidente, loro sono comunque lì.
    Proprio perchè nonostante i loro obblighi e doveri, decidono di attenersi alle leggi che altri hanno scritto.

    Abbasso lo sguardo pensosa.
    Mentre cerco di formare un pensiero, che risulta molto difficile da accettare.
    Io credo...
    E quando lo rialzo i miei occhi scintillano.
    Beh, che uno Hero non sia tale perchè riesce.
    Bensì sia tale perchè ha il coraggio di provarci.

    E' questo che contraddistingue uno Hero.
    Non i super-poteri o la capacità di fare cose che esulano dall'umano.
    Nè un potere in grado di sbriciolare continenti o spianare le montagne.
    Un eroe è tale, perchè fa qualcosa che nessun'altro decide di fare.
    Un eroe, è quello che fa il primo passo.
    E non serve una licenza per questo, come direbbero certe organizzazioni.
    Nè serve un potere particolare, come invece si atteggiano certi vigilantes.
    Basta la volontà di fare qualcosa per il bene degli altri.
    Non tutti gli eroi portano calzamaglie o superpoteri,no?
    Sollevo il sacchetto, prima di guardare il biondo tedesco nel viso.
    E sorrido, di cuore.
    Per esempio uno Hero oggi ha salvato me ~♡

    png
    Poi, alla fine, decido di farlo.
    E lo prendo per mano.
    Dai vieni con me, c'è un posto che voglio mostrarti...

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    Non impieghiamo molto a raggiungere il posto in cui voglio arrivare.
    Si tratta di attraversare solo un paio di strade, e nonostante alcune di esse siano dei vicoletti super-stretti...
    Beh, Rena-cchi è una Gyaru Born and Raised in Shibuya 100% Original! Questo posto lo conosco come il dorso della mia mano.
    Ma nel mentre non smetto certo di parlare.
    Intanto per rispondere alla tua domanda di prima, non è molto difficile immaginare che il tuo lavoro ti piaccia.
    Hehe, una non deve essere mica una stalker per capirlo sai?

    Mi giro e cammino all'indietro in maniera tale da guardarlo.
    Senza nascondere una espressione furba da chi ha appena decifrato un codice segreto.
    Ci siamo incontrati in un negozio di musica in cui sei entrato solo per guardare, per iniziare.
    E poi andiamo, basta vedere come ti illumini in volto quando parli di musica con me...

    Aha, scommetto che lo sta per fare di nuovo.
    E sì, dai, bisognerebbe essere ciechi per non accorgersi che è tipo un superfanatico per la musica.
    Anzi, ne ha fatto persino il suo lavoro.
    Ed è una cosa che senza passione non può funzionare.
    Ed è un bellissimo sorriso.
    Fortunatamente i palazzi intorno a noi si diradano per un istante, dandomi la chance di girarmi con una piroetta e mostrargli il mio posto segreto.
    Ah guarda, siamo arrivati!
    Saranno sì e no venti metri quadrati.
    Quattro alberi, una buca di sabbia con tre giochi due panchine e due altalene.
    Il tipico parco giochi di un quartiere residenziale, ma in una zona super-centrale come Shibuya, risulta niente più che un reperto archiologico di una era lontana.
    Meraviglioso eh? Nessuno direbbe che ci sia un parco così tranquillo all'interno di una delle metropoli più trafficate del Giappone moderno...
    Parco, via...parchetto, ad essere gentili.
    Ma io amo questo posto, assieme ai moli del porto è uno dei posti dove vengo quando voglio restare da sola.
    E lo possiedo, come una principessa governa il suo castello.
    Con due saltelli mi avvicino e mi siedo su una delle altalene.
    Per quanto concerne la seconda affermazione, beh, non credo affatto che da questo punto di vista siamo simili...
    Mi fermo un secondo e inclino la testa speranzosa.
    Come una bambina che aspetti l'approvazione del padre.
    Le scarpe di marca che grattano la sabbia sul pavimento, mentre la bocca si inarca in una espressione implorante.
    Mi daresti una spintarella?
    Dopodichè, sperando che decida di farlo e non mi costringa a farlo da sola, inizio ad andare avanti e indietro come un grosso pendolo.
    Avanti e indietro.
    Non velocissima, bensì un gentile ondeggiare più simile al lento movimento di una culla per bambini.
    Vedi, Gu-ppii, tu stesso hai detto di volere la notorietà.
    Sei il tipo di persona che ha bisogno di essere al centro dell'attenzione, di sentirsi apprezzato.
    Sei venuto qui apposta per attirare gli sguardi...

    Eccome poi, se li attira.
    Ma questa è un'altra storia.
    Mentre quella che interessa a me non è una storia felicissima, tant'è che il mio volto raggiante si incupisce.
    Ma è stata una scelta volontaria.
    Io invece, qui, ci sono nata.

    Già.
    E' tutta qui la differenza.
    Semplice ma abissale.
    Tu vuoi essere diverso dagli altri...io devo esserlo.
    Nel destino di Rena non esiste altro, se non una vita di menzogne e falsità.
    Persino la adorabile ragazzina che gli sta davanti è un artefatto, una menzogna.
    Un contenitore vuoto.
    Quando un giorno tu tornerai a casa, sarai sempre Gunther Wolff, un artista, un musicista.
    Magari con degli album con il tuo nome inciso sopra, ma sicuramente con una storia alle spalle.

    Già.
    E io invece cosa avrò?
    L'altalena ondeggia, avanti e indietro.
    Rena Sakashima, Gyaru, studentessa, criminale.
    Molti nomi per indicare qualcosa che non esiste.
    Avanti e indietro.
    Ma io?
    Se non sono Rena Sakashima, non sono nessuno.
    E nessuno mi considererà mai...

    L'altalena va in alto.
    Lui può essere quello che vuole.
    E la altalena raggiunge il suo zenit del movimento.
    Quindi no, non sono una pecora nera, Gu-ppii.
    Sono solo una pecora bianca che ha trovato un barattolo di vernice rosa, e finge di essere qualcosa che non è.

    Ma io non sarò mai niente altro.
    E nel tornare indietro mi fermo.
    Semisdraiata, a guardarlo dal basso verso l'alto.
    Un sorriso amaro sul volto.
    Per una volta la brillante Gyaru sorridente è sparita, sostituita da una ragazzina smarrita.
    E questa pecorella, continuando ad andare in giro, ha finito per incontrare un lupo...
    Ma l'illusione dura poco.
    Perchè c'è una parte da giocare.
    Un ruolo da interpretare.
    E quindi ora che farai? Mi mangerai?
    Chiedo.
    Incerta persino io su quale sia lo sviluppo di questa piece teatrale.

    NOTE:
    18 yo Liv. 3 Villain Stalker X Gyaru Scheda Cronologia © by ReЙ
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    - : NO DATA FOUND : -

    Group
    Vigilantes
    Posts
    224
    Location
    Italia

    Status
    Offline


    ✾ - Livello 2 - ✾
    ✾ - Scheda - Cronologia - ✾
    ✾ - Narrato - Pensato - Parlato - ✾






    Poco dopo avergli mostrato la definizione e essendosi poi accorta che il tedesco si stava proteggendo con il suo quirk, la ragazza, si era lanciata contro di lui afferrandogli il braccio con cui si era istintivamente difeso, all’inizio il tedesco credeva che fosse semplicemente un’altra delle sue effusioni affettuose ma si era ben presto accorto del motivo di tale balzo: la strigliata che gli aveva dato in merito a usare il suo potere illegalmente lo aveva fatto ben intendere che si era piazzata davanti di lui in quel modo per nascondere a sguardi indiscreti il fatto che aveva utilizzato il suo quirk, non lo riteneva profondamente necessario visto che comunque l’armatura che si era formata era totalmente nascosta dalla felpa ma era comunque davvero stupito dall’altruismo che aveva dimostrato Rena che invece di spaventarsi aveva deciso di aiutare il biondo. Non si conoscevano da molto, eppure la ragazza dimostrava un qualche tipo di complicità, Günter aveva risposto all’insinuazione della stessa che egli non avesse una licenza serrando le labbra e guardando il cielo nella tipica espressione di chi è stato colto con le mani nel sacco per poi venir preso alla sprovvista dal commentino dell’esserino che riprendeva la precedente battuta del tedesco: “Altrimenti immagino che dovresti uccidermi” diceva con un occhiolino e un tono scherzoso, ridacchiando sinceramente il tedesco aveva risposto dicendo
    “Che tipa… Immagino di doverti ringraziare, Rena-cchi” - mentre la sua armatura si ritraeva sotto il peso del corpicino della ragazza che ora era indietreggiata senza protrarre un atteggiamento troppo tattomane nei confronti del biondo, questo modo di agire lo aveva compiaciuto non poco, era riuscito a imporre i suoi limiti e pareva proprio che la ragazza davanti a lui li avesse accettati iniziando anche a mostrare nei suoi dialoghi un modo di porsi decisamente più… normale? Sicuramente più elegante e serio di quello che aveva portato fino a quel momento.
    Anche il discorso che avevano intrapreso assumeva un tono più austero del resto dell’incontro, anzi, una delle frasi del tedesco sembrava toccare in qualche modo la ragazza che guardando il vuoto e facendo un’evidente, anche se non esagerata, pausa tra l’inizio e la fine della sua risposta si era definita una sciocca ragazzina che cerca attenzioni, non ci voleva un genio per capire che quel pensiero non l’aveva concepito in autonomia, di conseguenza il tedesco aveva chiesto
    “Oh…? E chi ti ha detto questa cosa terribile?” - non voleva assolutamente costringerla a rispondere a questa domanda, era però particolarmente curioso della sua risposta, sicuramente nel caso la ragazza fosse stata zitta senza proferire parola per troppo tempo Günter avrebbe detto
    “Lascia perdere, tranquilla!” - per poi mandare avanti il resto del discorso come se non fosse successo nulla, non voleva certo ripetere una situazione come quella del suo incontro con Akemi.
    In più il resto del discorso ne aveva di argomenti da spolpare, oh eccome se ne aveva, Rena sembrava molto invogliata a stuzzicare le opinioni del tedesco iniziando la sua risposta quasi deridendolo, cosa che lo aveva inizialmente stupito e infastidito, sicuramente proseguire dandogli del bambinone non leniva la sensazione di venire preso per i fondelli dalla ragazza. Era immobile mentre provava a elabrorare con quale faccia tosta gli venissero riferiti quei commenti ma era comunque aperto a tutto quello che la ragazza diceva, fortunatamente in ben poco tempo aveva espanso sulle sue argomentazioni spiegando al tedesco che non intendeva certo offenderlo, piuttosto fargli notare di come effettivamente stava ragionando con degli ideali molto nobili, forse anche troppo. Non poteva certamente darle torto, aveva davvero una mentalità come la descriveva la ragazza, innocente e pura di cuore, dire che agiva come se fosse al di sopra della legge vigente semplicemente perché credeva di poter fare di meglio probabilmente era un esagerazione ma, parlando come aveva appena fatto il tedesco, è naturale provocare in chi ti sta in torno il pensiero che il tuo modo di agire sia quello.
    Questo aveva provocato una strana reazione nel tedesco, lo stava additando? Inizialmente non capiva se quello che gli stava dicendo la ragazza fosse qualcosa di positivo oppure no, una cosa che lo turbava, forse data dal fatto che Rena stava rispondendo a delle frasi che sembravano quasi promuovere la giustizia fai-da-te, era che la ragazza gli aveva pralato come se desse per scontato che fosse un vigilante. Tenendo questo pallino ben saldo nella sua testa aveva poi continuato ad ascoltare tacitamente le affermazioni di Rena che ora si spostavano su quale fosse la sua opinione sugli Hero e su cosa effettivamente potesse categorizzare una persona come tale: Rena non si era fermata a parlare di burocrazie o simili, si era piuttosto focalizzata su quello che moralmente rende qualcuno un Hero, quella che lei definiva il coraggio di mettersi in gioco e di fare il proprio lavoro indipendentemente dalle cose listate dal tedesco, era proprio per questa caratteristica che aveva evidenziato che il tedesco si dispiaceva per gli Hero, non credeva certo fossero persone cattive o stupide, al contrario non gli piaceva il fatto che tutto il coraggio di cui aveva parlato anche Rena fosse più o meno trattenuto dalle catene della legge. Il tedesco non era certo una persona anarchica, anzi, riconosceva l’importanza di avere delle regolamentazioni in una società e si impegnava quotidianamente per rispettarle al suo meglio, al contempo però comprendeva l’utilità che può avere infrangerle per salvare la vita di qualcuno in pericolo assumendosi tutte le responsabilità di fare una cosa simile.
    E poi, tutto d’un tratto, un tonfo al cuore
    “… oggi un Hero ha salvato me~♡ ”
    Un sorriso così sincero e adorabile contornato da una frase che riempiva la testa del biondo di domande e preoccupazione, non sapeva se interpretarla come la conferma che la ragazza sapesse che era un vigilante anche non potendosi in alcun modo immaginare il modo in cui poteva esserne a conoscenza, che il tedesco l’avesse salvata da un qualche criminale senza ricordarselo? Probabilmente Rena aveva già visto i suoi costrutti sanguigni in un occasione simile e premendo l’avanbraccio corazzato contro il suo corpo lo aveva riconosciuto lanciandogli quella frecciatina, questo vago sospetto aveva messo il tedesco in uno stato mentale abbastanza indagatorio. L'altra parte del tedesco però era convinta che la ragazza in rosa si stesse riferendo al modo in cui l’aveva aiutata a prendere le cuffie o più in generale alla giornata che le stava facendo passare, per Günter sembrava un giorno come un altro assieme a un individuo particolarmente energico e affettuoso ma per lei una compagnia come quella del tedesco poteva essere rara, magari l’aveva involontariamente rasserenata da qualche fattaccio, questo poteva fare di Günter il suo eroe. Sta di fatto che ovviamente non poteva chiederle quale di queste due ipotesi fosse la più corretta e non poteva fare altro che raccogliere indizi dalla ragazzina per capire quale delle due fosse la più corretta anche se, come successo poco prima per la faccenda della setta satainca, si sentiva forse un po’ troppo paranoico a farsi tutte queste pare sulla ragazza che si trovava di fronte soprattutto dopo il delizioso sorriso che aveva appena sfoggiato, sembrava in qualche modo felice, anzi, più che felice sarebbe più corretto dire serena.
    Ora Rena aveva preso la mano del tedesco per portarlo nuovamente altrove con se, questa volta non con i soliti balzi indelicati che aveva attuato in precedenza ma con la leggerezza di un petalo di ciliegio che si adagia sul terreno del parco di Ueno, il tedesco aveva ancora un espressione semi stupita come rimasuglio del sorriso della ragazza e facendosi fare strada aveva detto
    “… Io… beh, ti seguo, dove siamo diretti?” - ritornando a sorridere e ad ascoltare la ragazza nelle sue deduzioni sulla professione del tedesco
    “Hehe, va bene va bene, te lo concedo, pare tu non sia una stalker” - un tono scherzoso contornava la risposta che aveva dato alla ragazza che in quel momento camminava all’indietro guardandolo e comunicandogli i collegamenti che aveva fatto per evincere il suo lavoro per poi proseguire a tradimento con un complimento al sorriso del biondo, lo stesso pensando all’espressione che Rena aveva assunto quando lo aveva chiamato “Hero” aveva risposto
    “Potrei dire lo stesso del tuo” - una piccola risposta per ricambiare senza limitarsi a un semplice ringraziamento, poco dopo erano giunti nel luogo d’interesse verso cui erano diretti: nulla più che un parco abbandonato e sicuramente poco utilizzato, Günter non lo aveva mai visto e sinceramente non si aspettava nemmeno esistesse un luogo del genere nel posto dove si trovavano, era tutto così quieto, sembrava un luogo perfetto dove tornare in solitudine per elaborare qualche testo. La ragazza si era seduta su una delle altalene chiedendo una spinterella che il tedesco le aveva dato con delicatezza accompagnandola quanto bastava nelle sue oscillazioni, la stessa aveva poi cominciato a parlare rispondendo al discorso che aveva aperto il tedesco sull’esprimere se stessi.
    Come al solito un semplice cambio di prospettiva era tutto quello che era servito per mettere delle nuove carte in tavola che affascinavano il tedesco, un introspezione di qualcuno che come lui aveva creato una versione fittizia di se stesso anche se per scopi e usi completamente diversi:
    A detta sua la Rena eccentrica e saltellante che aveva appena visto era una se stessa finta che non poteva smettere di essere, ormai la sua identità era confinata a quella personalità apparentemente egocentrica ed esuberante che la faceva spiccare in mezzo alle folle, al contempo lasciare andare quella personalità dal suo punto di vista voleva in qualche modo dire smettere di esistere a differenza del tedesco che, anche abbandonando la sua carriera da phantom artist, sarebbe comunque rimasto Günter, ne più ne meno di quello che è sempre stato.
    Da una parte, sotto gli occhi di tutti, c’era lui, il normalissimo biondo Günter Wolff, meglio conosciuto come Affe dai suoi amici, un individuo solare che nella sua compagnia spiccava come uno tra i più estroversi e capaci di portare avanti ore di conversazione senza problemi, dall’altra il misterioso artista Ian Moone, un chitarrista la quale identità è sconosciuta a tutto il suo pubblico se non una manciata di fortunati, questo era il suo nome d’arte, un anagramma delle parole “I am noone” per rimarcare il fatto che la sua identità era e doveva rimanere celata, ma che sarebbe successo se lo stesso individuo fosse nato in Giappone come Rena? Sarebbe davvero stato un individuo completamente piatto come la massa che descriveva la ragazza in rosa? Sarebbe davvero spiccato tra tutti solo del esclusivamente come Ian Moone? Inutile rimarcare il significato ironico che avrebbe acquistato il nome in una situazione del genere, una realtà in cui quello che doveva essere Günter sarebbe semplicemente stato nessuno e quello che doveva essere nessuno sarebbe divetato il Günter conosciuto da tutti.
    “Mangiarti? I lupi non vanno ghiotti di pecore se sono inzuppate di vernice” - aveva detto ridacchiando, per poi proseguire con
    “Comunque non direi che io stesso ho bisogno di notorietà, piuttosto che la mia musica ne ha bisogno, detto ciò comunque ho capito cosa intendi e… beh, non c’è che dire, lo trovo a dir poco agghiacciante” - guardando il vuoto mentre continuava a spingerla si era fermato per qualche secondo a riflettere, per poi domandare
    “Dimmi, quindi, quella con cui sto parlando adesso è la vera te? O è sempre quella ragazza che dici di non poter smettere di essere? Sempre se ti va di rispondere” - forse una domanda un po’ azzardata, ma tirando fuori un discorso del genere è plausibile aspettarsi domande di questo tipo no?

    contatti
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Villain
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline
    Rena Sakashima

    “There's such a lot of different Annes in me. I sometimes think that is why I'm such a troublesome person. If I was just the one Anne it would be ever so much more comfortable, but then it wouldn't be half so interesting.”

    - L.M. Montgomery, Anne of Green Gables -




    I lupi non vanno ghiotti di pecore, se inzuppate di vernice.
    Già.
    E' proprio quello il problema.
    E poi, avete mai provato a mangiare la vernice?
    Già, lo immaginavo, altrimenti non sareste più qui.
    Il mio rosa non è un modo di attirare la gente, attira solo l'attenzione.
    Come quelle raganelle infernali del Sud America color evidenziatore, che se le mangi, la nurotossina ti uccide in cinque secondi scarsi.
    Ecco.
    Appunto...
    Come volevasi dimostrare.
    Era proprio questo che intendevo.
    Il mio attirare l'attenzione probabilmente, è un indicatore per la gente di stare lontana.
    Voglio attenzione, ma non voglio contatto.
    Emotivo eh, mica quello fisico, per quello you're welcome.
    L'altalena risale e ridiscende.
    Ritmicamente, come fosse un respiro rento e regolare.
    Eheh, si vede che Gu-ppii ha il ritmo nel sangue.
    Non mi dovrei stupire poi, quando il discorso torna sulla sua musica.
    Pfffft.
    E' veramente innocente.
    C'è quasi una sorta di divertimento nel punzecchiare questo bambinone.
    Beh ok, non una sorta, ma un vero e proprio divertimento.
    Approfitto del ritorno verso di lui per chiedere fuggevolmente.
    Beh? E dove sta la differenza?
    Non ha bisogno lui di notorietà ma la sua musica?
    Che sciocchezza.
    Il volto sorridente e con una punta di ironia.
    Haaaaaw, mi è davvero difficile tenere a bada le emozioni oggi, e forse è un bene.
    E' così raro che mi possa lasciare andare un pochino.
    Solitamente per adescare e creare un contatto con le persone devo fingere.
    Oggi invece che funziona anche senza sforzo, è un interessante change of pace.
    D'altronde dicono che la musica è una espressione della propria anima.
    Non troveresti nessuno al mondo che scrive le tue canzoni, se non tu, no?

    Attendo un secondo.
    Puntellando i piedi per terra e interrompendo gli swing del gioco.
    Per completare la frase, per dargli tempo di riflettere.
    Sarebbero delle...cover giusto?
    Poi riparto.
    Lasciandomi alle spalle questo non detto.
    Le sue canzoni sono sue, scritte da lui e nessun'altro.
    In virtù del fatto di essere il primo ad averle create, sono sue.
    Sono permanenti, sono eterne, finchè qualcuno se lo ricorderà.
    Se io suono Beethoven, non sono Beethoven.
    Se fischietto Mozart, questo non fa di me una compositrice.
    Allo stesso modo, dire che uno cerca notorietà per la propria musica e non per se stesso...beh,
    E' solo Ipocrisia.
    Così come un pittore dipinge sulla tela.
    Così come uno scultore scolpisce la pietra.
    Entrambi creano una traccia di loro che rimarrà nel tempo.

    Mormoro distratta, citando una frase che mi è rimasta impressa nella memoria.
    Quando tu suoni, Gu-ppii, non crei forse qualcosa anche tu?
    La tua musica, non è forse incisa sul silenzio?

    Proseguo con l'altalena.
    Avanti e indietro.
    Nyahah. Far si che il mondo conosca la tua musica o te, non è alla fine così diverso.
    Avanti
    Certo, se è solo una questione di soldi fai sicuramente bene, ma non credo.
    E indietro
    Non mi hai dato questa impressione.
    Avanti...

    E poi lo chiede.
    Lo chiede davvero.
    Io chi sono?
    E io...non torno indietro.
    Mi spingo in avanti, allo zenit della elevazione.
    Dandomi più forza.
    Dandomi più velocità.
    Arrivando oltre il punto di non ritorno.
    E l'altalena vola e vola.
    Arrivando sin quasi alla barra a cui è legata.
    E lì allungo le mani.
    Come una ginnasta, lascio che la gonna svolazzi.
    Eheh, il pantyshot è offerto dalla ditta.
    Per chi se lo chiedesse sono a righe bianche e rosa
    Per poi risiedermi sulla trave orizzontale e lasciarmi penzolare al di sotto.
    A testa all'ingiù, come un qualche bizzarro pipistrello rosa.
    Se quella con cui stai parlando è la vera me?
    Dico, guardandolo al contrario.
    La mia faccia davanti alla sua, ben all'interno dello spazio interpersonale.
    Dang, potrei quasi baciarlo, come in quel film con l'eroe ragno.
    Non c'è pioggia ma ci possiamo arrangiare.
    Ma che domande, la risposta è ovviamente sì!
    Sorrido.
    Con un sorriso che è un po' un ghigno e un po' un rictus.
    Ma potrebbe essere tranquillamente la gravità.
    La stessa gravità che fa ricadere i miei capelli come una tenda, lasciando solo noi due isolati dal mondo.
    Poi, sempre combattendo questa forza irresistibile porto l'indice alle labbra, con una espresisone interrogativa.
    Però se preferisci un'altra Rena non hai che da chiederlo.
    Inspiro.
    Io...
    E quando riapro gli occhi ho una espressione vacua, quasi intossicata.
    Sollevo le mani e faccio per prendere la sua testa tra di esse, le lunghe dita affusolate poggiate sugli zigomi.
    Come se avessi automaticamente rimosso i freni che aveva messo sul contatto fisico.
    Diciamo che ho...rinegoziato i termini del contratto, ecco.
    Spero che non si sposti o cosa, altrimenti sembrerei davvero una scema con le mani a mezz'aria...
    Mi avvicino, quasi a poterlo baciare, se solo facessi qualche centimetro di più.
    E invece sussurro al suo orecchio.
    Sarò tutto quello che vuoi.
    Poi, prima che possa replicare, sollevo il dito per poggiarglielo sulla punta del naso e darmi la spinta per allontanarmi di un centimetro.
    Tiro fuori la lingua in un Te-he apologetico.
    Eheh, psycke ~★
    Le Gambe si contraggono, le braccia salgono in alto, e con una mezza giravolta ritorno in alto.
    E adesso sono seduta sulla trave, sopra di lui, come a guardare alle sue spalle.
    Le gambe che penzolano nel vuoto, le mie delicate natiche in nice display
    eddai guarda su, che ti costa, è tutto free to browse
    Nuovamente, spensierata come un gatto selvatico rimarco.
    Ma mi pare ingiusto che sia solo tu a fare tutte le domande qui no?
    Qundi suppongo che ora sia il mio turno~♡

    Sollevo la testa al cielo, e in un guardare qualcosa oltre le nuvole dico allegramente.
    Mi hai messo curiosità adesso...
    Con un movimento rapido, ritorno in basso, nuovamente a testa in giù.
    E simile ad un ragno che fa filare la tela, lascio che un lungo cavo scivoli giù.
    Sino a fermarsi davanti a lui.
    Sono auricolari, di un rosa Shocking particolarmente marcato.
    Uno lo prendo io e l'altro glielo lascio assieme ad un jack.
    Il messaggio è semplice.
    Attaccali al tuo telefono dai.
    Mi fai sentire una delle tue canzoni?

    NOTE:
    18 yo Liv. 3 Villain Stalker X Gyaru Scheda Cronologia © by ReЙ
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    - : NO DATA FOUND : -

    Group
    Vigilantes
    Posts
    224
    Location
    Italia

    Status
    Offline


    ✾ - Livello 2 - ✾
    ✾ - Scheda - Cronologia - ✾
    ✾ - Narrato - Pensato - Parlato - ✾






    Appunto…
    Una singola parola che aveva fatto assumere al biondo un esspressione stranita, Rena sicuramente aveva detto così per qualche motivo che il tedesco non aveva capito, era solo sicuro che fosse in relazione al discorso che facevano su che tipo di pecora fosse la ragazza. Aveva inspirato come per dire qualcosa, aveva effettivamente intenzione di chiedere “‘Appunto’ cosa?”, ma aveva poco dopo preferito rimanere in silenzio riflettendo sullo scambio di battute senza troppo successo.
    I suoi pensieri venivano sviati da quello che diceva la ragazza, domande che aveva già sentito, domande che lei poneva in un modo molto aulico ma che in realtà avevano una risposta relativamente semplice:
    “Certo, la musica è fatta da me, ma non vuol dire che dobbiamo per forza essere concepiti come la stessa cosa” - fissando le nuvole aveva poi cominciato a esporre il suo punto di vista dicendo
    “Vedi, ci sono due tipi di artisti, chi compone le sue opere studiando attentamente cosa comunicare e soprattutto come comunicarlo e chi invece fa come me, esprimendo quello che gli suggerisce il cuore con un metodo imposto dall’istinto. Questo comporta che qualunque cosa stessi provando quando ho scritto una data canzone potrebbe non essere nemmeno lontanamente riconducibile a quello che provo ora o a com’è attualmente il mio carattere” - Riportando lo sguardo a un altezza più terreste proseguiva con
    “Mi capita spesso di sentire vecchie canzoni ancora famose che, almeno dal mio punto di vista, non sembrano nemmeno suonate da me, semplicemente perché quello non SONO io, bensì ERO io. Come hai detto tu, nessuno riuscirebbe mai a rifare quella canzone senza farla sembrare una cover… nemmeno io!” - Smettendo per un attimo di spingere Rena e gesticolando calmamente anche se ben consapevole che la sua interlocutrice non stava guardando concludeva con
    “A tal punto, quella ex parte di me che è diventata famosa non rispecchierebbe più la realtà e quindi non sarei più io a essere famoso, ma una persona che ora non esiste più, sono pur sempre un essere umano e l’uomo ha la peculiare caratteristica di avere una personalità in perpetuo cambiamento” - Non riusciva a immaginare una vita come quella di tanti altri artisti che la vincolano a un singolo tipo di testo e di canzone che si portano dietro per sempre, a Günter piaceva sperimentare e provare sempre cose nuove almeno in campo musicale, alcuni altri musicisti gli avevano sconsigliato di fare questo perché a detta loro creava problemi e scombussolava i fan, ma il tedesco non aveva mai avuto questo tipo di impedimenti agendo come gli era consueto. Dopo una piccola risatina aveva detto
    “Mi è capitato più di una volta di vedere sui commenti su qualche mia canzone di chi crede di aver finalmente trovato il filo conduttore che connette tutta la mia musica, quando, beh, semplicemente non c’è, ogni giorno mi sveglio e faccio quello che voglio arrangiandolo in modo che suoni bene: c’è chi tra le varie teorie mi dava dell’ex-carcerato o addirittura chi mi credeva una specie di account che un artista ben più famoso aveva fatto per burlare i suoi fan, questo come ulteriore prova che la mia arte e io siamo due entità ben diverse” - ebbene si, erano svariate le teorie che circondavano l’artista, si sentiva confortevole a parlare di queste senza timore che servissero come indizio per capire chi fosse, non era certo l’unico ghost-artist e era normale trovare nei commenti di ognuno di questi persone che speculavano sulla loro identità. L’unica differenza era che per molti di quest’ultimi sarebbe stato quasi deludente leggere commenti di quel tipo poiché verrebbero assaliti dalla paranoia di non star comunicando bene quello che vorrebbero, nel caso del biondo invece, vista l’estrema libertà appena descritta con cui faceva il suo lavoro, era davvero divertente leggere le bizzarre idee che balzavano nella mente degli ascoltatori, gli dispiaceva davvero tanto non poterle mostrare fisicamente a qualcuno a volte.
    “Hai ragione comunque, non mi sognerei mai di fare una canzone solo per arraffare qualche spicciolo, anzi, se devo dirla tutta guadagnare con la musica per me è completamente collaterale, se un giorno dovessi improvvisamente smettere di prendere soldi credo che continuerei comunque a suonare semplicemente facendo un altro lavoro nel mentre, alla fine la prima persona per cui suono è proprio me medesimo” - in effetti da quando aveva preso in mano la chitarra la prima volta il suo intento non era mai stato quello di guadagnarci, nemmeno di diventare bravo se è per questo, tutto quello che doveva essere quel mistico strumento era un modo per sfogare le sue emozioni per controllare meglio il suo quirk, ma non ci era voluto molto perché, non solo lui stesso, ma anche chi gli stava in torno, si accorgesse che era un vero talento naturale, cosa che lo aveva portato a postare qualche canzone per vedere i risultati.
    E poi il delirio, non nel senso che la situazione non aveva più un senso, ma un apparente delirio da parte della ragazza che rispondendo con stile alle domande del tedesco si era ora appesa a testa in giù sulla sbarra dell’altalena dove si stava poc’anzi dondolando, inutile spiegare come, per mero effetto della gravità, la gonna della ragazza si fosse posizionata dopo questo movimento:
    “Oh santi...” - aveva detto il tedesco girando rapidamente lo sguardo e grattandosi una tempia per coprirsi lo sguardo imbarazzato con il palmo della mano, inizialmente credeva che questa cosa non fosse stata calcolata dalla ragazza che ora aveva indecorosamente la sua biancheria al vento, ma il modo in cui continuava noncurantemente a parlare con lui rendeva evidente il fatto che probabilmente era tutto intenzionale. A un certo punto, per concludere quello che stava dicendo, aveva trascinato il tedesco a pochi centimetri dalla sua faccia sussurrandogli all’orecchio, era per caso tornata la Rena di prima? Quella fin troppo affettuosa e saltellante? A dire la verità sembrava un ulteriore nuova lei che non mostrava nessun’emozione, sensazione oltrettutto rinforzata dalla frase stessa che aveva detto, “poteva essere ciò che il tedesco voleva”.
    Allontanandosi e riprendendosi in relativamene poco tempo dallo shock di tale scena aveva quindi detto
    “Un’altra Rena? Nah, così mi vai benissimo, anzi, per una volta non vuoi provare a essere tu una Rena in particolare? Indipendentemente dalla mia opinione intendo” - accorgendosi poi di aver tralasciando un dettaglio importante dalla sua risposta aveva aggiunto
    “Per me puoi davvero essere come ti pare e piace, Rena-cchi, l’importante è che accidenti non mi metti troppo le mani addosso” - con una particolare enfasi sulla parola “accidenti” e un sorrisone palesemente infastidito per condire il tutto
    “E che, per l’amor di dio, ti copri” - il biondo non sapeva se lo avesse fatto dandogli retta o perché avrebbe in ogni caso proseguito il discorso in quel modo, ma la ragazza aveva assunto una posizione seduta sulla stessa trave dov’era appesa, cosa che aveva fatto ricadere la sua gonna dove doveva stare. In seguito a qualche considerazione la ragazza aveva poi chiesto al biondo se potesse sentire una sua canzone
    “Beh no io non...” - “... posso farti sentire nulla altrimenti conosceresti il mio nome da artista”? Si probabilmente avrebbe concluso in questo modo la frase se non gli fosse venuta un idea ben migliore
    “Volevo dire, si, anzi, ne metto una solo per te, una inedita che non ho ancora pubblicato” - e che in oltre non aveva intenzione di pubblicare. Aveva deciso che avrebbe usato Rena per un piccolo esperimento: il tedesco fino a quel momento aveva prodotto solo brani strumentali ma, giusto per provare qualcosa di nuovo, ultimamente cantava anche qualcosina senza parlarne con nessuno, il motivo era che non sapeva se avesse o no una bella voce o se aggiungerla nei suoi pezzi sarebbe stato detrementale, avrebbe quindi provato a usare la ragazza come cavia facendole sentire proprio uno di questi pezzi cantati. Non solo aveva usato uno stile abbastanza diverso dal suo solito per la base, ma avendo pubblicato, appunto, solo canzoni strumentali Rena non poteva in alcun modo capire che fosse lui il vero Ian Moone tramite questa traccia, anzi, molto probabilmente, se arrivata in casa avesse usato questa canzone per capire chi fosse il tedesco, sarebbe stata completamente sviata provando a cercare un artista con una voce simile, sostanzialmente facendole ascoltare quel brano ci guadagnava e basta.
    “Ecco qui, non ha ancora un nome, ma pensavo di chiamarla ‘Heavy Heart’” - una canzone dal ritmo relativamente tranquillo, a tratti leggermente veloce, scandito da una base che vede alternate una battuta in 3/4 e una battuta in 9/8, tempo a cui è abbastanza difficile abituare il proprio orecchio se nuovi ascoltatori del genere, ma che comunque viene reso più orecchiabile dalla voce che canta in modo più lento e separato dal ritmo della base. La canzone vede poi un ritmo più energico negli altri due ritornelli… si… questa volta a mal in cuore si era visto costretto a fare anche dei ritornelli, ma sicuramente non li aveva resi nel modo monotono che gli aveva chiesto la Etruscan, in più questo era per l’appunto solo un esperimento e non qualcosa che avrebbe pubblicato, quindi non si era sforzato troppo per inventarsi tante parti diverse come faceva di solito, il tema che accomunava molto di ciò che c’era nella canzone era il tono sereno della melodia in contrasto con il testo abbastanza malinconico, entrambe queste cose vengono scardinate nel bridge della canzone quando sia base sia testo si accordano per trasmettere più inquietudine possibile sempre mantenendo il ritmo incalzante della canzone.
    Una canzone che parla di giorni tristi, lenti e poco luminosi in cui il subconscio di chiunque riempirebbe il cervello di domande e ricordi preso dalla noia o dalla monotonia del dì, “Will the voices haunt when the flesh goes on and the clouds block out the rays?”, una domanda più che legittima, il semplice interrogativo che si porrebbe chiunque sia perseguitato da un avvenimento del passato, la speranza che possa uscire per sempre dalla testa e rimanere nel suo luogo di provenienza, appunto, il passato. In fine, la precedentemente citata sequenza in cui la canzone diventa pià inquietante è una specie di descrizione in prima persona di come sono gli incubi generati da tale avvenimento, con immagini cruente e una voce più ruvida… Chissà come aveva fatto il tedesco, una persona così solare e spensierata, a uscirsene con una canzone del genere con il metodo istintivo che aveva descritto, probabilmente per essere così tramquilli e sereni com’era lui bisogna prima vivere una buona dose dei sentimenti opposti, che lo stesso stesse proprio parlando di un qualche avvenimento del suo passato? Beh, l’unico modo per saperlo era proprio chiederglielo.
    Avrebbe preso il jack che gli era stato offerto facendo ascoltare a Rena la canzone e quando sarebbe finita le avrebbe chiesto
    “Beh, che ne pensi? Ti prego, non trattenerti nel tuo giudizio!” - preparandosi a ricevere qualsivoglia tipo di critica sempre abbastanza dura da digerire per l’orgoglioso tedesco. A mal in cuore però, avendo sotto gli occhi il display del suo cellulare mentre lasciava andare la canzone si era accorto dell’ora che si era fatta, quindi dopo gli eventuali commenti sulla canzone avrebbe detto
    “Hm, sono le sei, Rena-cchi, il tempo è volato” - per poi scollegare il suo telefono ma tenendolo a portata di mano, proseguendo con
    “Senti, io ora ho un impegno, è stata una bella giornata però, quindi se non ti scoccia possiamo scambiarci il nickname di Babel e risentirci un altro giorno. Ti va?” -

    contatti
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Villain
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline
    Rena Sakashima

    “How did it get so late so soon?”

    - Dr. Seuss -




    Haaaaaaaaauuuuu.
    Ma quanto è carino quando fa l'imbarazzato.
    Ghignando come un Imp uscito dal quarto cerchio dell'inferno afferro il bordo della gonna con due dita e lo faccio pericolosamente svolazzare.
    Così eh, perchè mi diverte, non perchè sia particolarmente una esibizionista.
    Eh? Cosa sono quelle facce?!
    E' vero! Cioè, sì, mi diverte particolarmente essere vista e non nego che mi provochi in certo brivido...
    Ma questo non fa di me una pervertita vero?
    VERO?!?!?!?!
    ....
    Hauuuu....
    Huhehehehe...ma come siamo moralisti.
    Per essere un Europeo sai essere stranamente innocente...

    Però daaaaamn, la sua reazione è 100% absolutely Adorbs.
    Viene proprio voglia di punzecchiarlo, di infastidirlo, di divertirsi alle sue spalle.
    "Don't bully me Sakashima-san".
    A pensarci bene forse forse potrei anche abbronzarmi...
    Non riesco a soffocare una leggera risata mentremi immagino questo colosso tedesco impaludato in uniforme con pantaloni e camicia stropicciati e gli occhiali storti sul volto.
    Nyahshishishi
    Poi, tutto si perde quando ascolto la canzone.
    Ehm, come dire...è...pesante?
    Chitarra elettria, batteria, tutto il comparto sonoro trasuda violenza.
    Ma non una cruda violenza primitiva e animale.
    E' più la elementale forza del fango, della pioggia pesante di un monsone.
    E'...soffocante?
    C'è poco da dire, il sentimento che voleva trasmettere passa decisamente bene.
    Humm...Heavy heart, eh?
    E non è neppure una brutta canzone a dirla tutta.
    Una cosa è certa, non è la voce angelica che mi aspettavo.
    Poco ma sicuro.
    E non posso fare a meno che la voce mi scivoli tra le labbra umide e semiaperte.
    Mi chiedo cosa ti pesava sul cuore quel giorno...
    Fortunatamente riesco a frenare qualunque altra parola dopo.
    Ahi ahi ahi.
    Mi sono quasi lasciata scappare una frase da mina antiuomo-level.
    Già non vuole parlare del suo passato o delle sue scelte, scavare così' a fondo sarebbe pericoloso.
    Troppo.
    Ci sono cose che è meglio non sapere.
    E così mi concentro sulla canzone.
    Sul suo sound graffiante e violento.
    Sulla sofferenza che traspare dalla voce arrochita e dallo scivolare delle dita sulle corde.
    Chissà cosa era che stava pensando, chissà cosa è che lo a spinto ad incidere una canzone come questa?
    Aaaaaah che curiosità.
    Che dubbio amletico, che desiderio di saperne di più...
    Così medito, e mi macero, e cerco di memorizzare ogni nota.
    Così da potere ricercare questa canzone o altre simili.
    Finchè alla fine, come una fonte che smetta d'improvviso di zampillare, anche le note smettono di uscire.
    E tutto quello che resta in fondo, è solo silenzio.
    Rimango a fissarlo ancora qualche secondo, sino a quando il primo ad interrompere il silenzio, non è lui.
    Com'era, vuole sapere.
    Un onesto giudizio.
    Beh...
    Inspiro.
    E con una capriola atterro davanti a lui simile ad una ginnasta.
    La gonna che riatterra pochi istanti dopo di me, ma più che abbastanza da garantirgli un'altro accuratamente calcolato panty-shot.
    *PS: Sono a righe bianche e rosa, l'avevo già detto?
    Probabilmente si ma è bene ripeterlo perchè è importante*

    Dopodichè mi giro, e con la tipica posa da maestrina.
    Prima mi schiarisco la gola.
    Mi preparo...
    E come una cascata in piena inizio a riempirlo di dettagli.
    Molti inutili, altri superflui.
    Ma la mia facciata di tecnica del suono è fondamentale da mantenere.
    Ed è sempre opportuno che senta di parlare con una ragazza onesta e pure esperta in questo campo.
    Una sicuramente non sono, e per quanto concerne le mie competenze in campo musicale non sono del tutto sicura.
    L'alternarsi delle battute in 3/4 e 9/8 è un po' difficile da cogliere per un nuovo ascoltatore, il ritmo più orecchiabile compensa, ma veramente dovrebbe essere ascoltata da un amante del genere perchè su un pubblico nuovo e più vasto non avrebbe molta presa, questo ovviamente se vuoi sfondare. Le lyrics sono un po' mushy, nel senso, fa un po' doomsday metal ma ripeto, è sempre il genere a cui fa riferimento e quindi non posso giudicare quale dovrebbe essere il target a cui punti. Devi anche tenere conto che il pubblico giapponese sta spostando sempre più i sui gusti verso il visual Key quindi un ritrmo più lento tipo questo non fa molta presa su un pubblico abituato a un pitch decisamente più alto. E' contemplativo e trasmette le emozioni ma sai...

    *Il wall of text prosegue per svariati altri minuti...*


    Poi alla fine, espiro le ultime due libbre di aria.
    Inspiro.
    E sorridendo con un sorriso capace di sciogliere le rocce pronuncio il mio giudizio.
    Però dai...non è malaccio ~♡
    7/10, L'ascolterei se capita nella playlist.

    Un momento magico, che vorrei durasse per sempre.
    Sfortunatamente...
    Beh.
    Come una Cenerentola dei tempi moderni, il mio bel compositore dle mistero nota l'ora.
    E rapido come una mangusta che scatta sul serpente, stacca il Jack dal suo telefono.
    Hyawn.
    E' tremendo.
    E' come se l'avesse tirato fuori troppo presto!
    Cheapskate!
    E poi le 18:00 ma cosa sei, un bambino delle elementari?!
    Ueeeeeeh~?! Magical1???
    Pazienza Rena.
    Pazienza.
    Non puoi fare le bizze, o le lagne.
    Hai visto che non gli piacciono comportamenti infantili.
    Devi avere pazienza ed essere seria.
    Comportanti come una adulta responsabile.
    Hauuuuuu...
    Uggiolo come un cane bastonato, gli occhi bassi e tristi.
    Forse forse un po' lucidi.
    Dai, gli occhi da Bambi funzionano sempre.
    Sicuro sicuro che non riesci a trovare un'altro po' di tempo per me...?
    Poi quando vedo che ha ancora in mano il cellulare, realizzo cosa intende.
    L'indirizzo Babel.
    Possiamo scambiarci messaggi.
    Comunicare.
    Vuole vedermi di nuovo.
    Opportunità future.
    Unbelievable!
    Rena ragazza mia, certe volte è meglio perdere una battaglia per vincere la guerra.
    Come dice quel vecchio detto:
    "Chi fugge ora combatterà ancora".
    Allungo il telefono rosso acceso con mani tremanti.
    L'orda di sticker, glitter e keychain di mascotte attaccate che tintinnano pericolosamente vicine alla massa critica.
    Ha! hawawawawawa!
    Faccio a malapena in maniera di borbottare.
    Ma certamente! Quando vuoi, il tempo lo trovo SEMPRE!
    Forse anche troppo precipitosa sull'ultima parola, ma andiamo, posso permettermi qualche cosa di infantile no?
    Stringo al petto il telefono come fosse un tesoro preziosissimo.
    Gongolando, tutta felice, tutta contenta.
    Le dita si muovono rapidissime,e dopo poco posso sentire il suo telefono vibrare.
    Si, è proprio lui!
    Non mi ha dato un numero o un contatto fasullo.
    Uhehehehehe! Gu-ppii Babel number Getto da-ze!!
    Tutta allegra e contenta, come uan spensierata fatina, danzo in giro per il parco, tra una piroetta e una giravolta.
    Ridendo come una scolaretta.
    Ah che giornata, ragazzi.
    Che giornata incredibile.
    Yahahahaha!
    Super rare drop get!
    E' proprio vero, che farmare per storie d'amore a Shibuya, è uno spasso!
    Mi fermo, sul bordo di una piccola aiuola, inclinata in avanti in perfetto equilibrio.
    E fisso il tedesco.
    Mi raccomando eh? Ricordati di farti sentire ogni tanto...
    E se avessi bisogno di una Gyaru a cui confessare i tuoi problemi, non esitare a contattarmi, bell'uomo.
    Per te ci sono sempre~♡

    Mimo un bacetto.
    E chissà...
    Magari potrebbe essere il primo di una lunga serie.

    NOTE:

    1. ( マジカル ) Traslitterato dall' inglese suona come Maji ka yo ( まじ か よ) che significa "Ma sul serio?!"





    18 yo Liv. 3 Villain Stalker X Gyaru Scheda Cronologia © by ReЙ
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    - : NO DATA FOUND : -

    Group
    Vigilantes
    Posts
    224
    Location
    Italia

    Status
    Offline


    ✾ - Livello 2 - ✾
    ✾ - Scheda - Cronologia - ✾
    ✾ - Narrato - Pensato - Parlato - ✾






    “Moralista? Si denuda e io sarei quello moralista?” - Un pensiero presente e leggermente esasperato che fuori dalla mente del tedesco si concretizzava in un solo e semplice gesto, ossia far sprofondare la sua faccia nel palmo della sua mano, le risatine dell’esserino non facevano altro che decorare quel momento in cui il tedesco immaginava che, non potendo utilizzare il contatto fisico, Rena fosse passata a mettere in mostra le sue grazie per… per? Il tedesco non ne aveva idea, presumeva fosse per ammaliarlo ma ormai si era rassegnato alla consapevolezza di non poter comprendere quell’individuo.
    Ora, ascoltando la canzone, era calato un profondo silenzio tra i due, un silenzio in cui il tedesco poteva sentire un vecchio se stesso parlare dall’auricolare che gli aveva passato la ragazza, non lo stava quasi ascoltando però: la sua attenzione era rivolta verso la ragazza, la osservava per notare qualche piccolo cambiamento nella sua espressione o altre variazioni nella posizione in cui stava ascoltando, la stessa aveva fatto un paio di commentini, ma quello che lo interessava di più era il commento finale conferito ritornando a terra sempre con stile e cominciando la sua esposizione come fosse a scuola interrogata da qualche insegnante. Non c’è che dire, aveva inquadrato la canzone dando una descrizione molto tecnica e approfondita soffermandosi su particolari che difficilmente una persona qualunque avrebbe potuto evincere, in particolare la marcatura delle battute, il tedesco ne era per caso sorpreso? Ni, certo, sicuramente era una descrizione soprendente l’aveva ascoltata affascinato dal primo all’ultimo secondo, sembrava l'avesse fatta lui stesso! Però in fondo era quello che ci si poteva aspettare da una tecnico del suono no?
    “Beh, non c’è che dire, ho forse trovato qualcuno che ascolta invece di sentire e basta?” - un sorriso molto compiaciuto accompagnava queste parole seguite in oltre da un piccolo inchino di rispetto, poi però, in mezzo alle note della melodia che era il loro discorso c’era un diesis particolarmente stonato almeno alle orecchie del tedesco…
    “Sette? Tutto qui? ‘Non è malaccio’? Beh, questi sono i giudizi soggettivi no? In quelli oggettivi ha descritto dettagliatamente la canzone e a detta sua passa esattamente quello che volevo passasse, quindi per me è DIECI SU DIECI accidenti, è più che ottima e non l’ho nemmeno fatta al massimo delle mie capacità!” - pensieri che però venivano trasposti nel suo parlato con
    “Beh, mi impegnerò per migliorare allora, la prossima volta che ci incontreremo magari te ne farò sentire una da 8” - eppure dentro di se quel commento gli provocava una strana sensazione, quasi una forza che voleva uscire per spiegare all’esserino perché la canzone in realtà era meglio di quello che diceva. Provava questa sensazione ogni volta che qualcuno non esprimeva il giudizio che si aspettava su una canzone a cui aveva dedicato anima e corpo, ma tendeva a non lasciare mai che questa sensazione avesse la meglio su di lui, si conosceva abbastanza bene da sapere come trattenersi e in più sapeva che sarebbe stato un comportamento davvero infantile da adottare in qualsivoglia situazione, che ci poteva fare? Parlare di musica era sempre un terno al lotto, l’argomento poteva rimanere generale e andare avanti per ore anche senza che il biondo si stancasse, ma era proprio quando il discorso sfociava sulla sua musica che si toccava il suo nervo scoperto.
    Le frasi del tedesco erano quindi seguite da svariati versetti sconsolati e altre espressioni inglesi buttate in una zuppa di parole presumibilmente dispiaciute, tutto ciò adornato da due occhietti supplicanti che colpivano il biondo dritto al cuore come se il suo sguardo stesse tenendo il contatto con quello di un cucciolo, ammetteva che era difficile dire di no a un faccino simile, ma aveva effettivamente un incontro a distanza di un’ora ed era qualcosa che non poteva effettivamente mancare,
    “Mi dispiace, Rena-cchi, il dovere mi chiama” - aveva detto questo con una faccia dispiaciuta, ma pur sempre allegra, era tentato di aggiungere qualcosa per rendere il congedo meno brusco ma a quanto pare appena aveva realizzato che il tedesco le stava dando il numero Rena era riuscita a tirarsi su da sola, anzi, dopo esserselo appuntato alla velocità della luce e aver scritto un messaggio per assicurarsi che fosse giusto esultava saltellando da tutte le parti e utilizando la sua solita parlata ricca di inglesismi e slang sconosciuti al biondo, comunicava poi che sarebbe stata sempre disponibile per passare dell’altro tempo con il tedesco.
    “Che entusiasmo! Beh direi che ne sono felice” - dopo aver ascoltato altro di quello che la ragazza aveva da dire proseguiva con
    “Oh, prometto che mi risentirai, si. Comunque, non ho esattamente idea di cosa sia una Garyu ma, certo, lo terrò a mente!” - un qualche tipo di psicologa? Non ne aveva certo l’aria però dal modo in cui aveva formulato la frase pareva essere proprio quello il ruolo di una “Garyu”, alla fine fa sempre comodo avere uno psicologo come conoscente no?
    In ogni caso era giunto per il tedesco il momento di andarsene, si era involontariamente catapultato in una giornata a dir poco movimentata con una ragazza… beh come si può definire un individuo simile? Un ossimoro, un paradosso in tutto e per tutto, imprevedibile, sarebbe sbagliato definirla appiccicosa ma anche distante, era sbagliato definirla infantile ma anche matura, era un miscuglio di tutto e sembrava assumere un tale carattere volontariamente a giudicare dalla frase che aveva detto in cui si offriva di essere qualunque cosa lo stesso volesse: nella filosofia serpeggia il concetto che quando qualcosa è tutto contemporaneamente è anche nulla e sentendo quella ragazza parlare delle sue innumerevoli maschere questa teoria era l’unica cosa a cui riusciva a pensare avendo ben in
    mente la sua faccia.
    “Beh, allora ciao Rena-cchi, ci riincontreremo presto, appena arrivo a casa ti invio un messaggio anche io!” - con un gran bel sorrisone aveva aspettato una manciata di secondi rivolto verso la ragazza per poi avviarsi verso casa distogliendo gli occhi da quell’esserino, alla fine, per quanto lo aveva inizialmente tormentato, la trovava comunque adorabile, sicuramente la cosa che lo avrebbe continuato a perseguitare con innumerevoli domande era quel sorriso, quel dannato sorriso. Quando lo aveva chiamato hero insomma, con quel faccino così carico di innocenza quanto di intrigo, alla fine Günter non era comunque riuscito a trovare una risposta alla sua fatidica domanda, Rena sapeva che lui era un vigilante? Sicuramente con tutti i buoni intenti di passare una bella giornata come quella che si era appena conclusa in un plausibile secondo incontro avrebbe sicuramente indagato sulla cosa.

    contatti
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Villain
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline
    Rena Sakashima

    “He had a clear, lyrical voice and his songs remained in her ears long after the music had ended.”

    - Hiroko Sherwin -



    Lo guardo salutarmi.
    Ascolto le sue parole, mentre stringo ancora il cellulare al petto.
    Come fosse un tesoro, o una lontra che stringe una conchiglia da spaccare sugli scogli.
    Beh, dai, le Lontre sono supercarine! Con quegli occhietti e l'espressione furba.
    Anyway, cullo il telefono amorevolmente e lo guardo allontanarsi.
    Aspetto ancora un poco.
    Per poi sbracciarmi in un ultimo saluto.
    Ci conto, altrimenti ti vengo a cercare~♡
    Una frase tipo super-cute.
    Che beh detta da chiunque altro suonerebbe una roba che più inoffessiva non si può.
    Nel mio caso, beh.
    Non sbilanciamoci.
    Non dico che sarebbe bene mi rispondesse...
    Ma se non lo fa sarà peggio per lui.
    Non sarà così difficile trovare bei tedeschi biondi e musicisti.
    Certo, trovare la sua identità musicale invece potrebbe essere più difficile partendo solo da una canzone ma...1
    E finalmente spengo il microfono con registratore del cellulare.
    Acceso oramai da svariati minuti.
    Con ansia ed eccitazione mi rinfilo gli auricolari ed inizio ad ascoltare la sua voce che parla.
    In loop, ovviamente.
    Allora ciao Rena-cchi...ne sono felice...mi impegnerò per migliorare...Rena-cchi...sono felice...qualcuno che ascolta...Rena-cchi...
    Fuheheheehehehe...
    Registrazione perfetta.
    Ci vorrà poco, qualche taglio, qualche clonazione, un po' di mixing e looping.
    Ma dovrebbe venire una incisione perfetta per le lunghe giornate invernali che ci aspettano.
    Yup yup, campionatura vocale...getto daze!
    Sogghigno divertita.
    Non mi ha lassciato la sua canzone...
    Ma ciò non toglie che io non possa farmene una mia.
    E' proprio vero, che non si sa mai cosa si può incontrare a Shibuya.
    Una parte per prendersi un paio di cuffie, e finisce per incontrare un angelo.

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧



    Le parole si diffondono come una melodia angelica, mentre mi stiracchio tutta soddisfatta sulla poltrona.
    Il grosso pigiama a righe bianco e rosa tutto morbidoso e comodissimo, scivola dalle braccia, rivelando la mia pelle squisitamente curata.
    Ah, gomèn gomèn, quando sono a casa potrei anche fare a meno di attirare l'attenzione su questi dettagli.
    Dov'ero rimasta? Ah sì, che mi stiracchiavo sulla poltrona.
    Le cuffie nuove, funzionano benissimo.
    Sorrido beatamente, mentre canticchio un motivetto.
    Hmmmmm hmmmmm hmmmm~♡
    Ho finito ora ora di montare l'audio.
    Ed è lì, tutto pronto nella mia playlist privata, assieme a tanti altri.
    Hohoho, proprio non vedo l'ora di andare a scuola domani.
    Renderà il viaggio in treno molto molto più tollerabile.
    Con un leggero *crock* le giunture dei miei polsi assentono, unendosi in un coro di approvazione.
    Aaaaaaah, è stata proprio una bella giornata...
    Eh sì.
    Chi se lo sarebbe aspettato?
    Scorro le foto, salvandone una copia nel mio server privato, e un'altra sul cloud criptato.
    Che non si sa mai chi possa venire a spiarti.
    Brrrr, la sola idea che qualche pervertito si introduca nella mia privacy mi terrorizza...
    Oh giusto, dovrei anche stamparne un paio da mettere in uno degli album.
    O forse forse potrei anche prendere un album nuovo solo per Gu-ppii?
    Aaaaaah, che fare che fare.
    Dubbi, dubbi, dubbi.
    Abbraccio un cuscino e dalla sedia mi lancio sul letto, guardando il telefono.
    Oh no, chissà se mi ha risposto?
    No, non devo controllare.
    Devo avere pazienza.
    Avrà da fare.
    Sicuramente.
    Sennò mi avrebbe risposto.
    Mi dico speranzosa.
    Ed è allora, che non riesco a sopprimere un risolino.
    Musica metal...
    Huff, dovrò farmi una cultura.
    Quella roba è così brutale, che non fa proprio per me...
    Involontariamente mi trovo a fischiettare, divertita dall'ironia.
    La canzone che sta passando ora è proprio perfetta.
    Anata no sugu soba ni iru yo Kimama na tenshitachi
    Amefuri sabishii toki ni wa Egao de te wo tatakou!~♡
    These care-free angels will be right by your side
    When you feel lonely in rainy days, clap your hands and smile

    Sia le lyrics che il titolo dell'album ci stanno proprio a puntino.
    Chissà se chi l'ha scritta,proprio come Gu-ppi con la sua "Heavy Heart" voleva dire qualcosa...
    Spero proprio di sì.
    E' così fluffy fluffy e coccolosa...
    Anata no sugu soba ni iru yo Tsurai toki, kanashii toki
    Ohoshisama kirakira egao de Ashita wa hare moyou~♡
    When you smile like sparkling stars, it will be sunny tomorrow
    This excitement is a gift for you, it's our secret between us

    E poi, ci ha preso proprio...

    Watashi ni Tenshi ga Maiorita2



    Letteralmente...
    Un angelo mi è volato addosso.


    NOTE:

    1. Ovviamente la povera Rena ignora che il bel Gunther è stato abbastanza furbo da averle "distrattamente" taciuto di non avere mai inciso una canzone con delle vocal, e quindi sarà difficile che quella campionatura vocale le possa servire a qualcosa che non sia per i minuti piaceri e consumo personale...
      Ma ehi, se abbiamo imparato una cosa, è che Rena-cchi è una fanciulla dalle notevoli risporse, e nessuno dovrebbe sottovalutare cosa possono fare Dedizione e costanza unite ad un pizzico di sana follia...

    2. Watashi Tenshi ni Maiorita! è il titolo dell' album e della rispettiva serie. In questo caso si fa riferimento unicamente alla canzone in se, perchè effettivamente citare un anime dentro un anime è un po' troppo rompere la quarta parete





    18 yo Liv. 3 Villain Stalker X Gyaru Scheda Cronologia © by ReЙ


    CITAZIONE
    XamHell Come da accordi possiamo concludere qui.
    Ti ringrazio tantissimo per la Role.
    Ci voleva finalmente una romance per Rena che non finisse malissimo alla prima Role!
    Rifacciamolo in futuro...per il bene di Gunther.
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    a pile of "goo"

    Group
    Administrator
    Posts
    1,390

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Beh, eccoci qua. È stato uhhh, particolare.
    Comunque, fondamentalmente la role è corretta ed avete fatto più di 22 post quindi prendete il primo bonus. Raccomando solo ad Allen di non prendersi troppa libertà con l'autoconclusività delle effusioni di Rena, che a tutti gli effetti si può tentare di evitare come veri e propri attacchi (come qualcuno potrebbe considerarli).
    Capisco che il discorso sia meno fluido parlando troppo in ipotetico ma purtroppo è un sacrificio che i player di un gdr by forum devono fare :zizi:

    Gunter: +50exp +25exp
    Rena: +50exp +25exp

    Chiudo--
     
    .
23 replies since 14/10/2021, 18:37   473 views
  Share  
.
Top
Top