Liebesmelodie

Role | Günter Wolff & Rena Sakashima (Extra)

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    “Once I learned, I went online and ordered every romance novel I could find. They're fairy tales for grown-ups.”

    - Gena Showalter-




    Avete mai sentito il cuore battere forte forte?
    Ma cioè, tipo, che pare un martello pneumatico.
    Che le costole ti fanno male, e ti costa fatica a respirare, come se ti avessero messo un enorme masso sullo sterno?
    Ecco, questo è esattamente come mi sento ora.
    Moooou! Renacchi sta malissimo, e la colpa è solo della sua stessa irruenza!
    Chi l'avrebbe detto che quelle stupide cuffie si sarebbero rotte sul più bello?
    Certo potevo evitare di saltare in piedi quando S.-chan ha letto la mia lettera!
    E boh, super dojikko1 che non sono altro, ho pestato il filo delle cuffie e l'ho spezzato di netto!
    Prodottaccio scadente da due soldi...è proprio vero, se vuoi una buona esperienza, devi scegliere i prodotti migliori.
    Prodotti di marca.
    E quello che ho davanti è un assoluto capolavoro.
    Aaaaaaah~ Yabababa!~★
    Saltello senza freno alcuno davanti all'alto scaffale che contiene una enorme scatola nera che pare quasi laccata.
    La figura riportata al di sopra è quella di un enorme drago che circonda un globo.
    E' una metafora ovviamente, per rappresentare il prodotto all'interno.
    Un paio di Berydynamic Onicrom Aethertrex AMX-2000 WZ.
    E che c'entra, direte voi, sono delle cuffie.
    Filistei.
    Le Berydynamic Omicrom Aethertrex AMX-2000 WZ posseggono una capacità di isolamento fuori scala.
    Praticamente proibite sul mercato perchè potreste non sentire un MBT2 che sfonda il muro della vostra camera a tutta velocità.
    Una capacità di replicazione dell'audio assolutamente senza pari.
    Ultraresistenti, realizzate con una lega di carbonio e nanomateriali impiegata pure per le tute di alcuni degli Hero più famosi del Giappone.
    Per una esperienza sonora assolutamente impareggiabile.
    Non dovrebbero neanche più essere in commercio, essendo una edizione limitatissima andata esaurita quasi subito.
    E il prezzo.
    Proibitivo certo, ma non per una come me, fortunatamente il denaro non è mai stato un mio problema
    C'è solo un altro problemuccio.
    Beh un problemone in realtà...
    Nnnnnnngh~ Umumumu!!
    E come faccio a dirlo?
    E' imbarazzante! (>///////<)"
    ecco...
    io....non ci arrivo.
    Ecco! L'ho detto! Contenti?!
    Moooooooou!3
    Lo dicevo io che è imbarazzante!
    E non ridete, io ci ho investito tanto in questa figura eterea, quasi da fatina!
    Non sono bassa, non ditelo, non provateci nemmeno! Rena-cchi è pètite.
    Ecco.
    Se lo dico alla francese suona anche bene.
    Tuttavia non importa quanto possa indorare questa orribile pillola.
    Non risolve il mio problema.
    Affatto.
    Nnnnnnngh~
    Mi sporgo sulle punte dei piedi.
    Ma Nada, Niet, Nai, Zilch.
    A malapena la punta delle mie unghie laccate arriva a lambire il bordo dello scaffale.
    Nmumumu~
    E ora?
    Che faccio?!
    Doushioooooooouuuu!!4

    NOTE:

    1. (ドジっ子) Termine cutesy che indica una ragazza sbadata, goffa, che suscita tenerezza, quasi Moe.

    2. Acronimo per Main Battle Tank, carri armati moderni.

    3. (もううう) Espressione Giapponese traducibile con "Uffa".

    4. (どうしおう) Espressione Giapponese traducibile con "Oh no, e adesso?!".




    18 yo Liv. 3 Villain Stalker X Gyaru Scheda Cronologia © by ReЙ


    CITAZIONE
    XamHell Here we go, let's get this party started!!
     
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    Una bella giornata, non necessariamente troppo calda ma pur sempre ben soleggiata: il tedesco si godeva questo clima gradevole con una bella passeggiata come pausa tra una registrazione e l’altra, insomma, un occasione perfetta per gironzolare alla ricerca di posti nuovi diversi dai soliti che frequentava soprattutto ora che, non lavorando più per la Etruscan Record, era completamente libero da qualsiasi deadline per i suoi pezzi.
    Una boccata d’aria fresca e un sorriso accarezzato dal sole erano però subito seguiti da una lenta e perplessa realizzazione… - “Quel cartello… quegli alberi… oh cielo, ho girato in tondo? Di nuovo?” - come la maledizione di qualche opera horror, per quanto si sforzasse di percorrere delle strade di Shibuya che non aveva mai visto non ci riusciva, ne dava la colpa solo a se stesso, godendosi le cose che vedeva e pensando agli affari suoi non si focalizzava sul percorso e sceglieva strade che portavano inevitabilmente nelle prossimità di dov’era partito. Se alla fine di una strada c’era un posto troppo vuoto o poco interessante cambiava strada, stessa cosa se sentiva di aver percorso troppo una via dritta o se ne vedeva una che portava verso Bunkyo e questi criteri lo portavano inconsciamente a agire come un boomerang.
    Vista la vastità di quei quartieri e la velocità di camminata del tedesco, lo stesso aveva accumulato poco più di mezz’ora di tentativi senza scoprire nulla di particolarmente nuovo se non qualche negozio di vestiti o altri locali che non catturavano particolarmente la sua attenzione, gli sembrava quasi assurdo di non conoscere bene quei luoghi dopo più di due anni di permanenza con il suo maestro ma non gli era mai capitato di avere abbastanza tempo e voglia di esplorarli per bene, d’altronde, quando era giunto in Giappone, lavorava già per la da lui tanto odiata casa discografica.
    Un piccolo sospiro seccato anticipava un nuovo tentativo del tedesco che questa volta era riuscito a imboccare una strada che lo aveva portato al cospetto di un negozio di articoli musicali a lui sconosciuto, non era esattamente uno stacco dalle attività che stava facendo prima di partire ma poteva comunque essere una scoperta utile, per questo aveva deciso di entrare e controllare se fosse ben fornito.
    Chiamarlo un paradiso probabilmente era riduttivo, quantomeno agli occhi di Günter che scorreva attentamente i suoi occhi sui vari prodotti talmente numerosi da confondere la vista di chiunque non sapesse cosa cercare, prodotti che variavano da prezzi molto economici a prezzi davvero proibitivi ma che per alcuni articoli erano comunque molto più bassi delle aspettative del tedesco sorpreso anche dalla carenza di un cartello “sconti” o “saldi” in qualsiasi parte del negozio se non un angolo dove c’erano alcuni prodotti abbastanza datati. In una corsia dedicata agli articoli di input e output audio, facendo girare il suo sguardo tra le cuffie più costose, aveva però notato una ragazza che provava a raggiungere una scatola tra gli scaffali più alti allungandosi il più possibile e saltellando arrivando a malapena a toccarla con i suoi polpastrelli: Aveva i capelli di un tenue e grazioso color zucchero filato con un acconciatura che li vedeva lisci e coronati da due buns, era vestita con una normalissima divisa scolastica e questo faceva pensare al tedesco che si trattasse, logicamente, di una studentessa, ma la stessa stava mirando a un articolo con un prezzo a dir poco impegnativo, probabilmente voleva solo dare un’occhiata al prodotto... certo, questo se fosse effettivamente riuscita a raggiungerlo.
    Non era nemmeno il prezzo in se a perplimere il biondo, ma il fatto che un apparecchio di quel tipo era davvero eccessivo, non era esattamente un prodotto che qualcuno comprerebbe solo per ascoltare musica, anzi, era un prodotto quasi esagerato anche per un musicista professionista come Günter che aveva già cominciato a speculare che utilizzo avrebbe potuto fare la sconosciuta di quelle cuffie. Inizialmente aveva provato a fare finta di nulla grattandosi discretametne un angolo della bocca per nascondere il leggero sorrisetto che la situazione gli provocava, ma vedendo che la ragazza non faceva enormi progressi aveva deciso di intervenire,
    “Ecco qui!” - mettendosi al suo fianco con la sua solita faccia sorridente era riuscito a prendere la tanto agoniata scatola per la sconosciuta e dopo averla guardata per qualche istante l’aveva porta alla ragazza aggiungendo - “È roba tosta, sei una musicista?” - una curiosità espressa in modo breve e coinciso in modo da non farsi apparire troppo ficcanaso. Da quella posizione poteva finalmente vedere il volto curato e brillante della ragazza, in pochi istanti il suo subconscio aveva praticamente offuscato tutte le parti del suo volto che non fossero i suoi occhi riempiti di un affascinante colore marrone scuro così intenso da tendere a una tonalità di cremisi, sicuramente un colore molto raro che aveva catturato quasi a pieno l’attenzione del tedesco.
    Sperava solo di non aver fatto una brutta impressione alla ragazza, probabilmente avrebbero potuto conversare un po’, chi lo sa, se fosse effettivamente stata una musicista di qualche tipo avrebbero potuto scambiare qualche opinione.

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    “Angels are not supernatural beings who come from heaven knows where. Angels are human beings who consciously – or not – choose to be at the right place and at the right time to play their role in the universe."

    - Charbel Tadros -




    A volte non so se sono fortunata o sfortunata.
    Ve l'ho mai detto che ho incontrato un angelo?
    No, non uno di quegli orridi cherubini paffuti di prima.
    No, neanche una sfera di fiamme coperta di occhi e ali che parla in antico Aramaico.
    E non iniziate neanche con la storia del prisma volante, quella è off-limits!
    E' invece uno di quelli che si trovano tipo sui quadri nelle chiese in Europa.
    Bello, Alto, biondo con gli occhi azzurri e la pelle di porcellana.
    Che cioè, tipo, mi copre come un ombra.
    Fweeeeeeeeeeh~?!
    Riesco a malapena a trasalire, mentre questo manzo meraviglioso si sporge e come niente afferra la scatola.
    Si sporge e me la allunga, mentre la prendo con mani tremanti.
    Zero.
    Cortocircuito mentale.
    Paradiso Here I come.
    Credo anche di avere della bavetta, probabilmente.
    Ah...aaah...
    Farfuglio incapace di articolare un pensiero coerente.
    Cioè dai, sì, io non ci credo che la Virgin Mary ha replicato subito all'Arcangelo Gabriele.
    Voglio dire, ti capita un Ikèmen1 col sixpack e gli occhi blu così davanti dal nulla e tu tutta tranquilla gli rispondi?
    Ma vaaaaa.
    Al massimo mi sa che ha fatto come me, rispondendo con un filo di voce fioca fioca.
    ...392
    Moooou Rena!
    Snap Out! Reagisci, digli qualcosa.
    Qualunque cosa!
    Fai valere la tua certificazione internazionale in Inglese, chessò citagli Shakespeare o fai qualcos'altro di intelligente!
    N-nais chu Micchu 3...kch!
    E mi mordo la lingua.
    !!!
    Uno, dolore immenso.
    Due, figura da pesce lesso.
    ...
    no vabbè, io esco, ciao.
    H-hawawawa
    Gesticolo pateticamente con ampi gesti della mano cercando di farmi capire.
    Guadagnare tempo, forse persino spazio, mentre posso sentire il rossore aumentare pericolosamente.
    Gack.
    Non ce la posso fare gente, cioè tipo, stò annegando nel mio stesso imbarazzo.
    Sul mio epitaffio scrivete "E' morta come ha vissuto: Fangirlando".
    R-r-Rena non è...C-cioè Io non, cioè ecco...
    E che gli dico? Yababababa!
    Io non sono una vera e propria musicista!
    Cioè, ci mancherebbe se non sapessi suonare.
    Il Violino per quando devo fare bella figura alle Feste con i raffinati.
    Il pianoforte se sono a scuola...che cavolo, quella di suonare il pianoforte è una flytrap perfetta per attirare qualche ragazzino in cerca di una romantica storia d'amore.
    Ma a lui che dico?
    N-non proprio, s-sono più u-una...
    Perchè dovrei...ah già, le cuffie!
    Oh Kami onnipotenti, e ora che gli dico.
    Che mi piace ascoltare ASMR di voci sintetizzate che mi chiamano per nome?
    Che rimonto le voci di Vtuber per fingere che parlino con me?
    Che ascolto registrazioni di Otto ore del respiro di persone che amo che dormono?
    Ma va...
    E che gli dico?
    CHE GLI DICO...!?!
    ...
    Tecnica del suono!
    Rispondo.
    Forse anche troppo precipitosamente per i miei gusti.
    Gosh.
    Terra inghiottimi, che imbarazzo....

    Ho incontrato un angelo oggi.
    E adesso vorrei solamente morire.


    NOTE:

    1. (イケ面 ) Lessico gergale che indica letteralmente "Un Gran Figo".

    2. Letteralmente San e Kyu , contrazione per indicare in slang "Thank You" visto che suonano molto simili

    3. Rena possiede un ottimo inglese, sfortunatamente in questa occasione il dono della parola sembra averla abbandonata... ma è veramente brava eh, ve lo giuro!




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    Quello che aveva seguito le poche e semplici parole del tedesco era una reazione a dir poco inaspettata dallo stesso:
    Quasi come se avesse visto un fantasma, la ragazza si era praticamente pietrificata non appena le cuffie che desiderava le erano state porte e poco a poco il suo volto stava assumendo una tonalità sempre più incline al color rubino, eppure al biondo non sembrava di aver fatto nulla di particolare, poteva essere il suo aspetto fisico ad averle causato una reazione simile? Lo dubitava ma poteva essere un ipotesi, sta di fatto che in quel momento era molto più concentrato sul capire cosa stesse provando a comunicargli la ragazza in rosa che dopo delle piccole smorfie con un espressione quasi asuefatta aveva pronunciato i numeri tre e nove.
    Günter era rimasto immobile da quando la ragazza aveva preso la scatola dalle sue mani, quasi come se stesse tenendo un'altra scatola invisibile, l’unica cosa che variava nella sua posa era la sua espressione che vedeva i suoi occhi progressivamente sempre più sbarrati, dopo che le due cifre erano state annunciate aveva anche serrato le palpebre per qualche istante quasi a far intendere una leggera confusione: non aveva idea del perche avesse detto una cosa simile, la ragazza sembrava molto più giovane di lui quindi probabilmente era un qualche tipo di slang da giovincelli del posto che lui non aveva mai sentito, altre ipotesi non ne aveva se non tenere conto che la sconosciuta potesse star dando i numeri.
    Ora stava invece provando a farfugliare qualcosa… - “… in inglese? Eppure ero sicuro di averle parlato in giapponese, crede che non lo capisca? Aspetta aspetta, quindi tre e nove… Thank you… stava provando a dirmi questo?” - pensieri improvvisamente interrotti alla visione della ragazza che si era morsa la lingua, l’unica cosa che era riuscito a farlo muovere di qualche centimetro facendogli allungare il braccio leggermente verso la ragazza provando a formulare qualche frase, ma la situazione lo aveva reso quasi balbo.
    Quando la sconosciuta aveva iniziato a gesticolare teneramente dopo il morso, il tedesco aveva fatto un piccolissimo e cauto passo avanti avvicinandosi leggermente, quasi d’istinto, per controllare che fosse tutto apposto, ma lei aveva proseguito provando a comunicare con lui: - “Rena? Chi è Rena? È il suo nome Rena? Sta parlando in terza persona?” - Osservava in una quiete inintenzionale gli sforzi della ragazza nel rispondere che finalmente erano culminati in un ultima frase chiara e priva di balbuzie.
    Era quindi una tecnica del suono, un mondo con cui Günter aveva spesso a che fare in ambito musicale ma che si estende a molti più ambienti, poteva essere semplicemente una mixer o una fooley artist, sta di fatto che quello che aveva sentito non faceva altro che attirare sempre più la sua curiosità, soprattutto dopo la sua introduzione a dir poco… bizzarra? La ragazza non aveva fatto una brutta prima impressione ma aveva preso il biondo davvero alla sprovvista, tanto che per un paio di secondi non aveva voce con cui proferire parola:
    “Hey, stai tranquilla, non mordo mica!” - Era riuscito, contro ogni sua aspettativa, a parlare senza balbettare, come gesto rassicurativo aveva allungato la sua mano verso la spalla della sconosciuta sfiorando a mala pena il tessuto dei suoi vestiti, un gesto che aveva fatto molto innocentemente e senza considerare che avrebbe potuto eventualmente peggiorare le cose.
    “Interessante comunque! Di cosa ti occupi di preciso?” - Non era così strano trovare una persona con degli interessi affini in un ambiente simile, anzi, sarebbe stato davvero circostanziale e inaspettato il contrario, probabilmente vista l’età che dimostrava quella sconosciuta era alle prime armi in quello che faceva, ma anche dalla più cruda delle esperienze si può ottenere il più maturo dei consigli no? Sperava solo che si sciogliesse e lasciasse andare il profondo imbarazzo che stava evidentemente provando, senza di quello era sicuro che ne sarebbe uscita una conversazione interessante… chissà, conoscere un tecnico del suono, come si definiva la ragazza, sarebbe potuto tornargli utile in un futuro.

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    “It is easy to display a wound, the proud scars of combat. It is way harder to show a pimple”

    - Leonard Cohen -




    Le sue labbra si dischiudono.
    Come i petali di un fiore che rivela una dentatura perfetta e dolcissimo nettare di parole spiritose.
    Non mordo mica, dice.
    Non mordo mica.
    La sola immagine di questo meraviglioso angelo vestito da elegante vampiro vittoriano mentre sotto la luna piena nelle rovine di un castello mi morde il delicato collo affondando le zanne nella carne tremante...
    Kyaaaaaaaaah, così Rena-cchi ci rimette le penne!
    Please stahp, smetti di essere così tanto husbando material!
    Oh, speak again, bright angel. You are as glorious as an angel tonight. You shine above me, like a winged messenger from heaven who makes mortal men fall on their backs to look up at the sky, watching the angel walking on the clouds and sailing on the air."
    Gwaaaaaaaah!
    Non adesso Shakespeare, non ho tempo di ricordare storie di tragici amanti.
    Ma apprezzo il pensiero!
    Pensiero che dura ben poco, perchè a differenza del suo conterraneo Europeo, questo meraviglioso esemplare di biondo, pare meno interessato alle parole e più ai fatti.
    Almeno, a giudicare dal fatto che la sua mano si sta avvicinando alla mia spalla.
    Hyah~?!
    Trasalisco come un gatto a cui abbiano cercato di lisciare il pelo.
    Mi vanto di essere molto più aperta di tante altre ragazze nipponiche della mia età.
    ma diamine, un conto è essere disinvolto, e uno è essere così smaccato.
    Mooooou mister!
    Certo che tu non ci vai per il sottile eh?
    Non è che ora mi bacia come fanno gli Europei per salutarsi?1
    No, pare proprio di no... peccato.
    Invece (s)fortunatamente pare più interessato a fare conversazione che altro.
    Beh, lungi da me lamentarmi, la mia fortuna in fatto di incontri pare essere totalmente fuori dagli schemi in questi ultimi tempi quindi tanto vale fare la brava ragazza e approfittarne!
    Respiro profondo.
    Rena, ce la puoi fare.
    Lo guardo.

    * kirarin ☆* 2


    Gwaaaaaaaaaah!
    No, non ce la faccio, è troppo splendente, troppo essere luminoso!
    Ogni volta che apre bocca mi pare di essere una balena arpionata da una nave da pesca.
    Il mio povero cuore non può reggere...
    Se poi vuole continuare a conoscermi così meglio, dove rischio di ritrovarmi?
    Fidati, mio biondo e bellissimo colosso dagli occhi azzurri, non vuoi scavare così in profondità...
    Però sembra interessarlo quindi, perchè non proseguire ancora per un po' su questa strada?
    I-io? B-beh principalmente Editing, mixaggio e pulitura di tracce audio...qualche volta anche di registrazione...
    Beh...
    Non è proprio proprio una bugia.
    In effetti con un computer sono bravina, e ho una certa esperienza nel pulire tracce audio ottenute da microfoni non esattamente buoni.
    Diavolo, avete mai provato a pulire il suono di un respiro eliminando il rumore delle lenzuola e il ronzio dell'aria condizionata da una stanza, catturati da microfoni direzionali?
    No...certo che no.
    Voi siete persone limitate da cose ridicole come il concetto di privacy e le leggi sulla proprietà privata del domicilio personale.
    Un momento...e questo cosa gli interessa?
    Non sarà che è un poliziotto?!
    Il mio volto si fa leggermente più sospettoso.
    Non dissimile da quello di una liceale approcciata da uno sconosciuto per strada, quel guardingo che non desta troppi sospetti.
    Hey Onii-san, e a te cosa interessa saperlo?
    Poggio le mani sui fianchi, tenendo le cuffie sottobraccio come un tesoro prezioso.
    Non penserai mica che solo perchè sono una ragazza non posso intendermi di computer o di musica, vero?!


    NOTE:

    1. Apparentemente in Giappone è credenza comune che in Europa, per salutarsi, un bacio sia considerato socialmente accettabile anche tra sconosciuti...

    2. (きらりん☆) E' un suono onomatopeico in Giapponese che indica la brillantezza, lo scintillare di glitter, un riflesso abbacinante. Reso famoso soprattutto da numerose pubblicità di dentifrici che lo usavano come slogan.





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    Ogni tanto capita a tutti questo piccolo imprevisto cucinando o mangiando qualcosa: scottarsi prendendo un cibo o un recipiente fin troppo caldo per quanto circondato di indizi che indicano la sua temperatura, quel tipo di incidente che ti porta a staccare improvvisamente la mano dalla fonte di calore per allontanarla più velcoemente possibile dal pericolo e che ti lascia stampata in testa la frase “Perché l’ho fatto?”. Ebbene, il tedesco rispondeva con la stessa reazione al sussulto della sua interlocutrice che aveva reagito all’avvicinarsi del braccio di Günter come se fosse quello di un appestato, ora il tedesco teneva il suo arto piegato verso il suo torace e le spalle irrigidite tenendosi istintivamente pronto ad altri plausibili movimenti bruschi della sconosciuta.
    Probabilmente allungare la sua mano verso di lei non era stata un’ottima idea, lo riconosceva, ma ora eccola li che dopo questo avvenimento si era ricomposta sfoggiando per un attimo il suo faccino brillante, momento in cui il biondo aveva ormai deciso di non muovere più un muscolo e aveva già inconsciamente cominciato a valutare delle plausibili vie di fuga da quell’individuo imprevedibile, non si sentiva minacciato, quello era da sempre il suo modo di agire quando si trovava in situazioni che semplicemente non riusciva a comprendere.
    Beh, è anche difficile sentirsi minacciati con una persona simile di fronte, ma dal suo atteggiamento la sconosciuta trasmetteva l’impressione che sarebbe saltata in braccio al tedesco da un momento all’altro, cosa di cui non si sentiva particolarmente voglioso.
    Con un leggerissimo balbettio iniziale la ragazza aveva dato una risposta che in parte in soddisfava le curiosità del biondo, certo, ora era a conoscenza delle sue competenze, ma non aveva ancora capito in che ambito le utilizzasse: che stesse facendo la misteriosa? O più semplicemente Günter aveva formulato male la sua domanda, in entrambi i casi, per essere sicuro di non essere troppo insistente si sarebbe trattenuto dal fare domande più precise su una sua eventuale professione, alla fine di fronte alle stesse domande, che la ragazza avrebbe potuto porgli in risposta alle sue, avrebbe fatto anche lui il misterioso.
    “Oooh~, beh, questo spiega un acquisto simile, sei in cerca anche di un microfono?” - Alla fine, in quanto musicista, se ne intendeva di certi dispositivi, quindi se la ragazza in rosa ne stesse cercando uno avrebbe eventualmente potuto aiutarla, anche se vedendo l’acquisto che era in procinto di fare pareva proprio che se ne intendesse abbastanza da fare la sua scelta da sola.
    Poi, nuovamente, le sue parole avevano assunto un tono completamente inaspettato dal tedesco:
    “Onii-san…? E io che pensavo di essermi preso troppa confidenza avvicinandomi con la mano!” - essendo a tutti gli effetti un gaijin il biondo non era mai stato chiamato in quel modo da nessun familiare, figuriamoci da una completa sconosciuta, non che lo infastidisse certo, faceva solo abbastanza strano soprattutto pensando a tutti i cliché che circondano questa espressione nel mondo degli anime e che potevano solo venrie impressi più violentemente nella sua mente da straniero.
    “Beh, mera curiosità in realtà” - aveva detto grattandosi la nuca con un volto sorridente e apologetico, le parole della ragazza sembravano quelle di una persona a cui è stato chiesto qualcosa di troppo personale ma il suo atteggiamento era così teatrale che sembrava quasi contraddirla, aveva infatti assunto una posa che vedeva le sue mani poggiate sui fianchi e un volto aggrottato che indicava quasi un sospetto nei confronti del tedesco, era in trappola, e le successive parole della misteriosa ragazza erano finalmente giunte alla potenza necessaria per abbattere il muro di disinvoltura del biondo facendolo incespicare violentemente
    “Io… cos… n-non… no! Non intendevo certamente illudere a quello!” - la sua faccia stranita e indagatoria erano decorate dal suo tono di voce ancora molto calmo e pacato ma comunque più difensivo di quello che aveva adottato fino ad’ora, tono che aveva poi abbandonato proseguendo con - “Anzi, sicuramente conosci molti più artisti locali di me, per quanto mi sforzi di conoscerne il più possibile ne spuntano di nuovi come se fossero funghi” - era sempre solito per lui provare a conoscere meglio che poteva la sua concorrenza, ma in giappone era decisamente più difficile: in Germania, o più in generale in Europa, molti dei nuovi musicisti che spuntavano erano molto più indirizzati verso il rap piuttosto che il metal, mentre in Nipponia aveva quasi la sensazione che tutti praticassero quest’ultimo.
    Non capiva se la sua interlocutrice lo stesse solo provocando o se si stesse effettivamente comportando normalmente, non gli sarebbe dispiaciuto nessuno dei due casi a dire la verità, embi portavano il presupposto per un dialogo davvero interessante con quella ragazza che era sinceramente curioso di capire meglio.
    Un conto è sorprendere Günter con le proprie capacità, il biondo riconosce molto il valore di una persona quando lo vede, è molto più difficile però rendere il tedesco quasi ammutolito semplicemente con il proprio atteggiamento e chi, come la ragazza in rosa, ci riusciva alimentava automaticamente la sua voglia di conversazione e conoscenza.

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    “I was responsible, because no one else was interested--interested, I mean, with that intense personal interest to which every one has some vague right at the end.”

    - F. Scott Fitzgerald -





    Nono, devo solo sostituire le cuffie...
    Banale la sua domanda, e banale la mia risposta.
    Cos'è lavori qui?
    Naah, non mi da certo l'idea di essere un impiegato in questo edificio.
    Non porta l'uniforme, e nel caso, non penso si permetterebbe di stare dietro ai clienti sull'orario di lavoro...
    Diamine, una volta timbrato è buona norma scappare via a velocità luce.
    Ma no, in realtà prosegue tutto tranquillo.
    Anzi, si gratta la testa con fare apologentico.
    Beh, chi sono io per dirgli di no?
    Anzi, lo incalzo ancora di più, squadrandolo con occhi da cerbiatto.
    Hm-hm?!
    E poi bam, eccola.
    La prima crepa in quella aura di perfezione e bellezza scultorea.
    Quelle reazioni da essere umano così prevedibili e adorabili.
    Ahhh, non aspettavo altro.
    Mi lancio (mentalmente, almeno per ora) su di lui, approfittando di quella momentanea debolezza.
    E beh, caro il mio angelo, decido di farmi strada con forza attraverso il suo AT-field di compostezza.
    Si possono fare queste citazioni vero? O sono troppo nerd...
    Con due passi entro praticamente entro 10 centimetri da lui squadrando il biondo dal basso verso l'alto.
    Un ghigno sornione da gatto dipinto sul volto.
    Quasi mi aspetterei di sparire e lasciare solo questo sorriso di dentatura perfetta come il Gatto del Cheshire.
    Oh-hoo onii-san, non sarai mica tutto timido così a un tratto~♡
    Eppure eri molto più audace quando volevi sapere se sapessi suonare, cos'è non ci stavi mica provando con me vero?

    Un affondo a segno, e senza tregua si prosegue.
    Con la punta dell'indice che traccia spirali all'altezza del suo sterno mentre con la mano simulo di coprire una risatina.
    Nyahahah
    Mi godo il suo imbarazzo ancora per qualche secondo e poi delicatamente lo spintono ocn il gomito.
    Niente di violento eh, una giocosa gomitata.
    Di quelle che non fanno del male a niente eccetto al senso della distanza.
    E infine erompo in una giovanile e argentina risata.
    Fresca, come l'acqua di una fontanella in un caldo parco pubblico d'estate.
    Relax, joke joke!1 (certo come no)
    Ma non rinuncio alla mia posizione così vicina a lui.
    Mai fare un passo indietro, vorrebbe dire cedere l'iniziativa.
    Lo incalzo, proseguo senza dargli tregua.
    Ma che ci fa qui uno straniero?
    lol, Mecchayukashii2~★.

    Una frase dopo l'altra mentre gli zampetto intorno come un velociraptor attorno ad una preda ferita.
    Turista?
    Poi un piccolo passo alla sua destra
    Sei qui per studiare?
    Passo a sinistra
    O magari per lavoro?
    E sono nuovamente davanti a lui.
    Sotto di lui.
    Fissandolo dal basso verso l'alto come solo una ragazzina curiosa sa fare.


    NOTE:

    1. ( ジョーク x2 ) Questa frase solitamente è pronunciata in inglese, per fare il verso al ben più comune Jyoudan, scherzavo. In Gyaru-go da un'aria più raffinata e multiculturale, e poi è trendy.

    2. (滅茶床しい) Super-curiosa. Meccha è un termine tipico della zona del Kansai (Kansai-ben) che significa "molto", è considerato uno slang in voga tra i giovani anche non della zona e tipicamente un uso di kansai-ben nelle frasi è un tratto distintivo delle Gyaru .





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    E quindi la ragazza era li solo per quello straordinario paio di cuffie, di conseguenza pareva che l’opzione di aiutarla a trovare un microfono per instaurare una conversazione fosse inattuabile, ma ben presto, per come la sconosciuta andava avanti a parlare, Günter era sempre più convinto di non aver bisogno di dei veri e propri presupposti per avere una chiacchierata con lei, anzi, sembrava fosse diventato lui quello a rispondere alle sue domande.
    Dopo che il biondo aveva precisato che aveva posto quelle domande per semplice curiosità l’esserino rispondeva con dei mugugnii interrogativi, ora sembrava davvero che lo stesse provocando, ovviamente non nel senso propriamente negativo del termine, lo faceva in un modo quasi giocoso e tendente all’infantile: quasi stava per rispondere a quel dolce versetto prima che la sconosciuta proseguisse il suo discorso con delle frasi che imprimevano ancora di più nella sua testa l’idea che stesse giocando con lui, di nuovo con quel “Onii-san” ma questa volta contornato da un tono beffardo, chiedendo poi al tedesco se poco prima ci stesse provando con lei.
    Per un istante la faccia del tedesco era rimasta paralizzata in una posizione stranita per poi tornare normale, anche se con difficoltà aveva capito più o meno che tipo di individuo gli si palesava davanti e questo aveva disinibito il tedesco che ora aveva le idee un po’ più chiare su come agire.
    Probabilmente qualcosa come “Ohhh??? Chi? Io? Non sia mai!!” sarebbe stata la risposta giusta, o almeno, questa sicuramente era la risposta che si aspettava quella sconosciuta, una vera strategia da ammaliatrice insomma, questa, escludendo la schizzofrenia, sembrava l’unica spiegazione logica a un comportamento del genere rinforzata in oltre dal fatto che la stessa si era messa a scorrere delicatamente il suo indice all’altezza dello sterno di Günter, cosa che inizialmente gli aveva provocato un quieto e immobile tonfo al cuore ma che comunque lo aveva destato facendolo ragionare su come risponderle con lo stesso tono per contrattaccare… non poteva certo cedere alle sue provocazioni!
    Continuando con una risatina e una piccola gomitata, senza nemmeno lasciare al tedesco il tempo di rispondere, era ritornata per qualche istante a parlare in inglese manifestando poi la sua presumibilmente profonda curiosità rispetto alla nazionalità del tedesco, chiedendogli di preciso perché si trovasse in giappone, che esserino particolare, a Günter stava davvero simpatico a pelle il suo modo eccentrico di porsi. Ora, dopo aver girellato attorno a lui squadrandolo curiosamente, fissava il biondo dal basso verso l’alto con le mani sui fianchi attendendo una risposta con occhioni da cerbiatto restando in piedi a una distanza ben minore di quanto qualcuno si aspetterebbe da una completa sconosciuta, distanza che però poteva lavorare a favore del tedesco che ora era pronto a rispondere a modino:
    Cominciando con una risatina breve e profonda decorata da un sorriso beffardo aveva detto
    “Oh, ma tu guarda~... e a te cosa interessa saperlo?” - incrociando poi le braccia al suo petto si era inclinato leggermente verso la ragazza praticamente comprendo il suo volto con la sua ombra
    “Non penserai mica che solo perché sono un Gaijin non posso essere qui in Giappone solo perché sono sfondato di soldi e mi va di abitarci, vero?” -
    Portando poi la mano destra al suo mento con fare indagatorio aveva proseguito con
    “E che cos’è quest’audacia tutto d’un tratto? Cos'è, non ci starai mica provando con me vero? - avrebbe poi abbassato la mano dal suo mento porgendolela e concludendo con
    “Dimmi, con chi ho il piacere di parlare oggi?” - ampliando leggermente il suo sorriso.
    Non voleva fare ne più ne meno che ripagare la ragazza con la stessa moneta e ritorcerle contro le sue frasi era un metodo più che adeguato, molto probabilmente la stessa si aspettava una risposta del genere, insomma, chi comincia a interagire con uno sconosciuto in questo modo dovrà anche essere preparato a evenienze come questa, a meno che non fosse semplicemente un disperato tentativo di sviare l'attenzione del biondo dal comportamento molto imbarazzato che aveva avuto poco tempo prima.
    In quel momento si era completamente dimenticato che dare la mano a qualcuno per presentarsi è un gesto prettamente occidentale, ma vedere la reazione della ragazza in rosa a quel gesto gli avrebbe potuto indicare se si fosse sciolta rispetto a prima: avrebbe risposto dandogli a sua volta la mano o si sarebbe paralizzata e impanicata come quando aveva appena visto il tedesco?
    Questa era proprio la dinamica che il tedesco non riusciva a capire: la ragazza era passata dall’avere difficoltà a mettere due sillabe assieme al tenere un atteggiamento relativamente molto disinvolto, forse anche troppo vista la situazione, in realtà Günter dubitava per fino che fosse maggiorenne.
    Si era sentito autorizzato a agire in quel modo con la consapevolezza che se la ragazza avesse provato ad avvicinarglisi ancora di più si sarebbe spostato o le avrebbe detto di calmarsi, anche se vedeva una cosa del genere altamente improbabile, o almeno provava a convincersi di questo.

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    “I'll never miss a chance to remind you of what a brat you were. A gloriously beautiful and very spoiled brat. I was utterly charmed by your complete self-absorption. It was rather like courting a cat.”

    - Robin Hobb -




    Io adoro flirtare.
    Non mi stancherò mai di ripeterlo.
    Quel meravilgioso Tic Tac Toe di domande e risposte.
    Quella delicata danza di quip verbali e risposte salaci in punta di fioretto.
    C'è una sorta di selvaggia gioia nello0 scambiarsi velate accuse o commenti irriverenti.
    Tutto si basa sul filo di una lama di rasoio tra scorrettezza ed eleganza.
    E' un piacere puramente intellettuale, del qualce veramente non posso fare a meno.
    Quindi immaginate quale gioia possa essere quando un pezzo di carne così incredibile come questo straniero, decide di rispondere per le rime!
    Cioè, OhMayGawd cielo prendimi subito!
    Quando incrocia le braccia sul petto e che petto, gente. mi copre con la sua ombra.
    E boh, niente, ikemen power overload.
    Straniero, elegante e pure ricco.
    Che dire.
    Che sono sospettosa, ecco cosa.
    L'ultimo straniero ricco e acculturato per cui mi sono presa una scuffia clamorosa si è rivelato essere un babbeo che aspirava a fare un ibrido tra il comico da Cabaret e un Eroe.1
    Quindi lasciamo stare...
    Ho le mie ragioni per essere sospettosa.
    Fino a quando, portandosi la mano sul mento non mi lascia una speranza.
    E che cos’è quest’audacia tutto d’un tratto? Cos'è, non ci starai mica provando con me vero?
    Beh, che dire.
    Misterioso straniero, la tua sfida è accettata.
    Faccio un saltello all'indietro, con grazia ed eleganza, proprio come una fatina.
    Lasciando che i miei lunghi capelli tinti di rosa a sommo studio si diperdano come una nuvola, prima di terminare il giro tornando a fissarlo.
    Di sottecchi, con un sorriso felino di puro intrattenimento.
    E miagolo, a voce bassa e inquisitoria
    E se così fosse onii-san? Ti dispiacerebbe tanto? Nyahaha
    Giocosa, whimsical, direbbero gli inglesi.
    E' così che oggi mi piace essere.
    Una personalità troppo ritirata come una principessa sarebbe troppo da favola, e stonerebbe con questo suo modo di fare così bonaccione.
    Questo sembra un cavaliere delle favole sì, ma ha un'anima selvaggia.
    Ci vuole qualcosa di più spiritoso, di più frizzante.
    E dunque questa personalità ben si adatta alla sua.
    Tutto finto, tutto artefatto.
    Ma finchè funziona...
    Quando mi porge la mano, la prendo con eleganza, e come fossimo ad un ballo la uso come perno per una aggraziata giravolta.
    Io sono Rena, Rena Sakashima, caro il mio Onii-san.
    Dopodichè mi riporto a distanza di un braccio da lui.
    Nè più nè meno.
    Come fossimo ad un elegante prima per debuttanti e non in una sala di un negozio di attrezzi musicali.
    Poi strizzo l'occhio.
    Un malizioso occhiolino che spero fughi ogni dubbio da parte sua.
    Diciotto anni.2
    E ghigno, divertita e allo stesso tempo rassicurante.
    Per proseguire con affondo dopo affondo.
    Sperando di rivedere quella Tòtes adorable espressione di imbarazzo sui suoi tratti scolpiti.
    E tu invece mio misterioso straniero che abiti qui e sei sfondato di soldi...
    Hai un nome, o ti posso chiamare con un fischio?3

    Rischio.
    Rischissimo.
    Potrebbe interpretarlo come se mi riferissi a lui come un cane.
    Oppure, dio non voglia, e mi spavento al solo pronunciare la parola.
    Potrebbe essere uno Hero.
    E quello sì che sarebbe un incubo.
    Perchè di eroi ne ho già avuto abbastanza per un po'.


    NOTE:

    1. Rena non ha ricordi troppo belli di Abel Phantomhive.
      Per capire cosa è andato storto tra questi due, potete leggere QUI

    2. Età minima per non finire in prigione per un rapporto con un minorenne, è importante notare. (ndt.)

    3. (吹く) In questa frase Rena usa il verbo "Fuku", che può essere interpretato in molteplici modi, sia come "Fischiare", ma anche come "chiamare come un nomignolo", fino anche a "invocare in aiuto".Da qui i molteplici modi di intendere la cosa...






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    I tentativi del biondo di porsi alla sconosciuta con il suo stesso tono avevano scaturito delle reazioni che rendevano il suo carattere ancora più misterioso: immaginate di star facendo un puzzle senza sapere quale sia l’immagine che ritrae e di aver iniziato piano piano a far combaciare i primi pezzi seguendo l’immagine mentale che vi siete creati, per poi essere interrotti da qualcuno che vi rovescia sopra altri nuovi tasselli che contraddicono ciò a cui avete pensato… questa era la sensazione che il bizzarro esserino conferiva al tedesco. Quando lo stesso si era porto in modo troppo disinvolto la ragazza era stata a mala pena in grado di rispondere dall’imbarazzo, quando poi le era stato mostrato un briciolo d’insicurezza era diventata lei quella troppo disinvolta e verrebbe da pensare che, avendo il tedesco adottato di nuovo un fare più estroverso, la stessa si sarebbe trovata di nuovo in difficoltà, invece sembrava addirittura più vivace di prima! Zampettava da tutte le parti e faceva giravolte aggiungendo altro carisma al tono beffardo che aveva da poco cominciato ad adottare.
    Una domanda chiaramente a trabocchetto era contornata da dolci risatine che certamente non la rendevano meno maliziosa, fortunatamente il tedesco era già stato davanti a domande come questa e aveva già una rispostina pronta che, a giudicare dal volgere degli eventi, sarebbe stata solo pane per i denti di chi gli stava davanti,
    “Scoprilo!” - una piccola sfida, voleva capire chi gli stava di fronte offrendogli su un piatto d’argento l’opportunità di attaccare preparandosi bene ai rischi che convengono dal fare una cosa del genere con qualcuno di così imprevedibile come il soggetto che aveva di fronte, soprattutto tenendo bene a mente che probabilmente era minorenne.
    Anche se effettivamente fosse stata maggiorenne il tedesco era comunque un vigilante attivo, e per questo era molto restio dall’intraprendere una qualsiasi relazione sentimentale con l’enorme paura di mettere in pericolo la persona al suo fianco, si potrebbe quindi dire che la risposta giusta in quella situazione sarebbe stato un semplice “si” per finire istantaneamente tutto, ma il tedesco era anche troppo di buon cuore per dare una risposta così ghiacciata, era quindi intenzionato ad accertarsi in qualche modo che quelle che la sconosciuta gli rivolgeva fossero vere e proprie avances per poi trovare un modo di rifiutarla senza che ci rimanesse male.
    E così, d’improvviso, era finalmente saltato fuori il nome della misteriosa ragazza: Rena, breve e soprattutto dal significato completamente sconosciuto al tedesco, sicuramente prima o poi le lo avrebbe chiesto. Aveva in oltre proseguito quella piccola presentazione chiarendo un altro dei gradi dubbi del biondo dicendo che aveva diciotto anni... perché lo aveva detto così senza che le fosse stato chiesto? Probabilmente sapeva di quanto più giovane del biondo sembrava e aveva detto la sua vera età per rassicurarlo, oppure era effettivamente così giovane come sembrava e aveva mentito sulla sua età per lo stesso motivo: entrambi i casi non facevano che dare credibilità alla tesi che la ragazza ci stesse effettivamente provando con lui, probabilmente però c’era qualche altra spiegazione che ignorava.
    Pareva proprio che Rena avesse mal’interpretato una delle risposte del tedesco, certo, aveva detto in modo leggermente ironico che era ricco sfondato, ma non lo intendeva davvero anche se, ignorando quello che lui pensava per la sua morale, rispecchiava generalmente la realtà. Il tedesco aveva cominciato a produrre canzoni dalla tenera età di sedici anni e, molto fortuitametne, a guadagnare dalla sua musica circa un anno e mezzo dopo, da allora aveva continuato imperterrito senza aver mai vissuto un giorno da solo e di conseguenza avendo ben poche spese da pagare: faceva in oltre parte di una famiglia benestante e sommando tutto questo questo ai soldi messi da parte da innumerevoli promozioni scolastiche, natali, compleanni, pasque e paghette settimanali dei quali non aveva mai speso praticamente un soldo era riuscito a mettere da parte una somma davvero sorprendente, effettivamente qualcosa che molti possono invidiare.
    Ciò nonostante, con l’ansia di non avere una casa discografica e ritenendosi praticamente disoccupato anche se continuava a produrre pezzi in attesa di trovarne un’altra, non riusciva a considerarsi un ricco, si può sicuramente dire che quando si parlava di soldi il tedesco era anche fin troppo prudente a meno che non stesse bevendo qualcosa a un bar o offrendo qualcosa a un compagno di tavolo.
    “Heh, non l’ho mai confermato...” - diceva inclinando leggermente la testa seguendo il volto dell’esserino con lo sguardo
    “Comunque il mio nome è Günter, Günter Wolff, e si, puoi anche darmi un soprannome se la pronuncia ti è scomoda” - Conlcudendo la frase con un breve sorrisetto e lasciando delicatamente la piccola mano di Rena accompagnandola verso il basso fino a perderne la presa.
    Molto probabilmente nessuno dei due sapeva dove stava parando il loro discorso, o probabilmente la ragazza lo sapeva e il tedesco stava venendo mosso dai suoi fili… una sola cosa era certa, cioè che a entrambi, almeno fino a quel momento, era sfuggito il fatto che erano ancora nel negozio di musica e molto probabilmente continuando di questo passo, soprattuto piroettando in mezzo a un corridoio, avrebbero eventualmente potuto disturbare qualche membro dello staff o qualche cliente interessato ai prodotti a cui erano davanti da svariati minuti
    “Vogliamo rimanere qui dentro? Probabilmente sarebbe più comodo continuare questa conversazione all’aria aperta hm?” - mettendosi poi le mani in tasca e dicendo scherzosamente
    “Se te lo stai chiedendo no, io non devo comprare nulla, è la prima volta che vedo questo negozio, sono solo entrato per dare un occhiata e guarda un po’ in chi mi sono imbattuto” - Se la ragazza avesse acconsentito a lasciare lo stabile Günter l’avrebbe seguita sfruttando quel breve ma probabilmente profiquo tragitto per riflettere su come gestire la conversazione con quella misteriosa ragazza in rosa… visto l’individuo non si aspettava che finisse troppo presto, sperava solo che non riuscisse a metterlo nuovamente in difficoltà in qualche modo.

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    “Women speak because they wish to speak, whereas a man speaks only when driven to speak by something outside himself-like, for instance, he can't find any clean socks.”

    - Jean Kerr -




    E niente.
    Sono tipo, super estatica.
    E' tipo come avere una corrente elettrica che mi corre attraverso tutto il corpo.
    Quanto sarà che non mi sentivo così?!
    Quanto tempo era che il cuore non mi faceva male, che avevo voglia di ridere, di scherzare.
    Non lo so, non lo so più.
    Tutto quello che mi importa ora è di godermi questo breve momento, con le tenebre alle spalle.
    Questo raggio di sole così caldo e accogliente.
    Adesso, voglio solo essere felice.
    Voglio flirtare, voglio punzecchiare ed essere presa di sorpresa.
    Voglio godermi questa sensazione super-deliziosa di stare su una nuvoletta di zucchero filato.
    Voglio divertirmi con lui.
    Assieme a lui.
    Nyahaha, ma non l'hai mai neppure negato Onii-san.
    E rido divertita e per davvero!
    Dai, è raro, come non potete neppure immaginare.
    Non è come con Kima-rin, una preziosa gemma da levigare.
    Questo è più come un mucchio di monete d'oro, da far tintinnare tra le dita.
    Ma non da conservare gelosamente.
    Queste sono monete d'oro da spendere in minuti piaceri.
    Denaro da usare e non da custodire come un grosso drago ringhiuso in una montagna.
    Rapidamente, come se il mio cervello fosse puro mercurio liquido, penso ad un nome.
    Un nomignolo, un soprannome.
    Un qualcosa di carino, di Trendy, da legare attorno al suo collo come un collare per un cagnolino adorabile.
    I nomi hanno un potere, dicevano gli antichi.
    Un magico potere per controllare e legare gli altri.
    E avevano ragione.
    Un nome può fare tanto e l'atto stesso di scegliere un nome da a chi compie questa scelta un potere.
    Gan-saa Worufu, Gan...saa...Credo che opterò per...Gu-ppii!
    Sorrido a trentadue denti.
    Il tipico sorriso che farebbe sciogliere le pietre.
    Che tipo, cioè, credo che si possano quasi vedere i fiorellini esplodere da dietro la testa.
    Dopodichè, quasi fosse uno scambio di anelli, gli offro il mio di nome.
    Anche solo per vedere come suona se è lui a pronunciarlo.
    Se vuoi puoi chiamarmi Rena-cchi, o come più preferisci
    E così, con questo scambio di identità portato fino in fondo, i nostri nomi sono legati.
    Un mutuo scambio, io ho potere su di lui e viceversa.
    C'è molta poesia in questo, anche se agli occhi dei più potrebbe sembrare come una banale presentazione.
    Beh oddio, forse stiamo correndo un po' troppo, ma per citare dei grandi maestri che per puro caso portano pure loro il termine "lupo" nel nome non siamo forse Born to be Wild?!
    Poi, bam, tutto d'un tratto se ne esce con questa idea di uscire.
    Insieme.
    Uscire.
    Praticamente ci siamo parlati per neanche tre minuti, e già mi propone un appuntamento...
    E io ci sto.
    Ohoho? Non vai affatto per il sottile Mister.
    Non è una brutta proposta sai?
    Conosco un paio di posti tipo, suuuuper interessanti!

    Mormora qualcosa riguardo ad altri acquisti, ma la cosa mi entra letteralmente da un orecchio e mi esce dall'altro.
    Tutto quello che mi passa per il cervello, e si può leggere in trasparenza dietro le mie pupille è:
    Appuntamento Appuntamento Appuntamento.
    Con destrezza tiro fuori dalla borsetta la carta di credito e mi avvio alla cassa.
    Meno di un minuto e sono già di ritorno con un sacchetto sottobraccio e lo scontrino nella tasca.
    Le cose stanno andando bene, benissimo.
    Quindi tanto vale essere un po' più Bold and Foolish a questo punto.
    Lo prendo, e mi aggancio al suo braccio.
    In una versione un po' più lovely e dinamica del tipico braccetto.
    Oh, ma un acquisto incredibile, penso tu lo abbia già fatto, oggi!
    Punto l'indice avanti, in una versione nipponica e un po' sproporzionata di "Bonaparte valica le Alpi" di David.
    Verso l'uscita, le trafficate strade di Shibuya e qualunque altra romantica esperienza che possa provare quest'oggi.
    Che ne dici, mio prode cavaliere? Let's go!
    Tenetevi forte e allacciate le cinture gente.
    Perchè oggi non ho intenzione di fermarmi.
    The Rena-train today has no brakes!!

    ☙ ♡ ♥ ♡ ❧

    Il sole è accecante.
    Non c'è una nuvola in cielo, e tipo non potrebbe essere meglio di così.
    Ci hanno già fotografato non so quante volte, e posso distintamente vedere almeno due-tre gruppi di ragazzine fumare di invidia.
    Oh mai Gawd che giornata meravigliosa.
    Ma confesso che mi importa il giusto...ed è strano detto da me eh?!
    Paradossalmente sto provando molto più divertimento ad andare in giro per il quartiere a braccetto con Gu-ppii.
    Come fossimo una allegra coppietta spensierata.
    Sorridendo, ridendo, godendo di questa frizzante compagnia.
    Mi sporgo in avanti, mentre indico con foga un'altra delle attrazioni locali.
    E quella, alla fine della via, segna l'inizio di Sakuragaoka-cho1.
    Che cioè, è uno dei posti più Yabapoyo2 di Shishibu3.
    C'è tipo un super-casino di posti che fanno dei piatti buonissimi, che potresti passare tipo una intera giornata a mangiare e vorresti averne ancora e ancora!

    Poi di colpo, nella massa di negozi, stand e insegne, uno in particolare mi colpisce.
    E non solo per l'eccessivo e liberale uso del colore rosa fluo impiegato nella sua realizzazione.
    Mi si illuminano gli occhi, a livello di sparkle che scintillano, più o meno.
    Oh? Oyayayaya, Yabemaji4!
    Inizio a strattonare il grande tedesco. O almeno a giudicare dal nome dai, deve esserlo.
    E con gli stessi risultati di una formica che cerca di trascinare una foglia grande seicento volte il suo peso, provo a muoverlo verso il bancone sporto sulla strada.
    Gu-ppii, questo lo devi tipo assolutamente provare!
    E' una cosa assolutamente top-class e che puoi trovare solo qui!

    Sparisco il tempo necessario a letteralmente quasi saltare sul fronte del negozio, provocando penso un mezzo infarto al venditore.
    Ma mi importa?
    Figuriamoci.
    Però visto che siamo in tema di musica lo voglio, lo voglio per intero e lo voglio Adesso.
    Ossan, un Tapi5, pronto!
    E meraviglia delle meraviglie, funziona, perchè poco meno di un minuto dopo, un enorme bicchiere di plastica rosato è tra le mie mani.
    Tutta contenta lo mostro al grosso biondo come fosse un preziosissimo tesoro.
    Quando beh, in realtà non è altro che un grosso biccchiere di Bubble tea dal colore rosa acceso.
    Decorato con smarties, panna montata, scaglie di cioccolato e i kami onnipotenti sanno cos'altro.
    Una bomba calorica da cinquecentomila kilotoni.
    Però è trendy.
    Da morire.
    Nè?! Non trovi sia tipo, totally Baeru6?!
    E glielo punto davanti.
    Spero apprezzi l'ironia.
    Perchè ahime, sciocca me, nella mia foga mi sono fatta dare una sola cannuccia.
    Parrebbe proprio che se vuole fare il cavaliere, dovremo dividercelo.

    oh...woe is me. (not)




    NOTE:

    1. (桜丘町) Sakuragaoka-cho è uno dei distretti di Shibuya, particolarmente famoso per i numerosi ristoranti, locali di intrattenimento e pasticcerie alla moda.

    2. (やばぽよ) Interessante, Pericoloso in senso buono, tipo mega-divertente

    3. (シ渋) Shibuya.

    4. (やべ まじ ) Super-incredibile.

    5. Contrazione di Tapioca, ingrediente principale del Bubble-tea, e dunque per traslato indica la bevanda in se

    6. (映える) Letteralmente "Estetico", che scintilla, sincresi slang che indica un qualcosa di elegante rifinito e soprattutto di moda.






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    Non sapeva bene come rispondere a quella frase, in effetti era anche un po’ colpa sua e di come aveva formulato la frase se ora la ragazza credeva che fosse ricco ma nemmeno aveva fatto in tempo a ribattere con qualcos’altro che Rena aveva già ricominciato a parlare.
    Era proprio sul discorso sui loro nomi che ora era ricaduta l’attenzione di entrambi, “Gan-saa”, la stra-grande maggioranza delle persone che aveva incontrato in nipponia pronunciavano il suo nome così salvo alcune rarissime eccezioni, come quando parlava con il suo maestro, in cui veniva chiamato “Gan-ta”, ora mai ci aveva fatto l’abitudine, non suonava poi così male. Il soprannome che gli aveva appioppato la ragazza invece, “Gu-ppi”… beh, era un altro discorso, sentendolo di prim’acchito non sapeva bene se come appellativo gli piacesse o meno visto quanto era strano, senza contare il fatto che nessuno lo aveva chiamato così prima, ma in fondo poco gli importava.
    Di contro la ragazza gli aveva dato il permesso di chiamarla con un soprannome abbastanza simile nel modo in cui era formato, “Rena-cchi”, sembrava che i suffissi che aggiungeva dopo i nomi servissero solo a renderli più carini, una cosa che si poteva benissimo aspettare visto l’individuo che si trovava di fronte avente le sembianze di una specie di gomitolo di zucchero filato che correva di qua e di là, il tedesco avrebbe sicuramente usato il soprannome offertogli, giusto per essere più colloquiale con quella nuova conoscenza, quindi all’affermazione di Rena avrebbe risposto annuendo con un sorrisetto.
    “Hohoho? Non vai affatto per il sottile mister!”
    Che cosa intendeva con questo? Le aveva semplicemente chiesto di uscire dal negozio… cielo, che l’avesse presa come se il tedesco le avesse proposto un appuntamento? Sperava sinceramente di no, non per altro, semplicemente non era quello che intendeva e non era certo nella posizione di poterle dare false speranze, però a detta sua conosceva posti interessanti che potevano essere nuovi agli occhi del biondo: Non era proprio quello l’obbiettivo che aveva spinto al biondo di uscire di casa quel giorno? Scoprire posti nuovi? Probabilmente quell’esserino poteva effettivamente dargli una mano, pian pianino anche questo nuovo incontro assumeva un tono sempre più fortuito agli occhi del tedesco che esordiva con un tono incuriosito
    “Oh, interessante, Fai pure strada Rena-cchi”- come in altri momenti di quest’incontro per poco non gli era stato concesso nemmeno il tempo di respirare dopo una qualsiasi frase della ragazza prima che la stessa partisse a razzo verso il suo prossimo obiettivo, in questo caso la cassa, pagando il suo paio di cuffie e schizzando fuori dal negozio come se il tedesco le avesse praticamente ordinato di uscire: la conseguenza che rimaneva era il poco tempo in cui avevano percorso il tragitto da dove si trovavano inizialmente a fuori dalla porta, sperava sicuramente di metterci di più, d’altronde quel tempo gli serviva per riflettere su come gestire la situazione, iniziava quasi a pensare che la ragazza sapesse precisamente cosa fare per mettergli i bastoni tra le ruote.
    La ragazza aveva poi ripreso la sua frase dicendo che per oggi il biondo aveva già fatto un “ottimo acquisto” parlando, poco ma sicuro, di se stessa, per poi assalirlo con le sue minute braccine facendo combaciare l’interno dei loro gomiti e camminare a braccetto, cosa con cui il tedesco non era esattamente d’accordo, ma i tentativi di riprendersi il suo braccio erano vani quantomeno applicando una quantità di forza con cui poteva essere sicuro di non fare accidentalmente del male a Rena, quindi per il momento si era adeguato alla situazione pensando a qualche presupposto per far sgusciare velatamente il braccio dalla sua presa… era troppo buono? Si, sicuramente e ne era anche ben consapevole, ma al contempo non riusciva a farci nulla.
    “E poi sono io quello che non ci va sottile!” - Una battutina in risposta alla sua frase che in realtà mandava quell’incontro in una strada abbastanza indesiderata la quale forse il tedesco stava procrastinando troppo a deviare.
    Rena, dicendo di iniziare a camminare, si era poi riferita a lui come “suo prode cavaliere”, era dopo quella sua frase che il loro tragitto verso chissà dove era cominciato, quasi spontaneamente stava per dire “Al galoppo!” per accompagnare scherzosamente l’espressione usata dalla ragazza, ma, pensando alla sua innata abilità di fraintendere maliziosamente qualunque cosa le venisse detta, aveva deciso di stare in silenzio e annuire con un sorriso leggermente imbarazzato provando a non immaginare cos’avrebbe potuto trarre da una frase simile.


    Ed era in quella stupenda giornata che si trovava a camminare a braccetto con quella che poco tempo prima era una completa sconosciuta… Già, a braccetto, come una coppietta, passando davanti ad alcuni gruppi di giovincelli il tedesco aveva notato che sembravano parlare quietamente osservandoli passeggiare, probabilmente erano compagne di classe di Rena che stava pavoneggiando mostrandosi con quell’armadio d’uomo che aveva appena trovato nel negozio di musica, sicuramente questo fatto non aiutava la situazione di completo imbarazzo in cui si trovava il tedesco. L’unica cosa che riusciva a farlo sentire meglio era lo scoprire i luoghi che gli venivano illustrati da Rena quasi come se fosse una specie di guida turistica: checché se ne potesse dire era una gita molto interessante, erano passati davanti a alcuni luoghi che conosceva già prima di arrivare a qualche parte nuova di Shibuya, ma anche semplicemente sapere di preciso cos’erano alcuni locali a cui era sempre passato davanti senza riuscire a identificarli era altamente apprezzato.
    A un certo punto sembrava quasi non sentire più l’esserino attaccato al suo braccio un po’ perché si era abituato alla sua presenza, un po’ per il suo peso, sembrava davvero fatta di piume e capelli, secondo l’immaginazione del tedesco sfiorava appena i cinquanta chili, aveva la netta sensazione di poterla alzare assieme al suo braccio senza sforzarsi troppo e agitarlo senza che lei si staccasse, era quasi tentato di provarci davvero mentre rideva sotto i baffi pensando a un video visto anni prima in chissà quale social dimenticato in cui una bambina che provava ad aprire la porta di casa durante un giorno ventoso veniva trascinata dalla stessa facendo un gran bel volo, poteva essere un modo efficace per liberarsi dal braccetto.
    Ed ecco che arrivati a un qualche tipo di luogo di rilievo a detta della ragazza pieno di locali sembrava essere come illuminata alla vista di qualcosa di imprecisato dimostratosi poi essere una strana bevanda dallo sgargiante colore rosa fluo
    “A questo punto immagino che qualsiasi colore diverso da quello sia una deviazione dalla norma” -
    Si trattava di “Bubble Tea”, una bevanda di cui il tedesco aveva sentito parlare parecchie volte senza mai effettivamente averla provata, semplicemente non era un grande fan delle bevande dolci soprattutto se come in questo caso costavano un occhio della testa paragonandole a un qualsiasi altro tipo di drink alcolico.
    Nel giro di pochissimo tempo Rena, staccandosi dal braccio, era riuscita a procurarsene un bel bicchiere: Ora che era momentaneamente libero non avrebbe lasciato che l'esserino attuasse la sua presa una seconda volta, aveva forse evinto la sua strategia, l’essere inarrestabile nei suoi frequenti e veloci assalti nei confronti del biondo, per provare a prevenire la presa avrebbe fatto di tutto per stare direttamente di fronte a Rena per un po’ sperando che non trovandosi ai suoi lati non sarebbe riuscita a attuare il suo piano. Sembrava una bambina che mostrava una grande trovata a un genitore, gli agitava la misteriosa bevanda davanti, nel suo entusiasmo si era anche riferita alla stessa con la parola “Baeru” che nella mente del tedesco veniva interpretata come una pronuncia errata del nome Bael assumendo un significato familiare
    “Bael? L’ultima volta che ho sentito qualcosa di comparato a Bael era in un testo dei Paradise Lost, o in svariati altri dei Behemot. Paragonare qualcosa a Bael per elogiarla? Davvero anche questo ammasso di rosa e tenerezza ascolta musica del genere?” - Dopo aver assunto per breve tempo un espressione stupita aveva poi allungato una mano verso il “Tapi” che gli era stato offerto, così lo chiamava la ragazza, dicendole
    “Non ti facevo tipa da Black Metal! Comunque grazie, lasciami provare...” - Un ultimo sguardo al composto e un piccolo sorso allo stesso avevano immerso l’interno della sua bocca in una dolcezza davvero pungente per i suoi gusti, lo attaccava all’inizio della gola come se lo stesse prendendo aggressivamente per il collo dicendogli “Sai benissimo che questo piccolo sorso basterà a farti venire una sete terribile”, non si era certo pentito di berlo, era comunque un sapore nuovo, non era però particolarmente affine ai suoi gusti
    “È davvero molto… dolce! Bevi uno di questi ed è praticamente come fare un pasto completo” - A Günter piaceva molto il gusto di molti superalcolici e la sensazione di leggero bruciore che danno quando vengono ingeriti, ma quell’affare? Sembrava bruciare più dei quattro bianchi che era solito prendere quando beveva con gli amici ai bar.
    Il tedesco, quando da più giovane faceva castronerie con i suoi amici in Germania, era solito bere in gruppo alla goccia, poggiando, senza fare troppo lo schizzinoso, le sue labbra sul collo della bottiglia da cui beveva il resto della sua compagnia, di conseguenza non aveva per nulla dato peso al fatto che Rena avesse portato un solo bicchiere con una sola cannuccia e anche dopo aver notato questo dettaglio non ci pensava assolutamente in modo malizioso, la realizzazione di come la ragazza in rosa vedeva la scena probabilmente lo avrebbe colpito giorni dopo in un momento completamente randomico della giornata, ma era altamente probabile che qualche altro comportamento bizzarro da parte della stessa lo avrebbe portato a capire immediatamente.



    Edited by XamHell - 7/11/2021, 21:42
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    - Candace Havens -




    Pare una scena uscita da una rivista.
    Assolutamente indimenticabile, e talmente squisitamente perfetta da non sembrare vera.
    Noi due, qui, belli belli in modo assurdo a lato di una strada appoggiati ad una ringhiera.
    Il cielo azzurro, il sole che splende, le auto che passano solo sporadicamente.
    Potremmo esserci solo noi due in questo momento nell'universo e tanto mi basterebbe.
    Hauu hauu! Non ce la posso fare!
    Lo sento mormorare qualcosa riferito tipo al Black Metal o roba del genere.
    Ma non ho idea di cosa ci possa entrare io con dei tizi con la faccia pitturata vestiti di borchie e punte come i balordi di Fist of The North Star.
    Cioè, per carità, vestita di nero con borchie e punte ci sta, sono uscita con un paio di signori di mezz'età che volevano proprio quello... e anche che facessi loro altre cose ma questa è una storia per un'altra volta.
    Chi sono io per dire di no?
    Tuttavia è bene mantenere quella atmosfera acqua e sapone tenuta finora.
    Gu-ppi non mi da l'idea di propendere per quelle cose, tedesco o meno...
    Nani sore~?1
    Chiedo, con una faccia da piccolo animale.
    Roba che se questo fosse un fumetto avrei due piccole palline bianche al posto degli occhi.
    Giusto per trasmettere la giusta quantità di Adorbs-ness.
    Mentre tutta soddisfatta lo vedo appoggiare quelle meravigliose labbra attorno alla cannuccia.
    E...e beh...
    *Inserire lungo viaggio mentale nel magico regno della immaginazione*
    Non che sia una Fujoshi2 o qualcosa del genere, ma dai.
    Non posso fare a meno di avvampare un minimo, cioè, la mia stessa immaginazione mi fa paura diamine!
    E ridacchio, ridacchio sinistramente.
    Una cosa che tipo è un po' inquietante se uno ci pensa.
    Ma non credo di essere l'unica ragazza qui attorno ad avere simili pensieri a quello che vedo.
    U-fufu-ufufufufu-ufufufufufufu
    Povero Gu-ppi.
    Se si rendesse conto probabilmente si sentirebbe come un trancio di carne in vendita nella bottega di un macellaio.
    Se si potesse finire in prigione solo per i pensieri, una buona dozzina di fanciulle in questo momento sarebbe sbattuta dentro per direttissima per oltraggio al pubblico pudore.
    Ma drat, sto divagando...
    A maggior ragione devo fortificare la mia posizione, o è solo questione di tempo prima che qualche oca giuliva ci provi con il mio a sua insaputa ragazzo.
    Quindi con la tipica espressione di un gatto che ha puntato al topolino mi avvicino alle sue spalle, con tutta la grazia, agilità e rapidità di un furetto, scivolo nella sua guardia come un serpente, e appoggiandomi al suo avambraccio come un gatto su un albero, mi getto famelica sulla cannuccia.
    Serrandola a mia volta tra le labbra.
    Chomp~♡
    Kyaaaaaaaaah!!
    Che audacia, che nervi di ferro.
    Il mio cervello deflagra, io stessa stupita da una simile azione.
    Assolutamente carnivora Rena, ragazza mia, così si fa.
    Indirect-kiss Getto da ze!!
    Hmmmmmm~mmmaiiiiii3!
    Mugolo estasiata.
    Perchè sì, è un drink delizioso.
    Ma non è solo quello.
    E' tutto il gesto in se, che ha un significato tutto particolare.
    Almeno per me e per chiunque sia nato e cresciuto in Giappone intendiamoci.
    Nella sua cultura penso che sia, tipo, normale?
    Gosh.
    Adoro gli Europei.
    Guardo il probabilmente ancora perplesso biondo e inclinando la testa di lato come un gufo sorrido raggiante.
    Tòtes-sweet vero? Sono gli extra aggiunti che lo rendono ancora più dolce.
    E che extra, ragazzi.
    E' così che mi piacciono i Miei Tapi, esagerati, visibilissimi, con aggiunta di panna, zuccherini e Bei ragazzi muscolosi Tedeschi biondi con gli occhi azzurri.
    Sempre attaccata alla sua spalla, pericolosamente vicina al suo viso, sollevo due dita nel segno V di vittoria e portandole accanto all'occhio gli sorrido con un vezzoso occhiolino.
    Kirarin~★!?!
    Passiamo così almeno un minuto in questa posizione, mentre mi beo di tanta vicinanza e considerazione prima di aggiungere, curiosa come solo una liceale sa essere.
    Neeee~ Gu-ppii, cosa ti porta qui in Giappone?
    Dico, mentre faccio camminare due dita sulla sua schiena.
    Quasi fossero una persona che passeggia.
    E che schiena, anche giocherellando così mi ci vorrebbe un sacco per percorrerla tutta.
    Intendo, cosa ci sei venuto a fare qui? Perchè tipo non mi sembri uno di quegli Otaku Ultranerd venuto qui per via degli anime.
    E non hai certamente il phisique-du-role da salaryman.

    E direi.
    Ma magari i salaryman fossero dei pezzi di carne di questa qualità.
    Renderebbe le serate decisamente più interessanti.
    Un onii-san è un onii-san.
    Ma qui, siamo su tutto un'altro livello.
    Cioè scusami chi te l'ha fatto fare di venire a vivere qua?
    Non eri più libero in Europa?

    Già.
    In un paese come questo, dove un rapporto come quello che stiamo avendo ora è fuori da ogni norma sociale.
    Dove ogni affetto e contatto è ristretto da norme comportamentali super-severe.
    Dove apparire è tutto, e l'opinione altrui è il bene più prezioso.
    Dove nessuno di noi può essere se stesso.
    Perchè è venuto qui?
    Ti prego non dirmi per frequentare la YuuEi, ti prego nononono signoreonnipotentedelcielo dimmi di no

    NOTE:

    1. (なに それ?) Espresisone equivalente al nostro "Che sarebbe sta roba?"

    2. (腐女子) Termine dispregiativo che indica una ragazza appassionata di fumetti omoerotici (Yaoi) al punto da esserne quasi ossessionata. Tanto da traslare queste fantasie in ogni aspetto della vita reale.

    3. (上手い) Quello che Rena vuole dire, è in realtà "Umai", termine usato per indicare qualcosa di assolutamente delizioso squisito. In questo caso mischiato con il termine (甘い) "Amai" ovvero dolce




    18 yo Liv. 3 Villain Stalker X Gyaru Scheda Cronologia © by ReЙ
     
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    A quanto pare il commento sul Black Metal aveva confuso Rena, lo guardava con degli occhietti indagatori dai quali lo sguardo del biondo era pressoché attratto, probabilmente la ragazza conosceva quei gruppi ma era una novellina nel mondo del metal, la quantità enorme e spesso innecessaria di sottogeneri che lo compongono può essere difficile da navigare inizialmente, soprattutto quando si parla di identificare e distinguere i suddetti sottogeneri tra loro: un pezzo in quattro quarti con dei bassi percossi diviso in due strofe, tre ritornelli, un breakdown e dove viene utilizzato un tipo di voce detto scream è considerato un pezzo Metalcore, ma cambia il tempo della canzone da quattro quarti a sette ottavi e diventa un pezzo Djent, per non parlare dei generi oltremodo specifici come il Progressive Melodic Death Metal with a Violin, si, pare che esista veramente.
    “Bael, giusto? Non hai detto così? Mi sembrava almeno” - Era pienamente sicuro di aver sentito Rena pronunciare quel nome, la voce della ragazza non era tra le più basse, poi con l’entusiasmo e la gestualità che ci metteva era abbastanza difficile non capire cosa stesse dicendo, pian piano il tedesco si era messo a pensare che probabilmente in Giappone la parola era intesa in modo diverso.
    Dopo aver preso l’assaggio dal grande bicchiere che gli era stato dato si era girato vedendo che la ragazza in rosa stava ora ridacchiando sotto i baffi in modo abbastanza evidente: La cosa lo aveva inizialmente stranito, l’aveva guaradata per qualche istante per poi controllare i suoi dintorni provando a capire se stesse ridendo di qualche azione fatta da qualcun altro ma non vedendo nulla aveva cominciato ben presto a guardare meglio il bicchiere mettendolo anche contro luce per qualche secondo preoccupandosi non poco che ci potesse aver messo qualcosa dentro… non l’avesse mai fatto.
    Aveva distolto lo sguardo da Rena, lo aveva fatto davvero, certo, non per più di una manciata di secondi, ma voltando le spalle al tuo duellante non puoi aspettarti che non utilizzi tutte le aperture e le debolezze che troverà, così aveva fatto l’esserino che si era lanciato arrampicandosi come un furetto sulla spalla del tedesco prendendolo non poco alla sprovvista e facendogli quasi spandere la misteriosa bevanda. Si chiedeva come avesse fatto ad arrivarci così efficentemente, era piuttosto bassa, probabilmente si era data una piccola spinterella con la vicnia ringhiera, sta di fatto che ora si trovava li e aveva raggiunto con la sua boccuccia la cannuccia che protendeva da quel bicchiere di Tapi, il tedesco aveva iniziato quasi inconsciamente ad aggiustare la posizione dello stesso in base a quella del volto di Rena in modo da non rovesciare nulla, quasi come se stesse nutrendo un qualche tipo di cucciolo trovatello.
    Finito di bere aveva poi contornato la tonalità rubiconda del suo faccino emettendo un suono soddisfatto e abbastanza alto che aveva aumentato ancor più l'imbarazzo del tedesco per quanto non fosse nuovo al gesto di mugugnare per esprimere la bontà di qualcosa, aveva poi fatto la stessa faccia brillante di poco tempo prima mettendo in oltre le sue dita in una posa a V che il tedesco non riusciva a interpretare, non tanto perché non avesse mai visto qualcuno assumere quella posa per indicare una vittoria, semplicemente perché quell’esserino sembrava ragionare secondo le leggi di un mondo tutto suo, un mondo che il tedesco non sembrava abilitato a capire, di conseguenza non dava più per scontato il significato di nessuno dei suoi gesti.
    Lei era immobile in quella posa per un qualche strano motivo, probabilmente stava provando a comunicare telepaticamente qualcosa a Günter come pareva essere uso nel suo pianeta, di contro il tedesco era anch’esso paralizzato nel tentativo di elaborare quella situazione avvenuta nell’arco di pochi istanti e che si aggiungeva alla pila di comportamenti bizzarri che aveva avuto la sconosciuta fino a quel momento. Poi, come se nulla fosse, aveva ricominciato a porre domande al biondo sul perché si trovasse in Giappone con un tono di voce normalissimo e sprezzante dei pochi centimetri che dividevano i loro volti, come se poco tempo prima non fosse letteralmente impazzita dopo che gli era stata allungata una scatola di cuffie, Günter la guardava con degli occhi leggermente socchiusi e la bocca semiaperta in un espressione stranita che gli era rimasta fin dopo che la ragazza aveva concluso le sue domande, a quel punto aveva deciso di imporre qualche paletto:
    Ritornando al suo solito sorriso aveva allungato il bubble tea a Rena suggerendo tacitamente ma molto evidentemente che lo prendesse in mano, nel caso non l’avesse fatto avrebbe appoggiato momentaneamente il bicchiere sulla ringhiera e, dopo aver attuato una di queste due opzioni, Günter avrebbe fatto scrivolare il braccio dove la ragazza era appollaiata verso il basso per poi provare a prenderle i fianchi con entrambe le mani con l’obiettivo spostarla e spingerla, ovviamente non troppo forte, contro la ringhiera, per poi lasciarleli lentamente ma pur sempre in modo abbastanza teatrale da farle intendere che doveva restare dove l’aveva messa, a tal punto messo davanti a lei senza stare in un punto dove poteva disturbare eventuali passanti.
    Comprendeva che quell’azione non era tra le più sottili, ma si aspettava che qualcuno con un senso dello spazio personale abbastanza relativo da saltare addosso al primo che passa in più occasioni non fosse particolarmente toccato dalla cosa, certamente non si poteva dire lo stesso della gente tutt'attorno, sicuramente una cosa simile avrebbe attirato l’attenzione di qualcuno ma a quel punto non gli importava molto, avrebbe semplicemente deciso allora come reagire. Al biondo piaceva sinceramente la compagnia della ragazza in rosa, era molto eccentrica nel suo modo di parlare e sicuramente con lei non ci si annoiava, in più era stata così cortese da guidarlo nella mistica Shibuya mostrandogli svariati punti di interesse, ma toccare e sbracciare il tedesco in un modo così insistente e ingiustificato era forse il secondo modo migliore per farlo innervosire dopo il parlare male della sua musica, non sarebbe però ceduto così in fretta, non era nemmeno lontanamente vicino al limite di sopportazione a cui lo aveva abituato la sua sorellina.
    Indipendentemente dal successo dello spostamento che voleva attuare si sarebbe trovato a rispondere alle domande di Rena e lo avrebbe fatto dicendo
    “Si può dire che mi trovo qui per motivi artistici, musicali più precisamente, però...” - alzando le mani semichiuse e piegando alternatamente indice e medio di entrambe e proseguendo con
    “… Se ti dicessi più di così dovrei ucciderti!” - come a sottolineare il fatto che stava usando una frase cliché per concludere la sua risposta. Una strana sfaccettatura però aveva colto non poco l’attenzione del biondo
    “Non sembri così entusiasta del posto in cui vivi… posso sapere cosa intendi con “più libero”?” - il tedesco mentirebbe se dicesse che in Giappone la sua libertà d’espressione era sempre stata rispettata al cento per cento dopo la pessima esperienza con la Etruscan Record, ma oltre a alla terribile casa discografica il resto di quello che vedeva sembrava perfettamente normale o quanto meno privo di seri impedimenti alla libertà di un qualsiasi individuo, che fosse perché due anni in quei posti non fossero abbastanza per notare una qualche particolare restrizione che lui non poteva vedere? Quello che lo stupiva era il vago sottotono di disprezzo che aveva messo nelle sue parole, disprezzo che in qualche modo era volto a elogiare il biondo a detta della ragazza diverso dalla solita marmaglia e non meritato dalle terre in cui si trovava.
    Sperando che piantarla contro la ringhiera su cui erano precedentemente appoggiati non l’avrebbe nuovamente paralizzata era ansioso di sentire la risposta all’ultimo quesito che le veniva posto.

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    - Emily Thorne -




    Baeru, ripete.
    Beh, con un accento molto Europeo1, ma lo ripete.
    E impiego qualche momento a capire che non ha molto chiaro il termine.
    Beh, è tipo, cioè, slang dai.
    Forse forse è comprensibile, in fondo parla bene il giapponese abbastanza da on sembrare un turista per caso.
    Però è più che plausibile dai, che non abbia imparato tutto tutto.
    Così, sempre gesticolando cerco di rendere meglio il concetto.
    Sai, quella forma e colori così fuori dal mondo...
    Hmmmm, no, non ci siamo.
    Come posso fargli capire che è particolare, un qualcosa di unico e super-impressionante.
    Che non puoi fare a meno di guardare e non riesci a smettere di pensarci, tipo sempre...
    Nono, troppo romantico così.
    Che cavolo, dai è una roba super popolare, cioè, ci sono file chilometriche di solito.
    Per l'appunto oggi era libero, ma come posso rendergli l'idea.
    Haaauuuu, è così complicato...
    Che tipo la gente si ucciderebbe per una cosa del genere?!
    ...
    E niente.,
    Mi fa quella faccia stranita da protagonista di film d'azione che finalmente è entrato nella base dei cattivi.
    Perplesso, quantomai interdetto.
    E non capisco, che cavolo gli avrò detto.
    P-perchè mi guardi come se appartenessi ad uno strano culto?
    Per un attimo le immagini nella mia testa si mescolano fino a creare un qualcosa di bizzarro.
    Tipo un Tapi a tre teste con corona, ali di pipistrello e orde di JK e adolescenti che si inchinano davanti ad un altare dedicato al potente Baeru.
    E niente, la cosa è bizzarra.
    E ehm...tipo superimbarazzante.
    Alla fine esasperata prendo il telefono, ci digito in fretta gli ideogrammi e letteralmente glielo sbatto in faccia.
    Mooooou! Baeru, Ba-e-ru! E guardalo sul vocabolario no2?!
    Poi passano alcuni imbarazzanti momenti in cui rimetto il cellulare in borsa.
    Prendo in mano il tapi che mi offre indietro con un cenno del cpao.
    Ed è a quel punto che il mondo crolla.
    Hyaw~?!
    Il braccio su cui mi appoggiavo smette di reggermi catapultandomi in basso.
    E boh, tipo una cosa che non so se definite Omega-Romantic o super paernalistica mia afferra per i fianchi.
    E...e...
    E mi mette all'angolo.
    OMEGA GOOD JOB!
    Così si fa!
    E mi copre.
    Come una enorme muraglia di splendido tedesco.
    Gaaaaah, g-gureito!
    Non era lo sviluppo che mi aspettavo, ma è assolutamente quello che volevo.
    Si china in avanti.
    Too close! Too close!
    “Si può dire che mi trovo qui per motivi artistici, musicali più precisamente, però… Se ti dicessi più di così dovrei ucciderti!” -
    Haaaaaawwaaaaaaaa!!!
    Con quel fare da popolare agente segreto immediatamente riconoscibile per 3 numeri.
    Non ho idea se sia serio o se si atteggia soltanto.
    Probabilmente la seconda.
    Però non mi dispiace, se è questo il gioco a cui stiamo giocando, a me va benissimo partecipare.
    Mincrocio le gambe e porto le mani dietro la schiena prima di schermirmi con un finto imbarazzo.
    Hmm Hmm, Gu-ppi te baa3~♡
    Poi sollevo la mano e con l'indice faccio per toccargli la punta del naso.
    Una espressione maliziosa sul visetto.
    Non c'è mica bisogno di preoccuparsi per questo.
    Non sono solo le donne ad avere i loro piccoli segreti sai?

    Heh heh heh.
    Quasi mi aspettavo che se ne uscisse con.
    Il mio nome è Wolff, Gunther Wolff.
    E beh, devo dire che in smoking, con la rosa nel taschino e la pistola fumante non ci starebbe mica male male?
    E poi, ehi, se lui fosse un agente segreto al servizio di sua maestà ma la Germania ce l'ha ancora un re? O era il Kaiser?.
    Questo farebbe di me la Wolff-girl di questo film?
    Che cavolo, certo però che dovrei fare attenzione perchè a loro di solito finisce male...
    Ma ben presto questa allegria sembra disperdersi come nebbia.
    Lasciando posto a discorsi un po' più seri e adulti.
    ...
    Peccato.

    “Non sembri così entusiasta del posto in cui vivi… posso sapere cosa intendi con “più libero”?” -
    Ugh.
    Me lo dovevo proprio lasciar scappare eh?
    Oooh beh, tanto vale cavalcare l'onda a questo punto.
    Mi appoggio alla ringhiera, e sollevando lo sguardo al cielo inizio a parlare.
    Voce persa come fossi ancora inun bel sogno.
    Hooo, quant'è che vivi qui Gu-ppi? Due anni? Tre?...
    Sollevo il bicchiere oramai pieno per metà e decido di usarlo come esempio.
    Questo paese è come questo Tapi.
    Ricco, carico di zuccheri, scintillante e moderno....e dolce.
    Dolce da fare schifo.

    C'è una sorta di astio nelle mie parole.
    Come sempre dissimulato da tanto zucchero e cortesia.
    Ma il patriottismo e tante altre cose sono sempre state perse su di me.
    Amo tanto, tutto... ma questa società...ecco, meno di altre.
    Ma è tutto lì, il problema, è tutto finto, tutto pieno di schifezze chimiche che lo fanno sembrare il migliore del mondo.
    In questo paese la gente non ti giudica per quello che sei, ma per quello che fai, per i risultati che ottieni, per quello che fai nella vita.
    Guarda me... perchè posso permettermi di essere così "diversa" dagli altri?

    E sono diversa sì.
    I capelli tinti, i vestiti costosi e modificati, il vestiario di marca.
    Tutto è apparire, tutto è sembrare.
    Faccio un breve inchino supereducato da manuale.
    E il contrasto con Rena la Gyaru non potrebbe essere più costante.
    Ma più che sufficiente a rimarcare la differenza abissale.
    Poi torno ad essere quella di prima.
    *Inserire segno della V con la mano destra*
    Perchè sono brava.
    Ecco perchè, perchè sono carina, perchè sono la più brava a scuola, perchè sono popolare...eheh.

    Falsa modestia portami via qui.
    Poi dalla V, le dita diventano un indice, che punta verso l'alto.
    Mentre sorseggio un'altro po' di zucchero concentrato.
    Ma qui, nessuno di noi può essere veramente se stesso.
    In un certo senso siamo come quegli eroi che vedi lassù sui megaschermi.

    Sopra di noi si rincorrono immagini di uomini e donne in calzamaglia che sconfiggono il crimine.
    Che assicurano pace, giustizia e tranquillità a questo paese.
    Balle.
    Shinjuku è ancora una rovina inavvicinabile, e come tutto il resto questa pace è una menzogna.
    Tutti noi portiamo una maschera, e anche loro...non sono liberi come potrebbero farti credere.
    Opinione pubblica, desideri dei politici, affari delle grandi imprese, pubblicità.
    Persino la lotta al crimine è legata ad interessi di parte.
    Anche la giustizia è un business.

    Che dire, è vero.
    E io, beh, come posso mettere la cosa...
    Sono ricca.
    E sono infelice.
    Figuriamoci un comune cittadino come deve vedere la cosa.
    E gli sorrido.
    Per questo ti invidio tantissimo Gu-ppi.
    Tu fai un lavoro che ti piace, vivi secondo le tue passioni e hai successo...
    E puoi permetterti di essere quello che sei senza dover fingere.

    Ma il sorriso dura poco.
    E diventa un sorriso amarognolo.
    Ma ben presto te ne accorgerai.
    Qui nessuno è libero.
    Nè di pensare, nè di agire...nè di amare.

    Già.
    Chissa che direbbe se gli dicessi la verita?
    Pfffft.
    figuriamoci.
    Come ho detto, qui in questo paese tutti portiamo una maschera.
    E io, non faccio eccezione.

    NOTE:

    1. I Giapponesi non pronunciano la lettera "L", sostituendola con la "R", da qui la definizione di accento Europeo da parte di Rena.

    2. Sfortunatamente Rena non ha esattamente ben compreso che Gunther è inabile a leggere le note in fondo al testo, altrimenti si sarebbe risolta qualche grattacapo, ma fortunatamente tra i poteri del tedesco non c'è quello di rompere la quarta parete...

    3. (て ばあ) Espressione equivalente a "Ma che stai dicendo, dai"




    18 yo Liv. 3 Villain Stalker X Gyaru Scheda Cronologia © by ReЙ
     
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23 replies since 14/10/2021, 18:37   473 views
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