Add Ren Matsuda

Utente: » JeT

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    Quella mattina di fine ottobre il vento fischiava e spettinava chiunque mettesse piede fuori dalla propria abitazione. Quel periodo del mese così vicino alla festa americana degli spiriti era spesso agitato, soprattutto tra i più giovani. A tutti piaceva travestirsi per Halloween come i propri Pro-Hero preferiti o trasformarsi nei più variegati mostri di ogni tipo di cultura. C'era da dire che in molte persone era ancora instaurata la paura di ciò che era successo al SALEM nonostante fosse passato un bel po' di tempo, facendo calare leggermente di popolarità la festività. L'attentato del Culto non aveva sicuramente migliorato la situazione ma c'era anche chi se ne approfittava, vendendo accessori di cattivo gusto che riproponevano i vari costumi dei membri più conosciuti. Nonostante le incertezze per il futuro però non tutti avevano perso speranza che Tokyo si potesse risollevare. In realtà per la Yuuei era stato quasi il contrario, dato che molti dei loro tirocinanti avevano aiutato e partecipato nel gestire l'emergenza. Vi erano stati splendidi successi ed altrettanti eclatanti fallimenti, ma nessuno all'interno dell'accademia per formare Pro-Hero aveva deciso di demordere o farsi demoralizzare. Avevano superato una crisi simile anni prima e questa volta non avrebbero lasciato la scuola decadere o che gli studenti si sentissero poco al sicuro. Erano il non plus ultra della formazione di eroi nella capitale e quel titolo era stato riconfermato coi numerosi tirocini nei più famosi uffici gestiti da Pro-Hero, come Endeavor o Raiden Mei.
    Questo significava che le iscrizioni all'accademia Yuuei erano aperte e l'affluenza era ancora tanta, nonostante Tokyo si fosse svuotata parecchio negli ultimi tempi. Forse erano stati proprio quegli avvenimenti ad ispirare così tanta voglia d'azione nei giovani? Il vedere quelle cose succedere di fronte ai loro occhi ed il loro sentirsi inermi? C'erano molti motivi per cui qualcuno poteva iscriversi in una scuola così rigida ed intensa come quella e chiunque non fosse pronto a metterci anima e corpo finiva per abbandonare il percorso di studi, cosa che finiva per restringere i vari candidati. C'era chi aveva avuto un'esperienza diretta col crimine ed era convinto di dover dedicare la propria vita nell'eliminarlo, chi era gentile di cuore e pensava di poter fare del bene nell'aiutare gli altri, chi lo faceva per una questione economica o di celebrità. Erano tutti validi motivi e nessuno giudicava i vari studenti della Yuuei per questi, ma solo in base alla loro pura abilità. Qualunque fosse il motivo per cui Ren Matsuda aveva deciso di mandare la propria iscrizione lì, la fama dell'accademia era di essere sì severa ma anche un'opportunità per arrivare in cima al mondo degli eroi.
    Dopo aver accettato la sua richiesta ed aver passato i test teorici, era arrivato il momento per il ragazzo di superare la prova finale che era diversa per ogni studente o gruppo di questi. Era infatti noto che la Yuuei possedesse numerosi campi di addestramento i quali simulavano perfettamente i più vari scenari e la recente collaborazione con la LIVE INC aveva reso i test ancora più difficoltosi e realistici. Era stato convocato proprio quella mattina di ottobre alle 9.30 e gli era stato detto di portare con sé solo un documento di riconoscimento all'accettazione e di vestirsi in modo da prepararsi per dell'attività fisica. La Yuuei osservava la città di Tokyo da un'area collinare raggiungibile facilmente in treno o con la metro se non si era forniti di mezzi propri, più lontana dall'immensa confusione del centro. Quella mattina i mezzi pubblici erano affollati e si potevano notare ragazzini nervosi sfogare la propria ansia nei più vari gesti involontari.
    Arrivato lì poté notare i grandi muri di cinta che circondavano l'istituto e che sembravano estendersi all'infinito. Il complesso dell'accademia comprendeva anche i campi d'addestramento e lo splendido e curato parco, uno degli orgogli della città, soprattutto dopo quello che era successo ad Ueno. Dal grande cancello aperto si poteva notare qualche studente qui e là bazzicare, forse aspettando l'inizio di un'altra lezione o prendendosi semplicemente una pausa. Non era l'orario di entrata e per fortuna Ren aveva evitato la grande confusione della mattina presto, dove sarebbe stato sommerso di studenti frettolosi di entrare. Qualcuno lo notò per la cicatrice al volto ma non ci fece troppo caso: considerato che la media di persone d'aspetto normale lì dentro era poca forse la sua era stata anche scambiata come una modifica causata dall'Unicità o più semplicemente non importava molto ai ragazzi. Attraversato dunque il lungo cortile il ragazzo avrebbe messo piede nell'edificio principale, una specie di sala d'accoglienza per i visitatori ma che portava tramite dei grandi corridoi in tutta la scuola. Lì dentro c'era meno gente rispetto a fuori considerato l'orario ma si poteva già notare un po' di movimento, forse tra poco sarebbe suonata la campanella. Al bancone posizionato al centro di quest'area vi era una segretaria abbastanza avanti con gli anni che sembrava lavorare al computer e, avvicinandosi un po', si poteva notare che le sue dita si muovevano ad una velocità sovrumana. In quel momento non c'era nessuno ad occuparla e quindi toccava solo a Ren presentarsi e mostrare i documenti.
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Benvenuto » JeT al tuo addestramento. In questo primo post vorrei leggere delle emozioni e dei pensieri del tuo personaggio, cosa fa e come si comporta. Descrivi pure ciò che preferisci, l'importante è arrivare al bancone della segreteria e portare ciò che è richiesto, fermandoti lì :zizi:.
    L'unica raccomandazione che ti faccio è utilizzare uno dei layout contenuti in questo topic o uno che rispetta i parametri indicati nel regolamento.
    Per qualsiasi domanda e dubbio mandami pure un MP. Buona scrittura!
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    167

    Status
    Offline
    REN MATSUDA
    cDTWX1A

    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    « Piùh, piùh.. piùh, piùh! »

    « Ma cos.. sei seria? Hai davvero trasformato l'epico suono dello scoppio della GunLance in quello..?!?! »

    Una voce trattenuta ma comunque strillante e dolce al tempo stesso, raggiunse l'apparato uditivo del giovane primogenito di casa Matsuda. Erano precisamente le ventitré e sei minuti ed il ragazzo si trovava già nel suo caldo letto, al sicuro sotto le sue coperte preferite, le stesse che ritraevano Endeavor ricoperto d'indomabili fiamme. Scattò d'improvviso quando sua sorella, intenta a giocare ad uno dei suoi videogames preferiti, aveva appena compiuto un atto per lui imperdonabile. Avrebbe tanto voluto strappargli il joypad dalle mani e rendere giustizia all'arma del protagonista di quel gioco ma l'impegno che aveva per il giorno successivo, non permetteva lui di tardare oltre. Non aveva il lusso di starsene a giocare per tutta la notte, non con un importante esame da affrontare. Non un esame qualsiasi; era l'ESAME. Un giorno che avrebbe cambiato per sempre la sua vita, d'importanza inferiore solamente al episodio che lo vide salvare la vita della sua amata sorella. La stessa che certamente avrebbe voluto picchiare il quel momento ma gli bastava intravedere la felicità dipinta sul suo volto per spegnere ogni atteggiamento negativo nei suoi confronti. Sorrise quindi, lasciando che continuasse ad occupare il suo tempo come meglio credesse, giacché fosse ben lontana dalle sfumature oscure che questo mondo aveva da offrire, come se fosse chiusa in una sfera fatta di pura bontà e di sentimenti quasi divini. Ren sospirò per un momento davvero intenso, inclinando il capo leggermente verso destra e continuando a sorriderle.

    « Non far tardi, mi raccomando »

    Si rigirò nuovamente, puntando lo sguardo verso la bianca parete e dando le spalle a sua sorella. Socchiuse poi gli occhi cercando d'isolarsi dai suoni ch'ella generava, indirizzando la mente al dì successivo. Di quel giorno che stava vivendo, nulla più importava. Doveva sparire e doveva anche farlo in fretta. Mancavano solamente trenta minuti allo scatto del calendario ed i preparativi per il raggiungimento della fase REM, erano già stati tutti belli che organizzati. Il respiro si faceva sempre più calmo e pesante ad ogni secondo che passava mentre i muscoli del suo viso si rilassavano a loro volta, cedendo sotto i colpi della stanchezza che colpivano con la stessa forza di un pugile molto esperto. Bastarono esattamente cinque minuti ed infine, il sonno sopraggiunse. Dormì beato, cullato tra le braccia di Morfeo che lo guidò dritto verso l'orario impostato sulla sveglia del suo cellulare. Essa intonò una delle sue canzoni rock preferite, una di quelle che riescono a caricarlo d'adrenalina pura, tirandolo poi fuori dal suo letto. Il ragazzo marchiato dal destino guizzò come un anguilla, alzando il busto e girandosi verso il lato della stanza che apparteneva a sua sorella. Allungò il braccio manco e portò l'indice della suddetta mano a trascinare il cursore mostrato sul display del cellulare, spegnendo di fatto la sveglia. Sfruttò l'illuminazione ancora attiva dello smartphone per dare una controllata all'orario e alle notifiche eventualmente presenti. Infine, dopo un lungo sbadiglio, riuscì finalmente ad alzarsi dal letto.

    - La console è ancora calda.. chissà a che ora sarà andata a dormire.. scema.. -

    Allontanò la sua man dritta dal quasi rovente alimentatore della sua console, avvicinandosi verso sua sorella. Le aggiustò meglio la coperta, assicurandosi che ogni parte del suo corpo - eccezion fatta per il capo ovviamente - fosse posto al caldo. Successivamente uscì dalla stanza e proseguì verso il piccolo bagno, ove poté sbrigare le sue faccende personali. Trovò anche il tempo di prepararsi la colazione e d'indossare abiti consoni per l'attività fisica, proprio come gli era stato richiesto. Uscì di casa precisamente alle sette e diciassette minuti, incontrando come prima cosa un vento prepotente in alcuni momenti, calmo e dolce in altri. Esso s'infrangeva contro il suo vestiario come le onde del mare. Tuttavia, per sua fortuna, gli indumenti che indossava seppero resistere alle offensive nemiche, apportando una difesa degna di un castello medievale. Difatti il suo busto era custodito sotto una doppia maglia a maniche lunghe, azzurra come il ciel sereno di un giorno d'Agosto, mentre le sue gambe erano avvolte da un pantalone nero come la pece. Essi calzavano perfettamente sul suo corpo, seguendone le forme come un ombra fa con il suo padrone. Non erano stretti e offrivano il giusto comfort per l'occasione; non avrebbe potuto scegliere di meglio. Concludevano il tutto un paio di scarpe, anch'esse azzurre e leggermente consumate dagli anni, giacché i colori parevano decisamente spenti e poco vivi, quasi sfioravano il bianco.

    - Posso farcela! -

    Entrambe le mani cozzarono contro le sue guance non appena mise piede fuori dal treno che lo avrebbe condotto alla stazione più vicina alla Yuuei Academy. Il suo sguardo divenne tremendamente serio e la propria autostima spiccò verso il cielo, superando le pallide nuvole ed arrivando solamente dove l'immaginazione poteva giungere. Arrivò al luogo d'incontro con un quarto d'ora d'anticipo, fermandosi tuttavia dinanzi all'imponente muraglia che avvolgeva la Yuuei. L'aveva vista cosi tante volte che ormai era impossibile restarne sbalorditi ma per lui era sempre come se fosse la prima volta, proprio come quando gli occhi di una madre si poggiano per la prima volta sul viso del proprio figlio, oppure quando un uomo guarda la donna che ama con tutto il cuore. Gli occhi, persino quello sfigurato, s'accesero per volontà propria. In loro era possibile vedere divampare un focolaio che più passavano i secondi, più cresceva di vastità, aspirando quindi a diventare un incendio. Teneva lo sguardo puntavo verso la sommità di quel alto muro, avanzando con un passo tremendamente lento giusto per godersi l'ennesimo spettacolo. Non s'accorse nemmeno della presenza di qualche aspirante studente che vagava, come lui, verso il tanto agognato test finale. Ren era solito vivere nel proprio mondo, campando nelle sue fantasie ed immaginando ogni singolo scenario futuro. Neanche quella volta, proprio come accadde nelle prime occasioni, seppe riuscire a trovare un aggettivo che potesse descrivere al meglio ciò che stava osservando. Più avanzava e più si sentiva come un bambino che stava imparando a camminare, a mangiare e parlare.

    « Ehm.. mi scusi... »

    Fermò il suo passo dinanzi ad una donna posta dietro ad una scrivania, seduta davanti ad un computer. Portava degli occhiali dalla montatura esile e sottile che spiccavano per la loro colorazione nera. Essi stonavano terribilmente con i suoi capelli violacei, decorati da filamenti platino che rendevano più veritiera la sua approssimativa età che tuttavia entrava in contrasto con il colorito della sua pelle e la tonicità delle sue poche rughe. Il suo sguardo era completamente rivolto verso il luminoso laptop mentre la sua concentrazione era catturata dalle movenze delle sue mani. Il giovane Matsuda rimase immobile ad osservarla, non riuscendo minimamente a capire come facesse a raggiungere una tale velocità di movimento con le sue proprie mani. Poté dedurre che ella faceva quel lavoro da ormai tanti anni e che conoscesse praticamente a memoria la tastiera di un computer. Non era certamente difficile imparare a conoscere la suddetta ma era davvero notevole la velocità con cui eseguiva le proprie mansioni.

    « Io.. ehm.. i.. »

    Improvvisamente tutta la sua autostima prese a cadere verso il basso, con la stessa velocità con cui la donna agitava le proprie dita della mano. L'incendio che divampava nei suoi occhi venne spento da un feroce acquazzone che si abbatté metaforicamente sulla di lui figura. Impallidì al tempo stesso, quasi come sembrasse affatto da qualche malattia grave, anche se il suo stato fisico era decisamente nella norma. Tossì per qualche secondo ma non fu in grado di catturare l'attenzione di nessun altro al di fuori di se stesso. Voleva scomparire, magari ricominciare il giorno come succedeva nei film americani. Sbatté le palpebre un paio di volte proprio mentre la temperatura corporea iniziava a salire vertiginosamente. A conseguenza di tal fatto, avvicinò la man dritta al collo della maglia tirandola leggermente verso la donna e facendo in modo che deboli folate di vento gli colpissero il volto. Era nel panico ma quello era proprio il momento meno opportuno. Poi pensò al motivo per cui s'era spinto fino a quel punto, ovvero sua sorella. Era per lei che aveva cercato in tutti i modi di riuscire ad ottenere l'opportunità d'iscriversi alla Yuuei. Voleva realizzare e costruire un mondo che non fosse attanagliato da entità malvagie capaci di mettere in pericolo la vita della sua amata sorella. Ecco perché cercò di nuotare in quel mar agitato che era presente nel suo animo, lì proprio dove prima vi era un possente incendio.

    « Il.. il mio nome è Ren Matsuda e sono qui per il test finale! »

    Urlò come un perfetto ebete...


    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 050 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
    Scheda: Ren Matsuda




    Scusa la lunghezza (?) ma ci tenevo a far bella figura. Inoltre ho provato anche a descrivere superficialmente la donna, spero non sia un problema
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    Non appena entrato all'interno del poco gremito ingresso, il giovane Ren scatenò diverse reazioni nella segretaria che stava lì a digitare con velocità fulminea sulla tastiera del computer. Osservando meglio avrebbe innanzitutto notato che la donna non sembrava nemmeno guardare i tasti e che quei riflessi si basavano probabilmente su un'Unicità. Tralasciando questo dettaglio, la donna in un primo momento sembrò ignorare le parole a bassa voce dell'aspirante studente ma quel gesto la fece girare e finalmente il rumore dei polpastrelli sulla tastiera terminò. Diversi ragazzi di varie classi si girarono e qualcosa si mise a ridere sotto i baffi in uno dei tanti gruppetti che si formavano ora che gli studenti cominciavano ad uscire dalle aule.
    Matsuda, stavo giusto tirando fuori la sua richiesta. Capisco che è emozionato ma si calmi. Ce l'ha un documento? - Il tono della donna sembrò leggermente irritato seppur non cambiando di molto l'espressione dietro gli occhiali e cercando di essere un minimo comprensiva. Avrebbe aspettato che Ren tirasse fuori un documento di riconoscimento qualsiasi per accertarsi della sua identità, prima di riprendere a scrivere con lo stesso fervore di prima. Nonostante lo scivolone iniziale sicuramente non avrebbero rifiutato la sua iscrizione per un fraintendimento. Dopo un minuto di lavoro al computer, probabilmente passato dalla segretaria con molta meno ansia di Ren, avrebbe annunciato al giovane che presto sarebbe arrivato il suo esaminatore e di aspettare fermo lì in silenzio. Non avrebbe comunque dovuto attendere molto, perché dalla sua sinistra avrebbe visto arrivare un'altra donna decisamente notabile la quale si sarebbe diretta verso il bancone di legno.
    Buongiorno, Hirano-san. Tu sei Matsuda-kun, giusto? - La nuova arrivata era una donna poco più bassa di Ren ma dall'aspetto decisamente grazioso. Nonostante l'accento inglese o americano riconoscibile dalle poche parole appena scambiate i suoi tratti erano orientali e ben curati, la pelle di un bel colore candido. I capelli neri erano portati poco sotto il mento e una frangetta copriva l'ampia fronte della donna. Poco sotto grandi occhi verdi osservarono il ragazzino con curiosità mentre le labbra erano ferme in un'espressione seria. Era di sicuro una bella donna anche con una semplice maglia bianca di un particolare tessuto, coperta da una giacca nera e da jeans abbinati ad una cintura scura. Sulle spalle della corvina era adagiata una pelliccia bianca che se osservata per un attimo faceva notare all'osservatore come fosse fatta da tanti minuscoli coni, all'apparenza di carta.
    Piacere, sono Kathrine Tomoe Yoshimoto. Insegno inglese e sarò la tua esaminatrice per il test finale. E forse la tua professoressa! - La donna sfoggiò un sorriso, prima di continuare a parlare. Non sembrò dare particolare importanza a quella cicatrice sul volto, anche se i suoi occhi passarono un'istante di più su quella parte del viso. Il tempo stringe, quindi andiamo subito al campo di simulazione. Seguimi. - La donna indossava un paio di scarpe basse, decisamente più modeste del resto dei suoi vestiti, le quali rimbombavano per il corridoio vuoto mentre a passo veloce portava Ren ad attraversarlo nella sua interezza. Mentre camminavano il ragazzo avrebbe assistito al cambio dell'ora, rendendo più lenta la loro avanzata che avrebbe ripreso il ritmo solo una volta usciti tramite una grande doppia porta. Ai suoi occhi si sarebbe mostrata parte dell'area verde che aveva intravisto prima, ma un sentiero lastricato portava verso degli alti muri di cinta che sembravano imponenti già da lontano. Qualche studente salutò l'insegnante e lei avrebbe ricambiato con un gesto della mano, prima di concentrarsi di nuovo su Ren.
    Per l'esame finale entrerai nel campo di addestramento 4A, dove è stato ricreato un ambiente cittadino. Il tuo compito è arrivare al palazzo centrale e scalarlo per salvare un ostaggio in pericolo. Naturalmente la strada sarà adeguatamente difesa e ci saranno alcuni ostacoli che dovrai superare. - Iniziò così la Yoshimoto a spiegare la prova, rimanendo sintetica su ciò che avrebbe dovuto affrontare. Come detto prima il tempo non era molto e non doveva rivelare troppo in ogni caso. Nel mentre stavano continuando ad attraversare il territorio dell'istituto, arrivando quindi ad una serie di enormi aree di addestramento. Dovettero camminare un bel po' per fermarsi finalmente di fronte alla porta scorrevole in ferro che indicava "4A" sulla sua superficie.
    Saranno presenti dei robot i quali faranno la parte di criminali e che cercheranno di fermarti nell'arrivare all'ostaggio, il quale ti spiegherà poi come terminare la prova. Valuteremo comunque con quanta efficacia e precisione usi il tuo Quirk, così come il tempo impiegato e come gestirai la situazione proposta. Se posso darti un suggerimento, cerca di fare come se ti trovassi in una situazione reale e non sopravvalutare le tue forze. Iniziamo tutti da qualche parte, alla fine. - I punti elencati sarebbero apparsi di conseguenza sulle dita della mano destra di Kathrine, finendo così la lunga spiegazione che aveva da offrire al giovane Ren. Si sarebbe quindi avvicinata ad un tastierino numerico presente accanto al grande portone in ferro, pronta ad azionarlo non appena fosse stato pronto. Una volta entrato lì dentro ne sarebbe potuto uscire solo da vittorioso o da perdente.
    Se non ci sono altre domande, possiamo iniziare. Hai trenta minuti per terminare la prova. - Attese quindi lì, impaziente anche lei di iniziare quell'esame.
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Hai fatto un bel post, complimenti :**:. Ho solo un paio di precisazioni da fare a livello narrativo: va bene descrivere PNG di sfondo in una role tra utenti, ma in un'attività masterata meglio aspettare che sia il master a chiarirne l'aspetto e i comportamenti. Soprattutto quest'ultimi: non avevo intenzione di farti ignorare dall'attentissima segretaria della Yuuei che ti avrebbe prontamente risposto in questo turno. Nulla di grave comunque, tranquillo, è solo una precisazione :zizi:.
    Se posso suggerire un'ultima cosa è di usare il testo normale per il narrato per renderlo più leggibile rispetto al corsivo, puoi benissimo modificare la legenda usando il corsivo per il parlato se preferisci.

    In questo post segui l'azione descritta e chiedi pure a Kathrine tutto ciò che vorrebbe sapere il tuo PG. Finisci il post dichiarandoti pronto e possiamo andare subito alla prova vera e propria :**: Come al solito mandami un MP per ogni dubbio!
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    167

    Status
    Offline
    REN MATSUDA
    cDTWX1A

    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    ...Un urlò che prepotente, e fastidioso al tempo stesso, s'insinuò nelle orecchie di coloro che erano presenti nelle sue prossimità. Un urlò acuto, forse più forte di un calcio dritto nello stomaco. Un urlò che lo spinse a socchiudere le palpebre e arricciare il naso all'insù, quasi sperando di scomparire cosi dal nulla. Tenne gli occhi chiusi per circa dieci secondi, riuscendo quasi ad isolarsi dal mondo e lasciando scivolare via tutte le occhiate che gli venivano lanciate contro. Non poteva certo dire che quella fosse la miglior partenza che potesse mai desiderare e sapeva che, quasi sicuramente, non sarebbe stato dimenticato facilmente - Ottimo lavoro.. - Sospirò infine, cercando di rilassarsi e dimenticare l'appena realizzata figuraccia che non sarebbe stata d'importanza rilevante se fosse nata in un altra locazione e non nella più prestigiosa accademia per aspiranti eroi. Perfino per il giovane Matsuda era difficile seppellire questo ricordo, lui che tanto sembrava indistruttibile quando qualcuno giudicava la sua figura o il suo operato. E per l'ennesima volta in tutta la sua vita, mostrò un imbarazzo tale che le temperature del suo corpo quasi andavano a replicare quella della lava stessa. Il bianco pallido del suo viso, difatti, in pochi secondi si tramutò in un rosso degno dei pomodori più freschi del Giappone. Cercò in tutti i modi di controllare il suo istinto e ciò fu chiaro quando la sua man dritta si spostò verso il capo, agitando parte della sua chioma bluastra e facendoli ondeggiare nell'aria.

    « Mi.. mi scusi! Certo, mi dia solo un attimo »

    Un nuovo sospirò provò a spingerlo sulla retta vita, forse quella che finalmente pareva poterlo portare alla realizzazione del suo obiettivo attuale. Staccò la man dritta dal capo e, senza perdere tempo alcuno, la condusse verso la tasca destra del pantalone. - Ma dov'è?!.. Diamine.. perché proprio oggi?... - Agitò la mano navigando e tastando ogni centimetro della propria tasca , senza però riuscire a trovare il documento di riconoscimento. Cercò anche nell'altra ma del documento, non vi era traccia alcuna. Sollevò il capo pietrificato verso la donna che tanto gli pareva essere irritata, non solo per il comportamento che Ren mostrò in quei piccoli e poveri secondi ma anche per il tempo che, probabilmente, ella stava perdendo. - Ah, giusto! -

    « Ecco, tenga »

    Riuscì a ricordare dove aveva messo il documento: proprio nella tasca della maglia presente all'altezza del petto. La consegnò alla donna compiendo un semplice inchino, come a volersi nuovamente scusare per il comportamento poco maturo che aveva dimostrato di possedere fino a quel momento. Dovette aspettare circa un minuto e nel mentre, incrociò le braccia dietro la schiena, sovrapponendo la destra sul palmo della mancina che avrebbe poi chiuso sull'altra. Insomma, era la classica posa di un anziano che guarda mentre si effettuavano lavori nelle aree adibite. Quel singolo minuto, che parve tremendamente infinito, gli permise di allenire le ferite riportate dalla sua psiche che lentamente pareva riuscire a riprendere le redini di quel carro di cavalli ormai impazziti. - Fermo qui in silenzio. E' facile - E difatti non rispose, limitandosi solamente ad annuire con il capo, piantandosi proprio dov'era come se fosse un chiodo conficcato nel legno. Muoveva solamente il capo, ruotandolo prima verso sinistra e poi verso destra.

    « Ah.. si sono io, Ren Matsuda. E' un piacere conoscerla Yoshimoto-san.. »

    Fece un nuovo inchino verso la donna posta adesso ad attirare tutta la sua attenzione. Ella era una donna davvero bella e con degli occhi che riuscivano ad incorniciare perfettamente tutta la sua bellezza. Verdi come due smeraldi, assai diversi da quelli dello sfigurato che dovette ruotare leggermente il capo verso sinistra, cosi da tenere meglio la figura della donna nel suo occhio più buono. Con gli anni imparò a condividere con quel problema, tanto da riuscire a rendere quel movimento talmente impercettibile che nemmeno lui s'accorgeva d'aver spostato il capo. Dopo qualche altro minuto, la donna lo invitò a proseguire oltre, incamminandosi verso il luogo ove si sarebbe svolto il suo test finale. Il momento che avrebbe cambiato la sua vita per sempre sarebbe arrivato da lì a poco e non poteva sbagliare oltre. Tentò di registrare tutto quello che vedeva con l'occhio buono nella mente, in modo da poter revisionare quelle "fotografie" in un momento successivo. Magari nei sogni o magari in altre occasioni cui sarebbe stato necessario. Fatto sta che, dopo una lunga traversata, arrivarono in un corridoio assai esteso, proprio nel momento in cui avvenne il cambio dell'ora. Ecco uno dei momenti che il giovane Matsuda odiava terribilmente: essere nella folla. Essere accerchiato da tante persone lo infastidiva e non poco, giacché non riusciva bene a vedere cosa ci fosse sul suo fianco sinistro. Dovette quindi posizionarsi proprio su quel lato, attaccandosi a Yoshimoto-san come una cozza al suo scoglio.

    « Sembra una prova davvero dura ma ottima per capire le reali potenzialità di un aspirante eroe » Finalmente ecco che iniziò a parlare il reale Ren Matsuda. « Non ho ben capito cosa s'intende per "scalarlo". Spero di non doverlo scalare come se fosse una montagna, anche perché ho alcune.. carenze fisiche... »

    Di certo non era un ragazzo che allenava il suo corpo tutto il giorno, anzi teneva sviluppati solamente i polpa stretti grazie alle tante, troppe, ore spese dietro i videogames e nelle letture dei suoi libri preferiti. Fatto sta che era terminato il tempo dei giochi, non poteva più permettersi ulteriori divertimenti ma doveva spingere la mente e la testa verso una profonda preparazione.

    « Più che domande, Yoshimoto-san, avrei una richiesta. Potrei avere una mappa dettagliata del luogo? Vorrei capire se ci sono strade che mi permettono di abbreviare il tragitto e guadagnare tempo »

    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 050 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
    Scheda: Ren Matsuda
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    Lasciando perdere la figura abbastanza magra fatta all'inizio, sia la scuola che Kathrine sembravano accoglienti nei suoi confronti. Essere diversi nella società giapponese non era di sicuro facile e le "unicità" di ogni persona di sicuro non aiutavano. L'insegnante in quel momento stava pensando ad altro, più precisamente si chiedeva se quel ragazzo avesse la stoffa come altri di entrare a far parte del corso. Dopotutto la Yuuei era pur sempre una scuola prestigiosa nonostante gli scandali passati e lei si riteneva fortunata a poter insegnare lì.
    L'attentato di qualche mese prima non aveva fatto bene alla donna che si era trovata bloccata in casa senza poter fare niente. Anche se possedeva l'autorizzazione per utilizzare il Quirk per motivi lavorativi all'interno della scuola, non era abilitata alla professione da eroe e poteva solo pregare per chi era lì fuori a combattere. Aveva postato sulla piattaforma che usava di solito per assegnare le pagine di esercizi per assicurarsi che tutti i suoi studenti stessero bene e le era venuto un colpo al cuore quando aveva saputo che alcuni di loro erano stati mandati in prima linea. Pensare che ragazzi che fino a qualche giorno prima le rispondevano in lingua straniera balbettando erano stati usati come veri e propri soldati la riempiva di angoscia, come se avessero mandato un suo figlio lì in mezzo al veleno.
    Forse ho usato la parola errata. Per tua fortuna potrai usare le scale, anche se non darei per scontato che siano tutte intere o prive di trappole. - La donna ci scherzò su, prima di continuare a parlare seriamente. Ricorda che il Quirk non è tutto. Ci vuole anche fisico per fare il Pro Hero! Se passerai dovrai fare un salto in palestra. - La donna non voleva di certo mettersi a sgridarlo prima che passasse l'esame, ma non si risparmiò quel discorso che la fece sentire più vecchia dei suoi anni. I suoi rimproveri erano rivolti solo agli studenti della Yuuei ed erano preziose lezioni di vita, ma nemmeno lei poteva trovare punti in comune con tutti. La small talk purtroppo era un'arte in via d'estinzione.
    Hai fatto bene a chiedere, è ciò che farebbe un Pro-Hero. Purtroppo no, per questa prova dovrai affidarti solo alla tua intuizione e alle tue capacità. Buona fortuna! - Concluse così la donna, prima di digitare uno speciale codice sul poco sensibile tastierino. Dopo qualche istante un rumore metallico avrebbe segnato la lenta apertura del cancello di fronte a loro, mostrando un corridoio buio il quale fungeva da anticamera per la prova vera e propria. Non volevano proprio dare alcun vantaggio ai nuovi arrivati e Ren non era un'eccezione. L'interno di quel breve passaggio che scendeva verso il basso era privo di alcuna decorazione e solo una porta in metallo grigio spezzava la monotonia. Il ragazzo avrebbe visto poco lontano la luce del giorno quasi accecarlo nel buio e compiuta poca strada a piedi, avrebbe visto di fronte a sé l'area del suo esame.
    Anche se da fuori le mura di cinta mostravano ben poco dall'esterno, il modo in cui erano coperte le aree di simulazione e la loro costruzione davano l'impressione di essere appena entrati in un quartiere qualsiasi di Tokyo. O in questo caso sembrava più un'intricato mix di elementi cittadini usati per creare dei percorsi obbligati. Appena messo piede dell'area di test Ren si trovò in uno grande spazio vuoto centralmente ai cui lati si vedevano delle bancarelle di street food ora completamente vuote. Ampi palazzi attaccati in maniera innaturale sembravano fare da muro artificiale per evitare che persone senza Unicità particolari potessero scalarli, obbligando chi veniva esaminato a guardare di fronte a sé. Proprio da lì si poteva vedere un palazzo in stile tradizionale che stonava enormemente coi finti grattacieli e case, la cui distanza poteva far presumere che fosse il luogo indicato poco prima da Kathrine. A fare da ostacolo ad una semplice avanzata era l'architettura estremamente "carica" di oggetti, case, cancelli e altri elementi che rendevano difficile l'avanzata. Dopotutto si trattava di un paesaggio cittadino e quegli impedimenti probabilmente simulavano la difficoltà ad operare in luoghi frequentati da civili. Se non voleva passare dall'area centrale piena di tavoli e altri ostacoli Ren poteva prendere due scelte. La prima consisteva in salire un paio di spaziose e lussuose rampe di scale che salivano sugli edifici alla sua destra, collegati tra di loro da quelli che sembravano ponteggi sistemati appositamente per la prova. Da quell'altezza avrebbe avuto una visuale più ampia della zona e forse scoperto altro, ma d'altra parte quei percorsi sembravano intricati tanto quanto le strade più in basso e non offrivano molto materiale per la sua Unicità. La seconda invece sembrava decisamente meno luminosa ed incoraggiante, ma offriva decisamente più sicurezza dal punto di vista Quirk. Si trattava infatti di scendere lungo delle scale in pietra, arrivando quindi sul letto di un fiume artificiale piuttosto fangoso. Seguendone il corso si arrivava dopo pochi passi ad una buia galleria che si estendeva a tal punto da non poterne vedere la fine. Era comunque nella direzione del palazzo e forse sarebbe servita da scorciatoia meno sicura, ma decisamente più veloce. A lui la scelta di quale strada intraprendere e come detto da Kathrine, le sue scelte avrebbero influenzato come si sarebbe svolta la prova.
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Spero sia tutto chiaro dal mio post. Come scritto puoi scegliere benissimo il percorso in base a ciò che farebbe il tuo personaggio. In base a ciò che farai ti descriverò ciò che vedi e cosa succederà a Ren. Ti puoi fermare alla scelta della strada e al poco che ti ho descritto in questo post.
    Per qualsiasi dubbio mandami un MP! :**:
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    167

    Status
    Offline
    REN MATSUDA
    cDTWX1A

    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    “Il Quirk non è tutto”. Quelle parole, agli occhi del giovane Matsuda, risultarono veritiere come la nascita ed il declino del giorno. Fu proprio quell’espressione a causare la totale concentrazione del neo aspirante Eroe. Egli abbassò appena il capo, come se quelle parole avessero condannato la sua prestanza fisica e quasi si sentì chiuso in dei ceppi di legno di una ghigliottina. Avvertì una fitta al collo e non poté far altro che trasportare la man dritta al punto cui sentiva stringersi, quasi come se vi fosse una corda invisibile. Quelle parole affondarono nelle sue carni come fossero lame affilate. Sbuffò. Non perché fosse stanco ma perché sapeva esattamente quanto fosse sincero il discorso della più esperta ma lui non voleva diventare un Eroe per mostrare chissà cosa, lo faceva semplicemente per impedire a quel mondo inquinato di raggiungere l’unica luce presente nella sua vita. Quindi non poteva permettersi errori, doveva affrontare il suo percorso dando oltre il massimo che potesse offrire, allontanandosi da quella sensazione che lo faceva sentire anonimo ed insignificante come un singolo granello di sabbia nel deserto. Ed era pronto a farlo, certo che era pronto. Alzò lo sguardo nuovamente verso l’esaminatrice, facendo un piccolo cenno con il capo « Si, purtroppo so che è un mio punto debole ma farò tutto ciò che devo per realizzare i miei obiettivi! » Adesso i suoi occhi parevano brillare nuovamente e quel suo discorso sembrava quasi far trapelare tutta la sua determinazione. Continuò ad ascoltare la donna con fare attento e meticoloso su ogni singolo dettaglio che veniva accennato, provando a non farsi scappare nulla d’essenziale per lo svolgimento di quella prova.

    - Nessuna mappa, nessun aiuto... -

    Fece per pensare quando gli venne rifiutata la richiesta di una mappa del luogo. Gli sembrava giusto dover studiare ciò che doveva affrontare, in modo da poter percorrere il percorso che gli avrebbe permesso di guadagnare tempo. Era una bella idea, perfino rafforzata dalle parole incoraggianti di Kathrine. Ad ella pareva piacere l’atteggiamento del suo esaminando ma nulla poté fare per aiutarlo. Dunque era davvero solo, proprio come un uccello che abbandona il suo nido per la prima volta, liberando le ali verso i pericoli del mondo. Le sue intuizioni e le sue capacità. Questi furono i termini precisi che vennero usati e non appena furono pronunciati, un movimento del capo nacque in direzione del grande cancello che venne aperto proprio dalla donna. Quest’ultimo ruppe il momento con strepiti striduli e metallizzati, aprendo la via verso un corridoio assai buio che tendeva a scendere verso il basso. Deglutì appena quando il suo unico occhio buono si poggiò su quel corridoio, facendo schioccare la lingua sotto il palato e trattenendo quel verso giusto per non compromettere ulteriormente la sua posizione. Era chiaro che doveva attraversare quel passaggio ma ciò che lo intimoriva e preoccupata, era proprio quell’oscurità. La stessa che imparò a conoscere diversi anni prima, proprio quando manifestò la sua Unicità. Non era certo un problema per lui entrare lì dentro, giacché aveva acquistato la capacità di sapersi adattare a quella situazione, sicché dovette condividere con il buio per diversi anni, proprio perché uno dei suoi occhi era impossibilitato a vedere. Era l’ignoto l’unico ostacolo che gli dava qualche fastidio, semplicemente perché gli era difficile sapere cosa effettivamente aveva sul lato marchiato dall’incidente; cosi come nella luce, cosi come nel buio.

    « Forza Ren... »

    Iniziò poi l’avanzata, muovendo il piè dritto proprio verso il passaggio che si aprì dietro al cancello. Gli ci vollero solamente dieci secondi per arrivare al suo principio e prontamente si portò verso il fianco sinistro di esso, tendendo la man manca verso le mura, cosi da esser sicuro di aver contatto con qualcosa di solido. Poi continuò ad incedere in quel modo, prestando particolare attenzione con l’occhio buono e stando vigile ad ogni passo compiuto. La discesa accompagnò la sua mente ad ipotizzare quale prova dovesse mai affrontare, anche se quella prima avanzata pareva metterlo in difficoltà. Il respiro divenne sempre più lento, al contrario dei suoi passi che invece acquistavano velocità. Il vento che dapprima era anch’egli partecipe di quella giornata, sparì da quel teatrino creato appositamente per il giovane, lasciandolo solo a marcire in quel buio silente. I suoi pensieri, o almeno così gli pareva, sembravano rimbombare come un eco sulle montagne. Unica cosa che lo seguiva in quella situazione.

    « Sarà l’uscita? »

    Si chiese giustamente quando in lontananza vide nuovamente la luce del giorno, quasi come se fosse un faro nella notte più buia. E finalmente sorrise, proprio quando superò la fine di quel intricato percorso. Ben prestò, tuttavia, quella smorfia cosi allegra si tramutò in una sorprendentemente meravigliata. Ciò che vide aveva dell’inverosimile, quasi familiare per certi aspetti giacché gli sembrava esser già stato lì dentro. Difatti ciò che visionò appariva come una replica di uno dei quartieri di Tokyo e quello specialmente, quasi gli ricordava casa anche se nulla era uguale al suo di quartiere. Ma continuava a sentire come una sensazione maledettamente familiare che gli strisciava sulla pelle. Una sensazione che per sua fortuna non l’opprimeva anzi, otteneva l’effetto contrario. Era felice di esser lì dinanzi a quelle costruzioni, alternando lo sguardo prima a donare occhiate al fianco sinistro, poi a quello destro. Fu un edificio in particolare a catturare la sua attenzione; uno che ben riusciva a diversificarsi dagli altri, proprio come Ren con il suo difetto. Questo era un palazzo molto più basso rispetto agli altri e decisamente più tradizionale ma perché era cosi differente? Se lo chiese ancora ed ancora, continuando a notare le nette diversità che vi erano con gli altri palazzi. – Probabilmente è quello l’obiettivo – Quella sua supposizione gli sembrava molto giusta, quasi esatta quanto le parole di Yashimoto-san. Cercò quindi di avvicinarsi ad esso ma la distanza era davvero notevole. Inoltre, non gli bastarono due mani per contare tutto ciò che s’interpose fra di loro.

    - Dev’esserci un'altra strada… -

    Ed infatti vi erano altre due strade che poteva seguire, una diversa dall’altra. La prima che riuscì a cogliere era quella che vedeva l’utilizzo di alcune rampe di scale, pronte a portarlo in lato sui palazzi ove sicuramente avrebbe avuto una vista ben più ampia della zona. La seconda, invece, prevedeva lo scendere delle scale in pietra che però portava verso un altro tunnel oscuro. Probabilmente quest’ultima gli avrebbe permesso di guadagnare tempo e avrebbe favorito l’uso del suo Quirk, ma essere nel buio più totale poteva condurlo ad una posizione sfavorevole visto il suo Handicap. Dunque era ben chiaro ciò che aveva scelto, iniziando successivamente ad incamminarsi verso quelle scale, d’altronde…

    - Il Quirk non è tutto... -

    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 050 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
    Scheda: Ren Matsuda
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    Il ragazzo intraprese quindi le scale, scegliendo il cielo come punto di inizio del suo esame. Nonostante si trattasse di un esame a tempo l'atmosfera era terribilmente silenziosa e tranquilla, fin troppo per un quartiere del genere. Non sempre gli esami erano svolti singolarmente, ma ciò dipendeva molto dal numero di iscritti e dalla compatibilità tra le varie Unicità. Ogni passo fu quindi come uno sparo nel silenzio tombale dell'area, il quale sembrò quasi aumentare una volta salito lì sopra. Kathrine sembrava averlo incoraggiato nonostante quel promemoria che gravava sulle sue capacità e nonostante l'ansia di dover superare a tutti i costi la prova, non ci furono particolari problemi a salire lì sopra.
    Era effettivamente tutto piuttosto calmo e anche se poteva far venire le vertigini, l'altezza gli aveva dato un importante vantaggio. Addentrandosi infatti all'interno dell'area il paesaggio al di sotto continuava ad essere l'affollata via piena dei più disparati oggetti ed ostacoli, come casse, vasi e addirittura le bancarelle stesse che diventavano quasi una fitta rete di vie. Ciò che più avrebbe stupito e probabilmente spaventato il nostro aspirante studente però non sarebbe stata l'assurdità con cui veniva riprodotta la strada, ma proprio chi ci marciava. Inizialmente aveva sentito quasi come se qualcuno stesse camminando con pesanti scarponi ad una distanza e direzione non precisata. Aguzzando le orecchie però a camminare poco sotto di lui c'era di robot che camminava avanti ed indietro in cerca di studenti nuovi da agguantare. Sembrava seguire una traiettoria ben prefissata, quasi come se fosse il nemico di un videogioco in una qualche sezione stealth. Colorato di grigio scuro, il suo corpo allungato e sinuoso lo faceva sembrare un alieno dai movimenti inquietanti pronto a gettarsi al collo di qualche innocente passante. In quel momento Ren stava passando su una specie di ponte di legno che collegava il tetto piano di due palazzi diversi, tutti però circondati da alte grate per evitare che qualcuno potesse cadere. Fece diversi passi i quali erano pericolosamente rumorosi quando a pochi metri c'era un essere artificiale fatto apposta per non farlo arrivare al palazzo tradizionale, al quale mancava all'incirca un isolato. Dopo aver superato il ponte i collegamenti tra gli edifici finivano e le scale scendevano verso il basso, poco lontano dal robot, facendo il giro attorno all'edificio in una situazione piuttosto vulnerabile. E aveva quasi superato completamente quell'area, quando qualcosa cadde da poco sopra la sua testa. Sembrava un mattone completamente bianco, ma era quasi più come se un pezzo di edificio avesse deciso di saltare di sua spontanea volontà dal muro.
    ll pezzo di cemento saltò, cadendo sul terreno accanto al robot. Questo si girò istantaneamente verso la fonte del rumore e, dopo qualche secondo per analizzare la situazione, fece scattare il suo singolo occhio rosso verso l'alto fissando il giovane. La macchina non perse tempo nell'attivare un meccanismo sul suo braccio sinistro, sparando un rampino che si conficcò nel muro a circa 5 metri da Ren. Il corpo principale del robot venne quindi attirato verso il muro quasi come se stesse volando. Ed effettivamente l'altro braccio meccanico sembravano già caricare per sparare un altro proiettile piuttosto voluminoso. Non gli aveva scaricato addosso una pallottola, ma il ragazzo con la cicatrice avrebbe visto questa grande sfera che si divideva in quelle che sembravano un paio di bolas puntate al suo addome per catturarlo. Ren era quindi su una piattaforma di metallo larga 3 metri e lunga 8 alla fine di una rampa di scale, con alla propria sinistra l'edificio e a pochi metri il robot. Per sua fortuna l'altezza aveva costretto la macchina a compiere una traiettoria lenta ed ampia, dandogli tempo di reagire. Quello era il primo ostacolo imposto dalla Yuuei.
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Passiamo dunque al combattimento. Come scritto nel regolamento dovrai ora fare un tentativo di difesa ipotetica e poi provare a contrattaccare come preferisci. Naturalmente il test non è basato sulla sconfitta del robot ma puoi agire come credi farebbe Ren. Spero che la descrizione dell'area sia chiara, in caso di qualsiasi dubbio mandami pure un MP!
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    167

    Status
    Offline
    REN MATSUDA
    cDTWX1A

    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    E quindi cercò di avanzare a passo spedito, chiedendo all'occhio destro un maggior sforzo giacché avrebbe dovuto tenere tutto sotto controllo. Ren sapeva che più lo sfruttava e più la vista avrebbe avuto qualche effetto collaterale nel futuro. Ma d'altronde cos'altro poteva fare? Dunque, con una divampante ambizione, iniziò a salire la rampa di scale che l'avrebbe portato in alto nel cielo, proprio sul tetto dell'edificio. Ogni passo, tuttavia, pareva lento come lo scorrere del tempo, complice anche la grande attenzione che provava ad infondere ad ogni muscolo delle gambe. La sua posizione su quelle scale gli permetteva di poter osservare ciò che realmente era presente sulla dritta strada che portava a quello strano edificio ed una volta giunto sul tetto, avrebbe potuto ammirare la zona con un ancor più maggiore attenzione. Infondo negli anni aveva imparato ad essere molto accorto a tutto ciò che lo circondava, sopravvivendo ad ogni ostacolo che la vita pareva lanciargli contro. Quel giorno però era diverso dagli altri, tant'è che sentiva la differenza nel profondo del suo cuore. Quest'ultimo infatti, sembrava battere nello stesso momento in cui i passi del giovane atterravano sul ferro delle scale, come fosse parte di una triste e malinconica melodia. L'eco di quei battiti andava a trapanare i suoi pensieri, trapassandoli da parte a parte e rendendoli come polvere al vento. Sospirò appena il giovane Matsuda, forse anche per non profanare quel silenzio tombale che regnava sovrano in quell'ambiente che era simile a quello di un cimitero. Anzi, probabilmente vi era più caos nella casa dei morti che in quel campo creato per testare le abilità degli Aspiranti Eroi. Riuscì però a rallegrarsi per un singolo e preciso istante, poiché poté capire la reale distribuzione dei tanti oggetti posti come ostacolo in strada che iniziava a farsi sempre più distante.

    - Avrei perso sicuramente più tempo ma tutti quei ripari… forse… chissà -

    Osò pensare, proprio mentre sporse appena il capo giusto per ricontrollare la zona sottostante. Un idea gli balenò nella mente, un pensiero che tanto sbagliato non gli pareva essere. La strada che abbandonò, quella che puntava dritto al palazzo tradizionale, era si pregna di ostacoli ma gli stessi avrebbero potuto funzionare come ripari per un qualche agguato o attacco da parte di nemici. Però il Matsuda non era un ragazzo che si tirava indietro ma che puntava sempre dritto all'obiettivo. Ragion per cui, facendo spallucce e lasciando che quei dubbi scappassero via attraverso i suoi profondi respiri, impuntò la sua determinazione in quella salita, mandando in disaccordo il tonfo dei suoi passi ed il battito del suo cuore. L'ormai triste melodia divenne una canzone pregna di note stonate, come se fosse un pianoforte con una corda conciata male. Un terzo elemento tuttavia, sembrava volersi aggiungere a quella sua canzone.

    - Quello… quello è un robot?! -

    Tentò con tutte le sue forze di trattenere lo stupore, cosi come il tono di voce che improvvisamente gli si strozzò in gola. Non era ancora arrivato in cima al palazzo ma poté chiaramente intravedere una sagoma scura andare avanti ed indietro lungo quella strada. E con un occhiata di maggior intensità, riuscì perfettamente ad identificarla. Era per davvero un robot e questo lo costrinse ad arrestare ogni singolo movimento, indietreggiando e spingendosi verso il muro dell'edificio, allontanandosi quindi dal bordo delle scale. Non imprecò, non proferì alcuna parola e non mosse un muscolo. Ebbe come un black out che lo costrinse a spegnersi per circa dieci secondi, tempo che spese per ripensare a quella situazione. Dopo che ottenne nuovamente il controllo del suo corpo ritornò sui suoi passi, abbassando il busto sperando di non esser notato. L'avanzata riprese e finalmente riuscì ad arrivare sul tetto.

    - E adesso? - Cercò qualche indizio che potesse aiutarlo ruotando il capo da sinistra verso destra e poi viceversa, riuscendo a trovare solamente una lunga tavola di legno che collegava quel palazzo ad un altro adiacente - Sembra l'unica opzione... - Ed infatti si mosse in quella direzione ma un pezzo di muro dell'edificio cadde rovinosamente sulla strada sottostante, forse proprio perché aveva cercato di accelerare il passo o perché era troppo sicuro delle sue possibilità. Ciò che importava fu che il robot smise di fare la sua classica andatura, puntando lo sguardo verso l'esaminando che in quel momento era riuscito ad aggravare la sua situazione. Fu in quel momento che imprecò, proprio mentre quell'ammasso di circuiti sparò un rampino contro la parete dell'edificio, arrivando a circa cinque metri dalla di lui figura. Quel mostro sembrò voler adempiere all'obiettivo che gli era stato imposto, privando al Matsuda la possibilità di continuare l'avanzata. Quest'ultimo dovette difendersi da un paio di bolas lanciategli contro, precisamente all'altezza del petto. Il giovane però sapeva da cosa era circondato e senza pensarci ulteriormente, ruotò il bacino e le gambe verso la sua destra, piegando i suoi arti inferiori di qualche grado in modo da facilitare lo slancio che avrebbe provato ad attuare in difesa di quell'attacco. I piedi, ben ancorati al suolo, avrebbero dovuto dare maggior spinta a quel tentativo disperato. Glutei, addome e gambe lavorarono all'unisono, coordinati dal cervello del giovane che senza ripensamenti mandò precisi comandi. L'obiettivo era quello di saltare a mo' di pesce verso il terreno alla sua destra, provando ad allontanarsi da quelle corde che certamente sarebbero state un problema per la sua prova. Cercò di saltare il più lontano possibile, per poi rialzarsi e contrattaccare contro quel mostro. La scelta di uno scontro diretto non sembrava essere molto saggia, ragion per cui optò per una tecnica presente nel suo repertorio: l'Inferno in Terra. Ed infatti, poggiando entrambe le mani al suolo, permise alla sua Unicità di sfogarsi liberamente. Quella tecnica era macabra come il nome che la identificava, giacché provava a trasformare il terreno presente sotto i piedi del nemico in uno stato decisamente più fangoso, il quale avrebbe tentato di risucchiarlo nelle sue grinfie fino a farlo sprofondare fino a metà corpo. Ciò che voleva era guadagnare tempo, in modo tale da poter lasciare lì il suo avversario e riprendere poi l'avanzata.

    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 040 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
    Scheda: Ren Matsuda


    地獄の地上 — L'Inferno in Terra [Livello 1] [Costo PE — 10]
    Breath of the Earth è un quirk che apre le porte a tante strade ed il suo unico limite, sembra essere l'immaginazione del suo utilizzatore. Quest'ultimo, tramite un diabolico controllo del terreno, fa si che quello presente sotto i piedi dell'avversario cambi totalmente consistenza, passando da uno stato solido ad uno decisamente più liquido, diciamo più fangoso. L'avversario, una volta finito preda di questa tecnica, si vedrà lentamente risucchiato da una specie di enorme pozzanghera, come se si trovasse all'interno di una palude, finendo per ritrovarsi bloccato dalla vita in giù.

    Tipo Tecnica: Di Blocco.
    Effetto: Avversario bloccato dalla vita in giù se il valore Quirk dell'utilizzatore è maggiore rispetto al valore di Forza dell'avversario.


    Mi sono accorto che nel codice dello schemino non c'è spazio per mettere la tecnica usata quindi l'ho messa nello spoiler sopra, spero vada bene, nel caso fammi sapere come fare ^^. Non so se la suddetta tecnica possa essere usata nel turno di Difesa e Contrattacco, quindi ho voluto tentare. Che Dio me la mandi buona :asd:
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    Come già gli aveva detto Kathrine, il Quirk non era tutto. Quei robot forse non erano i più loquaci avversari che potesse desiderare per cominciare la propria carriera in grande o per farsi riconoscere da compagni di classe più grandi, sempre gli importasse di queste cose. Gli automi erano stati una grande svolta per la Yuuei, provvedendo a creare esami più sicuri e veloci senza dover mettere a rischio gli studenti. Anche se quest'ultimi erano ancora impiegati per certe simulazioni, anche se spesso si trattava di progetti congiunti con gli insegnanti, i robot di LIVE INC erano decisamente superiori per intelligenza e spirito di adattamento rispetto ai loro predecessori. Forse un giorno avrebbero potuto gestire completamente da soli un esame, ma ancora oggi gli occhi attenti degli esaminatori monitoravano le loro azioni per evitare spiacevoli incidenti.
    Le bolas fecero fischiare l'aria poco sopra la testa di Ren, mancandolo per un soffio. Nonostante il fisico gracile quella manovra disperata era stata eseguita con abbastanza anticipo da permettergli di schivare il proiettile che avrebbe sicuramente portato alla fine del suo esame. Erano armi non letali, ma in queste situazioni di pericolo nella maggior parte dei casi non c'era la possibilità di schivare una seconda volta se l'avversario non aveva motivi per tenerti vivo. E in quella situazione il robot era un nemico che non aveva alcuna ragione per farlo. Il suo atterraggio fu decisamente meno aggraziato del volo che lo fece assomigliare effettivamente ad un pesce rondine per un secondo di gloria, ma a parte un po' di dolore per il colpo sul braccio sinistro contro il corrimano di metallo non si fece molto male. Fu abbastanza veloce da poter utilizzare immediatamente la sua Unicità, in modo da intrappolare l'avversario e proseguire nel suo percorso. L'oggetto sul quale però si trovava non era però predisposto per utilizzare la sua Unicità e la lunga piattaforma di metallo non rispondeva al potere che gli era stato donato. Forse per la fretta si era dimenticato questo dettaglio e ciò lo aveva messo alle strette, ma perlomeno non si era sforzato inutilmente non riuscendo a connettere le mani al luogo dove si trovava.
    Non riuscirai a raggiungere il palazzo imperiale. Arrenditi. - Questa volta il robot mostrò un minimo di personalità dietro quella voce decisamente meccanica. Era difficile capire se fosse una battuta registrata per l'occasione o se si trattasse di una semplice applicazione text-to-speech, ma in ogni caso sembrò tentare di veicolare l'idea di un semplice scagnozzo qualsiasi. Il braccio sinistro del robot si trasformò nuovamente in pochi secondi, dandogli una finestra temporale dove agire. Il procedimento non era istantaneo ma Ren avrebbe visto una specie di grossa tenaglia sostituire il vuoto lasciato dalla canna. L'automa avrebbe percorso quei pochi metri di distanza tra loro in poco tempo, tentando di afferrarlo all'altezza del petto per bloccarlo un'ulteriore volta. Il test della Yuuei non era un passeggiata, ma quel nemico sembrava piuttosto persistente.
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Ciao! Andava benissimo come hai messo la tecnica in spoiler e potevi benissimo usarla anche in contrattacco - alla fine anche immobilizzare l'avversario è un'azione utile per il combattimento.
    Ho un piccolo chiarimento da fare e perdonami se nel post precedente non è stato chiaro, ma in questo momento Ren si trova su una scala d'emergenza in metallo attorno ad un edificio, una cosa del genere ma con le piattaforme naturalmente più lunghe. Il robot ha infatti usato il rampino per salire e pararsi di fronte a te. La schivata andava bene ma la tua Unicità non funziona con gli oggetti in metallo, ma sei libero di usarlo sul palazzo accanto. Per questo motivo puoi riprenderti l'energia spesa lo scorso round, poiché non hai proprio applicato il tuo Quirk.
    Ora puoi riprovare con una difesa-contrattacco e cercare di liberarti del robot. Spero di averti aiutato e per ogni dubbio mandami un MP!
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    167

    Status
    Offline
    REN MATSUDA
    cDTWX1A

    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    Ritrovarsi ad allenarsi contro un robot probabilmente non era affatto inusuale per la maggior parte degli studenti della Yuuei e ciò fu chiaro anche agli occhi del giovane Matsuda. Un semplice ammasso di ferraglia, semplici pezzi di alluminio incastonati fra loro, combinati con chissà quale altro elemento e architettati da chissà quale mente. Inusuale certo ma non per colui che da sempre li aveva visti attraverso i suoi videogames preferiti oppure immaginari attraverso le parole di un libro. Creazioni affascinanti ma al tempo stesso spaventose. Alcune volte li ha perfino incontrato nei suoi sogni, ove era solito stringere amicizie con quegli ammassi di ferraglia poiché ha sempre rispettato quel mondo. Un mondo che adesso è realmente a pochi passi dal suo naso, cui è costretto a combattere per mero trionfo egoistico e per farlo, sa che deve impiegare tutte le forze che ha in corpo, abbattendo quello sguardo romantico che è intriso nel suo occhio e facendo scomparire quel sorriso beffardo e pulcinellesco. E cosi fece quando...

    « Diamine.. »

    ...Un imprecazione gli uscì dalla bocca, veloce come un fulmine e tagliente come una lama di vento. Schioccò la lingua quando avvenne il contatto tra il metallo della scala ed i suoi polpastrelli. Era palesemente nervoso, giacché il suo Quirk non fu capace di attivarsi risultando anonimo come un singolo granello di polvere nel Deserto infinito. Una fiamma che ha perso la capacità di bruciare le cose. Un lampo che non viene seguito da un boato prepotente. Un eroe che non riesce ad attivare il suo Quirk, sembra l'inizio di una barzelletta. E forse l'intero suo esame è una barzelletta che probabilmente non farà ridere nessuno e che ne guadagnerà solamente fischi e pernacchie. Infine, il robot proferì.

    « Arrendermi.. »

    E quel singolo tono di voce emanato dal ammasso di ferraglia, riuscì a spezzare la catena che teneva ancorato i sentimenti che provava verso quel mondo robotico. Molte volte, quando leggeva alcuni libri che raccontavano storie su questi esseri, aveva immaginato quale voce potessero avere e quale fosse il loro atteggiamento. Tutto venne a frantumarsi quando l'essere che aveva dinanzi esclamò quelle semplici ma fredde parole. Purtroppo era quello il mondo reale ed il giovane Matsuda proprio non sembrava capirlo e proprio per questo parve ringhiare come un leone inferocito.

    « E' da una vita che combatto. L'ho sempre fatto e continuerò a farlo. Non sei il primo ostacolo che affronto e non sarai l'ultimo ma voglio diventare un Eroe con tutto me stesso e nessuno potrà fermarmi! »

    Le belle parole non l'avrebbero certamente aiutato ma servivano a stimolare la sue mente che nello stesso istante provò a fargli rivedere ogni singolo istante di vita ostile nei suoi confronti. Tutti coloro che l'ostacolarono, indistintamente, si presentarono improvvisamente al suo cospetto, quasi accompagnando quel mostro di robot che senza indugiare oltre iniziò a trasformare il suo braccio sinistro. Era chiaro che stava architettando qualcosa di sinistro, magari un altro colpo di bolas poté pensare il giovane Matsuda. Quest'ultimo riassettò i nuvolosi pensieri che aveva in testa, scattando proprio verso il muro del palazzo e fermandosi nei suoi pressi, distendendo poi il braccio più vicino. Non sapeva esattamente cosa aspettarsi ma sapeva che adesso la fiamma del suo Quirk bruciava più che mai. Dovette attendere qualche secondo per poi ammirare l'offensiva scagliata nei suoi confronti. L'essere che aveva dinanzi scattò contro la sua figura, puntando con una grande tenaglia - dove prima vi era un normale braccio - al centro del suo petto. Di tutta risposta e con tutta l'aggressività che aveva in corpo, il giovane Matsuda cercò di manipolare parte del palazzo cui aveva stretto contatto, provando infine a creare uno scudo intorno alla sua figura che avrebbe dovuto difenderlo da ogni lato, giacché doveva essere una protezione a trecento sessanta gradi.

    « E adesso... prendi questo! »

    E sfruttando ancora una volta l'Unicità intrisa nella sua anima, diede ancora ordine a quel palazzo di scagliare diverse lance appuntite, indirizzandole proprio verso il robot. Da quella distanza sarebbe stato quasi impossibile poter evitare l'attacco, giacché improvviso e felino. Nello sguardo del giovane era facile intravedere decisione ed ambizione, le stesse che scorrevano lungo quelle lance che con fare minaccioso avrebbero dovuto infilzare il nemico, sperando di ridurlo ad un colabrodo.

    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 020 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
    Scheda: Ren Matsuda


    - Tecniche Usate:
    アースバリア — Barriera Terrestre [Livello 1] [Costo PE — 15]
    Tecnica puramente difensiva, utilizzabile previo contatto tra la terra e i propri arti superiori. Grazie ad essa Ren può manifestare il proprio Quirk manipolando, o semplicemente creando, la terra presente sotti i suoi piedi, dando libero sfogo alle sue idee. Essa permette la creazione di un muro fatto dal materiale scelto da lui stesso, rientrante ovviamente nelle sue capacità. Questo muro s'alzerà tutt'intorno ad esso, avvolgendolo come fosse un bozzolo e risultando cosi una difesa a 360° in grado di resistere a gran parte degli attacchi.

    Tipo Tecnica: Difensiva.
    Resistenza: Danni Lievi.

    地球の槍 — Lance di Terra [Livello 1] [Costo PE — 15]
    Tecnica offensiva nata dalla mente del giovane Ren. Essa, sempre previo contatto con il terreno, permette la creazione di diverse lance fatte, per l'appunto, dello stesso materiale. Esse possono essere sia indirizzate per linea retta verso l'obiettivo, sia generate attorno alla sua figura, cosi da coglierlo di sorpresa. Inoltre possono, sempre seguendo le volontà del giovane, staccarsi dal terreno e venir, letteralmente, sparate contro il nemico.

    Tipo Tecnica: A Distanza.
    Raggio: 2 Metri.
    Danno: Lievi.
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    I robot di LIVE INC avevano di recente messo in dubbio sia le precedenti dichiarazioni della compagnia sia il ruolo dell'eroe. La premessa dell'azienda sembrava quella di non interferire con i lavori che solo gli esseri umani potevano compiere ma ultimamente con la scusa dell'emergenza causata dal Culto tutti si erano dimenticati di quei valori. Ren non lo poteva sapere, ma prima i robot erano solo degli ostacoli fissi ed ingombranti che non riuscivano a fornire un esatto valore alle capacità di ciascun individuo. Pensare in piccolo era decisamente più difficile che costruire enormi robot, considerati tutti gli intricati sistemi che li componevano. Eppure Mieko Sasaki era riuscita persino a fornire loro quello che sembrava quasi una personalità, cosa che aveva fatto discutere molto dopo un esame della licenza dove gli avversari sembravano quasi pensare come degli esseri umani. Quelle erano però inezie in confronto a quanto aveva rivoluzionato e velocizzato il sistema di esami e, con tutta probabilità, l'intero futuro della robotico e del mondo dei Pro-Hero.
    Negativo. Le tue possibilità si avvicinano allo zero. - Le ultime parole dell'automa furono queste, mentre la grossa tenaglia si infrangeva contro lo scudo di cemento di Ren. Aveva ragionato in fretta per rispondere a ciò che il giovane aveva detto con tanto coraggio, discorsi che per una macchina erano inutili e superflui. Ma si era stranamente preso la briga di rispondere, considerato che ogni suo movimento era il risultato di un programma per imitare altri esseri viventi. Forse fu questa sua disattenzione a segnare la fine della sua breve carriera. Le parole del ragazzo lo fecero entrare in allerta e mentre la parata lo aveva disorientato per un secondo, non ebbe il tempo necessario per una manovra difensiva corretta. Piegò le gambe meccaniche e cercò di saltare via da quella situazione per trovare un qualche punto debole dall'alto dello scudo di Ren, ma ciò lo espose soltanto alla serie di lance generate dal palazzo. Con un suono brusco e senza alcun punto particolare del robot in mente, il robot venne attraversato dal materiale duro distruggendo diversi sistemi di movimento e rendendolo incapace di muoversi. Nonostante l'aspetto spaventoso, non sembravano particolarmente resistenti. La macchina fece i suoi ultimi movimenti prima di spegnersi e venire lasciata al suolo inerme.
    Non era stato particolarmente facile eliminare un singolo avversario, considerato che sembravano abbastanza furbi da poter decidere una strategia con velocità fulminea. La fortuna di Ren era stata quella di non essere in presenza di altri nemici, considerato che aveva causato un grande trambusto con quel veloce combattimento. Era quindi libero di proseguire lungo la strada ora libera da ostacoli, naturalmente facendo attenzione. Doveva comunque fare i conti con l'utilizzo così irruento della sua Unicità, effetti che variavano da individuo. Scese le scale in metallo si trovò nuovamente circondato da edifici ora che era tornato a terra, i quali formavano un passaggio obbligato che lo costringeva a proseguire dritto in avanti o tornare indietro da dove era venuto. Andando avanti ci vollero pochi metri per farlo spuntare in quella che sembrava una piazza ben più libera di quella che aveva trovato inizialmente. C'era sì qualche tavolo qui e là, ma erano sistemati più come tavoli normali che come impedimenti per camminare. A mostrarsi superbo di fronte a lui fu il palazzo imperiale menzionato in precedenza dal robot, una fedele riproduzione delle maestose architetture giapponesi seppur ridotta. Il lucido legno rosso brillava al sole e nonostante i piani mancanti troneggiava comunque sulle altre barbose costruzioni. Era stato sicuramente trattato con un certo occhio di riguardo rispetto al resto della simulazione, probabilmente a causa della sua centralità all'interno della prova. Quella pace eterea donata dall'ambiente artificiale però sembrava essere disturbata da una grande commozione proprio di fronte all'entrata. C'era una vera e propria battaglia in quel momento tra una ragazza dai capelli arancione brillante e un trio di robot che sembrava in vena di tempestarla di proiettili. Due di questi erano appostati sul balconcino del primo piano mentre un altro era all'entrata. Delle grosse colonne di materiale sembravano proteggerla e lei era lì bloccata quasi come una trincea, impedendo a chiunque di uscire dal palazzo ma anche di entrare. Fu la sconosciuta a notare Ren per primo, quando uno degli automi sembrò individuarlo e modificando la traiettoria della mitraglietta verso di lui, azione sventata facilmente dalla ragazza che con uno schiocco di dia alzò leggermente la colonna.
    Oi! Levati da lì se non vuoi finire come uno scolapasta! - Urlò quella, invitandolo a coprirsi dietro quel muro generato da lei stessa prima di essere colpito da altri proiettili. Se Ren si fosse avvicinato rapidamente, erano pochi metri di distanza dopotutto, quella che sembrava un'attrice in quella scena avrebbe fatto apparire un'espressione tesa sul suo volto.
    Tutto bene? Mi stavo facendo i fatti miei quando questi cosi mi hanno attaccato. Vorrei entrare all'interno del palazzo, c'è una mia amica in cima e vorrei salvarla. Il problema sono quei robottoni. - Puntò il viso verso l'alto, nonostante non fosse particolarmente efficace le macchine cercavano di sfondare la difesa della ragazza dai capelli arancioni picchiando i loro timpani coi proiettili di gomma.
    A te conviene andartene da qui, a meno che tu non abbia qualche idea per aiutarmi. Sempre tu sia un eroe, chiaro. - Aki, così si chiamava la ragazza in questione, era una studentessa del terzo anno un po' indietro con gli studi. E per quanto odiasse quell'attività extra, considerato che la maggior parte del tempo i robot erano abbastanza funzionali da cavarsela da soli, doveva recuperare un po' i voti in Quirk se voleva finalmente fare l'esame finale, anche se questo significava recitare numerose parti una volta alla settimana. E per quanto fosse diventata decisamente più brava come attrice, si chiedeva se il ragazzo avrebbe preso la scelta giusta in quel caso con lei.
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Perdonami per il ritardo nella risposta innanzitutto :zizi:. Puoi interagire come meglio credi con Aki, considerato che siete a pochi metri dall'entrata del palazzo dietro la barricata. Ricordati che è una simulazione e decidi secondo questa informazione come comportarti con il PNG.
    Per qualsiasi dubbio, mandami un MP!
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    167

    Status
    Offline
    REN MATSUDA
    cDTWX1A

    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    Davide contro Golia. Un robot contro un semplice mingherlino sfigurato. Ciò nonostante, a volte può capitare di tutto e la storia sembra volersi ripetersi. Cosi fu anche questa volta ed il tutto avvenne troppo velocemente. Il robot riuscì ad avanzare ma la barriera creata appositamente per il suo attacco ottenne l’effetto desiderato. La tenaglia infatti impattò contro lo scudo di cemento, generando un tenero boato che andò a riecheggiare nell’etere e che segnò difatti la fine per “Golia”. Forse nemmeno riuscì ad accorgersi degli spuntoni che trafissero il suo corpo e chissà qual è stato il suo ultimo pensiero prima di spegnersi del tutto. Ren Natsume dunque, vinse quello scontro ma per circa dieci secondi rimase immobile a guardare il corpo del suo avversario. Il suo cuore batteva all’impazzata, quasi come se gli volesse uscire dal petto e scappare via da quella simulazione ma era il cervello a tenerlo lì ancorato, conscio di quello che ancora doveva essere fatto. Sapeva perfettamente anche altre cose ma pareva superfluo far tutto presente al povero Matsuda che in quei dieci secondi tremò come un gattino abbandonato per le strade nei giorni più freddi dell’anno. Non emise una singola parola ma alcune andavano a ripetersi in continuazione nella sua testa, colpa di quello stupido ammasso di ferraglia. Provò a controllare il suo respiro e a gestire l’adrenalina che scorreva a fiumi nel suo corpo, il quale diveniva sempre più pesante, colpa dell’energia spesa per quello stupido scontro. Già perché era di questo che si trattava, un idea che picchiettava nella sua testa come un tarlo. Aveva dato fondo alle sue energie più del dovuto e forse, quel dannato robot, era riuscito ad ottenere ciò che voleva.

    - Zero… -

    Sospirò per l’ennesima volta, ruotando il capo verso l’edificio che più stonava in quell’ambiente, ancora lontano ma più vicino rispetto all’inizio della prova. Non indugiò oltre, giacché di tempo n’era passato tanto ed ogni secondo in più che passava la sua prova si complicava ulteriormente. Corse quindi per la rampa di scale, saltando gli ultimi gradini che mancavano. Avanzò poi dritto verso l’obiettivo con la testa che era bersagliata dai dubbi e dalle incertezze, le stesse che quasi avevano condannato la sua vita giacché non riuscì ad accorgersi di essere arrivato in un altro campo di battaglia. Sussultò appena quando udì una voce strillante si fece strada tra i suoi pensieri, come se fosse uno scavatore di miniera. Alzò lo sguardo e poté vedere meglio ciò che stava succedendo, muovendosi poi alla meglio maniera e nel tempo più rapido possibile. Provò a scattare verso una sorta di riparo creato sul momento, qualcosa che sfuggiva alla sua mente ma sul momento non importava più di tanto.

    « Gr... grazie »

    Sentenziò verso la di lei figura, appoggiando poi la schiena a quel costrutto che, con assoluta certezza, doveva essere stato creato attraverso qualche particolare Unicità. Dunque era probabile che la ragazza fosse presente anche lei per il test d’ammissione alla Yuuei ma perché non era stato informato della sua partecipazione? Oppure era già una studente della prestigiosa accademia? Ren continuava a bersagliare la sua mente proprio come quei robot fecero con loro, ritornando poi con i piedi per terra e analizzando tutto ciò che lo circondava. La situazione era diventata decisamente particolare e molto caotica. Tre robot, due appostati sul balconcino del primo piano e l’altro all’entrata dell’edificio, bloccavano la loro avanzata e gli impedivano qualsiasi tentativo di avvicinamento. Donò uno sguardo anche a ciò che gli stava attorno, come ad esempio alcuni tavoli ed altri ostacoli che poteva usare come scudo; oppure qualche altra cosa che gli donasse ulteriore ispirazione.

    « Perché continuate tutti a dirmi che dovrei andarmene? »

    Fece scattare la sua foga attraverso quelle singole parole, sbuffando e facendo schioccare la lingua sotto al palato. Sapeva perfettamente che l’esito della sua prova aveva preso una brutta piega ma nonostante tutto era ancora in corsa e non si sarebbe mai tirato indietro. Non era un Eroe e forse non lo diventerà in quell’occasione ma la tenacia che possedeva quel ragazzo era davvero incredibile.

    « Alcune idee le avrei ma purtroppo sento che sono a corto d’energie, quindi sono piuttosto limitato e non so se ci sono altri robot nell’edificio. Qualche supposizione? »

    Le diede il tempo di rispondere, sempre che ella sapesse qualcosa al riguardo, poi ritornò a sentenziare.

    « Potrei provare ad attaccare quelli appostati al balcone ma dovrei capire se effettivamente posso utilizzare la mia Unicità. A tal proposito, sai qualcosa riguardo il materiale di cui è fatto quell’edificio? E cos’altro puoi creare con la tua Unicità? »


    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 020 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
    Scheda: Ren Matsuda
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    Aki non era particolarmente pronta a quelle domande dette quasi con rammarico del ragazzino che aveva davanti. Generalmente gli aspiranti studenti si dividevano in quelli fin troppo entusiasti, i quali finivano spesso per farsi male e fallire la prova per eccessiva foga, e quelli che soffrivano di ciò che veniva chiamata in alcuni campi come "paralisi dell'analisi". Dopotutto quelle erano situazioni realistiche ma che erano sempre pensate con una certa logica, un rigore per i dettagli ed una mano esterna che guidava il tutto. I veri incidenti dimostravano a volte solo quanto il caso e la vita potessero essere folli se erano persino più ridicoli delle prove congegnate dalla Yuuei per valutare gli studenti. E allo stesso modo la ragazza dai capelli arancio non sapeva se quello che aveva avanti si fosse genuinamente scoraggiato per le parole che gli erano state rivolte da questo o quell'altro elemento artificiale. Le pareva piuttosto ridicolo e forse segno che non fosse particolarmente pronto a far parte delle classi dell'accademia per eroi. Ma questo non era compito suo giudicarlo: alla fine lei e Hideaki servivano solo per essere gli occasionali avversari o alleati dei test e venivano interpellati solo quando c'era qualche dubbio tra gli esaminatori.
    Uh... Su dai, non fare così. Se sei qui immagino tu sia autorizzato. - Ci provò tanto a non sembrare a disagio con Ren, anche perché quella cicatrice la inquietava un po'. E se fosse stato un figlio di un qualche Yakuza e lei era stata sgarbata con la persona sbagliata? Sperava di poter morire con almeno il diploma della Yuuei in mano. O beh, da quel che le sembrava si era ripreso abbastanza in fretta e ora le stava chiedendo cose riguardanti l'ostacolo del palazzo. Ottimo, almeno per la sua pelle.
    Dai robot che ho visto appostati all'esterno, immagino abbiano qualcuno di estremamente forte in cima per evitare che l'ostaggio scappi. Ma la maggior parte sono concentrati attorno a questa piazza. - Puntò lo sguardo verso l'alto con fare pensieroso, ben consapevole di cosa attendeva Ren alla fine di quella torre. Non che fosse da solo per fortuna. Il mio potere è muovere materiali artificiali come se fossero delle colonne. Facendole scorrere posso creare dei pilastri ma anche delle buche, se ho lo spazio. Cemento o qualcosa del genere comunque, credo. - Terminò rispondendo alla domanda iniziale del ragazzo, per poi guardare nuovamente sopra di sé e poi di fronte, dove le colonne la proteggevano dai proiettili finti. Anche se lei non doveva lavorare troppo per aiutarli, nulla le vietava di provare ad affidarsi a lui.
    Se puoi veramente occuparti di quelli in alto, posso provare a sistemare quello all'entrata. Posso anche distruggerlo con un colpo solo, ma gli altri due mi colpirebbero all'istante se levassi questa colonna. - Appoggiò la mano sopra al frutto della sua Unicità, per poi guardarlo con un po' di fiducia negli occhi ambrati. Forse i loro poteri simili (di cui era stata informata prima dell'inizio della prova) le faceva provare un po' di empatia nei suoi confronti. Non erano i Quirk più forti di Tokyo e probabilmente non rientravano nemmeno nella top cinquanta. Ma sapeva che con un minimo di dedizione si potevano superare numerosi ostacoli, soprattutto per lui che era appena entrato in quel mondo di poteri sempre più complicati.
    Se sei convinto, possiamo andare. Sono Aki, comunque. - La ragazza, se Ren avesse deciso di continuare lungo quella direzione, avrebbe ascoltato il ragazzo per provare a seguire al meglio possibile un possibile piano. Dopotutto, lei non aveva nulla de perdere nel seguirlo.
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Come scritto nel post, proponi ciò che ti sembra ideale ad Aki e lei cercherà di aiutarti nel realizzarlo nel limite delle sue possibilità :zizi:.
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Outlaws
    Posts
    167

    Status
    Offline
    REN MATSUDA
    cDTWX1A

    Narrato | « Parlato » | - Pensato - | « Parlato Altrui »



    Ancora nascosto dietro l'imponente colonna, coperto da continui pensieri altalenanti, il giovane Ren cercava invano di uscire da quella situazione. Lentamente andava a riprendere il controllo del suo respiro, spingendolo verso il suo normale corso. Intanto, a frapporsi nei suoi pensieri vi era il suono nato dall'impatto tra i proiettili sparati dai robot e la colonna difensiva creata dalla ragazza dal crine arancio, che quasi sembrava seguire ritmicamente lo scoccare dei secondi. Ogni colpo sembrava tuonare nella sua piccola testa, preoccupandolo e non poco. Fu talmente preoccupato che non riuscì perfettamente a trasmettere la sua gratitudine per l'aiuto ricevuto, eppure sapeva che senza l'intervento di quella ragazza, avrebbe certamente fallito l'esame. Purtroppo quella sensazione continuò a seguirlo come un ombra, giacché l'energia gli scivolò via dal corpo qualche attimo prima, proprio a causa di un simpatico robot. Rimuginare sui fatti accaduti era inutile, doveva solamente vivere il presente. Quindi si strinse alla colonna con tutta la forza che aveva in corpo, permettendo a quella fioca voce di attraversare il muro triste di pensieri che minacciava la sua mente.

    - Pensa Ren, pensa! -

    Borbottò appena, provando a focalizzarsi su ogni parola che la ragazza proferiva. A quanto pare quei tre robot non erano l'ultimo problema da affrontare e questo ebbe lo stesso effetto di una lama al cuore. Improvvisamente sentì un vuoto dentro, come se il suo cuore si fosse fermato. Non sapeva più come agire né tantomeno cosa architettare. Doveva dar sfoggio della sua ultima carica d'energia oppure risparmiare le forze per il nemico finale? Ma come avrebbe potuto abbattere quei nemici senza far uso del suo Quirk? Tante erano le domande che lo affliggevano e dovette, infine, chiedersi se fosse veramente pronto per diventare un Eroe. Forse le parole del primo robot erano vere. Forse non era il suo Destino provare a superare Endeavor, il suo Eroe preferito. Forse doveva svegliarsi da quel perenne sonno e affrontare la vita vera, rimboccarsi quindi le maniche e seguire la via umile che da sempre ha guidato la sua famiglia. Gli occhi gli si illuminarono e non perché ebbe un idea all'ultimo secondo ma proprio perché gli sembrava vicino il suo fallimento. Il difficile era tornare dalla sua amata sorella e dirle tutta la verità, raccontarle che suo fratello non diventerà mai un Eroe e sperare che almeno i suoi sogni non vadano in frantumi. Singhiozzò quindi, cercando di trattenersi tutto dentro e scuotendo poi il capo. Riprese ad ascoltare la ragazza, senza intromettersi nel suo discorso. Ella infine si presentò rivelando il suo nome, Aki.

    « Io sono Ren, piacere di conoscerti! »

    Fece un piccolo inchino, stando accorto a non esporre il capo. Successivamente allungò l'occhio buono verso la sporgenza della colonna che lo difendeva, provando a dare un ultima occhiata a ciò che aveva dinanzi. Il potere di Aki era davvero particolare e quasi sembrava sposarsi perfettamente con quello di Ren, che un attimo dopo rivolse nuovamente l'attenzione alla ragazza.

    « Il tuo Quirk sembra davvero l'anima gemella del mio. Riusciresti a creare delle colonne che formino delle scale? » Prese un attimo di pausa, giusto per dare il tempo ad ella di rispondere « Ti spiego meglio. Il mio Quirk mi permette di manipolare la Terra e tutti i suoi composti "terrosi", come ad esempio il Cemento. Se tu riuscissi a crearmi una rampa di scale che mi porti vicino ai due sul balcone ma un po' più in alto, io potrei creare delle lance fatte con il materiale delle tue colonne e spararle contro di loro. Ovviamente le "scale" dovrebbero essere larghe ed alte quanto basta per riuscire a non subire nessun colpo da parte dei robot »

    Attese l'evolversi della discussione e avrebbe giocato la sua mossa solamente quando tutto sarebbe stato organizzato nei minimi dettagli. Dunque ruotò il corpo verso il suo fianco sinistro, cercando di tenere i bersagli dalla parte dell'occhio buono. Puntò poi i piedi al terreno e abbassò leggermente il busto, uscendo infine dal riparo correndo fino a raggiungere le rampe di "scale" create appositamente da Aki. Avrebbe cercato di prestare attenzione in quella fase, giacché sapeva contro cosa andava incontro e se tutto fosse andato come previsto, avrebbe provato a saltare su ogni scalino creato e percorso la distanza che lo separava dai robot posti sul balcone, sperando che nessuno di loro riuscisse a raggiungerlo con lo stesso modus operandi del precedente robot. Una volta giunto in prossimità dei nemici, avrebbe fatto si che le sue leve superiori cozzassero contro le colonne create da Aki, infondendo in esse il suo Quirk. Quindi provò a manipolarle, creando diverse lance fatte dello stesso materiale e sparandole letteralmente verso le loro figure. A quel punto era tutto nelle mani di Aki.


    | Pro-Hero | #Livello 1 | 15 Anni | © |
    Energia: 005 | Forza: 007 | Quirk: 010 | Agilità: 008
    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
    Scheda: Ren Matsuda


    Tecniche Utilizzate:
    地球の槍 — Lance di Terra [Livello 1] [Costo PE — 15]
    Tecnica offensiva nata dalla mente del giovane Ren. Essa, sempre previo contatto con il terreno, permette la creazione di diverse lance fatte, per l'appunto, dello stesso materiale. Esse possono essere sia indirizzate per linea retta verso l'obiettivo, sia generate attorno alla sua figura, cosi da coglierlo di sorpresa. Inoltre possono, sempre seguendo le volontà del giovane, staccarsi dal terreno e venir, letteralmente, sparate contro il nemico.

    Tipo Tecnica: A Distanza.
    Raggio: 2 Metri.
    Danno: Lievi.


    I'm back! Scusa del ritardo, da oggi sarà tutto normale e scusa anche il post penoso ma non volevo fare altri ritardi. Se non si fosse capito la costruzione che ho spiegato ad Aki mi puoi contattare su Mp. E che Dio me la mandi buona
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Sugar-fueled machine

    Group
    Administrator
    Posts
    3,071

    Status
    Offline
    La ragazza dai capelli arancio si chiese se fosse il caso di intervenire, come quando si vede un'amica trattenere le lacrime per chiederle come si sentisse. Perché ovviamente non poteva consolarlo in quel momento se non per quelle poche parole che da attrice forniva a tutti coloro che venivano esaminati. Non le piaceva influenzare le prove od altro in quel modo e semplicemente rimase in silenzio ad osservare la crisi del ragazzo. Si fece mille problemi in testa nonostante non fosse una cosa così rara vedere i ragazzini entrare nel panico, soprattutto i più giovani. La studentessa però sorrise quando lo vide farsi coraggio per presentarsi come si doveva, contenta che si fosse ripreso da quello stato precedente.
    A-anima gemella? ━ La ragazza esitò al sentire quelle parole così coraggiose ed importanti, soprattutto dette ad una sconosciuta. Non interruppe ulteriormente Ren però, ascoltando il suo piano fino alla fine. Alzò le sopracciglia soddisfatta e rispose guardando il tetto, il loro obiettivo. Mi piace come piano. Ma dovrai essere veloce, alla fine io sposto semplicemente il materiale. In parole povere spariranno piano piano gli scalini e dovrai correre in cima. Creare scale non era un problema per le sue capacità ma era decisamente più facile creare un percorso per i propri piedi piuttosto che per altri, per una semplice questione di ritmo. Avrebbe dovuto anche lei mettersi d'impegno per evitare che il ragazzo finisse senza strada per salire da un lato e che non cadesse all'indietro. Più uno sforzo condiviso che una dimostrazione di abilità. Aki avrebbe aspettato che il ragazzo fosse pronto per partire indicandogli il punto in cui sarebbero spuntate le scale, prima di dargli il via in modo piuttosto irruento.
    Vai!! Aki schioccò le dita e dal nulla degli scalini sarebbero spuntati a pochi centimetri dai suoi piedi come talpe. Ad ogni passo come per magia avrebbe trovato un blocco di cemento sotto i piedi ed il rumore delle scarpe si univa a quello prodotto dai polpastrelli della ragazza color arancio mentre la stessa attivava l'Unicità. Le scale continuarono fino a farlo arrivare alla tessa altezza dei due robot, i quali si girarono appena in tempo per vedere l'ultima parte di colonna creata dall'alleata di Ren. Con un tocco la sua Unicità si sarebbe attivata per crivellare le macchine di lance di cemento, mettendoli fuori uso con precisione. Poco sotto avrebbe sentito un rumore assordante di metallo che si piega e viene distrutto, simbolo che anche Aki era riuscita nel suo intento.
    Uff... Ce l'abbiamo fatta. ━ Aveva il fiatone, anche se non era proprio stanca. Certo, era piuttosto snervante dover da quell'angolazione i movimenti di Ren, ma era una studentessa del terzo anno dopotutto. Vai avanti, io libererò la strada qui giù. Era più che altro la scusa programmata per evitare di far fare tutto il lavoro a lei, ma effettivamente lì sotto pullulava di robot. Avrebbe dovuto riferire a chi gestiva gli esami che forse si poteva evitare gran parte della distruzione delle preziose macchine ma forse proprio chi se ne occupava preferiva che venissero distrutti.
    Girando l'angolo verso sinistra, c'era una finestra aperta dalla quale Ren sarebbe potuto entrare. Sopra la propria testa avrebbe notato che probabilmente il primo piano era molto più basso della stanza d'ingresso e del secondo piano, tanto che poteva arrivare con le mani al cornicione al di sopra. C'erano altre file di finestre lì, tutte aperte. L'interno del palazzo aveva come pavimento il classico tatami giapponese, mentre i muri erano del duro cemento che caratterizzava l'esterno. I problemi per il giovane erano solo iniziati però. Dopo aver usato la lance di cemento e passata l'adrenalina, sentì tutto il peso della sua Unicità e la fatica accumulata addosso. Gli studenti della Yuuei si allenavano spesso per aumentare quante volte potessero usare il Quirk e per ora lui non era ancora un alunno lì. Era come una spossatezza che partiva proprio dal suo corpo e solo lui poteva decidere se avrebbe vinto sulla sua voglia di terminare quell'esame. La stanza che vedeva dalla posizione in cui si trovava era completamente vuota e non c'era alcuna scala per raggiungere il piano inferiore ma al contrario ce n'era una in bella vista al muro opposto.
    Salendo le scale di legno Ren avrebbe potuto già sbirciare con la testa la presenza di qualcuno. Una ragazza dai capelli bianchi come la neve, che fissava il muro di fronte a lei. Il ragazzo non poteva vedere tutta la stanza ma notò che la sconosciuta era legata per bloccarle le mani nonostante le gambe libere. Un'espressione apatica le dipingeva il viso coperto nella metà inferiore da una maschera in metallo nera, con indosso una grossa felpa dal collo alto che nascondeva le sue forme. Cosa stava guardando?
    ADDESTRAMENTO REN MATSUDA


    CITAZIONE
    Rieccoci qui. Mi è piaciuta la tua idea per salire e sei riuscito appunto ad arrivare al primo piano. Decidi come meglio proseguire e prova il percorso che trovi più congeniale a te :zizi:.
    Ricorda che quando l'energia scende sotto al 20% viene applicato lo status di Sonnolenza, il quale provoca il dimezzamento dei parametri!
     
    .
20 replies since 28/10/2021, 19:35   610 views
  Share  
.
Top
Top