Forever With You !

SQ Abel

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  1. Lady Seiros™
     
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    Forever With You !



    Il 31 Dicembre era la fine di un nuovo anno e l’inizio del prossimo che verrà e si ha sempre buoni propositi, anche se a volte Il dolore non ha forma, il dolore forgia l’anima e annebbia le menti, per questo bisogna avere la forza di affrontarlo in tutti i modi, ma soprattutto con un grosso sorriso, perché la vita infondo non è così male se la si sa apprezzare.
    Tra questi sfortunati poi c’era anche Yoko, che a quanto pare aveva avuto ancora problemi con il suo male, e doveva trascorrere ancora dei giorni in ospedale e la notte del 31 rischiava di festeggiarla sola, Abel non l’avrebbe abbandonata, sarebbe stato con lei tutta la sera. Dopotutto non poteva pensare a nulla con la preoccupazione per lei che era in condizioni non buone, eppure era un periodo che sembrava che le cure che faceva fossero buone, ma a quanto pare probabilmente dovevano aumentarle e prolungare ancora i trattamenti quindi si era optato per il nuovo ricovero.
    Abel non poteva pensare di nuovo a quello che era successo nei primi mesi quando l’aveva conosciuta e di ciò che aveva dovuto passare lei, ma soprattutto faticava ancora a ricordare la prima volta che l’aveva incontrata.

    [...]

    Il primo incontro con Yoko, quel giorno uggioso d’Ottobre, prima dell’ attacco terroristico che segnò il destino di Tokyo, come dimenticarlo.
    Abel era circa un mese che stava cercando di ambientarsi in una città nuova in cui era arrivato, e in cui doveva frequentare una scuola importante come l’accademia Yuuei, ma in quel giorno del suo incontro, era decisamente in ritardo per iniziare la sua nuova campagna D&D a casa di Akira, quell’ oggi era un Sabato e si poteva avere un attimo di tempo da dedicare alla campagna prima di studiare, ma l’inglese si era dimenticato che c’era quell’ impegno perciò iniziò ad affrettarsi come poteva, procurandosi un ombrello, dato che pioveva.
    Abel stava aspettando l’autobus quando il suo sguardo si alzò ad osservare una scena strana: Una ragazza dai lunghi capelli biondi e occhi azzurri vestita con una divisa scolastica stava per essere investita in pieno da un’auto che viaggiava ad alta velocità e a quella visione, Abel fu preso dal suo senso eroico e altruista, non poteva lasciarla morire, nessuno doveva farlo. Se c’era da dare aiuto, a volte era il proprio corpo che camminava e lo faceva da solo, non ostante la paura, quindi lui andò subito a salvarla anche a costo di rimetterci la sua vita e riuscì a spingerla dall’altro lato della strada , finendo fortunatamente anche lui assieme a lei, ma a momenti la macchina li prendeva tutti e due in peno, c’era mancato veramente poco.
    La macchina sbandò per poco poi si fermò e l’autista andò immediatamente a sincerarsi delle condizioni dei due e chiamò un ambulanza, Abel si alzò dolorante si era slogato una spalla, e aveva rotto un altro paio d’occhiali la ragazza si era ferita un po’ alla testa, ma nulla di grave, ma nel momento in cui i suoi occhi di ghiaccio incontrarono quelli di Abel, sembrarono fulminarlo di una specie di “odio”, nel senso che sembrava indispettita e ,infatti, inveì contro il suo salvatore.

    “Scemo!Perchè lo hai fatto? Sei idiota?”

    Gli disse la ragazza, bene a quanto pare il gesto Abel non era gradito, fantastico fare del bene a volte era una fregatura, ma sinceramente poteva avere una ragione.

    “Cosa?L’idiota veramente sei tu che non stai attenta, ma che ti prende?Volevi farti ammazzare?”

    La ragazza si alzò un attimo dolorante sulle ginocchia poi alzò la mano destra e tirò uno schiaffo sulla guancia di Abel, che continuò a non capire.

    “Ti dovevi fare i cazzi tuoi!”

    La ragazza in quel momento, stava iniziando a piangere, non era la pioggia che stava cadendo e all’ inizio si poteva pensare fosse matta, ed era evidente che a questo punto, avesse deliberatamente tentato di ammazzarsi, quindi era disperata?Si doveva essere così, ma Abel era abituato a vedere oltre le apparenze, quell’ espressione arrabbiata, nascondeva un qualche cosa di strano, un sussulto, una folle richiesta d’aiuto. Lei non era arrabbiata per il salvataggio, forse quello lo voleva anche se per qualche motivo non lo stava ammettendo adesso.

    °Deve avere un motivo per agire così.°

    Abel stava per parlare, ma il dolore alla spala lo percuoteva, non era il momento di farlo, anche se avrebbe voluto dirle molte cose.
    I soccorsi arrivarono presto, Abel subì una bella contusione che lo costrinse a farsi bendare il braccio per un paio di giorni e lei aveva ferite superficiali, ma per sicurezza era stata fatta restare a letto in ospedale, l’inglese prima di andare a casa poteva essere dimesso subito voleva rivedere quella ragazza, perciò dopo aver rassicurato tutti che sarebbe ritornato da solo e di non venirlo a prendere, si recò nella stanza della ragazza dove vigeva un silenzio strano, i suoi parenti erano andati via e lei era sola.
    Abel aprì la porta e bussò, la ragazza non appena lo vide gli diede un occhiataccia e girò lo sguardo verso la finestra.

    “Allora che cosa vuoi?”

    Ancora l’atteggiamento scontroso di prima, ma forse era normale, ma Abel sapeva rispondere a tono.

    “Scusa tanto “Miss imbronciata”, speravo soltanto di sapere come stavi, cos’è ti da fastidio?”

    Al tono ironico di Abel la ragazza rispose stizzita.

    ”Si molto vattene via!”

    Abel aprì le braccia in segno di totale confusione e sbuffò.

    “Come? Guarda che comunque non te l’ho chiesto direttamente, poi dunque rilassarti che qui nessuno è venuto con l’intento di litigare ok?”

    La ragazza incrociò le braccia e sospirò.

    “Bene allora vattene prima che chiami gli infermieri, mi stai scocciando!”

    Ok , Abel non capì che cosa avesse fatto di così grosso da essere trattato così, cioè l’averla salvata portava ad una cosa simile? Se era così magari avrebbe dovuto lasciarla lì, anche se non lo avrebbe fatto, perciò iniziò ad armarsi di pazienza. Non sarebbe andato via fino a quando non avesse capito cosa stava succedendo e del perché lei si voleva ammazzare, anche perché avrebbe potuto farlo anche in altri modi, era rischioso lasciarla da sola.

    “Cosa, ma se neanche ho iniziato a parlare? Che ho fatto?Comunque non me ne vado se prima non mi dici perché volevi ammazzarti. Si lo so non sono fatti miei però mi piacerebbe che tu non facessi di nuovo. Sarebbe una cosa da vero incoscienti e poco utile a risolvere i problemi, anche perché…”

    In quel momento il flashback degli occhi di lei arrabbiati e cosparsi di lacrime erano indelebili nella mente di Abel, poi lo disse chiaro e tondo, avvicinandosi al letto di lei guardandola con il suo sguardo serio.

    “I tuoi occhi non sono quelli di una che vuole morire.”

    Ci fu un attimo di silenzio poi lo sguardo della ragazza si spalancò e lasciò cadere ancora qualche lacrima, ma nascondeva il suo dolore si vedeva, anche dal tono di rabbia con cui parlava che era dettato da uno stato disperazione.

    “Cosa vuoi saperne tu di me? Non ti conosco neanche e ti permetti di dirmi certe cose? Chi cazzo ti credi di essere?”

    La ragazza iniziò di nuovo a piangere con quello sguardo di prima, si Abel per lei non era nessuno, ma non lo era neppure per le altre persone che avrebbe dovuto proteggere una volta diventato eroe, in questo caso dunque non si sarebbe neanche sentito fiero se la abbandonava proprio adesso.
    Abel si avvicinò alla ragazza e nonostante lei era restia ,a farsi avvicinare si vedeva che invece voleva un conforto e si lasciò toccare la testa.

    “Non sono nessuno, però non mi piace vedere la gente che non è felice. Ti prego fai un bel sorriso, dopotutto adesso ci sono qui io!”

    Abel fece un sorriso radioso, che la ragazza vide e sembrò scaldarle il cuore, quel ragazzo anche se era uno sconosciuto aveva molta energia positiva, un vero eroe dei tempi moderni, però per lei non c’era speranza e non riusciva a sorridere, smise di piangere, ma abbassava lo sguardo, poi decise di parlare con più calma, forse anche per merito di Abel.

    “Ormai non c’è più nulla per me. Tutti mi dicono sempre le stesse cose e sono stufa di ascoltarle!Sostengono che guarirò, invece sono anni che continuo a stare male. Ho provato tutto, a fare cure su cure, ma la situazione non si risolve, perciò che diavolo resto a fare di nuovo in vita? Farò preoccupare solo i miei genitori e chi mi sta attorno. Francamente ormai ho veramente poche alternative. Scusami se non riesco a sorridere.”

    Abel si allontanò da lei e mise le braccia su i fianchi poi sospirò.

    “Capisco quindi è per questo che hai pensato di farla finita giusto?”

    La ragazza lo guardò ancora storto, però ormai non aveva la forza di rispondergli di nuovo male, gli disse semplicemente la verità.

    “Si d’altronde non sto facendo altro che far preoccupare tutti.”

    Abel mugugnò ancora poi passandosi una mano sotto il mento, non gli restava che rispondere a quella “sciocchezza”.

    “Mmmm…ti chiedo scusa se te lo dico in maniera franca, ma tutto ciò è un comportamento vigliacco, se tu fossi morta avresti fatto soffrire chi ti sta a fianco quindi perché procurare altro dolore con tutti i sacrifici che magari fanno per te? Sei un po’ egoista sai?”

    La ragazza strinse il lenzuolo.

    “Lo so, ma cosa potrei fare?”

    Abel a questo punto aveva un idea per aiutare quella ragazza, non sarebbe andato via se non si sentiva del tutto a posto con se stessa, per lo meno per evitare facesse qualche altra cavolata.

    “Senti non credo di avere una soluzione ai tuoi problemi poiché sono quasi sicuro che si risolveranno con il tempo, ma anche se non ci fossero soluzioni devi farti aiutare ok?”

    La ragazza annuì forse stava iniziando a comprendere.

    “D’accordo ci provo, ma mi aiuterai anche tu?”

    Abel sorrise fiero e convinto come sempre.

    “Certo! Ci sarò sempre per te d’ora in poi!”
    La ragazza fu rincuorata stranamente dall’atteggiamento di quel ragazzo strano.

    “Grazie, ma non so ancora il tuo nome.”

    Abel indicò la ragazza con un’ espressione furbesca, sembrava doverla rimproverare.

    “Neanche io so il tuo!”

    La ragazza saltò un pochino , con aria sorpresa eh già, non aveva detto il suo nome.

    “Già hai ragione non mi sono presentata neppure io, il mio nome è Yoko.”
    Abel a quel punto facendo un inchino si presentò.
    “Così ci siamo e adesso tocca me. Sir. Abel Xavier Phantomhive ,per servirti!”

    Abel e la ragazza si sorrisero, così nacque un amicizia che durò molto fino a divenire di più.


    [...]


    Abel guardò l’orologio sta tardando sperò di arrivare in tempo da Yoko e ce la fece, lei lo stava aspettando con un bel sorriso stampato sulle labbra, l’inglese gli aveva portato un mazzo di rose e bel pensierino.
    Abel chiese ai medici di poter restare per quella notte vicino a Yoko, gli fu concesso, tanto aveva una stanza dove non c’era nessuno e la ragazza era da sola quindi non ci sarebbero stati problemi.
    Yoko era fuori dal letto e Abel le andò incontro guardandola negli occhi.

    “Yoko come stai?”

    Disse il ragazzo dai capelli turchini.

    “Bene non ti preoccupare mi dimettono dopo domani il peggio è passato.”

    Abel fece un sorriso poi le fece vedere il mazzo di rose.

    “Ottimo prendi queste sono per te e ho portato un’altra sorpresina sai?”

    Abel porse le rose, mentre Yoko cercava di sentirne il profumo, poi tirò fuori dalla tasca sotto la giacca una scatola, dove vi era un colie di diamanti degno di una principessa e meno male che non c’era nessuno a guardarli, che, in effetti, era costato, ma per lui i soldi non hanno valore se Yoko era contenta, e poi a Natale non si erano visti quindi le doveva un regalo.
    Abel presentò il colie a Yoko che di colpo fece cadere le rose e rimase abbagliata da tanta magnificenza, anche se era abituata ai regalini costosi del suo Abel , ma quello era uno dei più esagerati, non che a lei dispiacesse, questo era chiaro.
    Yoko sorrise mettendosi le mani sulla faccia, facendo un’espressione esterrefatta.

    “Oh my god!Tu sei pazzo…”

    Abel raccolse le rose e le posò sul letto, poi prese il colie e lo mise al collo della sua Yoko.

    “Si lo sai che lo sono, ma del resto una principessa meritava un regalo speciale.”

    Già, anche se in verità il regalo doveva essere un altro, ma Abel avrebbe promesso di non fare più regali all’alba del 23, ma per lei quello ed altro.
    Abel prese quel dono e lo mise al collo di Yoko che stava veramente bene, poi quando si iniziò a sentire lo scoccare della mezzanotte e l’addio quindi al vecchio anno per far subentrare quello nuovo, i due si baciarono con passione sotto il rumore dei botti che illuminavano la notte della città edochiana, con la promessa che il loro amore sarebbe durato eternamente e niente e nessuno avrebbe potuto separarli,per sempre!





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