Kick-off at Noon

Role | Laguna Lee & Masao Suzuki

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    Scena ambientata a Novembre dell'anno prima per motivi di cronologia tnxbye







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    Non aveva detto a nessuno a lavoro del suo incontro con Hisoka. Non l'aveva detto a nessuno in generale, in effetti. Continuava a chiedersi se fosse la cosa giusta o meno confidare almeno a Shinjiro di quella notte, eppure le parole del clown la bloccavano. Non che gli volesse credere, ma la possibilità che davvero potesse succedere qualcosa al cuoco a causa sua non era un rischio che si sentiva di correre. Anche solo chiedere di quell'Hayato che aveva nominato non le sembrava un'ottima idea, avrebbe sicuramente destato sospetti. Oltretutto, era possibile che passasse guai anche lei per aver aperto bocca a riguardo? Nè il clown nè quest'altro losco figuro sembravano tipetti raccomandabili, e se un criminale come il primo definiva l'altro come capace di farlo fuori non doveva essere un teppistello da due soldi. No, sarebbe rimasta in silenzio fino ad ulteriori evoluzioni della situazione.

    Non era tuttavia l'unica ragione per cui avrebbe evitato la faccenda. Da quando la relazione con Tobi si era fatta più seria e concreta, aveva cercato il più possibile di tenersi fuori dal giro della criminalità. Sapeva che, se fosse successo qualcosa di più grave, avrebbe soltanto messo in difficoltà il ragazzo, il quale avrebbe probabilmente scelto di coprirla, trascinandolo quindi nei suoi casini e compromettendo la sua carriera da eroe. No, Laguna sarebbe rimasta buona e zitta come una brava bambina, almeno per quanto la sua vita lo rendesse possibile... e comunque, faceva così strano pensare a lui come "il suo ragazzo". La faceva sentire di nuovo una sedicenne uscire insieme, mandarsi la buonanotte a vicenda, e quelle ultime settimane aveva anche evitato di rifarsi il colore ai capelli, tanto che la cima della sua testa era completamente nera, sfumando poi verso il biondo una volta superata la punta delle orecchie, per il solo fatto che lui avesse fatto un complimento a riguardo. Soltanto pensarci la fece arrossire un po', seduta nella sedia all'interno del Kagejikan mentre il ristorante era a lavoro.

    Poche consegne, quel giorno, non richiedevano che si muovesse da lì e la clientela faceva in modo che il suo aiuto in cucina non fosse necessario, avrebbe soltanto affollato inutilmente la cucina complicando il lavoro dei colleghi. Qualche uscita sporadica in zona, qualche visita al retro per fumarsi una sigaretta, ma per il resto una giornata veramente piatta. Stava dunque in silenzio, una gamba incrociata sull'altra, entrambe coperte da un paio di jeans strappati, il suo torso rovesciato contro lo schienale della sedia, mentre frugava pigramente il telefono in cerca di qualche stimolo. Una maglia bianca a coprirle il corpo, la giacca nera in pelle appesa all'appendiabiti lì vicino; non faceva così freddo all'interno del locale per doverla indossare.

    Sfogliando Babel, una pubblicità attirò la sua attenzione: il sito ufficiale dell'Ichiro Suzuki, il colossale impianto sportivo situato a Shinagawa. Non ci era ancora stata, ma stando al post sul social era possibile unirsi ad altre persone per organizzare partite nei campi della struttura. In particolare, saltò subito all'occhio dell'americana l'annuncio di ricerca di giocatori per una partita di calcetto, cinque contro cinque. Scrollando in basso col pollice sullo schermo, era possibile vedere quanti posti fossero ancora liberi: due. La partita era fissata per il giorno dopo, perciò niente lavoro. La palestra a cui era solita andare era chiusa per manutenzione, quindi niente allenamento. Quella partitella cadeva proprio come una manna dal cielo, con l'unico problema di essere sola. Chi poteva trascinarsi dietro con così poco preavviso? Gli occhi toccarono pian piano i colleghi.

    Shinjiro. Fisicamente prestante, ma era in grado di muoversi abbastanza bene con un pallone tra i piedi? L'altezza poteva essere un vantaggio, eppure l'incertezza della sua situazione sentimentale con Hisoka la teneva in guardia, visto che i ragazzi gay sono notoriamente negati per lo sport.

    Morrigan. Pro: è gay, quindi verosimilmente un'alleata sportiva. Contro: è talmente sottile che potrebbe spezzarsi in due al primo contrasto. Non era davvero il caso averla sulla coscienza.

    Queste le sue uniche opzioni, si sentiva come in uno di quei film dove l'allenatore (lei) doveva portare al successo una banda di personaggi negati. Eppure non aveva altra scelta se non pescare a sorte uno dei due con una semplice domanda, voltandosi leggermente verso il bancone sperando nella loro voglia e disponibilità.

    Qualcuno ha voglia di giocare a calcetto domani? Mancherebbe il decimo.
     
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    Masao Suzuki
    Masao Suzuki aveva avuto una giornata piena, pienissima. Da businessman impegnato.

    Al mattino era andato ad aiutare Shion al negozio di fiori in cambio di spicci e pettegolezzi; al pomeriggio aveva accompagnato Desmond a trovare i bimbi in ospedale. Dopo era andato in palestra a fare sparring con Joshua. Ora stava entrando al Kagejikan per mangiare un boccone, e più tardi forse sarebbe andato al gay bar che aveva preso a frequentare, dove sperava di beccare il suo solito giro di amichetti e magari anche quel professore affascinante con cui aveva confusamente flirtato la settimana scorsa. A occhi esterni potrebbe sembrare che Masao Suzuki non avesse fatto un cazzo di niente, quel giorno, però non era vero. Lui si stava impegnando, davvero.

    Stava cercando di ricostruirsi una vita sociale distrutta da anni passati incatenato a una scrivania. Di rimettersi in forma per avere meno mal di schiena. Di conoscere più persone del suo... Orientamento, per sentirsi meno sbagliato.
    Di ricordarsi come fosse avere una vita, ora che finalmente aveva tempo di vivere.

    Motivo per cui si trovò ad alzare la mano senza nemmeno pensarci, in piedi sull'uscio, annunciando convinto:

    "Ci vengo io."

    Nanosecondo di pausa per assimilare in cosa si fosse appena lanciato. Calcetto? Okay, poteva essere effettivamente nelle sue corde.

    "Non gioco a calcio dalle medie, ma Aragaki può confermare che corro velocissimo," dichiarò, un sorriso radioso di chi si aspetta da un secondo all'altro un'occhiata incazzata da parte del cuoco. "Il Quirk non conta, Masao," sarebbe stato il significato nascosto dietro il suo silente sguardo giudicante.
    E a quel punto lui avrebbe sorriso ancora di più.

    Si sistemò la sacca da ginnastica sulla spalla e fece qualche passo in avanti, avvicinandosi alla ragazza. Aveva un che di familiare, l'aveva già vista da qualche part- ah, era una delle cameriere! Quasi non l'aveva riconosciuta senza divisa. Non che ci avesse mai parlato molto, oltre a ringraziarla quando serviva la cena a lui e Desmond. Probabile che nemmeno lei l'avesse riconosciuto visto che per mesi l'aveva visto in versione salaryman a un passo da una crisi di nervi, tutto camicie stropicciate e disperazione. Questo allegro Masao in jeans e maglietta, tutto allegria e niente occhiaie, era una novità.
    Non erano sconosciuti, ma quasi. Tanto valeva presentarsi, dunque. La compagna di tinta bionda era straniera, a giudicare dall'accento e dai tratti, dunque...

    "Masao Suzuki," si annunciò, porgendole la mano. Stretta gentile ma sicura, da persona ormai fin troppo abituata a queste barbare usanze da occidentali.

    "Mentre tu saresti..." Aggrottò la fronte. "Yamuna?" Mhh, forse no. Poggiò casualmente una mano sul tavolo a cui era seduta, attendendo un suo eventuale cenno prima di sedersi.

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    Una voce rispose alla sua disperata richiesta, ma non apparteneva a nessuno dei due interessati. Si voltò verso l'uscio del locale, da dove la risposta proveniva, vedendo un ragazzo biondo, a occhio e croce sulla trentina, vestito in maglia e jeans. Laguna lo scruto dal basso verso l'alto mentre ascoltava il seguito. "Non gioco a calcio dalle medie". Bene, quindi non era un totale principiante, forse era ancora in grado di correre decentemente con la palla e tirare un semplice cross. Fisicamente non era nulla di eccezionale, ma non poteva pretendere troppo dal giapponese medio, perciò se ne fece una ragione. Dopotutto, la stazza di un esterno o di un terzino era grossomodo quella, visto che tra l'altro il biondino affermava di correre velocissimo. Arrivata finalmente al volto, Laguna assottigliò gli occhi cercando di capire se l'aveva già visto o meno: l'aria era familiare, ma non riusciva a capire perchè. Quando Masao le porse la mano, lei istintivamente andò a stringergliela, ma ancora non disse nulla. Poi, arrivata alla soluzione, il suo sguardo tornò normale e schioccò le dita dell'altra mano, l'indice si sollevò leggermente nella direzione del giapponese, tenendo comunque il braccio vicino al corpo.

    Ora ho capito! Sei il tizio che viene sempre con la camicia a stracci e l'aria disperata!

    Disse con l'innocenza e la calma di un bambino che descrive semplicemente quello che vede. Anche lui non sembrava troppo convinto del nome che era andato a pescare per lei, cosa che gli costò uno sguardo non troppo storto da parte dell'americana.

    La-gu-na.

    Non avrebbe fatto un cenno al biondo per invitarlo a sedersi, principalmente perchè non le importava troppo che stesse in piedi o che si sedesse al suo stesso tavolo in quel momento, lasciando quindi a lui libera scelta. Passato da calciatore: "check". Stretta di mano sicura: "check". Oltretutto ricordava vagamente che, insieme a lui, ci fosse sempre una ragazza dai capelli neri, quindi anche il problema dell'orientamento sessuale era un forte e grosso "check". Colloquio passato a pieni voti.

    "Masao Suzuki is now part of your team."

    Dopo aver controllato una seconda volta il suo cellulare per essere sicura delle indicazioni, rialzò lo sguardo verso Masao, rimanendo seduta.

    La partita è alle 15:00 al Suzuki- ah, che coincidenza. Anyway, sei libero? Considera che dobbiamo essere lì almeno 10 minuti prima dell'inizio per fare un minimo di riscaldamento. Se non hai i mezzi, puoi darmi l'indirizzo e posso passare io a raccattarti, se non abiti dall'altra parte della città.
     
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    Masao Suzuki
    "Ora ho capito! Sei il tizio che viene sempre con la camicia a stracci e l'aria disperata!"

    "Proprio io!" replicò allegramente, per nulla turbato da quella che in fondo era la brusca verità.
    "Ma ora non faccio più il salaryman e sono meno disperato!"
    Finger guns. Gli sembrava simpatica la tipa, che quindi si chiamava...

    "Ra-gu-na," ripetè, annuendo tra sé e sé. La sua pronuncia era meno atroce di quella del giapponese medio, grazie alle lezioni di Desmond, ma la L era un suono che ancora gli riusciva difficile.
    Si accomodò al tavolo, dunque, cercando di capire come organizzarsi per l'indomani. Come si chiamava questo centro sportivo, Suzuki? "Cognome più comune del giappone," spiegò di riflesso. Alle 15.00 era libero, sì, e avrebbe accettato volentieri un passaggio visto che abitava nel distretto di Meguro...





    ...Solo che si era aspettato che lei venisse a prenderlo in macchina, non in moto.
    Da giovane non era MAI salito su una moto, terrorizzato dall'idea di farsi male e far preoccupare sua madre ipocondriaca. Si approcciò al mezzo con una certa circospezione, ma dopo aver accettato un casco da Laguna ed essersi messo dietro di lei dovette constatare che... Che andare in moto è una cosa bellissima.
    Perché vai veloce, senti il vento tra i capelli, e in tutto ciò abbracci pure le persone.
    E quello fu il momento ufficiale in cui Masao Suzuki decise di prendersi una moto.

    "Ho una domanda importantissima da farti," dichiarò appena sceso dal veicolo. Sacco da ginnastica in spalla, come ieri, solo che oggi anziché i vestiti da palestra ci aveva messo delle scarpe da ginnastica adatte al calcetto, pantaloncini e maglietta.

    "Tu sei uno di quelle che pensa che l'importante nello sport sia partecipare, o ti piace vincere?" Un mezzo sorriso. "Se la risposta è la due: giochi sporco?"

    Domanda buttata lì con fintissima nonchalance e uno sguardo molto interessato.
    Fremeva di sapere cosa avrebbe risposto.

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    Forse il fingerbanging era un po' troppo, ma tutto sommato quel Masao sembrava una persona simpatica. Detto ciò, quel "Raguna" risuonò nelle sue orecchie come un gesso affilato sulla lavagna. Per qualche ragione era davvero insopportabile, qualcosa che per lei era semplice, così scontata da saper fare e che invece era un insormontabile muro per qualunque giapponese. Tobiko ormai era più solito chiamarla per il suo vero nome quando erano soli e, se proprio doveva rivolgersi a lei come Laguna, ormai ci aveva un po' preso la mano. Ma tutti gli altri erano davvero un caso perso, avrebbe dovuto pensarci prima di scegliere un alias del genere. Aldilà di tutti questi commenti, il succo della storia era che il biondino sarebbe stato ufficialmente il suo compagno di squadra per quella partita.

    La mattina del giorno dopo, l'americana dovette però cimentarsi in dello shopping sportivo, visto che non si era minimamente preoccupata di portarsi dietro scarpe da calcio o tantomeno la divisa della scuola (Go Wildcats!), motivo per cui dovette recarsi in un qualche negozio apposito. Fu abbastanza fortunata, in termini di qualità/prezzo, trovando delle scarpette da calcetto scontate e una maglia da gioco rossa con il numero #11 stampato in nero su di essa. Nessun nome scritto sul retro, era davvero qualcosa di molto semplice, ma tutto sommato accettabile per una semplice partitella amatoriale.

    Il viaggio in moto fu tutt'altro che tranquillo, invece, ma questo dovuto al fatto che la bionda era assolutamente un pericolo pubblico su due ruote. Forse aveva preso troppa confidenza con la moto o forse era semplicemente spericolata, sta di fatto che arrivarono al campo ben prima di quanto anticipato, tra scorciatoie, sorpassi discutibili e semafori superati al limite del rosso. nonostante ciò entrambi ora si trovavano al Suzuki, appena scesi dalla moto. La bionda si rimosse il casco, indossando ancora la tuta nera che usava per guidare, lasciando liberi i capelli sciolti prima di legarli nella sua solita coda di cavallo. La domanda di Masao la sorprese un po', ma non aveva bisogno di troppo tempo per pensare a una risposta.

    Mettiamola così: se siamo sotto di un punto, a pochi secondi dalla fine e sei davanti all'avversario con la palla...

    Lanciò a questo punto uno sguardo truce al giapponese, girando leggermente il volto verso di lui.

    ...è meglio che gli rompi la gamba, o romperò la tua.

    Criminale o legale, Laguna è sempre Laguna. No che non avrebbe giocato per partecipare. Avrebbe giocato per vincere, con ogni mezzo necessario.

    La sportività è solo il trofeo dei perdenti.

    Disse, prima di muoversi verso l'entrata e poi i campi da calcetto. Non aveva alcun bisogno di cambiarsi, aveva già l'attrezzatura addosso sotto la tuta da moto.
     
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    Masao Suzuki
    Giusto per reiterare: andare in moto è una cosa bellissima. Sì, anche quando a guidare è una pazza come Laguna che rischia di farti finire per aria una curva sì e l'altra pure. Non aveva paura di cadere tanto, lui rimbalzava. E quel giro gli era piaciuto UN SACCO! Anche lui voleva una moto, l'aveva deciso orasubito in questo istante.
    Non aveva il patentino. Non aveva mai guidato una moto. Però forse se si faceva volere bene da quella signorina aggressiva, avrebbe potuto chiederle come comprarne una? Non pareva un'impresa così difficile, già si stavano simpatic-

    "se siamo sotto di un punto, a pochi secondi dalla fine e sei davanti all'avversario con la palla...è meglio che gli rompi la gamba, o romperò la tua."

    "...Rompergli una gamba..." ripetè in un fil di voce, l'espressione allucinata.

    Rompergli una gamba. Come avresti dovuto fare con Theresa. Sei in grado di spezzare le gambe a qualcuno, Masao? Dai, vediamo se sei diventato bravo. Così la prossima volta che ti trovi una terrorista davanti non farai sbagli.

    Scosse il capo come un cane bagnato, strizzando gli occhi. Niente PTSD Masao, abbiamo una partita a calcetto da vincere! PRIORITA'.

    "Io? Rompere una gamba a qualcuno?" ripetè again, tono esageratamente indignato, portandosi una mano al petto. "Ma per chi mi hai preso? Non vedi che faccia da bravo ragazzo che ho?"
    Offeso, era! Shockato! Ferito nell'orgoglio!
    "Nessuno penserebbe che una persona come me sia capace di atti tanto orribili," continuò, distendendo le labbra in un ghigno. "Sei chiaramente tu quella agitata da tenere sott'occhio," concluse, con espressione trionfante.
    Ora avevano la loro strategia.

    "Vado un attimo a cambiarmi e ci sono."

    Nemmeno lui aveva abbigliamento apposito per giocare a calcetto, però si era portato dietro le scarpe che aveva messo l'ultima volta che era andato a campeggio con Shinji, una maglietta a caso, e i pantaloncini che usava per andare in palestra. Vagamente atletico lo sembrava, ma non sembrava certo un professionista — la media in quel campo era talmente bassa, però, che non avrebbe certo sfigurato.

    Due adolescenti che stavano chiaramente bigiando scuola. Un pensionato tremolante con i guanti da portiere. Una signora di mezz'età con l'aria (e il non-fisico) di una casalinga. Salutò il gruppo con un cenno della mano e un sorriso fintissimo da venditore ambulante. Perché erano così pezzenti, i loro compagni di squadra? Perché erano le tre di un giorno feriale e le uniche persone al campo sportivo erano studenti, disoccupati e pensionati, ecco perché.
    Sguardo disperato a Laguna. Cercare di reclutare i meno peggio? O scegliere volutamente i più scarsi per avere un po' di sana competizione? L'onore/onere dell'organizzare la squadra l'avrebbe lasciato alla ragazza: lui sarebbe rimasto sullo sfondo, facendo stretching e bevendo putrido caffé freddo da una bottiglietta di plastica mentre i giocatori venivano divisi in due gruppi. La sua unica richiesta era di non essere messo a fare l'attaccante centrale, ma ricoprire qualche ruolo secondario, come quello dell'inutile terzino.

    "Pronti?"

    Poi palla al centro e via.

    Scheda Vigilantes Bloodpact Livello 6



    Edited by Whatnot - 4/4/2022, 22:36
     
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    Il biondino sembrò rimanere un attimo shockato dall'ultima frase dell'americana, cosa che non la sorprese granchè. Quel modo di pensare non era per tutti ed era normale che qualcuno ne potesse rimanere turbato, oltre al fatto che anche Laguna ci metteva del suo nell'esagerare anche la più amatoriale delle competizioni. Rimase invece sorpresa dalla messinscena che seguì subito dopo. Quindi erano d'accordo? Ricambiò il ghigno di Masao con uno dei suoi, leggero. Le aveva dato l'aria un ragazzo molto normale e poco incline a certe cose, ma dalle sue parole era chiaro che era intenzionato a farle da complice. Bene, uno in meno a cui dover fare da balia. Sì, perchè arrivati al campo la situazione "compagni di squadra" era ancora più tragica delle opzioni disponibili al Kagejikan. Avrebbe scambiato Morrigan o Shinjiro con uno qualunque dei tristi personaggi che le si paravano davanti. I due adolescenti non avevano alcuna sembranza di atletismo, i vostri classici ragazzini che non hanno mai visto sport in vita loro, uno snello e l'altro un po' più pacioccone. Il vecchio con i guanti da portiere doveva essere ancora convinto di poter giocare con i giovani, peccato che la sua corporatura apparentemente al limite dell'instabile non sembrava pensarla alla stessa maniera. E la signora... assolutamente fuori luogo. Li squadrò tutti, limitandosi a un normalissimo "ciao" generale che concedeva poca confidenza, prima di andare verso la panchina.

    Ahh! Ecco la carne da macello di oggi!

    La frase attirò la sua attenzione e, voltandosi, avrebbe visto chi l'aveva pronunciata. Cinque persone erano appena entrate in campo, la prima delle quali era colui che aveva parlato: un ragazzo tra i venti e i trent'anni con una capigliatura verde molto discutibile e vestito di tutto punto con divisa da gioco, scarpette lucide e addirittura la fascia nera da capitano, tenendo un pallone tra le mani. Ora che guardava meglio, tutti e cinque avevano la stessa divisa bianca. Chiaramente, dovevano essere dei frequenti giocatori in quel campo. Dietro il capitano, altri individui di simile corporatura atletica, dall'aspetto poco raccomandabile, fatta eccezione per il quinto, ovvero un muro alto più di un metro e novanta, con la faccia squadrata e con già addosso i guanti da portiere.

    Sono Onigumo-sama, il miglior attaccante che abbia mai toccato questo campo. Lieto che abbiate avuto il coraggio di presentarvi alla mia partita.

    Squadrò anche lui tutti i presenti, sogghignando. Nel mentre, Laguna si limitò a togliersi la tuta da moto, rivelando la sua maglia da gioco rossa a maniche corte e attirando inevitabilmente l'attenzione del ragazzo.

    Hey bionda! Quelle le fanno per i veri giocatori, non per le ragazzine!

    Risata generale dello squadrone di fessi, davanti agli sguardi leggermente preoccupati degli improbabili compagni di squadra dell'americana, la quale continuò a studiare la situazione. Quindi quelli che aveva trovato per primi sarebbero davvero stati i suoi compagni di squadra. Avrebbe dovuto organizzarsi per bene. Fece qualche passo di direzione di Masao, le mani sui fianchi mentre lui faceva stretching.

    Giocheremo un 1-2-1 con me come punta. Mi serve un terzino decente: sai crossare?

    Aspettò una risposta, prima di accorgersi che effettivamente loro erano in sei. Non c'era problema, i due scappati di casa si sarebbero dati il cambio. Uno di loro avrebbe fatto il terzino dal lato opposto a Masao, la casalinga sarebbe stata il loro difensore centrale e il vecchio in porta... diavolo, ora che la cosa si concretizzava, la loro squadra era diventata ancora più triste. Autoproclamatasi capitano della squadra, Laguna camminò fino ad essere davanti al teppistello dai capelli verdi, visibilmente fiero e sicuro di sè.

    Siccome sono clemente e voi siete una squadra davvero triste, vi concederò di avere il pallone per primi.

    Lanciò con leggerezza il pallone verso Laguna all'altezza del petto, aspettandosi probabilmente che questa lo prendesse al volo. Al contrario, l'americana semplicemente lasciò che questo le rimbalzasse addossò e cadesse ai suoi piedi, senza muovere una palpebra e tenendo gli occhi su Onigumo.

    Cool.

    Si limitò a rispondere, lasciando l'altro in un misto tra lo spiazzato e l'irritato, probabilmente aspettandosi una reazione ben diversa di cui potesse ridere con i compagni di squadra. Richiamò dunque a sè i suoi compagni di squadra, assegnando a ognuno i ruoli prefissati.

    Ascoltatemi bene, merde.

    Ah sì, le parole di un vero leader.

    Siete davvero il gruppo di persone più triste che potessi pensare di trovare, ma non ho alcuna intenzione di perdere. Il piano è recuperare il pallone, passarlo al biondino o direttamente a me.

    Si diede un pugno sulla mano aperta.

    In difesa nessuno deve arrivare alla porta, visto che il nostro portiere ha giocato l'ultima partita con Gesù. Vedrò di segnare più gol che posso e di finire in fretta il match. Chiaro?

    Attese eventuali obiezioni, prima di schierarsi. Il calcio d'inizio sarebbe stato calciato da lei e passaggio sarebbe stato direttamente verso Masao, mentre lei correva già a smarcarsi dal lato del campo avversario.
     
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    Masao Suzuki
    Masao Suzuki alle medie era stato una gang.
    Sì, una di quelle bande di bulletti che ti rubano la merenda e ti ficcano la testa nel cesso se non gli dai i soldi del pranzo. Era il periodo in cui sua madre gli aveva proibito di iscriversi alla Yuuei, era arrabbiato col mondo, suo padre era morto e... E non erano valide scusanti e lo sapeva. Aveva fatto cose orribili, se ne vergognava un sacco e non l'aveva mai detto a nessuno dei suoi attuali amici, nemmeno a Desmond da ubriaco.
    Quei cinque giovinastri appena entrati in campo?
    Avevano lo stesso vibe dei bulletti che erano stati suoi amici alle medie.

    "Sono Onigumo-sama, il miglior attaccante che abbia mai toccato questo campo. Lieto che abbiate avuto il coraggio di presentarvi alla mia partita."

    "Oh, quindi sei costretto a giocare con noi sfigati in questo posto triste anche se sei così bravo?" Domandò con tono fintamente dispiaciuto, una mano al petto. "Dev'esserti successo qualcosa di orribile che ha rovinato per sempre la tua carriera calcistica, mi spiace un sacco."

    Conosceva questo tipo di bulletti. Sapeva come pensavano, come manipolarli, come farli incazzare. E sì, sapeva anche come crossare, motivo per cui accettò il ruolo assegnatogli da Laguna con un cenno del capo. La vedeva bene come leader. Decisa. Capace d non farsi mettere i piedi in testa, di gestire una squadra con convinzione.
    Su una cosa, però, aveva da ridire.

    "No, le merde tristi sono loro che se la prendono con i più deboli perché un qualsiasi giocatore decente li spazzerebbe in due," replicò duramente, a denti stretti.
    Sorrisone incoraggiante al resto del team.

    "Non fatevi intimidire e pensate a divertirvi, al vincere ci pensiamo noi."

    Nessuna obiezione da parte di Laguna, sperava: il loro obiettivo era lo stesso, lui voleva solo che non ci andassero di mezzo i loro compagni di strada. Erano tutti lì per divertirsi, in fondo!
    Divertirsi a polverizzare quei ragazzini arroganti.

    Schieramento. Calcio d'inizio. Il piano di Laguna aveva un senso, anche se c'era un piccolo problema: sapeva crossare, ma quello che gli serviva era che qualcuno tirasse una palla alta a lui, così da poterla colpire di testa e infonderla di energia cinetica. Aveva bisogno di contatto fisico diretto per simili giochetti.
    Quello che poteva fare al momento era infondere un pizzico di energia cinetica nelle proprie calzature, giusto un briciolo, per evitare di collassare dopo due metri causa polmoni strozzati dal fumo. Giusto quello che bastava per stare al passo degli altri, schivare il difensore avversario, e ritirare il pallone alla sua collega bionda.

    Ecco il tuo cross, Laguna.

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    Masao non sembrava avere lo stesso stile dell'americana nel portare avanti i suoi pensieri, tuttavia era chiaro che entrambi al momento avessero lo stesso obiettivo e questo era l'aspetto più importante.

    La prima azione sarebbe stata un improvviso pugno alla gola: dopo aver passato la palla al compagno di squadra, Laguna prese a correre verso il centro del campo avversario, in prossimità dell'area di rigore. Questi schieravano una formazione simile alla loro che vedeva Onigumo come centrocampista basso, posizionato in maniera tale da proteggere il centro e gestire una possibile partenza in contropiede. In poche parole, in quel momento la bionda si trovava uno contro uno con il boss dei bulletti, mentre la palla già iniziava la sua discesa. Il ragazzo dai capelli verdi aveva già fermato la sua corsa, saltando per intercettare la palla.

    HA! Troppo corto, biondino!

    "No, è perfetto."

    Pochi istanti dopo, anche Laguna staccò i piedi da terra, saltando in maniera tale da posizionarsi davanti all'avversario, anticipando il pallone col petto all'ultimo e stoppandolo perfettamente, con grande sorpresa dell'altro. La ragazza, tornando giù iniziò a ruotare il busto, mentre la palla si trovava ancora a mezz'aria, ora all'altezza del suo fianco. Come anticipato, sarebbe stato un pugno alla gola. Torcendosi da un lato si liberò automaticamente dell'uomo, vedendo davanti a sè soltanto la porta custodita da quell'energumeno. Ma la sua altezza non era un problema, visto che l'americana, la cui gamba si era alzata per colpire la palla poco dopo esser finalmente atterrata, aveva intenzione di tirare una cannonata a minima altezza. Per una persona di quella stazza era più semplice coprire gli angoli alti della porta piuttosto che quelli bassi. E dunque, nel momento in cui la sfera venne colpita con inaspettata forza dalla scarpetta della bionda, era naturale che ciò si traducesse nel primo gol della partita.

    1-0.

    Laguna tornò corricchiando pigramente verso il late di campo alleato, concedendo addirittura un neutro high-five al desideroso ragazzino che marinava la scuola, fin troppo contento dell'esito di un'azione a cui non aveva minimamente fatto parte. Rivolse un pugno chiuso a Masao per semplice un fist bump.

    Nice cross, blondie. Ora riprendiamo la palla.

    Era davvero da tanto che non aveva avuto modo di farsi una bella partita. Doveva ammettere che faceva piacere rivivere quei momenti, e soprattutto notare che non avesse perso la tecnica. Il fatto che dall'altra parte ci fossero dei tali vermi da schiacciare alimentava ancor di più la sua competizione, che al momento stava soltanto iniziando a riscaldare le braci.

    Calcio d'inizio di Onigumo che passa all'attaccante di sinistra, marcato dal ragazzino. Come una pera cotta, questo si fa fregare da una finta, perdendo l'equilibrio e cadendo a terra poco prima che l'americana potesse intervenire per dare supporto. Al vederla arrivare, l'avversario tenta un passaggio lungo sull'uomo di Masao. Si trovano pericolosamente vicini alla porta, seppur isolati sulla fascia, mentre Onigumo avanza verso il centro. L'unica difesa centrale è la casalinga. La palla è già in aria. All'americana è tutto chiaro, ma non può intervenire. Se l'avversario riesce a prendere palla sulla fascia per poi consegnarla immediatamente al verdognolo, sarà quasi sicuramente un gol.

    NON LASCIARLO PASSARE!
     
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    Masao Suzuki
    Il problema dell'essere un vigilante abituato a usare il quirk in maniera istintiva per difenderti dai cattivoni è che devi stare attento a non esagerare quando NON stai facendo vigilantismo. Tira un fistbump a Laguna, ma non troppo forte. Torna a correre in campo, ma non troppo veloce. Salta a prendere quel pallone, ma- no non caricare troppa energia cinetica nelle gambe, salta piano...

    Un momento di esitazione di troppo prima di balzare in aria; pallone preso di testa male e storto, che rimbalza dalla parte sbagliata invece di tornare in centro campo. Si girò appena in tempo per vedere l'avversario che lo tallonava prendere la palla e passarla al verdognolo, che mirò alla porta e...


    ...Sbagliò il tiro.

    "GRANDISSIMO!"

    Corse a rifilare complimenti e pacche sulle spalle al loro portiere che stava là, inebetito sulla porta, fissando il pallone che aveva tra le mani come se non sapesse nemmeno lui come ci fosse finito.
    Un miracolo. Qualche centimetro più in là e la palla sarebbe andato in porta, eppure...

    "Si vede proprio che è un ex professionista!"

    Lasciò il portiere ai festeggiamenti e si offrì di riportare il pallone al centro campo, prendendolo in mano. E ne approfittò per ripristinare l'energia cinetica che aveva caricato con il colpo di testa, e rilasciato per deviare leggermente la direzione del pallone.
    Un lavoro di fino.


    L'intero team sembrò ringalluzzirsi dopo quella parata inaspettata. Non abbastanza da riuscire a parare il secondo attacco spietato dell'irritante Onigumo, ma al match successivo la casalinga riuscì chissà come a rubare il pallone all'attaccante e a tirarlo a Laguna, che quasi portò a casa un altro goal. Quasi. Quel muro di mattoni che gli altri avevano al posto di un portiere si frappose tra palla e porta, ma il morale restava alto, erano uno ad uno e gli avversari stavano iniziando ad essere un filo irritati dalla resistenza messa in piedi da quella squadretta improbabile.

    "Bah. Tutta fortuna."

    Già.
    Tutta fortuna.


    "Allora, hai capito come funziona il mio Quirk?" sussurrò con nonchalance a Laguna, accostandosi a lei durante la pausa di metà partita. In mano aveva un thermos di caffé ormai freddino, che vuotò in attesa di risposta con lo stoicismo di chi è ormai abituato a bere simili intrugli.

    Al lato opposto del campo, Onigumo e il suo centro campista stavano bisbigliando tra loro, rivolgendo occhiate nervose al duo biondini combattivi. Masao gli rivolse un'occhiata di rimando, seguita da un sorriso falsissimo.
    Forse non era l'unico in quel campo ad aver deciso di barare.

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    Momenti di tensione nel vedere la palla volare inesorabilmente verso la loro porta, dopo che Masao l'aveva deviata con la testa. Trattenette il respiro, il pallone che cadeva e cadeva... fino a depositarsi comodamente tra le mani del portiere. Non riuscì a esultare, le partì invece un grosso sospiro di sollievo. Aveva il terrore che qualsiasi pallone venisse tirato entro lo specchio della porta fosse un gol assicurato, ma fortunatamente non fu quella la volta. Fu infatti quella successiva.

    Un ex-professionista?!

    Guardava il biondino interrogatoria, girandosi dunque verso il portiere, strizzando gli occhi e asseverando le sue condizioni fisiche a dir poco tragiche e quindi tornando a girarsi in direzione del giapponese, con un pollice puntato verso il vecchio.

    E con chi ha giocato? Jesus?

    Non abbastanza tempo per andare a scavare l'albero millenario che doveva essere quello genealogico del loro portiere. Avevano già perso il vantaggio ed era il momento di riguadagnarselo. Una serie di passaggi e un'altra avanzata fulminea dell'americana avrebbero portato alla squadra un altro tiro in porta, che venne tuttavia fermato dalla stazza esagerata del loro guardiano. Schioccò la lingua in segno di disappunto, prima di tornare in posizione. Il punteggio 1-1 alla fine del primo tempo. Laguna si concesse un attimo per rifocillarsi dopo che continuava a fare su e giù per il campo. Fortunatamente si era sempre tenuta in ottima forma fisica, altrimenti il fumo le avrebbe già ucciso il fiato al primo break della partita. Masao sembrava invece abbastanza fresco mentre si avvicinava a lei con un termos in mano. Lo guardò con aria leggermente sorpresa.

    Wait, what?

    Quirk? Non si era minimamente accorta di alcun utilizzo di unicità, tanto meno poteva aver capito come funzionasse. L'aveva presa davvero sul serio, allora, se aveva già cominciato a barare pur di vincere. L'americana si lasciò scappare un sorrisetto, guardando il compagno di squadra.

    Non pensavo di saresti rivelato un cattivo ragazzo così presto.

    Disse, in tono scherzoso, prima di alzarsi in piedi, allungando la muscolatura per prepararsi a correre di nuovo al secondo tempo.

    Comunque no. Direi che l'hai nascosta decisamente bene.

    Si mise a fianco a lui, poggiandosi con un braccio sulla sua spalla per tenersi in equilibrio mentre allungava il quadricipite, tirando il piede all'indietro con la mano e allo stesso tempo tenendo d'occhio la squadra di teppisti (incredibilmente non era la loro) che pareva complottare qualcosa contro loro due in particolare, viste le occhiate che stavano lanciando.

    Sembra che il secondo tempo sarà un po' più movimentato. Occhio ai colpi bassi.

    Era chiaro che i due bersagli sarebbero stati gli unici due veri giocatori di quella squadra di scappati di casa, perciò c'era d'aspettarsi qualche giochetto sporco. L'unica incognita era fin dove quei palloni gonfiati avevano intenzione di spingersi. Il calcio d'inizio spettava a loro. Una serie di passaggi muoveva lentamente la palla verso la loro metà campo, nonostante la pressione posta dall'americana, che in tutto ciò stava riuscendo anche a stare al passo. Affiancata a Onigumo, pronta a rubargli il pallone prima che, dal lato cieco, un altro giocatore facesse la sua comparsa, ponendosi letteralmente in mezzo ai binari della bionda la quale, presa alla sprovvista, si vide catapultata con la schiena a terra. Il teppistello dai capelli verdi aveva ora il via libera.

    Para questo, vecchio!

    Un tiro veloce e teso, puntato a lato della porta, che non trovò alcuna resistenza se non una volta gonfiata la rete. Laguna, intanto, seduta a terra con le braccia aperte in segno di protesta. Punteggio: 2-1. Alzandosi, venne affiancata da Onigumo, che non si preoccupò di deviare il suo cammino, facendo in modo che la sua spalla e quella della bionda si colpissero.

    Cerca di stare in piedi, gaijin.

    Al sentirgli pronunciare quella parola, i suoi occhi si iniettarono di sangue. Si sarebbe volentieri girata per far scattare una rissa e fargli mangiare i denti, ma c'erano troppi presenti e il suo quirk non era tanto semplice da nascondere come quello del biondino. L'avrebbe finita male sicuramente. A meno che...

    Gnignò, prima di alzare una mano e rivolgersi sorridente al portiere alleato.

    Hey! Sono un po' stanca, ti dispiace se sto un attimo in porta?
     
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    Masao Suzuki
    "Non pensavo di saresti rivelato un cattivo ragazzo così presto."

    Masao Suzuki: bravo ragazzo solo nella facciata, incrinata per un attimo in un ghigno tutto denti.

    "Finché non mi scoprono rimango un angioletto," bisbigliò di rimando. Avrebbe voluto spiegarle meglio cosa stava facendo, ma... No, troppo rischioso. A meno che...
    Tirò fuori il cellulare e aprì il blocco per appunti.
    Non era mai stato molto bravo a scrivere. Ma Laguna era straniera, quindi doveva parlare inglese, e le lettere occidentali, aveva realizzato, gli provocavano meno problemi degli ideogrammi. Cambiò la lingua della tastiera e scrisse una nota, inclinando lo schermo verso la bionda:
    cerca di tirarmi palle alte, mi serve contatto fisico col pallone per caricarlo di magia

    Rialzò lo sguardo dallo schermo, tornando a fissare i bulletti della parte avversa. Anche loro avrebbero provato a fare magie?

    Passò il secondo tempo cercando di dar fastidio a Onigumo e centrocampista, intercettando i loro movimenti, spiandoli da lontano, cercando di cogliere azioni sospette che tradivano l'utilizzo di un Quirk. Tutto quello che notò in quei primi minuti, però, fu solo grande maleducazione.

    "Cerca di stare in piedi, gaijin."

    "Sì, è una gaikokujin!" termine decisamente più corretto. "È così che mostriamo agli stranieri cosa sappiamo fare? Insultando e spintonando? Un po' di onore, merda." sbottò — salvo poi strabuzzare gli occhi, rendendosi conto di cosa aveva appena detto.
    Lui non era il tipo di persona che di solito diceva merda. Laguna era una pessima influenza.
    O una positiva, forse. Perché sapete cosa? È molto liberatorio, dire le parolacce. Esprimere la rabbia. Ripagare i bulletti con la stessa moneta! Prendere l'iniziativa, specie ora che Laguna era in porta e l'altro attaccante era l'anzianissimo ex-portiere. Si fece passare la palla, spingendosi in avanti, tirando un calcio deciso che li portò 2 a 2.

    "Wohooh!"

    Palla di nuovo al centro. Passaggio laterale. Avanzata dell'attaccante avversario, che dribblò il loro difensore ripassando la palla a Onigumo. Il verde si lanciò verso la porta, investendo la casalinga alla difesa come un treno in corsa.
    Parata di Laguna. Donna che cadeva a terra. Nel vederla precipitare, come al ralenty, iniziò a capire dove avevano sbagliato.

    "Hey! Tutto ok?"

    Si chinò per aiutare la donna a rialzarsi in piedi, mordendosi la lingua per evitare di dire altre parolacce che sarebbero state rivolte a se stesso. Stupido. Con Laguna in porta e lui a fare da attaccante paranoico, i loro tre anziani compagni di squadra erano rimasti scoperti come pecorelle davanti a un branco di lupi. E gli aitanti bulletti ne avevano approfittato andandoci giù pesante, spintonando e prendendo a spallate in una maniera che gli sarebbe costata qualche fischio se lì ci fosse stato qualche arbitro. Ma non c'era nessuno che rinforzasse le regole, nelle partite amatoriali, e a poco sarebbe servito lamentarsi.

    Quando pochi minuti dopo il loro anziano ex-portiere finì con la faccia a terra e una caviglia slogata, però, le proteste furono così forti che anche Onigumo fu costretto a concedere un calcio di punizione.
    La parte più difficile, per lui, fu cercare di controllare la rabbia e non imprimere energia cinetica nel pallone mentre calciava la palla in porta.

    Se ne tornò dai compagni con un sospiro, la coda tra le gambe.
    Punteggio: 3-2 per loro. Ma erano senza un giocatore, e le espressioni dei suoi compagni di squadra si erano fatte assai cupe, venate di stanchezza.
    Un'occhiata scoraggiata a Laguna. Non si sarebbero arresi ora, vero? Lui non intendeva arrendersi. Però sapeva che gli altri avrebbero continuato a giocare sporco, e non voleva che i suoi compagni si facessero male.

    "Cerchiamo di non farci intimidire, okay? Mancano pochi minuti alla fine. Laguna..." Un attimo di esitazione. Chiederle di tornare in campo? No, nessuno dei giocatori ancora in piedi sembrava propenso a mettersi in porta. La sola idea pareva terrorizzarli.

    "...Rimani in porta," decretò, fissandola e annuendola piano in un gesto universale di fiducia e supporto tra bro.
    Ce la potevano ancora fare. Bastava concentrarsi sulla difesa, fare fronte unito, e...

    "Aaah!"

    E appena bloccò Onigumo con una spallata quello fece finta di essersi fatto male e rotolò a terra.

    "Ma non ti ho neanche sfiorato!" protestò, sapendo che sarebbe stato inutile: li avevano costretti a un calcio di punizione, e quelli si stavano prendendo la rivincita. Che tirassero 'sta palla in porta, allora, resto del gruppo in cerchio e col fiato sospeso intorno al ragazzo dai capelli verdi.

    Tiro in porta.
    Parata di Laguna.


    "Sì! Abbiamo vinto, cazzo!" e lui stava imparando a dire le parolacce, a quanto pareva. Cosa poteva farci? La colpa era di Laguna che lo aveva influenzato, ecco — e che al momento era impegnata a riempire d'insulti la squadra avversaria mentre i compagni le facevano le feste.
    Una cattiva influenza, quella ragazza americana: volgare, sboccata, violenta. Un modello da non imitare, che però gli piaceva un sacco.

    "Oi, Laguna! Andiamo a festeggiare?" domandò, mani alla bocca per farsi sentire in mezzo a tutto quel casino. "Offro io!"

    Scheda Vigilantes Bloodpact Livello 6



    Edited by Whatnot - 24/9/2022, 22:44
     
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    Hello,
    well non c'è molto da dire in realtà, gg Laguna che se ne va parando un ultimo pallone.
    Eravate al minimo dei post quindi l'esperienza base c'è, ovviamente per Laguna può essere ritirata solo riesumando il personaggio dall'archivio.

    Laguna: +50exp
    Masao: +50exp +25exp (bonus livello)

    Chiudo.


    Edited by ddraig - 1/10/2022, 23:32
     
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12 replies since 5/3/2022, 19:23   283 views
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