Dr. Horror, your heart's of blackest kind!

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Fili, nastri e tessuti: in cosa potrebbe eccellere un quirk che li controlla? Probabilmente ad avvolgere un corpo come del resto fanno i vestiti di tutti i giorni, la corvina di tanto in tanto si esercitava a creare capi con il suo potere e piano piano riusciva ad ottenere risultati sempre più soddisfacenti, meno simili ad un agglomerato di fibre e più vicini a dei rudimentali pezzi d'abbigliamento.
In modo completamente collaterale però, durante questi esercizi Senka si era resa conto di come la forza che riusciva a imprimere omogeneamente in tutto il corpo con quei nastri poteva causare forte dolore o in alternativa una forte sensazione di asfissia. Non era una novità per la corvina che il suo quirk potesse essere usato come un arma con varie modalità d'attacco, tra alabarde, simil-calzamaglie che aumentavano la sua forza fisica o arti supplementari, quelle però erano tecniche con cui poteva esercitarsi anche da sola, si dovevano adattare solo ed esclusivamente al suo corpo e il suo successo con esse dipendeva principalmente dalle sue abilità. Imbozzolare qualcosa o qualcuno era una pratica decisamente più... particolare, provare la cosa su se stessa poteva essere efficace fino ad un certo punto, era certa di poter immobilizzare molte cose ma tentando di tenere fermo uno qualsiasi dei suoi arti, essendo pur sempre un tessuto controllato dalla sua mente, non riusciva a capire se lo stesso fosse o meno più forte di un suo braccio, la sensazione in cui si imbatteva era simile a ciò che si proverebbe giocando a braccio di ferro con se stessi.
Beh, era forse un problema per lei? Assolutamente no, poteva fare come il suo solito e semplicemente girovagare nelle ore notturne in cerca di una vittima su cui provare questo nuovo potere. Non sapeva se il povero malcapitato di turno doveva ritenersi fortunato o sfortunato: alla fine sulla precedente cavia aveva provato le sue armi ad asta e su quella prima ancora i drappi di tessuto tagliente, a entrambi, anche se usciti vivi dall'incontro, erano state inflitte ferite da taglio più o meno gravi, mentre questa volta il soggetto dei test sarebbe uscito completamente illeso! Ma vista la natura di quelle prove l'avrebbe trattenuto per molto di più.
Quel colpo di alabarda in mezzo alle scapole o quella raffica di lame nere non avevano richiesto più di un minuto scarso per dimostrarsi efficaci mostrando a Senka i risultati che voleva vedere, eppure alle vittime dell'aggressione quel misero lasso di tempo doveva essere sembrato un eternità... chissà come la nuova vittima aveva recepito i quindici minuti che erano passati da quando era caduta nelle grinfie della temibile donna. Era una povera ragazza sola e ben vestita, piangeva, chissà cosa le era appena successo, la corvina immaginava che fosse appena stata lasciata dal suo ragazzo e che stesse percorrendo la via di casa senza il passaggio del suo cavaliere, la vedeva stringersi e strofinarsi le spalle per il freddo che permeava quel giubbottino fashion palesemente indossato nell'ottica di affrontare il viaggio in un mezzo di trasporto, che dire, non era decisamente il suo giorno fortunato.
Aveva scelto un bersaglio facile che era sicura di poter tenere fermo anche a mani nude, in questo modo se avesse dovuto prendere una pausa dissolvendo momentaneamente le sue fibre e usando invece le sue mani per tapparle la bocca avrebbe potuto farlo senza problemi, incurante di ciò che potesse star provando e tenendo sempre lo stesso terribile silenzio tombale che aveva accompagnato quel calvario dall'inizio: non era necessario minacciarla visto che non era una rapina, ne lo stava facendo per soddisfare un qualche tipo di sadismo, non voleva ne sentirsi potente ne sentire la poveretta implorare, stava semplicemente sperimentando, per tanto evitava di parlare per usare il suo fiato in modo più efficiente.
Si era seduta per terra al suo fianco, alternando la posizione della sua mano destra tra il suo costato, per testare quanto difficile fosse espandere la cassa toracica con vari livelli di pressione, e sotto il suo naso, per testare quanto spesso doveva rendere un tessuto per impedire a qualcuno di respirare, accorgendosi in realtà di quanto fosse semplice rendere la respirazione del proprio bersaglio un inferno ma senza ostruirla del tutto. Gran parte del tempo con la K9 lo aveva passato così quella nuova cavia, lasciando che fosse il suo stesso istinto di sopravvivenza a torturarla mentre si aggrappava disperatamente alla vita, probabilmente terrorizzata da quella che per lei era a tutti gli effetti solo un'anonima ombra slanciata di cui non conosceva ne aspetto, ne voce, ne sesso, ne qualunque altra cosa potesse quantomeno suggerirle anche semplicemente che si trattasse di un essere umano.
Del lasso di tempo precedentemente menzionato, gli ultimi strazianti tre minuti li aveva invece passati subendosi un idea piuttosto violenta che era saltata in mente al suo aggressore che inizialmente partiva con il presupposto di lasciarla illesa, venendo assalita da un interrogativo abbastanza interessante da farle buttare quel buon proposito dalla finestra: vedendo gli arti della sua vittima contorcersi in modo piuttosto innaturale e sentendo le sue articolazioni scricchiolare una dopo l'altra si chiedeva se fosse stata capace o meno di romperle un arto, si sarebbe dunque concentrata su un braccio, dalla spalla alle punte delle dita, spingendo il più forte possibile contro le sue articolazioni e provando a girarle e piegarle praticamente al contrario rispetto al normale. Non ci stava mettendo tanto di proposito, chiaramente il suo quirk non era ancora abbastanza allenato per fare una cosa simile e la cosa non era proprio una sorpresa per Senka, raramente quando scopri una nuova applicazione per un quirk è possibile usarla immediatamente al massimo dell'efficienza.
Non era ancora passato nessuno in quella buia stradina secondaria da quando aveva cominciato e ogni secondo che passava rendeva sempre più improbabile che nessuno si imbattesse nella scena...
... ora il braccio della ragazza iniziava a produrre sottili e secchi rumori a dir poco preoccupanti, ben udibili anche se in parte coperti dai mugunii agonizzanti e ovattati della stessa ancora imbavagliata dal tessuto, se qualcuno stava effettivamente percorrendo quella strada, per qualsivoglia motivo, questo era il momento giusto per interrompere i freddi esperimenti della K9.

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Il piano d’azione per quella sera era semplice: condurre i test necessari, magari fermandosi per più tempo del previsto qual’ora fosse servito, e andarsene velocemente a operazione finita, oppure, nello sfortunato caso in cui un altro civile si fosse imbattuto nella scena, scappare a gambe levate dando per scontato che avrebbe chiamato la polizia. Ma per quell’individuo, quello che le aveva appena rivolto la parola, poteva benissimo fare un’eccezione visto che le sue intenzioni parevano essere ben diverse.
Inizialmente sorpresa, la corvina ascoltava le parole di quello che sembrava proprio essere un vigilante, ghignando sotto i vestiti che le coprivano il volto, poteva davvero trattarsi di qualcuno disposto a utilizzare la forza per provare a fermarla? Quale bizzarra e fortuita occasione, ora poteva testare quel suo nuovo potere in combattimento! Si poteva benissimo trattare di un individuo più forte di lei ma… non aveva l’aria di esserlo, questa sensazione era scaturita da molti piccoli dettagli nel suo atteggiamento e Senka aveva tutte le intenzioni di fare la stronzetta e fargliele notare, le prime ferite di uno scontro vanno inflitte al morale no?
Dopo che il tizio aveva fatto le sue richieste un leggero vapore nero avrebbe cominciato a levarsi dalla prima vittima che non aveva aspettato un istante prima di prendere la sua tanto meritata boccata d'aria fresca senza strati su strati di tessuto davanti a naso e bocca, allontanandosi da chi l'aveva aggredita senza fiato e accartocciandosi momentaneamente sul braccio dolorante,
"Beh, ecco fatto" - diceva, alzandosi lentamente dall'asfalto freddo, proseguendo
"Dunque ora posso andarmene secondo la tua logica? Mi lasci libera di scorrazzare e boh, magari di trovarmi un altra vittima da tormentare?" - diceva rivolgendo il suo sguardo alla ragazza ancora a terra che si era ora affrettata ad alzarsi in preda al terrore e ai singhiozzi. L'eroe di turno, di primo impatto, non sembrava essere proprio un macho, a occhio e croce sembrava essere alto come lei se non più basso di pochi centimetri, questo senza contare le orecchie nell'altezza della corvina che ora giacevano sotto copertura
"Sai, se secondo te menare un criminale che sta aggredendo un civile è 'violenza gratuita' forse hai sbagliato mestiere" - diceva ridacchiando e incrociando le braccia
"Dimmi, sei nuovo piccino? Ti illumino: di solito, non potendo arrestare i cattivoni, gli 'eroi' come te devono per forza fare a cazzotti per dare una lezione ai malviventi" - faceva le virgolette mentre diceva la parola "eroi", sicuramente non era sbagliato sottolineare che a tutti gli effetti lui fosse un fuorilegge come lei
“Altrimenti cosa ti dice che non ricomincerò a pedinarla non appena smetterai di tenermi d’occhio?” - le minacce, in effetti, non erano proprio una cosa da vigilante, almeno la corvina era abbastanza convinta che non lo fossero: come fa qualcuno che per fermarti può solo usare le mani a tentare una soluzione diplomatica? Un poliziotto può permettersi di contrattare perché ha la possibilità di fermare il proprio bersaglio con metodi violenti o non violenti, ma che cos’ha veramente un vigilante oltre all’aggressione fisica? Nella vita di tutti i giorni c’è sempre spazio per la saggezza e risoluzioni pacifiche per qualsiasi conflitto, ma nelle strade vige la legge del più forte. E chi era il più forte tra quei due? Beh, era impossibile dirlo visto che non avevano ancora cominciato il duello, ma era importante che a prescindere fosse il ragazzo a sentirsi da subito il più debole.
L’individuo si stava avvicinando, probabilmente per rendere più facile attaccare con il coltello che aveva in mano anche se stranamente non sembrava tenere una posa pronta all’attacco, enorme errore da principiante che ironicamente in quella situazione funzionava proprio in suo favore: alla fine la corvina non ne sapeva ancora un acca di coltelli e non aveva idea di come distinguerne uno normale da uno da lancio, dunque vedere qualcuno avvicinarsi senza che rendesse particolarmente evidente se fosse intenzionato a effettuare un lancio o dare una pugnalata le impediva di prepararsi adeguatamente a una delle due mosse. La K9 avrebbe intrecciato le mani dietro la testa mettendosi nella tipica posa che si usa per stiracchiarsi, dando poi le spalle al suo avversario che ormai si trovava a una distanza adeguata per rendersi un bersaglio facile
“D’accordo allora, se per te sono apposto così vedo di avviarmi verso casa” – diceva con un tono abbastanza qualunquista, per poi provare a prenderlo di sorpresa generando del tessuto dalle sue mani e sparandoglielo contro. Non aveva un obiettivo preciso come un punto vitale o simili, le bastava colpirlo, probabilmente sarebbe andato a segno o probabilmente no, sinceramente non faceva una grande differenza alla dobermann, l’importante era che fosse lui a rispondere a una sua azione e non viceversa, era lei che voleva dettare la velocità dello scontro senza un motivo particolare, semplicemente non le era ancora capitato di essere il lato più aggressivo di un duello. E la povera ragazza? Beh lei era riuscita a rialzarsi e a trascinarsi lontana dal pericolo, probabilmente non avevano molto tempo prima che la stessa chiamasse la polizia, un altro piccolo fattore che rendeva quel combattimento davvero interessante, come sarebbe finito? Ma soprattutto, come sarebbe iniziato?

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Ci sono vigilanti tutto muscoli e niente cervello, altri che invece fanno dell'intelligenza il loro cavallo da battaglia mettendo quindi la forza fisica in secondo piano. Erano gli individui di una terza e più rara categoria quelli che riuscivano sempre a stupire la corvina, quelli che, come quel ragazzo, sembravano piuttosto carenti in entrambi i campi
"Oh, beh, si certo, mi sembra logico" - diceva emulando un tono accondiscendente,
"Dunque il tuo piano, se decidessi di non porre resistenza, è sederti con me pacificamente per aspettare gli sbirri assieme in modo che potranno arrestarci entrambi senza problemi" - gli faceva ora notare come potesse non essere la migliore delle idee per un reo vigilante aspettare i poliziotti i compagnia del criminale malcapitato
"O forse hai intenzione di andartene poco prima che arriveranno? Visto che ovviamente me ne starò qui ad aspettarli appena girerai il culo" - insomma, come se i criminali, una volta colti con le mani nel sacco, stessero volontariamente fermi ad aspettare la polizia piuttosto di scappare a gambe levate o neutralizzare chiunque sia stato abbastanza sfortunato da diventare un testimone, vero che Senka si stava trattenendo per i suoi motivi già specificati, ma sicuramente una volta fatto quello che doveva fare se ne sarebbe semplicemente andata senza se e senza ma, al contrario di quelle che apparentemente erano le aspettative del ragazzo.
"Lezione numero due sul vigilantismo: quando non hai voglia di rompere una gamba a qualcuno, è consigliabile usare qualcosa per immobilizzare il proprio bersaglio se vuoi evitare che scappi" - ridendo avrebbe dunque concluso
"Come ti chiami, tizio?" - si aspettava, chiaramente, che avrebbe risposto dicendo quale fosse il suo nickname da vigilante, non il suo nome vero, ma sperava comunque in uno scivolone da parte di quell'adorabile ragazzo.
Inaspettatamente quest'ultimo aveva deciso di non schivare l'attacco della corvina, lanciandosi contro di lei mentre lo parava con il suo avanbraccio, molto audace come mossa, era forse estremamente rischioso ripagare con la stessa moneta, ma era anche esattamente ciò che serviva alla K9 per tentare un feroce contrattacco con la sua nuova tecnica, magari unendola a qualcos'altro con cui era più familiare nel suo arsenale:
"Si, così... " - Avrebbe detto a bassa voce vedendo il suo avversario arrivare sempre più vicino, cominciando a sferrare nuovamente la tecnica che aveva tenuto occupata la ragazza fino a pochi istanti prima, il suo obiettivo, chiaramente, era immobilizzare almeno parte del corpo del proprio avversario per renderlo vulnerabile a un qualche tipo di colpo molto forte. La lama era affondata nella sua gamba come burro, strano per un coltellino del genere, probabilmente il ragazzo aveva qualche quirk che poteva in qualche modo aumentare la sua forza, la corvina, dopo aver mugolato con voce roca per il dolore, avrebbe lanciato la sua controffensiva indipendentemente dalla riuscita o no della prima tecnica
"... vieni da mammina!" - avvolgendo questa volta il suo di corpo nelle temibili fibre nere, avrebbe alzato il braccio sferrando dall'alto verso il basso la gomitata più forte che poteva mirando all'occhio dell'avversario.
C'erano un paio di modi in cui questa cosa poteva andare storta per Senka, ma in generale reputava questa strategia d'attacco abbastanza solida: l'avversario si era proiettato verso di lei in un modo che rendeva abbastanza difficile schivare qualunque cosa la stessa avesse intenzione di lanciargli, soprattutto perché piuttosto di lanciargli qualche tipo di proiettile aveva optato per un alternativa decisamente più a prova di bomba, ossia i suoi nastri-tentacolo. Per quanto riguarda la gomitata, qualora la prima tecnica avesse effettivamente colpito, sarebbe stata abbastanza semplice da mandare a segno, ma anche in caso contrario non sarebbe stato esageratamente più difficile colpire comunque una sua spalla o il suo petto... dipendeva tutto da eventuali assi nella manica del suo avversario, magari non era così sprovveduto come sembrava, o magari in modo completamente fortuito aveva la mossa perfetta per contrastare il suo quirk.

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La corvina era la prima a cambiare soprannome ogni volta che qualcuno glie lo chiedeva, o in generale a non rivelarlo proprio in modo da non rendersi particolarmente riconoscibile. Era quindi abbastanza certa che quello fosse il caso anche per quel ragazzo, certo, non sembrava assolutamente preparato per affrontare situazioni come quella che stava affrontando in quel momento, ma questa piccola accortezza non era difficile da avere fin da subito. Aveva anche rigirato la domanda a Senka, che avrebbe dato una risposta tanto vaga quanto quella del ragazzo
"Ne ho tanti..." - non si poteva permettere di elaborare più di tanto la risposta visto come stava volgendo la situazione, questo le risparmiava la fatica di inventarsi un nome nuovo, non ne valeva la pena per qualcuno alle prime armi come quell'individuo che dopo una serata del genere poteva benissimo smettere di fare il vigilante.
Come sospettava la K9 per il ragazzo era stato praticamente impossibile evitare il primo tra i suoi due attacchi, era riuscita ad avvolgerlo in modo abbastanza soddisfacente con le sue fibre, purtroppo però, quell'individuo aveva un asso nella manica, forse l'asso migliore che poteva avere contro un quirk come quello della corvina: un quirk di fuoco. Il fuoco non era il peggior nemico del quirk della donna, ma essendo un tessuto con una struttura vagamente simile a quella della seta gli elementi di qualsivoglia tipo non lo facevano funzionare al meglio, in questo caso il calore sprigionato dal ragazzo era stato abbastanza per indebolire i nastri permettendogli di divincolarsi in modo da non essere colpito nella zona che preferiva la corvina. Era abbastanza infastidita da questo avvenimento, ma almeno ora aveva un assaggio di che qualità potessero aiutare quel ragazzo in battaglia: se ciò a cui aveva appena assistito non era qualche tipo di anomalia probabilmente era capace di prendere decisioni sensate velocemente, o quanto meno di avere una mentalità abbastanza elastica da non adottare sempre la soluzione più ovvia, molti al posto suo avrebbero fatto l’errore di provare a strappare o tagliare il tessuto, cosa che molto probabilmente avrebbe assicurato il colpo alla corvina visto quanto resistente poteva risultare quest’ultimo.
Con la mano che aveva libera il ragazzo aveva ora provato a colpirla, non era sicura di dove mirasse, in ogni caso avrebbe provato a parare il colpo con il suo braccio destro, come c’era da aspettarsi, pur riuscendo a parare il colpo, si trattava comunque di un pugno ustionante, si era dunque scottata più o meno all’altezza del gomito, sperava dunque di non metterci più di tanto a finire quell’incontro, insomma, i trattamenti per non avere cicatrici residue è meglio cominciarli il più presto possibile. Il tessuto si dissolveva ora sotto gli occhi di entrambi, non per merito del colpo inflitto dal ragazzo ma per volontà della corvina che voleva mantenere la pressione sul bersaglio infliggendo subito il colpo successivo: nulla di troppo complesso, avrebbe sferrato un calcio in avanti mirando direttamente al diaframma dell’avversario, si sarebbe impegnata, certo, ma non si aspettava comunque di colpirlo, era una mossa così facile da prevedere che sperava che provasse a pararla o schivarla. Un avversario che para o schiva più attacchi di seguito inizia automaticamente a assumere un atteggiamento più difensivo, Senka mirava proprio a questo, a intimorire il suo avversario e a metterlo all’angolo con la sua aggressività, una strategia elementare e ben comprensibile anche da qualcuno che, come la donna in questione, non aveva mai praticato arti marziali o sport che potessero in qualche modo averle insegnato una base di teoria del combattimento. È proprio in situazioni come questa che l’aspetto estetico e la presentazione di un individuo possono avere un grande impatto in uno scontro, era necessario cominciare lo scontro evocando nastri ovunque e potenziandosi senza nemmeno essere certi di colpire il bersaglio? No, non veramente, lo era solo nell’otica di pavoneggiare e ora il ragazzo ora aveva potuto assaggiare di cos’era capace la corvina con il suo quirk venendo quasi preso da una delle sue tecniche, magari si sarebbe pentito della sua improvvisa offensiva e avrebbe lasciato dettare il ritmo dello scontro alla donna che, indipendentemente dall’esito del suo ultimo colpo avrebbe comunque continuato la sua marcia in linea retta verso l’avversario.

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«Tic, toc, tic, toc...» - Diceva Senka avanzando verso il ragazzo che, come si aspettava, aveva appena schivato il suo calcio senza troppi problemi
«Se la tizia di prima ha chiamato immediatamente la polizia non mancherà molto al loro arrivo. Cattive notizie per entrambi, no?» - c'era qualcosa di strano però, le sembrava quasi di sentirsi più affaticata del solito in proporzione agli sforzi che stava facendo, inizialmente aveva immaginato che fosse per come aveva utilizzato il quirk prima dell'incontro, poi però si era ricordata della ferita alla coscia: si sarebbe tolta momentaneamente un guanto posandolo sulla ferita, ridacchiando
«Tsk, ma guarda qui» - parlava con un tono quasi stupito, fermandosi un istante per mostrare al vigilante il palmo della sua mano impregnato di una sostanza densa e nera come il catrame, un misto tra il suo sangue e il fluido alla base del suo quirk
«Sei stato tu, sai? Stronzetto» - lo aveva fatto principalmente per impressionarlo, eroi e vigilanti non sono sempre abituati a vedere del sangue, specialmente quelli alle prime armi, figuriamoci se quest'ultimo poi è nero. In più questo esserino in particolare sembrava abbastanza pacifista, magari poteva entrare in gioco il suo senso di colpa... e se fosse stato un tipo superstizioso? Oh beh, in quel caso probabilmente se la sarebbe data a gambe, d'altronde per un giapponese il sangue nero è uno dei modi principali per distinguere un essere umano da un demone.
Si sarebbe improvvisamente abbassata, senza ancora essersi rimessa il guanto, sferrando un pestone a terra per fare rumore e facendo una finta con il suo pugno sinistro, il suo obiettivo era chiaramente prendere di sorpresa il suo avversario e invitarlo a parare un colpo inesistente per poi colpirlo altrove. Indipendentemente dalla sua reazione infatti, avrebbe sferrato il suo vero attacco con il pugno destro, mirando ai reni ma eventualmente accontentandosi anche del suo braccio se avesse avuto abbastanza riflessi da usarlo per parare, lo aveva già colpito un bel po' di volte durante quel combattimento e sicuramente continuare a infierire su una parte del corpo già acciaccata non poteva che assistere la corvina nel suo obiettivo di rendergli la situazione più attivamente scomoda e sfavorevole possibile.
Mentre lo faceva si sarebbe sicuramente resa conto di come respirare sembrava quasi più difficile e di come doveva concentrarsi un minimo per mettere bene a fuoco il suo avversario, sembrava che per quella sera si fosse sforzata abbastanza, era forse giunto il momento di ritirarsi, era assolutamente già contenta di tutto ciò che era riuscita a fare quella sera anche prima di ingaggiare il combattimento, quell'incontro era stato solo una bella ciliegina sulla torta che le aveva mostrato come la nuova tecnica poteva applicarsi a uno scenario reale.
«Che dici se la prossima volta facciamo come i bambini grandi? Senza la polizia: o ti spezzo l'osso del collo o tu lo spezzi a me~» -

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Anche il vigilante sembrava invogliato ad andare a casa e questo era un bene, sembrava non fosse particolarmente intenzionato a dare il tutto per tutto per provare a fermare Senka al contrario di ciò che quest'ultima si aspettava da un individuo similmente alle prime armi. Una cosa straniva sinceramente la corvina rispetto al suo comportamento: aveva preso le sue mazzate e aveva risposto a dovere assestando qualche bel colpo sulla corvina, ma non sembrava ne particolarmente afflitto ne troppo soddisfatto, dall'inizio alla fine dell'incontro aveva mantenuto una serietà quasi apatica senza scostarsi un millimetro da quell'atteggiamento, magari non era abbastanza inquietante da intimorire la corvina, ma aveva comunque potuto notarlo.
Si sa, l'importante non è ciò che qualcuno prova sotto la sua coltre di inespressività, ma quello che mostra al proprio avversario e come i suoi sentimenti influenzano il combattimento, ciò detto, a Senka non era sembrato di vedere scivoloni o errori provocati dalla troppa fretta o da qualche altro tipo di emozione che aveva preso il sopravvento: insomma, quel ragazzo aveva ottime basi per diventare un discreto sicario. La K9 ambiva a quella posizione da un bel pezzo e vedere qualcuno di almeno talentuoso quanto lei ma dall'altra parte dello spettro le faceva un certo effetto. Colpire i suoi addominali le ricordava la sensazione che si ha colpendo un sacco da boxe, non aveva fatto male, ma sicuramente non l'avrebbe fatto mai più con una mano nuda, quantomeno trattandosi di un movimento che non costringeva il suo braccio in qualche posizione particolarmente rischiosa era riuscita a toglierlo dalla traiettoria del coltello, indietreggiando di qualche passo e sbilanciata da delle leggere vertigini avrebbe detto
«Sei quasi sprecato come vigilante, come mai fai questo? Mai pensato di passare al 'lato oscuro'?» - scherzava chiaramente, avrà avuto i suoi soliti depressissimi motivi personali, ma tanto valeva chiedere visto che si trattava di un principiante
«Praticamente è come il lato dei vigilanti, solo che ammazzi chi vuoi e anche quando non ti pagano per farlo puoi comunque guadagnarci qualcosa sciacallando il cadavere» - se, contro ogni probabilità, effettivamente questa piccola considerazione da parte della corvina gli avesse fatto valutare la cosa ne sarebbe stata più che contenta, altrimenti ora sapeva chi era il prossimo nella sua lista di persone da uccidere, lasciarlo scorrazzare in giro e non impedire che diventasse più forte sarebbe stata una mossa stupida, effettivamente del talento ce l'aveva e non era esattamente contro la morale di Senka liberarsi della competizione prima che potesse diventare un problema. Questo la corvina lo aveva mai fatto? Nel senso, uccidere qualcuno? No, ma non si immaginava fosse qualcosa di esageratamente difficile, d'altronde in qualche caso, forse anche con la cavia di poco prima, ci era andata pericolosamente vicina e tra le varie cose che provava nessuna delle sue emozioni sembrava abbastanza per fermarla.
In ogni caso, era giunto il momento di andarsene, temporeggiare troppo avrebbe senz'altro aggravato di non poco quella ferita che inizialmente aveva fatto l'errore di sottovalutare
«Oh, beh, come vuoi, ma sappi che anche se tu ti tratterrai io non lo farò» - diceva con una certa naturalezza, per poi proseguire
«Vedi di fare pratica con lo shibari se vuoi avere una chance di fermarmi senza ammazzarmi» - ridacchiava, girandosi e incamminandosi nel buio
«Per la prossima volta, chiamami pure Megitsune» - concludeva con questo nuovo nomignolo, fatto apposta per quell'individuo, solo lui la conosceva così, che soddisfazione quando dopo che gli avrebbe fatto mangiare la terra sarebbe potuta tornare ad utilizzarlo con qualcun altro.
Chissà se quell'incontro sarebbe terminato nel silenzio o se anche quell'individuo si sarebbe fatto venire in mente un nuovo appellativo che la corvina poteva utilizzare.