Cave Canem

Role libera tra Senka Itou e Dadi Tanaka Pureis

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    Ridacchiò, quando la stilista le sembrava decisamente esasperata da eventi del genere. Poteva condividere in parte il sogno di non doversi presentare più e potersene stare a casa nel suo letto, tuttavia era abbastanza sicura che se per qualche motivo non dovesse più andarci per motivi sociali se fosse mai diventata un'eroina con un minimo di notorietà avrebbe sicuramente dovuto partecipare comunque ad eventi pubblici. Anche quello in effetti era un sogno che sarebbe rimasto tale per diversi anni probabilmente. Alzò un sopracciglio un poco stupita riguardo l'opinione del K9 degli altri rappresentati del mondo della moda, capendo successivamente che il negozio non fosse pericoloso perché nascondeva un'organizzazione terroristica ma per altri motivi.
    Il mondo della moda deve essere davvero spietato se arrivano a tanto. - Si limitò a commentare, mentre proseguivano con il servizio. Sinceramente quando la Mutant difese le sue scarpe come se fosse a rischio di perderle Dadi si chiese perché mai avrebbe dovuto volere delle scarpe di qualcun altro quando era abbastanza chiaro che se avesse voluto avrebbe potuto comprarne un paio della sua taglia. In effetti era un comportamento leggermente "canino" quello, quasi come se stesse tirando via un giocattolo ad un pericoloso dobermann. No no, certo. Non mi stanno neanche, anche se mi piacerebbe sapere dove le hai prese. - Non era sicura se fosse il caso indugiare sul discorso scarpe, anche perché avvertiva una strana aura proveniente dalla donna quando accennarono se potessero calzarle o meno. La studentessa non era molto sicura di voler usare quello che lei aveva portato da casa e la freddezza della donna le metteva un po' di agitazione. Non poteva capire dalla sua espressione se fosse d'accordo o meno e nella mente di Dadi era chiaramente il tipo di persona da fare quella domanda solo per testare come avrebbe risposto. E soprattutto, il problema era che la donna non le lasciava la possibilità di ignorare la domanda o di rimandarla ad un'altra volta senza rispondere veramente. Rimase un paio di secondi a pensarci mentre una guerra veniva combattuta dentro di lei ora che era stata messa in un angolo e l'unico modo per liberarsi era rispondere sinceramente.
    S-sì...penso valga la pena inserirlo in qualche foto. - Rispose coraggiosamente a quella domanda che non aveva chiaramente tutta quella carica emotiva, anche se aveva dovuto abbattere numerose barriere mentali solo per considerare che ciò che aveva creato era qualcosa degno di stare sulla sua testa assieme ai vestiti di Senka. Ovviamente aveva dovuto aggiungere la clausola di "qualche" vestito per mettersi in pace con sé stessa o non sarebbe mai riuscita a rispondere.
    Il servizio vero e proprio ripartì e il rumore della macchina fotografica era continuo e incessante come quello della pioggia, probabilmente per catturare ogni singolo istante che poteva sfuggire all'occhio umano. Quelli che per lei erano gesti piuttosto semplici ed abitudinari nascondevano facciate del suo carattere difficili da percepire in una distratta conversazione. Dopo il turno del vestito nero era toccato al completo natalizio e aggiunse la sua personale creazione dopo aver esitato ancora un po', sentendosi però piuttosto emozionata che apparisse lì. Era una sensazione diversa rispetto a quello che aveva decorato in negozio, forse perché era una delle poche cose che aveva fatto in maniera indipendente senza l'approvazione di nessuno. Quasi orgoglio.
    Nonostante i dubbi della stilista a Dadi quel vestito piaceva in modo strano, come quando si guarda un animaletto fin troppo brutto e lo si trova carino. Cercò di sembrare un po' più spensierata e libera durante quella parte di servizio, per dare l'aria di qualcuno che non abita nella grigia confusione di Tokyo ma in un bellissimo quartiere pieno di fiori e di luce. Sperò che Senka avesse capito che probabilmente quei design così particolari sarebbero stati perfetti per un qualsiasi Pro-Hero, anche se dal suo lato lei spiegò diversi problemi per quanto riguardava la produzione. Non bastava avere una buona idea, purtroppo, anche se la ragazza era molto interessata alle difficoltà che aveva incontrato. Lei aveva pensato più che altro all'apparenza più che alla sostanza e molto ingenuamente la sua testa non aveva neanche sfiorato l'idea che dovessero essere fatte per il pericoloso lavoro degli eroi. Quanto dovevano esserci stati allora gli stilisti dei maggiori Pro-Hero per creare accessori così sgargianti ma anche funzionali?
    Beh sì. Anche quelle non sono proprio il massimo visivamente ma...immagino che in quel caso si pensi più alla sicurezza. - Confermò leggermente delusa. Perché non si erano potuti impegnare anche dal lato design però? Era piuttosto sicura che i robot usati per le simulazioni fossero più carini di qualunque cosa avessero loro e i primi erano stati progettati come orribili mostri in genere.
    Sei interessata in un sacco di campi, immagino mettere le mani su una tuta del genere non sia facile. Ora capisco perché ai tuoi rivali fai paura... - Iniziò, vagamente divertita dal fatto che Senka avesse pronto un prototipo lì nel laboratorio. Probabilmente non era molto autorizzata a far provare quei materiali a chi volesse ma alla fine erano solo loro due no? Sperò che non arrivasse veramente a rivelarle segreti industriali. Ah, provarla non saprei...però non mi dispiacerebbe vederla se possibile. - Ammise, arrendendosi al fatto che probabilmente con la sua fortuna era una suit per qualche tipo di eroe che doveva stare quasi nudo per fare funzionare i propri poteri. Quando la corvina tornò col costume, che sembrava quasi uscito da una fiera di carnevale per le dimensioni, Dadi lo squadrò un po' dubbiosa chiedendosi come funzionasse.
    Ehm, se ti giri un attimo lo metto. - Si chiese quale fosse il limite alla pazienza di Senka prima che considerasse questa sua fobia fastidiosa, ma avrebbe messo il costume decisamente largo tanto che sembrava quasi avesse messo la tuta scegliendola al buio. Le parti scoperte sembravano quasi la cosa minore rispetto al fatto che sembrasse un pallone da calcio sgonfio ma la donna arrivò presto in suo soccorso premendo un pulsante per far aderire la tuta al suo corpo. La prima sensazione che provò la bionda fu quella del familiare tessuto delle suit e, al contrario delle aspettative di Senka sembrava calzarle bene. Si notava la differenza più che altro in altre zone di cui sicuramente la Mutant era più dotata ma era qualcosa di poco percettibile se non stando di fronte alla modella. La pelle scoperta era leggermente fastidiosa ma si vedeva che in qualche modo erano state scelte con un certo riguardo - anche se quel riguardo fosse semplicemente mettere in risalto quelle parti.
    Wow! - Era la prima cosa che le era uscita di bocca quando il capo cambiò velocemente forma. Mi immagino questi costumi però ben più decorati. Non lo prendere assolutamente nel modo sbagliato ma tipo... - Indicò il vestito a fiori posato in precedenza - Un design del genere lo userebbe chiunque avesse un Quirk legato ai fiori. O magari come divisa di un'azienda per eroi, in effetti. Certo, bisognerebbe cambiare qualcosa però... - Quel "chiunque" venne sottolineato quasi come se fosse un dato di fatto. Beh tutto per dire, oltre alla parte tecnica se tu producessi dei design per eroi secondo me andrebbero a ruba. - Non aveva particolare motivo di mentire o di fare la ruffiana con Senka (gli abiti se li stava già portando a casa), quindi quello era un augurio sincero che non si arrendesse.

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    Mi scuso anche io un sacco per il ritardo :sadbunny:
     
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    Accoglieva la considerazione della ragazza sulla freddezza del mondo della moda con un ghigno quasi malefico che sembrava toccare un orecchio e l’altro, per poi dire
    “Credimi, dicono tutti così prima di conoscermi meglio” – avrebbe dunque colto la palla al balzo per provare a conoscere meglio chi le stava davanti ponendo una domanda quasi brutale nella sua semplicità
    “Dunque ti interessa questo mondo, hm? Come mai allora hai avviato una carriera alla Yuuei invece di fare una scuola di moda?” - o almeno, così pareva, prima di allora non aveva mai conosciuto persone non attirate dal mondo della moda mettersi a costruire cappelli personalizzati, senza contare l’interesse che dimostrava per dei vestiti così particolari e indossabili solo da una piccola elité di persone
    “Non che sia necessario farne una per diventare un minimo importanti, io l’ho fatta solo per avere qualche base in più di anatomia e disegno” – considerava ad alta voce, quasi per evitare che la ragazza si mettesse a riflettere sulle sue scelte di vita sul posto, alla fine Senka stessa era convinta che per diventare moderatamente conosciuti l’importante, più di tutto il resto, fosse avere i contatti giusti e una buona dose di fortuna con marginale un pizzico di cognizione di causa per saperla sfruttare, forse da questo punto di vista diventare una Hero poteva aiutarla anche di più di fare una scuola di moda vista la costante possibilità di diventare famosi da un momento all’altro arrestando qualche criminale più grosso del solito.
    Assottigliando gli occhi ascoltava la ragazza difendersi mentre diceva che non le era nemmeno passato per la testa di portarsi a casa quelle scarpe visto che non le stavano, frase con cui aveva inconsciamente girato il coltello nella piaga
    “Da coso qui all’angolo, quello con l’insegna che ha il font illeggibile: non ci davo due lire, ma in realtà è da un po’ che vado sempre li” - ma poco importava, ciò che interessava davvero alla K9 era ciò che aveva intenzione di fare con il cappello: ascoltava con calma quella frase che pronunciava con una voce incerta e tremolante, nonostante il suo tono era chiaro che si trattasse di un affermazione, a tal punto Senka era più che contenta di accettare e farle portare il cappello nel set, alla fine Dadi era riuscita a prendere una decisione, per altro quella che sicuramente anche la corvina stessa avrebbe preso al posto suo,
    “Ok” – diceva, sempre con la calma e la freddezza che stava dimostrando, senza dimostrarsi entusiasta o fiera di quella grande dose di coraggio che aveva dimostrato, perché? Beh, senza un motivo preciso, ora che l’aveva in qualche modo messa alla prova constatando che riusciva ad avere anche del fegato, voleva solo divertirsi un po’ facendola impanicare, quale modo migliore di farlo se non lasciandola crogiolare nel dubbio di aver fatto una scelta giusta o sbagliata?
    In ogni caso, durante quell’incontro, i discorsi sembravano prendere una piega molto interessante, ora che erano finiti a parlare di tute e Senka aveva potuto parlarle delle basi di quel buisness, la ragazza sembrava capire quali erano i problemi che incorrevano parlando di un’attività del genere, dimostrandosi comunque interessata anche semplicemente a vedere la tuta, la corvina non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, sarebbe semplicemente andata a prenderla portandola alla platino e aspettando di capire se volesse anche metterla o meno. Un sospiro vagamente seccato attraversava la stanza dopo che la ragazza le aveva chiesto di girarsi, sarebbe dunque andata verso la scrivania nell’altra metà della stanza, voltandosi e chiudendo gli occhi, dicendo
    “Dieci… nove…” - ovviamente non si sarebbe effettivamente girata in dieci secondi, avrebbe aspettato che la ragazza le desse l’ok o quantomeno di essere certa che avesse finito, quel finto conto alla rovescia era solo per far si che si sbrigasse. Chiaramente non poteva sapere del comando sul polso, sarebbe giunta in suo soccorso senza neanche provare a trattenere la risatina che le aveva provocato vederla con quella cosa non ancora attivata addosso, dopo che suddetto pulsante veniva premuto, però, non c’era voluto molto prima che quella leggera ilarità si tramutasse in stupore
    “Già, wow” - diceva meravigliata almeno quanto la ragazza smettendo di stringere la forbice da sarta che fino a quel momento dimorava nella sua mano destra, calzava molto meglio di quanto si aspettasse, avrebbe provato, mentre la ragazza parlava, a dare un occhiata a come si era adattato il tessuto sulle sue braccia e sulle mani, provando a capire come migliorare l’adattabilità della tuta anche in altre parti del corpo. Nel mentre, Dadi esponeva le sue opinioni sulla tuta, doveva ammetterlo, per quanto potesse essere inesperta e poco convinta, nella testa di quella ragazza parevano esserci nascoste delle ottime idee
    “Tu dici, hm?” - diceva, guardando il vestito che le aveva indicato e elaborando nella sua mente le informazioni che stava ricevendo, per poi fare finalmente la domanda fatidica che si portava dentro da un po’
    “Allora perché non mi dai tu una mano?” - aprendo le braccia per qualche istante avrebbe proseguito dicendo
    “Io non posso certo presentarmi alla Yuuei e proporre dei design per delle tute senza avere i permessi per produrle, scontato dire che per avere quei permessi in dei tempi decisamente più corti essere amica di un Hero mi aiuterebbe” – e con un sorriso malizioso avrebbe dunque concluso
    “Potresti presentarmene uno, non mi occorre qualcuno di famoso, mi basta qualcuno che sia bravo, magari uno che sia gentile e simpatico che in qualche modo potrebbe essere disposto ad ascoltarmi, hm?” - e non lo diceva incontrando il suo viso provando a fare degli occhioni da cerbiatto per convincerla, ma con un espressione complice che lasciava quasi intendere “Se mi aiutassi potremmo conquistare il mondo”.
    Per quanto fosse affascinante ammirare quella creaturina nelle vesti che aveva avuto la fortuna di provare quel giorno, il set era terminato
    “Beh, bene… in teoria abbiamo finito” – sedendosi e guardando per un po’ ciò che c’era nella macchina fotografica avrebbe detto
    “Ora ti do il foglio che devi compilare a casa e che dovrai poi mandarmi via mail, se non hai uno scanner basta una foto” – trasalendo dopo essersi improvvisamente ricordata di un dettaglio ultra importante avrebbe poi detto
    “OH! Non ti azzardare ad andare via rimettendoti quell’affare” – diceva riferendosi all’uniforme Yuuei
    “Mettiti qualcosa dei vestiti nuovi, oppure boh se proprio hai paura di rovinarli dovrei avere qualcos’altro di non mio da qualche parte… tipo Versace o cazzatine del genere” – indicandola un istante avrebbe aggiunto
    “Insomma, basta che ti metti qualcosa che ti renda giustizia invece di una divisa creata da… boh, non ho idea di chi sia a ideare queste cose ma mi auguro per lui che sia daltonico o non vedente” – sorridendo e chiudendo la parentesi avrebbe dunque concluso con
    “Beh, qualcosa da aggiungere?” -

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    Perché frequentare la Yuuei se alla fine, il suo sogno era ben altro? Purtroppo per Senka, la ragazzina si mise a riflettere sulle proprie scelte di vita, giusto un po'. Certamente era più che sollevata nel sentire che neanche la corvina fosse nata seduta alla macchina da cucito o con una matita in mano ma non poteva che sentirsi un po' sotto pressione nel parlare di una cosa del genere dopo gli anni passati all'accademia senza particolari risultati. Nel senso, l'anno l'aveva passato ed andava abbastanza bene nelle varie materie teoriche ma non poteva dirsi particolarmente brava in quelle più pratiche. Ancora doveva avere la rivincita contro quel ragazzo dai capelli grigi ed inoltre doveva fare richiesta per la licenza provvisoria, almeno come le avevano consigliato qualche insegnante. In ogni caso, semplicemente Dadi fece spallucce ed un sorrisetto innocente poco dopo la domanda, indicando con sincerità che una risposta profonda non ce l'avesse proprio pronta in quel momento.
    Uhm, come dire...è che la Yuuei è una scuola molto prestigiosa ed apre tante strade. Non so bene quale delle due considerare quella di riserva, se ci riuscissi mi piacerebbe fare entrambe. - Si grattò la nuca e sospirò, accorgendosi di quanto fosse sciocca ed idealistica quell'idea. Non era di certo uno di quei geni o di Pro-Hero in cima alla classifica che riuscivano ad unire il loro mestiere con la vita mondana e da celebrità che vivevano. Sicuramente era una bella vita ma al tempo stesso stancante. Conosco alcuni studenti che possiedono Unicità particolarmente artistiche e che vogliono prendere la licenza per esibirsi ad esempio. La mia è creare fuochi d'artificio quindi non credo centri chissà quanto. Al contrario di quella di Senka ad esempio, che si poteva dire molto fortunata. In ogni caso, aveva già accettato da tempo che prima o poi avrebbe dovuto scegliere tra essere una Pro-Hero impegnata tra agenzie e criminali o una stilista che combatteva con le scadenze di consegna e con clienti peggiori di qualsiasi Villain.
    Interessante, ci farò un salto allora. - Non aveva idea che lei potesse parlare in modo alquanto antiquato o perlomeno quello slang le sembrava decisamente meno giovanile di come aveva parlato finora. In realtà, proprio come avrebbe testimoniato di lì a breve, era difficile capire se fosse contenta o fosse sul punto di decapitarla. Come prima, non sembrò né particolarmente felice né particolarmente triste della sua scelta del cappello e si chiese un'ulteriore volta se in realtà non fosse semplicemente un modo per metterla alla prova e lei stesse fallendo miseramente. Era arrabbiata con lei? Sperava che qualcuno potesse offrirle una guida per tradurre le espressioni della donna, un giorno.
    Come prima. era dell'impressione che probabilmente la stilista avrebbe avuto un crollo nervoso se avesse dovuto fare avanti ed indietro per il piccolo set fotografico-camerino. Quando cominciò a fare il conto alla rovescia la bionda si sbrigò veramente, anche perché il saper parlare dell'argomento di cui stavano discutendo sicuramente non valeva quanto il tempo di Senka, così credeva Dadi. Per fortuna la tuta era facile da indossare e dopo aver premuto il pulsante si adattò immediatamente, donandole un aspetto quasi professionale in quel momento. La Mutant era sicuramente contenta del risultato ed anche la ragazza era piuttosto soddisfatta di averla aiutata e che soprattutto la stesse ascoltando, per quanto fosse abbastanza inusuale quell'argomento la interessava parecchio. In un certo senso però si pentì di averlo menzionato quando Senka le propose di diventare la sua complice in quella produzione di costumi, cosa che la sorprese ma non troppo. In effetti aveva fatto il passo più lungo della gamba a proporre tutte quelle idee alla stilista, ignorando che il cervello di un artista probabilmente coglie ogni occasione per creare e mettere in mostra le proprie opere. Le sarebbe piaciuto aiutarla e c'era da dire che non conoscesse chissà quanta gente da far provare loro l'esperienza di essere usati come modelli al K9, ma non poteva di certo rispondere di non essere abbastanza popolare da convincere qualcuno. Non ci avrebbe creduto nessuno, davvero.
    Non ti assicuro niente ma... - Sorrise decisa, leggermente emozionata per una come lei che non era così solita a prendere decisioni affrettate. Cercherò di fare del mio meglio, sicuramente qualcuno che ha bisogno di un aiuto con lo stile alla Yuuei c'è. Dobbiamo salvare Tokyo dall'invasione di suit grigio robot. - Incrociò le braccia annuendo. Se c'era qualcosa che poteva giudicare era sicuramente il loro senso del gusto, soprattutto i ragazzi. Molti erano ossessionati dalle divise robotiche e per quanto fosse una scelta coraggiosa non le sembrava la migliore per fare carriera. Ascoltò la ragazza quando si parlò del foglio del consenso, mettendolo da parte dove teneva i suoi vestiti per non scordarselo. Ancora con la tuta aderente indosso si avvicinò di qualche passo verso Senka, per poi venire assistere ai numerosi insulti riferiti alla divisa della sua scuola, cosa che non poteva che approvare. Nonostante lo facesse solo per il principio di non farla uscire dal suo negozio con tale orrore addosso, la ragazza trovò questo lato della donna stranamente gentile. Sapeva essere carina in un modo particolare.
    Sei già stata gentilissima con tutti questi vestiti, non posso accettare altro! Mi metto il completo di Natale magari senza tutti gli accessori pesanti, tanto sono in taxi. - Rispose scuotendo la testa ma sicuramente grata per l'offerta. Era stata una giornata sicuramente stancante ma si sentiva stranamente felice di aver fatto quel servizio senza pensarci troppo. Rise dopo l'ulteriore insulto alla divisa, chiedendosi effettivamente chi le producesse. In effetti non ne ho idea, forse chiedendo allo staff si può sapere. Proverò a dirtelo. - Portò poi un indice al labbro, riflettendo un attimo su come si sarebbero messe in contatto. Preferiva onestamente una chat che doverla chiamare o scrivere una mail, quindi optò per il servizio che usavano tutti.
    In caso ti va se ti contatto tramite QMail? Il mio nickname è daditanakaorion. - Avrebbe dato la possibilità alla ragazza di aggiungerla in diretta in caso oppure semplicemente di segnarselo. Nel mentre si sarebbe cambiata, questa volta con più velocità. Non avrebbe chiesto a Senka di girarsi per il semplice fatto che non voleva disturbarla ulteriormente, sperava lo facesse da sé. Rivestendosi con il completo che era sparso in uno degli angoli dello studio, sarebbe quindi uscita con Senka dalla stanza delle fotografie.
    No...ti volevo solo ringraziare, spero che il servizio sia venuto bene. E' stato molto divertente! - Avrebbe risposto emozionata, mentre probabilmente la stilista la accompagnava fuori dal suo laboratorio. Si sarebbe portata dietro tutti i vestiti regalati dalla donna, possibilmente aiutata da Senka per evitare che si rovinassero, tornando nell'area principale di vendita del negozio. Se la ragazza non avesse aggiunto altro, sarebbe uscita facendo un ultimo inchino e svoltando l'angolo, mentre aspettava il taxi di ritorno. Man mano che aspettava avrebbe realizzato quanto probabilmente sarebbe stato imbarazzante se qualcuno l'avesse vista in un servizio del genere ma allo stesso tempo, poteva ritenersi orgogliosa di sé stessa. Chi era così carina da finire in un servizio fotografico nella sua scuola, dopotutto?
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    “Beh, non è impossibile” – diceva dopo che Dadi aveva considerato di intraprendere una carriera da Hero e una nella moda allo stesso tempo
    “Devi solo avere le palle quadrate o dei manager di cui ti puoi fidare” – a volte si rendeva conto di non essere particolarmente rassicurante con le sue parole, ma visto il contesto forse era meglio essere più realisti che altro, è brutto creare aspettative a una ragazza così giovane con la consapevolezza che in realtà non è affatto semplice destreggiarsi in due attività così dispendiose a livello di tempo, soprattutto quando entrambe possono generare una dose non indifferente di stress. Secondo la sua modesta opinione era meglio scegliere una sola tra le due carriere e percorrerla al meglio delle proprie capacita, ma si sarebbe trattenuta dallo spingersi più in là evitando di suggerirle anche quale scegliere, soprattutto perché era vagamente di parte e chiaramente le avrebbe suggerito di provare a fare la stilista piuttosto di stare con “i clowns” come li chiamava lei.
    “Fuochi d’artificio? Hm, molto interessante” – diceva immaginando che probabilmente avrebbero potuto rendere il set per una foto molto carino, per poi proseguire con un tono quasi saccente dicendo
    “Beh, a livello di quello che possono significare o trasmettere a livello artistico, i fuochi d’artificio possono essere considerati una tecnica artistica nell’arte moderna e post-impressionista” – essendo concentrata più che altro sulle angolazioni delle fotografie o in genere su altri punti della loro discussione avrebbe aggiunto
    “No, non ho voglia di elaborare, puoi capire cos’ho detto con tipo mezza ricerca” – per evitare di dilungarsi in un discorso che, sebbene moderatamente facile da comprendere, era una piaga da spiegare a parole, sicuramente non avrebbe fatto male alla ragazza farsi un giretto in più su wikipedia visto quante ricerche le facevano probabilmente già fare a scuola.
    E così, ridendo e scherzando, tra un insulto alla divisa e complimenti a vicenda, il servizio si concludeva dopo che la ragazza aveva accettato la proposta di Senka, dicendole che avrebbe almeno provato a farle un po’ di pubblicità
    “Brava ragazza, cominci a ingranare” – diceva ridacchiando al suo commento sulle tute grigio robot, forse a forza di insultare malamente quella divisa anche Dadi avrebbe cominciato a parlarne male più spesso, che brava macchinina da propaganda stava diventando, chiaramente la corvina non si aspettava di rifare il design anche delle loro uniformi, era un aspettativa altamente irrealistica e che nessuno sano di mente si sarebbe effettivamente creato, ma parlando male di quell’abbinamento di colori forse più studenti avrebbero cominciato a farci caso iniziando forse a dubitare anche del monotonissimo colore delle suit, facendo collateralmente pubblicità a K9 e alle sue tute. Invero, una sequenza di reazioni lente e soprattutto inaffidabili, ma influenzare i clienti in questo modo è gratis, dunque non c’è motivo di non appaiare qualcosa di simile ad altri tipi di pubblicità più concreti, tra cui l’inserzione nel prossimo Rising Sun Magazine a cui Senka stava già lavorando.
    “Meglio di no, per il suo bene” – Rispondeva alla ragazza dopo che la stessa aveva detto che forse poteva scovare il malfattore nei loro discorsi chiedendo allo staff dell’accademia, ascoltando poi quale fosse il contatto che le aveva affidato, appuntandolo prontamente su un foglio di carta sulla scrivania, ora che avevano finito con i vari set non avrebbe messo nessuna fretta particolare alla ragazza mentre si cambiava, soprattutto dopo che le aveva sciolto il cuore riconoscendo la sua gentilezza, non molti clienti lo facevano, probabilmente perché molti credevano che se il proprietario di un negozio come quello stava regalando qualcosa era perché doveva essere di poco valore rispetto alle altre merci. Avrebbe aiutato la giovane a mettere i suoi vestiti dentro qualche borsa, rendendola dunque libera di andare con quei suoi deliziosi vestiti nuovi, i vestiti natalizi perdevano un po’ senza tutti i loro accessori, ma poco importava, stavano comunque davvero bene e, scontato dirlo, a prescindere erano meglio di quello con cui era arrivata
    “Sono sicuro che sia venuto bene si, entro sta sera forse riesco anche a editare qualcosa. Mi farai sapere se ti serve qualche scatto da usare come foto profilo o simili” – sorrideva ampiamente accompagnando dunque la ragazza alla porta, giusta in tempo per l’arrivo anche dell’elettricista che finalmente poteva provare a risolvere il problema sconosciuto che affliggeva la fabbrica
    “Beh, allora arrivederci. Mi raccomando piccina, torna presto!” – con questa frase avrebbe segnato la fine dell’incontro, chiaramente sperando di vedere ancora quell’individuo curioso, chissà se in qualche modo anche lei era riuscita a incuriosirla un po’, magari sarebbe tornata per qualche dritta sulla moda, certo, questo sempre sperando che si aspettasse altri vestiti gratis!

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    Scusate, mi ero completamente perso la role per qualche motivo? Niente di particolare da segnalare, comunque.
    Avete fatto rispettivamente 10 (Senka) e 9 (Dadi) post, quindi prendete bonus secondo il nuovo regolamento.

    Senka: +50exp +(4x5=20)exp
    Dadi: +50exp +(3x5=15)exp

    Chiudo!
     
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19 replies since 8/5/2022, 15:42   612 views
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