Messe Noire

Single Quest, pg: Yorune Fukage || Residenza dei Fukage

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    Memory is everything. Without it, we are blind.

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    YORUNE FUKAGE
    ⨳ VILLAIN ⨳ 26 Y/O ⨳ Livello 3 ⨳ SCHEDACronologia
    Un forte aroma di legno di sandalo si diffondeva nell'aria, come ogni volta che il corvino – per quanto ricordava serviva a stimolare l’energia del primo chakra, associata alla terra e al senso di stabilità – andava a trovare la nonna nel suo magione. Questa l'aveva accolto in una piccola sala adibita alla meditazione, decisamente più intima rispetto all'altra sala soventemente frequentata dal resto della famiglia, che era più ampia e comprendeva molti zafu a disposizione. E tutt'altro stavano per fare, in quella stanza, men che meno della meditazione, del semplice chiudere gli occhi e respirare con sicurezza. Il silenzio lo graffiava il continuo agitarsi della coda della tigre di Ahmya, nonché suo famiglio, che poteva ben rappresentarla come una sua estensione e andare oltre la sua compostezza apparente. Non una tigre qualsiasi, come si potrebbe supporre erroneamente, ma il frutto dell'Unicità della matriarca, un frutto che anche Himitsuki aveva scoperto e colto presentandosi con le sembianze di una piccola volpe dalle nove code, un frutto che doveva ancora germogliare tra le mani di Yorune, forse in ritardo di qualche anno di troppo. Non era questione di sentirsi ancora impreparato, né tantomeno di avere poca fantasia, il corvino riteneva semplicemente di dover attendere un altro po'. Per quanto ne sapeva, possedere un famiglio mediante l'Unicità era una tradizione molto rispettata tra le donne Fukage fino ad allora, oltre che simbolica, che andava ad enfatizzare la personalità del creatore. Proprio a lui era capitata l'Unicità nutrita attraverso i matrimoni combinati, a frenarlo un poco erano forse le aspettative di Ahmya e Himitsuki, forse le preoccupazioni sul dover cambiare il famiglio in futuro. In fin dei conti, chi era Yorune Fukage? Chi era quel corvino che aveva ricevuto in eredità due corna come le avevano ricevute Ahmya e Himitsuki? Che aveva ottenuto un'Unicità che poteva sì rappresentare un esempio concreto quanto lampante dell'evoluzione delle Unicità? Chi era Yorune Fukage nel mondo? Un semplice uomo? Un innovatore? O uno molto ambizioso?
    « Hai ben chiare le tue priorità, Yorune-kun? » domandò in tono perentorio la matriarca, seduta in maniera troppo composta, lo sguardo che pareva essere diventato serio come quando impartiva delle "lezioni" a chi veniva meno alle tradizioni della famiglia Fukage. Yorune l'aveva visto succedere a suo cugino Ichiro quando era ancora un bambino e non era stato piacevole da vedere. E che dire di Naori? Non era riuscito a capacitarsene di ciò che le era successo e, solo per non pensarci, ci aveva messo sopra una grossa pietra ed era andato avanti per la sua vita. C'erano stati tanti nomi che avevano subito il giudizio, prima di Maeko e poi di Ahmya. E tra tutti i famigliari, lui stesso pensava di avere la "fortuna" di poter sfuggire a quello sguardo, al giudizio stesso. Nonostante avesse passato diversi anni in compagnia della nonna, condividendo un po' le esperienze, le sigarette nirdosh e qualche bicchiere di sakè, era solo un Fukage come tanti altri componenti e niente di più? « Sì. » lo sguardo del corvino restò fisso sulla figura della matriarca, replicando piuttosto brevemente, quasi come se dovesse andare dritto al punto, dopo che il "silenzio" era stato interrotto. « Eppure a me non sembra, le mie preoccupazioni nei tuoi confronti sono piuttosto legittime, al di là delle dicerie che tendono a circolare da queste parti. » fece una piccola pausa Ahmya, portando le mani affusolate sulle cosce e appoggiandosi un poco alla tigre, che si trovava dietro di lei e continuava a scrutare il corvino con un muso che non si poté dire fosse facile da interpretare. Vuoi che sia perché non era una vera e propria tigre, vuoi che sia perché era frutto dell'Unicità ed era quasi interamente nero, non fosse stato per quel gioco di inganno che si palesava quando c'erano fonti di luce. « Te lo chiedo nuovamente, Yorune-kun, poiché sai meglio di me quanto il tempo sappia essere tiranno. Hai ben chiare le tue priorità? » ripeté nuovamente, con un'evidente imposizione nel tono della voce, appena aumentato, come se si aspettasse questa volta una risposta ben articolata ed esaustiva. Yorune dovette chiudere gli occhi, lentamente ed inevitabilmente, mentre la sua mente si ritrovava a dover combattere ogni pensiero che spuntava dal nulla. Non era affatto semplice però, lui stesso arrivava a pensare fin troppo, che ogni pensiero spuntato significava solamente che fosse in arrivo uno sciame di pensieri, collegati o meno. Era come avere un alveare con tantissime api che si mettevano a lavorare energicamente, al posto di un cervello. Era questa la maledizione di ogni innovatore? Nonostante fosse alla ventiseiesima candela soffiata qualche mese fa, non era ancora riuscito a trovare una risposta a quel grande dilemma. O, se fosse stato possibile, LA risposta definitiva. Brutale, senza troppi giri di parole, genuino in un certo senso. Per quanto avvertisse quell'impellente bisogno di soffocare tutta la matassa che erano i pensieri con un lapidario "sì", come fatto poc'anzi, sapeva che sarebbe stato inutile, che non dovesse cercare qualche pretesa per allungare il brodo ed eventualmente sfondare la compostezza di Ahmya. Non aveva sinceramente tutto questo piacere masochistico per ricercare quello sguardo severo, quel giudizio che pendeva più di cinquanta spade di Damocle. Domandò nuovamente a sé stesso chi fosse, quale animale potesse rappresentare meglio la sua personalità. Un'impresa forse complicata, d'altronde si considerava sempre uno fuori misure per quel mondo, un incompreso non nel senso di bisognoso di attenzioni ma quanto di effettiva comprensione. Per istinto, naturale e forse primordiale, materializzò l'Unicità tra le mani presentandosi sotto forma di cerchi concentrici, creando degli schemi armoniosi e al contempo caotici. Un paradosso, si potrebbe dire. Abbassò lo sguardo soltanto per vedere cos'aveva creato: potevano essere dei mandala interpretati secondo una chiave personale e s'erano adagiati fin troppo comodamente sulla pelle delle mani. In quella sinistra poteva vedere il Sole mentre in quella destra la Luna. Più fissava i mandala, più l'Unicità iniziava ad estendersi generando altri granuli magnetici e ramificandosi lungo gli avambracci come delle squame di un drago orientale. Non sapeva se considerarlo naturale o banale e scontato, ragion per cui scosse il capo riportando l'attenzione su Ahmya e facendo sì che quei segni sugli arti superiori sparissero, come dei tatuaggi temporanei che si possono lavare via con un po' di accortezza.
    « Se possibile ti chiedo di concedermi altro tempo, idealmente entro la fine di quest'anno, Ahmya-sama. – asserì infine, ricomponendosi con la schiena dritta e un'espressione convinta stampata in volto. Non era un tentativo disperato e ci teneva a rimarcarlo anche nella postura. – Solo allora potrò dimostrarti quanto siano chiare le mie priorità, potrò mettere a tacere le lingue lunghe dei parenti. » concluse con un sospiro deciso, per quanto rispetto nutriva nei confronti della nonna avrebbe preferito mettere un punto a qualsiasi situazione scomoda di cui i parenti preferivano evidenziare. Alla soglia dei ventisei anni, ancora non si capacitava di come quelle menti piccole che erano i suoi parenti fossero ignoranti. Li considerava alla stregua dei rami rinsecchiti che andavano tagliati, senza se e senza ma. Alla soglia dei ventisei anni, aveva scoperto alla fine che nonostante tutto l'impegno, nonostante tutta la pazienza, Ahmya era sì tosta ma grossomodo uguale ad altre nonne giapponesi ricche che si aspettavano dei risultati anziché delle parole, della buona fiducia. « Entro la fine dell'anno. È l'ultimo compromesso che ti concedo, dopodiché vaglierò diverse opzioni che possano ristabilire l'ottima considerazione sui Fukage. » rimarcò anche la matriarca, abbassando lo sguardo verso il muso della tigre per accarezzarlo una o due volte, prima che entrambe si alzassero insieme. Camminarono l'una di fianco all'altra in direzione della porta finestra che dava sul giardino zen, quadrato, con una fontanella al centro e i due magatama appesi in sommità. Si dileguarono oltre dopo aver riservato un'occhiata indecifrabile al corvino, che comprese che fosse arrivato il momento di congedarsi senza troppe cerimonie. Compì un inchino riverente e si rialzò in piedi a sua volta, prendendo una direzione opposta a quella intrapresa da Ahmya, laddove c'era una porta che poteva condurlo in un corridoio secondario e infine imboccare un'altra porta per raggiungere l'ampio atrio e uscire. Lì fuori lo attendeva ancora Akira Yamamoto, il suo chauffeur, con la macchina parcheggiata.
    « Riportami a casa. » dichiarò degnando all'altro un'occhiata sicura per non risultare brusco. Quando questo gli aprì la portiera, si mise comodo sui sedili posteriori e tirò fuori il cellulare per controllare le ultime novità, togliendo anche la modalità silenziosa. Nessun messaggio da parte dei genitori, cosa che lo rassicurò un poco. Potevano essere all'oscuro di quell'incontro fortemente voluto da Ahmya ed era un bene per lui. Aveva ottenuto un ultimo compromesso, certo, ma poteva trasformarlo in qualcosa di produttivo e vantaggioso. Un'ulteriore spinta, se così la si poteva chiamare. Doveva vedere più dentro sé stesso per capire quale animale potesse rappresentarlo e al contempo non doveva aspettare che fossero gli altri ad assumerlo, colloquio fallito dopo colloquio fallito. Poteva creare qualcosa di suo, poteva rendere concreta la sua ambizione, poteva rendere orgogliosa la matriarca e infine prendere le redini della famiglia in un futuro prossimo. Le idee le aveva, la voglia e la pazienza anche, i soldi poteva prenderli e accumularli, restava solo da capire quanto potesse essere difficile inserirsi in un ambiente estremamente competitivo come lo era Tokyo. Mieko Sasaki, non mi schiacciare per cortesia. E in caso non si sarebbe lasciato abbattere, perché in fin dei conti voleva affermarsi, far capire di che pasta fosse fatto Yorune Fukage.
    ⨳ as it was in the beginning, now and shall ever be ⨳
     
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    Hello di nuovo,

    Non ho molto da segnalare, a parte che sarebbe preferibile usare colori diversi per personaggi diversi, so che rovina un po' l'aesthetic ma ti garantisco che non riceverai meno punti per questo :zizi:

    Yorune: +25exp

    Chiudo!
     
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1 replies since 5/7/2022, 23:20   84 views
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