Campfire light

Role || Shinjiro (Slot extra), Masao

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    Masao Suzuki, cacciatore ufficiale di Bloodpact! Gonfiò il petto, tutto orgoglioso di quel suo nuovo titolo... Finché l'ultimo messaggio mandato da Desmond non assorbì istantaneamente tutta la sua gioia di vivere.

    Che poi l'hai fatto sul serio? Che schifo.


    Ciao Masao, sono la tua autostima. Passavo solo a dirti che sai cosa?
    Inizio a pensare che Desmond non ti meriti.


    E forse era vero. O forse era lui a volere scioccamente che fosse vero, perché così quel messaggio avrebbe fatto meno male.
    Più tardi avrebbe cercato la forza di replicare a tono. Di fingere che andasse tutto okay. Ma in quel momento voleva semplicemente evitare di pensare all'inglese per un po', perché l'avevano nominato un post sì e uno no e anche basta. Girò il suo selfie senza maglietta anche a Shion, per pura ripicca, per poi spegnere il cellulare e lanciarlo nello zaino.

    "Ho portato solo un paio di rane a scuola, okay?" Perché sì, Shinjiro ci aveva assolutamente preso. "E tre o quattro rospi." Pausa. "E un tritone." Sorrisetto solpevole. "Ah, e una volta un riccio che avevo trovato per strada e si era fatto male..."


    Inutile dire che la gita al laghetto finì con un Masao inzuppato e fangoso come e più di Ikiru.
    Inutile anche dire che Shinjiro si rifiutò di mettersi delle rane nello zaino, nonostante i ripetuti inviti a liberarle poi nelle cucine del locale ad Akihabara per vendicarsi dei torti subiti.
    Un bel pomeriggio, insomma. Tranquillo nel suo caos. Una gita che si concluse con un altro pasto cucinato da Shinjiro (vegetariano, specifichiamolo), un fuocherello acceso, e una generale sensazione di abbiocco. Orario: non pervenuto. Il suo telefono era ancora spento. Ma il sole era appena calato, ed essendo estate dovevano essere almeno le otto o giù di lì.

    "Sì, ho lo zaino pieno di birra, ma solo perché sapevo che al cibo ci avresti pensato tu." Spiegò mentre tornava dal cuoco, un paio di lattine bagnaticcie in mano. Le aveva messe immerse sulla riva del fiume per tenerle al fresco. "Teamwork."

    Si svaccò accanto a Shinjiro e gli porse una lattina. La tenda era montata, i piatti erano stati lavati, le loro pance erano piene e ora non c'era nulla da fare oltre a fissare il cielo notturno, bere, godersi la quiete e il silenzio...


    ...Per tipo cinque secondi.

    "Hai mai pensato a cosa avresti fatto se non fossi diventato un cuoco?" Domandò mentre si stappava la lattina. "Cioè, mi pare di capire che il locale dei tuoi tu l'abbia preso in mano volentieri, ma se non ci fosse stato... Avresti comunque studiato cucina?"

    In attesa di risposta, iniziò a bere. Dove era Ikiru? Sentiva il bisogno di usarlo come poggiaschiena morbidino in cambio di carezzine.

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    Passó pigramente il pomeriggio ad osservare Masao e Ikiru sguazzare per il laghetto, infangandosi da capo a piedi ma felici. Gli veniva istintivamente un piccolo brivido a vedere il pelo immacolato di Ikiru macchiarsi a quel modo, ma poco male, avrebbero potuto semplicemente fargli un bagno nel fiume piú tardi. Un brivido ben piú grande lo ebbe, ma per un altro motivo, quando Masao propose di infilarsi qualche rana nello zaino. Si voltó a fissarlo molto lentamente, l'espressione impassibile se non per gli occhi che puntarono il biondo pervasi da una strana luce.
    « Stai proponendo... di metterle nello zaino.... dove tengo il cibo disse solo.
    Il cuoco era il genere di persona che diventava generalmente piú calma piú si arrabbiava... anche se probabilmete aveva anche lui un limite oltre il quale... semplicemente esplodeva. Qual'era il limite? Non ci era mai arrivato.
    (Ci sarebbe arrivato senza saperlo da sei mesi o giú di lí)
    Inutile dire che nessuna rana venne portata via da lí. E no, nemmeno per usarle contro il ristorante rivale.
    « Non mi abbasserei mai a far chiudere un'attivitá con metodi cosi disonesti.» borbottó, contrariato.
    La battaglia dei ristoranti andava combattuta in cucina a colpi solo e unicamente di chi sapeva cucinare meglio.
    Il resto del pomeriggio e della serata passarono senza problemi. Aveva notato che Masao aveva smesso di toccare completamente il cellulare, ma aveva deciso di non fare commenti a riguardo: dopotutto non era strano che in una giornata all'aperto si decidesse di staccare completamente la spina da internet e tecnologia in generale. Montate le tende e cenato, si rimisero pigramente seduti davanti al fuoco. Shinjiro era impegnato a osservare le prime stelle che stavano spuntando dal cielo visibile oltre le cime degli alberi. Con tutto l'inquinamento luminoso che c'era a Tokyo, le stelle erano quasi invisibili, perció trovava sempre particolarmente rilassante osservarle quando poteva. Sapeva riconoscere a malapena la stella polare (sempre se fosse effettivamente quella, aveva solo ricordi vaghi di scuola sulla piú luminosa) e... quella rossa in realtá in teoria era Marte, no?, ma era comunque bello. Riabbassó lo sguardo quando Masao gli si sedette di fianco porgendogli la lattina.
    Non poteva piú ubriacarsi, ma perlomeno il sapore lo sentiva ancora. La prese e la aprí con uno scatto, notando che fosse particolarmente fresca, riflettendo qualche secondo sulla domanda.
    « Bella domanda. Se l'avessero semplicemente venduto... non so. Forse avrei cercato lavoro come cuoco da qualche altra parte, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Non avrei avuto la motivazione di voler mandare avanti qualcosa di mio.
    Se invece non ci fosse stato proprio il locale dei miei forse non mi sarei mai appassionato alla cucina. In quel caso... non saprei.»
    rispose, dopo qualche attimo di riflessione. Non riusciva a immaginarsi in un percorso diverso.
    « ... forse avrei continuato a giocare a basket, e mi sarei unito a qualche universitá grazie a qualche borsa di studio sportiva... la possibilitá c'era, ma non ho voluto continuare.» commentó, prendendo un sorso dalla lattina e cercando Ikiru con lo sguardo per poi chiamarlo al suo fianco con un cenno della mano. Gli fece qualche carezza con la mano libera. Giá che si parlava di lavoro...
    « Tu hai poi pensato a come... usare quei soldi...?» azzardó, non sapendo bene come affrontare l'argomento.
     
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    Masao Suzuki avrebbe potuto obiettare dicendo che le rane tecnicamente erano cibo, e in molte parti del mondo si mangiavano.
    Masao Suzuki però era già stato picchiato da Shinjiro una volta, e non ci teneva a ripetere l'esperienza. Quindi tornò al campeggio senza rane, mangiò una cena assolutamente rane-free, stappò una lattina di birra e passò ad argomenti di conversazione che meno turbavano l'animo del cuoco, tipo il basket.

    "... forse avrei continuato a giocare a basket, e mi sarei unito a qualche universitá grazie a qualche borsa di studio sportiva... la possibilitá c'era, ma non ho voluto continuare."

    "Hai fatto bene, non ti sei perso nulla," commentò, azzardando un pat-pat sulla spalla del cuoco. "Anche se è un po' un peccato, saresti potuto diventare l'idolo di molte ragazzine."

    Se la vedeva bene sua nipote con un poster di Shinjiro pallavolista attaccato alla porta della cameretta. E sì, Masao aveva qualche nipote, non tutti in famiglia erano scapestrati come lui.
    Non tutti avevano zero eterosessualità, idee confuse sulla vita, e centinaia di yen dalla dubbia provenienza nascosti sotto un futon.

    "Tu hai poi pensato a come... usare quei soldi...?"

    Sospiro.
    Sorso di birra.

    "Beh, per ora li sto usando per pagarmi la spesa e l'affitto tra un lavoro occasionale e l'altro," ammise a capo chino. "Per il resto... Non so. Vorrei usarne almeno una parte per fare qualcosa di buono, è che... Non sono poi così tanti soldi. Non posso usarli per boh, risolvere la fame nel mondo. E come faccio a decidere se... Se voglio donarli ai malati di cancro o se ne avrebbero più bisogno i senzatetto? Come posso decidere... Chi sta soffrendo di più?" Si voltò verso Shinji. "Se hai qualche causa che ti sta a cuore e sai che qualche soldo extra potrebbe portare a un cambiamento concreto sono tutto orecchi, perché al momento non so nemmeno da dove iniziare."

    Altro sospiro.
    Altro sorso di birra.

    "E poi se lasciassi un pacco di soldi in contanti a qualche associazione chiamerebbero la polizia, non verrebbero nemmeno usati."

    Altra pausa colma di incertezze e silenzio, che sperava Shinjiro avrebbe riempito com parole sagge.
    Discorsi da ascoltare con aria attenta prima della prossima confessione.

    "Il codice per aprire la scatola in cui ho trovato quei soldi... Era la data del mio compleanno. Mio padre li ha lasciati a me." Voltò gli occhi al cielo. "Quindi voglio usarli per sistemarmi la vita, ma non so bene come. Sono un po' troppo vecchio per iscrivermi alla Yuuei."

    Un regalo. La possibilità di crearsi un nuovo futuro, dopo che la morte di suo padre gli aveva strappato via il futuro a cui era stato destinato.
    Anche se forse era stato quel regalo a provocare la morte di suo padre.
    Anche se ancora non aveva trovato il coraggio di chiedere a Shinji se ci avesse capito qualcosa di quei documenti che aveva trovato in mezzo ai soldi, e che aveva affidato al cuoco appena gli era passato il broncio per la storia del nome.


    Mio padre era una brava persona.

    "Vorrei trovare un lavoro tipo... Il vigile del fuoco, o anche quelli che aiutano quando ci sono terremoti o altri disastri. Un lavoro in cui posso usare il mio quirk e aiutare gli altr-" Si bloccò, la lattina di birra sospesa a pochi centimetri dalla sua bocca. "Ma sto continuando a pensare agli altri invece che a me stesso, vero?"

    Sospirone.
    Birra.

    "Al liceo io facevo hip-pop invece di basket ma avevo paura a esibirmi sul palcoscenico. Quando ho una maschera addosso però non ho paura." Allungò la mano nel buio, cercando di capire dove fosse Ikiru. Voleva accarezzarlo.
    "Potrei fare il ballerino mascherato."

    Risatina.

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    Aveva un pó i suoi dubbi sulla prospettiva di Masao sul diventare un giocatore di successo. La loro generazione ancora ancora forse, ma... ormai non era un pó cosa passata? E non ci si teneva in camera piú i poster dei membri di una qualche boy band che di un qualche giocatore di sport. E per quanto odiasse ammetterlo, in Giappone il basket non sembrava essere poi cosí popolare, almeno non quanto il baseball. Quello sí che sembrava popolare quanto altri sport in Occidente.
    Onestamente in quel momento chiedere di quei soldi era l'ultima cosa che voleva fare, ma... era un argomento che andava affrontato, prima o poi. Erano rimasti lí sepolti per anni quindi si poteva dire che potevano aspettare ancora qualche giorno, ma... in quel momento erano da soli, potevano parlarne con franchezza, senza paura di venire interrotti in alcun modo. Niente clienti che potevano entrare da un momento all'altro, niente cose piú urgenti da fare o a cui pensare come capitava di solito quando lo invitava a casa sua...
    « Il problema é che, anche a volerli donare in beneficenza a qualche associazione, resta sempre il problema di... dire da dove sono venuti, quei soldi. Per fare cose grosse é sempre un passo necessario. Fare qualcosa per te mi sembra un'opzione migliore, e da lí... metterti in condizione di fare qualcosa per altri.» commentó infine, prima di lasciarsi sfuggire un piccolo sospiro alle parole di Masao.
    « Non puoi iniziare a pensare in questo modo; non aiuti qualcuno perché é il primo nella classifica di chi sta soffrendo. Aiuti qualcuno perché puoi. Se iniziassi a pensarla cosí, dovrei smettere di lavorare perché il cibo che cucino potrei star dandolo a qualcuno che ne ha piú bisogno... ma ovviamente non posso farlo. Ho bisogno di lavorare e star bene io, cosí da poter poi aiutare altri... "la persona giusta per ogni circostanza".» commentó, citando un vecchio proverbio che era un pó diventato un suo mantra a riguardo delle sue attivitá da vigilantes.
    E sapeva benissimo come l'altro si sentiva sul sentirsi diversi quando indossava una maschera. Era un argomento che avevano giá affrontato una volta, dopo l'attacco del culto a novembre. Lí peró, le cose erano state leggermente diverse, e c'era un punto cruciale su cui non si trovava d'accordo con l'altro.
    « ... quella maschera peró non deve diventare un requisito necessario a permetterti di agire, Masao.» commentó, chiamandolo per la prima volta ad alta voce con il suo vero nome. Abbassó la bottiglia e si giró a guardarlo, lo scoppiettio del fuoco a punteggiare le sue parole.
    « La maschera ci serve solo perché ció che facciamo é illegale. Diventare un ballerino o qualsiasi altro lavoro che vuoi fare non é né illegale né richiede che tu ti nasconda dal mondo... Quindi non avresti paura a salire su un palcoscenico se nessuno ti vede in faccia? Se nessuno puó collegare quella figura a te, anche se sbagli qualcosa? É solo un altro modo di fuggire dalle responsabilitá in quel caso. Se vuoi fare il ballerino fallo, ma senza aver bisogno di una maschera dietro cui nasconderti... credo che tu debba iniziare prima di tutto da questo. Sai cosa vuoi fare, ma... credo che una parte di te sia ancora convinta di doverlo fare di nascosto. Cosa hai da nascondere, ancora? Da chi chiese dopo paio di secondi.
    E... sí, Shinjiro aveva dato un'occhiata a quei documenti. E anche solo dandoci una letta, l'immagine che avevano dipinto era piuttosto chiara... se la si voleva vedere, perlomeno. Si sentiva un pó come se si trovasse davanti ad uno di quei puzzle del tipo "collega i puntini numerati" che quando completati rivelavano un disegno. Solo che lui era un pó riluttante a completarlo, quel disegno. O meglio, non voleva essere quello costretto a mettere il pennarello in mano a Masao e costringerlo a completarlo.
    Peró... quello era il suo ruolo, di solito no? Era sempre stato quello che ascoltava i problemi della gente e dava consigli. O, quando necessario, sbatteva loro in faccia la veritá. Si era beccato un paio di insulti da vari clienti e amici nel corso degli anni, per quella sua tendenza... peró poi tornavano sempre. Sotto sotto tendevano ad apprezzare l'onestá, evidentemente.
    « Ho... dato un'occhiata a quei documenti che mi hai dato un pó di tempo fa. »
    Era partito benissimo, ma ora? Come faceva a dirgli "Sono piuttosto sicuro che il padre che idolatravi prendeva mazzette per chiudere un occhio su criminali vari e lasciarti dei soldi"?
    Non poteva farlo.
    Ma doveva, in qualche modo.
    Forse peró poteva approcciare la cosa in modo un pó... meno diretta.
    « Una delle... firme mi ha colpito. C'é scritto Ushiyama, ed é il cognome di una delle mie clienti. É una ragazza che studia alla Yuuei... se nel frattempo non ha preso la licenza, é un pó che non la sento a riguardo. E anche se non me l'ha mai detto in modo diretto, credo che sua padre sia... umm... scomparso in circostanze sospette.» commentó.
    «... ma potrebbe essere solo una coincidenza, lo stesso cognome.» aggiunse dopo un attimo.
    Ok, il pennarello in mano glielo aveva messo.
     
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    No, nemmeno lui aveva veramente voglia di parlare di soldi in quel momento, ma vedete che aveva fatto bene a tirare fuori l'argomento con Shinji? Vah quante parole sagge.
    Annuì con aria pensosa, perché beh, aveva ragione lui: dare quei contanti in beneficenza sarebbe stato un casino, e cercare di capire chi li meritasse di più era un esercizio mentale privo di senso. Meglio piazzare se stesso in cima alla lista delle priorità, una volta tanto. Sistemarsi la vita, mettersi in condizione di fare qualcosa per altri...

    "Sai cosa vuoi fare, ma... credo che una parte di te sia ancora convinta di doverlo fare di nascosto. Cosa hai da nascondere, ancora? Da chi?"

    Su quello però aveva da ridire. Arricciò il naso e bevve un sorso di birra.

    "Non è questione di nascondersi, è... Paura da palcoscenico." Spiegò imbronciato, accartocciando la lattina ormai vuota tra le mani. "È diverso. Non è l'aver paura di essere giudicato, ma... Dell'idea che ci siano tante persone a fissarti mentre fai qualcosa di importante. Mette pressione anche se sai che sei capace." Non sapeva bene come spiegarlo, ma era sicuro fosse un tipo di paura diverso dalle sue paranoie relative al non essere bravo competente normale.

    Si alzò per andare a prendere altre lattine di birra, ascoltando il discorso di Shinji sugli affari di suo padre. Mettendoci forse un po' troppo a tirare fuori due lattine da uno zaino, schiena rivolta verso il cuoco, capo chino. Respiri profondi, lo sguardo fisso nella bocca buia dello zaino aperto.

    "Ushiyama." Ripetè pensoso. "Se puoi girarmi il contatto... Vorrei provare a rintracciarla. Grazie."

    Tornò accanto a Shinji, passandogli una nuova lattina di birra. E questa volta se ne stette davvero seduto in silenzio per un po', ad osservare il cielo notturno e a coccolare Ikiru. A pensare. No, a cercare di non pensare. Non voleva davvero chiedersi, ancora una volta, se suo padre fosse una buona persona.
    Perché aveva bisogno almeno di quello. Aveva perso già la fiducia negli studenti della Yuuei, nella società, nella polizia, nell'intero sistema degli Eroi. Doveva esserci ancora qualcosa di buono al mondo, come il calore di quel ricordo. Il tepore del cagnolino sotto le sue dita. La luce di quelle stelle, così lontane. Le braci del fuocherello. Il calore di Shinji.


    "...Ho una domanda sul tuo Quirk." Un sorso di birra. "Hai detto che devi usarlo il meno possibile per evitare che il tuo corpo continui a logorarsi, ma hai pensato che forse invece... Non lo usi abbastanza?" Alzò una mano in un gesto di "spe fammi finire". Il suo era un ragionamento sensato, okay? Era solo alla sua seconda lattina, il cervello gli funzionava ancora.

    "Io non sono un dottore, però faccio sport e... Quando fai esercizio prima si fa riscaldamento per evitare di strapparsi i muscoli, no? Ma tu quando ti riscaldi... Non fai riscaldamento." Si sforzò di non sorridere. Era serio, okay? "Il tuo corpo va dalla tua temperatura normale a WHOOOM millemilagradi, ed è lo sbalzo ad essere stressante. Quindi forse dovresti usarlo di più, ma... Piano. Alzare la temperatura giusto di qualche grado e tenerla su in maniera costante il più possibile, per... Pre-riscaldarti prima delle ronde e cose così. La tua temperatura media si è alzata qualche anno fa, giusto?" Gliel'aveva spiegato Desmond, quella sera che gli aveva fatto compagnia mentre Shinji era in ospedale. "Quindi il tuo corpo lo sta già facendo. Forse invece di reprimere il tuo quirk lo puoi... Aiutare."

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    Restó un attimo sovrappensiero alla spiegazione di Masao: ok, allora forse aveva valutato male la cosa.
    « Ok, allora é un pó come ero io i primi tempi che aiutavo i miei genitori al locale... mia madre mi buttó a preparare i takoyaki nel davanti del locale davanti a tutti. Sono facili e veloci da preparare ma proprio per questo la gente spesso e volentieri ti fissa ogni singolo istante.» commentó, con un sorrisetto vagamente nostalgico.
    « O quando sono andato a fare dolci in quell'asilo, dopo l'attacco del culto. I dorayaki piú difficili della mia vita, con davanti una trentina di bambini di 5 anni.» aggiunse dopo un attimo, sovrappensiero. Sí, il sentirsi sovrappensiero anche se si sapeva di esserne capace era una descrizione adatta: li aveva fatti tremila volte quei dolci, ma c'era sempre qualcosa che poteva fregarti.
    Dal silenzio e il tempo insolitamente lungo che Masao impiegó a tirare fuori quelle lattine di birra intui che per l'altro era comunque un argomento difficile da affrontare: si limitó ad annuire, senza voler spingere troppo l'argomento.
    « Appena la risento, certo.» rispose.
    Restó a lungo in silenzio alla successiva considerazione dell'altro sul suo quirk.
    « All'inizio lo facevo, per allenarmi ad... aumentare la resistenza. Passavo intere serate con il quirk appena attivato, un pó come tenere i muscoli contratti... ha aiutato nel riuscire a gestire il quirk per piú tempo, ma di solito ne uscivo a pezzi e con mal di testa terribili. Il fatto é... che non so se questo abbia aiutato in un senso ma fatto male in un altro. E non sono sicuro di voler... rischiare tutto in quell'ipotesi.» rispose infine, prendendo un sorso di birra e posandola poi al suo fianco, passandosi una mano tra i capelli.
    « Mi hanno detto chiaramente che potrei avere altre crisi come quella di ora, e che ad ognuna aumenterebbe il rischio di... cedere completamente, prima o poi.» aggiunse.
    Un altro lungo silenzio, il capo chino.
    « ... forse dovrei davvero prendere quelle pillole anti-quirk. Sono la soluzione piú sicura. E... rinunciare a tutto... questo.» confessó infine, a bassa voce.

    CITAZIONE
    Visto che ovviamente Shinji il quirk non ha smesso di usarlo, per non creare un paradosso temporale VAI MASAO É IL TUO MOMENTO
     
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    "Non hai appena detto che non è bene nascondersi sotto una maschera?" ribatté bruscamente alle ultime parole del cuoco — anche troppo bruscamente forse, okay.
    Sorso di birra. Aveva bisogno di un attimo per raccogliere i pensieri... E per togliersi dalla mente l'immagine di Chef Shinjiro agitatissimo di fronte a una classe di bambini affamati di dorayaki, scena che faceva molto ridere.
    Un sospiro.

    "Il tuo è un brutto problema medico e fai bene a non sottovalutarlo. So che a volte i Quirk possono... Farti del male, anche se sono una parte di te," continuò, mogio, la lattina di birra stretta tra le mani come se fosse una tazza. Stava pensando ai bimbi di Desmond in ospedale.

    "Ma hai detto tu che senza il tuo Quirk saresti cresciuto in maniera diversa. Cercare di non usarlo sarebbe come... Sarebbe peggio di vivere con un braccio legato dietro la schiena. Reprimeresti per sempre un lato di te stesso." deglutì. "E prima o poi scoppieresti," concluse a voce più bassa.
    O almeno, questo è quel che era successo a lui. Una vita a fingersi Quirkless, a fingersi normale, e poi... E poi era esploso.

    Si voltò a fissare il cuoco — che, era strano ricordarlo, ma era molto più giovane di lui e non aveva ancora avuto certe... Esperienze di vita.
    E forse Masao era molto serio, in quel momento, o forse era solo la luce del fuoco a farlo sembrare il 200% più drammatico del solito.

    "Continui a dire che sarebbe meglio fare così, che i dottori ti hanno detto di fare questo e quello, ma... Tu cosa vuoi fare, Shinji?" domandò, la voce rigida, quasi come se lo stesso sgridando. "Voi davvero rinunciare al tuo quirk perché pensi che sia la scelta più corretta? O solo perché ti fa paura?"

    Shinjiro a lui appariva sempre così serio, composto e affidabile che era facile dimenticarsi che... Era il più affidabile di un gruppo di adulti troppo cresciuti che giocavano a fare i paladini della giustizia in costume.
    Shinjiro sotto sotto non era così responsabile.
    Non gli piaceva essere responsabile.

    E se avesse continuato con quegli inibitori qualcosa in lui si sarebbe spento per sempre.

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    Restó in silenzio, seduto a capo chino, lo sguardo fisso sui piedi con aria cupa e la birra mezza finita in mano. La veritá era che... quella visita lo aveva spaventato parecchio: era un pó come se fossero state confermate, in parte, tutte le sue vecchie paure sui Quirk. Ironicamente, proprio quando l'aver preso confidenza con l'usarlo lo aveva condotto a usarlo con meno paura.
    Dopo qualche secondo di ritardo alle parole di Masao realizzó che, effettivamente, in un certo senso, l'altro aveva piú esperienza di lui nel cercare di vivere da quirkless. Lui, per quanto avesse cercato di farlo il meno possibile prima di quel fatidico incontro con Cypher e Teardrop, non poteva mai davvero smettere di usarlo... tranne quando aveva usato gli inibitori.
    « Io...» inizió a bassa voce, rialzando lo sguardo per fissarlo in quello di Masao. E forse per la prima volta da quando si conoscevano, apparve come il ragazzo di venti e qualcosa anni che era, spaventato e spaesato.
    « ... non voglio perdere il mio quirk. » confessó infine, la voce che tremava appena.
    « Quando ho usato quegli inibitori, anche solo per un paio di giorni... mi sentivo strano. Era come se non fosse piú il mio corpo. E so che sembra brutto da dire rispetto a chi é effettivamente "quirkless"...» aggiunse, con una punta di disagio.
    « ... ma mi sentivo anche... indifeso. Se fosse successo tutto quando ancora non avevo mai.... fatto nulla da "vigilantes", forse lo avrei accettato giá molto meglio. Ma... non voglio rinunciare a Bloodpact e... a voi. »
    Fissó la lattina come se gli avesse fatto un torto personale, prendendone un lungo sorso.
    «... mi piace pensare di aver aiutato delle persone, anche grazie al mio quirk. E voglio continuare a farlo... anche se ci saranno delle conseguenze. Per ora... vedremo come va con quella suit. Dovrebbe essere pronta tra qualche settimana.» commentó, prima di cercare di risollevare la conversazione.
    « Lo sai che avrá delle power-bank o una roba simile? Cattura il calore emesso e lo converte in elettricitá, da come ho capito. Posso ufficialmente fare da caricatore ambulante, ora.» commentó.
    Cosa farci con quelle power bank oltre ad avere il cellulare sempre carico mentre era in giro (se usava il quirk, ovviamente)... ancora non ne aveva idea.
     
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    Da bravo giapponese, Shinjiro gli era sempre sembrato poco avvezzo al contatto fisico — motivo per cui Masao aveva sempre evitato di strapazzarlo nella maniera che invece riservava a Desmond. Discorsi di gravità straordinaria, però, richiedono misure straordinarie.

    "Non ci perderai."

    Allungò una mano per stringergli una spalla, fissando il cuoco e annuendo appena in quel gesto da bro universalmente traducibile come "I got you".

    "Anche se tu dovessi perdere il tuo quirk e rinunciare per sempre a Bloodpact... Sei un caro amico, Shinji, ti vorrei comunque nella mia vita." Okay ora però basta contatto fisico o iniziava a diventare imbarazzante.

    È una cosa seria, realizzò, la lattina ormai poco ghiacciata stretta tra le mani. Poteva fare tutti i discorsi da shounen manga che voleva, ma non avrebbe cambiato la condizione medica di Aragaki. Continuare a usare il quirk era per lui un rischio, e andava... Accettato. Una volta avrebbe fatto più fatica, ma dopo tutti quei pomeriggi passati in ospedale con Desmond, aveva iniziato a capire. Lui era fortunato, il suo quirk era un dono, ma non per tutti era così.

    "Hai detto che crescere con il tuo quirk ha influenzato il tuo carattere, ma... Non credo che perderlo ti renderebbe una persona diversa. Cioè avrebbe un impatto," si sarebbe affievolito, "ma rimarresti comunque una persona forte e buona che vuole aiutare gli altri."
    Tornò a fissare il cielo e a sorseggiare birra. Ah, gli era venuta in mente una cosa. Qualcosa che da sobrio non avrebbe mai confessato ad anima viva.
    Un sospiro.

    "Ogni tanto sognavo... di dare fuoco al negozio di fiori di mia madre. Non credo che lo avrei fatto davvero-"

    Coscienza: BUGIARDO, ti eri preparato un piano e ti sei pure esercitato col quirk per creare una tecnica esplosiva-

    "-ma ho smesso di pensarci dopo aver parlato con te. Sei stato tu a spingermi a licenziarmi invece di rimanere succube di mia madre, e... Mi hai aiutato con le tue parole, non con il tuo quirk. Semplicemente essendo tu." Un lieve sorriso. Ci credeva davvero, a quelle parole. Sperava ci avrebbe creduto anche Shinji.
    Accartocciò la lattina ormai vuota e prese la mira, infondendovi un briciolo di energia cinetica. giusto il necessario per controllare meglio il tiro, facendo canestro nel sacchetto semi-aperto che avevano adibito a cesto della spazzatura.

    "Pensa alla gente che aiuti quando lavori alla mensa dei poveri, e a tutti i clienti che vengono da te perché lo trovano un ambiente rassicurante. Anche senza quirk sei sempre tu, Shinji. Anche senza poteri, riusciresti a trasformare quelle fiamme ce hai dentro in... Un altro tipo di energia." Come quella power bank, che al momento sarebbe servita principalmente a caricare il cellulare a Desmond ma ci potevano lavorare. "Quinci continua a fare quello in cui credi e lotta contro questo problema. Anche se perderai... Non sarà la fine di tutto."
    E parlando di Desmond...

    "Se vuoi provare qualche allenamento particolare con quirk, o hai bisogno di qualcuno che ti porti in ospedale... La prossima volta chiedi pure a me, non al tuo coinquilino. Lui..." Volse gli occhi al cielo nottoruno, non sapendo bene come spiegare. Non era questione di farlo preoccupare o meno, è che... L'attitudine che Desmond aveva nei confronti della sua unicità era molto diversa dalla loro.
    "...Non credo capirebbe," concluse, scuotendo il capo. "Vedremo come va."
    Certo che la discussione si era fatta davvero cupa, uh? Si alzò per prendersi la lattina di birra numero tre.
    "Ne vuoi un'altra?"

    Dopo quella gli avrebbe chiesto che storie di Complotto-san si era perso nel suo mese di esilio dal locale. Basta serietà.

    Scheda Vigilantes Bloodpact Livello 7

     
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    Hello,
    POVERO PESCE. Masao bandito per sempre dal bosco, ci sono i suoi manifesti appesi ad ogni albero e Quiet Perfume è sulle sue tracce.
    Avete fatto dodici post ciascuno, sei più del minimo, quindi prendete 30 exp bonus.

    Shinjiro: +50exp +30(6x5)exp +bonus livello 100exp
    Masao: +50exp +30(6x5)exp +bonus livello 50exp

    Chiudo!
     
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