SQ - A knife in the dark

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    Arabella
    Era una vecchia radiolina quella che teneva tra le mani la Vigilante. O perlomeno i pezzi smontati che componevano nel loro insieme una vecchia radiolina. Nell’ultimo periodo aveva trovato un nuovo passatempo, un modo come un altro per affinare le proprie capacità tecnologiche. L’esercizio fisico rientrava ancora nel suo programma della settimana ma alternava ad esercizi di tipo mentale. Per acquisire maggiore affinità nello smontare, rimontare, comporre e scomporre equipaggiamenti aveva iniziato dalle basi più basiche possibili. Era andata in un negozio di elettronica e aveva preso tutto ciò che le era possibile comprare, evitando spese esagerate, limitandosi allo stretto necessario per far pratica. Certo, Switchblade o Phantom le avrebbero potuto benissimo dare dei suggerimenti a tal proposito ma preferiva far per conto proprio, almeno per ora. Era un modo come un altro per passare il tempo. Dopotutto era disoccupata.
    Non c’era stato un vero e proprio spettacolo, non c’era stata una scena di quelle che si possono vedere nelle serie televisive, dove l’impiegato di turno lancia all’aria tutto ciò che si trova sulla sua scrivania e manda a quel paese il capo, uscendosene sbattendo in faccia al collega antipatico la prima cosa piatta che capitava.
    Niente di tutto ciò. Se ne era andata in silenzio e in relativa tranquillità. Non aveva spaccato niente. E nessuno le aveva detto addio con i lacrimoni agli occhi. Era stata la scelta giusta.
    Quel lavoro era diventato un intralcio, ne avrebbe trovato un altro prima o poi che meglio si sarebbe adattato alla sua situazione. Certo, unire la vita notturna da Vigilante ad un qualsiasi altra vita non pareva facile ma forse avrebbe trovato un modo. Doveva starsene da sola per un po, ragionare su se stessa, prendersi una pausa da Arabella. Non era la senpai di nessuno, non era la maestra di nessuno, era solo una Vigilante di Phantom, doveva concentrarsi su quello. E non su quanto si sentisse a disagio.
    Si armò di cacciavite e con la radiolina smontata nell’altra mano si mise a lavoro. A furia di rifare le stesse cose avrebbe smesso di pensare, doveva solo concentrarsi sul presente e tutto il resto sarebbe svanito.
    Gira, stacca, riattacca, smonta, scollega quel cavo, ricollega. Quel pezzo va lì, quell’altro là, non sotto, sopra, avvita, gira, stacca, riattacca…e così via finchè tutto non diventava naturale.
    “TUNF”
    Testa che si solleva di scatto, subito in allarme, scatto in piedi con la radiolina che cade per terra. Mano pronta a diventare un’arma…e Morte che se ne sta sul tavolo, un barottolo di cibo per gatti sul pavimento. Morte la fissa dritta negli occhi, con quel suo sguardo accusatorio e capriccioso. Doveva darle da mangiare quando aveva deciso di fare un rapido ripasso. “Meow!” La gatta spinse con la zampetta un piatto oltre il bordo. Arabella lo afferrò al volo con uno scatto.
    Lo rimise sul tavolo con un tonfo. La gatta la fissava ancora. “Va bene, va bene, ho capito. Scusa, ti d’ho subito da mangiare”
    Morte per tutta risposta saltò giù dal tavolo, aspettando silente davanti alla sua ciotola.
    “Mi servirebbe proprio una vacanza” Mormorò tra se e se.

    ----------------



    La missione non era stata il successo che Arabella aveva sperato. Certo, ora sapeva che Blank non era il Collezionista e non lo era neanche la figlia. Sapeva che Blank lavorava con il Collezionista, anche se non su cosa. Sapeva chi poteva potenzialmente conoscere l'identità del Collezionista. A parte ciò non sapeva niente di nuovo. Erano poche informazioni quelle che era riuscita a strappare a Sakamoto. Troppe poche visto il tempo che ci aveva messo per trovarlo, pianificare il tutto, trovare un luogo dove legarlo e tutto il resto. Lo aveva sottovalutato, essere senza quirk le aveva fatto abbassare la guardia senza volere. In futuro avrebbe dovuto mostrare più attenzione.
    Tornata in città riferì tutto a Phantom, ancora prima di tornare a casa si era premunita di avvisare Phantom di quello che aveva scoperto.
    Non era il risultato sperato ma era qualcosa. In futuro si sarebbe preparata meglio.
    "Grazie per aver tenuto d'occhio Morte, signora Takami."
    "Oh, non ringraziarmi. E' stato un piacere badare a questa piccolina. E' stata un vero amore" I graffi sulla gonna, sulle scarpe, sulla porta e, da quel che poco che poteva scorgere Arabella, sul divano sembravano contraddire l'affermazione della donna.
    Arabella la prese in braccio. "Beh, grazie ancora. Se dovesse aver bisogno di qualcosa in futuro non si faccia problemi a chiedere."
    "Certo, certo. Buona giornata" La donna le chiuse la porta. Morte, più tranquilla, le si strusciò contro la guancia e Arabella iniziò a coccolarsela mentre faceva le scale.
    Era tornata. Dopo tanto tempo era tornata a casa.

    schedaDIARIOART ©
    schedaDIARIOART ©
    Shigeru Honda, un salaryman quirkless e senza particolare importanza stava tornando a casa propria dopo una lunga giornata di lavoro. I colleghi lo avevano guardato male per aver rifiutato l’invito a bere fuori ma solo quelli che non lo conoscevano bene, d’altronde si trovava in quella compagnia solo da pochi mesi, era ancora nuovo ma contava di fare amicizia presto. Era passato a prendere una torta gelato, la teneva in mano e camminava a passo spedito verso casa. Il sole era calato da un pezzo.

    Era praticamente vicino casa quando sentì qualcosa. In realtà sentiva quella presenza seguirlo da molto prima ma adesso si era fatta più vicina. Forse perché in quel momento si trovava in una strada vuota, con scarsa luminosità e senza testimoni. Mise una mano in tasca, fermandosi davanti ad un distributore e voltandosi verso la presenza. “Lo so che mi stai seguendo. Esci fuori”
    Nessuna risposta. Nessun movimento. “Chi sei?” Blank aveva mandato uno dei suoi uomini in nero? Perché mai si nascondeva allora? Poteva essere un ladro ma era sicuro che, conciato come si trovava in quel momento, come un uomo oltre la trentina e dal vestiario lercio tutto poteva sembrar fuorchè una persona da derubare. “Non ho tempo da perdere, ho una torta da mettere in frigo” Sollevò la busta e la agitò. “Te lo chiedo di nuovo, chi sei? Che cosa vuoi da me? Perché mi segui?”
    Silenzio. Un silenzio che durò un paio di istanti. E proprio mentre stava per fare il primo passo un rumore assordante gli ruppe i timpani. Ok, non gli ruppe veramente i timpani ma il suono era insopportabile. Peggio delle unghie sulla lavagna, peggio di una forchetta che gratta il fondo di una pentola, era un suono orribile. Insopportabile.
    Un’ombra piombò su di lui. Qualcosa lo colpì dritto sulla nuca e cadde a terra. Il taser scivolò via dalla tasca e la torta gelato si spappolò con un suono molliccio sull’asfalto. Vide l’ombra allungare una mano verso di lui. Tutto divenne nero.


    [Svegliati] Comandò una voce inumana.
    Mosse il capo. La testa gli parve pesantissima. Nelle orecchie sentiva ancora il suono di prima.
    [Svegliati] Ripetè la voce e questa volta riaprì gli occhi. Davanti a lui una maschera d’acciaio con tizzoni ardenti al posto degli occhi lo fissava. “Sei sveglio, finalmente”
    Non riuscì a formulare un pensiero lucido lì per lì. La testa gli doleva da morire. Fece per muovere le mani, per colpire, non un pensiero ma un riflesso automatico dettato dall’esperienza e non riuscì. Era seduto con le mani legate dietro la schiena, così come le gambe. “Dove sono?”
    [Faccio io le domande] Faccio io le domande, perché sembrava la frase di una serie tv poliziesca? [Sakamoto]
    O era ancora molto stordito o aveva appena sentito il suo nome. Eppure era sicuro di aver coperto bene le tracce. “Hai sbagliato persona, io mi chiamo Shigeru”
    [Nessun errore, so benissimo chi sei, Sakamoto. So che lavori per Blank, non un collaboratore particolarmente importante, questo te lo concedo. Ma hai delle informazioni che mi interessano. Tagliamo corto, non ho voglia di perdere tempo.] Chi diavolo era? Come faceva a sapere del suo vero nome? Solo una manciata di persone fidate conoscevano la vera identità che si celava dietro la falsa maschera di Shigeru Honda. Era qualcuno della polizia? Una lama gli si frappose tra testa e collo. No, decisamente non della polizia. Sentì il freddo taglio sulla carotide. [E immagino che tu non voglia perdere la vita per qualche domanda]
    “Cosa vuoi sapere?”
    La figura parve compiaciuta di quella risposta. Non ritirò indietro la lama ma non la sentì premere come prima. La lama in questione non era impugnata, si accorse guardando meglio nell’ombra, ma era l’intero braccio trasformato. [Tanto per cominciare parlami del Collezionista]
    Quella era una pessima domanda per iniziare. Se il tipo era interessato a sapere di più su di lui cascava male. “Non so granchè, non più di quello che potresti sapere da chiunque. Non conosco il suo nome, non l’ho mai visto in faccia, mai visto di persona per essere pignoli, non so dove potresti trovarlo, non so niente insomma. Prima dell’attentato di Hanzo non l’ho mai sentito nominare. L’unico che può averlo visto in faccia è Blank, ti consiglierei di andare da lui, sarà sicuramente ben lieto di…” La lama tornò a premere. Sakamoto chiuse la bocca.
    [Che rapporto c’è tra Blank e il Collezionista?]
    “Affari”
    [Più. Specifico] Scandì l’ombra.
    “So solo che lavorano assieme, va bene? Non so che tipo di affari nello specifico. Non sono così vicino a Blank da saperlo.”
    L’ombra inclinò il capo, continuando a guardarlo da dietro la maschera d’acciaio. Poteva sentirne lo sguardo. Chiunque fosse non se la cavava male a legare le persone. [Cosa mi dici di sua figlia? Che rapporto c’è tra la figlia di Blank e il Collezionista?]
    “Ehm, non ne ho idea. Non so neanche se si conoscano, probabilmente si, visto che suo padre ci fa affari ma non ci metterei la mano sul fuoco.” Forse aveva trovato un punto debole nei nodi. Se soltanto quella lama non fosse stata così vicino avrebbe potuto concentrarsi di più.
    [Quando si sono incontrati Blank e il Collezionista? Quando hanno iniziato a fare affari assieme?]
    Era in una stanza buia, fin qui ci era arrivato, ma a che livello si trovava? Doveva rischiare di buttarsi da un’ipotetica finestra, salire le scale di uno scantinato o uscire semplicemente da una porta al pian terreno?
    “Dopo l’asta, credo. Forse quel giorno stesso ma da quanto so prima dell’asta Blank non ha mai accennato ad affari con il Collezionista” La lama smise di premere, tornò a respirare senza timore di perdere la testa. E nell’attimo in cui si sentì libero il suo quirk tornò a funzionare.
    L’ombra lo guardava in silenzio. Gli fece un cenno che interpretò come un continua a parlare. E continuò a parlare. E a lavorare sui nodi. “Quel tipo, il Collezionista, è apparso all’asta. Quella all’Eclipsè Casinò.”
    L’ombra annuì, la lama che pendeva in diagonale verso di lui ma che non lo sfiorava nemmeno. Semplicemente alzata a tenerlo sotto tiro. “Se vuoi sapere di più sul Collezionista ti direi di chiedere a quelli che erano là quel giorno.”
    Un lungo, lunghissimo momento di silenzio. Dopodichè la lama smise di essere una lama e tornò ad essere un comune braccio. L’ombra dalla maschera d’acciaio indietreggiò di un passo, poi un altro passo. In silenzio abbassò il capo, riflessivo. Quello era il momento giusto.
    Grazie alla sua visione spaziale poteva percepire tutto ciò che occupava lo spazio attorno a lui, ogni oggetto o persona. Ad esempio poteva sentire il terreno estendersi sotto di loro oppure poteva sentire la porta alle sue spalle semi-appoggiata, o i corridoi di quella casa abbandonata. E concentrandosi ancor di più poteva sentire i dettagli di ciò che lo circondava. Come i punti deboli delle corde ai piedi.
    Scivolò via dalla sua prigionia e con un balzo all’indietro si ritrovò a correre via. L’ombra non se lo aspettava, non sapeva del suo quirk, dopotutto era un’informazione che in pochissimi sapevano. Continuò a correre, a muoversi da un corridoio all’altro come se conoscesse ogni singolo centimetro di quella casa (ed era così in effetti). Maschera d’acciaio lo inseguì ma non era veloce, non era agile quanto lui, se la cavava a pestare ma non ad inseguire pareva. Corse via, sbucando fuori dalla casa e lanciandosi per le strade. Grazie al suo quirk individuò le strade migliori, e anche se ogni tanto guardava dietro di sé, sentiva che la sua presenza non era troppo lontana. Corse e corse.
    Infine l’ombra lo perse di vista e lui smise di sentirne la presenza. Ma anche allora decise di stare attento. Dubitava che l’ombra lo avrebbe inseguito a casa ora che aveva perso l’effetto sorpresa ma era meglio evitare.
    Aveva perso il telefono, i soldi, il taser, il coltellino che aveva nella tasca posteriore dei pantaloni. Quella maledetta maschera di ferro lo aveva derubato. Ah, in un modo o nell’altro gliela avrebbe fatta pagare, questo era certo.
    Si toccò la testa, là dove era stato colpito. Faceva ancora malissimo, si sarebbe dovuto mettere del ghiacc…”Cazzo! La torta” Imprecò a bassa voce. Ormai era tardi, la festa doveva essere finita da un pezzo a giudicare dall’ora. E sua figlia si trovava sicuramente tra le coperte.


    Steel se ne stava appostata nell’ombra. Aveva perso di vista Sakamoto, era riuscito a liberarsi chissà come, ed era fuggito. Aveva i suoi averi ma nel cellulare non c’era nulla che valesse la pena, lo aveva spulciato e non aveva trovato nulla se non foto di ciotole di ramen. Era finito nel primo cestino della spazzatura, assieme al portafogli e al resto.
    Ora se ne stava appostata fuori casa di Sakamoto. Dubitava sarebbe tornato, se era furbo era l’ultimo posto al mondo in cui si sarebbe rifugiato. Ma aveva deciso di controllare per ogni evenienza. La luce di casa di Sakamoto era accesa, una donna stava seduta sul divano con la testa poggiata su un cuscino. Una bambina stava seduta al tavolo, il mento appoggiato sul legno, gli occhi aperti e pieni di tristezza.
    Quando se ne andò la bambina era ancora sveglia.

    SHIGERU
    lSqw5Th




    CITAZIONE
    Si comunica che questa SQ è stata pianificata con lo Staff per trattare l'assenza di Arabella e accettata prima di essere postata.
     
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    Non ho ovviamente niente da aggiungere a quanto hai già concordato con i miei colleghi, tutto confermato.

    Arabella: +25exp

    E chiudo :neko:
     
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1 replies since 7/10/2022, 13:50   46 views
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