Quel giorno, così come anche tanti altri prima, Ryo era impegnato con le attività di tirocinio con l'agenzia di Lifeline. Anche se inizialmente si sentiva sempre un pesce fuor d'acqua, stava cominciando ad abituarsi a quel tipo di lavoro. La giornata tipo di un eroe poteva non essere quella che solitamente ci si aspettava, ma tutto sommato sapeva essere soddisfacente. Nei suoi giorni fortunati, tutto quello che faceva era semplicemente passeggiare per le strade perlustrando e vigilando che tutto fosse in ordine. In quelli più impegnativi, per adesso, si era trattato di rimproverare persone che disturbavano chi gli stava attorno o aiutare qualcuno in difficoltà nelle attività di tutti i giorni. Ad esempio, non avrebbe certo potuto dimenticare il vecchietto che se n'era palesemente approfittato per farsi aiutare a portare le sue pesanti borse in giro per tutto il quartiere. Il pensiero di incontrarlo un'altra volta per il corvino era sufficiente da causargli un'ansia quasi pari a quella di un criminale da combattere.
Tuttavia, quel giorno, sarebbe successo qualcosa che nei suoi incubi avrebbe superato perfino l'anziano scocciatore.
Il fattaccio arrivò poco dopo uno dei rari momenti in cui Ryo aveva dovuto usare la propria Unicità per intervenire. Un bambino aveva appena provato ad attraversare la strada senza accorgersi del semaforo pedonale rosso e non potendoci arrivare diversamente Ryo aveva separato la propria mano giusto in tempo per afferrarlo da dietro e riportarlo sopra il marciapiede prima che le auto potessero metterlo sotto. Il fanciullo, vedendosi passare un auto a pochi centimetri di distanza e venendo tirato dietro da quella che si rivelò essere una mano volante, comprensibilmente si prese parecchio di paura e scoppiò a piangere sul posto. Per quanto si impegnasse, non ci fu verso per Ryo di calmarlo e lo dovette consegnare ancora in lacrime alla madre che aveva visto la scena dall'altra parte della strada.
Dannazione... Certo che anziani e bambini sono una vera rottura... Non capisco proprio come andarci d'accordo...
Fu in quel momento che, anticipato dal suono di passi pesanti, una voce familiare apostrofò Ryo.
Oh oh... vedi tu se quello non è Ryo-chan... Giochi ancora a fare l'eroe?
Per Ryo non c'erano dubbi su chi fosse il proprietario della voce. Lentamente e con la morte del cuore, si voltò per affrontarne il proprietario. Davanti a lui si stagliava un uomo di mezza età, alto poco più di lui e dal fisico robusto, perfino per l'eroe. I capelli corti e la barba fatta sicuramente quella mattina, abbinati al suo completo, gli davano l'aspetto di una persona molto ordinata se non lo si fosse conosciuto e per il sorriso che aveva in faccia, che per Ryo era presagio di sventura.
Eh?! Che ci fa qua, pa' ? La vista del genitore mentre pattugliava le strade con addosso il suo costume da eroe era l'ultima delle cose che Ryo desiderava sperimentare. I suoi sensi da adolescente erano impazziti per il pericolo imminente, motivo per cui restò parecchio sulla difensiva. Cos'è? Non hai di meglio da fare che spiarmi?
Un espressione mista di tristezza ed offesa apparve sul volto di Shio Sasaki. Conoscendolo però Ryo sapeva bene che non aveva nulla per cui sentirsi in colpa. Suo padre provava sempre a farlo sentire in colpa senza motivo.
Ma cosa stai dicendo? Ti sembra il modo di rivolgerti al tuo amorevole padre? Questi ragazzi di oggi... Sollevò una mano e la mise sulla testa di Ryo, il cui colorito si era fatto simile al rosso della bandana che era solito indossare. Su su fai il bravo, prima che ti stacchi la testa dal collo...
Ah ah... molto divertente... Vedo che non hai perso il tuo pessimo senso dell'umorismo Con uno sguardo tutt'altro che divertito, anche se aveva preso mentalmente nota della battuta sulla sua Unicità per riciclarla alla prima occasione utile, Ryo alzò il braccio allontanando quello del genitore. Si guardò intorno per assicurarsi che non c'era nessun eroe in giro a vederlo in quel momento, prima di proseguire. In ogni caso, come vedi sto lavorando in questo momento, anche se fai fatica a crederci.
Su su, che cosa sarà mai... Devi solo farti vedere in giro e salutare ogni tanto con la manina qua e là, giusto? Magari senza far piangere i bambini nel frattempo... Per quanto provasse a nasconderlo, il sorrisetto di Shio rivelava quanto se la stava godendo a torturare Ryo. A proposito, non sarebbe il caso di darci un taglio con quei capelli lunghi? Prendi esempio dal tuo vecchio e prova a darti una sistemata.
Cos'è, sei rimasto nell'era Showa? Siamo nel 2024 sai?
Ah, sei sempre il solito, non mi dai mai ascolto... In ogni caso, dovresti passare da casa più spesso... Tua madre si sentirebbe meno sola... OUCH
Con una gomitata nel fianco del marito, Chisato Sasaki apparve dalle sue spalle. Se il comportamento del suo compagno la infastidiva, non lo lasciava trasparire dall'espressione del volto. Tuttavia, Ryo aveva imparato a capire che l'inespressività della madre non era correlata a ciò che provava. In questo senso sapeva di aver preso da lei.
Non posso lasciarti solo un attimo che ti ritrovo a fare confusione e dare fastidio mentre Ryo lavora...
N-Non è come pensi tesoro... Il pover'uomo si stava massaggiando il punto colpito dalla moglie mentre cercava di giustificarsi. Gli stavo solo dando qualche consiglio...
Lascia stare quello che dice tuo padre, fa solo finta... In realtà si vantava con i colleghi del fatto che suo figlio avesse preso la licenza da eroe...
Ah, quindi è così che stanno le cose... Il sorriso trionfale con cui Ryo guardò suo padre era tra i più grandi che gli fossero mai venuti. E tutta la faccenda di giocare a fare l'eroe?
No no no aspettate c'è un errore! Io parlavo solo del fatto che Ryo-chan avvesse già un lavoro e tutto il resto... Il fatto che sia un eroe non vuol dire nulla.
Il sospiro di Chisato rivelò come ormai avesse perso le speranze sul far ragionare il compagno.
In ogni caso, è meglio che lo lasciamo andare. Chisato afferrò il braccio di suo marito e comincio a trascinarlo via, nonostante la grossa differenza di peso tra i due. Comunque passa da casa più spesso, era da tanto che non ti vedevamo
Va bene, uno di questi giorni verrò a trovarvi allora.
Ehi, perchè dai ascolto solo a lei?! Aspetta, voglio chiacchierare ancora un po' con Ryocchan.
A quel punto, Ryo diede le spalle ai suoi genitori e riprese la propria ronda andando nella direzione opposta alla loro, un po' rosso mentre provava palese imbarazzo per quanto accaduto ma, anche se proprio come suo padre non lo avrebbe ammesso mai davanti a lui, un po' di soddisfazione nel sapere che i suoi genitori stavano ormai accettando del tutto la sua carriera.
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