A Pale-Red Vow

KOHAKU KAMIYA

(Kami datemi la pazienza, perché se mi date la forza faccio una strage.)
Un sorrisetto alla giovane e poi prese in mano il pacchettino di mangime, avvicinandoselo al naso come un sommelier con un calice di vino pregiato.
«Ben essiccate, mix dall'aroma interessante e dalla fragranza genuina.»
Aria d'importanza di un esperto del settore prima di restituire l'oggetto della sua inesistente analisi al legittimo proprietario.
«Sembrano granaglie, ottimo.»
Quanto alla vera faccenda importante del momento il mangime delle anatre era fondamentale, altroché Kohaku si ritrovò ad osservare affascinato quello scambio di posto dei due pennuti.
Quindi Deep Void era un loro cliente.
Interessante e, soprattutto, conveniente: gli uomini in nero erano tanti e se ognuno di loro era equipaggiato con una o più caramelle, magari contenute in numerose capsule Closet come quelle della ragazza in bianco, i volumi d'affari sarebbero cresciuti notevolmente.
Non ci poteva fare nulla, in fondo in fondo aveva l'animo dell'imprenditore e gli piaceva vedere la sua vera casa, Aogiri, fiorire.
Poi arrivarono i loro obiettivi.
Basta scherzi e basta battute, l'attesa era finita ed era ora di cominciare a lavorare.
Un altro scambio come quello appena mostratogli dalla sua bizzarra alleata – per fortuna gli aveva dato una dimostrazione, oppure avrebbe rischiato di essere confuso quanto il suo obiettivo, trovandoselo davanti all'improvviso – ed ecco di fonte a lui Benjamin Miller.
Doveva portarlo con sé.
Doveva convincerlo a venire via con sé.
Pur non essendo dotato di quirk e quindi partendo palesemente svantaggiato, il ragazzo era comunque un allievo di una Pro-Hero nota per le sue doti atletiche e sarebbe stato molto sciocco sottovalutarlo.
«Ciao Benjamin, immagino che tu sappia come mai sei finito in questa situazione.»
Ad una distanza di sicurezza tale che gli avrebbe consentito di lanciare i coltelli guidati dal quirk ma non abbastanza vicino da prendersi un calcio nello stomaco senza avere il tempo di reagire, i convenevoli erano sempre necessari, soprattutto perché per quanto assurdo, prima di portarlo via di peso voleva provare a convincerlo a seguirlo sulle sue gambe.
«La tua boss è brava, ma lei ancora di più» Un cenno con la testa alle due che stavano combattendo poco distante, in un bluff difficilmente smascherabile anche perché il suo viso era ancora coperto dal cappuccio bordato di pelliccia «Non sarà difficile sopraffarla con una mera questione di numeri.»
Poteva essere esperta quanto voleva, ma un uno contro molti era sempre svantaggioso.
E sì, si stava spacciando per un membro di Deep Void, meglio che la colpa ricadesse su di loro e che nulla trapelasse di quella pericolosa collaborazione tra criminali.
«Vieni con me e Raiden Mei vivrà.»
Un lieve fruscio delle ali e una mano tesa verso il ragazzo, era pronto a rifiutare e a vivere con il pensiero di aver fatto uccidere la sua mentore?
«Darò l'ordine di fermare il combattimento e, con me, sarai al sicuro.»
Per quanto uno possa essere al sicuro tra le mani di un criminale che ti vuole rapire, ovvio.
«Farò quanto in mio potere affinché non le succeda nulla di grave, te lo prometto.»
Quanto alla sua incolumità... beh, non poteva di certo mettere un limite al volere di Shinya, tutto quello andava oltre le sue possibilità.
«E prima che tu mi chieda "Perché mai dovrei dare ascolto a un criminale?" guardati attorno: sei da solo, senza quirk e in mezzo a un gruppo addestrato per uccidere... la scelta più razionale è quella più semplice, nonché la più sicura per tutti e due.»
Un lieve sorriso visibile su quel volto coperto, lui era il criminale buono e la ragazza armata di katana il criminale cattivo, con lui si viveva e con lei si moriva.
Semplice.

« Merciless and tough, never warm enough. A bloody painted love. »