« O muori da Eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo »
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva varcato quel cancello? sembrava quasi un'eternità, pensò fra sé e sé Shoya mentre entrava nella proprietà della sua ex scuola, la Yuuei. Non aveva pianificato di tornare così presto tra quelle mura ma gli era stato chiesto un favore da uno dei pochi professori che stimava e al quale non poteva certamente voltare le spalle dopo tutto quello che aveva imparato. Oggi avrebbe tenuto una sorta di lezione per le matricole, avrebbe dovuto raccontare la sua esperienza, il suo percorso e ciò che aveva affrontato nei primi anni all’interno del mondo del lavoro, insomma una sorta di orientamento che avrebbe sicuramente giovato alle giovani menti, ma anche un pò a lui stesso, ora che aveva aperto un’agenzia era buona cosa far parlare di sé tra i corridoi in modo che continuassero ad applicare per il tirocinio. L’eroe arrivò in poco tempo alla segreteria, non era cambiato molto a livello di struttura e di organizzazione per cui fu facile per lui orientarsi, si presentò e ritirò subito il badge da visitatore, i controlli sembravano essere aumentati rispetto a quando era lui uno studente, forse anche dovuto alle ultime notizie del ritiro di Endeavor, non era sicuramente una buona notizia per l’equilibrio e la sicurezza del paese, i villain e le organizzazioni criminali più efferate avrebbero potuto sfruttare questo momento di debolezza per attaccare le istituzioni o i civili. Shoya da parte sua ci stava mettendo tutto l’impegno per poter avere un impatto concreto e il fatto di aver aperto un’agenzia nonostante la sua giovane età ne era un esempio, aveva anche reclutato tre collaboratori di cui una tirocinante, però sentiva di essere sulla buona strada, a poco a poco si sarebbe ricavato il suo angolo di notorietà e di luce. Prese il telefono dalla tasca dei pantaloni neri e aprì l’email con le istruzioni del professore, per l’occasione aveva deciso di vestirsi in maniera piuttosto formale come suo solito, indossava un completo nero di giacca e pantalone in tessuto, una camicia bianca senza cravatta, scarpe scure comode, i suoi passi echeggiavano per i corridoi vuoti della scuola, la maggior parte degli studenti era a lezione in quel momento, il cambio dell’ora sarebbe avvenuto da lì a qualche minuto, giusto il tempo per rilassarsi un attimo e prendere una bottiglietta d’acqua alle solite macchinette. Provò un brivido di piacere misto a nostalgia quando si trovò difronte a quel distributore automatico che per tanti anni aveva accompagnato i suoi intervalli e le sue pause, poggiò la mano che aveva libera sulla superficie metallica come a volerne saggiare i ricordi, rimase qualche secondo fermo lì ad osservare e a pensare da dove era partito e dove era arrivato ora.
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Bello immergersi nei propri pensieri e vivere i ricordi del passato, tuttavia Shoya non amava perdersi in sentimentalismi e dopo pochi secondi tornò subito in sé, afferrò il portafogli che teneva nella tasca posteriore dei pantaloni, lo aprì, ne prelevò una moneta e la inserì rapidamente nella macchinetta, infine selezionò il codice per ottenere una bottiglia d’acqua. Fu proprio in quel momento che fece la sua comparsa un ragazzo giovane in divisa scolastica, palesemente uno studente che uscito dall’aula per fare una pausa o andare in bagno decise di presentarsi all’eroe professionista, che tra l’altro aveva anche riconosciuto perché lo appellò correttamente come “Ishida-san”. Shoya sembrò non badarci, piegò le ginocchia e si chinò per afferrare la bottiglia d’acqua che era appena stata sganciata, si rimise in piedi, aprì lentamente il tappo per evitare di bagnarsi e ne bevve subito un sorso dissetandosi. Chiudendo la bottiglia ruotò lo testa ed osservò il suo interlocutore: un giovane dai capelli neri e dai singolari occhi viola, non troppo alto, ne particolarmente muscoloso, vestito con la divisa obbligatoria della U.A.; non l’aveva mai visto prima d’ora, ma fu particolarmente contento di essere stato riconosciuto, innegabile che la sua fama avesse ormai preso piede, ma ancora non ci era del tutto abituato. L’eroe professionista ricambiò il saluto socchiudendo gli occhi e chinando lievemente la testa in avanti facendo rispettare la gerarchia dei loro ruoli, apprezzò il comportamento rispettoso del ragazzo e questo gli fece guadagnare subito dei punti “interesse”, altrimenti non sarebbe rimasto lì a perdere altro tempo, aveva un discorso da ripassare e avrebbe preferito riposare la gola piuttosto che parlare con studenti randomici della scuola. Piacere di conoscerti Hayabusa-kun, hai fatto centro, sarò io tenere la lezione speciale nella tua classe tra poco. La voce di Shoya era profonda, un po' tenebrosa, il suo sguardo tagliante puntava dritto verso gli occhi del ragazzo come a volerne scrutare le vere intenzioni, le parole uscivano con lentezza dalla sua bocca eppure il tono era deciso e autoritario, come se sapesse esattamente cosa dire e avesse previsto quell’incontro. Prima A hai detto? Bene è esattamente da lì che ho iniziato anche io, mi piacerebbe che mi dicessi come sta andando il tuo percorso accademico, questa scuola sta soddisfacendo le tue aspettative? Dritto al punto, sì Shoya aveva avuto un rapporto molto conflittuale con la U.A., aveva litigato con professori, aveva perso compagni di classe e affrontato missioni che non avrebbe dovuto affrontare visto la sua giovane età, però era anche curioso di sapere come stavano andando le cose visto che ormai non aveva più contatti con nessuno se non qualche tirocinante che entrava nel suo ufficio e poi veniva cacciato via malamente per mancanza di motivazione. L’eroe era curioso di sapere se questa nuova generazione di studenti avesse finalmente sviluppato quel fuoco, quell’ardore dei suoi tempi. Aprì la bottiglia e bevve un altro sorso d’acqua mentre avrebbe atteso la risposta di Hitoshi che sperava sarebbe stata almeno interessante per avviare un dialogo più profondo.
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Dovette ammettere con se stesso che forse aveva un tantino esagerato con i toni, il suo modo di fare estremamente serio e rigido avevano pietrificato il giovanissimo studente della scuola, il quale si limitò a rispondere alla domanda che gli era stata posta in maniera formale e politicamente corretta, Hitoshi non sembrò molto convinto di quello che stava dicendo, la sua esitazione lasciò trasparire che ci fosse qualcosa di sospeso nella sua mente e che qualche idea fuori dagli schemi se la fosse fatta, tuttavia era evidente che il ragazzino non si sarebbe mai permesso di essere sincero al cento per cento con uno sconosciuto, né tanto meno con un suo superiore a livello gerarchico. Sebbene Shoya apprezzasse molto il rigore e il rispetto capì rapidamente che doveva alleggerire il suo tono di voce e portare la conversazione ad un livello decisamente meno formale altrimenti non avrebbe ottenuto ciò che voleva, cioè sincerità e franchezza; oggi si trovava a scuola per portare la testimonianza del suo percorso da studente ad eroe e da eroe a capo di un’agenzia, ma essendo appunto il titolare di un’organizzazione faceva parte del suo lavoro anche il reclutamento di tirocinanti e lo studio dei trend tra gli studenti, non che amasse particolarmente fare questo genere di cose, però doveva assolutamente altrimenti da lì a qualche anno avrebbe chiuso i battenti. L’eroe ascoltò attentamente e annuì mostrando un leggero sorriso in volto e addolcendo un po’ lo sguardo, ora non più accusatorio, ma più da fratello maggiore che ti ascolta e cerca di comprendere i tuoi problemi. con la gola bella idratata e le labbra decisamente più inumidite riuscì ad alleggerire anche il tono della sua voce. Ah sì le basi, giusto giusto, quello è fondamentale per tutti. ripetè il concetto che lo studente aveva appena espresso cioè che gli erano state insegnate le basi e la teoria durante il primo anno e che l’anno prossimo probabilmente gli avrebbero insegnato dell’altro in modo da avere un percorso accademico in crescendo. Sono davvero contento di poter vedere una giovane matricola soddisfatta del proprio percorso, sì mi hai decisamente alleggerito la giornata, prenderò la lezione con più tranquillità più tardi. la conversazione era passata completamente ad un altro livello, Shoya aveva mutato anche i movimenti del suo corpo e del viso, stava cercando di essere il fratello maggiore di Hitoshi in quel momento affinché anche lui potesse un attimo sciogliersi e non rimanere così rigido con la schiena. E dimmi un pò… L’eroe abbassò repentinamente la voce, piegò il collo leggermente in avanti e ruotò gli occhi a destra a sinistra con fare guardingo. Con le ragazze come va? c’è ancora un gran numero di giovani studentesse o gli equilibri si sono ribaltati? Appena ebbe finito di parlare tornò nella posizione di prima e si lasciò andare ad una leggerissima risatina socchiudendo gli occhi. La domanda era decisamente indiscreta e l’opposto di quella che aveva fatto prima, ma Shoya era esattamente così, un mix di assoluta serietà e provocazione, chi l’aveva conosciuto bene avrebbe confermato, non era un ragazzo facile con cui avere a che fare e spesso era difficile inquadrare le sue vere intenzioni, esattamente come adesso, chissà che idea si sarebbe fatto Hitoshi.
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Il corridoio tornò in assoluto silenzio dopo che Shoya finì di sogghignare, l’eroe professionista fece un passo indietro e appoggiò la spalla al vetro della vending machine assumendo una posa tutt’altro che formale, decisamente più rilassato e in totale controllo della situazione. Cosa che non si poteva dire per Hitoshi, il quale sbarrò gli occhi trattenendo probabilmente un espressione di vivido stupore, non rispose velocemente dovette pensarci qualche secondo, come se non avesse capito la domanda o non fosse sicuro del tono della conversazione. In tutto questo il Pro-Hero era visibilmente divertito, adorava queste situazioni ambigue e provocatorie era il suo modo per testare i giovani studenti per identificare chi tra di loro potesse in qualche modo avere la stoffa o il carattere adeguato per eventualmente offrirgli un lavoro o un tirocinio. Rimase attonito con quel mezzo sorriso stampato in volto e lasciò che l’aspirante eroe prendesse tutto il tempo che gli servisse per dare una risposta. Hitoshi non lasciò trasparire alcuna emozione, alzò le spalle e rispose con un semplice “normale”, la classica risposta che dai ai tuoi genitori quando torni a casa e ti chiedono “com’è andata a scuola?”. No Shoya non era soddisfatto di quella reazione e abbassò gli occhi dimostrandosi un po' deluso da questa mancanza di emozioni, ma lasciò che lo studente continuasse a parlare terminando la sua frase con una quasi battuta sul fatto che non ci sarebbero stati consigli di questo genere durante l’intervento che di lì a poco il Pro-Hero avrebbe fatto. Sospirò e ascoltò anche la domanda che gli fu posta, se avesse degli Hobby o cosa facesse nel tempo libero. A quel punto Shoya rialzò lo sguardo ed inspirò profondamente, si riportò in posizione eretta staccandosi dalla macchinetta che fino a pochi secondi fa lo sorreggeva. Hayabusa-kun ci vuole anche un po' di emozione nella vita di un eroe professionista, non puoi concentrarti solo sugli studi… Ripetè le ultime parole come se fosse quasi annoiato. La passione è un valore importantissimo soprattutto quando ti troverai in situazioni complicate a dover compiere scelte davvero drammatiche. Devi appassionarti, lasciati andare, non trattenerti sempre. Erano bastati pochi scambi di parole e poche occhiate a Shoya per comprendere con chi stava interloquendo, il giovane studente era esattamente come lui quando aveva iniziato: tanto studio, tanta concentrazione, tanta dedizione e poche relazioni, poca passione. Se avesse avuto la fortuna di aver parlato con qualcuno di più esperto magari queste cose le avrebbe scoperte prima, invece no, Shoya aveva dovuto sbattarci la testa ogni volta da solo per poi comprendere che la vita non può essere solo razionalità e logica. Se prima era deluso adesso era tornato ad essere il fratello maggiore, il suo sguardo si addolcì leggermente e lasciò capire che non era arrabbiato, semplicemente stava facendo in modo di mettere a proprio agio lo studente. Essendo il proprietario di un’agenzia per eroi non ho molto tempo libero, ma come vedi quando posso dedico il mio tempo alle relazioni, come quella con ex-professori, facendo da mentore ad altri studenti e uscendo con le donne. Sì, ammetto che mi fa stare molto bene. Prese fiato e sollevò il polso per guardare l’ora, avevano ancora del tempo. Hai l’occasione di parlare con me e mi chiedi solo cosa faccio nel tempo libero? Sono sicuro che hai altre domande o curiosità che tieni in mente, ma che non sei sicuro di potermi chiedere. Allora ti do ufficialmente il permesso di chiedermi qualsiasi cosa. Effettivamente questa era un’occasione per il giovane studente, non capitava spesso di poter parlare con eroi professionisti a tu per tu, c’erano persone che pagavano le sessioni di coaching con Shoya o anche solo per chiedergli consulenze. Non era un’occasione da sprecare.
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Il corridoio era evidentemente deserto, le aule erano perfettamente chiuse e non si udiva alcun rumore se non quello soffocato delle voci dei professori che tenevano la loro lezione, la struttura della scuola era stata pensata anche in ottica di efficienza sonora e questo ne era la prova; nonostante la loro conversazione fosse evidentemente confidenziale e che non ci fosse nessun orecchio indiscreto all’ascolto Hitoshi sembrò ancora turbato, ruotò la testa per guardarsi attorno e parlò in tono sommesso utilizzando un filo di voce che l’eroe professionista poté giustamente cogliere solo per la corta distanza tra loro. In contrasto a ciò lo studente sembrò molto convinto delle sue parole e del suo punto di vista, prese una posizione decisa e anche un pò in contrasto con quella di Shoya, ci volle coraggio a contrapporsi ad un Pro-Hero e il giovane l’aveva appena fatto. Shoya rimase in silenzio e sorrise a mezza bocca mentre le parole che stava ascoltando gli evocarono ricordi della sua infanzia, del suo percorso da studente e delle sue prime missioni, anche lui era stato un freddo calcolatore un tempo, pensava che la logica e il ragionamento potessero essere le uniche armi per emergere e diventare un vero professionista, comprendeva benissimo il punto di vista di Hitoshi e non poteva di certo smontarlo così su due piedi e in maniera brutale, avrebbe imparato sulla sua pelle come tutti e come lui stesso. Interessante punto di vista Hayabusa-kun, continua pure a studiare e ad analizzare gli scenari che ti vengono insegnati qui o quelli che leggi nei libri, poi quando un giorno vorrai passare ad un livello successivo vienimi a cercare… potrò sottoporti dei grattacapi particolarmente avanzati che sono sicuro ti intrigheranno. Shoya lanciò un’occhiata di sfida, ormai aveva inquadrato a pieno lo studente e il suo punto di vista, era sicuro che questa proposta di un qualcosa di avanzato lo avrebbe intrigato. Hitoshi era evidentemente impegnato e convinto delle sue idee, non avrebbe cambiato posizione fino a che non ci avesse sbattuto la faccia e sicuramente avrebbe voluto dimostrare di saper risolvere qualsiasi problema con la logica, beh l’eroe professionista avrebbe potuto raccontargli delle storie interessanti, da farsi venire la pelle d’oca e poi come avrebbe risposto? Il piccolo rimprovero successivo sortì l’effetto desiderato e Hitoshi decise di chiedere qualcosa di un pò più personale al professionista, qualcosa che effettivamente non gli era mai stato chiesto ma su cui aveva molto da dire. Quante ne aveva passate Shoya prima di poter aprire un’agenzia e poter dire di essersi affermato come eroe? tante, troppe brutte situazioni, ma è proprio da lì che ne aveva tratto la forza per andare avanti e perseguire i suoi obiettivi. Sai quante persone ancora oggi mi screditano, mi considerano uno sciocco o addirittura non mi considerano proprio? Molte. prese fiato, il suo tono di voce non lasciò trasparire alcun segno di vergogna o di risentimento, parlare ad alta voce dei suoi fallimenti era una cosa che aveva imparato a fare e che sapeva essere utile per esorcizzarli. Anche questo mi da la forza per andare avanti, non voglio dire che lo faccio al cento per cento per dimostrare agli altri che si sbagliano, però una piccola parte della mia motivazione è alimentata anche da questo sentimento e ogni traguardo che raggiungo è un colpo inferto a chi non crede in me. I piani dell’eroe erano ben più complicati della semplice sensazione di rivincita o di voler dimostrare qualcosa agli altri, ma voleva lasciare un messaggio forte e chiaro allo studente e cioè che purtroppo non si può piacere a tutti, in generale ci sarà sempre qualcuno che non ti vorrà o che cercherà di ostacolarti. Presto imparerai che il mondo del professionismo non è perfettamente lineare come mostrato nella classifica eroi, ci sono posizioni che valgono più di altre e persone che è meglio non infastidire… io mi sono inserito nell’olimpo dei Pro-Hero da outsider, nessuno mi conosceva e nessuno sapeva chi fossi eppure sono riuscito a farmi strada e a raggiungere il grande obiettivo di aprire un’agenzia. Shoya si fermò, forse stava rivelando troppe cose che non avrebbe dovuto e magari stava scoraggiando il giovane studente. Detto questo Hayabusa-kun non devi scoraggiarti, arriverai a trovarti in situazioni dove qualcuno ti screditerà ed è lì che dovrai tirare fuori il carattere e la decisione, ti senti pronto ad affrontare queste situazioni? sei convinto della tua scelta di voler diventare un Pro-Hero?
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Ripensare a quanta fatica aveva dovuto affrontare per raggiungere i suoi obiettivi era come aprire una vecchia ferita che ancora non si era cicatrizzata del tutto; tuttavia oggi il Pro-Hero si trovava a scuola in veste di motivatore, non di disfattista, non poteva lasciare che la sua esperienza personale e il suo essere cupo prendessero il sopravvento, doveva necessariamente riportare il discorso su temi più leggeri e spensierati che meglio si adattavano alla giovanissima età della matricola. Shoya sorrise e accennò a una leggera risata sdrammatizzante socchiudendo leggermente gli occhi e sollevando le spalle. Haha Hayabusa-kun vuoi già dei consigli prima ancora che ne parli davanti a tutta la classe? Sei proprio determinato allora! Era evidente che volesse cambiare discorso senza nemmeno nasconderlo troppo, prima gli aveva detto che avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa, adesso invece non avrebbe risposto alle sue domande, insomma tipico di Shoya Ishida la sua incostanza nelle conversazioni. Nono, niente consigli e niente storie per il momento, per quello ci sarà tempo durante la mia lezione e sicuramente più avanti, adesso concentrati sugli studi e sulle ragazze! Fece l’occhiolino al giovane studente sul finire della frase, benché non sapesse l’orientamento sessuale del suo interlocutore Shoya aveva dato per scontato fin dall’inizio della conversazione che Hitoshi fosse eterosessuale, ma in fin dei conti poco importava, era tutto per fare una battuta che alleggerisse la conversazione. Purtroppo il tempo era volato e il momento di rientrare in aula era arrivato. Bene, adesso finisco di ripassarmi il discorso che mi sono preparato ed entro in aula. Spero che questa conversazione sia stata interessante per te quanto lo è stata per me. Hayabusa-kun, vienimi a cercare quando ti sentirai pronto a voler dare il tuo aiuto per salvare questo mondo. Finì la frase in modo solenne chiudendo gli occhi e chinando leggermente il capo in avanti in segno di saluto, chissà se veramente il ragazzo in futuro lo avrebbe cercato, beh sicuramente si sarebbero potuti sviluppare scenari interessanti. Shoya si girò e si avviò verso l’aula mentre in testa continuava a ripetersi il discorso.
Ciao ragazzi, scusatemi ma per qualche motivo non ho visto la notifica del topic e mi sono accorto della vostra role da correggere solo andando a postare la mia
Non ho particolari osservazioni da fare, se non una a Saxo perché il suo codice rende illeggibile tutte le ultime lettere della riga, non è un problema enorme perché si capisce ma magari vuoi darci un'occhiata per le prossime role
Per il resto avete fatto 12 post giusti, quindi prendete exp standard.