Talking under water

Role | Mirai Ishigami & Ryo Sasaki

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    Ryo Sasaki
    14 Febbraio. Era il giorno di San Valentino, in tutto il mondo dedicato alle coppie. In genere, negli anni passati per Ryo quello era sempre stato un giorno come tutti gli altri, senza alcuna particolare importanza e pertanto non aveva mai notato quanto l'atmosfera attorno a lui effettivamente cambiasse. Dato che ancora era Febbraio ed il clima era freddo, aveva indossato vestiti abbastanza pesanti, con tanto di cappotto sopra a coprire. Adesso un pochino se ne pentiva, dato che cominciava a sentire il calore inondargli la faccia ed era abbastanza sicuro che nonostante la sua carnagione pallida in quel momento apparisse con un volto arrossito. Ad essere onesti non credeva neanche che dipendesse tanto dal proprio abbigliamento, quanto più all'atmosfera che lo circondava. Fin da quando era arrivato alla vicina stazione di Shinagawa aveva potuto notare come in giro ci fossero prevalentemente coppiette, molte delle quali si tenevano per mano e stavano appiccicati. Al solo pensiero Ryo sentiva ancor più caldo, tanto che dovette rimuovere un ulteriore bottone al proprio cappotto prima di rimettersi la mano in tasca.
    Non credo di essere pronto per questo...
    Nonostante la sua professione, il coraggio di Ryo sembrava non essere sufficiente per simili occasioni. Già diverse volte durante la giornata aveva avuto delle crisi simili, soprattutto in fase di preparazione all'appuntamento. Questa volta ci aveva provato davvero a dare una parvenza di ordine all'ammasso di capelli che si ritrovava in testa, sebbene il risultato finale non fosse poi effettivamente cambiato. Perfino prima di uscire, osservandosi allo specchio, aveva pensato che non ci fosse niente da fare per quell'aspetto trasandato che continuava ad avere, specie con delle simili borse scure sotto agli occhi. Ancora adesso, quando ci rifletteva, non capiva cosa ci trovasse in lui Mirai. Sebbene gli avesse fatto piacere, la confessione che aveva ricevuto dalla ragazza l'aveva preso totalmente in contropiede. Più volte ripensando a come le aveva risposto aveva sentito venir meno alla voglia di vivere, sentendo che avrebbe potuto rispondere in maniera più romantica. Tutto sommato però si poteva dire che le cose fossero andata bene, dato che adesso uscivano assieme.
    Una volta concordato l'acquario come luogo dell'appuntamento, aveva pure provato a documentarsi il più possibile, per arrivare preparato, ma il risultato era che aveva memorizzato solo poche informazioni sparse e senza un minimo di contesto. A dirla tutta, era già stato in qualche acquario prima d'ora, ma nulla di così grande e vario come l'acquario di Shinagawa. Dalle sue ricerche, aveva potuto vedere che la struttura ospitava qualsiasi cosa legata al mare. Pesci, meduse, delfini o anche i temibili squali. Da parte sua però quello che più aspettava era la vista dei pinguini, dato che ancora non ne aveva mai visti.
    Certo che c'è parecchia gente oggi... Guardandosi in giro, Ryo non poteva notare quante altre persone aveva avuto la loro stessa idea per quel giorno. Peccato per questa confusione, mi aspettavo qualcosa di più intimo e tranquillo.
    Si ritrovò a guardare nuovamente l'orario sul cellulare. Era arrivato con diversi minuti di anticipo, giusto per essere sicuro che si sarebbe fatto trovare lì nel momento in cui Mirai fosse arrivata. Involontariamente, arrivò a chiedersi se la ragazza le avrebbe portato del cioccolato per la festa, ma al solo pensiero si sentì arrossire, e questa volta affondò la testa nel cappotto per nascondere la sua espressione imbarazzata ai passanti.

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    ¬Kinshara

    Finalmente ho aperto!
     
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    Mirai Ishigami
    Il giorno del suo primo appuntamento era arrivato.
    A passi svelti e sguardo attento a non sbattere addosso a nessuno, Mirai si dirigeva verso il luogo magico deciso per quel fatidico incontro: il grande Acquario di Shinagawa, un posto insolito non c’era dubbio ma Mirai aveva appoggiato l’idea fin dall’inizio trovandola assolutamente perfetta e piacevolmente interessante visto che aveva sempre avuto il desiderio di visitarlo.
    Per l’occasione, Mirai sfoggiava una giacchina pelosa fino al ginocchio - con tanto di cappuccio - color avorio come la borsa a tracolla - che lasciava intravedere il motivo scozzese di una gonna plissettata dai toni del mare (giusto per essere in tema, blu scuro - bianco - indaco).
    In realtà aveva scelto un outfit molto semplice: gonna, maglione lungo fin sotto la vita di color indaco, una camicia bianca sotto, calze di un bianco quasi trasparente e stivaletti dello stesso colore - così avrebbe evitato di inciampare e fare figure che l’avrebbero segnata per il resto della sua esistenza-.
    A completare il tutto erano i capelli, lasciati liberi attorno al volto e il resto raccolti in una morbida treccia che arrivava fino alle scapole..
    Niente trucco, niente orecchini, solo la catenella con la campanellina che portava al collo. Niente di diverso da come era sempre stata e da come si era sempre presentata.
    Così voleva essere e apparire al suo primo appuntamento.
    Semplice e graziosa.

    Arrivare fin lì non era stato molto difficile tramite i mezzi pubblici, la parte più complessa era dovuta alle tante coppiette che quel giorno sembrava essere apparse dal nulla in ogni angolo del suo sguardo.
    Non che non fosse piacevole tutto quel brulicare, non che la facesse sentire a disagio ma certamente andavano ad alimentare il suo batticuore.
    Era agitata, sì, lo era, tantissimo.
    Il cuoricino sembrava volesse uscire da quella gabbia di carne e ossa ogni volta che il suo pensiero andava a ciò che sarebbe accaduto in quella giornata, a visitare l’Acquario assieme a Ryo Sasaki.
    Devo solo essere me stessa…e passare una giornata assieme a lui, divertirci…e… una vampata di calore salì dal suo petto fino alle guance.
    Scosse la testa come per riprendere il controllo di sé ma non ci riuscì.
    Ryo Sasaki era sempre stato per lei un esempio, il suo Sensei, l’unico che a quel mondo voleva chiamare eroe e…
    Non sapeva davvero dove aveva avuto la sfacciataggine di fargli vedere di cosa era capace e nello stesso giorno invitarlo ad uscire assieme a lei… e la cosa più inaspettata di tutte era che lui aveva accettato.
    E quel giorno era arrivato.
    Si fermò, giusto per un secondo o forse due, trasse un profondo respiro per calmarsi - come se stesse per affrontare un leone a mani nude - e poi riprese il cammino cercando di non destare troppa attenzione al timore di fallire o di perdere un'amicizia importante come quella.
    Per questo aveva studiato ogni giorno per quel suo primo appuntamento.
    Articoli di giornali, post, riviste, blog su esperienze vissute, su consigli... si era perfino appellata alla "posta del cuore di Shion" per non arrivare impreparata!
    E poi aveva sfruttato la fervida immaginazione femminile e il resto è storie.
    Storie che finivano tutte con una grossa domanda: "E se non andasse così?"
    "E se non riuscissi a fare/dire ciò che voglio davvero?" "E se non sarò alla sua altezza?" "E se farò qualcosa di stupido?" "E se non vorrà più vedermi?" "E se fosse allergico al cioccolato?" "E se..." "E se..." "E SE..." e tutto si riavvolgeva come un nastro e ricominciava da capo, con nuove variazioni, nuove incognite e nuovi dubbi.
    Film dopo film, setting diversi, copioni diversi, regali di S. Valentino diversi e risultati... Perfino risultati diversi.
    Era come se avesse previsto ogni probabilità e ogni variazione ad ogni probabilità nella sua mente ancora prima che vivesse quel momento esatto - probabilmente da qualche parte in un piano dell’universo un altro Sasaki sarebbe stato fiero di lei condividendo appieno questo suo approccio.
    E poi arrivò la sera prima dell'appuntamento e Mirai fece la cosa più inaspettata di tutte, mentre con amore preparava il suo regalo di S.Valentino: dimenticò ciò che aveva letto, lasciò alle spalle tutto ciò che aveva imparato e decise di seguire solo il suo istinto.
    L'istinto stesso che la accompagnava nella preparazione artigianale prima del grande giorno.
    Quell’istinto che non l’aveva mai tradita e che sperava non lo facesse neanche in quel momento che ne aveva più bisogno.
    Aveva scelto di smettere di seguire la corrente e le parole degli altri e di risalire il fiume e scegliere lei stessa quale strada intraprendere.
    E parlando di strada... Mirai non si era neanche accorta di essere arrivata all'Acquario tanto era immersa nei suoi pensieri.

    Ed eccolo lì.
    In mezzo a tutta quella gente.
    Difficile per lei non notarlo, con quei capelli così scombinati, le borse sotto agli occhi, e quell'aria da eroe e cavaliere che pochi potevano vantare.
    I passi di Mirai si fermarono per un breve istante e sembrò che il tempo in quel momento rallentasse, come in un film.
    Neanche più si curava delle tante persone che avevano deciso di trascorrere la giornata all'Acquario come loro.
    I suoi occhi ambrati, i suoi solo sensi erano tutti rivolti verso Ryo Sasaki e un brivido le corse lungo la schiena strappandole un sorriso.
    Era davvero così carino l'ultima volta che si erano visti? Quando lei l'aveva attaccato senza un motivo plausibile facendogli pure male?
    Alzò la mano e la agitò come una bandierola per poi eseguire la solita entrata in scena, Mirai Style.
    « RYOOOO! » adesso, sicuramente, l'avrebbe notata.
    Si fece coraggio e, anche se le gambe le tremavano, gli corse incontro sorreggendo la borsetta a tracolla - sembrava quasi che la folla nei dintorni si fosse aperta per lasciare che raggiungesse il suo principe azzurro - con un sorriso raggiante che tradiva il suo cuore che sembrava aver raggiunto oramai la luna e quei maledetti mostri alati infernali che si agitavano nel suo piccolo stomachino.
    « Ouuf. Sc-Scus-Sc-Scusami se ...» riprese fiato, concentrandosi per poter spiccicare almeno una parola senza balbettare per l'agitazione - cosa assai difficile in quel momento « Scusami s-se ho fatto tardi... ecco io non conoscono bene queste parti... Sp-Spero di non averti fatto aspettare tanto... c-caspita quanta gente. Ne? » si massaggiò la nuca sparando a raffica, pensando che avrebbe voluto tanto abbracciarlo ma che farlo in pubblico in un'occasione come quella non era il miglior modo per metterlo a suo agio.
    Si dondolò sul posto e sentiva già le sue gote sfrigolare dal rossore ma non fece niente a riguardo forse per non sottolineare e rendere ancora più evidente quanto fosse imbarazzata, ma felice.
    Tanto felice.
    « S-Sono davvero felice di rivederti. C-come stai? T-ti trovo in gran forma. » continuò cercando di non essere troppo assillante, anche se forse non c'era riuscita proprio bene. Socchiuse gli occhi e avvicinò entrambe le mani strette strette al suo petto come se avesse freddo anche se in realtà cercava di contenere tutta quell'euforia che sembrava averla travolta come un fiume in piena « Uhh quanto è bello! E...ti ringrazio per aver avuto questa splendida idea...Sai...io---b-beh beh ecco io è da t-t-tanto tempo che desideravo- » Stare con te « -v-vedere questo posto! »
    Vigilantes ● ♣️KScheda ● Liv.6 ● 18 y.o.

    Narrato - «PARLATO » - Pensato - ● Linguaggio dei Segni©
     
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    Ryo Sasaki
    Ryo era ancora immerso nel suo cappotto quando sentì una voce chiamarlo da lontano, a voce molto alta, usando il suo nome. Sapendo già benissimo chi l'aveva chiamato, si girò verso Mirai solo per vederla con la mano alzata per fari notare e poi correre di gran carriera. Sebbene ancora nascosto, un mezzo sorriso affiorò nel volto del corvino, ricordano la stessa scena al Mori Art Museum quando si erano incontrati per caso. All'epoca si era sentito particolarmente in imbarazzo nel notare lo sguardo di tutti puntato su loro due, eppure in quel momento neanche avrebbe saputo dire se chi stava attorno a loro si fosse girato a guardarli. L'unica cosa a cui stava pensando e che forse certe cose non sarebbero cambiate mai. Alzò una mano per salutarla a sua volta mentre lei finiva la sua corsa proprio di fronte a lui. Nonostante il volto rosso per la corsa e la palese mancanza di fiato, la ragazza cercò subito di scusarsi con Ryo per il ritardo, tradendo quella sorta di impazienza che aveva. Lui d'altra parte alzò le mani all'altezza del petto per fargli segno di calmarsi.
    Mirai, tranquilla riprendi fiato. Non ti preoccupare, sono appena arrivato anche io... Mentendo spudoratamente, Ryo avrebbe aspettato che la ragazza si riprendesse dalla fatica della corsa. Solo allora notò per la prima volta l'outfit della ragazza, semplice ma comunque ben abbinato, senza particolari accessori che distraevano l'attenzione a parte la solita collana con la campanellina che indossava sempre. Inoltre, era la prima volta che le vedeva portare quell'acconciatura. La lunga treccia che le legava i capelli dietro la testa doveva averle presto parecchio tempo e di certo non era qualcosa di molto pratico. Il risultato era davvero notevole, dato che lasciava il viso della ragazza molto più esposto del solito. Così mentre la vedeva dondolare sul posto come farebbe un bambino all'ingresso di un luna park non poté che ammettere la vittoria di Mirai.
    Che carina....
    Sentì che anche la sua faccia diventa sempre più rossa, di questo passo sarebbe stato difficile mantenere il suo modo composto per la durata di tutto l'appuntamento.
    I-Io sto bene... Continuo solo con i miei soliti allenamenti in accademia e con il mio tirocinio...Piuttosto... Gli si formò un nodo in gola, come se quello che stava per dire gli costasse veramente molta fatica. Su questa parte del suo carattere doveva ancora decisamente lavorare molto. Si schiarì la gola per darsi modo di andare avanti, con le braccia lasciate penzoloni attorno al corpo. V-Vedo che hai cambiato acconciatura... M-Mi piace, ti sta molto bene...
    Girò lo sguardo verso l'edificio, cercando di nascondere l'imbarazzo che provava, nonostante il sollievo per essere riuscito a farle un complimento. In quel momento il suo cuore batteva forte per l'agitazione, come se avesse dovuto fare anche lui una lunga corsa per arrivare là. Il rumore che faceva per il corvino era così forte che dovette prendere grossi respiri, per evitare di non riuscire a sentire a sua volta. In fondo, lui non era capace di leggere le labbra come faceva Mirai.
    Sono contento che ti piaccia, pensavo di fare qualcosa di tranquillo e non sono mai stato qua... Alla fine, finiamo sempre per ritrovarci in situazioni piuttosto agitate... C'è qualcosa che ti piacerebbe vedere?
    Finalmente riuscì a calmarsi e guardare verso Mirai e si accorse che la ragazza si stringeva tra le braccia tremando.
    Forse dopo tutta quella corsa stare fermi qui non le fa bene..
    Ah... Immagino che tu abbia freddo qua fuori... Peccato non aver portato una sciarpa.. Faremmo meglio a sbrigarci ad entrare, oggi ci sono parecchie persone. Allungò la mano destra verso Mirai, cercando di risultare spontaneo nonostante nella sua mente avesse già provato quel gesto diverse volte. Nonostante tutto l'impegno gli era impossibile però nascondere l'imbarazzo in volto. P-Penso che dovremmo tenerci, così evitiamo di perderci in mezzo agli altri.
    La scusa era vera solo in parte ed era per lo più un pretesto, sperando di non risultare troppo imbarazzante. Eppure, mentre lo faceva ripensò che anche questo era simile a quanto successo al museo, anche se adesso lo percepiva diversamente perchè si trovavano ad un appuntamento. L'aver realizzato questo dettaglio lo fece calmare un poco, sebbene sarebbe durato poco. Infatti, quando era ormai troppo tardi si rese conto che, avendo tenuto le mani in tasca mentre l'aspettava, aveva i palmi leggermente sudati.


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