Lascia o raddoppia

Adventure Mode: exquisite†corpses

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    Una dolce fanciulla come tante altre, o forse no, si stava godendo una tranquilla passeggiata nel centro di Tokyo durante quella mattinata soleggiata.

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    Se gli altri passanti le avessero dedicato qualche secondo delle loro frenetiche vite, sarebbero potuti però restare stupiti da una particolarità davvero singolare, spesso e volentieri sembrava intenta nel parlare da sola ma non come una comune pazza, era un vero e proprio dialogo con se stessa. Per quanto le stranezze fossero diventate comuni in quei tempi caotici, alcune cose restavano insolite. Gli argomenti potevano essere dei più disparati, in particolare però sembravano tendere sullo shopping e sul dove andare a comprare cosa. Fu così che il tempo iniziò a trascorrere tra giri vari mentre qualcosa di ben più strano del parlare da soli stava per accadere, una misteriosa figura iniziò a scivolare tra la folla ed a seguire la bella Yami senza però avvicinarsi troppo, ben attento a non farsi scoprire.

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    Chissà se la ragazza avrebbe avuto un qualche sentore di ciò che stava per accadere o se avrebbe continuato spensierata a godersi la sua giornata di relax senza immaginare minimamente quale inaspettato sviluppo la attendeva di li a poco.

    exquisite†corpses eccoci qui :asd: sono rimasto molto sul vago in modo da lasciarti campo libero un pò su tutto... Puoi fare quello che vuoi, fa rilassare un pò la nostra bella Yami che tra breve avrà di che impegnarsi :shifty: Ovviamente non puoi individuare subito chi ti segue ma volendo potresti avere la sensazione di essere osservato :sip:


     
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    Ciao Roy,
    Non so se hai parlato con Jojo (suppongo di sì). Visto che il suo pg mi ha cercato in mia assenza - e sarebbe stato contro la caratterizzazione di Yami/Yama non farsi vedere - avevamo ipotizzato che io fossi sparita dalla circolazione poco dopo il torneo (ultima apparizione in game). Pertanto riprendo le fila del discorso da lì, per quanto sia incongruente col calendario gdr, lo è con come la trama si è evoluta fin'ora. Spero non ci sia problema.





    Y A M I D Ø D S O N
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    Narrato x Parlato Yami x Pensato Yami x Parlato Yama x Pensato Yama


    Mosse il coltello verso il ragazzo. Per ora, Yama aveva deciso di starsene buono e collaborare. Yuya sparì in una nube di fumo. Per quel che ne sapevano i due, il suo potere era solo quello: sparire e riapparire da un'altra parte. Un potere insidioso, visto che erano su una navicella sospesa in aria. Si diffuse attorno a loro un pessimo odore di zolfo. Lo vide con la coda dell'occhio, di fronte a lei, a mezz'aria. D'istinto ritrasse il braccio, per pararsi. Quello del fratello uscì dal gomito, come a farle da placca di difesa. Un'armatura che poteva portare sempre dentro di sé e mostrare in caso di necessità. Il colpo di Yuya impattò. Un formicolio percorse il suo braccio, arrivando fino alla spalla, mentre con un altro botto di uova marce il ragazzo con la coda si portava di nuovo a distanza. Lo guardò, con sicurezza nello sguardo, ed estese il braccio per lanciargli il coltello addosso. Era un diversivo. Ma come se quel coltello avesse perforato lo spazio ed il tempo, l'ambiente attorno ai due ragazzi iniziò a sparire, come si trattasse di un glitch di qualche videogioco. Lentamente, tutto iniziava a sciorgliersi. Vuoto.
    Yami ansimò, piantando le mani in quella scomoda branda, ed alzandosi seduta. Il kukri scivolò dal suo petto per terra, echeggiando leggermente. Si guardò attorno: il Soseiji, o perlomeno la sua squallida cantinetta. Per terra c'erano ancora gli aloni delle chiazze di sangue di Sajin, di quando avevano dovuto "operarlo d'urgenza". Si stese nuovamente, poggiando una mano sulla fronte e fissando il soffitto. Possibile che fosse stato solo un sogno?

    Un ritmico ticchettio accarezzava le orecchie della ragazza. Strizzò gli occhi, mugugnando e rigirandosi su quella branda. Lentamente, aprì gli occhi. Piano piano, prendendo coscienza, riuscì a vedere sempre più chiaramente. Suo fratello era seduto su una sedia a fianco al letto, e stava digitando freneticamente al pc. Si sedette sul bordo del letto, passandosi una mano tra i capelli. I suoi piedi nudi toccarono il freddo metallo del suo kukri, passandole un brivido per tutto il corpo. Lo raccolse, fissando il suo riflesso sulla lama. Era stata una strana nottata.
    Non è stato un sogno. - disse suo fratello, voltando il pc per mostrarglielo. Sul sito ufficiale di uno dei quotidiani più letti di Tokyo campeggiava enorme una foto di All Might.
    All Might ferma l'acchiappa-quirk... - lesse, ad alta voce, la ragazza - Non capisco...?
    Era l'effetto di un quirk. - rispose Yama, stringendosi nelle sue spalle, e poi alzandosi in piedi. - Quel bastardo mi è sfuggito di nuovo. Sarei dovuto uscire subito invece di fare come volevi tu, avremmo vinto con una sola motta. Scacco matto.
    Non ho la minima idea di cosa ti abbia fatto Kuroo, ma sono certa che non dovresti avercela così con lui. - forse il ragazzo le aveva rivelato il suo vero nome, ma era ancora intontita dalla situazione e al momento non se lo ricordava.
    Muoviti - la voce del ragazzo interruppe i suoi pensieri - Ho voglia di uscire.

    La giornata era abbastanza soleggiata. Yami aveva una camicia bianca addosso, col bavero elaborato in vari rigonfiamenti, e dei pantaloni a quadri neri e rosso scuri. Ai piedi portava un paio di stivali in pelle alti fino a poco sotto il ginocchio. Yama era dentro di lei. I due passeggiavano per le vie del centro. Visto che l'organizzazione pagava bene, aveva deciso di fare un po' di shopping. Era un bel po' che non si comprava nulla.
    Mi vuoi dire cos'hai contro quel benedetto ragazzo o no?
    Mi sembra una di quelle persone che credono che l'intelligenza sia tutto - la sua voce cambiava, per lasciare spazio al gemello - Non vedo come potresti pensare di sopravvivere in un ambiente come il nostro solo leggendo libri e senza menare le mani.
    Si stava provando una camicia in un camerino, nel frattempo. Non era molto incline a quel tipo di vestiario, ma doveva adattarsi. Poco tempo fa, qualcuno le aveva detto che si vestiva in modo particolare, troppo particolare. Certo, era un gaijin, e come aveva detto lei "a Tokyo tutti si vestono strano", ma era il caso di iniziare ad andarci piano. Non era un impiegato in banca o un fioraio, qualsiasi aspetto particolare della sua esteriorità poteva consentire una prova bella grossa per le autorità. Per quanto apprezzasse più indumenti in stile cortese, forse era il caso di iniziare ad adottare un profilo un po' più basso.
    Il suo giro in centro proseguiva, e mentre qualcuno aveva iniziato a seguirla, la ragazza non poteva fare a meno di chiedersi il perchè suo fratello non fosse uscito a 'prendere una boccata d'aria' nonostante ne avesse avuto più di un'occasione. Era seduta su una panchina, a prendere un po' di sole e venticello a sorseggiare uno smoothie. Mela e fragola, quest'ultimo uno dei suoi frutti preferiti. Si lasciò a un gemito di piacere per il gusto, alzando lo sguardo al cielo.
    Perchè non esci un po'? - sussurrò - Beh, non qui ma... Posso andare in un vicolo o...
    No. - la interruppe seccò il fratello. Yami piegò il volto in una smorfia stranita.
    Che c'è? - domandò la ragazza, a conti fatti, a sé stessa - Sei strano ultimamente.
    Non ho bisogno che ti preoccupi per me - rise il ragazzo dai capelli neri - Preoccupati per te stessa, piuttosto. - concluse mentre la ragazza avvicinava nuovamente il bicchiere alle labbra.
    Oh, ma lo faccio. - rispose lei, dopo aver bevuto un sorso - Sei dentro di me, sai com'è... - proseguì, passandosi il polso sulle labbra per asciugarsi. Un sospiro.
    Cazzeggiando ho scoperto che il vecchio la sa più lunga di quanto ci potessimo aspettare.
    Ma chi, il barista? - chiese la giovane, riferendosi al barista che gli aveva offerto l'entrata nell'organizzazione e quel posto letto nella cantinetta del suo bar.
    Sì. E' famoso, quello. - rispose il fratello - E non nel senso buono. Ci ha ficcati in un casino molto più grande di noi. Quelli sono conosciuti, e in questo mestiere non è mai un bene. E neppure noi siamo anonimi, abbiamo ucciso la nostra famiglia e...
    Emh. - lo interruppe la sorella - Tu hai ucciso i nostri genitori. Io non ho fatto assolutamente nulla. - ormai non le era quasi neanche più possibile essere arrabbiata o triste per quel fatto.
    Quello che intendo dire è che potremmo essere sotto controllo degli sbirri. - si fermò per un paio di secondi - Anche in questo momento. Meglio non usare il quirk in pubblico, ora.
    Yami, sentendolo dire queste cose, si girò di scatto e si guardò attorno. Era difficile, però, trovare qualche volto distinto in quella massa di persone che si muoveva tra le vie di Tokyo in una giornata così bella. Si voltò, e tornò a bere il suo frullato. Intanto il tempo, incessantemente, continuava a passare. No, comunque. Alla fine la camicia non l'aveva comprata.
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    Come risaputo, lo shopping è una dei più grandi hobby di una donna e Yami non era di certo diversa. Un'ombra nella folla la seguì per praticamente tutto il tempo, almeno fino a che non si dedicò ad un più soave relax nel gustarsi un buon frullato, seduta al tavolino di un bar. Fu proprio in quel luogo che l'individuo si palesò accomodandosi di fronte alla fanciulla.

    Buon giorno signorina, posso accomodarmi?

    Quella domanda risultò più che altro di circostanza visto che in pratica era già seduto al tavolo ed in ogni caso non diede nemmeno modo di rispondere visto che riprese quasi all'istante

    Non abbia paura sono un amico... O per lo meno potrei esserlo...

    Un sorriso inquietante si fece spazio sul volto del ragazzo mentre lasciava andare il suo peso sulla spalliera della sedia e, noncurante di tutto, distendeva comodamente le gambe sul tavolo

    Non ti da fastidio vero? Mia cara Yami!

    Dinuovo quel sorriso carico di sicurezza e follia, apparve a fare da anticipatore di un discorso che avrebbe potuto sconvolgere il futuro di quella ragazza. Chi era quel ragazzo? Cosa voleva? Quelle e molte altre domande si stavano certamente affollando nella testa della giovane, chissà come avrebbe reagito ma sopratutto, chissà come avrebbe reagito suo fratello.

    si tranquillo, abbiamo organizzato qualcosa di interessante in modo da non lasciare questo evento una semplice pratica burocratica destinata all'ovvietà :uhuh: il risultato infondo lo sappiamo ma potrai arrivarci attraverso svariate vie, starà a te intraprendere quella più adatta al tuo pg :asd:


     
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    Ora ho paura :asd:






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    Narrato x Parlato Yami x Pensato Yami x Parlato Yama x Pensato Yama


    La cannuccia toccava il fondo del bicchiere di plastica trasparente. Aspirando, quelle gocce di frullato rimaste producevano il tipico gorgoglio di una bevanda ormai terminata. Morse la punta della cannuccia, come tradizione. Una voce disturbò i suoi pensieri.
    Alzò lo sguardo. Di fronte a lei, un ragazzo dai capelli castani abbastanza lunghi da coprirgli il volto. Con un vestito in pelle nera - certamente di buon gusto - aveva chiesto alla giovane di potersi sedere. Una domanda retorica, pareva, visto che tempo di alzare lo sguardo, s'era già seduto di fronte a lei. Inclinò leggermente di lato la testa: un altro tizio pronto a provarci. Questa era la sua prima impressione, ed aveva motivo di crederci. Le succedeva spesso: i suoi tratti erano certamente atipici per il posto e a molte persone piacevano le occidentali, anche se pochi avevano il coraggio di provarci con così tanta sfacciataggine, soprattutto in un luogo come il Giappone doveva l'apparenza era, quasi sempre, tutto.
    Alle sue successive parole le sue convinzioni - ingenuamente - si accentuarono. Il ragazzo castano le disse di non avere timore e che poteva essere un amico, il tutto espresso attraverso un rispettoso uso del 'lei'. Si, era chiaramente un pervertito, ma uno educato. La tensione sessuale in quelle parole le pareva evidente. Il tizio, però, si mostrò in realtà meno educato di quanto trasparisse dalle sue parole. Certo, sedersi senza il permesso già non era una grande dimostrazione di galanteria, ma il suo poggiare le gambe sul tavolo la convinse ulteriormente della sua maleducazione. Le sue suole sporche erano ora a qualche centimetro dal suo bicchiere di frullato, ormai vuoto. Fece per allungare la mano per presentarsi, ma fu interrotta.
    Il ragazzo la chiamò per nome. Questo cambiava tutto. Sussultò un secondo.
    Direi che allora la mia presentazione è inutile, eh, signor...? - ridacchiò, tirando la mano indietro, per prendere tempo. Questo era un problema, e non sapeva come affrontarlo. Per sua fortuna, non era sola in quella situazione. Sorrise, giocando con le dita con la cannuccia, e fingendo di aspettare una risposta. In realtà stava solo cercando di pensare a una soluzione. Il suo primo pensiero fu che - forse - avrebbe dovuto iniziare ad adottare uno pseudonimo molto prima. Era la sua prima esperienza, ma aveva sparso il suo nome un po' troppo in giro. Pochi criminali hanno un codice d'onore, molti avrebbero fatto qualsiasi cosa per soldi e lei ultimamente aveva fatto un po' troppo casino in quell'ambiente. La sua preoccupazione maggiore era che fosse un poliziotto, ma solitamente le forze dell'ordine non agivano in quel modo. In ogni caso non si era fisicamente immischiata in nessuna azione illecita, per cui era strano qualcuno potesse sospettare di lei. Ok, forse aveva investito un Pro-Hero una volta. E aveva ucciso la sua famiglia. Quello, però, era storia abbastanza vecchia da far risultare strano il fatto che ci stessero ancora lavorando.
    Cosa cazzo facciamo? - pensò. Solitamente una persona parla tra sé e sé, ma lei non era così.
    E' ok. - rispose il fratello, sempre nella mente - Non è il caso di fare mosse azzardate, non in pubblico. O è un poliziotto, o è un criminale in cerca di vendetta.
    Merda... - Yami sorrise, grattandosi una gamba. Dopodichè abbassò lo sguardo sul bicchiere.
    Magari il vecchio ha scoperto che ho ficcanasato e vuole farci fuori - proseguì Yama - Quelli fanno sul serio. - si fermò un secondo - Andiamocene. Che sia un poliziotto o un criminale, non può fare nulla in pubblico. Finchè c'è gente siamo ok.
    Yami si passò le mani sulle gambe, fino a giungere alle ginocchia, e si alzò, facendo grattare leggermente la sedia sul marciapiede. Prese in mano il bicchiere vuoto.
    Beh, fa caldo, non trovi? - sorrise al ragazzo, mentre passava l'indice destro sulla cannuccia - Io ho sete. Vado a prendere un altro frullato. Ti porto qualcosa?
    Non uno dei piani di evasione migliori al mondo, ma per sua fortuna non doveva fuggire da Alcatraz. Una volta 'presa la comanda' del pervertito, sarebbe andata dentro, si sarebbe chiusa al cesso e sarebbe scappata dalla finestra. Questa era la sua idea, degna dei migliori film d'azione. Se il tizio era un poliziotto, non potevano avere prove, al massimo qualche sospetto, ma questo non gli dava il diritto di trattenerla. Se fosse stato un malvivente e l'avesse trattenuta, le sarebbe bastato urlare 'al criminale!' e avrebbe attirato l'attenzione su di sé impedendo - almeno in teoria - al tizio castano di agire. Nella sua mente era in una botte di ferro.
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    Yami riuscì a mantenere un certo sangue freddo in quella situazione nonostante nella sua testa stava avvenendo una discussione decisamente preoccupante e la cosa più strana era che il misterioso interlocutore sembrava in qualche modo esserne conscio.

    Oh per ora il mio nome non ha importanza... Sai... Posso darti del tu?

    A quel punto tirò giù le gambe e si protrasse in avanti mostrando chiaramente i suoi occhi decisamente particolari

    orochimaru-eye

    Ho voluto vestirmi così per farti piacere... So che hai questo tipo di gusti, spero avrai apprezzato lo sforzo... Dimmi, anche a tuo fratello piace vestire così? Se non sbaglio si chiama Yama no?

    A quella domanda la ragazza non potè che sussultare per un breve istante, riuscendo però a riacquistare subito una postura decorosa. Il tutto era diventato difficile da reggere, sapeva troppo poco dell'uomo di fronte a lei mentre lui sembrava sapere fin troppo, optò così per un tentativo di fuga con una scusa banale, l'andare a prendere da bere anche per lui.

    Sei davvero gentile ma sto bene così, lascia però che ti accompagni... Se permetti ti offro io quello che preferisci

    Così sorridendo si alzò e la affiancò incamminandosi a sua volta

    Non temere... So che sotto sotto sarai tesa ma non hai di che preoccuparti, come ti ho detto possiamo essere amici... Ordina quello che vuoi e parliamo... Dopo potrai decidere se accettare la mia offerta o rifiutare, certo il rifiuto non ti metterà in una bella situazione... Ma sono certo che troveremo un accordo pacifico quindi non ci pensiamo

    Tutto sembrava essere nelle mani di Yami, o meglio in ciò che avrebbe deciso di fare. Come si sarebbe comportata? Avrebbe tentato comunque la fuga? O avrebbe ascoltato le richieste dello sconosciuto?

    Avrai capito chi hai di fronte :uhuh: devi sentirti onorato :asd: comunque comportati come meglio credi :zizi: una delle tante possibili conclusioni prevede anche una sorpresina carina per te :shifty:


     
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    L'ipotesi che quell'uomo fosse un pervertito non faceva che diventare la più concreta. Mentre si alzava, le disse che si era vestito così perchè sapeva che a lei piaceva. Sfumò poi, quando tirò in ballo anche Yama. Sì, quell'uomo sapeva qualcosa e quel qualcosa era già troppo.
    Ci può stare - rispose la ragazza, provando a stare al gioco - Sono sicura che avresti potuto fare meglio, però. - sospirò - E no, mio fratello è un po' più... Casual.
    Gli occhi di quel ragazzo erano più che inquietanti, e nonostante il contatto visivo molto rapido, era abbastanza sicura che fosse addirittura truccato. In ogni caso, una persona così inquietante non poteva certamente essere un poliziotto, neppure in un film dell'orrore. Ciò detto, decise di dargli corda. Che fosse stato un cliente o un sicario, non avrebbe potuto fare niente in pubblico. Finchè era lì era al sicuro. Certo - però - ora capiva come potevano sentirsi le persone che aveva reclutato per il vecchio, trovandosi di fronte qualcuno che sapesse tutto della loro vita. Leggermente inquietante. La sua fuga non funzionò, ma sinceramente non saprei neanche dirvi se era convinta del suo piano mentre lo stava preparando. Il ragazzo si alzò e decise di accompagnarla, e offrire da bere. Rallentò, per averlo al suo fianco: non si fidava ad averlo alle spalle, le dava una strana sensazione. Il predatore era diventato preda?
    Beh - lo guardò la ragazza, sorridendo - A qualcosa di offerto non si può mai dire di no, giusto?
    Proseguì all'interno del bar. Suo fratello non aveva ancora fatto delle mosse azzardate, ed era molto strano. A pensarci, però, neppure nello "scontro" con Kuroo - finito prematuramente - si era mostrato una testa calda. Era sicura che ci fosse qualcosa che lo spaventava, per costringerlo ad agire così cautamente. Cosa diavolo aveva scoperto, sul vecchio?
    Poggiò i gomiti al bancone e - sorridendo - ordinò una Coca-Cola, possibilmente in bottiglia.
    Sa'... - disse alla donna al bancone - Ha un gusto più particolare. - in realtà era una mezza cazzata. Come nelle peggiori risse da bar, poteva usarne i cocci come arma se le cose fossero andate male. Aspettando la sua ordinazione, il ragazzo si espose ulteriormente. Le chiese di poter parlare, dicendo che aveva una proposta da farle. E che - probabilmente - sarebbero giunti ad un accordo pacifico. Certamente quest'ultima parte non era delle più rassicuranti, ma per ora decise di ascoltarlo. Non poteva fare molto altro, sperava che lì dentro non l'avrebbe aggredita, e in caso non le fosse andato a genio avrebbe - ora sì - sfruttato la tecnica della fuga dalla finestra del bagno. Mica avrebbe seguito una signorina in bagno, no?
    Si tratta di un lavoro? - si tenne sul vago, tanto quanto si era tenuto lui. Cerco di dimostrarsi interessata, ma senza usare parole compromettenti. L'idea che fosse un poliziotto si era fatta di nuovo viva viste le sue reticenze, e non voleva autoconsegnarsi dicendo la cosa errata al momento sbagliato. Certo, da quel punto di vista anche accettare la proposta sarebbe stato una pessima mossa. Decise - però - di fidarsi. Non era la prima volta che le offrivano un lavoro. Stare in pubblico è un modo per dimostrare onestà, ed ora era solo agitata per quello che le aveva detto suo fratello. Fratello che, ora, se ne stava zitto zitto.
    Appoggiò il gomito sinistro al bancone, girandosi col busto verso il ragazzo e guardandolo sorridendolo. Certo, non poteva essere sospettosa solo perchè aveva degli occhi molto inquietanti e aveva deciso di vestirsi così per compiacerla, no? Ok, forse sì, avrebbe potuto. E ora - concentrandosi - si era resa conto che il tizio le aveva detto che il rifiuto non l'avrebbe messa in una bella situazione. No, era solo una tecnica per spingerla ad accettare. Aspettava un risposta, e la sua Coca-Cola. In vetro, possibilmente.
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    I due giunsero nel bar e mentre l'addetto si occupava dell'ordinazione, l'individuo rispose in tutta tranquillità

    Diciamo di si, direi anche a tempo indeterminato. Una vera e propria assunzione in effetti, con svariate garanzie a supportarla. Come mansioni ci sarebbe un pò di tutto ma tranquilla, niente che tu... o voi... non abbiate già fatto o sareste tranquillamente in grado di fare.

    Gli intensi occhi dell'uomo si spostarono nuovamente verso quelli della ragazza, uno sguardo come quello difficilmente non metteva in soggezione.

    Mi ritengo un valido ricercatore nel campo dei Quirk e... se accetterete ci saranno degli enormi vantaggi per voi due... Ovviamente ciò precluderebbe altre eventuali collaborazioni, come d'altronde potreste godere della mia protezione da eventuali persone che avessero da ridire.

    Nel frattempo la coca-cola, rigorosamente in vetro, venne servita al banco con annesso un bicchiere con ghiaccio ed uno spicchio di limone. In tutta tranquillità l'uomo si apprestò a pagare lasciando anche modo a Yami di ragionare sul da farsi, in compagnia del fratello se necessario. Le avrebbe quindi indicato un tavolo appartato incitandola ad accomodarsi e rispettando l'eventuale silenzio durante il quale presumeva potesse discutere della questione.

    Eccoci qui :yeah: Visto che brava persona? :shifty: Come dirgli di no :uhuh:

     
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    Gli occhi della ragazza si strinsero sempre di più ad assumere quasi l'aspetto di una fessura, mentre guardava l'uomo. Aveva rispettato il patto e aveva pagato la sua consumazione: tanto di guadagnato. La Coca arrivò - come richiesto - in vetro, con annesso bicchiere con ghiaccio e limone. Oh, quanto odiava quando non chiedevano. Guardò con aria di sufficiente il barista e mise due dita, pollice e indice, all'interno del bicchiere. Prese lo spicchio di limone e lo buttò nel cestino vicino. Sospirò, guardando l'uomo che - a sua volta - la stava fissando.
    Odio quando lo fanno. - sorrise, per poi prendere il bicchiere e la bottiglia in mano - Un po' di tutto, dicevi? Quindi anche pulire i cessi, ad esempio?
    L'uomo le aveva infatti detto che si trattava di un lavoro a tempo indeterminato. Come un contratto, ma in nero. Qui rispose dicendo di essere un ricercatore nel campo dei Quirk, e che avrebbero avuto molti vantaggi ad accettare la sua proposta. Era un po' losco - sinceramente - pensare a come un probabile criminale potesse dichiararsi "ricercatore". Come poteva portare avanti i suoi esperimenti? Forse il lavoro aveva proprio a che fare con quello, tipo rapire persone o combattere contro strani mostri di Frankenstein per testarne le abilità in combattimento. Fin lì non era male come idea, l'importante era essere pagati. Un po' più inquietante era la parte sul non poter avere altre collaborazioni, ma ora non era il problema principale. Se avessero accettato e poi si fossero stancati di collaborare con lui, avrebbero trovato il modo per farla franca. La parte sulla protezione era più rassicurante, in ogni caso. L'uomo indicò un tavolino appartato per sedersi. Contrariamente a quanto lui potesse pensare, i due non avevano il minimo contatto. Non stavano parlando, entrambi avevano ascoltato e basta. Mosse qualche passo verso il tavolo, con bottiglia e bicchiere in mano, e poi si fermò per un secondo. Si mosse più veloce verso il tavolo, posò bottiglia e bicchiere, mise le mani incrociate all'altezza del ventre e fece un breve inchino. Tornata su, guardò quell'essere inquietante dritto negli occhi.
    Chiedo scusa. - disse, in tono pacato - Arrivo subito, sta arrivando mio fratello.
    Quindi si sarebbe diretta verso l'esterno del locale, ovviamente se il suo interlocutore glielo avesse fatto fare. Ma sì, se avesse avuto due neuroni in croce e un po' di fiducia, non ci sarebbero dovuti essere problemi. A quel punto avrebbe guardato a destra e sinistra, cercando il vicolo più vicino possibile per coprirsi dallo sguardo indiscreto delle persone. Yama si materializzò. Aveva indosso degli anfibi in pelle, degli skinny jeans neri e una maglietta oversized a maniche corte, il tutto color nero pece. Guardò negli occhi la sorella, serio.
    Ti fidi? - chiese la ragazza, incrociando le braccia ed appoggiando le spalle al muro.
    Mh. - Yama fece spallucce, socchiudendo gli occhi - Se sono gli sbirri, scappiamo. Se la proposta non ci interessa, ce ne andiamo. - si mosse quindi verso l'uscita del vicolo - Credo stia bluffando. Non sarà così stupido da venire di persona, sarà di sicuro un tirapiedi. Se ci attacca, ci difenderemo. Un po' di protezione ci serve, e una paga non fa mai male. Il nostro lavoro attuale non è sicuro su nessuno dei due fronti. E' un passo avanti per il piano.
    Quindi... Ti fidi? - domandò la ragazza, avvicinandosi al fratello.
    No. - sospirò il ragazzo - Ma tentar non nuoce. Non a noi, almeno. Stammi vicino.
    Se non ci fosse stata nessuna interruzione, i due si sarebbero presi a braccetto per stare abbastanza vicini da non mostrare visibilmente il loro collegamento, e si sarebbero diretti nuovamente verso il bar. Qui si sarebbero avvicinati al tavolo scelto dall'uomo misterioso.
    Lui è mio fratello, Yama! - avrebbe quindi detto la giovane, sorridendo e facendo finta di nulla. I due si sarebbero quindi seduti vicini al tavolo designato. Yami, composta e con una mano sulle ginocchia, avrebbe versato la Coca nel suo bicchiere, in cui il ghiaccio si era per forza di cose sciolto almeno un po'. Il fratello, invece, era seduto scomposto, con un piede sulla sedia e il braccio destro appoggiato sul ginocchio. Avrebbe guardato il tizio dritto negli occhi.
    Quindi? - avrebbe quindi sbottato - Qual è la tua offerta?
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    Il dialogo tra i due sembrò procedere abbastanza tranquillamente tra metafore accenni velati

    Oh no, mia cara... Pulire i cessi certo che no.... Certo potrebbe capitare qualche volta che mi trovi a doverti chiedere di gettare via i "rifiuti... Ma avrai sempre l'occasione di farlo con classe, non sono certo un brigante da quattro soldi!

    Un sorriso di compiacimento si fece spazio sul volto dell'uomo mentre si apprestava a riprendere il discorso

    Il più delle volte si tratterà di "reclutamento" possibilmente pacifico o, perchè no, di "raccolta fondi" per le mie ricerche... Occasionalmente si potrebbe arrivare a fare qualche marachella ma sempre ben organizzata.

    Evidentemente l'evolversi della questione stava interessando i due, didatti Yami annunciò l'imminente arrivo del fratello e chiese di congedarsi qualche istante proprio per permettere che ciò accadesse. Compiaciuto l'uomo acconsentì restando tranquillamente seduto al tavolo, seppur una volta che la fanciulla fosse uscita, si premurò di bisbigliare qualcosa in un presunto congegno di comunicazione ben celato alla vista. Non sembrò agitarsi minimamente durante l'attesa, evidentemente era sicuro che sarebbero tornati, oppure era certo che in nessun caso avrebbero potuto cavarsela diversamente da come aveva pianificato. In ogni caso, dopo alcuni minuti, ecco Yami e Yama giungere insieme a braccetto ed accomodarsi al tavolo. A quel punto fu Yama a prendere l'iniziativa e gungere subito al punto

    Quindi? Qual è la tua offerta?

    L'uomo si protrasse leggermente in avanti come per poterli osservare meglio e, quasi noncurante della domanda, si mostrò affascinato da ciò a cui stava assistendo. Molti lo avrebbero potuto paragonare ad un bambino che scartava il suo più bel regalo di natale.

    Fantastico, davvero fantastico...

    Prima inquadrò bene Yama, poi fece scorrere lo sguardo lungo la misteriosa venatura che lo univa imprescindibilmente a sua sorella.

    Il mistero del vostro status è davvero intrigante... Ditemi... Pensate mai a come sarebbero potute essere le vostre vite se alla nascita tutto fosse andato per il verso giusto? Se foste vissuti come fratelli normali?

    Quindi si interruppe per lasciare ai due modo di elaborare la domanda e quindi riprese

    Cosa fareste se aveste la possibilità di scindere le vostre essenze? Se poteste vivere il resto delle vostre vite come normali fratelli!

    Nuovamente il suo sorriso compiaciuto si mostrò prepotentemente ancor più di prima e lentamente si lasciò scivolare verso la spalliera assumendo una posizione comoda, con le dita delle mani unite al gemello della mano opposta e poggiate sopra la pancia.

    Pensate bene a ciò che rispondete... Sappiate che state per fare una scelta che, in un caso o nell'altro, sconvolgerà il vostro futuro... Sta a voi far si che sia in meglio!

    Alea iacta est :yeah:

     
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    "Reclutamento" e "raccolta fondi". Nulla di diverso da ciò che avevano fatto fin'ora, in fondo.
    Tutto andò liscio, in ogni caso. L'uomo li lasciò uscire, e anche il loro ritorno non ebbe intoppi. Evidentemente quello era molto stupido, o troppo sicuro di sé. Si sedettero, Yama fece la sua domanda. Lo sguardo che il tizio gli lanciò, con espressione di godimento, rilanciava l'ipotesi del pervertito. In ogni caso, i due ascoltarono attentamente la proposta del tizio dagli occhi strani. A quanto pare - dall'altezza del suo ruolo di esperto studioso di quirk - pensava di poter fare qualcosa per la loro situazione. Chiese ai due se avessero mai pensato alla possibilità di vivere separati. La risposta era, chiaramente, no. Ne avevano certamente espresso più volte il desiderio, ma l'ipotesi che questo potesse accadere davvero non aveva mai preso veramente forma nelle loro teste. Neppure ora, a dire il vero. Erano certamente stupiti dalle parole dell'uomo, e forse non tanto per la possibilità che questo fosse vero, quanto per il semplice fatto che qualcuno avesse anche solo minimamente pensato di poterlo fare. Il primo a prendere parola fu Yama, abbassando le gambe e allungando il busto sul tavolo.
    Non è la prospettiva più allettante che vedo nel mio futuro. - disse il ragazzo, guardando l'uomo negli occhi - Non tendo a firmare contratti senza leggere prima tutte le clausole scritte in piccolo. - sorrise - Quindi, come funziona la cosa secondo te, Doc? - proseguì sarcasticamente, ironizzando sul suo ruolo di studioso maniaco - Non sto male, qui. - disse indicando il corpo della sorella, suo contenitore - Non posso subire ferite, se perdo un arto posso farlo tornare subito. Posso diventare ciò che voglio. Ma suppongo tu sappia il fatto tuo, quindi ti chiedo... - si fermò per un secondo, fissandolo - Come funziona? E' la mia Unicità a permettermi tutto questo, ma per qualche motivo sono bloccato per sempre nel suo corpo? Perchè... - si grattò il mento - Vivrei volentieri lontano da questa perdente... - guardò la sorella - Ma ho un sogno da realizzare. E per quel sogno ho bisogno di potere. Non posso essere una persona qualunque, non mi è mai interessato. Lavorare, andare a pescare... - fece una smorfia disgustata - Ma se dobbiamo lavorare per te, vuol dire che avremo il potere per farlo... Giusto?
    La domanda era lecita, e se ne era resa conto anche Yami. La loro Unicità era troppo particolare in questo caso. Le ipotesi erano due. Se suo fratello era la sua Unicità, non avrebbero mai potuto essere separati. Lei sarebbe stata al massimo privata del suo potere, Yama sarebbe sparito nel nulla. Per quanto non fosse quasi mai d'accordo col fratello, condivideva il suo sogno. Il sogno di una società libera, in cui ognuno poteva usare il proprio quirk senza dover sottostare a delle stupide leggi. Dove non c'erano distinzioni tra buoni e cattivi. E per questo sogno - come diceva Yama - c'era bisogno di potere. Questo però non era evidentemente lo scenario che quell'uomo senza nome aveva in mente. E allora l'altra possibilità. Yama aveva un potere in grado da renderlo "permeabile" e invincibile, ma essendosi sviluppato da qualche parte dentro la ragazza non era in grado di separarsi da lei. Una volta rimosso il legame in qualche modo, avrebbero potuto vivere la loro vita separatamente. Forse era un'operazione talmente semplice che anche un dottore qualsiasi avrebbe potuto eseguirla, ma i due erano fuggitivi da anni e non avevano certo potuto rivolgersi ad un medico. A quel punto, si palesava un altro problema. Se Yama aveva un corpo fisico e la sua Unicità - e questo avrebbe certamente spiegato come potesse attivarsi anche senza intenzione della ragazza, addirittura nel sonno - allora quale era il suo Quirk? Oltre alla materializzazione di Yama, non aveva mai mostrato alcun altro tipo di potere. E nonostante tutto, ne aveva bisogno. Il fratello aveva ucciso la sua famiglia, ma era suo il volto sui giornali. Era storia vecchia, ma non avrebbe comunque potuto costruire una vita nella legalità. Aveva comunque bisogno di qualcosa per potersi guadagnare da vivere. Ormai - non per sua volontà - non aveva scelta. Non poteva vivere come una quirkless, in quella società.
    E... - sussurrò, alzando lo sguardo verso l'uomo - Allora io... Io avrei un potere...?
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    L'uomo ascoltava i due con estrema tranquillità nonchè con la sua aria di sicurezza e superiorità, attese che tutti i dubbi e tutte le perplessità fossero esposti e solo a quel punto prese la parola

    Prima di tutto... disse rivolto verso Yami puoi stare tranquilla... Avrai il tuo personale Quirk... Non so ancora dirti quale, ma lo avrai

    Fatta quella che riteneva essere una precisazione necessaria, riprese rivolgendosi ad entrambi

    Ora partiamo dall'inizio... Quando sono venuto a conoscenza della vostra particolare "Unicità" ho voluto indagare nel dettaglio, così sono risalito alle vostre origini e sono passato a "salutare" il medico che visitò da piccoli, nonchè quello che vi mise al mondo...

    Qualche istante di silenzio si interpose con il resto del racconto

    Ottenute tutte le informazioni del caso, ho avuto modo di studiare nel dettaglio i vostri dati e sono riuscito ad arrivare alla soluzione del mistero. Cercherò di essere comprensibile senza usare un linguaggio molto sofisticato... Per una causa non meglio precisata, probabilmente collegata all'unicità di vostra madre o ad un incidente avvenuto in gravidanza, il vostro DNA si è sovrascritto. Il caso ha voluto che la porzione di DNA relativa al Quirk di Yama fosse inserita proprio su quella del Quirk della sorella, così la particolare adattabilità del suddetto Quirk ha permesso a Yama di manifestarsi attraverso il corpo di lei.

    Detto ciò restò qualche istante in silenzio cercando di capire se effettivamente i due avessero capito quantomeno a grandi linee, a quel punto riprese

    Quello che io ho intenzione di fare è di scindere le due porzioni originali di DNA ricostruendo artificialmente le parti mancanti, è un procedimento in parte già testato... Partendo da zero, lavorare su basi già esistenti sarà un giochetto per me!

    Si rivolse poi a Yami sorridendole

    Per te sarebbe addirittura possibile scegliere un Quirk tra quelli che io ho studiato... Oppure se hai qualche preferenza prelevare il possessore di una qualche particolare Unicità e duplicarla...

    Giunse poi il turno di Yami

    Per quanto riguarda te, il Quirk resterà pressocchè invariato, ciò che andremo a costituire artificialmente sarà un corpo fisico stabile e con il giusto metabolismo energetico, perchè è proprio quello che ti manca e ti costringe a sfruttare l'organismo di tua sorella!

    Detto questo gli sembrava di aver spiegato tutte le cose necessarie, vi era una sola aggiunta da fare

    Ovviamente io sono l'unico a possedere le conoscenze adatte a procedere su questa strada... Chiunque altro non saprebbe nemmeno da dove iniziare...

    Si rivolse infine ad entrambi evidenziando la sua importanza

     
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    L'uomo era molto sicuro di sé, o almeno era ciò che dava a vedere. E, a quanto pareva, non risparmiava sui propri mezzi. Se il lavoro consisteva nell'andare a "salutare" medici, di sicuro non ci si poteva annoiare mai. Secondo lui - e secondo le informazioni che aveva reperito - doveva essere successo un qualche tipo di errore di trascrizione in gravidanza. In qualche modo, forse a causa di uno dei quirk dei loro genitori, le porzioni di DNA relative ai quirk dei due gemelli si erano sovrapposte. Questo aveva impedito a Yami di sviluppare un'Unicità propria e a Yama di restare perennemente intrappolato nel corpo della sorella. O, forse, non proprio perennemente. Questa era fondamentalmente la parte comprensibile e condivisibile, credibile. L'uomo aggiunse poi che avrebbe permesso a Yami di ottenere il suo quirk originario o - in caso di fallimento - le avrebbe potuto fornire un'abilità a scelta tra quelle che aveva studiato, o le avrebbe addirittura dato la possibilità di rubarla a qualcuno. Ora, questa era la parte a cui faticavano a credere o che - se non altro - non riuscivano a concepire. Quell'uomo era in grado di rubare le Unicità alle persone? Un conto era inibirle o eliminarle, si trattava in fondo di eliminare o inibire semplicemente lo sviluppo e il rilascio di determinati enzimi. Ma spostarle da una persona a un'altra? Questo richiedeva degli interventi di ingegneria genetica come non se ne erano mai fatti. Eppure sembrava molto convinto delle sue parole, e non sembrava uno sbirro. No, i poliziotti non si sarebbero inventati una cosa simile. Anche perchè quelle parole non li stavano "vendendo" in nessun modo. Non si riferiva esplicitamente a crimini a cui loro stessero acconsentendo. Ok, forse la parte sul prelevare le persone sì. Yami strinse le mani sulle sue ginocchia. Il fratello invece guardava negli occhi viscidi quell'uomo, grattandosi la fronte col pollice della mano destra. Se affidabili, il ragazzo era certamente soddisfatto delle parole dell'uomo. Aveva la possibilità di vivere come aveva sempre vissuto, ma con una libertà di movimento mai avuta prima. Gli restava una sola domanda: se fosse il suo corpo ad avere quel potere, o se il potere stesso fosse l'emanazione di quel corpo. Ovvero se, una volta ottenuta l'indipendenza, sarebbe stato il suo corpo a diventare intangibile, o se avrebbe potuto emettere una copia di sé stesso come faceva ora. Ma non gli importava un granchè, al momento. Non abbastanza da chiederlo, almeno. In fondo la questione non era differente. Allungò il braccio sinistro verso la sorella, prese il bicchiere di Coca e lo scolò tutto d'un fiato. Yami era abbastanza sicura di non averlo mai visto mangiare né bere, e non aveva la minima idea di dove potesse andare quella roba. Si asciugò le labbra passandoci sopra col polso destro.
    Possiamo andare. - disse guardando l'uomo, annuendo - Sono stato chiuso qui dentro per troppo. - proseguì, guardando la sorella. Anche Yami annuì, alzandosi in piedi.
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    A quanto pare, terminate le spiegazioni, da parte di entrambi arrivò un SI come risposta, d'altronde era sempre stato bravo a convincere le persone di cui aveva bisogno per i suoi "studi".

    Bene... Andiamo allora...

    Si alzò conducendo i due fuori dal bar e poi verso il suo veicolo, li invitò a salire dietro mentre lui si accomodò di fianco al conducente. A guidare era una fanciulla dai lunghi capelli di un particolare colore sul blu.

    Possiamo andare...

    Subito la donna mise in moto e partì mentre il volto dell'uomo iniziava a mutare.

    Ora che siamo in affari è giusto che mi presenti come si conviene...

    BSIAfAx

    Sono Orochimaru... Piacere di conoscervi!

    Il viaggio durò svariati minuti, poi la macchina si fermò davanti un imponente edificio che sembrava essere la sede di una casa farmaceutica.

    Prego, qui ho uno dei miei laboratori segreti... Vorrei evitare perdite di tempo e farvi subito alcuni esami necessari

    Una volta entrati avrebbero raggiunto l'ascensore e tramite quello si sarebbero diretti nel seminterrato, quei locali si rivelarono attrezzatissimi in quanto ad attrezzature mediche e computer, c'era davvero di tutto.

    Prego da questa parte, iniziamo con un rapido prelievo di sangue

    07-k1wB--672x351@Quotidiano_Edilizia-Web

     
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    La proposta era stata accettata. L'uomo li invitò ad uscire, e seguirono le sue indicazioni. I gemelli quindi si alzarono, salutarono gentilmente il cameriere e uscirono. Ad aspettarli poco oltre, un'automobile che pareva essere quella del loro bizzarro interlocutore. Qui, l'uomo li invitò a salire nei sedili dietro. Il primo a entrare fu Yama, e la sorella lo seguì. L'uomo invece si era accomodato davanti. Alla guida c'era una ragazza. I due da dietro non potevano vederne il volto se non per qualche riflesso momentaneo nello specchietto retrovisore. Ben visibili - però - erano i suoi capelli di un colore ambiguo, tendente al blu. Certo, non che Yami avesse parola in merito visto il colore dei suoi. La donna mise in moto e il veicolo iniziò a prendere velocità. L'uomo si girò e - voltandosi - il suo volto iniziò in qualche modo a cambiare forma. Del giovane dai capelli castani sul volto ormai rimanevano solamente gli occhi... La parte più inquietante. L'unica che poteva cambiare era rimasta uguale. La pelle era ora pallida, il viso più allungato e i capelli - ora tinti di nero - decisamente più lunghi. Che si trattasse del suo quirk? Un quirk transformation per cambiare aspetto a piacimento? Certamente era ottimo per un lavoro di quel tipo. L'uomo si presentò col nome di Orochimaru. Non un nome comune, portava un certo peso sulle spalle. E certamente quel nome da serpe ben rappresentava una persona così viscida. Che i suoi genitori se ne fossero accorti guardandolo dritto in quegli occhi appena nato?
    Yama. - disse il ragazzo dai capelli neri, alzando la mano in segno di saluto.
    Ya-Yami. - lo seguì la sorella, chinando il capo. Poi rifletté sul fatto che l'uomo sapeva benissimo i loro nomi, e scosse la testa. Orochimaru però, nonostante si fosse appena presentato, non sembrava un gran chiaccherone. Yama si stravaccò e iniziò a girarsi i pollici, mentre sua sorella - leggermente a disagio - si limitò a guardare fuori dal finestrino. La vita nel mondo al di fuori da quell'auto proseguiva normalmente. Le persone andavano al lavoro, facevano shopping, semplicemente vivevano le loro vite. A loro, invece, era stata concessa una grande opportunità. Sperando - ovviamente - che quello non fosse solo una grande fregatura. Sperava però che non fosse così. E - stranamente e per qualche motivo - lo sperava anche e soprattutto per suo fratello. In qualche modo, nonostante lui la maltrattasse sempre, si sentiva quasi un peso per lui ed era contenta di poterlo lasciare andare. Anche se aveva un po' di paura a lasciarlo libero in quel mondo. I suoi pensieri le occuparono tutto il viaggio. Stranamente quell'iperattivo di Yama se ne stette relativamente tranquillo. La situazione era abbastanza deprimente, comunque. Neanche un po' di musica. Dopo vari minuti, l'auto si fermò.
    I due ragazzi scesero. L'auto si era fermata davanti a un grosso edificio. Non che avessero molta esperienza a riguardo ma sembrava una sorta di sede legata a qualcosa di medico o comunque qualcosa di simile. In ogni caso non ne avevano mai sentito il nome o - almeno - così gli pareva in quel momento. Orochimaru li invitò ad entrare, dicendo che lì dentro aveva uno dei suoi "laboratori segreti". A vedere l'imponenza della struttura, non sembrava di certo così segreto. Ma il mistero sarebbe stato svelato di lì a breve. Lo seguirono, ovviamente non potevano fare altro. Una volta entrati nell'edificio, si diressero assieme alla serpe verso l'ascensore. Qui la risposta. Invece di salire, l'ascensore si diresse verso il seminterrato. Yami si chiese, a quel punto, se fosse lui il possessore della struttura o se quell'aspetto fosse nuovamente quello di qualcun altro. Poteva davvero muovere tutti quei soldi? Quel seminterrato, comunque, pareva bello grosso. Era ovunque pieno di stanze, computer, server. Quell'uomo sembrava elaborare una quantità infinita di dati. Lo seguirono in una stanza in particolare per un prelievo di sangue. Quell'ambiente non sembrava certo dei più rassicuranti, ma ormai erano in pista e dovevano ballare. Nella stanza risplendeva una luce bluastra e l'ambiente era asettico, privo di arredamento. Qualche schermo, qualche scaffale e, al centro, un lettino simile a quello di un medico o un dentista, illuminato da varie luci. La ragazza vi si sedette sopra, in attesa del prelievo. Era un po' rigida, non amava gli aghi. Aveva sempre paura le si rompessero sottopelle e il solo pensiero la faceva rabbrividire. Yama rimase in piedi, con le braccia incrociate a guardarsi attorno.
    Io non sanguino. - disse il ragazzo per giustificarsi - Direi che sarebbe inutile.
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    Poco dopo di loro, entrarono svariate persone nella sala, tutte in camice bianco e affaccendate nei vari preparativi. Uno si apprestò a prendere il necessario per il prelievo mentre un altro raggiunse una parete apparentemente vuota, tirò fuori dalla tasca un telecomando e quasi come per magia fece aprire degli sportelli presenti sul muro da cui si mossero delle braccia meccaniche con alle estremità degli scanner

    Yama, nel frattempo puoi venire qui? Con questi scanner analizzeremo il tuo fisico!

    In entrambi i casi bastarono pochi minuti, a Yami furono prelevate due fialette di sangue mentre Yama fu scansionato in dettaglio da quelle strane apparecchiature.

    Bene, i risultati della scansione sono già sul monitor, per il sangue aspettiamo qualche istante...

    Tutti e tre si avvicinarono quindi ad uno dei computer in sala e lì si potevano vedere tutte le caratteristiche muscolari di Yama, i suoi parametri bioenergetici nonchè impercettibili problemi nella sua postura.

    Ottimo... Con questi dati inizierò subito a lavorare al tuo corpo, con quelli di tua sorella potrò occuparmi del separarvi, nel frattempo avete bisogno di qualcosa?

    scusa la brevità ma ho la testa in panne :wacko:

     
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