L'Orfanotrofio

[Trama GdR] AM per _JoJo_, Ryuko, Roy90, -The Alchemist-

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    L ' O R F A N O T R O F I O




    Hans era sgattaiolato verso il furgone grazie allo spiraglio creato dal suo compagno nell'attenzione dell'altro inglese. Nel veicolo non c'era un granché: tutte le informazioni necessarie erano nel taccuino di O'Connor già in loro possesso, ma il vano posteriore era coperto di sangue ormai pressoché asciutto. Le macchie erano state lasciate da Alucard, sopravvissuto all'attacco di Tsunade e degli altri studenti, ma ad occhi esterni potevano certamente far presagire male e trasmettere sensazioni completamente diverse. Cercando bene avrebbe trovato sotto il sedile la valigetta col denaro dovuto dall'Orfanotrofio ai due criminali per la consegna dell'acido. Cosa avrebbe fatto? Certo, erano soldi ricavati grazie ad un furto ed un'attività illecita, ma poteva appropiarsene? Moralmente sarebbe certamente stato giusto, ma ne aveva il diritto? Si trattava, nonostante tutto, di un bene privato e di una possibile prova. Hans non aveva alcun mandato tantomeno l'autorizzazione ad agire: persino il tirocinio era ancora lontano nel suo percorso scolastico. Si trovava lì in semplice qualità di cittadino. Uno molto curioso, ma comunque un cittadino. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe rispettato le leggi o agito illegalmente in funziona della propria idea di giustizia? Indipendentemente dalla sua decisione, si mosse poi verso la Chiesa. Era buio all'interno.

    Raul e Roy erano intanto giunti alla porta dove - poco prima - i due aspiranti eroi avevano visto entrare quel nugolo bianco di gente, come uno sciame di candidi insetti che portava la nera carcassa della propria preda all'esemplare regnante. Senza esitazione, Raul sfruttò appieno i suoi poteri per fare irruzione. Con un colpo distrusse e frantumò la porta, i cui frammenti lignei vennero spediti ad alta velocità nel corridoio in discesa come fossero schegge di una granata a frammentazione. Il nugolo bianco si stava contemporaneamente muovendo verso quella porta, salendo le scale, per allontanarsi dallo scantinato. Le schegge ferirono le prime righe, portando ad un'isteria di massa (per quanto piccola) e al tentativo disorganizzato del gruppo di fuggire. Il corridoio era largo quanto la porta e permetteva al massimo due file indiane. Oltre l'entrata vi erano subito le scale, che scendevano per una ventina di scalini e terminavano poi nella porta in metallo che separava il gruppo da Yuya. Consci di non poter tornare nella stanza dovendo far lavorare il Reverendo, tentarono quindi di fuggire verso l'uscita dove si trovavano l'aspirante eroe e l'inglese. Come si sarebbero comportati i due? Coperti dalle maschere, era impossibile distinguere tra uomini e donne. Avevano effettivamente delle colpe? Per quanto ne sapessero i due, potevano benissimo essere sotto il controllo di un qualche tipo di quirk mentale o comunque essere stati obbligati ad agire in quel modo. La massa si muoveva velocemente verso di loro e, spaventati, non sembravano avere intenzione di muoversi. Non sembravano aggressivi e, vista la natura delle prediche di Bolek, erano tutti appartenenti a quell'ormai stretta casta dei quirkless. Questo, però, i due ragazzi non potevano saperlo. Se non avesse incontrato resistenza la massa, come l'acqua di una fognatura che raggiunge finalmente il mare, si sarebbe dispersa disordinatamente una volta raggiunta l'uscita, lasciando ai due via libera verso il portone in ferro sottostante.

    Yuya era ancora legato bello stretto ai due pali in ferro uniti a forma di croce. Come una novella tortura della goccia cinese, ogni bottone aperto lentamente era un nuovo episodio di quello stillicidio. Il fulcro della tortura, ha detto qualcuno, non è il dolore che provi. E' il tempo che ci metti a realizzare che la tua vita è finita. Per quanto buffo, per quanto forse persino contraddittorio visto che la figura che si trovava davanti era un uomo di Chiesa, era evidente che stesse facendo quel gesto per un motivo ben preciso. Un motivo che probabilmente sarebbe stato, per il ragazzo con la coda, ben più doloroso della semplice visione di un anziano senza vestiti.
    Yuya era forse inconsciamente conscio di questo fatto, per quanto simpaticamente contraddittorio sia questo ossimoro. In fondo l'uomo, in situazione di pericolo, cerca sempre di prendere tempo. Quando sei impossibilitato dal salvarti da solo, tutto ciò che puoi fare è prolungare il più possibile la tua sopravvivenza per avere o illuderti di avere più chance. E il giapponese, in fondo, era tutt'altro che un demonio come poteva pensare.
    L'uomo era giunto ad uno degli ultimi bottoni ad altezza ventre quando il ragazzo iniziò a parlare per guadagnare qualche attimo prezioso. Grugnì, arricciando il naso. Sfilò le mani dalle maniche, lasciando cadere la parte superiore della veste lungo i fianchi. In quella stanza lugubramente illuminata solo da qualche candela, le fiamme danzanti illuminavano la sua pelle con un forte chiaroscuro sul corpo rugoso. Legò le maniche attorno alla vita, per non farla cadere. Mosse qualche passo verso la croce.
    Perchè non prendi possesso di me se sono solo un misero umano, Satana? - domandò l'uomo, fissandolo in segno di sfida - "Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo", Efesini 6. - aggiunse, citando un qualche passo del Nuovo Testamento. Detto questo indietreggiò e prese una grossa lama arrugginita dal tavolo degli strumenti di tortura. Doveva essere lunga almeno venticinque centimetri. Sorrise.
    Non puoi farmi niente anche se sarebbe più vantaggioso, poichè io sono protetto da Dio. E la mia mano è guidata da Egli. - proseguì, avvicinandosi a Shou e portando la lama alla sua gola - "Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: Abramo, Abramo!. Rispose: Eccomi!. Riprese: Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò." - riprese nuovamente a citare, mentre la lama sfiorava la tenera e giovane carne dell'orfano - "Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo..." - sorrise - Mi chiamerà un angelo, Satana? La mia mano è ferma per il volere di Dio.
    E forse, quel giorno, Dio non voleva vedere il sangue di suo figlio. Forse era davvero una prova per l'uomo, per fargli dimostrare la sua fermezza e di essere pronto a tutto per il suo signore. O forse, per i più cinici e per i meno credenti, si trattava solo di fortuna, solo di una coincidenza. Fatto sta che la lama si allontanò dal collo del bambino mentre qualcos'altro attirava l'attenzione dell'uomo alle sue spalle. Dietro a quella porta di ferro Raul aveva sfondato, col suo pugno, la porticina in legno. Questo aveva causato paura ed euforia in quella mandria di gente vestita di bianco. Il rumore aveva quindi attirato l'uomo. Poggiò nuovamente la lama sul tavolo.
    Dopo tutto questo tempo, dopo esser stato così arrogante da sfidare Dio stesso, ancora sottovaluti gli uomini. - sussurrò, fissando Yuya - Ho avuto il mio segno. Quel bambino è protetto da Dio, e tu non potrai farvi nulla.

    Hans si diresse verso la Chiesa. L'edificio sacro (ammesso che fosse mai stato consacrato per davvero) era buio e vuoto. La fioca luce lunare filtrava dalle finestre decorate con scene della Passione di Cristo e i vetri colorati lanciavano qualche fioca nota sul pavimento. Orientandosi al buio e percorrendo la navata centrale tra due file di banchi da preghiera e giungendo sino all'altare, avrebbe potuto notare alla destra dell'abside una porta di legno in posizione analoga a quella esterna dove si erano diretti Raul e Roy. Entrandovi, una rampa di scale in pietra di circa quindici scalini illuminata ai lati da un paio di lampade ad olio. In fondo una porta in metallo. Fino a poco prima, qui si trovava il sagrestano. L'uomo aveva però ora varcato la porta in ferro e si trovava in uno scantinato a pianta rettangolare direttamente comunicante con quello in cui si trovavano Bolek, Yuya e il bambino tramite l'ennesima porta in ferro nero. Questo scantinato emanava un odore sgradevole ed era pieno di cadaveri di ragazzini brutalmente ammassati uno sopra l'altro. Se Hans avesse aperto quella porta in ferro avrebbe potuto notare con chiarezza, nonostante l'illuminazione a candela, la piccola montagna di corpi apparentemente carbonizzati. Il sagrestano, ancora in abiti sacri ma con dei guanti in lattice verdi sulle mani, ne stava ammassando qualcuno all'interno di una grossa vasca in plastica, che sembrava preparata apposta per l'occasione. Il barile contenente l'acido trafugato dall'università giaceva nella stanza al suo fianco. Bisognava dargliene atto: forse il Reverendo Bolek non era un grande guaritore dalla piaga dei quirk, ma aveva decisamente delle doti da assassino invidiabili. Se Hans avesse aperto la cigolante porta metallica, difficilmente il sagrestano non si sarebbe accorto della sua presenza.



    CITAZIONE
    Yuya
    Stato: Illeso
    Turni prima dell'utilizzo della coda: 3
    Turni prima dell'utilizzo del teletrasporto: 8
     
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    Il turno passa a Ryuko.

    Jojo potrà recuperare il turno in coda o - per questo turno - salterà il post recuperando nel prossimo.
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    YUYA MIROKUJI

    L'orfanotrofio


    Narrato x Parlato Yuya x Pensato Yuya

    Delle parole pronunciate dal prete, in verità, Yuya ne stava capendo meno di un quarto. Qualunque parte del testo sacro egli stesse citando - che doveva essere la Bibbia, non era cristiano ma le basi le sapeva, come qualunque persona con una cultura mediocre - alle sue orecchie non significava alcunché. I messaggi più facili da recepire erano le sue azioni, come la lunga lama arrugginita sollevata dal suo posto sul tavolo, dove fino a qualche momento se ne era stata proprio bene. Dire che sopra ci vedesse il tetano era dire poco. Lui era vaccinato, anche se sicuramente non ne sarebbe uscito vivo se una cosa del genere gli avesse trapassato lo stomaco o la gola, ma Shou? Forse lui non era nemmeno vaccinato, ed un graffietto avrebbe potuto nuocergli molto più del previsto.
    Ormai non poteva far altro che continuare la sua recita impersonando un Satana arrogante, cercando di instaurare un dialogo che il prete avrebbe voluto vincere ad ogni costo. Chissà se era un tipo orgoglioso. A rigor di logica avrebbe detto di no, era un prete, ma diciamo che lì la logica non aveva molto spazio per muoversi. «Dio mi ama, Dio mi protegge, Dio di qua e Dio di . Siete tutti con questa idea distorta che a Dio importi di voi. A volte non c'è nemmeno gusto a fare due chiacchiere con voi.» sospirò, dandosi un tono quasi affranto e drammatico. «Io non ti chiamerò proprio nessun angelo. Tanto Dio non ti fermerà.» tossicchiò, finalmente stava cominciando a riprendersi, non poteva ancora muoversi del tutto - per quanto si sforzasse la coda continuava a rimanere afflosciata a terra, era la sensazione più sgradevole che avesse mai provato - in ogni caso aveva del tutto recuperato la facoltà di ragionare e parlare senza problemi. Assieme ad esse stava scomparendo l'intorpidimento, lasciando il posto al dolore. «Ehi, non ti sei mai chiesto perché con tutto il male che viene covato nel mondo Dio non agisca per punire i cattivi e premiare i buoni?» continuò, per quanto sgradevole fosse la vista, voleva le attenzioni del prete tutte per sé. «Le cose sono due: O Dio è buono, ma non onnipotente, oppure Dio è onnipotente, ma non è buono. - fece una pausa, cercando di mettere qualche goccia di suspance nella conversazione. - Ma è Dio, se non fosse onnipotente si creerebbe un paradosso. Per cui alla fine... semplicemente non è buono.»
    Nemmeno al giovane dai capelli corvini sfuggì il frastuono proveniente dall'altro lato della porta. La polizia? Ash? In ogni caso poteva essere il suo trampolino di lancio per uscire vivo da quell'impiccio. Doveva solo fargli perdere altro tempo.
    «Con tutte le persone che hai già ucciso non credo gl'importerebbe se tu aggiungessi alla tua collezione il corpo di questo ragazzo che ho posseduto oppure il corpo di quel bambino legato alla sedia.» asserì, sentendosi al contempo un lurido verme. "Perdonami, Shou." pensò, ma probabilmente il ragazzino non era in grado di capire cosa stava realmente succedendo. Sospirò nuovamente, e fissò il reverendo Bolek, che frattanto aveva posato il coltello, dritto negli occhi. Con un po' di fantasia immagino che anche nella religione cristiana esistesse qualcosa di simile allo Yomo-Tsu-Kuni, il regno dei morti, e che qualcuno dovesse esserne a capo. Nello shintoismo era, in un certo senso, Izanami. Nella religione cristiana doveva essere quel Satana di cui tanto il prete parlava a vanvera. Non era proprio un appassionato di mitologia. «Tu un giorno morirai, io potrò reincarnarmi all'infinito. E ci rivedremo all'ingresso degli Inferi.»


    Y U Y A

    Esperienza: 475
    Forza: 60
    Quirk: 90
    Agilità: 100
    Energia: 275
    Stato fisico: Illeso (quasi)

    Scheda

    TECNICHE USATE



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    OFF: Chiedo scusa a tutti per il mio enorme ritardo. Lavoro e famiglia full-time e spero di smollarmi un po' con il lavoro.




    Roy Ash O'Connor




    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altri



    Il giovane neo-hero, studente della Yuuei, si mostrò molto collaborativo. Probabilmente, Ash non si aspettava questa apertura e il suo taccuino ritornò finalmente nelle sue mani.
    Lo aprì velocemente, giusto il tempo di verificare che le pagine fossero a posto ma non si mise di certo a leggerlo. Voleva solo accertarsi che fosse il suo taccuino.
    Dopodiché lo richiuse e lo ripose all'interno del taschino interno del suo corpetto in pelle nera.

    Ti ringrazio... come posso chiamarti?
    Avrebbe, infine, chiesto Ash al ragazzo che aveva di fronte.
    Subito dopo, sotto l'indicazione dello studente, i due si diressero verso la parte laterale della struttura, per poi fermarsi davanti ad una porta di legno.
    Senza pensarci troppo, con un portentoso pugno carico di una forza energetica, il giovane accademico spaccò la porta che avevano dinanzi, mandandola in mille pezzi.

    "E' forte... cosa sarà mai quell'energia? Sembrerebbe elettricità..."

    Dedusse Ash, non appena la porta si frantumò.
    Schegge e pezzi di legno si riversarono sulle scalinate che conducevano ad un livello inferiore. Si fiondarono all'interno ma Ash restò per qualche secondo paralizzato nel vedere chi stava sostando su quella scalinata: un gruppo di persone vestite con tuniche bianche ed il volto coperto da maschere altrettanto bianche.

    Ma cos'è questa? Una setta di fanatici?
    Mentre diceva questo, quella piccola folla iniziò ad agitarsi e a dirigersi verso di loro velocemente. Potevano essere spaventati oppure aggressivi, questo non poteva saperlo, l'unica cosa che sapeva è che quelle persone, troppe per essere affrontate singolarmente, stavano per dirigersi contro di loro.
    Ash guardò un momento Raul, cercando il suo sguardo. Voleva in qualche modo essere sicuro di agire all'unisono.
    Non appena uno del gruppo gli si palesò davanti, istintivamente, sfruttando la posizione elevata della scalinata, l'albino caricò un calcio dritto al petto di costui. Se lo avesse colpito, sarebbe rotolato all'indietro o comunque lo avrebbe bloccato.

    Solo qualche secondo dopo, l'inglese realizzò che quella massa di persone non sembravano avere intenzioni violente.
    Alcuni di questi gli passarono accanto, per poi dirigersi verso l'uscita, qualche gradino sopra Ash.

    Voglio andare a fondo... lì c'è una porta.
    Avrebbe detto Ash allo studente per poi fiondarsi di colpo verso il basso, utilizzando la spinta gravitazionale di cui era dotato. Levitando di circa 50 centimetri dal suolo, il villain avrebbe percorso quella discesa in brevissimo tempo mosso dalla forza propulsiva dei gravitoni e, con i pugni serrati davanti a sé, all'altezza del suo volto, avrebbe cercato di passare in mezzo a quella folla di prepotenza, colpendo sicuramente qualcuno, prima di fermarsi davanti ad una grossa porta in metallo.
    Non ci pensò due volte e violentemente batté i pugni su quella porta.

    Aprite questa porta o la buttiamo giù!!
    Avrebbe gridato affinché la sua voce potesse essere udita all'interno di quella stanza.
    Nel frattempo avrebbe già iniziato a pensare ad un piano per demolirla...
    "Non so se i miei gravitoni sono abbastanza potenti da buttarla giù, sembra piuttosto resistente".
    Magari il ragazzo che era con lui avrebbe sfoderato un altro colpo ancora più potente? Oppure quella porta si sarebbe aperta da sola, rivelando cosa stava succedendo all'interno di quella Chiesa che... "di chiesa", aveva davvero ben poco?
    Si sarebbe poi guardato intorno, in basso per l'esattezza e, se la persona che aveva colpito prima fosse rimasta ancora a terra, Ash ne avrebbe approfittato per afferrarla dalla tunica, all'altezza del suo petto, fino a farlo rialzare. Poi gli avrebbe strappato di dosso la maschera per vederne il volto e, solo allora, avrebbe detto con tono minaccioso:
    Chi c'è qui dentro?? Parla o non vedrai mai più la luce del giorno!!
    Non stava affatto mentendo o recitando la parte del cattivo. Era prontissimo a caricare un Pressure Punch all'altezza dello stomaco, per poi finirlo con la lama della Waki-Chain celata nel suo corpetto. Era pronto a tutto pur di risolvere quella situazione.



    Roy Ash O'Connor

    Livello - 5

    Energia - 500

    Forza - 80
    Quirk - 255
    Agilità - 140


    TECNICHE
    CITAZIONE
    Flight Boost
    Questa tecnica permette al PG di spostarsi muovendosi a mezz'aria. Per poterla eseguire dovrà dapprima emettere una forza repulsiva sotto le piante dei piedi, per poi convergere la repulsione all'altezza della schiena, permettendogli così di spostarsi in aria fino ad un massimo di 20 metri ad una velocità aumentata di: (Agilità + 1 ogni 10 punti Quirk).
    Costo 20

    EQUIPAGGIAMENTO
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    RAUL GARRET




    Narrato - Parlato - Pensato



    Il dialogo con il ragazzo non si protrasse eccessivamente, conclusa anche la presentazione che effettivamente era rimasto anche fin troppo da parte, ci apprestammo a proseguire.

    Puoi chiamarmi Raul!

    Dissi tranquillamente avviandomi verso la porta per poi sfondarla in tutta tranquillità, ma fu proprio da li che le cose sembrarono complicarsi. Dopo aver aperto il varco, un manipolo di incappucciati si accalcò verso di noi ed il primo a reagire fu Roy. Dopo una prima azione aggressiva puntò ad un continuo più evasivo in modo da raggiungere rapidamente il fondo delle scale ed io, notando una propensione della massa a fuggire più che ad ostacolarci, feci lo stesso. Dopo un rapido scatto, balzai in avanti sfruttando gli incappucciati il salita come appoggi per attutire la discesa e renderla più controllata fino a che ce ne fossero stati, dopodichè avrei continuato a correre alla massima velocità restando rasente al muro in modo da sfruttarlo per un migliore equilibrio. Giunto a destinazione notai il mio "compagno" intento in un interrogatorio e mi avvicinai minaccioso rivolgendomi all'uomo.

    Ti consiglio di ascoltarlo... Non è uno che si fa scrupoli...

    Attesi quindi qualche istante che rispondesse per poi, in un caso o nell'altro, impugnare la maniglia intento a sfruttare i poteri conduttivi per attraversare l'impedimento.

    Io ti precedo, tu aspetta qualche secondo e poi sfonda la porta con tutta la forza che hai!

    Detto ciò tentai di trasformare il mio essere in pura elettricità e quindi entrare nella stanza. Lì avrei prima di tutto cercato di individuare i due rapiti ed eventuali nemici. Se i primi si fossero trovati in linea con la porta mi sarei posto davanti a loro pronto eventualmente a bloccare quell'oggetto che a breve sarebbe volato via dai cardini cercando contemporaneamente di intrattenere i secondi. Se poi, dopo il mio attraversamento, mi fossi accorto che qualcuno stava aprendo la porta, mi sarebbe andata ancora meglio visto che quel qualcuno si sarebbe ritrovato un essere elettrico esattamente davanti con un probabile impatto casuale.

    Scusate... è qui la festa? Non sembra però che vi stiate divertendo tutti... Ho pensato di portare un pò di scintille per ravvivare il tutto!

    Raul Garret - Lv8

    Attacco: 70
    Quirk: 600
    Agilità: 430 + 60 = 490
    Energia: 1085 - 60 = 1025
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    Apocalisse -60

    -Genesi/Apocalisse LV4: Con l'attivazione della Genesi l’elettricità irradiata nel corpo di Raul ne aumenta la Velocità. Questo evento si manifesta esternamente con scariche elettriche incontrollate che avvolgono il corpo del ragazzo causando danni leggeri a chi vi entra in contatto. Sarà però possibile, grazie ad un utilizzo nettamente superiore di energia, fare ricorso all'Apocalisse e quindi trasformarsi completamente in elettricità ottenendo un incremento non indifferente del potere distruttivo nonchè l'accesso a capacità prima inutilizzabili.
    Effetti:
    Velocità + 1 ogni 10 punti Quirk
    Danni: Medi/Gravi
    Attivazione: 30/60
    Mantenimento: 3/5


    Spero di aver fatto capire tutto bene... scusate se sono stato poco chiaro e breve... periodo difficile :cry: se riesco tra oggi e domani vedo di chiarire meglio qualche punto :unsure:
    _JoJo_ al prossimo turno, se non viene aperta, fai saltare in aria la porta xD penso io al resto



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    The Chesapeake Ripper

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    La tana del Bianconiglio

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    The Alchemist ( ) - Adventure Mode - // - Orfanotrofio
    «The tragedy is not to die, but to be wasted»
    La perlustrazione si dimostrò più interessante del previsto. Appena vide le grosse macchie di sangue sul retro, appoggiò una mano per controllarlo. Non era sicuramente fresco, probabilmente sarebbe potuto appartenere all’altro complice che era stato ferito durante lo scontro all’università. Con un fazzoletto raccolse un campione, sarebbe stato utile per future analisi una volta tornati alla Yuuei, ammesso il ritorno come essere senziente. Quello che lo incuriosì maggiormente fu una valigetta in cui trovò, molto probabilmente, la ricompensa per il furto di acido. Erano tanti, troppi soldi per essere lasciati nelle mani di criminali nati per essere tali. Allo stesso tempo, però, non avrebbe potuto portarli via: che differenza ci sarebbe stata tra due ladri? Erano soldi sporchi, persino per loro criminali, così optò per una soluzione di mezzo: prese l’accendino, bruciò il bordo di una ed attese che le altre diventassero polvere tanto quanto la prima. Strappò una pagina del proprio taccuino e scrisse con la sua calligrafia sottile e nervosa poche ma pesanti parole da lasciare in mezzo alle ceneri di quegli Yen: “Solo carbone ai bambini cattivi. Bacetti, Babbo Natale”. Finito di perquisire il camioncino, s’addentrò nelle tenebre della chiesa. Nulla si muoveva, tutto rimaneva staticamente terrificante. I suoi passi risuonavano macabramente lungo la navata, le mani pronte a schioccare in caso d’emergenza. Grazie alla fioca luce lunare, riuscì a notare una porticina vicino all’abside. Si guardò intorno per controllare di non avere gente alle spalle e poi s’addentrò dentro il cunicolo. I pochi scalini conducevano ad una spessa porta di metallo. Sospirò profondamente sperando che le sue teorie si rivelassero niente più che fantasie. Dietro quella porta, sicuramente, avrebbe trovato qualcuno, probabilmente l’uomo di cui aveva intravisto l’ombra con Roy. “Signori e signore, questo è il Mambo numero cinque…” pensò socchiudendo gli occhi per qualche secondo. Poi si girò di scatto schioccando le dita per far esplodere la porta che sarebbe saltata in aria. Il fattore sorpresa, se la sua teoria della presenza fosse stata corretta, gli avrebbe permesso di lanciarsi dentro la stanza a gamba tesa. Una volta dentro avrebbe immediatamente scorto, sotto la fioca luce delle candele, l’uomo ancora vestito con i propri abiti sacri. Entrando avrebbe appoggiato la mano contro lo stipite per trasmutare un muro al posto della porta alle spalle del sagrestano. “Bonsoir, mon amie” avrebbe detto sorridendo, il gusto della caccia tra le fauci. “Mi tolg…” e poi si sarebbe accorto di quella pila di cadaveri. Non erano braccia di uomini, erano piccole e scure. I suoi occhi si sarebbero dilatati per qualche singolo prima di iniettarsi di una ferocia bestiale. Per qualche secondo, al loro posto, aveva visto tanti piccoli Heinkel ammassati brutalmente. Quelli erano bambini uccisi poiché dotati di un quirk, del “Demonio” che andava a combattere Bolek. Anziché terminare la frase, avrebbe schioccato ferocemente le dita facendo divampare le fiamme verso gli arti dell’uomo. La calma dell’Inglese era svanita in meno di un secondo. Avrebbe bruciato prima le braccia e le gambe dell’uomo abbastanza da impedirgli di camminare. Un’altro schiocco per continuare a bruciarlo per enfatizzare il dolore. Non gli avrebbe dato tempo di fare altro se non bruciare ma non morire, non ancora. Con un terzo schiocco, avrebbe lanciato una fiamma dentro l’occhio destro dell’uomo facendo ribollire tutti i fluidi al suo interno. La faccia dell’Inglese era una maschera di odio e ferocia, rabbia e sete di sangue. Si sarebbe poi scagliato verso l’uomo ormai impossibilitato a rispondere con una controffensiva per iniziare a prenderlo a pugni. Il volto del sagrestano sarebbe diventato presto una semplice maschera tumefatta. Se quella furia omicida fosse andata a buon fine, il fiato dell’uomo sarebbe stato fiacco e debole. “Guardali, guardali!” avrebbe gridato Hans schiacciando la testa del sagrestano contro il terreno in direzione della pila di cadaveri. Avrebbe sputato sul corpo di quella bestia per poi mormorare dolcemente: “Ora hai il mio permesso di morire”. Uno schiocco e avrebbe bruciato vivo l’uomo davanti ai resti dei bambini ai quali lui fece la stessa cosa. Il fuoco non l’avrebbe ucciso subito, sarebbe rimasto in agonia per almeno altri dieci minuti. Il fatto di essere un apprendista eroe sarebbe morto davanti a quella brutalità: non gli sarebbe importato delle ripercussioni, quell’animale avrebbe potuto uccidere anche Heinkel. “Fratellone, perché sei diventato come loro?”. L’allucinazione del piccolo l’avrebbe guardato tristemente. “Perché non sono un eroe, Heinkel. Io sono un dottore, niente più”. Non avrebbe avuto la forza per correre subito contro qualsiasi cosa l’avrebbe atteso oltre la porta che aveva chiuso in principio, non dopo quell’esperienza. Sarebbe caduto a terra, il viso tra le mani e le lacrime che scendevano copiose. Un grido di dolore silenzioso sarebbe uscito dalla sua bocca. Le mani dell’inglese avrebbero iniziato a tremare, il dolore in circolo come sangue. La sua teoria erano semplici torture, non una simile barbarie: la realtà aveva superato persino i suoi voli pindarici. Avrebbe cercato di ricomporsi, di prendere fiato e ritrovare la stabilità sulle gambe. Con la propria mano, fosse andato tutto secondo i piani prestabiliti, avrebbe ritrasmutato il muro a difesa della porta in comune polvere di mattone. “Hans, per favore…”. “Il mio nome non è Hans...” avrebbe mormorato prima di aprire la porta incriminata. “Io sono l’Alchimista”.
    Narrato - Parlato (Hans) - Parlato (Heinkel, allucinazione)

    Hans Hawking


    Livello: 3
    Attacco: 55
    Quirk: 125
    Agilità: 70
    Energia: 250-[20x4] (Fiammate estese)-15 (Fiammata di precisione)-15 (Muro alchemico)=140

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    L ' O R F A N O T R O F I O




    Yuya era ancora appeso a quella croce in ferro, nonostante tutto. Penzolante, cercava come possibile di salvare la situazione grazie alla sua Ars Oratoria. Sin da quando era entrato attivamente a far parte del substrato criminale di quella fiorente città, in fondo, aveva ammesso più e più volte che combattere sul campo non era il suo forte. Certo, forse in passato non gli era mai capitato di farlo da crocifisso e con la propria vita stretta tra le mani, ma di sicuro aveva avuto un bel po' di tempo per allenarsi ad utilizzare la lingua. Posato il coltello, Bolek guardò la propria mano come se, in fondo, fosse contento che Dio lo avesse fermato prima di sporcarsi col sangue di un innocente. Sospirò, ascoltando le parole di Yuya.
    Ho studiato teologia in Belgio per dodici anni. - rispose freddamente al discorso sulla bontà di Dio - E nonostante tutto, non penso il tuo punto di vista sia un punto di vista oggettivo, Satana. - sorrise - Non chiedi all'oste se il vino e buono, non gli chiedi neppure se quello del suo rivale lo è.
    Le parole successive del ragazzo scivolarono fredde sul suo corpo. Nonostante tutto, l'uomo aveva un obbiettivo. Non poteva stare ad ascoltare le chiacchiere del demonio per tutta la giornata. Decise di rispondere solamente alla sua ultima provocazione. Bolek aveva sbagliato, più e più volte. Non pensava certamente di meritarsi il Paradiso, cercava solamente di rendere quel posto un posto migliore.
    Certo, ci vedremo lì. - sorrise, socchiudendo gli occhi - E avremo tutto il tempo del mondo per parlare, allora. - mosse qualche passo verso di lui, sentendo poi il rumore e le urla fuori dalla porta, per quanto attutite dal suo materiale - Ops, visto? Abbiamo già perso un sacco di tempo, proseguiamo. - sorrise, mentre la sua pelle anziana illuminata dalle flebili fiamme delle candele iniziava a diventare fluorescente. Una sorta di fonte luminosa sembrava pulsare piano piano dal centro del suo petto.
    Una figura, luminosa anch'essa, si intrufolò però all'interno della stanza. Il Reverendo Bolek si voltò, osservando il nuovo arrivato. Quello era certamente frutto di un quirk, e la cosa non gli dispiaceva più di tanto: ne avrebbe semplicemente eliminato un altro. Guardò Yuya dritto negli occhi.
    Hai portato gli amici? - gli domandò. Quello non era il ragazzo con cui aveva parlato prima nella Chiesa e non aveva idea di chi fosse o da dove provenisse - Anche tu hai paura ogni tanto, allora. Mi temi, Satana.
    Quel nucleo pulsante all'interno del suo corpo riprese a pulsare. Lentamente il suo corpo diventa sempre più luminoso, come se si stesse in qualche modo caricando. Come avrebbero agito i ragazzi, a quel punto?

    Nell'altra stanza, il sagrestano stava gestendo l'acido. Un rumore forte attirò la sua attenzione, facendogli roteare il collo come un ingranaggio. Il biondo Hans mise piede nella stanza, farfugliando qualcosa in francese. Dopo un paio di parole, però, sembrò perdere la lingua. Ignorandolo, l'uomo dalla pelle scura riprese a prendere in braccio i corpi carbonizzati dei ragazzini per poi posarli in quella vasca. Quello, perlomeno, era quello che aveva intenzione di fare: il ragazzo non sembrava molto d'accordo col suo piano. Prontamente, dalla mano del ragazzo partirono quattro fiammate dirette verso i suoi arti, infiammando i suoi abiti e diffondendo un odore di bruciato nell'aria. Certo, poco più di quanto già non ci fosse a causa di quei cadaveri carbonizzati. Un'ulteriore fiammata diretta verso il suo occhio, poi, che venne prontamente bloccando frapponendo la mano sinistra tra Hans e il proprio occhio. La sua furia, però, era cieca. Lo straniero si diresse verso l'uomo dalla pelle scura e avvantaggiandosi con la sua furia lo fece cadere a terra, si mise in posizione di vantaggio e iniziò a colpirlo ripetutamente al volto coi propri pugni. Nonostante questo, lo sguardo del sagrestano era dritto negli occhi di Hans. Venne deviato, questo, solo forzatamente dal ragazzo verso la pila di infanti morti. Dopo uno sputo in faccia, l'aspirante eroe lo investì con ondate di fiamme. Il ragazzo mosse poi qualche passo verso la porta, per poi cadere in un silenzioso pianto. Accecato dalla rabbia e dai propri sentimenti e probabilmente tratto in inganno dalla mancanza di una qualsivoglia reazione dell'uomo come fosse davvero inerme, non si accorse dell'inutilità delle sue fiamme. Sin dall'inizio, infatti, a bruciare erano stati solamente gli abiti dell'uomo, non la sua pelle. Non un urlo si fece spazio nella gola dell'uomo, come se non stesse soffrendo neanche un po'. Piegò il collo verso l'altro, guardando in silenzio il giovane chino a terra. Hans si fece forza dopo aver parlato tra sé e sé e aprì alla porta. Ai suoi occhi, e anche a quelli dell'uomo dai capelli bianchi, si rivelò l'immagine pulsante di luce del Reverendo Bolek. L'uomo sorrise.



    CITAZIONE
    Yuya
    Stato: Illeso
    Turni prima dell'utilizzo della coda: 2
    Turni prima dell'utilizzo del teletrasporto: 7
     
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    OFF: Chiedo ancora scusa a tutti per il mio enorme ritardo. Lavoro e famiglia full-time e spero di smollarmi un po' con il lavoro.




    Roy Ash O'Connor




    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altri



    Fu un'azione molto veloce quella di Raul il quale, dopo avergli palesemente richiesto di sfondare la porta, si trasformò in energia per poi sparire dalla vista dell'albino e ricomparire dall'altra parte della porta. Era riuscito ad entrare con molto facilità, mentre per Ash, probabilmente non sarebbe stato così semplice.
    "Un quirk davvero impressionante il suo...". Pensò stupito Ash.

    Nel frattempo, le persone incappucciate che affollarono la scalinata si dileguarono all'esterno, fatta eccezione per l'uomo che Ash teneva per il colletto, sotto minaccia. La vittima, un giapponese sulla quarantina, con il volto impallidito per lo spavento e il viso rigato di lacrime, mise una mano davanti al suo volto, mentre con la voce tremante ripeteva continuamente:
    Tu sei il male, il reverendo ci libererà! Tu se il male, il reverendo ci lib...
    Di colpo la sua frase sarebbe stata soffocata da una ginocchiata ricevuta all'altezza dello stomaco.
    Sei ridicolo...
    Disse Ash con sprezzo. L'uomo si sarebbe piegato a terra sulle ginocchia, mentre con molta fatica avrebbe cercato di prendere fiato.
    Ammazzare un essere inerme ed impaurito come te non farebbe altro che danneggiare la mia reputazione... nei confronti di me stesso!
    Avendo capito che da quell'uomo non avrebbe ottenuto alcuna risposta e che Raul si era già intrufolato all'interno di quella stanza, Ash lasciò l'uomo libero di andarsene; in quel momento aveva un'altra priorità: entrare in quella dannatissima stanza.
    "Questa porta metallica è molto resistente, quanti colpi dovrei tirare prima di buttarla a terra?"
    Poi si guardò un momento intorno e si spostò sul lato destro della porta. Con le mani aperte toccò le pareti in diversi punti.
    "Sembrerebbe una normalissima parete..." Con l'unghia grattò il muro adiacente ai cardini della porta metallica e notò che pezzi di intonaco venivano via.
    "Intonaco e quindi... mattoni... forse potrei tentare... Di solito la fascia di parete più vicina alla maniglia è quella più debole."
    Si appoggiò con entrambe le mani sulla parte che costeggiava la porta e chiuse gli occhi. Sicuramente avrebbe potuto verificare se dall'interno della Chiesa vi fosse un altro ingresso ma il tempo stringeva, così, cercò di immagazzinare una grossa quantità di gravitoni mantenendo alta la concentrazione. Poteva sentire il flusso dei gravitoni scorrere in tutto il suo corpo, come sempre d'altronde, ma in quell'occasione il suo obiettivo era un altro: convogliare quel flusso all'interno delle sue mani! Non era solito utilizzare quella tecnica per certe circostanze ma non aveva alternative... anzi, un simile colpo (se così poteva essere chiamato) non lo aveva mai sperimentato.

    Passò circa un minuto da quando appoggiò le mani sulla parete, fino a quando, raggiunto il climax dei suoi gravitoni, rilasciò di colpo tutta l'energia propulsiva accumulata sulle sue mani - quando di norma l'effetto si propaga attorno a sè, in un raggio di circa 10 metri -
    UUAAAHHH!
    Gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
    Con le mani appoggiate in quel preciso punto della parete, sperava di creare un effetto "concentrato" della propria tecnica. Non lo sapeva, era la prima volta che ci provava ma gli sarebbe bastato anche un buco di 50 centimetri di diametro e con la sua magra corporatura sarebbe passato attraverso senza problemi, completamente ignaro di ciò che stava accadendo in quella stanza.



    Roy Ash O'Connor

    Livello - 5

    Energia - 500 (-20)

    Forza - 80
    Quirk - 255
    Agilità - 140


    TECNICHE
    CITAZIONE
    Wipe Way - 2° Stadio
    Il PG carica una grande quantità di gravitoni attorno al proprio corpo, per poi rilasciarli di colpo, creando una potente onda d'urto che divamperà dal suo corpo fino ad un raggio di 10 metri, coinvolgendo tutto ciò che ha intorno a sé, causando danni da impatto Medio-Gravi.
    Può essere utilizzata anche in difesa.
    Costo 40

    EQUIPAGGIAMENTO
    CITAZIONE


    OFF: Mi sono preso la briga di mettere delle parole in bocca all'uomo mantenendo coerenza con la trama finora sviluppata, spero di non aver esagerato al riguardo. Per l'azione fisica ho usato il condizionale anche se mi rendo conto di essere stato molto border-line; questo perché non avendo visto la sua prima reazione ho proseguito con quell'interrogatorio in autonomia. Per quanto riguarda la tecnica, la decisione sta al master. La tecnica di per sé si sviluppa in un'area circolare attorno al pg mentre stavolta Ash cerca di condurre il massimo della propulsione sulle mani.
     
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    RAUL GARRET




    Narrato - Parlato - Pensato



    Dopo il mio ingresso nell'angusta sala potei subito notare che i due rapiti erano entrambi lì ed uno dei due, il più grande, era proprio il ragazzo presente anche quella mattina durante il furto. Subito però la mia attenzione venne attirato da quello che doveva essere il reverendo, mezzo nudo e decisamente sbrilluccicante che sembrò abbastanza sorpreso di vedermi anche se non poi così tanto.

    Hai portato gli amici?

    Questa fu la prima cosa che disse nel vedermi, e lo fece rivolgendosi al prigioniero.

    Anche tu hai paura ogni tanto, allora. Mi temi, Satana

    Non mi era molto chiaro ciò che stava blaterando ma una cosa era certa, stava tramando qualcosa di decisamente poco pacifico e quel suo continuare ad emanare luce sempre più intensa non era di buon auspicio. Indipendentemente da tutto dovevo assolutamente fare qualcosa, l'aria lì sotto era pesante e la tensione si faceva palpabile per un qualche strano motivo che tutt'ora non comprendo. C'era solo un maledetto presentimento che mi diceva in continuazione di intervenire subito, e così feci! Il mio braccio si mosse repentino e la sua forma mutò, divenne una spada che allungandosi si ritrovò a poter raggiungere lo stomaco del prete. Era difatti quello il mio bersaglio e, per quanto il mio tentativo potesse risultare estremo, era l'unico fattibile seriamente.

    Prendi questo!

    Esclamai nella speranza quantomeno di interrompere quella sorta di conto alla rovescia dato dalla lice presente su tutto il corpo dell'uomo.

    Raul Garret - Lv8

    Attacco: 70
    Quirk: 600
    Agilità: 430 + 60 = 490
    Energia: 1025 - 60 = 965
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    TECNICHE/EQUIP
    Apocalisse -5
    Lama fulminea -55

    -Lama Fulminea LV4: Grazie all’Accumulatore Fotonico, Raul sprigiona un raggio fotonico ad alta capacità distruttiva sotto forma di lama. Questa può estendersi a dismisura in base alla quantità di energia impiegata e per essere mantenuta attiva necessita di un continuo dispendio energetico. Tale tecnica ha svariate applicazioni offensive, può infatti danneggiare tramite fendente, arrivando in alcuni casi, se la forza è abbastanza elevata, anche ad amputare un arto; oppure tramite un affondo, perforando le carni del nemico. In quest'ultimo caso, se la lama resta all'interno del corpo del malcapitato, causa temporanea paralisi e ingenti danni aggiuntivi dovuti alle continua scariche elettriche. In difesa, se usata per intercettare attacchi fisici, danneggia attraverso le sopracitate scariche ad alta iintensità. Se questa tecnica viene utilizzata in stato "Apocalisse" il raggio diventa pari a Quirk/10 e si ha un maggiore controllo della lama.
    Effetti:
    Paralisi e danni continuativi se la lama resta a contatto con il corpo del nemico dopo averlo trapassato
    Se l'affondo avviene durante la creazione della lama, si ottiene un +10 in riuscita come effetto sorpresa
    In caso di fendente, si ottiene l'amputazione di parti del corpo solo se la Forza sarà superiore a quella dell'avversario ed il colpo non subirà intromissioni
    Con Apocalisse attiva: Raggio = Quirk/10 - Bonus riuscita + Quirk/10
    Danno: Grave
    Danno continuativo: Medio (se innescato)
    Attivazione: 55 + 3 (per ogni metro di lunghezza solo se non è attivo Apocalisse)
    Mantenimento: 3



     
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    The Chesapeake Ripper

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    The Alchemist ( ) - Adventure Mode - // - Orfanotrofio
    «The tragedy is not to die, but to be wasted»
    Quando la luce investì Hans lasciandogli scorgere la figura del Reverendo Bolek, raggiante nella sua aurea di estasi mistica. Il ragazzo rimase fermo ad osservarlo, il dolore che attanagliava ancora il suo cuore, solamente per avere idea del mostro che fosse davanti ai suoi occhi. Un singolo, statico ed eterno momento in cui il volto di Dio si deformò lasciando intravedere la superbia del demonio. “Buonasera, suppongo lei sia Bolek” disse il ragazzo, la voce fredda e distante dal normale calore che la contraddistingueva. “Hemingway scrisse: «Il mondo è un bel posto e vale la pena di lottare per esso.» Condivido la seconda parte…” continuò facendo correre gli occhi per la stanza, studiando il campo dunque il campo di battaglia. Socchiuse gli occhi leggermente per riflettere: “Il suo sagrestano è ancora vivo, giusto?”. Nella sua ira non aveva fatto caso all’irrazionalità della cosa: come bruciare vivi senza emettere fiato? Come scoprire un uomo in flagrante e trovarlo così calmo? “Ora come ora è vivo e vegeto, oltre che alle mie spalle, o sbaglio? Incredibile quanto stupido io possa essere, nemmeno un principiante avrebbe commesso un errore del genere…” borbottò annuendo lentamente, i piedi che andavano a spostare il corpo per essere comodo a rispondere, eventualmente, ad un attacco incrociato. “Da quanto vedo, siete in possesso di una buona quantità di acido fluoridrico e per “buona quantità” intendo una massa decisamente ragguardevole. Sa cos’è la cosa più divertente dell’acido? L’infiammabilità…” e mosse un braccio verso le cisterne, la mano pronta a schioccare. “Provate anche solo a fare un passo e salteremo in aria tutti quanti. Non potete vincere, è assodato, dunque perché sprecare le vostre vite? Esiste un girone infernale per coloro che sono violenti verso se stessi, no? Non sareste differenti da me, peccatore che deliberatamente vive nel peccato…” disse con un tono fermo e privo di vitalità, quasi fosse diventato come un golem. I suoi occhi dardeggiavano quelli del parroco, l’oro che quasi ribolliva dentro le iridi. Se l’avessero toccato, anche ucciso sul colpo, le dita avrebbero comunque strofinato sul guanto generando una fiammata di precisione che sarebbe balzata esattamente all’interno della vasca scatenando l’inferno. Hans Hawking, l’alchimista, aveva fermato il tempo. Raul e l’albino sarebbero arrivati da lì a poco, tutto stava nel saper prendere tempo e dare loro qualcosa per cui realmente tremare. “Meglio regnare all’inferno che servire in paradiso…” mormorò, l’orologio che scandiva l’immobilità di quel momento.
    Narrato - Parlato (Hans)

    Hans Hawking


    Livello: 3
    Attacco: 55
    Quirk: 125
    Agilità: 70
    Energia: 140

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    YUYA MIROKUJI

    L'orfanotrofio


    Narrato x Parlato Yuya x Pensato Yuya

    Onestamente, era meglio non cominciare a parlare anche di vino, perché ad essere oggettivo, lui lo avrebbe chiesto sicuramente. Anzi, con ogni probabilità prima si sarebbe guardato le recensioni su TripAdvisor, ma quel prete probabilmente era rimasto agli anni venti. O forse studiare teologia in Belgio lo aveva proprio tagliato fuori dal mondo. «Cristo, anche io ho studiato medicina per quattro anni, ma non serve ad un cazzo se poi mi trovo di fronte la gente che crede che i quirk siano roba mistica proveniente da chissà quale divinità malefica.» sbottò esasperato, alzando gli occhi al cielo. Fine, si era un po' rotto il cazzo. Recita o non recita. Non ci credeva nemmeno che stava per morire per colpa di un vecchio che a forza di credere in Dio si era fottuto il cervello. Distolse lo sguardo, non era proprio il destino che si era immaginato, ma non poteva nemmeno dire di aver paura, al massimo era agitato e arrabbiato, e almeno, la soddisfazione di dire ciò che pensava se l'era tolta. Tanto non è che avrebbe avuto altre occasioni, insomma.
    Qualcos'altro cominciò ad illuminarsi leggermente, nella penombra della stanza, ed il giovane si ritrovò a scoprire che fosse un solco sulla pelle del prete. Realizzò in un attimo. Ah, sì. Giustamente. Doveva essere quella la sua sorte, stava per morire bruciato vivo. Probabilmente da qualche sorta di raggio laser che quel tizio pensava fosse una benedizione divina.
    Beh, almeno sarebbe stato rapido. Niente veleno, niente amputazione di arti con una mannaia, niente frustate con i chiodi. Magari non era neppure troppo doloroso. E sicuramente era meglio di un rogo. E dire che sarebbe potuto sfuggire facilmente a quella situazione se solo non gli avessero iniettato una droga per inibire i quirk.
    Sicuramente, c'era anche lo zampino di qualcun'altro, oltre al prete. Anche se era inutile pensarci. Tanto non sarebbe sopravvissuto abbastanza per raccontarlo.
    A farlo irrimediabilmente sussultare, mentre, ormai rassegnato, contava i minuti che gli rimanevano da vivere, fu un botto assordante, accompagnato dall'immediata mente successiva esplosione della porta. Yuya, risollevò immediatamente lo sguardo, sorpreso. Solo per ritrovarsi pressappoco di fronte Ash, e altre due figure. Un ragazzo biondo, e... una torcia umana... ma elettrica?
    Doveva ammetterlo. Non aveva idea di chi fossero - oltre Ash, s'intende - ma era piuttosto contento di vederli.
    Bolek blaterò qualcosa, ma Yuya non lo sentì nemmeno. O meglio, lo sentì, ma non lo ascoltò. Alle sue orecchie, arrivò solo la minaccia di morte del ragazzo biondo che non conosceva. «Ehi tu, barbie. Prima di farci saltare in aria ti sei accorto che c'è anche un ragazzino lì? Potresti portarlo fuori prim-» ovviamente non fece in tempo a finire, che la voce della torcia umana sovrastò la sua. Una lama prese forma dal suo braccio, e poco dopo da essa partì un raggio luminoso diretto verso il prete. Yuya distolse di nuovo lo sguardo, cercando invece la figura di Ash. Che cazzo stava succedendo?


    Y U Y A

    Esperienza: 475
    Forza: 60
    Quirk: 90
    Agilità: 100
    Energia: 275
    Stato fisico: Illeso (quasi)

    Scheda

    TECNICHE USATE



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    CITAZIONE
    Per questo turno va bene così, ma da ora torniamo all'ordine: Master, Jojo, Ryuko, Roy90, Alchemist.
    Suppongo Roy abbia postato dopo Jojo visto che al turno precedente Jojo aveva recuperato il turno in coda a Ryuko, ma confermo che i turni ufficiali sono quelli.



    L ' O R F A N O T R O F I O




    Yuya venne in un baleno ricoperto da uno schizzo di sangue. Tentando un'applicazione un po' diversa dal solito, Ash aveva fatto un buco nel muro sufficientemente grande da permettergli di entrare, distribuendo però una nebbiolina di detriti in buona parte della stanza. Quei muri non vedevano manutenzione da anni e per sua fortuna questo aveva innescato un effetto a catena abbastanza grande da fare un buco da almeno un metro ma abbastanza piccolo da non far collassare l'intera struttura su sé stessa. Complice, forse, anche il palo di ferro a cui il ragazzo con la coda era legato a fare le veci di un pilastro. In quel modo, tutti i partecipanti al piccolo blitz inaspettato erano entrati nella stanza. Mentre Hans cercava di prendere tempo indicando il barile di acido senza voltarsi, Raul era stato certamente più diretto. Grazie al suo accumulatore fotonico, aveva prodotto una lama di elettricità che aveva perforato e trapassato il corpo del reverendo Bolek in pieno petto. Sangue addosso a Yuya, dicevo.
    Come una lampadina fulminata, il suo colpo emise un paio di bagliori per poi spegnersi inevitabilmente. L'uomo, fissando il ragazzo con la coda con gli occhi che lentamente perdevano colore, cercò di pronunciare qualche parola. L'unica cosa ad uscire dallo schiudersi delle sue labbra, però, furono dei rivoli di sangue ribollente. Il corpo si accasciò poi per terra sotto il suo stesso peso davanti agli occhi di tutti i presenti, in particolare del giovane Shou. Qualcuno si sarebbe dovuto avvicinare per confermare che fosse davvero deceduto o meno. Per il diavoletto sarebbe di sicuro stato un piacere se quest'ultimo fosse venuto a mancare, mentre il suo carnefice - aspirante eroe - si sarebbe probabilmente trovato nei guai. Che loro si fossero avvicinati per confermarlo o meno, però, io posso dirlo con sicurezza: l'anziano reverendo venne a mancare quella sera, in quello scantinato. Né Dio, né la scienza e né i quirk poterono fare nulla per lui.

    Il Sagrestano fissò la scena con una prospettiva al sottosopra, rimanendo steso a terra. Decise di alzarsi solo alla dipartita del Reverendo, senza pronunciare una parola, senza mostrare risentimento, tristezza, neppure una lacrima. La sua pelle scura era nuda ad eccezione di qualche pezzo di stoffa che, a causa delle fiamme di Hans, non si era consumato del tutto ma si era fuso alla cute. Allungò quindi il suo braccio destro verso il grosso barile, mentre le sue braccia venivano circondate da quelle che parevano essere delle catene di colore rosso incandescente, che illuminavano in modo lugubre la stanza come delle candele. I suoi progetti e quelli del reverendo erano - ironicamente - andati in fumo. Ciononostante, non poteva far sì che la verità trapelasse fuori da quella parrocchia. Doveva eliminare tutti i presenti - bambino compreso - e cancellare tutte le tracce. Avrebbe dovuto, forse, uccidere persino l'intera comunità. Mentire, trattarli come dei fanatici che avevano optato per un suicidio rituale, pur di salvarsi la faccia. Ci avrebbe pensato più tardi. Ora doveva liberarsi di quegli scocciatori. Afferrò sommariamente il barile e lo lanciò con una mossa secca verso Hans. L'acido non era ancora stato sciolto in soluzione acquosa: era pertanto liquido compresso all'interno del barile, ma una volta liberato avrebbe ripreso velocemente la sua forma gassosa a temperatura ambiente. Se l'aspirante eroe avesse evitato il barile e questo si fosse aperto nella stanza, chiusa e pessimamente areata, avrebbe portato in breve alla corrosione della cute di Yuya - in linea d'aria con Hans - e poi di tutti gli altri presenti. Sarebbero morti avvelenati e provando molto dolore. Viceversa, se avesse mantenuto il suo proposito di farlo scoppiare anche una volta lanciato in sua direzione, sarebbero comunque morti tutti a causa dell'esplosione o del crollo ma, forse, ancora più invano: Bolek era già passato a miglior vita e l'uomo di colore aveva dimostrato un'eccezionale resistenza al fuoco. Se Hans avesse evitato il barile, forse i suoi compagni sarebbero riusciti a trovare una soluzione al posto suo, ma valeva la pena tentare? In fondo ora erano tutti sulla stessa barca. Colando a picco.



    CITAZIONE
    Sagrestano - Livello 8 (2500 exp)

    Forza - 200
    Quirk - 450
    Agilità - 625
    Energia - 1300 - 30 = 1270

    CITAZIONE
    HellBound (Emitter)
    Il quirk permette di emettere fiamme di colore rosso acceso e temperatura elevata. Le fiamme vengono emesse direttamente dal corpo dell'utilizzatore e non possono essere evocate a distanza.

    Abilità I - Immunità.
    Come ogni utilizzatore di un elemento, l'utilizzatore è immune all'elemento fuoco.

    Abilità II - Forever Trapped.
    L'utilizzatore è in grado di plasmare le fiamme a formare una sorta di catena infuocata. La catena è formata unicamente da fiamme, pertando non ha forma solida. E' possibile formare sino a due catene per arto, le quali possono assumere una lunghezza massima di cinque metri.

    CITAZIONE
    Chains of Suffering
    Permette di creare una catena di fuoco attorno al proprio braccio.
    Costo: 15

    CITAZIONE
    Yuya
    Stato: Illeso
    Turni prima dell'utilizzo della coda: 1
    Turni prima dell'utilizzo del teletrasporto: 6

    CITAZIONE
    NOTA: Essendo Alchemist l'ultimo nel turnaggio ma dipendendo l'azione dal suo comportamento, siete autorizzati a chiedere in privato quale sarà la sua reazione in modo da regolarvi di conseguenza.

    ILLUSTRAZIONE PER CHIAREZZA:
    CITAZIONE
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    YUYA MIROKUJI

    L'orfanotrofio


    Narrato x Parlato Yuya x Pensato Yuya

    Yuya non aveva mai visto una persona morire davanti ai suoi occhi. Aveva perso un padre, tanto tempo fa, aveva sperimentato la sensazione dell'abbandono, nient'altro, una realtà fin troppo distante dal pensiero di veder qualcuno venire ucciso. Proprio davanti a te. Per cui quando il rosso cremisi del sangue gli dipinse sgraziatamente il viso, macchiandogli la gola, il colletto della maglia, e la guancia sinistra, fino ad arrivare poco sotto al sopracciglio, il ragazzo non poté far altro che pietrificarsi, immobile, socchiudere lentamente lo sguardo, che aveva serrato di riflesso, e posare le sue iridi dorate sulla figura morente del reverendo.
    L'odore acre del sangue gli riempì le narici, e Yuya percepì delle lacrime salirgli agli occhi. Shock? Turbamento? Stress? Chi poteva dirlo. Le corde che gli serravano i polsi contro il metallo freddo della croce si tesero al loro massimo, seguendo la contrazione dei muscoli del giovane. Le labbra socchiuse, il respiro mozzato in gola. Non versò alcuna lacrima, il suo carnefice era appena stato ucciso, ed istintivamente si ritrovò a fissare Shou, afflitto dai sensi di colpa e chiedendosi perché tutto quello stesse succedendo davanti agli occhi di un bambino.
    Gli eroi, gli eroi. Erano quelli gli eroi? Quelli che avrebbero dovuto salvare le persone? A Yuya sembrava che facessero il contrario. Era sempre più grato di non aver intrapreso quella strada. A terra, il sangue del reverendo si stava lentamente espandendo sul pavimento. Se non fosse stato, ancora, legato a quel palo, Yuya, si sarebbe probabilmente lasciato cadere a terra, collassando sulle ginocchia, tristemente non poteva. Non perché avesse paura del sangue, ma, forse, per lo sconforto. Il suo sguardo si spostò sul ragazzo che aveva sparato quel raggio laser che aveva posto fine alla vita dell'uomo, in attesa di una qualche specie di reazione, tuttavia le sue aspettative furono interrotte da qualcos'altro.
    Un rumore, dalla stanza che si trovava alle spalle del giovane che solo qualche istante prima aveva appellato, ironicamente, con il soprannome di barbie. Un rumore di qualcosa che veniva spostato. Poi, un bagliore, come un lampo nel buio, e quel lugubre stanzino venne illuminata da qualcosa di incandescente. Alle spalle di Hans, il Sagrestano, lo stesso uomo di pelle scura che Yuya aveva intravisto all'esterno della chiesa, si era sollevato in piedi, lasciandosi avvolgere le braccia da due luminose catene roventi. Il corvino lo intravide sollevare il barile di acido, ed in un attimo, si vide proiettato in un catastrofico futuro nel quale quel barile, che tanto avevano sudato per ottenere, diventava la loro condanna a morte.
    Tutta insieme, un'ondata di adrenalina, lo costrinse a riacquistare la sua lucidità: in fin dei conti, non aveva ancora rinunciato a salvarsi la pelle.
    «VIA DI LÌ!» urlò, intimando al ragazzo dai capelli biondi di abbassarsi o quantomeno di spostarsi dalla traiettoria del barile di acido, che il sagrestano aveva appena lanciato. Il sangue sul suo viso aveva già cominciato a seccarsi, persino muovere le labbra per parlare era una sensazione sgradevole, ma non poteva fare altrimenti. «ASH!» chiamò, una sfumatura di disperazione nella voce, sperando che l'amico - poteva chiamarlo così? - capisse cosa doveva fare. Forse, fra tutti, era l'unico in grado di salvarli, almeno momentaneamente. Al prete ci avrebbero pensato più tardi. «NON FARLO CADERE!» Il corvino ricordava a malapena di quando il ragazzo dai capelli bianchi gli aveva raccontato del suo quirk, ma ricordava che c'entrava qualcosa con il controllare la gravità. Bene, che facesse il suo lavoro ed evitasse di far schiantare quel barile da qualche parte. Sicuramente poteva farlo. Non gli restava altro che sperare, o sarebbe morto, questa volta sul serio, ed insieme agli altri.


    Y U Y A

    Esperienza: 475
    Forza: 60
    Quirk: 90
    Agilità: 100
    Energia: 275
    Stato fisico: Illeso (quasi)

    Scheda

    TECNICHE USATE



    //









    Hello, dato che è passato quasi un mese mi prendo il libero diritto di postare per prima dato che quest'attività sta durando da /un po'/ troppo e vorrei chiuderla quanto prima.

    Detto ciò, ho un piccolo piano da suggerire per salvarci la pelle - in particolare la mia. Dovreste averlo intuito da quello che ho scritto nel post, in ogni caso, lo spiego chiaro e tondo senza troppi fronzoli.
    Hans, si dovrebbe spostare dalla traiettoria del barile ed EVITARE di far esplodere il barile, perché se lo fa siamo fottuti tutti.
    Ash - amico mio, che hai il potere di controllare la gravità - dovrebbe invece fermare il barile di acido a mezz'aria, per non farlo cadere per terra. So che puoi farlo perché ho spulciato la tua scheda (mica sono sprovveduta) e ho visto la tecnica Zero-Gravity, quindi in sintesi devi usare quella. A questo punto, chiunque, ma affiderò questo compito ad Hans perché è il più vicino, dovrebbe prendere DELICATAMENTE il barile e portarlo fuori dalla stanza.
    Roy, a te non dico nulla. Credo sia ovvio che Raul deve, ehm, tenere impegnato il Sagrestano, almeno qualche secondo.
    Se poi, in tutto questo, qualcuno mi fa anche il piacere di liberare Yuya dalle corde, apprezzo. Ciao.

    Quindi, beh, sarebbe carino se dopo di me postasse prima Alchemist, poi Jojo e poi Roy. poi fate come volete, voglio solo che Yuya ne esca illeso.
    contattiwww
     
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    Roy Ash O'Connor




    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altri



    Un boato fragoroso, seguito dal suono di pietre che si riversano sul pavimento, echeggiò in tutto lo scantinato. Una nebbiolina di polvere e detriti si sparse velocemente nella stanza in cui vi era il resto della ciurma.
    Il suo colpo aveva sortito l'effetto desiderato e, forse, anche meglio rispetto alle sue aspettative. Una volta entrato nella stanza, poté finalmente avere un quadro (quasi) completo della situazione. Davanti a sé, Raul - completamente luminoso - il quale emanava energia propria; il suo corpo sembrava fatto quasi esclusivamente di elettricità. Era la prima volta che assisteva ad un quirk transformation di quel calibro.
    Più avanti, il suo collega Yuya, legato su una croce in ferro battuto... e il suo aspetto non aveva nulla di buono. La causa di tutto ciò era proprio di fronte al ragazzo legato: il reverendo Bolek, in uno stadio raggiante, come se, dall'interno del suo corpo, una forte ed intensa luce dorata si sprigionasse sempre più, costringendo l'albino a mettersi una mano davanti agli occhi.
    Cosa diavolo succede qui? Cosa significa questa luce??
    Ash non aveva alcuna idea di cosa effettivamente ci fosse dietro tutto ciò, ma non aveva tempo per le riflessioni, doveva agire, anzi, dovevano agire , tutti insieme.
    Non ebbe però, la prontezza di fare alcun tipo di azione, quando una sorta di proiettile luminoso, partì da Raul, andando a colpire il petto del reverendo.
    Il corpo di Bolek smise di brillare, cadendo infine a terra, inerme.
    Ehi... abbiamo la mano pesante... Hai fatto la cosa gius...
    Le sue parole, però, vennero strozzate dal grido di Yuya:
    VIA DI LÌ!
    Urlò il mutant in direzione dell'entrata secondaria, in cui vi era lo stesso ragazzo biondo che quella mattina aveva tentato di dargli fuoco nel laboratrio dell'Università.
    Da lì in poi, fu una questione di piccoli e brevi attimi.
    Ash, non si era accorto del sagrestano della parrocchia che, dal fondo dell'ingresso secondario, aveva appena scagliato contro di loro il barile blu contenente l'acido che lui stesso aveva rubato assieme a Yuya.
    ASH!
    Richiamò Yuya l'attenzione.
    Fu in quel momento che, il bagliore delle catene infuocate del sagrestano attirò lo sguardo di Ash; il barile però, era già in aria ed avanzava velocemente verso di lui.
    NON FARLO CADERE! Impartì con voce decisa, l'amico legato.
    L'istinto gli fece mettere le mani in avanti, come a volersi riparare dall'oggetto volante.
    Se lo respingo con i gravitoni, esploderebbe per il contraccolpo... e se cade si aprirà, è troppo pesante... il peso...
    Concentrò le molecole gravitazionali sulle sue mani e, con le braccia protese in avanti, cercò di accogliere il barile, sprigionando un' onda gravitazionale che avrebbe dovuto poi dilagarsi su tutto l'oggetto, rendendolo immune alla gravità. Se la sua tecnica e la sua prontezza avessero avuto esito positivo, in assenza di gravità, quel barile di cento litri avrebbe perso il suo peso e lentamente avrebbe dovuto iniziare a fluttuare in aria.


    Roy Ash O'Connor

    Livello 5

    Energia 480(-20)

    Forza 80
    Quirk 255
    Agilità 140


    TECNICHE
    CITAZIONE
    Zero-Gravity
    Tecnica ad emissione tramite l'utilizzo delle mani che permette di lanciare (a distanza o con il tocco) un'onda gravitazionale su un qualsiasi bersaglio designato, causandogli una temporanea perdita di gravità.
    Il bersaglio colpito inizierà a fluttuare lentamente verso l'alto (2 metri verso l'alto per turno), in quanto tutta la sua massa verrà circondata da Gravità Zero e, non essendo capace di controllarsi a tale condizione, l'avversario si ritroverà a roteare su se stesso, o comunuque incapace di potersi coordinare o controllare la propria posizione e direzione per 3 turni max. Se l'avversario dovesse essere colpito durante lo stato di Gravità Zero, subirà il danno ma terminerà l'effetto anti-gravitazionale, cadendo al suolo.
    Costo 20 + 5 Mantenimento

    EQUIPAGGIAMENTO
    CITAZIONE


    OFF: mi scuso ancora per l'enorme ritardo. Mi beccherò una mega penalità per questo! Spero non ricapiti più, almeno fino alle vacanze pasquali :asd:
     
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    L ' O R F A N O T R O F I O




    Tsunade osservava il proprio riflesso sul vetro della finestra alla sua destra, ben visibile data la profondità oscurità che avvolgeva Tokyo all'esterno. Quella mattinata non era andata per nulla come aveva immaginato. L'uscita nei laboratori dell'università di fisica per osservare il lavoro degli sviluppatori e i nuovi prototipi di equipaggiamento per gli eroi aveva preso una piega difficile da prevedere, si potrebbe quasi dire che fosse scaduta in una tragedia. Qualcuno aveva assaltato i ricercatori e rubato un'enorme tanica di fluoridrico. Cosa volessero farne era ignoto, ma di sicuro non era nulla di buono. L'acido era estremamente dannoso per gli umani, poteva corroderne la pelle e rovinarne le vie respiratorie nella sua forma naturale, ovvero quella gassosa. Che stessero preparando un attentato in pubblico o una qualche arma per una guerra tra bande era impossibile da immaginare, ma che andassero assolutamente fermati era un'ovvietà per un Pro-Hero come lei. Come se non bastasse, durante il furto i ladri erano stati intercettati dai suoi studenti e uno di loro, Luciano, era rimasto ferito durante gli eventi. Quella, in fondo, era anche colpa sua.
    Seduta ancora nel suo ufficio, sfogliava annoiata le pagine di un taccuino che Raul Garret, un altro dei suoi allievi, aveva trovato sulla scena del crimine. Chi fosse il misterioso scrittore di quella specie di diario personale era ignoto, ma sopra vi erano appuntate informazioni riguardo a vari incarichi e operazioni illegali intervallate da quelli che sembravano pensieri personali e riflessioni ma che, in fondo, potevano benissimo essere altre informazioni cifrate e codificate. La maggior parte di quei crimini era fuori dalla sua giurisdizione e spesso si trattava di azioni di poco conto, ma sperava di riuscire a trovare qualcosa riguardo al furto avvenuto all'Università. E così fu. Stendendo le braccia poggiate al tavolo si alzò. Maledì sé stessa per aver dato così poca importanza alle parole dei suoi studenti, quella mattina. Avrebbe dovuto fidarsi di loro, ascoltarli.

    Arrivata sul luogo, vide un furgone bianco con i fari ancora accesi parcheggiato in mezzo al nulla. Erano le undici e mezza, ma sembrava essere arrivata nel posto giusto. Quel nome, "Bolek", non era in fondo molto facile da poter confondere. Oltre a questo, poi, i preti erano decisamente pochi in Giappone. Cosa potesse farne un Orfanotrofio di un barile di acido fluoridrico rimaneva - per lei - ancora un'incognita. Era evidente però che qualcosa non quadrava: quando avveniva uno scambio o una consegna, le cose di solito si svolgevano il più in fretta possibile per lasciare il minor numero di prove. Qui, invece, dopo mezz'ora la scena sembrava come sigillata in una fotografia. Mezzo parcheggiato con le portiere posteriori aperte, luci accese puntate alla cappella dell'Orfanotrofio, odore di bruciato nell'aria. Al lato del guidatore, a terra, una valigetta aperta aveva ancora una flebile fiamma al suo interno. Sembrava che dei soldi fossero stati bruciati e un foglio recitava una sorta di presa in giro firmata "Babbo Natale". Unendo i puntini, il quadro che si faceva chiaro nella sua testa riguardava una sorta di tradimento. Il mandante, probabilmente, aveva ottenuto il suo acido fluoridrico e aveva deciso di eliminare chi aveva svolto il lavoro, forse per non doverli pagare o forse - visti i soldi bruciati - per screzi durante l'operazione. Varcò il grosso portone della Chiesa.
    Dentro tutto era scuro mentre poche immagini colorate si stendevano sul pavimento disegnate dalla luce lunare che passava attraverso i vetri eterocromi delle navate. All'interno tutto sembrava tranquillo come in un qualsiasi luogo di culto. Proseguendo nell'esplorazione, però, riuscì a trovare una piccola porta in legno. Poteva essere un peccato entrare in luoghi simili, forse proibiti ai normali fedeli, figuriamoci a chi non credeva in tali divinità. Ciononostante era il suo lavoro e doveva assicurarsi che tutto fosse ok. Non aveva chiamato le forze dell'ordine né dei rinforzi: per ora era solo in esplorazione. Al termine di una lunga scala in fredda pietra si alzavano dei rumori, delle urla. Affrettò il passo.
    Sfondata una pesante porta in ferro, il quadro che le si dipinse davanti agli occhi era raccapricciante: in una stanza sommersa di cadaveri carbonizzati di quelli che a occhio sembravano essere bambini, un uomo praticamente nudo si ergeva lanciando quello che pareva essere il barile di acido trafugato quella mattina verso uno dei suoi studenti, Hans Hawking. Dietro di esso, illuminato da lugubri luci di candele, un ragazzo dai capelli neri era legato ad un pilastro di ferro a forma di croce. Agì in fretta, scattando verso l'uomo di colore e colpendolo pesantemente con un pugno dietro la nuca.
    CHE CAZZO CI FATE VOI QUI? - sbottò la donna mentre l'uomo volava a terra, diretta ad Hans e immaginando che, da qualche parte nell'altra stanza, dovesse esserci anche Raul, forse persino Luciano nonostante il colpo subito. Forse preso alla sprovvista o forse immobilizzato dalla repentina apparizione di Tsunade, Hans non riuscì ad evitare il colpo. Il suo volto venne preso in pieno dal barile, risultando nella sua caduta a terra e forse persino da uno svenimento una volta colpita la fredda pietra con la nuca. Il barile, rimbalzato sul suo volto, sbatté contro l'arco superiore della porta dirigendosi poi verso terra ma, fortunatamente, venne fermato dalle mani esperte di Ash, o perlomeno dal suo quirk. Anche Raul, forse terrorizzato dall'apparire di Tsunade, raggelò e finì per non muoversi.
    Un Pro-Hero era apparso e probabilmente poteva ribaltare la situazione, ma cosa sarebbe successo? Roy e Yuya potevano forse giungere ad un compromesso coi due studenti, ma agli occhi di un Pro-Hero erano ugualmente colpevoli. Forse. Tutto ciò che aveva Tsunade portava ad Ash: il taccuino, il suo aspetto esteriore. Lo aveva visto fuggire dall'Università. Yuya, invece, era stato molto più discreto: pressoché nessuno lo aveva visto, quando l'eroina era arrivata sulla scena lui era già bell'è che sparito. Al momento era legato ad un palo e, probabilmente, non ci avrebbe messo molto a sembrare una vittima in mezzo a cadaveri di bambini, uno ancora vivo ma legato alla sedia, reverendi pazzi e la sua coda a diavolo. Probabilmente confessando una mezza verità e affermando di essere stato aggredito unicamente per la sua unicità sarebbe riuscito ad uscirne indenne, magari persino con le scuse della polizia. Shou, ignaro di tutto, avrebbe probabilmente confermato la sua versione.
    Ash, al momento, era assolutamente invisibile per la Pro-Hero. La sua presenza, infatti, era completamente celata dal muro in pietra. Sarebbe probabilmente riuscito a scappare come un fantasma. Se avesse provato a salvare Yuya, invece, probabilmente sarebbero riusciti a scappare assieme e avrebbe salvato al cento per cento il suo collega, ma a che prezzo? Si sarebbe mostrato alla Pro-Hero e non solo avrebbe confermato la sua colpevolezza ma, salvando e collaborando con Yuya, avrebbe trascinato anche lui nel baratro, minando probabilmente il suo essere anonimo per la legge e - di fatto - la sua doppia vita o, meglio, la sua vita normale.
    Poco importava cosa volesse Yuya, perchè qualsiasi parola non avrebbe fatto altro che gettare ombra sulla sua presunta innocenza. Per sua fortuna il ragazzo, in ogni caso, sembrava a suo agio nel mentire.



    CITAZIONE
    Yuya
    Stato: Illeso
    Turni prima dell'utilizzo della coda: 0, puoi usarla!
    Turni prima dell'utilizzo del teletrasporto: 5

    CITAZIONE
    Ho aspettato per i post degli altri due partecipanti ma vediamo di concludere.
    Turno a Jojo, Ash deve prendere la sua decisione. Dopodiché toccherà a Ryuko agire di conseguenza e poi - se è ancora presente - Roy chiuderà il turno.
     
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37 replies since 13/8/2018, 12:27   823 views
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