L'Orfanotrofio

[Trama GdR] AM per _JoJo_, Ryuko, Roy90, -The Alchemist-

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    Roy Ash O'Connor



    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altri



    Proprio come in un film d'azione ormai giunto all'atto finale, l'eroe di turno fece il suo trionfale ingresso nel luogo incriminato, lasciando tutti i buoni con il fiato sospeso e preannunciando la fine dei cattivi. Tutto ciò poteva sembrare surreale agli occhi di Ash: chi erano, di fatto, i cattivi in quella circostanza? Il reverendo e il suo sagrestano? Ash e Yuya, autori del furto di un barile di cento litri di acido fluoridrico presso l'Università di Fisica? Oppure, nel loro piccolo, erano tutti dei villains, compreso il giovane Raul?
    Non aveva visto tutta l'azione ma era certo che quel proiettile "elettrico" avesse tolto la vita al Reverendo Bolek. Magari avrebbe potuto usare un altro metodo meno cruento anziché essere così risolutivo? Forse, o meglio, per le forze dell'ordine sicuramente avrebbe dovuto agire in un altro modo, per quanto gli riguardasse, invece, aveva fatto più che bene. Quel farabutto di un prete li aveva inizialmente fregati pagando esattamente la metà di quanto pattuito, per poi degenerare con il rapimento del suo collega, fino al sadico tentativo di ucciderlo durante quella che sarebbe stata una cerimonia con tutti i crismi del caso.
    Inoltre, non aveva ancora ben chiaro il perché dell'acido: entrando dall'ingresso esterno, non aveva visto ciò che si nascondeva nelle altre zone del seminterrato pertanto, per lui restava ancora un mistero. Ma vedere Yuya legato come l'agnello sacrificale di un arcaico rito pagano, gli bastò per comprendere che si erano ficcati in un grosso guaio.
    E non sarebbero passati certamente per delle vittime dato che, da un punto di vista giuridico, avevano comunque collaborato con Bolek, anzi, Ash O'Connor, fino a prova contraria, sarebbe apparso come collaboratore.
    Dopotutto, Yuya era riuscito ad impossessarsi del barile senza farsi vedere dalle autorità, mentre la faccia di Ash era rimasta ben impressa a tutti coloro che erano presenti nel laboratorio quella mattina, compresa la Pro-Hero Tsunade, la stessa eroina che, di colpo, fece irruzione in quel luogo per mettere la parola fine a tutto quel disastro.
    E ciò che accadde quella sera, di certo non avrebbe voluto mai più riviverlo. Spesso, ci sono delle situazioni che inducono a compiere delle scelte apparentemente avide o dolorose ma che soltanto un'attenta analisi potrebbe rivelare i veri intenti.
    La voce profonda e furiosa di Tsunade echeggiò in tutta la stanza paralizzando, in primis, i due studenti che erano sul posto.
    L'inglese, così come probabilmente lo stesso Yuya, riconobbe subito la voce della Hero, sicuro anche della fama che la precedeva, con tanto di interviste e svariate apparizioni pubbliche. I toni - duri - erano sommariamente uguali a quelli usati da lei quella stessa mattina.
    Un brivido gli attraversò lungo la schiena, fino a raggiungere la sommità dei suoi capelli bianchi tenuti alla rinfusa.
    Fortuna volle che la sua "Gravity Zero" ebbe successo, scongiurando quella che sarebbe potuta essere una mera tragedia con conseguenze devastanti, se non vitali, per tutti i presenti.
    Grazie ai suoi gravitoni, il barile rallentò la sua corsa di colpo, come se tramite un interruttore si potesse intervenire sulla gravità di un oggetto, annullando quasi del tutto gli effetti di tale forza sul corpo. Il barile restò sospeso in aria per qualche secondo, fino a toccare delicatamente il pavimento. Aveva scongiurato il peggio ma i problemi per lui e Yuya non erano ancora finiti.
    Se non fosse stato per l'ingresso a sorpresa di Tsunade, molto probabilmente avrebbero chiuso la faccenda da soli e magari senza troppi intoppi. Giungere ad un accordo con Raul, ad esempio, sfruttando il fatto che egli stesso si era macchiato di un crimine, non sarebbe stato poi così difficile.
    Ma in quel preciso istante, la Pro-Hero era lì e presto avrebbe "formalizzato" ciò che stava accadendo. Ash era certo che se Tsunade l'avesse visto, avrebbe senz'altro capito chi fosse. Inoltre, la refurtiva denunciata dall'Università, era in quel preciso luogo; in poche parole: l'arrivo della Hero poteva essere equiparato ad un blitz della polizia nella casa di un criminale. E quel criminale era proprio lui, unico responsabile riconoscibile e presente quella stessa mattina, nel laboratorio dell'Università.
    Forse Yuya poteva cavarsela, in fin dei conti chi, tra i presenti, poteva dare per certo che c'era anche lui dietro al furto dell'acido? I due studenti, certamente, non avrebbero dovuto dire una parola al riguardo, sapevano che era collegato ad Ash, lo avevano visto insieme prima dell'incontro, fuori dalla Chiesa e avrebbero potuto fare le spie in totale tranquillità...
    Ancora pochi secondi e Tsunade si sarebbe palesata davanti a tutti.
    "Sarò il primo a cui chiederà spiegazioni e di sicuro i suoi allievi le daranno manforte."
    Non aveva tutti i torti. Seppur le azioni più violente di quella serata, paradossalmente, erano state proprio quelle dei due studenti, la faccia di Ash sarebbe stata talmente compromettente da mettere tutto il resto da parte. L'insegnante ci avrebbe messo un attimo ad associare il barile blu al volto dell'albino e, a quel punto, sarebbe stato braccato e forse accusato anche dell' omicidio del reverendo! Non conosceva affatto Raul, non poteva sapere come avrebbe reagito quel ragazzo ed era sicuro che sulla parola avrebbe sicuramente perso contro lo studente.
    Aveva pensato e riflettuto abbastanza, non aveva più tempo. Con un filo di voce sottile si rivolse a Raul, di fronte a lui.
    Da' pure la colpa a me per il prete. In cambio, avvisa il mio compagno dicendogli di fingersi vittima... lui saprà come gestire la cosa. Ne uscirete indenni... E' stato un piacere...
    Mentre indietreggiava verso la parete alle sue spalle, Ash alzò la mano destra in aria per attirare l'attenzione di Yuya. Prima indicò con l'indice Raul, seguito poi dal gesto di "ok", con il pollice verso l'alto.
    "Spero tanto che abbia capito". Pensò un po' turbato, l'inglese.
    Non era da lui abbandonare un compagno di squadra nel bel mezzo dei casini ma era convinto di fare la cosa giusta. Se si fosse avvicinato a Yuya, allora anche il suo collega sarebbe stato accusato o indagato dalla polizia. A quel punto, lui sarebbe finito in prigione e, una volta trovate prove sufficienti, anche il collega lo avrebbe raggiunto molto presto.
    La cosa migliore, quindi, era togliersi di torno, dalla vista di Tsunade, e lasciare che le doti del giovane "rapito" sortissero il loro effetto. Avrebbe potuto inscenare il ruolo della vittima con due potenziali hero entrati in suo soccorso ad esempio, l'importante era tenersi fuori da qualsiasi coinvolgimento con l'acido.
    Uscì dalla stanza attraverso il buco sulla parete da lui stesso creato e si diresse velocemente su per la scalinata che conduceva all'esterno, per poi arrivare di corsa davanti all'ingresso principale della Chiesa. Il furgone era ancora lì, con le luci accese e il portello... aperto?
    "Qualcuno, nel frattempo, è andato a curiosare... devo sbrigarmi."
    Si avvicinò al furgone e, con enorme stupore, avvertì l'odore di bruciato proveniente dal lato del guidatore.
    Abbassò la testa e, nella valigetta che aveva messo sotto al sedile, al posto dei 5.000Yen vi era solo della cenere. Ash socchiuse per un attimo gli occhi in segno di sprezzo verso chi aveva appena commesso un tale sfregio.
    Dannazione! Dannazione! Dannazione! Gridò all'interno del van, colpendo più volte e con forza lo sterzo. Fece poi un lungo respiro, sapeva che non era ancora finita e che avrebbe dovuto mantenere saldi i nervi se voleva evitare di finire in galera!
    "Chiunque sia stato, sa che questi soldi mi appartenevano e in questo furgone ci sono troppe prove".
    Se non vi fossero stati ulteriori ostacoli, Ash avrebbe messo in moto il furgone e si sarebbe diretto verso la prima area di campagna disponibile, lontano da occhi indiscreti. La sua intenzione era quella di dare fuoco al van, così da distruggere qualsiasi tipo di prova al suo interno.
    Avrebbe poi informato Yoshimura su ciò che era accaduto quella sera e avrebbe fatto in modo di mettere al corrente Yuya su ciò che era accaduto al loro guadagno.



    Roy Ash O'Connor

    Livello 5
    Energia 440

    Forza 80
    Quirk 255
    Agilità 140


    TECNICHE
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    YUYA MIROKUJI

    L'orfanotrofio


    Narrato x Parlato Yuya x Pensato Yuya

    Quando aveva visto il barile d'acido impattare contro il muso dello studente dai capelli color paglia, Yuya, per un attimo, aveva temuto il peggio. Fortunatamente per alcuni e sfortunatamente per altri, quel calvario stava per trovare la sua fine: in una frazione di secondi, si susseguirono così tante azioni una dopo l'altra, che persino il suo cervello ebbe difficoltà a processarle senza surriscaldarsi.
    Tsunade, una Pro-Hero e insegnante della Yuuei, conosciuta dai più, fece il suo ingresso cogliendo i presenti di sorpresa. Le bastò un pugno ben assestato per mettere fuorigioco il sagrestano che, al suo solo apparire pochi secondi prima, aveva destato terrore e confusione negli occhi di tutti. Sotto le mani esperte di Ash e del suo quirk, il barile d'acido venne adagiato a terra, e Yuya ebbe appena il tempo di vederlo gesticolare qualcosa - come se stesse cercando di dirgli che sarebbe andato tutto bene - prima di poterlo scorgere dileguarsi per aver salva la pelle.
    Come biasimarlo. Era vero, il corvino non ne sapeva molto di lui, ma quel gesto gli fece intuire che forse se fosse stato visto da un eroe - un vero eroe, non uno studente - avrebbe passato dei guai che non poteva permettersi. Mentalmente, il ragazzo gli augurò il meglio, anche perché legato com'era, non poteva davvero fare altro.
    La situazione parlava da sola. Poco lontano dalla croce, giaceva il corpo senza vita del reverendo Bolek. Lo studente biondo era caduto a terra per l'urto ed aveva perso i sensi, mentre l'altro eroe, o meglio, l'assassino che aveva ucciso il sacerdote, si era pietrificato sul posto. Probabilmente la donna era la loro insegnante, il suo tono di voce non lasciava tanto spazio all'immaginazione. Insegnante di due ragazzi troppo smaniosi di mettersi in mostra, che però, gli avevano salvato la vita. Yuya non sapeva davvero di chi poter prendere le parti.
    Non aveva mai odiato gli eroi, da quando suo padre era scomparso però, aveva sempre nutrito dubbi sul loro operato, e quello a cui aveva appena assistito non aveva fatto altro che confermarglielo. Lui in parte era uno dei colpevoli, ma... in quella chiesa aveva vissuto, per anni probabilmente, un assassino, deviato, che uccideva bambini per le sue stupide convinzioni. Il fatto che anche lui avesse rischiato di rimetterci la pelle era unicamente colpa sua, ma... il resto?
    E se, quella mattina, avesse deciso di rifiutare il lavoro? Se nessuno avesse portato l'acido alla chiesa, o se l'avesse portato un'altra persona e niente fosse trapelato? Il reverendo Bolek avrebbe continuato indisturbato ad agire e forse anche Shou non sarebbe mai riuscito a crescere. Eppure lì dentro nessuno aveva il diritto di protestare o di lamentarsi di come fossero andati i fatti. Non lui che aveva contribuito a quello schifo, non Raul che aveva ucciso un uomo, non Tsunade e i Pro-Hero che avevano lasciato che avvenisse una cosa del genere.
    Yuya stava pensando, in tutto quello, il suo sguardo pareva esser stato magneticamente catturato dalla pozza di sangue sul pavimento, rossa e amara, proprio come la macchia sul viso di corvino, Yuya ne sentiva il sapore sulle labbra. A malapena si era reso conto di aver recuperato sensibilità alla coda, soffocato dai pensieri, i muscoli ancora tesi, e lui quasi immobile.
    Non sapeva cosa fare, cosa dire, per la prima volta dopo tanto tempo pensò di essere in grado di mettersi a piangere, persino. Ma l'immagine di Shou, che non aveva versato una singola lacrima, poco lontano da lui gli fece ricacciare indietro le proprie. Il suo primo pensiero fu quello di volerlo aiutare. Ma come poteva, alla fine... quella situazione... era colpa sua! Ma voleva che lo aiutassero. Assurdo, non lo conosceva nemmeno quel bambino. Ma poteva essere successo a lui. E lui lo avrebbe voluto.
    Adesso andava bene però, no...? C'era una Pro-Hero, lì.
    E presto sarebbe arrivata la polizia.
    Istintivamente sollevò lo sguardo, cercando la figura della donna. La loro benefattrice.
    «Aiutatelo... per favore...» nemmeno si rese conto delle sue parole vista la confusione che aveva in testa. Gli venne in mente solo dopo che avrebbe potuto giocarsi la parte della persona sotto shock. E non doveva nemmeno recitare più di tanto. Un normale cittadino rapito ed incastrato in una situazione in cui non c'entrava nulla.
    Dopotutto, sapeva di avere la fedina penale pulita. L'unica cosa che lo collegava ad Ash era il furgone, poteva esser stato visto mentre scaricava l'acido, ma alla fine poteva esser stato un normalissimo corriere o qualcosa di simile. Non era stato visto nella sede universitaria quella mattina se non dalle due ragazze nell'aula di chimica, che con ogni probabilità lo avevano già dimenticato, e risalire a lui da loro sarebbe stato sicuramente difficile. Con un po' di fortuna se la sarebbe cavata. Personalmente, credeva che l'altro eroe fosse più nei guai di lui, nonostante sembrasse averci pensato il suo compagno a tranquillizzarlo, con le poche parole che si erano scambiati prima che l'albino fuggisse. Le sue iridi dorate cercarono anche la figura di Raul, alla fine l'esito della situazione dipendeva da lui. Se avesse parlato, detto qualcosa, anche la più piccola che avesse potuto mettere in dubbio la sua innocenza, Yuya avrebbe fatto altrettanto, e non sarebbe stato piacevole.


    Y U Y A

    Esperienza: 475
    Forza: 60
    Quirk: 90
    Agilità: 100
    Energia: 275
    Stato fisico: Illeso (quasi)

    Scheda

    TECNICHE USATE



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    RAUL GARRET




    Narrato - Parlato - Pensato



    Tutto accadde ad una velocità quasi surreale, come se fosse stato un sogno, un incubo, la sveglia suonò e tutto finì in un modo che non pensavo possibile. Il mio colpo andò a segno e quell'uomo si accasciò al suolo mentre quella strana luce nonchè la sua stessa vita sbiadivano lentamente.

    Ma che?!

    Quanto poteva essere devastante il mio potere? Eppure ne avevo già visti gli effetti devastanti poco tempo prima, ma quella volta nessuno morì, ora invece, una vita è stata stroncata dalla mia mano. Ma è davvero un male? Infondo, a giudicare da ciò che stava accadendo, quello non era che un mostro. Se le idee di Stein ed in parte di Stark erano giusto, forse non era poi così grave ciò che avevo fatto, almeno non secondo l'etica che si stava creando in me. Restava però molto agli occhi della legge ed era un problema da non sottovalutare. A complicare il tutto ci si mise un altro individuo che voleva farci saltare in aria con il famoso acido nonchè l'arrivo di Tsunade che mise il suddetto KO, se quello che era successo poteva rimanere in quello scantinato, ora era molto più difficile, forse quella era l'unica occasione in cui avrebbe preferito trovarsi davanti quel sadico di Stain, ma forse non era tutto perduto. Senza farsi notare, Roy mi sussurrò qualcosa e scappò non visto, infondo il suo piano avevo del senso, ma non potevo semplicemente dare a lui la colpo, infondo all'occhio di Tsunade sarebbe stato palese che il colpo mortale era giunto per mano del mio Quirk, allora come fare?

    Professoressa... Menomale... Presto serve il suo aiuto...

    Mi palesai subito dopo essere tornato allo stato normale e corsi ad indicare a Tsunade i due prigionieri.

    Eravamo venuti qui semplicemente a vedere cosa sarebbe accaduto per poi riportarlo alle autorità e comunicarlo a voi professori ma è successo il finimondo... La situazione ci è sfuggita di mano... In questa chiesa ci sono dei fanatici e non oso nemmeno immaginare a cosa volessero usare l'acido che avevano richiesto. Siamo rimasti coinvolti quando il ladro di stamattina ha scoperto cosa facesse quel prete ed hanno iniziato a combattere. Noi abbiamo tentato di fermare le ostilità e trarre in salvo questi due poveri ragazzi ma il Quirk del ladro è stato in grado di assimilare parte della mia elettricità per convogliarla contro quel mostro che stava per colpire tutti noi. In un certo senso ci ha salvato la vita! Poi è arrivato l'altro con il barile d'acido...

    Le mie parole erano frettolose e confuse, segno palese dell'agitazione che mi aveva colpito, forse non tanto per ciò che avevo effettivamente fatto ma quanto per l'adrenalina e per il pericolo delle conseguenze. Stavo forse diventando anche io un mostro? Avrei avuto tempo per pensare a ciò, ora però quell'agitazione mi avrebbe di certo aiutato visto che agli occhi di Tsunade non avrebbe fatto altro che avvalere ciò che stavo dicendo ed avrebbe anche fatto da scusa ad eventuali falle nella storia

    Raul Garret - Lv8

    Attacco: 70
    Quirk: 600
    Agilità: 430
    Energia: 965
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    TECNICHE/EQUIP
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    L ' O R F A N O T R O F I O




    Con uno scatto, l'eroina si avvicinò all'uomo che poco prima, in una mossa forse troppo avventata e istintiva, aveva colpito. Il suo colpo pareva averlo preso di sorpresa e in un punto favorevole dato che, ora, riversava a terra apparentemente privo di sensi. Prendendosi qualche momento per rifletterci, capì che anche il suo corpo sembrava portare - fino ad un certo punto - i segni di una carbonizzazione come i cadaveri apparentemente di bambini che macabramente arredavano quella buia e fredda stanza. Che fosse tutto collegato alla stessa persona, soldi bruciati all'esterno compresi? Il fatto che Hans si trovasse in quella stanza, seppur privo di sensi, e che quella fosse una delle applicazioni che preferiva del suo quirk gettavano brutte ombre sulla sua condotta. Voleva essere pronta a sostenere che non potesse essere stato lui, che fosse sempre stato un bravo ragazzo, ma onestamente non erano parole che poteva dire a cuor leggero. Quella stessa mattina, in fondo, aveva usato liberamente la sua unicità all'interno di uno dei laboratori dell'Università, portando ad un brutto scoppio in cui avrebbe potuto ferire anche dei civili. Osservando quella situazione non poteva non farsi spazio - nel suo cuore - il pensiero di aver preso il percorso sbagliato nella loro educazione.
    Lentamente quelle catene di fuoco sparirono dalle braccia dell'uomo, confermato il fatto che fosse svenuto. Alzando lo sguardo, si assicurò di essere in un angolo poco visibile della stanza e con un leggero movimento di braccia spezzò la gamba sinistra dell'uomo, assicurandosi però di non causare una frattura scomposta e causare il minor numero di danni possibili. Non aveva manette né altri modi per costringerlo e quello era l'unico modo per evitare che potesse muoversi nel caso si fosse svegliato.
    Avvicinatasi alla porta, prese con cura il corpo inerme di Hans e lo tirò su in posizione seduta, poggiandogli la schiena contro il muro in pietra in prossimità della porta stessa. Aveva una leggera ferita dalla fronte che sanguinava abbastanza copiosamente, ma tale condizione era dovuta più alla grande quantità di capillari in quella zona più che alla gravità della ferita. Nel mentre Raul, l'altro suo allievo, le si era avvicinato e in possibile stato di shock la stava più o meno aggiornando sulla situazione. Tiratasi in piedi, si voltò. La stanza era illuminata male ma nella penombra si poteva vedere il corpo di un uomo seminudo stesso a terra, il ragazzo legato ad un pilastro visto in precedenza e poco più in là un bambino legato e imbavagliato ad una sedia. Molte cose nel racconto del suo allievo non tornavano, ma se ne sarebbe occupata a tempo debito.
    Libera il bambino. - ordinò con autorità al ragazzo una volta sentito il mormorio del giovane dai capelli neri legato al pilastro. Nel mentre si chinò per osservare la ferita del Reverendo e prendere le pulsazioni per controllare il suo stato: purtroppo era morto. Lo stato della ferita combaciava con le parole di Raul e visto lo stato di necrosi dei tessuti era plausibile che derivassero da elettricità ad alta tensione. Come però quel misterioso ragazzo di quella mattina potesse aver manipolato l'unicità del suo allievo le era totalmente estraneo. Alzando lo sguardo notò una voragine nel muro vicino alla porta: il "ladro" doveva essere fuggito da lì.
    Va tutto bene? - domandò con voce rassicurante a Yuya, dopo essersi alzata e aver iniziato a slegare le catene che bloccavano i suoi polsi al pilastro - Riesci a camminare? - proseguì, cercando di sostenerlo ma disposta a lasciarlo andare se avesse dimostrato di riuscire a reggersi in piedi. La situazione era degenerata e la segretezza dell'operazione doveva sopperire al trattamento delle vittime. Grazie ad una particolare applicazione sul suo telefono fornì la sua posizione ai soccorsi, che sarebbero arrivati a breve. Si mosse quindi verso l'esterno attraverso quella stessa buca da cui era fuggito il misterioso ladro per poter risparmiare al bambino almeno la visione dei suoi amici carbonizzati.
    Se proprio dovevate impicciarvi, avreste fatto bene a fermare il ladro, perlomeno. - disse stizzita a Raul dirigendosi verso l'uscita, portando lo svenuto Hans su una spalla e, se necessario, facendo da bastone a Yuya con l'altra spalla. Presumibilmente l'allievo avrebbe portato con sé il giovane, shockato Shou. Una volta all'esterno adagiò nuovamente Hans a terra. Quella situazione era pessima e i danni riportati dall'inglese impedivano persino di insabbiare il tutto ai mass media dato che richiedeva per forza cure immediate. Era davvero adirata coi suoi studenti.
    Non vi è bastato ciò che avete subito questa mattina? Dovevate per forza mettervi nei guai? - sbottò, cercando di mantenere la calma ma fallendo miseramente. Solo giunta in fronte alla Chiesa si rese conto che il furgone che aveva visto poco prima era sparito, opera probabilmente di quel ladro di cui aveva parlato il suo studente. All'arrivo dei soccorsi, avrebbe lasciato sia Yuya che Shou alle cure di un'ambulanza e fatto salire Hans in un'altra. Prima di lasciarli andare si avvicinò al ragazzo dai capelli neri, che era ancora intorpidito dalla sostanza che gli avevano iniettato.
    Dal rossore sul tuo collo e... Il tuo stato, suppongo che ti abbiano iniettato un qualche tipo di droga, probabilmente un calmante o qualcosa di simile. - sussurrò, cercando di non farsi sentire dal bambino al suo fianco. La sua conoscenza in quanto medico era decisamente utile in questo momento - Vai in ospedale, ti faranno delle analisi del sangue e terranno a riposo per stanotte. Domani, se tutto va bene, sarai libero di uscire. Se dovessi avere bisogno di qualcosa suppongo che tu sappia dove trovarmi. - accennò un sorriso, per poi lasciarli ai medici.
    Tu invece va a casa. Penseremo alla tua punizione più avanti. - disse freddamente a Raul, per poi immergersi nuovamente all'interno della Chiesa per recuperare il cadavere del reverendo e il sagrestano svenuto.




    Con qualche minuto di vantaggio, Ash riuscì ad evitare i soccorsi mentre guidava il furgone verso la sua sparizione. Il suo piano era di bruciarlo per nascondere le prove, rimasto privo di paga nonostante gli sforzi e col rimorso di aver lasciato un compagno indietro. Anche Alucard aveva subito pesanti ferite per nulla dato che il compenso era letteralmente andato in fumo. Tutto ciò che aveva in tasca era la verità su quella notte. E chissà che un giorno avere la possibilità di ricattare Raul Garrett e Hans Hawkins potesse valere più di un compenso di diecimila yen.



    CITAZIONE
    Siamo arrivati al post finale.
    Ash può bruciare il van dove preferisce e poi dirigersi a casa, al Soseiji o ovunque voglia andare.
    Yuya viene trasportato in ospedale e ricoverato per la notte. I risultati delle analisi del sangue rivelano l'utilizzo di una sostanza sconosciuta ma che non dovrebbe avere alcun tipo di effetto collaterale sul suo organismo. Passata la notte può nuovamente muovere la coda e usare il teletrasporto. Il viaggio verso l'ospedale viene svolto con Shou ma i due vengono separati una volta raggiunta la struttura. Shou è shockato da ciò che è successo e non parla molto.
    Raul, una volta sgridato da Tsunade, può dirigersi a casa o dove preferisce.
    Terminato questo giro di post darò l'exp e chiuderò il tutto.
     
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    Nel cuore della notte, alla guida del furgone bianco del Soseiji, Ash avanzava lungo una strada provinciale che costeggiava una vasta area di terreni agricoli. Il buio sommergeva qualsiasi cosa nei paraggi, ad eccezione del tratto illuminato dai fari del van, che procedeva a velocità sostenuta lungo tutta la via.
    Il ragazzo guidava con un'espressione di disgusto sul volto. Non riusciva a non pensare alle sorti di Yuya, sperava quantomeno che quel Raul avesse rispettato la sua parte, dopotutto... poteva tranquillamente scrollarsi di dosso ogni responsabilità, incolpandolo di un un delitto che non aveva commesso.
    Come se a me importasse... un morto in più vero o finto, fa poca differenza!
    Disse ad alta voce più per sfogo che per necessità di parola.
    Era amareggiato per essersene tornato con un pugno di cenere - e non per modo di dire - un collega gravemente ferito ed un altro nelle mani di Tsunade.
    Aveva bisogno di trovare qualcosa a cui aggrapparsi in quel momento. Era andato tutto storto. A partire dal furto, reso possibile soltanto grazie al quirk di Yuya, fino all'arrivo in quel maledetto orfanotrofio.
    Ad essere onesti, Ash si sentiva ferito nell'orgoglio. Non gli interessava più di tanto dover dare la brutta notizia al vecchio Yoshimura, se ne sarebbe fatto una ragione, conoscendolo, bensì il fatto di essere stato soggiogato da qualcuno che, alle sue spalle, era riuscito ad interferire con il piano di quella consegna.
    Raul non era solo, con lui vi era anche il biondone che aveva avuto la sfortuna di incrociare nel laboratorio. A quanto pare, era in grade di manipolare il fuoco o il calore.
    E poi vi era quel bigliettino di scherno, lascialo lì proprio a dimostrazione del fatto che l'autore era consapevole di ciò che stava facendo e verso chi lo stava facendo. Era un insulto preciso e mirato alla sua persona ed era questo il motivo per cui Ash continuava a non togliersi quell'espressione schifata dal volto.
    Giunto nei pressi di un campo di terra battuta, non ancora coltivata, fermò di colpo il furgone. Raccolse soltanto il suo telefono cellulare ed un giornale dal cruscotto, poi spense il motore ed uscì dal mezzo, dirigendosi al bocchettone del serbatoio. Aprì lo sportellino e, dopo aver svitato il tappo, buttò al suo interno il giornale accartocciato, lasciandone una estremità al di fuori del bocchettone: una miccia.
    Dal taschino tirò fuori un accendino e, dopo aver appiccato fuoco al pezzo di carta, si allontanò dal furgone a gran velocità.
    Una lunga fiammata uscì dal bocchettone del serbatoio per poi ridursi drasticamente ad una fiamma più piccola. Lentamente, la parte inferiore del van iniziò a bruciare dal basso verso l'alto, fino ad espandersi attorno all'intero veicolo.
    Una volta che le fiamme raggiunsero il motore, un potente scoppio fece saltare per aria il cofano.
    Il tutto durò circa una decina di minuti e, per tutto il tempo, Ash rimase lì, impassibile, ad una decina di metri con gli occhi puntati sul furgone in fiamme, come se stesse godendo per quello spettacolo di fuoco.
    Voleva assicurarsi che il van prendesse fuoco e con esso tutte le prove riguardanti il furto e lo scambio dell'acido.
    Cnn le fiamme ancora vive, si voltò di spalle al furgone ed iniziò ad incamminarsi lungo la via del ritorno, a piedi, in una fredda notte autunnale, nelle campagne giapponesi.
    Prese il telefono e compose dei numeri.
    -Mi dispiace, non è andata bene... beh, dovrei essere a ovest, lungo le campagne... ti mando la posizione-
    Arrivare a casa a piedi gli sarebbero costate diverse ore di cammino. Non aveva alternativa che chiedere il passaggio a qualcuno della sua fazione, qualcuno che - forse - lo avrebbe preso anche in giro per aver fallito la missione.
    Una dannatissima missione che avrebbe soltanto voluto dimenticare anche se, conoscendo i media locali, la notizia di un prete morto e dell'acido rubato all'Università di Fisica, avrebbero destato sicuramente l'interesse dei lettori.
    Il freddo iniziava a pungere lungo i fianchi e alle orecchie; stava camminando senza sosta già da mezzora, quando, poté scorgere da lontano due fari.
    L'auto lo raggiunse in poco tempo poi fermarsi accanto a lui.
    Grazie... portatemi a casa. Ho l'impressione che dovrei restarci per un po'.
    Dopo essersi accomodato sui sedili posteriori, Ash poté finalmente tirare un lungo sospiro, appoggiarsi comodamente allo schienale e socchiudere gli occhi per qualche istante.
    Di tutta quella faccenda, forse, era l'unico a non essersi reso conto di ciò che accadeva in quell'orfanotrofio, sotto le grinfie del reverendo Bolek. Forse temeva che le sue azioni potessero scatenare la curiosità dei giornali e della polizia, mettendolo in cattiva luce ma una parte di lui voleva che qualcuno facesse chiarezza su quel luogo e su chi lo gestiva.
    Domande che forse avrebbero avuto risposta più avanti ma in quel momento, l'unica cosa a cui Ash voleva pensare era il letto di casa sua e ci sarebbe rimasto per un bel po', almeno, fino a quando le acque non si sarebbero calmate.


    Roy Ash O'Connor

    Livello 5
    Energia 440

    Forza 80
    Quirk 255
    Agilità 140


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    YUYA MIROKUJI

    L'orfanotrofio


    Narrato x Parlato Yuya x Pensato Yuya

    Mezzogiorno e trentasette, fuori dalle mura bianche e azzurre dell'ospedale Yuya si stava pigramente rigirando tra le dita una semplice busta, mentre un tiepido sole invernale gli illuminava il viso. Il paesaggio urbano di Tokyo appariva ai suoi occhi caotico quanto distante, senza alcun particolare fuori posto.
    La lettera all'interno della busta di carta era una semplice lettera di dimissioni, che avrebbe dovuto portare al suo medico curante, pura formalità da sbrigare, nient'altro. Gliela avevano consegnata quella mattina, dopo aver accertato che fosse tutto in regola e che i risultati degli esami non avessero alcun valore anomalo.
    L'infermiera che si era occupata di lui gli aveva anche raccomandato di non guidare, di chiamare qualcuno per farsi venire a prendere, di riguardarsi e di stare tranquillo, e il corvino, mentendo, le avrebbe assicurato che lo avrebbe fatto.
    Per quello adesso era lì, ad osservare il vuoto e la strada trafficata di fronte a lui. Tanto lo sapeva che lì fuori per lui non c'era nessuno. Non sua madre, che era in un altro ospedale da molto più tempo di lui, e certamente non avrebbe mai scomodato il suo tutore per una cosa del genere.
    Ma più di tutto non riusciva a fare a meno di pensare agli avvenimenti del giorno prima.
    Adesso stava bene. La sua coda aveva riacquistato capacità di movimento e con essa anche la sua sensibilità era tornata come sempre, si sentiva riposato, persino. Il dottore glielo aveva detto, a seguito dei risultati delle analisi del sangue, qualunque cosa gli avessero iniettato il giorno prima, non avrebbe avuto effetti permanenti sul suo organismo, si sarebbero presi il dovuto tempo per le necessarie speculazioni, ed avrebbero inviato i risultati dell'analisi di ciò che restava della droga, alla Polizia.
    Yuya però, non si sentiva tranquillo. Aveva visto morire davanti ai suoi occhi il suo carnefice, avvenimento che sarebbe stato con grandi probabilità insabbiato, almeno in parte, e a turbarlo non era stata solo l'improvvisa comparsa di Tsunade, in qualche modo collegata ai due studenti, e la sparizione improvvisa di Ash, a turbarlo era stata tutta la vicenda dell'orfanotrofio in generale.
    Più di tutti, l'uomo di colore che aveva visto all'inizio e alla fine della vicenda. L'adrenalina in circolo, sul momento, gli aveva impedito di farci caso, ma ripensandoci adesso... ne aveva chiaramente avvertito la potenza. Quel calore devastante che si era diffuso a macchia d'olio assieme alle catene infernali che l'uomo aveva evocato, quella noncuranza con cui aveva gettato il barile d'acido in loro direzione, ben consapevole che in quella stanza, oltre a un manipolo di ragazzi in preda ai deliri del suo capo, c'era uno dei suoi bambini. L'intento di ucciderli probabilmente lo aveva avuto, e se la sua paura all'inizio era stata dovuta al reverendo Bolek e ad i suoi sproloqui senza senso, forse il vero nemico era sempre stato dietro le quinte, e... nessuno aveva delle prove.
    Poi c'era quella setta di fedeli. I cappucci bianchi, persone letteralmente convinte che i quirk fossero il male, nonostante fosse diffusissima la spiegazione scientifica che riportava la loro manifestazione all'evoluzione. Il solo pensiero che l'orfanotrofio sarebbe tornato in mano a quelle persone, a Yuya faceva venire i brividi lungo la spina dorsale. Soprattutto...
    Si strinse nelle spalle, era pur sempre vero che in quel momento non aveva niente da fare. Girò i tacchi e fece dietrofront, facendosi nuovamente accogliere dall'odore di disinfettante tipico dei corridoi ospedalieri. Si rivolse alla reception, dove vi trovò la stessa infermiera che l'aveva congedato poco fa. Le rivolse un sorriso, semplice, mentre la faccia dell'infermiera assunse un'espressione confusa.
    «Hai dimenticato qualcosa, caro?» Yuya scosse la testa.
    «No, scusami, dovrei essere in orario visite, volevo sapere... il ragazzino che hanno portato qui insieme a me ieri sera, dov'è?»
    «Oh, certo. Nel reparto pediatria. Mi hanno detto che è sveglio, quindi se vuoi vederlo non c'è problema. La stanza è la numero 202, al secondo piano. Non parla molto, in ogni caso.»
    Yuya si morse appena l'interno della guancia sinistra e ringrazio la giovane donna. Trovare la stanza non fu complicato, non con il suo senso dell'orientamento almeno. Mentre svoltava per i corridoi, il ragazzo dai capelli neri continuò a pensare a tutto quello che era successo. Per Shou non doveva essere facile, considerando soprattutto la sua giovane età. Si chiese che sfumature avesse assunto la vicenda ai suoi occhi. Forse il reverendo Bolek era stato per lui davvero una figura paterna.
    La porta della stanza 202 era chiusa. Yuya vi ci soffermò davanti qualche istante di troppo. Non sapeva se vi avrebbe trovato qualcun altro, né se il ragazzino avesse voglia di vederlo, in quel momento però percepiva il doverlo andare a trovare come un obbligo morale. Qualcosa che doveva fare. Si fece coraggio e bussò. Controllò per l'ultima volta che la sua coda si muovesse e che non fosse tutto frutto della sua immaginazione e sospinse la porta.


    Y U Y A

    Esperienza: 475
    Forza: 60
    Quirk: 90
    Agilità: 100
    Energia: 275
    Stato fisico: Illeso

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    RAUL GARRET




    Narrato - Parlato - Pensato



    Con l'arrivo di Tsunade cambiò tutto in poco, il pericolo maggiore divenne lei palesemente arrabbiata con me ed il mio compagno per il colpo di testa, ma in quel frangente fui solo io a beccarmi la lavata di testa vista la brutta situazione in cui si trovava Hans. Non esitai nemmeno un attimo ad eseguire gli ordini impartiti e, mentre la pro si occupava degli altri due, io liberai il bambino aiutandolo ad alzarsi dalla sedia.

    Su piccolo... Ormai è tutto finito...

    Gli dissi prendendolo in braccio ed incamminandomi dietro la guida di Tsunade.

    Non hai più nulla di cui preoccuparti, ci prenderemo cura di te!

    ercai di essere il più rassicurante possibile per Shou, almeno quanto potevo esserlo vista l'agitazione per la ramanzina subita pocanzi ed a cui non potei che sottostare in silenzio. Non potevo certo dire che ero sceso ad accordi con il ladro e che l'avevo aiutato, sarebbe stato troppo complicato da spiegare. Per il momento quella menzogna era la via più facile per concludere quella brutta giornata e per avere meno ripercussioni possibili sulla vita scolastica.

    Magari non me la caverò poi così male...

    Pensai tra me e me mentre i soccorsi prendevano i carico i feriti, ma proprio in quel momento Tsunade mi rivolse nuovamente la parola intimandomi di andare a casa e che in seguito sarebbe giunta la mia punizione.

    Si signora...

    Non seppi cos'altro rispondere in quell'occasione, avrei potuto agire meglio? Agire in modo differente? Molte erano le domande che mi stavo facendo ma non riuscivo a trovare risposta e più ci pensavo più mille dubbi si ammuccchiavano gli uni sugli altri. La via verso casa fu tutta un tripudio di pensieri fino a che non decisi di smettere di pensarci e magari l'indomani parlarne con qualcuno che avrebbe potuto capirmi.

    Domani proverò a parlare con Stark... Speriamo bene...

    Fu con quel pensiero in parte tranquillizzante che riuscii a prendere sonno seppur per poco. Gli incubi quella notte non accennavano a svanire e la morte di quel reverendo continuava rimostrarsi sempre più vivida, per tutta la notte. La mia prima vittima, le mie mani ormai erano macchiate di sangue e la cosa peggiore stava nel fatto che fosse stato così facile e quasi automatico sul momento. Che fossero solo i canoni della società a farmi stare male e sentire in colpa? Che in realtà per me la vita dei criminali valesse davvero così poco? Non ero nemmeno sicuro che ciò fosse un male.

    Raul Garret - Lv8

    Attacco: 70
    Quirk: 600
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    Energia: 965
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    Dopo più di un anno, finalmente la prima Quest del forum si conclude ufficialmente.

    Non trattandosi di una normale AM, affido a questa attività un valore massimo di 150 punti esperienza.

    _JoJo_: 50 exp + 25 exp (bonus livello), 1500 yen.
    Ryuko: 150 exp, 1500 yen.
    Roy90: 90 exp + 75 exp (bonus livello), 1500 yen.

    CITAZIONE
    *_JoJo_: I post erano quasi sempre ottimi quindi da questo punto di vista nulla da dire. Il problema è che lungo lo svolgimento dell'attività hai accumulato ottantanove {89} giorni di ritardo. Si tratta praticamente di tre mesi di ritardo in un'attività che ne è durata 4-5, il che significa che senza i tuoi ritardi avremmo svolto il tutto in un paio di mesi massimo, dimezzando di fatto il tempo dell'attività. Per questo ho deciso di ridurre drasticamente l'esperienza. Anche togliendo un punto exp a ogni giorno di ritardo il risultato non sarebbe cambiato poi molto.

    CITAZIONE
    *Ryuko: Avevo grandi piani per Yuya che purtroppo per questioni di tempo non si sono potuti realizzare. :asd: Se possibile mi piacerebbe approfondire il tutto in una futura AM, vedremo. I post erano praticamente sempre buoni, considerato anche che Yuya purtroppo non ha potuto fare molto se non fare lo spettatore in questa AM. Lungo l'attività hai accumulato due giorni totali di ritardo.

    CITAZIONE
    *Roy90: Tu Roy hai accumulato un mese preciso (30 giorni) di ritardo, tutti in un solo post tra l'altro dato che altrimenti hai sempre postato nelle giuste tempistiche. :asd: Come hai detto lo hai fatto per aspettare Alchemist, ma il tuo turno è stato sempre precedente al suo e in quel post avevo ben specificato di mantenere lo stesso turnaggio e al massimo di consultarsi in privato, per cui non aveva comunque senso farlo. Che Ryuko avesse proposto un turnaggio alternativo in spoiler (non ricordo bene ora) poco importa dato che è comunque un utente in questa attività e non un master. In ogni caso, non ho dato un particolare valore a questo ritardo. Più che altro sono sicuro che tu possa approfondire molto meglio il personaggio di Raul (e smettere di fargli compiere il numero maggiore di crimini possibili :asd: ) e soprattutto seguire meglio le indicazioni del master. Una cosa tra le tante ma la più lampante, in apertura ho detto che Tsunade prende il taccuino di Ash da Raul (come normale, trattandosi di una prova su una scena del crimine) ma tu dopo un paio di post l'hai "riconsegnato" ad Ash come se lo avessi tenuto con te per tutto il tempo.

    CITAZIONE
    Queste erano le mie considerazioni, ora finalmente la Quest I di MHA GDR: Become a Hero! si può considerare ufficialmente conclusa!
     
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37 replies since 13/8/2018, 12:27   823 views
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