Chi non muore... - CASE II: Life is a Play

AM per the saxofonist, Lostien, Farnia_Play - Kabuki-za

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    Incrociò le braccia al petto, con un espressione lievemente irritata alla risposta del detective, non le piaceva essere corretta, sopratutto se erroneamente. Certamente non pensava avessero già fatto il test del dna, aveva soltanto richiamato la possibilità, esprimendosi male, forse. ‹ Non intendevo subito. › rimbeccò in uno sbuffo, non volendo passare per stupida davanti al suo altro compagno o al detective stesso. Dalle seguenti parole del corvino, Sumire capì che tipo di persona fosse quel certo Kimura, gli piacevano le sfide ed era probabilmente serio all'affermare che sarebbe rimasto deluso se i criminali si fossero fatti beccare per colpa del tanto, quel genere di persona ossessionata dal proprio lavoro, tipo quelli delle serie televisive.
    Il detective menzionò i negaquirk, e delle sette di cui Sumire non conosceva affatto. ‹ Non credo che i negaquirk vogliano farsi uccidere, però? Se avessi anche io un’unicità che mi impedisce di vivere normalmente la mia vita, vorrei liberarmene, ma non ricorrendo ad un gesto così estremo. › affermò, ricordandosi di aver di recente letto su quel certo Matsumoto.
    L’idea più bizzarra fu sicuramente tirata fuori da Shoya, che aveva ipotizzato che il Sagrestano andasse in giro a cercare di convincere bambini a togliersi la vita per liberarli dalla propria unicità. Inarcò un sopracciglio, la giovane, un po’ incredula che a qualcuno potesse saltare per la mente una tale assurdità. Stava per parlare e demolire la sua teoria come poco prima si era divertita a fare con Amachi, ma il detective la precedette, solo che a lui la teoria del suo compagno di classe sembrava piacergli, per qualche motivo. Improvvisamente Sumire si sentì la persona più sana di mente in quella stanza. ‹ Come ci sei arrivato al terzo anno, tu? › chiese con piccante ironia a Shoya, piazzandosi accanto a lui, mentre Kimura era occupato nelle sue spiegazioni.
    ‹ Che non sia giapponese, se ora non agisce da solo, potrebbe non essere importante. Potrebbe essere andato prima al tempio dalla bambina, mentre il suo gruppo era già qui a teatro. › riflettè ad alta voce.
    Poco dopo il detective le consigliò di andare a cercare la sua amica se non se la sentiva di stare in quella brutta situazione. La stava cacciando? Oppure era davvero solo un suggerimento? E perchè proprio lei, poi? ‹ Non può andarci Shoya-san? › assieme alle sue assurde teorie. Il detective pensava lei fosse meno competente del ragazzo? Eppure, tra la ragazza che vomitava e Shoya con le sue ipotesi bizzarre, lei era ovviamente la migliore, o almeno quella che stava prendendo sul serio la questione. Perchè mandarla via, quindi?
    E mentre tutte queste domande attraversavano la sua mente, il suo sguardo s’incupiva, accigliata e decisamente infastidita da tale richiesta. Fortunatamente non ci fu alcun bisogno di andare alla ricerca della lemure, ella si presentò poco dopo da sola, con annesse informazioni.


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    Shoya in piedi davanti al palco muoveva la testa a destra e sinistra seguendo il detective quando parlava e viceversa Sumire quando rispondeva. Il dibattito si era accentrato praticamente tra loro due, mostravano entrambi le proprie tesi e testardamente sembravano non voler sentire ragioni.
    Kimura aveva dalla sua parte il titolo, già lui era un detective della polizia, bravo? Chi può dirlo; sicuramente se fosse stato famoso ne avrebbero già sentito parlare tutti, invece fin dall’inizio della giornata nessuno sembrava acclamarlo o dare per scontato chi fosse. Shoya dedusse che doveva essere un semplice investigatore con qualche anno di esperienza sulle spalle, inoltre continuava a parlare di vecchi aneddoti e storie sconosciute, proprio come un vero appassionato di serie televisive sugli omicidi.
    Adesso perché hanno assegnato lui a questo caso e soprattutto perché l’hanno assegnato a noi, così può divertirsi a umiliarci con la sua saccenza… probabilmente non gli permettono di lavorare con altri della polizia perché lì annoierebbe a morte con queste storie di vecchi omicidi…
    Shoya pensava di aver capito le intenzioni del detective, ma non poteva dire lo stesso di Sumire. La ragazza era giovane, al primo anno dello Yuuei eppure rispondeva a tono non mostrando un briciolo di rispetto per il polizziotto in quanto persona adulta.
    Certo che lo Yuuei deve essere proprio cambiato rispetto a quando ho iniziato io… se avessi provato solo a rispondere o sbuffare ad un professore mi sarebbe toccato una sonora lezione…
    Pensò tra sé e sé mentre guardava con forte disappunto la sua compagna cercando di dissociarsi da quel comportamento scuotendo la testa come a dire: “No, No, non si fa così”.
    Il detective fu divertito e ironizzò sulla teoria esternata da Shoya, il quale stette a sentire parola per parole, mentre decise di ignorare la battuta di Sumire sul fatto che lui fosse al terzo anno. Incorciò lo sguardo della ragazza dai capelli argento e le mostrò un finto sorriso.
    Confermo… non c’è più rispetto nelle nuove generazioni…
    Decise quindi di fare due passi un po' più a lato per distanziarsi da Sumire e anche dal detective e rispose osservando l’uomo dritto negli occhi.
    Non mi spiego nemmeno io del Seppuku. Però lei ha citato gli omicidi di massa, tra le vittime c’erano anche bambini? Allora si potrebbe spiegare come sia possibile che una persona convinca molta altre persone a commettere suicidio…
    Il tono era tranquillo e pacato mostrando comunque rispetto verso il detective e cercando di contenere il più possibile il disappunto relativo alla situazione che si stava creando tra loro tre.
    Kimura comunque sembrava aver capito le intenzioni della giovane studentessa e prima che potesse continuare a ribattere in maniera sgarbata le suggerì di andare a controllare come stesse Amachi. La giovane dai capelli argentati non sembrò cogliere il suggerimento, anzi ancora una volta rispose a tono indicando che forse ci sarebbe dovuto andare Shoya.
    Quest’ultimo tornò a guardare la sua compagna di avventura con occhi infuocati e finse ancora un largo sorriso.
    Attenzione cucciola, ti stai facendo un nemico potente
    Pensò tra sé mentre già immaginava un bello scontro di allenamento all’interno della palestra dello Yuuei, lì si che avrebbe fatto due chiacchiere volentieri con Sumire.
    Shoya comunque non si lasciò irritare, anzi stava per rispondere che sarebbe andato lui a vedere come stava Amachi, quando ella stessa apparve di fretta e furia e con dei fazzoletti sul naso.
    Il giovane sorrise contento di vederla sana e salva, dopotutto inizialmente si era sinceramente preoccupato per il suo stato di salute, cosa che gli altri non avevano fatto o almeno non avevano dato idea di farlo.
    Amchi portò con sé delle interessanti novità a cui probabilmente sarebbero seguite delle altrettanto interessanti risposte da parte del Detective.
    Nel frattempo Shoya allungò lo sguardo verso i bagni per cercare di scorgere questo signore occhialuto misterioso.


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    Yanagi. - rispose l'uomo alla ragazza, con un sorriso, alla sua presentazione - Non preoccuparti, a Kimura non piace lavorare con nessuno in ogni caso. - aggiunse quindi indirizzandosi verso l'uscita - No, sono semplicemente scappato al bagno appena arrivato. - ammise voltandosi verso la giovane con aria colpevole, massaggiandosi il retro della nuca con la mano destra - E credo proprio che andrò a casa... Non sono portato per queste cose. Non riesco a sopportare l'odore di morte. Buona giornata, Amachi. - concluse quindi dirigendosi fuori dal bagno. Alla sua uscita Amachi non avrebbe più trovato nessuno.



    Nel frattempo i tre sul palco stavano continuando la loro piccola sessione di brainstorming, anche se il tempo a loro disposizione era praticamente finito. Aveva resistito più del solito ma la giovane Sumire, tra l'altro, aveva iniziato a comportarsi effettivamente da Sumire.
    Da un lato sono sicuro che lei abbia ragione. - prese parola Kimura, guardando la ragazza - Dall'altro... Sono sicuro che dipenda. - aggiunse, e si stava ovviamente riferendo alle sue parole riguardo ai negaquirk e le persone colpite da questa piaga - Ognuno di noi ha una soglia di sopportazione diversa, e le unicità sono potenzialmente infinite. Le persone hanno cercato di legalizzare il suicidio per anni... Non la vedo come un'ipotesi così improbabile. - aggiunse, posando poi lo sguardo sulla carne bruciata della vittima - Improbabile per dei bambini? Forse, questo sì. - concluse riprendendo una nota di serietà rispetto alla strampalata proposta del ragazzo della UA di poco prima. Non che non la ritenesse più valida, anzi, solo che solitamente erano persone un po' più avanzate con l'età ad avere una coscienza simile riguardo al mondo. Ciò non escludeva in alcun modo che potessero essere stati circuiti in modo analogo. D'altro canto molto spesso era facile ammaliare i bambini con delle caramelle o fantasiose promesse.
    Successivamente, l'uomo schioccò le dita della mano sinistra e le puntò nuovamente in direzione della ragazza dai capelli bianchi. Questa volta la sua osservazione era stata intelligente e puntuale.
    Interessante. - disse, riferendosi ovviamente all'ipotesi che i due omicidi potessero essere stati commessi in concomitanza da due gruppi diversi - Di certo Homura non è l'unica persona a Tokyo con un'unicità simile, la sua presenza potrebbe persino essere stata superflua. - aggiunse - A conti fatti anche i poveri bambini ritrovati all'Orfanotrofio erano stati trovati carbonizzati, ed era certamente per mano di Bolek e non del Sagrestano. - specificò. Colto in flagrante, quella era una delle poche cose che erano certe riguardo a quanto accaduto tre o quattro anni prima.
    Sì, certo. - rispose quindi alla domanda di Shoya - Spinti dai genitori... Beh. - fece un paio di secondi di pausa, guardando prima la vittima e poi i due - Escluderei che si tratti dei figli degli omicidi, ma se non dovessero arrivare delle denunce di sparizione in brevi termini non sarebbe una pista così scorretta da seguire. - aggiunse scrollando le spalle. Nel mentre, la studentessa lemure si era ricongiunta al gruppo tornando dalla sua visitina al bagno, portando forse strambe notizie.
    Mh? Chi? - bofonchiò semplicemente guardandola. A quelle parole, nel caso in cui la ragazza avesse rivelato il nome precedentemente appresso, ne sarebbero seguite altre: Oh, certo, Yanagi. Quel buono a nulla. - avrebbe aggiunto con uno strano sorriso sulle labbra ma confermando più o meno tacitamente che lavorasse con lui o perlomeno che si trattasse di un collega... Forse.
    Bene, il tempo dei giochi è finito, anche perché vedo delle certe faide tra liceali che potete anche risolvere fuori da qui. - aggiunse quindi, battendo le mani per attirare la loro attenzione - Spero che abbiate imparato che su una scena del crimine ci si mettono i guanti e di tapparvi il naso se siete sensibili, ora vi accompagno fuori. - aggiunse quindi dirigendosi verso le scale - Oh, ovviamente grazie per l'aiuto. Spero sia già tutto registrato e di non dover firmare nulla. - fece un paio di secondi di pausa, salendo gli scalini - Se non vi danno i crediti extra chiamate la polizia e chiedete di Kimura. - concluse quindi, scortandoli verso l'uscita e salutandoli con un inchino. A conti fatti quell'uscita si era conclusa in un nulla di fatto, ma è pur vero che i crimini non si risolvono, purtroppo, in un giorno. E forse, in fondo, quell'attività era comunque servita a qualcosa, che si trattasse di imparare come comportarsi su una scena del crimine, che il lavoro degli eroi non si risolvesse nel picchiare i cattivi o che certi poliziotti sono degli stronzi patentati. No, aspetta.
    Oh, e se avete altre deduzioni chiamate sempre la polizia! - gli urlò dietro a gran voce dato che si era dimenticato di dirglielo prima di congedarsi, per poi tornare nel Teatro.












    Yanagi. - borbottò tra sé e sé camminando da solo nel lungo corridoio che portava alla sala, i lievi tacchi delle sue scarpe rimbombavano nella vuotezza della costruzione - Vorrei proprio sapere che ci faceva un uomo dei servizi segreti qui. - aggiunse grattandosi il mento. Non si diresse nuovamente in sala, scendendo le scale, ma sul soppalco dove aveva iniziato l'attività con i ragazzi della UA e dove avevano posto le domande alla dipendente del Teatro, in quel modo poteva avere una vista migliore su quell'orribile spettacolo che il Sagrestano o chi per lui aveva preparato.
    Shoya Ishida, eh? - ridacchiò tra sé e sé, avvicinando il braccio destro al volto. Come un bambino che esce dal grembo, una farfalla dalle ali blu fece capolino dalla manica della camicia, posando le sue piccole zampette nere sulla pelle del Detective e lambendone la mano con la propria spiritromba - Sembra molto maturato rispetto al ragazzino che avevi descritto, Henry. - sussurrò, muovendo la mano in senso orario mentre la piccola creaturina alata vi si muoveva sopra agilmente. Onestamente non gli piaceva l'idea di essere sotto osservazione e in un'altra situazione, irriverente e irrispettoso delle regole com'era, l'avrebbe schiacciata nel palmo della propria mano senza rimorsi - ah, che carattere particolare per un poliziotto. Eppure sapeva il valore di quelle bestiole, e quanto ci mettevano a nascere. Pure, fragili, consce della propria innata mortalità. Forse, a breve, tutto il mondo sarebbe finalmente stato chiuso in un'enorme crisalide. Le persone sarebbero rinsavite, avrebbero sviluppato le loro fragili ali. Sollevandosi dalla sporca terra che li aveva generati, gli uomini si sarebbero forse elevati. Immersi nella luce, avrebbero imparato a lasciarsi il male alle spalle, abbandonando la loro arroganza e la presunzione di poter comprendere qualsiasi cosa. In un mondo trasformato, forse nessuno avrebbe più dovuto osservare uno spettacolo lugubre ed infimo come quello che ora il Detective Kimura stava osservando dal soppalco del Teatro Kabuki di Ginza. Ma non oggi.
    Oggi era il momento di cibarsi di quell'orrore e del terrore che generava. Il male degli uomini sprona i puri a cambiare le cose, e bisognava abbracciare quella brutalità, farla propria, nutrirsene. Solo la paura avrebbe cambiato l'uomo, come forse aveva cambiato la vita di qualche giovane qualche mese prima, in una serata in un magazzino di Tsukiji battezzato SALEM per l'occasione. Salem, una città di puri tramutatisi in bestie alla ricerca della purezza più assoluta. Nomen omen.
    Anche le splendide farfalle non si nutrono di soli fiori. Una visione forse sconosciuta in questi giorni, ma in natura non è raro osservare questi splendidi esseri nutrirsi degli scarti degli altri animali o a volte persino dei loro corpi in putrefazione. Il piccolo e agile lepidottero dalle ali blu prese il volo, sbattendo le sue fragili ali nell'aria pestilenziale della sala del teatro, e si posò sul povero e giovane corpo carbonizzato iniziando a lambirne avidamente le interiora. La bestia ha fame.

    benedict scott kimura | 34 y/o | CIVILIAN | POLICE | Code ©


    CITAZIONE
    Bene ragazzi,

    Siamo giunti alla fine! Potete scrivere il vostro turno conclusivo in cui tornate a casa, andate in palestra o a bere qualcosa al bar - insomma - ciò che volete. Se volete condividere un ultimo riassunto delle vostre impressioni sulla faccenda lo accetto volentieri.
    La correzione e chiusura arriverà in concomitanza all'altra AM per motivi gestionali, quindi dopo il vostro post conclusivo!
     
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    Narrato - Parlato - Pensato



    Lo sguardo della lemure si puntò su Shoya e Sumire, guardando prima uno e poi l’altra, fino a che non fu il detective a richiamare la sua attenzione. Si voltò in sua direzione e sollevò le sopracciglia per mostrare un’espressione interrogativa, mentre ancora mezza della sua faccetta era nascosta dietro il tovagliolino di carta per non far passare l’odoraccio del cadavere.
    A quanto pare il detective era incuriosito su chi potesse aver incontrato la mutant e lei, senza esitazione, rispose da dietro il fazzoletto di carta:

    «Signor Yanagi, se non sbaglio.»

    Rispose semplicemente, per poi sentire il suo commento su quell’uomo. Rimase sorpresa che quel tizio incontrato al bagno, fosse così… “Ben visto” dal detective.. Ovviamente è puro sarcasmo.
    Amachi sfarfallò le ciglia, per poi fissarlo dubbiosa e scostare dopo poco gli occhi sulle scale che conducevano verso l’esterno della sala dove era stato consumato un delitto così atroce.
    Il corpo carbonizzato era ancora sulla scena del crimine, ma lei sembrava non essere più attratta da quello scenario, anzi, non lo era mai stava dato che l’aveva fatta stare così male.
    Un battito di mani e il detective dichiarò concluso il giro di indagini per i giovani studenti della UA. Nella testa di lei giravano diversi pensieri, tra cui uno che le stava ora balenando in testa, tant’è che sollevò per un momento le orecchie con fare incuriosito “Uh? Faide tra liceali?” e d’istinto andò a guardare verso il ragazzo e la ragazza “Forse si sono bisticciati mentre io ero al bagno?” La coda si muoveva bassa, ondeggiando appena la punta a destra e sinistra.
    Si avviarono verso l’uscita del teatro ed Amachi non disse nulla, solo quando erano arrivati all’uscita si limitò a levare il tovagliolino dalla faccia e lo mise in tasca, per poi inchinarsi appena in segno di saluto e dire con tono cortese, anche se timido:

    «La ringrazio per questa intensa lezione di indagini sulla scena del crimine e mi scusi ancora per il mio stato di salute. Non volevo rendermi ridicola e neanche l’istituto stesso. Se mi verranno in mente altre informazioni o simili per aiutarvi con il caso, chiamerò alla polizia chiedendo di lei. La ringrazio. Arrivederci.» poi si sollevò in eretta postura e guardò verso il ragazzo e la ragazza «Ci vediamo..Ciao.»

    E sollevò appena la mano destra in segno di saluto. Si mise di nuovo per bene lo zainetto in spalla, mentre cercò di dileguarsi dalla compagnia di studenti e del detective. Il teatro le aveva messo i brividi e nausea addosso, tant’è che l’idea di allontanarsi da quel posto le stava davvero dando un momento di sollievo. Sospirò profondamente e l’odore di smog (?) le dava un senso di serenità al momento:

    «Non ne potevo più di quel nauseante odore. Maledizione, la prossima volta i tappi per le narici, ecco cosa devo portarmi. Poveretto però…Che brutta fine!»

    Bofonchiò fra se e se, mentre cercava di incamminarsi verso la fermata dell’autobus. Durante il tragitto si infilò le mani nelle tasche del copri abito e le teneva così al caldo. Sotto quella copertura aveva la divisa della scuola che si intravedeva oltre al colletto e la gonnellina a pieghe che sbucava da sotto la giacca. Gli occhi gialli e neri andarono a fissare avanti a se, mentre la fermata del bus era ormai a pochi metri da lei. Sospirò profondamente e disse ancora una volta nella sua testolina “Adesso ho voglia di un bel thè caldo. Così mi rileggerò gli appunti e vediamo se trovo qualche ragionamento utile da poter comunicare al detective.” Come al solito non aveva altro a cui pensare, non aveva neppure pensato ai suoi compagni e non le era neanche entrata nell’anti camera dle cervello di invitarli a bere un thè in un locale o mangiare qualcosa di caldo insieme… La vita da persona sola per lei ormai era un’abitudine, non le veniva neppure naturale fare certe proposte o uscite in amicizia.. Sono gli altri che organizzano e lei in caso ci va, se ne ha voglia o non si vergogna. Così aspettò il bus e quando lo prese andò fino a casa per potersi rilassare e studiare un po’.

    AmDv8iE
    LIVELLO 2


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    Grazie mille per l'AM investigativo, mi è piaciuto molto!! :heart:
     
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    Sumire notò in quel momento il fazzoletto che la lemure usava per coprirsi il naso, per cercare di alleviare l’odore di bruciato, a cui lei stessa aveva ormai smesso di far caso. Cercò di ignorare la cosa, provando un certo imbarazzo per Amachi e per il fatto che stesse mettendo in ridicolo la sua scuola. Chissà che cosa pensa il detective adesso... sarebbe stato molto meglio se avessero mandato solo me, sì.
    Dopo aver confermato che quel certo Yanagi lavorasse assieme a lui, il detective congedò i ragazzi e quando nominò le “faide liceali”, notando la tensione tra il ragazzo corvino e Sumire, quest’ultima guardò il liceale in questione, ricambiando quel sorriso plastico che aveva rivolto a lei pochi istanti prima. In realtà non aveva nulla contro Shoya, era stato Kimura stesso a metterla contro di lui in modo implicito, dove probabilmente aveva senso solo nella testa di Sumire.
    Mentre camminavano verso l’uscita dal teatro, anche lei rimase in totale silenzio. Che cosa avevano concluso da quell'esperienza? Sumire certo non sperava di riuscire a risolvere il caso nel giro d’un giorno, sopratutto quando si possedevano così poche informazioni, eppure non riusciva a togliere dalla sua mente il pensiero che il loro intervento fosse stato inutile. Certo, avevano formulato ipotesi che avrebbero potuto o meno essere certe, ma nulla che la polizia stessa non avrebbe potuto dedurre da sola, il loro non era stato un grande contributo dopotutto. In realtà quell'esperienza era servita molto più a loro come studenti, che ai poliziotti per le indagini, chissà per tutto quel tempo il detective stesso li aveva considerati una scocciatura, il che la lasciava con un amara sensazione di frustrazione, non che le stesse particolarmente a cuore quel caso –per quanto vedere il corpo carbonizzato di un bambino l’avesse scossa–, ma più per il fatto di non aver combinato nulla di concreto. Beh, almeno aveva guadagnato un po’ di crediti, e la prossima volta che si sarebbe trovata davanti a un cadavere non si sarebbe sentita così male, niente sarebbe stato peggio dello spettacolo che quel giorno le aveva offerto il teatro di Ginza.
    Sotto lo sguardo sorpreso di Sumire, la lemure ebbe la decenza di scusarsi per il suo comportamento, l’albina aveva un’immagine molto più ottusa di lei. ‹ La ringrazio per questa esperienza, arrivederci. › disse la giovane studentessa, molto più concisa dell’altra.
    ‹ Non ti arrovellare troppo a cercare indizi da suggerire alla polizia, sarebbe inutile e non credo ne abbiano bisogno. Ci vediamo. › suggerì ad Amachi dopo che il detective fosse rientrato nel teatro, avendola notata quella più coinvolta “emozionalmente”, come se ci tenesse davvero per qualche ragione a cui Sumire non riusciva ad arrivare. La polizia sarebbe andata avanti nelle indagini, nel giro di qualche settimana avrebbero probabilmente trovato nuovi indizi, loro ora erano fuori.
    I suoi occhi cerulei andarono poi a finire sul corvino. ‹ Mi piacerebbe stare a sentire ancora le tue strampalate teorie, sei divertente, ma forse ho di meglio da fare. Ci vediamo Shoya-san~ › lo salutò con un sorriso divertito dipinto sul viso.
    S’incamminò verso casa e un profondo respiro la portò alla sua realtà dove non c’era odore di cadaveri carbonizzati, ma delle pagine dei libri da studiare, dove non aveva casi da risolvere se non quelli sugli esercizi di matematica. Mancavano ancora un po’ di anni prima che cadaveri e omicidi diventassero un suo problema, e parte della sua vita.

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    Edit: stavo per dimenticare, mi sono divertita molto anche io, thx per l'AM :<3:


    Edited by Lostien - 8/3/2020, 20:40
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    Kimura si trovava in mezzo a due fuochi e abilmente si destreggiava nel dare risposte veloci e politicamente corrette sia alla studentessa che allo studente. Alla fine nessuno dei due giovani sembrava aver raggiunto la soluzione dell’enigma; Sumire aveva mostrato la sua vera indole da “so tutto io” irrispettosa delle autorità, Shoya invece aveva mostrato un po' più di creatività che il detective stesso sembrava aver apprezzato.
    Il dibattito si fermò con il ritorno di Amachi, il nuovo argomento portato da lei al centro dell’attenzione aveva fatto capire al detective che era ora di concludere quell’esperienza. Kimura si prestò a battere le mani per rompere il silenzio e sancire definitivamente la fine della giornata.
    Shoya rimase fermo con il busto e le gambe mentre portò entrambe le braccia in alto per stiracchiarsi i muscoli.
    Wow è davvero finita, non ci posso credere, che giornata
    Poi il detective fece un breve ricapitolo delle lezioni imparate e fece un breve riferimento ad una faida tra liceali. Quelle parole fecero ri accendere l’ardore del giovane studente dai capelli neri, il quale si ritrovò a fissare nuovamente Sumire negli occhi. Quest’ultima aveva deciso di rivolgergli lo stesso sorriso finto che poco prima aveva fatto Shoya stesso.
    Che sfacciata
    Questa volta non sorrise, ma mantenne lo sguardo con serietà.
    Il gruppo allora si mosse, in testa alla fila c’era il detective che continuava a parlare ma ormai non veniva più ascoltato. Egli stava accompagnando gli studenti all’ingresso del teatro per poi congedarsi con quel suo modo di fare un po' freddo e un po' serio allo stesso modo.
    Amachi ringraziò, chiese scusa e scappò via senza indugiare oltre.
    Shoya la guardò correre via e non fece nemmeno in tempo ad alzare una mano per fare un cenno di saluto che già era sparita dalla vista.
    Che velocità… e dire che ci avrei scambiato due chiacchiere più che volentieri
    Sumire intervenne appena in tempo per lanciare un’ultima frecciatina sgarbata come ormai era suo stile. Ma fortunatamente Amachi non sentì, oppure sentì e non rispose mostrandosi una persona ben più matura della ragazza dai capelli argento.
    Shoya salutò il detective con un veloce inchino e due parole veloci di rispetto.
    La ringrazio per il tempo che ha dedicato a me e a noi studenti. Le sono riconoscente Kimura-san
    Si rimise dritto in piedi e si diresse fuori dal teatro dove a questo punto era rimasta sola Sumire, la quale fissò il giovane studente dai capelli neri e gli rivolse la parola alludendo alle sue strampalate teorie e al fatto che avesse di meglio da fare che sentirlo.
    Questa volta Shoya non potè trattenersi, si era sforzato di rimanere serio e rispettoso davanti al detective ma adesso erano soli e soprattutto al di fuori dell’ambito scolastico.
    Sumire stava già per allontanarsi, Shoya rispose con un tono di voce serio, ma con un volume non troppo elevato per evitare di attirare l’attenzione dei passanti.
    Che peccato, stavo per chiederti lezioni di buone maniere visto che sembri così esperta nonostante tu sia solo una recluta del primo anno
    Con questa frase sicuramente l’avrebbe colpita nell’orgoglio, poi prese fiato e aggiunse velocemente in modo che potesse sentire il suo invito.
    Ti aspetto in palestra per un allenamento uno di questi giorni, che dici? O preferisci continuare a far pratica sfogliando le difficilissime pagine dei tuoi libri?
    Sorrise e scoppiò poi in una risata.
    Il mio numero di telefono lo trovi allegato ai dati della missione!
    Finì tra un singhiozzo e l’altro mentre rideva. Intanto Sumire si era allontanata senza degnarsi di aspettare una risposta.
    Shoya si mise le mani dietro la testa e raddrizzò la schiena puntando lo sguardo verso il cielo.
    Questi nuovi studenti sono tutti così, tutto fumo e niente arrosto. Parlano, ma poi quando c’è da agire e mettersi alla prova si ritirano. Sono sicuro che non mi scriverà. Ah ma prima o poi ci incontreremo in qualche allenamento.
    Si avviò verso la scuola.

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    Grazie Den per la quest, molto interessante e soprattutto molto diversa da solito!
    Grazie anche a Lostien e Farnia per la splendida caratterizzazione dei loro PG, complimenti! ci incontriamo presto.
    Se vogliamo organizzare una role a seguito di questa sono disponibile
     
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    Salve a tutti ragazzi,

    Grazie per i complimenti - e complimenti a voi - spero davvero l'attività, per quanto volutamente inconcludente, vi sia piaciuta sul serio. L'idea era di mettere i vostri pg di fronte ad una situazione volutamente bizzarra ed irrisolvibile (per motivi veri che si scopriranno col tempo) per farvi saggiare un po' di sano spleen. Per questo motivo vi ringrazio nuovamente per avermi dato corda, veniamo a noi.
    Farnia: Ho apprezzato il personaggio e specialmente la furba intuizione dell'andare al bagno che mi ha permesso fortuitamente di presentare un "nuovo" PNG, quindi ti ringrazio. Nulla di particolare da dire, i post andavano bene!
    Lostien: Sono contento che Sumire sia stata Sumire alla fine, perché per il resto della role non è stata abbastanza Sumire. Ho apprezzato lo strano rispetto nei confronti di Kimura, all'inizio, dato che ad esempio con Okada non ne aveva dimostrato.
    Saxo: Tutto bene anche qui, ho apprezzato il suo cercare di imporsi in vari punti, anche perché per quanto provvisoria ha la Licenza, e alla fine anche qui Shoya ha fatto lo Shoya, quindi nulla da segnalare!

    Amachi Jabar: +50 exp, +800 yen
    Sumire Murakami: +50 exp, +800 yen
    Shoya Ishida: +50 exp, +800 yen

    Grazie nuovamente per la partecipazione. Passo e chiudo! :**:
     
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36 replies since 8/12/2019, 12:30   1016 views
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