We already know the smell of the game

Akemi era il suo unico punto fermo in una vita ricca di abbandoni e sacrifici. Poter contare sull’amica era diventato di vitale importanza, quasi come l’aria che respirava. Aveva superato momenti difficili ed erano sempre state insieme. La scomparsa di Ryu-kun non era stata solo un duro colpo per la famiglia Tanaka, ma anche per Emi-chan di cui ne era segretamente innamorata. La ragazza dalla chioma turchese ne era sempre stata consapevole, eppure il continuo tergiversare e l’attesa del momento giusto aveva tolto la possibilità di vivere quelle emozioni. Forse era il comune rimpianto ad averle unite ancora di più. Un pensiero triste ma non troppo lontano dalla realtà.

Gioie e dolori che avevano cementato quel rapporto nato molto tempo prima. Le s’illuminavano gli occhi quando spendeva parole per i suoi cari. E non poté non annuire alla saggezza della madre di Ushiyama. - Già! - Ciò non significava che si sarebbe preclusa altre amicizie. Anzi nonostante il suo carattere estremamente introverso combatteva ogni giorno contro se stessa per aprirsi con gli altri. Pochi però erano davvero degni della sua fiducia e di conoscere le sue fragilità.

Nonostante fosse passato un bel po' di tempo dalla Manifestazione Anti-Mutant continuava a pensare che fosse il suo primo e grande fallimento come eroina. Subito dopo la sua ammissione in Accademia aveva deciso di prendere parte all’evento come sorvegliante un po' per mettersi alla prova ed un po' contagiata dall’entusiasmo di Robert. L’uomo-lupo le era sembrato fin troppo turbato dall’iniziativa sui social ed aveva deciso di seguirlo. Era stato il primo studente che aveva conosciuto alla Yuuei Academy. - Oh si… non è giusto scaricare tutte le colpe sugli altri. Avevo poca esperienza e non ero affatto preparata per gestire una situazione del genere. - Molti erano stati gli articoli scritti a riguardo e lei stessa era stata intervistata dai reporters locali. Il clamore che aveva avuto l’attacco al penitenziario di Tokyo risuonava ancora tra le strade della città. Una grande sconfitta. - S…Sistema? - Non capiva. Hamuko-san sembrava aver le idee piuttosto chiare e si era dimostrata già molto critica su dinamiche che lei stessa non condivideva. Inarcò un sopracciglio un po' perplessa. Le labbra s’incurvarono per manifestare un’espressione dubbiosa. - Penso che la manifestazione sia stata troppo fomentata dai social. Ho visto cittadini di Tokyo rivoltarsi gli uni contro gli altri, creando fazioni che in una comunità unita non dovrebbero esserci! Abbiamo perso di vista il vero nemico. - Le testate giornalistiche più irriverenti avevano ipotizzato un complotto, uno stratagemma architettato da terzi per organizzare la fuga di alcuni prigionieri dal penitenziario. A riguardo non sapeva cosa pensare. A distanza di tempo ancora non riusciva a scindere gli Eroi dai Villains di quella oscura giornata.

Chinò leggermente il capo e soffermò con maggior attenzione le iridi smeraldine sul viso rattristato di Ushiyama. Era evidente che qualcosa la turbava. Sembrava che la studentessa volesse concludere presto gli studi all’Accademia per eroi. Parlava di tempo perduto, probabilmente qualcosa aveva segnato nel profondo anche la fanciulla. Accolse le sue parole con un mite sorriso. - Non è mai troppo tardi e sono certa che diventerai un’ottima Pro-Hero! - Aveva sempre una parola buona per tutti. Decise di non scavare troppo nella tristezza di Hamuko-san, anche perché si erano appena conosciute e non voleva crearle ulteriore imbarazzo.

Il viso in parte perplesso si sciolse in un sorriso quando Hamuko-san chiarì la sua posizione. Non poteva darle torto, ma nemmeno abbracciare interamente quel pensiero. Trovava rivoluzionaria l’idea di dividere gli studenti in squadre invece di stilare una classifica individuale. Sicuramente avrebbe scoraggiato atteggiamenti a suo giudizio scorretti per un Eroe in Accademia, oltre che a promuovere la collaborazione e l’importanza del Team. - Sarebbe fantastico! Almeno non mi ritroverei sempre in fondo alla classifica nelle esercitazioni pratiche. - Decise di alleggerire quel discorso con un sorriso ed ironizzando sulla sua scarsa attitudine agli allenamenti. - Però devo spezzare una lancia a favore del metodo d’insegnamento. Come dice Minamoto-sensei: È compito dei docenti quello d’insegnarci le basi dell’eroismo, ma stà agli studenti trovare il modo per essere eroi! - Sollevò l’indice ed incupendo un po' la voce cristallina per emulare quello dell’albino recitò a memoria le parole del docente. Le lezioni del professore di Eroismo erano a tratti appassionanti ma continuava ad avere rendimenti altalenanti nella parte pratica. La Tanaka dunque trovava il vero responsabile nei media che idealizzavano storici eroi di Tokyo.

L’ottimismo ritornò sul viso della studentessa del secondo anno. Alla fine le chiavi del futuro era nelle loro mani, di nessun’altro. Le future generazioni d’Eroi avrebbero plasmato la società moderna e nel loro piccolo potevano contribuire a modificare almeno un po' quell’eccessiva idealizzazione dei giganti dell’eroismo. - Quindi molto presto ti vedrò in Infermeria come assistente di Miss. Plague? Saremo dunque colleghe? - Non le dispiaceva godere della compagnia di Ushiyama. Stimava ed adorava la docente di Soccorso ma non era una donna molto loquace. Era riuscita a creare un ottimo rapporto con il suo mentore, aiutandola nelle ore libere con le mansioni in Infermeria. Ciò non la risparmiava dalle interminabili ore di studio su polverosi libri di medicina. - Visto che sei già proiettata verso il futuro, hai in mente anche l’agenzia d’Eroi per il Tirocinio finale? - Hamuko-san non aveva nascosto il concludere rapidamente il suo percorso alla UA. Forse aveva già le idee molto chiare sulla sua carriera da Pro-Hero. Sollevò la mano per minimizzare l’accaduto. La ragazza aveva avuto un piccolo momento di cedimento, forse rievocando inavvertitamente momenti tristi. - Nyah… Tranquilla! -

E proprio alle spalle delle due studentesse stava per emergere la chioma scura ed il viso estasiato di Emi-chan. Era tornata per recuperare la sua amica, che secondo il suo modesto parere si stava perdendo opere d’arte d’inestimabile valore. - Rieccovi! Non immaginate cosa vi siete perse! - Si accomodò dall’altro lato della panca marmorea, con una gamba piegata sulla levigata superficie ed il busto ruotato verso le due studentesse. - La settimana prossima ci sarà l’esposizione delle giovane promesse. Pittori e scultori in erba di tutta Tokyo avranno un posto in galleria… non trovate sia fantastico? - Non tanto per la Tanaka. - Eh…Eh… Fantastico! - Sollevò entrambe le braccia in segno di resa. - Chi vuole un Taiyaki? Offro io! - Probabilmente Emi-chan si sentiva un po' in colpa per averla lasciata sola. - Ahw! Hamuko-san devi assolutamente assaggiarli! Di fronte al museo c’è un venditore di deliziosi Taiyaki. È una tappa fissa ogni qualvolta visitiamo il quartiere di Roppongi. - Sorrise. Di certo Ushiyama non poteva rifiutare, anche perché Akemi e Fuyuko l’avrebbero presa sotto braccio per accompagnarla fuori dalla struttura. - Vedrai! Non te ne pentirai. - Entrambe erano pronte a sfoggiare i loro occhietti da cerbiatte per convincere la studentessa.

Notò una lieve esitazione nel tono della ragazza. Forse non era completamente concorde con il suo punto di vista. Accolse quell’incertezza con un sorriso, non aveva nessun problema a confrontarsi con qualcuno che la pensava diversamente da lei. Ushiyama sembrava una ragazza determinata ed era certa che un giorno si sarebbero incontrate in qualche squadra di Eroi, non di quelli che si lasciavano fotografare o riprendere dai media locali. La studentessa del secondo anno aveva un’idea dell’eroismo abbastanza netto, forse a tratti un po' sulle righe. Insomma non sembrava molto convinta dell’istituzione scolastica e del metodo d’insegnamento. A tratti vestiva i panni di una ribelle, una ragazza senza timore di portare avanti le proprie idee e convinzioni. Dove la Tanaka avrebbe fatto un passo indietro per timore di essere giudicata, probabilmente Hamuko-san non si sarebbe fatta da parte. Ammirava quel lato della collega che era solo in parte emerso. Il coraggio di fare le proprie scelte e portare avanti idee diverse dagli altri. Probabilmente da quel giorno avrebbe fatto caso di più alle persone che affollavano i corridoi della UA e si sarebbe fermata a parlare volentieri con Ushiyama. Le sembrava una ragazza sincera, forse a tratti fin troppo, ed onesta.

L’entusiasmo sul viso della fanciulla si affievolì appena. Aveva frainteso le parole della ragazza convinta che raggiunto il secondo anno avesse intrapreso un percorso simile al suo. Non conosceva le capacità di Hamuko-san, ma Miss. Plague accettava anche studenti il cui Quirk non era collegato direttamente alla guarigione. Aveva però dovuto giurare d’impegnarsi il doppio, se non il triplo di quei studenti privilegiati. Ma per ora si trovava davvero bene sotto la guida della docente di Soccorso, anche perché le stava aprendo la mente verso opportunità che non aveva mai preso in considerazione. - Oh! Sono certa che non sono una rara eccezione. Come vedi siamo già in due! - Sollevò l’indice ed il medio della mano destra e strizzò l’occhio in direzione della collega per mandarle un occhiolino. Era ottimista a riguardo. Per quanto in Accademia ci fossero fin troppi studenti che puntavano sull’individualismo e la fama, era certa che il mondo del lavoro fuori dalle mura della UA era molto diverso. Non tutti erano destinati alla fama di All Might. Ciò non significava che l’eroismo si riducesse solo a quello.

L’idea di Emi-chan le fece illuminare gli occhi. Trovava deliziosi i Taiyaki del venditore di Roppongi. Dimenticava continuamente il suo nome, anche se aveva imparato a riconoscere il viso sorridente, i folti baffi sotto al naso e il cappellino a forma di orata. - Oh si… potremo andare a pranzo lì. Se per te va bene. - Di certo un Taiyaki, per quanto potesse essere gustoso, non riempiva lo stomaco. - Si trova nelle vicinanze? - Nel caso l’ingresso della metropolitana si trovava non molto lontano dal museo. E bastava verificare gli orari sul cellulare dei pullman nel caso il locale fosse nei pressi del quartiere. - Ovviamente se non devi tornare a casa. - Abbozzò un sorriso. In realtà sperava di poter trascorrere ancora del tempo con Ushiyama. Di certo Akemi e Fuyuko avrebbero pranzato in ogni caso in qualche ristorante o locale della zona. - Come si chiama? - La ragazza dalla chioma corvina era già pronta a sfoderare lo smartphone per controllare le recensioni di gradimento sul locale proposto da Hamuko-san.

Le due ragazze condussero la studentessa della UA fuori dal museo. Proprio di fronte alla struttura dall’altro lato della strada c’era un piccolo chioschetto con una vistosa insegna. Sul marciapiede era stato affisso un elenco delle innumerevoli farciture dei Taiyaki ed i relativi prezzi. Bastavano davvero pochi yen per assaporare quella delizia. - Ohayo gozaimasu! - Al bancone c’era la figlia del proprietario del chiosco. - Tre Taiyaki da mangiare! Uno semplice ma ricoperto di miele. Voi? - La Tanaka non aveva dubbi su quale prendere. - Per me ripieno con cioccolata bianca. - Entrambi i visi delle ragazze si spostarono su Ushiyama.

Il viso della fanciulla dalla chioma turchese s’illuminò quando Hamuko-san decise di aggregarsi per il pranzo. La giornata con Emi-chan non era ancora finita e di certo aggiungere un posto al tavolo non le dispiaceva affatto. Anche la sua miglior amica sembrava altrettanto contenta, per nulla gelosa dei rapporti che la Tanaka riusciva ad istaurare. Anzi per lei era un piccolo traguardo, visto che quando frequentavano la stessa classe nei precedenti percorsi di studi la ragazza era talmente timida da voler parlare solo con lei. Un bel passo in avanti e Akemi non poteva che essere contenta, soprattutto delle persone che riusciva a circondarsi alla Yuuei Academy. Almeno l’avrebbero protetta ora che non poteva più vegliare su di lei ventiquattro ore su ventiquattro. - Ottimo! - C’era qualcosa in Ushiyama che le infondeva fiducia. In altri contesti si sarebbe chiusa a riccio, ma forse le similitudini che avevano scoperto nelle loro vite le avevano avvicinate più di questo si aspettasse.

- Kagejinkan? - L’amica di Tanaka sembrava molto più informata ed attenta alla movida di Tokyo. Frequentava spesso il centro o i quartieri con i locali più popolari. Ma di quel locale non ne aveva ancora sentito parlare. - Non lo conosco. - Sfoderò il suo smartphone per cercare il locale sulle migliori app e consultare le recensioni. - Oh tranquilla! Ci vedi per caso ragazze sofisticate o viziate? - Intervenne la studentessa del secondo anno con un sorriso. Ovviamente era ironica. Né lei e né Akemi potevano permettersi di entrare in certi negozi di lusso o locali esclusivi del quartiere di Ginza. Anche se un anno con un concorso su internet la Tanaka era riuscita ad ottenere un buono sconto in un negozio molto trendy, che aveva conservato per il compleanno di Akemi. Era stata l’unica volta che aveva messo piede in un negozio d’abbigliamento così glamour e costoso. - Già! Ci va bene tutto! - Intervenne proprio l’amica di Fuyuko per rassicurare la studentessa della UA. - E poi dalle recensioni che leggo sembra un buon posto dove pranzare! - Aveva letto solo alcuni commenti, ma le bastava per appoggiare la proposta di Ushiyama.

Come pattuito fu Akemi a pagare i Taiyaki. I deliziosi dolci a forma di pesce erano una delle prelibatezze del quartiere, in realtà uno street-food tipico della città. Era uno spuntino veloce ed agevole da mangiare anche di corsa, prima di rientrare a scuola o in ufficio. Bastava pagare qualche yen in più per rendere quella pietanza una bomba calorica. - Yaaahhh! Buonissimo! - La ragazza dalla chioma turchese diede subito un morso. Propose di accomodarsi su una panchina accanto al chiosco per gustare il Taiyaki. Si persero in chiacchiere, che continuarono poi in metropolitana. C’era tanto di cui parlare e sembrava essere nata una buona sintonia tra le ragazze. Nemmeno la delusione per la momentanea chiusura del Kagejinkan riuscì a smorzare l’entusiasmo della Tanaka. Fare tutto quel tragitto e poi scoprire che il locale era aperto solo nelle ore serali fece nascere un sorriso sul viso della Tanaka, fino a tramutarsi in una risata. Seguita a ruota da Emi-chan. Una dimenticanza di Hamuko-san che non aveva compromesso il buon umore che si respirava da diverse ore. Avrebbero trovato un altro locale nei paraggi, pranzato insieme e fatto qualche selfie. La giornata sarebbe volta poi a termine con una promessa: conoscere meglio Hamuko Ushiyama.