Teppanyaki? Or tea?

Shiisa, Hamuko

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    Gli eventi dello studio medico mi avevano lasciata leggermente disturbata. Non potevo smettere di pensare a come quel ragazzino fosse stato accompagnato alla morte dinanzi ai nostri occhi - in quella che era a tutti gli effetti una distruzione del concetto di fiducia. Quel quack-doctor poteva continuare a giustificarsi finchè voleva, per me non ce la stava raccontando tutta. Avevo un cellulare nuovo e con l'aiuto di Zero ero riuscita a renderlo - beh, non proprio lei, ma aveva fatto in modo che - molto più discreto sulla rete. Ora non c'era il rischio che tutto il mondo tracciasse tutto quello che facevo. E capiamoci, avevo bisogno di un cellulare, kekekeek! Gli ebook non si scaricano da soli.

    Avevo deciso comunque di mettere insieme quel poco che rimaneva di integro della mia persona - kekeek! - e mettermi un pochino in tiro per andare a mangiare fuori. Mi sarebbe piaciuto invitare qualcuno, ma le mie amicizie non erano per nulla quelle che puoi invitare fuori a cena. Chi potevo invitare a mangiare qualcosa con me? Il tipo che aveva riso l'altra volta - avevo ancora fame, forse dovevo davvero invitarlo a cena.

    Con tutta possibilità, poi, avrei dovuto fare enormi sforzi per non trasformare quella cena nel banchetto di Macbeth. Quello in cui vede il fantasma di Banquo! Kekekek Banquo, banquet, kekekek.

    « Ho prenotato un posto a nome Kamikawa. Kekek! »

    Dissi con voce squillante varcando la soglia del ristorante Teppanyaki che avevo trovato con il mio nuovissimo cellulare. Avevo fatto una rapida ricerca, e avendo voglia di qualche crostaceo alla piastra... mi sembrava la scelta migliore per non consumare il mio pasto completamente da sola. Avevo comprato un vestitino blu scuro con una decorazione bianca in simil-tartan. Abbinato a delle calze scure e con un fermaglio a forma di farfalla tra i miei capelli... si, mi ero impegnata per mettermi in tiro, sì.

    Il locale era kekek ben arredato e neanche troppo chic da farmi pentire delle mie scelte. Come ogni teppayaki che si rispettasse era organizzato con delle tavolate dove più persone potevano sedere una di fianco all'altra, ed un cuoco al centro che avrebbe potuto cucinare per tutti. Come?! Non ci ero mai stata, ma era proprio quello che cercavo!

    Il cameriere mi fece strada sino al mio posto, che era al momento completamente vuoto. Mi sedetti ordinatamente alla sedia che mi era stata indicata, guardandomi intorno un pochino a disagio - forse sì, era leggermente più di classe di quello che avevo preventivato. Ma si vive una volta sola, no? Uno dei due cuochi che stavano aspettando i clienti mi rivolse un sorriso gentile, oltre che un piccolo cenno del capo cortese per darmi il benvenuto.

    --- come dovevo comportarmi?
    Kekekekek.


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    Quella era davvero l'ultima volta che dava retta ad una delle sue amiche per un'uscita fuori. Il tutto partì un paio di giorni fà a scuola dove fra una lezione all'altra, venne invitata ad un'uscita fuori con delle ragazze che conosceva alla meno-peggio; saranno state disperate, chissà. L'idea era carina e la motivò un sacco, aveva dei dubbi ed era scettica al riguardo della loro scelta ma chissà, forse si sarebbero divertite e non avrebbe mai detto di no a provare un locale nuovo. Vero, era un po' più di lusso rispetto ai posti che visitava, però era l'occasione migliore per fare un strappo alla regola, no? Non aveva moltissimi abiti eleganti, ma si sarebbe inventata qualcosa, sua madre era un asso nel improvvisare.
    Fu così che arrivò il fatidico giorno e sorprendentemente ben quattro ragazze dovettero rinunciare proprio quella mattina, lasciandole in due. Una persona qualunque avrebbe rimandato ma per qualche strano motivo decise di mandare avanti l'incontro. Non voleva che l'altra si sentisse sola e magari si sarebbero divertite comunque, dunque all'ora esatta si sarebbero trovate nel locale! La sera di fronte al Teppanyaki dove si diceva più gente mangiava allo stesso tempo, un'idea carina e nuova che lei non aveva mai provato.
    Il suo ottimismo presto svanì, aspettò l'altra per un po' di fronte al locale prima di andare dentro, siccome aveva fame e magari l'altra era già lì. Il suo umore era pessimo ma cercava di guardare il lato positivo, ovvero le prelibatezze che l'insegna al di fuori del locale mostrava - una magra consolazione. Non si era vestita troppo elegantemente ma diciamo che non dava troppo all'occhio in quel posto, era presentabile e con una borsetta a fianco si avviò verso il posto che le avevano assegnato, ovvero di fronte a dei cuochi che erano impegnati a fare il proprio lavoro. Al suo fianco c'era una figura femminile, decisamente una ragazza vestita di blu a cui poteva senza alcun problema abbinare l'aggettivo 'carina', con una bellissima chioma bianca che aveva un certo fascino insieme al vestitino. Meno male che negli ultimi mesi provava molto poco interesse di quel tipo verso le persone, altrimenti si sarebbe sentita molto imbarazzata. « Buonasera, » disse cortesemente con un sorriso, mettendosi a sedere e poggiando borsa e giacca sulla sedia, voltando in seguito lo sguardi ai cuochi. Che doveva fare? Si aspettava una mano dalle sue amiche ma ora che era da sola non aveva idea come funzionava quel tipo di ristorante! Alzò lo sguardo ed osservò in giro alla ricerca di un cameriere che si avviava verso di lei, non chiamandolo ma dandogli dei segnali indiretti che aveva bisogno di una mano, o due... oppure un'intero piatto, la fame si stava facendo decisamente sentire.
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    Va bene, Shiisa. Niente panico.
    Sei in grado di leggere senza piangere un intero libro di narrativa inglese. Sei in grado di formulare un pensiero critico-letterario in maniera ordinata e scrivere un tema a riguardo nei limti della decenza. Ordinare a un teppanyaki dovrebbe essere facile - e farlo senza mangiare gli altri ospiti ancora di più. A proposito di altri ospiti, una nuova persona era entrata nel mio campo visivo! Una ragazza, castana. Istintivamente, mi voltai verso di lei e la osservai per un paio di secondi, con gli occhi bene aperti per poterla mettere bene a fuoco - subito dopo le avrei offerto gentilmente uno dei miei sorrisi migliori, mettendo in mostra accidentalmente (o no) i miei canini un tantino più appuntiti della norma.

    « Buonasera, buonasera! Ke-kekek! »

    Ah, che bello!
    Magari avremmo scambiato qualche chiacchiera sul cibo, avremmo commentato come i cuochi facevano acrobazie davanti a noi, magari... magari... oh, sarebbe stato così bello, una conversazione casuale con un'estranea! Il fatto che fosse probabilmente della mia età o un pochetto più piccola mi rendeva molto più a mio agio. Come mi sarei dovuta comportare se avessi avuto un uomo di mezza età di fianco? Avrei dovuto come minimo pestargli un piede.

    Ad ogni modo, la mossa successiva era semplice - mi sarebbe bastato allungare la mano verso uno dei menù... si faceva così no? E iniziai timidamente a guardare la lista dei cibi disponibili. Il mio ditino continuava a scorrere mentre nella mia testolina iniziavo a fare i conti. Forse potevo permettermi di mangiare quello che volevo stasera, purtroppo non c'era nessun tipo di menù che si confacesse a un appetito da uccellino come il mio.

    Un uccello carnivoro.
    Grosso dodici metri di apertura alare.
    Una roba uscita fuori da un videogioco o un romanzo dell'orrore.

    « Prendo tre Tori Teriyaki, due Teppanyaki Tori Off, un Tori Katsu Don e uno senza cipolle, dodici Teppan Yaki Soba, tre Salmon Teriyaki Don...e poi tre Tori Yaki Don. Per ora, poi vediamo se voglio altro, kekekeek! »

    Feci un sorriso largo al cuoco, che in tutta risposta strbuzzò appena gli occhi, cercando di capire cosa avessi appena detto. Dopo qualche istante, riprese il proprio aplomb cercando di iniziare a mettere a cuocere davanti a noi sulla piastra i primi blocchi di cibo per stare dietro al mio gargantuesco ordine. Nell'attesa, mi voltai verso la ragazza che si era seduta davanti a me.

    « Kekek! Tu mi consigli qualcosa sul menù? »

    Dissi a quel punto, inclinando leggermente la testa, aprendo un sorriso simile al primo.


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    Sperava tanto che quella serata non l'avrebbe trascorsa da sola con dei perfetti sconosciuti, che la propria amica sarebbe apparsa lì di colpo dicendole che aveva trovato traffico o qualcosa del genere, ma la parte realistica del suo essere le diceva che era stata piantata in asso. Ok, forse non era proprio così ed avrà avuto un motivo valido, ma non voleva farla sentire troppo in colpa, non dopo la sfortuna che ha già avuto. Per quel esatto motivo si rassegnò e sospirò internamente, cercando di guardare l'unico lato positivo che poteva pensare, ovvero che avrebbe avuto un'ottima cena.
    Il suo tentativo di essere gentile, dunque, era stato fatto anche nella speranza di rafforzare quel pensiero, che non si sarebbe annoiata così tanto nel mangiare da sola in un locale come quello. Poi l'altra sembrava avere la sua stessa età, no? Chissà che non trovassero luogo comune nella loro solitudine - ok forse lì stava u po' esagerando, ma ci voleva sperare! Si stava sedendo dopo il suo saluto ma quando l'altra rispose Hamuko non poté che notare l'enorme sorriso a trentadue denti che sfoggiava una dentatura alquanto... notevole. "Quella era una risata? Non ho capito," pensò la studente bloccando con difficoltà un'espressione confusa, rimanendo all'apparenza tranquilla e pensando che l'altra avrà un po' di difficoltà nel approcciarsi con le persone. Non sarebbe stata la prima che lei incontra e non c'era niente di male, anche Fuyuko non era la tipa più solare eppure si era trovata benissimo con lei. Non volendo far calare il silenzio e rendere l'atmosfera più imbarazzante, dunque, continuò a parlare, magari con un'incentivo a parlare avrebbe scoperto che la sua era stata solamente una falsa prima impressione. « Dunque, sta aspettando qualcuno? » non c'era un motivo particolare dietro al tono rispettoso, diciamo un misto di abitudine e non voler dare del tu a qualcuno che non ha mai visto prima d'ora.
    Una volta sistemato le proprie cose e comoda, prese il menu ed iniziò a sfogliarlo, notando che lì c'erano scritte delle linee guida generali su cosa fare, come funzionava il locale e così via; bastava saper leggere, che notizia. I piatti sembravano squisiti e l'odore che proveniva dai cuochi di fronte a loro rendeva giustizia alle immagini, ma la sua ricerca venne interrotta quando udì la voce della ragazza accanto a sé che... diciamo la sconvolse. « S-Stai aspettando qualcuno? » chiese, cercando di trovare una motivazione valida a quell'ordine che avrebbe messo un lottatore professionale in imbarazzo. Non voleva nemmeno pensare al prezzo, ma quanto più se sarebbe stata capace di mangiare tutto quello! Magari aveva un quirk particolare? Anche in quel caso, doveva essere davvero qualcosa di poco comodo se doveva mangiare così tanto. « E-Ehm, non saprei... non ho nemmeno scelto il mio piatto, » rispose con un leggero imbarazzo, visto che lei aveva ordinato così tanta roba magari poteva lei consigliarle qualcosa? Meglio di no, le era un po' passata la fame, per il momento avrebbe optato per qualcosa di meno elaborato. « P-Per me un Salmon Teriyaki, grazie, » il cuoco la guardò con un'espressione quasi grata prima di mettersi al lavoro, lasciando Hamuko con mille domande per la testa ma senza il coraggio (ed un po' di disagio nel proprio corpo) di porle alla bizzarra giovane accanto a lei.
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    Oh, se stavo aspettando qualcuno.
    Feci un piccolo sorriso, comprendendo cosa l'aveva portata a formulare quell'ipotesi. Era sempre divertente vedere come il mio appetito fosse cresciuto esponenzialmente da quando usavo il mio quirk con regolarità. La prima volta che ero andata a fare la spesa - dopo questo aumento di fabbisogno nutrizionale - la cassiera mi aveva chiesto se stessi organizzando un piccolo party. Kekekekekek!

    « Oh, no, cara! Sono solo una buona forchetta, Kekek. Tu invece? »

    Il cuoco aveva interrotto momentaneamente il mio ordine per iniziare a arrostire sulla piastra il pezzo di salmone per la ragazza che avevo appena conosciuto. L'odore di pesce cotto riempì immediatamente le mie narici, mettendomi ancora più di buonumore di quanto non fossi in precedenza. La mia mente si spostò via da tutti i brutti pensieri che avevano affollato la mia testolina durante il giorno, come le dita che avevo dovuto rompere il giorno prima quando quel cliente aveva deciso che provare a rubarmi le pilllole era meglio che pagarle. Keke-kek!

    « Vedi, la salsina che mettono sopra è buonissima! »

    Affianco al salmone della ragazza, infatti, iniziavo ad adocchiare tutti i miei ordini - verdure, manzo - che sfrigolavano con un suono delizioso sulla piastra. Ci sarebbe voluto ancora un pochino, quindi...

    « ... Kek. Aggiunge un Salmon Teriyaki anche per me, per favore?
    Se l'ha ordinato questa ragazza, sono sicura che è ottimo! »


    Il cuoco leggermente perplesso aggiunse una nuova fetta di salmone di fianco a quella che stava già preparando. Mi sarebbe piaciuto scambiare due parole con la mia nuova amica, ma dovevo trovare l'argomento più adatto. Ad esempio, avrei potuto ...

    «E' la prima volta che vieni qui? Sono andata a un ristorante etnico l'altro giorno, ma... non ero convinta. La piastra ha il suo fascino! »

    Il cuoco sembrava particolarmente contento di questo mio ultimo commento. Magari mi ero riguadagnata la sua fiducia? Kekek. Questo tipo di dialogo, tralaltro, aveva qualche elemento di Godot. Stavamo aspettando qualcuno, ma non sarebbe mai arrivato - in piena metanarrazione. Ah, che splendida sensazione! Un'informazione alla quale non posso accedere, ma che allo stesso tempo si percepisce nell'aria!

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    Ok, il fatto che non stava aspettando qualcuno la preoccupò ancora di più, non perché si sentiva in pericolo quanto più per il lavoraccio che quei cuochi avrebbero dovuto fare con quella tipa. Probabilmente avrebbero guadagnato tanto, alla fine lei avrebbe dovuto pur sempre pagare - vero? - però fino a che punto il gioco valeva la candela? La quantità di mole di cibo che si stava cucinando emanava un'ottimo odore ma l'immagine di dover mangiare tutta quella roba le metteva quasi i brividi; sperava che fosse davvero per colpa del quirk. Glie l'avrebbe pure chiesto ma non la conosceva, preferiva fare domande di quel tipo solo a persone con cui aveva un po' più di confidenza oppure scoprirlo da sola con altri mezzi - tipo le voci a scuola. « Stavo aspettando qualcuno, ma mi sa che passerò una serata da sola - almeno ho qualcuno con cui parlare, » voltandosi verso la tipa dai capelli bianchi, o almeno assai chiari, le diede un sorriso gentile ma dalla dubbia sincerità, probabilmente ancora più sospetto dopo ciò che ha detto. La risata (era una risata? Magari stava tossendo) dell'altra continuava a metterla un po' a disagio però non sapeva nemmeno la motivazione, nel mondo strano e bizzarro nel quale vivevano magari quel verso era solo una conseguenza del proprio quirk. Oh, magari stava mandando ultrasuoni! Che figata che sarebbe avere un radar personale, anche se emettere tutti quei versi strani tipo i pipistrelli forse era un po' raccapricciante.
    La sua mente era sull'orlo di iniziare a girovagare quando la ragazza aprì bocca, commentando uno dei cuochi che stava condendo quello che sembrava un pezzo di salmone. Non era brava a cucinare, aveva solo un'appetito vario! Non si aspettava quel genere di osservazione ma visto l'ordine enorme che quella aveva messo, forse c'era da aspettarsi che sapesse il fatto suo in quel campo, no? « Dici? Non ho mai provato qualcosa del genere, » ammise con un'espressione colpevole, ma senza togliere l'allegria, « Te ne intendi molto di cucina, per caso? ». Sia mai che fosse quella la domande che avrebbe fatto partire tutto il discorso, a volte bastava solo una leggera spinta per far partire l'effetto domino.
    Strinse i denti all'addizione all'ordine, guardando i cuochi con uno sguardo che diceva benissimo "mi dispiace", per poi ritornare a guardare la ragazza dallo stomaco di ferro che nel frattempo aveva iniziato a conversare un po' di più, raccontandole un po' delle sue avventure dell'altro giorno. « Com'è quell'altro ristorante? Sono un po' fuori dal mio ambiente, devo ammetterlo, è tutto così nuovo per me~ » il suo tono aveva un che di fantasioso e ci stava un luccichio curioso nei suoi occhi, le piaceva l'atmosfere ed era sicuro che avrebbe mangiato bene, però aveva quella sensazione che si sarebbe divertita di più in compagnia delle sue amiche. Inutile però continuare a piangere sul latte versato, doveva tirarsi su le maniche e cercare di trasformare quella serata da disastro ad un ricordo memorabile!
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    Kekek. Un pochino mi dispiaceva che la ragazza fosse rimasta da sola e che i suoi ospiti l'avessero abbandonata. Non era mai bello quando succedeva. Non che io ne sapessi qualcosa, non mi era mai successo in prima persona - ma quando succedeva nei libri percepivo un forte fastidio - proprio come si erano sentiti i personaggi di En attandant Godot del resto. Aspettare che qualcuno arrivasse, salvo poi scoprire che entro la fine della storia non sarebbe mai comparso... mi aveva riempito di sentimenti forti.

    Kekek! Che bel libro.

    « Oh, no - seguo su Twitter il proprietario di un ristorante a Ue.. Ueno? Lì in giro, mi pare. Io sono in grado di bruciare anche il riso. Keeekekek. »

    Risposi portando una mano davanti alla bocca per nascondere la risatina che stavo facendo in risposta alla mia battuta. Sì, è triste ridere alle proprie battute. Ma spesso non c'è altro da fare. Sembrava che avessi risvegliato l'interesse della ragazza con il mio racconto del ristorante etnico - ottimo! Certo, si trattava di un semplice coreano, ma...

    « Era un bel locale - un coreano fusion qualcosa. Ho mangiato svariate porzioni di TTeokbboki piccanti - kekekek! Il cibo di per sè era ottimo, ma la colonna sonora un poco meno. I gruppi coreani sembrano andare molto di moda in questo periodo ma non è proprio il mio genere. »

    Mentre ero impegnata a descrivere gli gnocchi di riso piccante, il cuoco aveva finito il piatto per la ragazza. Con un gesto rapido, il salmone scottato accompagnato dalla salsa agrodolce tipica di quel piatto era stato agilmente spostato dinanzi al--

    Oh, ma sai cosa?

    « Mi chiamo Shiisa Kamikawa. Tu come ti chiami?»

    Le chiesi, iniziando a trovare fastidioso il fatto di avere a che fare con una persona della quale non sapevo niente. Certo, probabilmente avrei dimenticato nel giro di brevi minuti il suo nome e tutto il resto, però potevo almeno provarci.

    Nel frattempo, come dicevo, il piatto della ragazza castana era pronto, così come alcuni dei miei contorni e un paio dei miei piatti. Avevo dinanzi quattro pietanze, mentre le altre continuavano a cuocersi sulla piastra - il cuoco stava facendo del suo meglio per condire il tutto con i soliti giochetti di abilità che si facevano in quelle occasioni, ma la mole dell'ordine gli impediva di esibirsi come avrebbe potuto. Tuttavia, quando fece saltare con maestria delle cipolle tagliate sottili, facendole rimbalzare da una spatola all'altra, non potèi trattenere uno spontaneo applauso, condito da un sorriso genuino.

    Era così divertente!
    Unire il cibo a uno spettacolo simile... geniale, semplicemente geniale!
    Kekekek.

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    Gli occhi della giovane si illuminarono nel momento che le sue orecchie sentirono le parole Ueno e ristorante dette nella stessa frase, dimenticandosi che da come la ragazza aveva descritto il locale sicuramente non poteva intendere il Kagejinkan. Senza offesa a Shinjiro ma il suo posto era tutto fuorché il genere di posto che attirerebbe gente altolocata, motivo per il quale apprezzava così tanto andarci. Dunque, ritornando con i piedi per terra, ridacchiò quando l'altra commentò le sue doti culinarie - non era la sola! « Ah, quanto ti capisco! Meno male che oggi giorno anche gente come noi può sopravvivere, » non era proprio vero che non aveva idea di come cucinare, però spesso e volentieri quando si voleva cimentare in un piatto serio le usciva o uno schifo oppure col sapore comparabile all'acqua, ovvero piatto e blando. Magari un giorno avrebbe chiesto lezioni a qualcuno, no conosceva di gente capace dopotutto, però per il momento riusciva a sopravvivere benissimo così.
    Annuì con interesse alla descrizione che Shiisa, era quello il nome dell'altra, fece del locale che visitò tempo addietro, un bel posto coreano che sembrava davvero stupendo. Peccato per la musica ma onestamente non aveva dei gusti così specifici né era troppo critica al riguardo, se il cibo è buono poteva sopportare molte pecche, anche un genere di musica che non le andava giù. « Non ho mai mangiato coreano, devo ammetterlo - com'è? Vedo tantissime foto online di piatti coreani e mi è venuta la voglia di andarci, però per un motivo o un'altro quei piani non si sono mai realizzati, » come quello, per esempio, che meno male si rivelò essere meno disastroso del previsto grazie a quella peculiare compagnia. « Per la musica invece... non so, dovrei ascoltare più brani per farmi un'opinione seria, alcuni pezzi mi piacciono, » non voleva odiare quella musica solo perché faceva tendenza, i suoi gusti musicali erano vasti ed aggiungerne uno nuovo le sarebbe piaciuto, ma doveva prima capire di più del genere e poi decidere se faceva per lei o meno.
    Giusto, presentarsi! Che sciocca, era stata così presa dalla conversazione che si era completamente dimenticata di farlo. « Ushiyama Hamuko, molto piacere Kamikawa-san, » come sempre preferiva andare sul sicuro e portare rispetto, però non ci avrebbe pensato due volte se Shiisa le avrebbe detto di essere più formale. Non le dispiaceva seguire le regole della società, le riteneva necessarie, però a volte voleva davvero smetterla con gli onorifici ed usare semplicemente i nomi, come facevano in tutto il mondo. A volte si chiedeva se era davvero giapponese.
    Nel frattempo il suo piatto era arrivato e la foto rendeva giustizia al piatto, era stato fatto divinamente! Chinò la testa in direzione del chef per ringraziarlo prima di voltarsi verso Shiisa che aveva un banchetto di fronte a sé. Incredula sbatté le palpebre un paio di volte, era curiosa di vedere se poteva davvero mangiare così tanto cibo e se sarebbe stata in grado di camminare. « Ahh, che bello, alla fine ne è davvero valsa la pena, » commentò guardando il suo piatto, aspettando che l'altra iniziasse prima di mangiare. « Buon appetito, » sicuramente ne avrebbe bisogno, con la mole di cibo che aveva ed i piatti ancora in arrivo; era così felice di avere solo un piatto da dover mangiare.
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    Era vero, il fatto che i ristoranti e in generale il cibo cucinato bene fosse facilmente accessibile al giorno d'oggi era un miracolo della civilizzazione. Da quando ero scappata di casa avevo avuto modo di assaggiare così tante nuove pietanze e avevo sviluppato l'idea che il cibo, insieme alla letteratura, fosse uno dei fondamentali per una vita felice. Kekek!

    La letteratura del cibo si concentrava principalmente su... aspetti negativi, da quanto poteva venirmi in mente. La mela di Biancaneve, la mela della discordia nell'Iliade. Uh, forse il problema sono le mele, a ben pensarci. Kekek!

    « E' un tipo di cucina molto più piccante della nostra, non è adatta a tutti i palati. Il piatto di cui ti parlavo prima consiste in degli gnocchi di riso immersi in salsa di soia o salsa piccante, a seconda di cosa ti piace di più. Ci sono poi svariati condimenti come nel ramen, ma è leggermente diverso kekeke!. Beh, il ramen è il ramen però, non si tocca. »

    Lasciai cadere il commento sulla musica.
    Non ero molto esperta a riguardo e non ero sicura di poter intrattenere una conversazione decente se l'argomento della nostra conversazione si fosse spostato lì. Mossi rapidamente le bacchette per consumare con grazia - ma rapidità metodica e invidiabile - il piatto che avevo di fronte a me, mentre il cuoco continuava a immettere nuovo cibo e pietanze dinanzi a me. Inesorabilmente, ad un ritmo sostenuto, venivano consumati tutti. Sino a quando non arrivai di fronte ai Beni Shoga. Sono tipici della cucina giapponese e sebbene siano tecnicamente "avanzi" di verdura, sono ottimi appena scottati. Ne assaggiai un pezzettino, per rendermi conto che erano incredibilmente buoni, per qualche ragione molto più buoni del normale.

    Spostai uno dei tre piattini di Beni Shoga in direzione di Hamuko, ancora intonso. Le mie bacchette non lo avevano ancora toccato, nè sfiorato. Sorrisi gentilmente alla ragazza, mostrandole il contenuto. La radice tagliata alla Julienne rossa come una mela era effettivamente invitante, ma...

    « Oh, va bene. Ushiyama-san, allora! Posso offrirti questo Beni Shoga? E' stranamente ottimo! O-Oh, senza offesa, signor cuoco. Credo lei sia bravissimo. »

    Kekek.
    Ridacchiai in direzione del cuoco, porgendo il rosso frutto piatto alla Biancaneve ragazza di fianco a me. Hamuko, aveva detto? Era un nome che avevo già sentito da qualche parte, ma probabilmente era semplicemente un nome comune. Il cuoco, non appena si fu ripreso da quanto gli avevo detto, riprese a far volteggiare le spatole, lasciandosi andare in un gioco d'abilità con la fiammata della piastra, visto che ci aveva appena sparso dell'alcool. Fece l'occhiolino ad Hamuko, prima di muovere quella fiamma per disegnare una piccola rosa in aria, farla volteggiare di fronte a lei e infine farla scomparire.

    --- ehi.
    Mi sento decisamente messa in secondo piano.
    Kekekek. Forse lei era più Biancaneve di me, nonostante fossi io quella pallida e con i capelli chiarissimi.

    It's not for you, it's for Snow White. When she breaks the tender peel, to taste the apple in my hand, her breath will still, her blood congeal, then I'll be fairest in the land!


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    Ora che ci pensava da quand'era che non mangiava qualcosa di piccante? Non le dispiaceva nemmeno ed ogni tanto faceva anche bene, o almeno così aveva saputo, però per un motivo o un'altro non ha mai avuto la voglia di andarci, forse perché nella lista dei piatti che adorava le cose piccanti stavano tipo a metà strada, nella zona di cibi che né odiava né li trovava indifferenti. Magari ora che sapeva che la cucina coreana conteneva piatti di quel tipo avrebbe avuto la scusa per convincersi di provare qualcosa di nuovo - tipo chiedere a Shiisa dove si trovava quel locale, perché no. « Sembra buonissimo! Mi hai incuriosito, sai? Mi piacerebbe troppo provarlo, anche perché è da un po' che non provo qualcosa di nuovo, » quando non mangiava a casa o si faceva qualcosa di veloce, con gli amici visitava sempre gli stessi posti, nemmeno fossero messi su una ruota che decideva dove avrebbe speso la pausa pranzo. « Sai forse dirmi dov'è? Magari ci faccio una visita con qualche amica, » forse è la volta buona che acquisisca una nuova passione, chissà.
    Messo il primo boccone del piatto in bocca non poté resistere all'istinto di sorridere, il gusto era davvero spettacolare! Non volendo farsi sfuggire quell'occasione, tirò fuori il telefono e dopo aver scattato una foto al piatto la inviò subito ad Aoi, presa da un misto di voglia di punzecchiarla ma anche di condividere con lei quant'era buono quel salmone. La risposta stranamente venne subito, per grande sorpresa della ragazza che si ritrovò faccia a faccia con un messaggio che diceva "HAMU-CHAN, QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE CHE NON DEVI MANGIARE PESCE?!?!", facendola ridacchiare ma senza attirare l'attenzione del cuoco o dei presenti - forse Shiisa l'avrebbe potuto notare, vista la vicinanza.
    Ah, quant'era bello vederla reagire così.
    « Hm? Ah, ma grazie! Sembra fantastico! Con permesso, allora, » il piatto sembrava bizzarro ma aveva l'aria di essere stupendo, così tanto da farle dimenticare che lei non poteva offrire molto a Shiisa siccome lei aveva preso lo stesso piatto. Che non fosse un trucco per farle condividere metà del cibo che aveva ordinato? Nah, improbabile, senza contare che c'erano anche i cuochi che erano tutto fuorché scemi. Messo in bocca un boccone alquanto piccolo, anche perché non voleva risultare maleducata, si rese conto di quant'era fantastico il sapere del piatto, sembrava davvero cucina d'alta classe (e lo era, ma andiamo avanti). « Hai proprio occhio per queste cose, lasciatelo dire, » complimentò l'altra, sforzandosi immensamente a non ordinare un piatto per sé solo perché ci teneva ai propri soldi e sua madre era molto severa su quanto spendeva in cose non legate alla scuola.« Toglimi una curiosità, com'è che hai scoperto questo locale? » se frequentava uno di quei siti che facevano recensioni di locali buonissimi lo voleva sapere il prima possibile, ne valeva della sua fama da esperta in posti dove mangiare (nota: non ha alcuna fama di questo tipo).
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    Sì, forse la storia su Biancaneve era leggermente fuori luogo.
    In fondo non c'erano sette nani da nessuna parte, nessun principe - anche perchè non ero proprio interessata a quel genere di storie - e non vedevo neanche scarpe di cristallo. Alzai lo sguardo per un attimo, cercando di ricordare dove fosse il ristorante coreano. Dunque, ero andata a comprare questo vestito, quindi mi era venuta fame -- ahhh, ma dove avevo comprato di preciso questo vestito?

    « Uuuhhh... Shibuya, vicino al Palazzo della Iwamoto. Credo 1-22-7? Ma potrei sbagliarmi, ricordo che era vicino un negozio di vestiti della H... H e un'altra lettera. Una marca straniera, comunque. Kekekek! »

    Annuii due volte, come per confermare le mie stesse parole.
    Non era così facile, ero sempre con la testa per aria.
    Se non l'avessi attaccata al collo, la regina di cuori potrebbe trovarla in giro e calpestarla. Ad ogni modo, il fatto che avesse gradito la ... radice rossa, credo, non sono un'esperta biologa, fece contrarre il mio viso in un nuovo sorriso. Ottimo, avrei potuto infilarle del veleno nel cibo se l'avessi voluto. Sembrava fidarsi di me per il momento, ahhh, che bello! Kekekek!

    Sì, forse potevo fare pratica con dei veleni.
    Erano un modo comodo per ammazzare la gente, ma non mi sarebbero serviti nel mio campo di lavoro. Poi rischiavo di finire come la tipa rossa - non ero sicura di voler fare quella fine. Sospirai a quel punto, mentre le parole finta commessa riecheggiavano nella mia testa. Brrr. La ragazza aveva appena fatto una foto al suo cibo - Mmmh. Se l'avessi fatto io, avrei dovuto mangiare tutto freddo, vista la quantità di cibo che mi serviva per funzionare a pieno regime.

    « Oh, troppo buona, Ushiyama-san. Sono arrivata in questo locale cercando un teppanyaki. Avevo voglia di sentire il rumore della piastra e fare nuove conoscenze. »

    E stava funzionando! Kekekekek!
    Una simpatica ragazza stava condividendo delle parole con me - mi pareva così tanto tempo da quando scambiavo due chiacchiere così, casualmente, senza dover rischiare di tirare una capocciata al mio interlocutore per impedirgli di rubarmi i soldi. Nel frattempo il cibo continuava a impilarsi sul mio lato del tavolo, mentre il cuoco faceva del suo meglio per le preparazioni più complicate.

    Le spatole continuavano a fare rumore metallico e volteggiare sopra la sua testa, mentre le manovrava con estrema destrezza, tagliuzzando verdure e carne, pesce e salsine. Una prestazione sempre più incredibile, che mi portò a battere le mani estasiata.

    « Ke-Kekeke! »


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    I suoi occhi si illuminarono quando l'altra le disse la locazione di quel posto, non perse nessun tempo e ci precipitò a segnarselo sul telefono, accertandosi che fosse l'indirizzo giusto e di non aver sbagliato niente. Era pronta ad annuire quando si ricordò di un'altra cosa, abbastanza importante visto che in passato aveva fatto dei casini non ricordandosi quelle cose - si trattava dell'orario. Si sentiva ancora in colpa per la serata con Fuyuko e che era andati al locale di Shinjiro quand'era ancora chiuso. « Sai quando apre? Ho una brutta abitudine a dimenticare gli orari d'apertura, sai com'è, » la mise sul ridere facendo una risata leggera che aveva un po' di imbarazzo, giusto per far capire a Shiisa che lo faceva perché era qualcosa di cui lei non andava fiera. Non usciva moltissimo la sera, preferiva far incontri dopo le lezioni dunque spesso ignorava i locali che aprivano solo di sera. « Comunque penso ti riferisca alla H and M, hai delle cose molto carine,» non era una che si intendeva moltissimo di moda, era capace di mettere insiemi dei completi carini però diciamo che preferiva chiedere a chi ne sapeva di più. Rimaneva però attratta da certi tipi di abiti che quella marca spesso vendeva, anche se il suo portafoglio la bloccava dal andarci lì così spesso.
    La spiegazione di Shiisa la lasciò un po' confusa, non conosceva molto i teppanyaki ma l'idea di fare nuove conoscenze in un posto del genere aveva sicuramente un certo fascino. Conoscersi grazie alla bontà del cibo, che cosa romantica! « E' molto bello... e comodo, pure. Fai spesso conoscenze in posti del genere? Mi sa che quasi quasi ripeterò quest'esperienza, » anzi, ora che ci pensava su, perché non mantenere il contatto con l'altra? Magari poteva chiedere qualche parere sul cibo, se sapeva certi locali o in generale non dover dire addio ad una persona che per quanto peculiare non sembrava così male. C'è chi mostrava la sua faccia a tutti e chi indossava una maschera, no? « Hai twitter per caso? Mi piacerebbe sentirti ancora, magari mi puoi consigliare altri posti buoni~ » forse era una domanda un po' troppo diretta, però aveva il telefono fuori e spesso metteva il follow a gente che conosceva poco, grata che il sistema di Twitter permetteva quel genere di cose. Insomma, quale poteva essere il male di mettersi il follow a vicenda?
    « Sono così bravi, mi chiedo quanto tempo ci voglia per imparare quei trucchi, » ed ancora di più se Shinjiro era capace di emularli, magari facendo quelle acrobazie col cibo avrebbe attirato ancora più clientela! Ah, a volte le venivano delle idee così geniali.
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    La ragazza aveva un certo entusiasmo - mi piaceva!
    Tutta un'altra storia rispetto alla gente che frequentavo di solito. E poi lei aveva un buon profumo. Come dicevo, passi da gigante rispetto alle mie solite frequentazioni. Forse avrei dovuto chiedere di farmi trasferire altrove a lavoro - ma poi avrei perso quel brivido dello sconosciuto, delle testate e del sangue. Gh. No, mi andava bene così, dai.

    « Credo apra intorno alle undici e mezzo per pranzo e alle diciannove la sera. Non è molto affollato, credo non sia neanche troppo vicino agli uffici quindi non dovresti trovarti incastrata nelle rush hour. Kekek! »

    Dissi cercando di fare mente locale nel migliore dei modi. Quando poi la ragazza nominò la famosa catena di vestiti, schioccai le dita e battèi rapidamente le mani un paio di volte, sorridendo contenta. La sensazione di quando qualcosa non riesce a saltarti alla mente e poi arriva la risposta è semplicemente estasiante. Quasi come il cibo che stavo mangiando. Prima di risponderle nuovamente, presi un paio di nuovi bocconi, sentendo tutto il sapore del salmone che si scioglieva sulla mia lingua. Era morbido, tenero, la salsina ne esaltava ogni sapore!

    Tornai a prestare attenzione ad Hamuko. Non volevo sembrare scortese. Tirai fuori il mio aifònundici rosa, mostrandoglielo tutta contenta.

    « Oh, non spesso. Non sono brava a fare conoscenza, kekek. E certo, ho comprato un cellulare nuovo da poco! Cercami pure, sono ShiisaT. E sì, vediamo se trovo qualche ristorante che possa ispirarti! »

    Uh-oh.
    Vabbeh, non voleva significare niente.
    Poteva essere una T che significava mille cose diverse.
    Come quando si scrivono numeri a caso dopo il proprio nome utente. Kekek.
    Forse stavo diventando troppo paranoica? Voglio dire, nel peggiore dei casi avrei potuto annegare questa sconosciuta nel pozzo d'acqua più vicino. Mi sarebbe dispiaciuto però, sembrava simpatica - ma avrei fatto di tutto per non attirare attenzioni indesiderate su Aogiri.

    Mi fermai ad osservare rapita il cuoco, che continuava a muovere le pietanze con abilità, per riversarle nel mio piatto. Ne approfittai per dare uno sguardo al cellulare e iniziare a scorrere qualche tweet di Hamuko, per capire un attimo con chi avevo a che fare. Sino a quando non mi trovai di fronte a una sua foto con indosso la divisa della Yuuei. Oh. Oh. Ohooho.

    « Oh?! Ma sei un'aspirante Hero?!? Ma è incredibile! Sei così forte! Ke-kekek! »

    Dissi mentre i miei occhi si illuminavano, diventavano più grandi. Poteva essere un problema. Quante possibilità c'erano che la ragazza che avessi picchiato l'altro giorno mi avesse identificato? Poche, in fondo avevo la maschera e avevo fatto del mio meglio per parlare poco. Nel caso, comunque, mi avrebbe detto qualcosa.


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    Ah, cavoli, le sette di sera? Hm, non era proprio perfetto ma forse un giorno quando non avrebbe avuto lezione ci poteva fare un pensierino, era sicuramente un'orario che poteva funzionare con un po' di pianificazione. Meno male che non sembrava esserci molta gente, come già detto da Shiisa, almeno non avrebbe avuto il problema dei posti o di dover sopportare una folla atroce. « Lo spero, è già successo un paio di volte e non voglio ripetere quell'esperienza, » commentò con una piccola risata, tutto quel mare di persone misto a quanto diventavano angusti i mezzi pubblici le faceva venir voglia di andarci a piedi, però la vita a Tokyo era così dunque a volte doveva ingoiare quel rospo e continuare con la propria vita.
    Meno male che la reazione dell'altra alla sua domanda non fu così negativa, tutt'altro, sembrò voler condividere il proprio contatto molto volentieri! « E' molto carino, devo ammetterlo, » ed anche costoso, però questo commento se lo tenne per se stessa. Non volendo dimenticarsi il nickname della ragazza decise di inserirlo subito nel sito, ottenendo un risultato molto velocemente e la prima cosa che vise era l'immagine in orizzontale. Era... decisamente qualcosa, non brutta, per carità, non le dispiaceva nemmeno, però non il tipo di cosa che si aspettava. Non sapeva che le piacesse il cosplay, quel completo era anche assai carino ma per il momento decise di non commentare la cosa. Magari un'altra volta, si. « Ecco fatto! Non sapevo ti piacesse la letteratura, » colse quell'opportunità per ravvivare il discorso, o almeno provarci visto che lei sapeva poco di libri ma allo stesso tempo ci teneva a mantenere la conversazione varia ed evitare che questa stagna.
    Peccato che subito dopo Shiisa la colse di sorpresa, ricordandola per l'ennesima volta i poteri che i social celavano.
    Sospirò appena, dentro di sé il sospiro era molto più forte ed aveva anche roteato gli occhi ma la sua faccia nella vita vera rimase pressoché intatta, magari giusto un'espressione un po' più stufa e stanca. Sperava di non dover parlare di quel argomento, però oramai non poteva tirarsi indietro. « Grazie, ma non direi, » il suo sorriso era leggermente tirato ed imbarazzato, non sapeva che dire però voleva sembrare naturale, più che altro per non dilungare più del dovuto quel argomento, « sono solo al secondo anno del corso d'eroismo, ne ho di strada da fare. ». La sua mano finì per sfregare il dietro della sua testa, cercando di dare un'aria modesta e quella di una ragazza che non aveva molto da dire. Almeno non ad una perfetta sconosciuta. « Tu invece? Studi? » le porse una domanda piegando appena la testa di lato, tirando su un'altra sorriso. Ecco, magari porgendole una domanda l'avrebbe distolta dal farle domande sulla sua carriera d'eroe.
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    Tokyo sapeva essere un posto invivibile a volte - ma con la giusta dose di organizzazione, diventava un posto meraviglioso. Per me era ancora difficile, visto che praticamente avevo ricominciato a respirare da pochissimo - kekekek. Come Jane Eyre dopo la sua esperienza a Thornfield stavo imparando tante cose su di me e sul mondo che mi circondava. Ogni giorno era un dono, lo adoravo.

    « Non capisco molto di tecnologia, ma per fortuna una ragazza è stata così gentile da aiutarmi, kekek. »

    Avrei volentieri commentato a iosa sul fatto che sì, mi piaceva la letteratura. Il mio viso si contrasse in un'espressione che non esprimeva altro che gioia. La letteratura era qualcosa di così puro e ineffabile che chiunque avrebbe dovuto apprezzarne la magnificenza. E sebbene ci fossero sempre meno lettori, ogniqualvolta incontravo qualcuno che condivideva anche una porzione di questa incredibile passione con me... Kekekek!

    « Oh, non essere modesta. Il fatto che tu voglia fare qualcosa di buono per la nostra società è ammirevole - Kkekeke! »

    Certo, poi sarebbe potuta diventare come Wounder. Ma in quel caso, l'opzione precedentemente avanzata del pozzo rimaneva sempre valida. L'attenzione era stata tuttavia nuovamente spostata su di me - pertanto misi via il cellulare, mangiando un altro paio di bocconi mentre la ragazza iniziava a farmi domande. Dopo aver elegantemente mandato giù, spostai lo sguardo per far notare che ero leggermente a disagio a riguardo, ma comunque non mi sarei tirata indietro dal rispondere.

    « Diciamo che sono disoccupata, per ora. Sto scrivendo la mia tesi di dottorato sulla Frammentazione dell'anima in George Eliot e applicazioni nella letteratura moderna, ma non sta andando benissimo. Le università online sono a buon mercato per una ragione. »

    Sì, era un argomento di tesi assolutamente interessante - avrei potuto scriverci quelle due, trecento pagine. Dovevo trovare il tempo di continuare i miei studi, le lingue e la letteratura erano decisamente ciò di cui avevo bisogno per distrarmi da cose orribili - come gli incontri poco graditi in libreria. Mi voltai nuovamente verso di lei, cercando di rincalzare il discorso mentre reggevo tra le bacchette un pezzetto di pollo alla piastra.

    « In questo periodo sto rileggendo la saga di Harry Potter. Che tu ci creda o no, è utile per la tesi. Kekek! »

    Commentai a quel punto, sperando di poter catturare il suo interesse con quello e magari distoglierla dal raccontarmi un'eventuale storia su come una sua compagna di scuola era stata picchiata da una Villain qualche settimana prima.

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