Teppanyaki? Or tea?

Shiisa, Hamuko

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    Poteva capire l'altra, vivere oggi giorno senza capirci molto in tecnologia poteva essere molto cruento e difficile, come per esempio sua madre che nonostante non sia una frana era anni luce dal essere brava con computer e così via. Spesso e volentieri la doveva aiutare a fare cose così banali come farle un account in un sito, aiutarle a trovare qualcosa su e-bay e così via. Almeno ne valeva la pena quando le dava uno di quei sorrisi materni e calorosi di cui lei non poteva mai avere abbastanza. « Io direi che me la cavo, ma sono anni luce dall'essere un'esperta - sarebbe bello se ne sapessi di più, » chissà quante rogne in meno si sarebbe fatta, specie con i file scolastici, gli appunti, ricerche personali e così via.
    Storse leggermente il naso quando Shiisa commentò dicendo che avrebbe fatto qualcosa di buono per la società, la solita frase che si sentiva in giro ma in cui lei riponeva poca fiducia. Sarà il suo solito cinismo, però onestamente sarebbe stata felice se nel corso della propria carriera avrebbe migliorato la situazione nel suo vicinato; pensare in grande non faceva per lei, non era realizzabile con le proprie mani. Nonostante ciò, cercò comunque di apparire vagamente positiva non volendo dare l'impressione di non aver apprezzato il commento, perché lo apprezzava: è solo che lei stessa non ci credeva. « Lo spero, vedrò di non deludervi~ » si sentì quasi male a dire quella frase, una leggera acidità nello stomaco ma lo doveva dire, a questo punto con gli stranieri era quasi un rituale. « E' meno entusiasmante di quanto tu possa credere, comunque, » aggiunse con una piccola risata ironica, non potendo trattenere quel commento, era stata una scelta di tenere il muso per una decina di secondi oppure quella frase. Probabilmente stava esagerando, però si sentiva meglio ogni volta che riusciva a dire cose del genere senza risultare strana o bizzarra.
    Si voleva dare un ceffone mentale dopo aver sentito che Shiisa era disoccupata ma si sentì un po' meglio una volta sentito che la ragazza stava scrivendo tesi di dottorato, dicendole che non solo era più grande di lei ma stava studiando. Falso allarme, ma la domanda l'avrebbe potuta formulare con più tatto. « Non... conosco chi sia, però sembra interessante! Mi auguro che tu la riesca a finire il prima possibile, » rispose, mangiando in tutta tranquillità l'ennesimo boccone del piatto, cercando nel frattempo di capire cos'è che potesse significare quel titolo, « com'è l'università online? Non ho la minima idea di come funzioni. ». Era un'idea comoda ma possibilmente anche problematica, con il fatto di doverla fare sul pc e l'autodisciplina di seguire e studiare senza la pressione di andare in un'aula. Era uno di quei miracoli tecnologici che poteva esistere solo al giorno d'oggi, però onestamente preferiva il metodo classico, meno male che la Yuuei non aveva cose di quel tipo. « Ah, l'ho sentita nominare! E' qualcosa di... uhm, occidentale, no? Non mi ha mai detto molto, » l'incipit non la faceva impazzire ma forse leggendolo ci avrebbe ripensato, però qualcosa le diceva che aveva dei seri dubbi al riguardo, « come mai, comunque? ». Non si aspettava di capire il discorso che la tipa avrebbe fatto, però era una domanda - ad occhio suo - cortese vista la passione che l'altra pareva avere. Pure lei avrebbe fatto piacere nel parlare di musica o di hip hop, dunque faceva ciò che lei avrebbe stessa avrebbe apprezzato.
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    Probabilmente non doveva apprezzare così tanto come la gente media vedeva gli hero. Chissà, magari poteva essere un'infiltrata? Nah, sembrava troppo caruccia e bellina per sporcarsi le mani in quella palta che vedevo ogni giorno. Kekek!

    « Beh, è pur sempre qualcosa, Kekek. »

    Fu il mio commento, rispondendo in merito alla nostra ignoranza tecnologica. Non avrei mai seguito studi in quella direzione, mettermi in mano un computer voleva dire praticamente farlo esplodere. Ma probabilmente, un'infarinatura di base avrebbe solo che potuto farmi del bene. Magari un giorno mi avrebbero mandata a infiltrarmi da qualche parte, accedere a un computer segretissimo e rubare tutti i dati con una penna USB a forma di Bianconiglio!

    « Keke-kek, spero di non essere stata indiscreta. Gli eroi sono una parte fondamentale della nostra società. »

    Era vero.
    Senza gli eroi, ci sarebbe il caos. Ma allo stesso tempo, bisognava fare qualcosa per evitare che fosse tutto come ... come era oggi. Non sapevo molto della visione di Aogiri, ma non mi interessava essere dalla parte del giusto, finchè potevo attenermi alla mia distorta morale. E... beh, c'era quell'altra cosina che speravo di trovare prima o poi lì dentro. Ma come al solito, sto divagando.

    « Oh, è un'autrice realista. Tra i suoi romanzi più famosi ci sono Middlemarch e Adam Bede. Tristarelli, come ogni romanzo realista che si rispetti. »

    Del resto era vero - la realtà non era sempre allegra. Anzi, per poter descrivere la realtà bisognava sforzarsi, da qui il detto coniato dalla stessa autrice falsehood is easy, truth so difficult. La mia situazione ne era un perfetto esempio, anche se forse leggermente diverso dal punto che Eliot stava cercando di spiegare. Era molto più facile per me raccontare qualcosa di falso, costruirmi complicate storie da lasciarmi dietro, che raccontare la pura e semplice verità.

    Sono un membro di Aogiri Tree. Ho ucciso mio padre strozzandolo. Spaccio droga nel mio tempo libero. Non ho perso la verginità con il mio primo ragazzo.

    E tu, arrivati qui, mi chiedi come mai?
    Tirai su un pezzo di riso e salmone per masticarlo e buttarlo giù. Poi mi voltai nuovamente verso Hamuko, strizzandole un occhio, dissimultando di essere divertita a quella domanda, di aver apprezzato. A ben pensarci, non era colpa sua. Da come aveva posto la questione, non c'era modo che tutto ciò si rigirasse in una direzione positiva.

    « Harry Potter racconta la storia di un ragazzo che scopre di essere un mago, di quelli che fanno le magie vere. Ho sempre sognato di vivere in un castello come quello di Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria. Forse sono rimasta un poco bambina? »

    Avrei dato un braccio per poter tornare bambina.
    Ma non era qualcosa che sarebbe successo tanto presto. Anzi, ero qui a parlare con sconosciuti, nella speranza che succedesse quaclosa per distogliermi ancora di più dall'orrore che vivevo ogni volta che chiudevo gli occhi. Già, a volte non bastano neanche le risate isteriche.

    KEKEKEKEK!

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    Ah, come darle torto. Dopo tutto era vero, gli eroi erano una parte vitale di quella società e fino a lì nessun problema, il ruolo degli eroi in teoria le andava benissimo ma la cosa che le dava fastidio era un'altra. Cos'era la normalità per loro? Qual'erano le cose che i veri eroi dovevano fare? Non avrebbe potuto mai dire cosa un vero eroe doveva fare, ma aveva delle buone idee su cosa non era un atteggiamento da eroi, ma di questo argomento ne aveva detto e pensato anche troppo. Come rispondere, dunque, a Shiisa? Forse fare la critica le avrebbe guadagnato un po' di simpatia, però onestamente non le interessava farsi una nuova amica, voleva solo avere una serata semplice e piacevole, tutto qui, e quei discorsi in quel momento non erano necessari. C'era da dire poi che non era dell'umore giusto di fare la grande criticona cinica. « Nessun problema, tranquilla. Vero, lo sono, però... hm, certi non li definirei fondamentali, » come sempre alla fine non riuscì a trattenere quel commento all'apparenza innocuo, detto con quell'espressione amichevole che lasciava vedere il lato passivo-aggressivo solo a chi avesse un'occhio acuto.
    Andando avanti, anche perché meno si soffermava su questo argomento meglio era, e continuando a godersi quel pasto prelibato, ascoltò con attenzione la spiegazione di Shiisa, rimanendo un po' confusa quando l'altra tirò fuori i nomi delle opere. Aha, dunque è così che gli altri si sentivano quando lei iniziava a parlare di artisti indie. Doveva pensare a qualcosa in fretta, però per quanto ci provava non le veniva in mente niente, dunque decise di usare la mossa più classica del mondo, ovvero assecondare l'interlocutore senza dire niente di costruttivo! « Non... li conosco, haha. Di cosa parlano? Immagino che non abbiano in lieto fine, no? » forse, anzi, sicuramente stava dicendo qualcosa di terribilmente ovvio però non aveva niente da perdere, dunque perché non imparare qualcosa di nuovo? Domati mattina se ne sarebbe dimenticata la maggior parte, però hey, per lo meno la conversazione non sarebbe morta rendendo l'atmosfere tesa ed imbarazzante, no?
    Inarcò la sopracciglia per forse ciò che le sembrava essere l'ennesima volta, era davvero quello l'incipit di quella storia? Ok che l'aveva sentito sporadicamente e che non era la cosa più recente, tutt'altro, però per essere così famosa si aspettava qualcosa di più speciale? Diverso, magari? Non se lo sapeva spiegare, però almeno ora sapeva che forse quella strana voglia di soddisfare la propria curiosità era meglio ignorarla. « Ci mancano delle celebrità e sembrerebbe quasi la Yuuei, » ouch, forse questa se la poteva risparmiare, però detta così e con una leggera risata innocente sembrava più una battuta che una critica alla scuola, dunque non si sentì così in colpa. Ad ogni modo continuava a non capire il collegamento delle due cose, perché lo stava leggendo? « E come mai è importante a... ciò che stai facendo? Non penso di aver capito, » non avrebbe saputo ripetere il titolo della tesi, però era curiosa di sapere come mai una cosa così fantasiosa si collegava a delle opere realiste. Magari era per come trattava realisticamente l'argomento della magia? In tal caso sarebbe stata intrigata da ciò che Shiisa stava scrivendo, doveva ammetterlo.
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    Non li definiva fondamentali?
    Era una visione particolare, chissà cosa intendeva. Soppesai per qualche istante cosa voleva lasciare intendere, ma alla fine lasciai cadere, perchè avevamo altro di più interessante sul piatto. Mi limitai ad annuire appena alla sua considerazione. Era condivisibile sotto molti punti di vista, ma non comprendevo bene dove volesse effettivamente andare a parare. Aveva qualche esempio specifico? Avrei potuto darle una mano a liberarsene, magari. Kekekek!

    « Diciamo di sì, cara, ma specialmente su Adam Bede la critica femminista ha avuto molto da ridire a riguardo. Il verismo tuttavia, in quanto tale, non lascia molto spazio ai finali stucchevoli totalmente positivi, anzi. Spesso sono agrodolci, proprio come la vita. Kekek! »

    Beh, quasi tutte le vite.
    Ma come al solito, ci stiamo concentrando su qualcosa di non importante, quando la letteratura è argomento di discussione. Inspirai leggermente, iniziando quindi a spiegare perchè Eliot e J.K. Rowling potevano essere collegati.

    « La mia ricerca, come ho detto, si concentra principalmente su un racconto breve, The lifted veil. Un uomo trova di avere il potere di leggere nei sentimenti altrui e viene lentamente prosciugato dalla propria vita. In Harry Potter, invece, un potente mago frammenta la sua anima attraverso l'omicidio, per creare dei potenti artefatti che gli garantiscono delle... vite aggiuntive? Kekekek, forse l'ho spiegato male. Capisci cosa intendo? »

    Voldemort aveva spezzato la sua anima, vivendo in ognuno dei potenti artefatti magici che aveva creato. Il protagonista del racconto della Eliot, invece, era continuamente diviso tra il suo presente e le sue visioni, frammentando di fatto la sua anima. Trovavo il parallelo geniale, ma una tesi del genere avrebbe richiesto moltissimo tempo, oltre che grandi difficoltà a trovare un relatore in grado di apprezzare il parallelo con la cultura popolare.

    Portai alla bocca l'ultimo boccone del mio pasto sconfinato, tirando un leggero sospiro alla fine, contenta e satolla. Era stato tutto molto buono, con un poco di fortuna sarebbe stato anche un buon rapporto quantità-qualità, prezzo. Avevo dei dubbi a riguardo, ma non lo avrei scoperto prima di arrivare alla cassa. Spostai lo sguardo verso Hanako, a quel punto, per vedere se aveva qualche dubbio a riguardo di quanto le aveva appena spiegato.

    L'ora si stava facendo tardi, era il momento di iniziare ad andare.
    Magari avrei potuto incontrare di nuovo quella ragazza.

    « Uhf, sono quasi sazia. Non mi capita spesso. Kekek. »

    Piccolo commento alla fine, prima di pulirmi la bocca con un tovagliolo.


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    Perplessa ma non infastidita da quel improvviso 'cara', Hamuko continuò a tenere la mente attenta, sempre più incuriosita dalla spiegazione di Shiisa e iniziando a capire, un po' alla volta, dove voleva andare a parare. La vita non aveva dei finali fiabeschi, quelli erano rarissimi dunque storie del genere sembravano quasi una sorta di critica, era così che la mente della studentessa comprese la cosa. Chissà se la visione moderna dei eroi aveva bisogno di un po' di verismo, che gli All Might e simili erano più fantasia che realtà, una fiaba divenuta reale per puro miracolo. Che il futuro sia anche agrodolce? Ovviamente sperava di no, voleva poter vivere in una realtà positiva ma diversa, però quella linea di pensiero sollevò dentro di lei tanti pensieri e domande. « E' molto interessante, se la metti così è... » come una critica di tutte le storie che hanno un lieto fine, in un certo senso, « beh, realistica. Capisco bene perché possa piacere così tanto. ». Il suo sorriso era meno forzato, più debole ma molto più genuino, non perché stesse cercando di sembrare più amichevole bensì perché quel tipo di conversazioni, idee e teorie che la facevano pensare l'attiravano tantissimo.
    Non poté fare a meno di piegare la testa, confusa ma attratta da quella linea di pensiero che però, stavolta, non poteva capire. Cos'avevano in comune quelle due storie? Sicuramente qualcosa, altrimenti che cosa sta a scrivere quella tesi, però la logica che l'altra scelse la interessava. « Non... credo, » era imbarazzata però meglio essere sinceri, non guadagnava niente nel fingere in quel istante. « Ma continua pure! Sembra molto figo, » una risata giusto per rallegrare, per sicurezza, l'atmosfere e via, dita incrociate che l'altra avesse avuto la pazienza di spiegare ad una novizia dei argomenti di quel calibro. « Magari quando la finisci di scrivere mandamela, così me la leggo con calma, » forse avrebbero fatto prima così, che Shiisa rischiava di scoprire giusto quanto bassa era la conoscenza letteraria di Hamuko.
    Pure lei in quel lasso di tempo finì la sua porzione, guardando il piatto con soddisfazione per poi voltarsi e sentire un certo senso d'inferiorità nel notare quanti piatto c'erano di fronte all'altra. Si, forse alla fine aveva fatto bene a non farsi prendere dalla voglia, era riuscito a malapena a finire quel piatto. « Davvero? Complimenti, » era davvero impressionata, a quel punto era quasi convinta che fosse per via di un quirk perché- nessuna buona ragione, solo scetticismo per il fatto che l'altra sia una mangiatrice professionista o com'era che si chiamavano quelli che si ingozzavano di hot dogs. « Dritta a casa? » avrebbe pagato il conto da lì a poco, però un po' di conversazione finale prima di dirsi addio non le dispiaceva, giusto per concludere quella serata in bellezza.
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    Il realismo aveva il suo fascino, era vero - a certi tratti era difficile smettere di leggere Adam Bede, ma il profondo dolore che scaturiva dal leggere le disavventure della povera Hetty era difficile da dimenticare. Una scelta coraggiosa, da parte della Eliot, raccontare un episodio di infanticidio da parte di una madre.

    « Certo, perché no. Ma magari trova il tempo di leggere i libri, meritano molto. Dovrebbero esserci anche i film, ma come al solito, hanno tagliato via un sacco di avvenimenti importanti. Kekek, maledetti registi... »

    Se aveva dato fastidio a me, che non avevo un valore affettivo particolare nei confronti di quella saga, tremavo al pensiero di come dei veri fan avrebbero potuto reagire. E ancora peggio, sapevo che c'era gente che guardava unicamente i film senza leggere i libri - uno scempio nei confronti di ogni divinità esistente. Kekekek!

    Feci una risatina in risposta al suo complimentarsi per il mio appetito. Non c'erano grandi meriti, nell'avere un quirk che consumava calorie a profusione. Non ero sicura di aver vinto la lotteria genetica, ma mi divertiva usare la mia unicità per rompere costole kekekek. Mi alzai imitando la mia compagna, dopo aver tirato fuori il mio portafogli - un rettangolo con sopra disegnate tante tartarughine rosa. Discutibile, ma affascinante kekek.

    « Oh, sì. Le strade sono pericolose a quest'ora. Non voglio correre rischi, Kekek. »

    Avrei potuto incontrare qualche vigilante. No, no, meglio evitare e andare direttamente a casa dove mi sarei potuta stendere sul letto e riposare, magari prendendo qualche snack dal frigobar. Mi spostai con calma in direzione della cassa, sincerandomi che la mia nuova conoscenza mi seguisse. Dopo aver sentito la cifra che dovevo al cassiere - neanche troppo, avevo speso circa mille yen, poggiai le banconote sul piattino, regalando un sorriso all'uomo.

    « Il governo dovrebbe istituire una providenza sociale per la gente che mangia tanto, Kekek. »

    Scherzavo ovviamente, ma ero quasi certa ci fosse qualcosa di simile per chi aveva dei quirk che li obbligavano a mangiare molto. Non sarebbe stato strano. Attesi placidamente che Hamuko facesse lo stesso, prima di andare in direzione della porta e girarmi verso di lei per un'ultima volta.

    « Bene, allora. Mi ha fatto molto piacere, ci vediamo in giro, Hamuko. Kekek! »

    Era andata bene.
    Non avrei dovuto affogare nessuno oggi - la tipa della scuola non era uscita nelle nostre conversazioni, e probabilmente c'era un sacco di gente in giro per il mondo con capelli come i miei. Una serata divertente, senza troppi intoppi - Kekekek! Attesi per vedere se la ragazza aveva qualcos'altro da aggiungere, prima di dileguarmi con tutta calma in direzione del mio... albergo. Già. Dovevo porre rimedio a questa cosa, prima o poi.

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    Dunque anche lei era una di quelle persone, eh? Non che avesse torto a pensarla così, anzi faceva bene, però da persona estranea per il momento ha visto che c'erano due grandi gruppi in quel discorso, ovvero quelli pro e quelli contro quel genere di adattamenti da parte dei registi. Anche lei più volte era stata tentata dalla durata breve di un film rispetto alla versione cartacea, però sentendo e leggendo le critiche veniva ogni volta alla conclusione che non ne valeva la pena, non facendo né una ne l'altra. Magari qualche volte guardava un film del genere con delle compagne di classe, però era meno per il film e più per la compagnia. Peccato che non aveva l'abitudine di sedersi e leggere libri, era uno di quei hobby che avrebbe voluto avere ma che in quel momento non era più fattibile con il suo stile di vita. « Hm, magari se mi libero un po' dagli studi ne leggerò un paio, » disse, annuendo e sperando, davvero, che quello si avveri. Le farebbe piacere parlare di quel argomento con un po' di più di conoscenza.
    Finalmente anche quello era finito, alzandosi e salutando il cuoco con un cenno cortese della testa la giovane prese le sue cose ed aspettò che Shiisa fece altrettanto, grata alla fine dei conti di essere andata lì. « A chi lo dici, roba da matti, » meno male che ci stavano dei eroi intrepidi pronti a salvare tutti, vero? Indubbiamente certi erano attivi e stavano facendo un ottimo lavoro, ma con quel maniaco per le strade sentirsi al sicuro la sera è diventato assai difficile. L'unica consolazione era che grazie all'allenamento non si sentiva così in difesa, ma rimaneva pur sempre una studentessa del secondo anno, mica un'eroe capace di cavarsela da sola.
    Meno male che il suo conto era più umano, non che avesse avuto il coraggio di sbirciare quello dell'altra che sicuramente era esorbitante ma vista la nonchalance con cui l'aveva pagato i soldi sicuramente non le mancavano. Il look spesso può ingannare ed a quanto pare anche lei aveva giudicato quel libro dalla propria copertina, però era felice per lei - l'avrebbe difesa, però passare la serata a pulire i piatti (o peggio) era l'ultima cosa che voleva fare. « Magari prova a cimentarti ad una gara, forse puoi vincere! » il suo commento non era serio e non l'avrebbe detto se non fosse per lo stesso commento dell'altra, però siccome Shiisa sapeva scherzare su quel suo lato di se stessa forse lei poteva fare altrettanto. Ora che ci pensava non era mai stata ad una gara di cibo, era una di quelle cose che secondo lei esistevano solo in zone dove tu non potevi mai visitare, dei miti che venivano tramandati oppure uno scherzo che tutti capivano e comprendevano. « Se ci vai invitami pure! » magari avrebbe invitato qualcun'altro ed avrebbero potuto fare un bel pomeriggio insieme, l'idea non le dispiaceva affatto se si trattava di buon cibo o cibo poco costoso.
    « Si, vedi di scrivermi se trovi un'altro locale buono! » salutò l'altra rimanendo perplessa all'uso del suo nome proprio invece che il cognome. Magari una strana abitudine? Possibile che non faceva altro che incontrare gente che pareva non dare importanza al rispetto? Non importava, ora che a malapena si poteva muovere toccava ritornare a casa ed ancora più importante contattare la sua amica ed assicurarsi che stava bene. Grazie a lei aveva incontrato qualcuno di nuovo, non poteva essere arrabbiata su di lei!
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    Nulla da segnalare miei cari :**:.
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    Chiudo!
     
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