Smiling Little Masks

Niente da fare, neanche Powder Monster poteva qualcosa contro l'agilità di Hisoka.
Il giullare si muoveva in maniera incredibilmente fluida, quasi non avesse neanche le ossa; schivò ogni singolo attacco della bestiolina, che nel frattempo si sarebbe accanita nei suoi confronti con sempre più foga, invano.
Passato un po' di tempo, poi, il Caporecluta avrebbe deciso di mettere fine a quel giochetto, distruggendo il mostriciattolo con due potenti esplosioni, una dietro l'altra: per la bestiolina ci fu ben poco da fare.
«Uffi~»
Sbuffò Hayato, in maniera dolce, come farebbe un bambino.
A quel punto disgiunse le mani e tirò un profondo sospiro, come per prendere fiato un attimo, per poi abbassare leggermente le palpebre.
Osservò, quindi, il proprio superiore afferrare la maschera dal prato, mentre gli poneva un quesito.
«La maschera? Uh, l'ho visto come un segno di pietà, e non ho voluto accettarlo, mettiamola così~»
Rispose, annuendo alle sue stesse parole, per poi vedere la propria maschera essere lanciata in cielo ed esplodere, insieme ad una grossa porzione dell'albero che dominava l'isolotto su cui avevano combattuto fino a quel momento.
Hayato, intanto, aveva lo sguardo fisso al punto in cui era avvenuta la detonazione, scrutandolo con espressione sinceramente sorpresa.
Fu soltanto dopo qualche secondo che riportò l'attenzione su Hisoka.
«Oh.»
Si limitò a dire. Non aveva proprio pensato al fatto che il Caporecluta potesse avere la capacità di trasferire le deflagrazioni agli oggetti: era un'abilità che avrebbe potuto sfruttare in maniera molto strategica e in cui sarebbe potuta incappare una grande quantità di persone, se non conosceva il suo Quirk.
«Effettivamente, il fatto che mi avessi portato via la maschera per poi restituirmela così facilmente, avrebbe dovuto farmi pensare che fosse una trappola.»
Commentò.
«Tuttavia, non avevo proprio idea che il tuo Quirk si estendesse addirittura a fare cose del genere!»
Aggiunse, mostrando ancora un'espressione sorpresa.
«Le tue capacità sono veramente eccezionali, Hisoka, complimenti, sei bravissimo~»
Esclamò, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso gentile, per poi applaudire per tre o quattro volte, come per elogiare l'altro. No, in quel caso non lo stava affatto prendendo in giro: credeva seriamente che il Quirk di Hisoka fosse estremamente potente e che avrebbe potuto mettere in difficoltà non solo se stesso ma molti altri avversari. Inoltre, il giullare sembrava essere la persona adatta per gestirlo: nelle mani sbagliate avrebbe causato soltanto guai.
«Non sono nemmeno riuscito a tenerti testa, se fosse stato uno scontro vero me la sarei vista proprio brutta, sì sì.»
Affermò, sfumando la frase con una risatina.
«Quindi... oh... ecco, se avessi indossato la maschera... beh, sì, mi sarebbe esplosa la faccia?»
Domandò, abbastanza sorpreso, chiedendosi se Hisoka avesse potuto effettivamente farlo, oppure se si fosse fermato. Non lo conosceva abbastanza da poter prevedere la risposta, ma qualcosa gli diceva che il Caporecluta non si sarebbe fatto poi così tanti problemi nel fargli saltare la testa, se Hayato l'avesse deluso.
«Per fortuna che non l'ho fatto~»
Commentò, ridacchiando, grattandosi la nuca con fare impacciato.
«E tu, invece, ti sei divertito? Spero di non averti annoiato~»
Domandò, a quel punto. Da notare come Hayato avesse totalmente rimosso dai propri pensieri il fatto che l'avversario gli avesse appena fatto esplodere la maschera.
La verità? Non gliene fregava granché, in quel momento era più interessato a parlare con Hisoka.

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Hayato dovette sbattere ripetutamente le palpebre, prima di assicurarsi che quella che teneva tra le mani Hisoka fosse effettivamente la propria maschera. Si trattava di un trucco di magia? O forse doveva essersi lasciato trasportare un po' troppo dall'esplosione, prestando poca attenzione al destino della maschera.
In ogni caso, il biondino accettò volentieri l'oggetto, senza esitare neanche per un istante: stava rischiando, sì, ma Hisoka non gli sembrava affatto uno stupido e, in quel momento, far saltare le mani ad un proprio collega senza motivo sarebbe stato un gesto da tale.
«Immaginavo.»
Commentò, quando Hisoka gli disse che la testa gli sarebbe scoppiata sul serio, se avesse dimostrato di essere così sciocco da raccoglierla da terra.
In un certo senso, quel commento fece pensare ad Hayato che il giullare dovesse avere una considerazione veramente alta della propria persona. L'aveva messo alla prova, l'aveva giudicato secondo i suoi criteri e, se non l'avesse soddisfatto, lo avrebbe ferito gravemente (se non peggio): quello era il tipico atteggiamento di chi aveva delle convinzioni estremamente solide riguardo la propria persona e le proprie capacità; un atteggiamento che Hayato conosceva bene, non essendo poi così tanto dissimile da quello che adottava per se stesso.
La recluta non rispose nulla a quel proposito: preferiva dar spazio ad Hisoka, capire quanto più di lui, come quando un veterinario lasciava libero il paziente di camminare per lo studio, per notare se ci fossero manifestazioni di atteggiamenti o movimenti particolari.
«Ohw, grazie Hisoka, sei veramente gentile~»
Disse, quando il proprio Superiore gli fece i complimenti.
Nonostante sembrassero sinceri, una persona furba come Hayato avrebbe riflettuto bene prima di assicurarsi se il giullare si stesse complimentando onestamente oppure se stesse cercando la sua approvazione; ancora non conosceva bene Hisoka, e non sembrava affatto semplice farlo, per cui era lecito avesse quei dubbi.
Hayato lasciò che il Caporecluta parlasse senza interromperlo neanche una volta, mentre questo scavò a fondo nella propria psicologia, sfiorando addirittura quelle che ne rappresentavano le radici.
Per tutto il tempo che Hisoka si prese per fare quel discorso, Hayato lo scrutò con aria un po' assente, come se il giullare l'avesse improvvisamente trasportato a tempo fa e gli stesse facendo rivivere quelle scene che l'avevano fatto soffrire così tanto. Sua madre, i suoi compagni di classe e altri conoscenti; gli tornò rapidamente tutto alla mente, seguendo le parole del Caporecluta come la corrente di un fiume.
Tutte quelle piccole cose che, col passare degli anni, avevano contribuito a creare una piccola massa scura nel proprio cervello, che andava ad espandersi ogni giorno di più.
La stessa macchiolina nera che tentava costantemente di assumere il comando sui propri pensieri, e che Hayato tentava di sopprimere ogni qualvolta potesse.
Non sapeva bene se, nel fascicolo che avevano fornito al Caporecluta su di sé, fosse presente anche una parte sulla propria vita, o se quelle fossero delle semplici supposizioni di propria inventiva, ma in ogni caso aveva toccato i punti giusti.
Quando tornò alla realtà, il biondino poté constatare che Hisoka si fosse avvicinato ancor di più a lui; le iridi dorate nell'altro quasi illuminavano le proprie color pece.
«Che bravo che sei~»
Rispose, riprendendo a sorridere.
Stavolta fu Hayato ad avanzare un passo verso l'altro, piegando leggermente il tronco tanto da poter fare in modo che tra i due ci fossero pochissimi centimetri di distanza.
«Sì, la mia maschera è stata forgiata dal disprezzo, dall'inadeguatezza, dalla disperazione.»
Continuò, tentando di penetrare lo sguardo dell'alto quanto più potesse.
«E la tua, invece?»
Sussurrò, quasi con un filo di voce, dal tono di voce sparì per un attimo qualsiasi traccia di giocosità.
«Soltanto uno stolto penserebbe che tu non ne indossi una, Hisoka~»
Continuò, stavolta sfumando la frase con una risatina, come se fosse chiaro che gli atteggiamenti di Hisoka fossero stati conseguenza di qualcosa (o almeno, per Hayato non era per niente difficile comprenderlo, siccome si sentiva vicino all'altro più di quanto pensasse).
«Sono sicuro che ci sia qualcosa che ti abbia spinto a voler superare i tuoi limiti a qualsiasi costo. Sai, sono dell'idea che nessuno si sporca le mani per il nulla, dietro la mia e la tua di scelta di aderire ad Aogiri ci devono essere delle motivazioni, e di certo non sono ragioni da nulla. Inoltre, il tuo atteggiamento mi ricorda qualcosa di... familiare, sì~»
Ridacchiò, riferendosi chiaramente al proprio.
Aogiri era una delle organizzazioni criminali più antiche - e probabilmente più potenti - di Tokyo e, per decidere di varcare una porta così grande, ogni membro aveva dovuto portarsi dietro un bagaglio di emozioni non indifferente, di qualsiasi natura queste fossero.
«In ogni caso... va bene! Sono sicuro che mi piacerà collaborare con te~ Non che io abbia molta scelta, ma dopo questo incontro di certo non lavorerò col magone.»
Avrebbe poi detto, tornando ad esplodere nel suo solito atteggiamento entusiasta, cosicché sollevò gli angoli della bocca in un sorriso.
In fin dei conti, Hisoka gli era simpatico. E poi Hayato aveva avuto modo di constatare che fosse un individuo parecchio pericoloso, per cui con il giullare al proprio fianco avrebbe potuto - probabilmente - raggiungere più facilmente i propri obiettivi e farsi rispettare di più, facendosi spazio tra gli scarti di Aogiri.
Quello era il momento per distinguersi dalla massa e ne avrebbe certamente approfittato.

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Ascoltò in silenzio le parole di Hisoka, le quali però andarono a confermare nuovamente ciò che si erano detti poco prima di iniziare la lotta: ciò che spingeva il giullare a compiere determinate azioni era puramente dettato dal piacere.
Diceva di non indossare nessuna maschera, che se avesse trovato l'eroe si fosse trovato dall'altra parte.
Una serie di considerazioni di certo non usuali, alle quali il biondino non sapeva se credere. Eppure, perché Hisoka avrebbe dovuto mentirgli a riguardo?
Nonostante fosse scettico, Hayato non disse nulla, ma si limitò ad annuire alle parole dell'altro. Fargli ulteriori domande, in quell'occasione, non avrebbe aiutato a comprendere se il giullare fosse sincero o meno: sarebbe stato solo il tempo a fornirgli delle risposte.
«Ti ringrazio, allora attendo notizie da te per gli incarichi~»
Gli rispose, in volto un'espressione gentile, riconoscente.
«Già, chissà, potrei anche superarti un giorno~»
Commentò, scherzosamente, mentre vedeva la sagoma di Hisoka sparire oltre il ponticello, nel buio della notte.
«Ciao ciao, è stato un piacere~»
Lo salutò, quindi, per poi dargli le spalle ed incamminarsi nella direzione opposta, decidendo di prendere un'altra uscita.
Mentre raggiungeva la strada, il giovane non poté fare a meno di ripensare a ciò che fosse accaduto da lì a poco: aveva davvero trovato qualcuno simpatico e quel qualcuno aveva davvero ricambiato la propria simpatia?
No, non doveva correre.
Non doveva permettere ai propri desideri di offuscare la realtà dei fatti, che delineava chiaramente il fatto che Hisoka fosse una persona molto astuta e che c'era un'alta probabilità che volesse semplicemente approfittarsi delle proprie capacità.
Si trattava di una probabilità considerevole, sì, eppure Hisoka aveva scelto lui come sottoposto, e non un'altra recluta qualunque.
Che avesse intenzione di sfruttarlo o meno, il giullare aveva visto in lui del potenziale ed era ciò che bastava per far sì che potesse sentirsi appagato, anche solo per un po'.
Si voltò verso l'isolotto dove aveva lottato poc'anzi, ma durò per pochi secondi.
Una sensazione piacevole lo attraversò.
Quella era una delle pochissime volte in cui qualcuno gli riconosceva del potenziale, e la sensazione che ne derivava - per Hayato - era la più bella che potesse provare.

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