Licenza Hamuko, Yumeru, Sumire

Licenza Provvisoria - Utenti: Decadent Albatross, Leonarch, Lostien

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    LICENZA HAMUKO, YUMERU E SUMIRE

    Era da poco iniziato il nuovo anno scolastico. Era passato poco più di un mese da quando i rosei petali dei ciliegi di Tokyo avevano infestato le strade della capitale come piccoli fuochi fatui svolazzanti rallegrando le vacanze primaverili degli studenti e, perché no, di alcuni lavoratori. Già da qualche settimana, però, l'instancabile città si era rimessa al lavoro. Per le scuole iniziava un fitto periodo di burocrazia fatto di iscrizioni, lezioni, prime verifiche e test di ingresso. Le scuole per eroi, per quanto particolari, non facevano eccezione.
    Con l'inizio del nuovo anno - e della nuova stagione - si tenevano gli ormai noti esami per ottenere una Licenza d'Utilizzo per l'Unicità, che si trattasse di una per scopo eroico o lavorativo, in modo che gli studenti potessero dedicarsi con calma ai loro tirocini e i lavoratori, beh, potessero essere assunti in quelle mansioni in cui la loro unicità poteva mostrarsi utile (se non necessaria).
    Come al solito, il luogo designato per gli esami era il Tokyo Stadium. Del timido Sole che scaldava tiepidamente la città fino a qualche settimana prima non c'era, ironicamente, più neanche l'ombra: la sfera di fuoco campeggiava in cielo come un re sul suo trono, prepotente, tracotante. Delle centinaia di persone ammassate fuori dalle porte dello stadio molte iniziavano a sudare. Chi si era portato una felpa per sicurezza era in molti casi stato costretto a toglierla per evitare di diventare grondante come un ghiacciolo dimenticato sul tavolo in una mattinata in spiaggia, i mutant dalla folta pelliccia soffrivano in silenzio.
    Degli studenti che frequentavano la classe 2A alla più nota scuola per eroi a Tokyo due possedevano la Licenza già da tempo e due avevano invece tentato il test qualche mese prima, poco prima della fine del 2021. Questa volta la chiamata era invece giunta agli studenti rimasti, divisi in vari scaglioni a piccoli gruppetti. Hamuko, Yumeru e Sumire erano stati contattati per un sabato, alle dieci del mattino fuori dal Tokyo Stadium.



    CITAZIONE
    Leonarch , Lostien , Decadent Albatross - benvenuti all'esame per la licenza. Non penso di aver molto da dire, la traccia dovrebbe essere chiara: andate allo Stadium e aspettate tra la marmaglia di gente. Siete tutti nella stessa classe quindi potete decidere voi se andare assieme o meno, organizzatevi pure in privato.
    Come al solito, l'ordine è casuale e successivamente manterremo quello che si sarà venuto a formare.
    Per dubbi sapete come contattarmi. :**:
     
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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato


    Mancava circa ancora un quarto d’ora alle dieci quando tre figure avevano cominciato a farsi largo fra la folla al meglio delle loro capacità. Una delle tre figure era di stazza decisamente più imponente, e di fatto stava usando a vantaggio la sua mole per aprire la strada fra l’informe ammassamento di persone accaldate e sudaticce posizionate di fronte all’entrata del Tokyo Stadium, in attesa di poter entrare e magari trovare riparo dall’impietoso sole cocente. La figura sembrava impegnata in quella che suonava come una conversazione dai toni un po’ accesi con una delle due figure che la seguivano a scia “Sto solo dicendo… Non ti ucciderebbe di certo essere più gentile con me di tanto in tanto. Quanto meno non essere cosi gelida e acida quando tutto ciò che ho fatto è stato salutarti, Sumi-chan.” – lamentò con espressione imbronciata la figura che andava con il nome di Yumeru Shinso.

    Il ragazzo indossava la sua uniforme scolastica, come conforme al regolamento, ma per fortuna si trattava di quella estiva senza giacca e con un arieggiata camicia bianca a maniche corte, che il ragazzo portava in maniera ancora più arieggiata con i primi bottoni in cima aperti e la cravatta annodata in un cappio slargato. Queste sue premure però non sembravano schermare in maniera sufficiente dalla calura il ragazzo che appariva palesemente accaldato in volto.

    Non aiutava la sua situazione il fatto che stesse portando in una valigetta metallica il non poco pesante carico del suo equipaggiamento, mentre sistemata all’interno di un fodero posizionato in maniera obliqua sulle sue spalle faceva capolino la sua nuova spada di legno.


    Il ragazzo riuscì a farsi strada abbastanza in profondità fra la folla ma aveva infine raggiunto un punto cosi denso di persone che per andare più avanti avrebbe avuto bisogno di un carattere più prepotente e possibilmente di uno spazzaneve. Il ragazzo quindi si arrestò lì dove si trovava e tergendosi distrattamente la fronte sudata con il dorso della mano commentò “Uff – mi sto sciogliendo. Spero che non ci facciano aspettare troppo qui o mi ridurrò ad una pozzanghera…”

    Il giovane si era presentato all’esame in compagnia delle due compagne di classe Sumire Murakami e Hamuko Ishiyama. Non si trattava esattamente della miglior compagnia che poteva desiderare – specialmente considerando che entrambe le ragazze sembravano trarre troppo divertimento nel maltrattarlo. Il ragazzo aveva il concreto presentimento che l’accoppiata delle due si sarebbe potuta rivelare per lui una sfida più ardua da gestire di qualsiasi potesse essere la prova ideata dagli esaminatori.

    Ma il ragazzo era pur sempre uno degli elementi più sociali ed estroversi della classe, cosi dubitando che pur essendo compagne della stessa classe le due compagne si fossero mai rivolte più di un saluto in classe – sicuramente in buona parte a causa degli atteggiamenti snob di Murakami – il ragazzo aveva deciso di prendere un iniziativa relativamente masochistica e fare da mediatore invitando entrambe le ragazze ad incontrarsi insieme ad una fermata vicina allo stadio per muoversi insieme in rappresentanza della classe 2-A della Yuuei.

    Fortunatamente le due ragazze avevano accettato la sua proposta, anche se entrambe avevano inizialmente reagito con scetticismo, nel dubbio che si trattasse solo un espediente del ragazzo per trovarsi da solo con una di loro…



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    Era strano, fino a poche settimane fa aveva considerato la licenza come qualcosa di distante, alla quale non doveva pensare più di tanto, che era meglio concentrarsi sul presente e sullo studio; niente di cui si doveva preoccupare. Sapeva che c'erano dei compagni nella propria classe che già avevano la licenza però non era una che si faceva prendere così facilmente dalla gelosia, sopratutto nei confronti di gente che stava al secondo anno per più tempo di lei che nel quadro generale delle cose era lì da poco. Non ci pensava spesso ma si era adattata bene, aveva avuto così tanta paura di cadere indietro con le lezioni, di non poter legare ed invece tutto era andato per il meglio, non aveva chissà che gruppo di amici ma conosceva un paio di facce nuove con le quale poteva scambiare quattro chiacchiere. Poi poteva sempre scendere e fare una visita alla 1-B per parlare con Aoi, quello non sarebbe cambiato mai e poi mai.
    Passando però al presente, alla fine il giorno che aveva rimandato nella sua mente per così tanto tempo arrivò e con esso seguì un'ondata di stress, tensione ed ore passate a ripetere gli argomenti più vari, fare pratica ed anche visitare il laboratorio. Quel luogo lei lo aveva evitato come se fosse la peste, non per odio ma quanto più perché fino a quel momento non ne ha mai avuto bisogno - poi c'era anche la lotta con Yumeru che le diede parecchie idee. Il giovane un paio di giorno dopo l'avvenimento finì per consigliarle una cosa strana, fra tutte le cose le disse che forse avrebbe dovuto pensare a comprare un bastone dal laboratorio, tipo quelli tradizionali da arti marziali. In un primo momento l'idea la lasciò allibita, per quale motivo avrebbe dovuto imparare ad usare un bastone così enorme? Poi la sua mente iniziò a funzionare, lasciò l'idea fermentare fino a quando decise di farlo, volendo dare al ragazzo un'altra chance e... si, ha avuto ragione. Sapeva che Yumeru era capace nel combattimento e sapeva qualcosa di arti marziali, ma quel consiglio era davvero sorprendente. Inutile dire che da quel giorno in poi cercò di far pratica con quel bastone, incorporandolo nel suo combattimento o almeno provandoci.
    Tutto ciò ci porta in quella splendida ed ardente mattinata d'aprile, reduce da un giro tutt'altro che piacevole nel bus ed accompagnata da due figure che lei non avrebbe mai pensato di dover condividere una squadra. Avevano diviso tutti gli studenti in gruppi e di tutte le persone lei era finita proprio con Yumeru e Sumire, due delle persone che lei poteva leggere di meno in tutta la propria classe - anzi, l'intera scuola. Il ragazzo era un caso che oramai conosceva relativamente bene, ma l'altra? Aveva provato più volte a contattarla e scambiarci due parole, però niente, non c'era verso, era una vera e propria fortezza e per colpa della propria curiosità la cosa la rodeva a più non posso. Inutile dire, dunque, che rimase stupita nel vedere i loro nomi nello stesso team.
    Il suo vero stupore, però, emerse solo quando i due iniziarono a bisticciare. Aveva sentito della rivalità dei due però non l'aveva vista di persona e lasciatevelo dire, era quasi stanca. Sotto certi punti di vista dava ragione alla ragazza, ma un'altra parte di se stessa diceva che non poteva odiare Yumeru solamente per partito preso, non dopo ciò che aveva fatto per lei. La soluzione? Fungere da estintore. « Potresti iniziare a farla sentire meglio portandole più rispetto, » disse, cercando di interrompere il discorso dei due con un tono neutro, di questo passo avrebbe avuto un mal di testa grazie a quei due, il sole cocente e il baccano provocato dalla folla che li circondava. « Che ne dite, invece, di discutere su come collaborare? Avete sentito qualcosa su come saranno gli esami? Oppure se c'è un volontario che è disposto a prestarmi un po' capelli? » l'ultima domanda la fece guardando Yumeru, facendogli ricordare la loro lotta. Magari parlando di cose più serie lo avrebbe reso più serio, placando così l'ira, giustificata, dell'altra.
    La poteva capire, avere a che fare con quel tipo era un vero e proprio test della propria pazienza, sopratutto con quel sole, in uniforme scolastica (anche se estiva faceva un caldo della malora) e portando con sé un borsone enorme contenente il suo bastone, un cambio d'abiti e varie cose che avrebbero facilitato l'esame. Non aveva nessuna voglia di portare il suo nuovo costume, lo considerava troppo per ciò che doveva essere un test d'abilità, non una prova di sopravvivenza. « Ah, Shinso-kun, ti devo ancora ringraziare per il consiglio, mi sto trovando bene con il rokushakubo, » disse, spostando il borsone da una spalla all'altra, seguendo il più possibile il ragazzo che meno male stava fungendo da spartiacque. Non odiava la sua stazza (anche se avrebbe voluto essere come minimo più alta di Sumire, essendo la più vecchia dei tre) ma erano quelli i momenti nei quali voleva o essere alta o non dover essere educata e gentile con tutti e tutto.
    heroeslivello: 4archivioscheda©


    Energia: 300
    Forza: 88
    Quirk: 132
    Agilità: 55
    Peso Trasportabile: [2/4]

    Status: Indenne
    Tecniche usate: Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Lista tecniche:
    Gaea's rage [Livello 2]
    Usando del materiale resistente (roccia, ferro, cemento, etc.) a portata di mano, Hamuko lo usa per infondere i suoi avambracci rendendoli più resistenti ai danni.
    Costo: 20+ 5 mantenimento
    Riduzione danno: Medio


    Atronach's Blessing [Livello 2]
    Allungando la mano nella direzione di una tecnica nemica a medio o lungo raggio, se essa è di un elemento o qualcosa che Hamuko può sacrificare lei lo fa, facendo diventare il suo braccio dell'elemento intercettato. Questa tecnica NON riduce il danno, ma è solo un'infusione che sfrutta il quirk nemico a proprio vantaggio. Una volta infuso, il braccio provoca più danni al nemico più eventuali bonus puramente narrativi che variano da elemento ad elemento.
    Costo: 20 + 5 mantenimento
    Effetto: +1 Forza [Lv 2: Durata 2 turni; + 1 Ogni 10 punti quirk]


    Pagan Tattoos [Livello 1]
    Tecnica imparata da sua madre, consiste nel usare una serie di complesse linee e disegni per alleviare lo stress del quirk sul suo corpo, permettendole di usare un'altra infusione senza subire le conseguenze ed ignorare i limiti del proprio corpo. Per farlo deve rimanere ferma e concentrarsi su un'area ristretta del corpo, mossa utile siccome l'alternativa è rimanere ferma incapacitata di usare le proprie tecniche.
    Costo: 30
    Effetto: Riduce a 0 il tempo d'attesa della fine di un'infusione, permettendole di usare subito un'altra tecnica.


    Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Recovery [Livello 2]
    Il suo quirk è molto versatile, quello è vero, ma a volte Hamuko si sorprende da sola ai limiti che può raggiungere con questo potere. Forse una tecnica un po' troppo brutale per una ragazza come lei, però l'idea sarebbe di infondere la zona dove ha subito dei danni con del sangue altrui per accelerare il processo di rigenerazione. Analogamente alle tecniche di questo tipo, non può usare il suo stesso sangue e per quanto riguarda quello altrui deve essere fresco ed in quantità sostanziali, dunque niente cure con solo un paio di gocce o una ferita causata da un foglio di carta.
    Finito il processo di cura Hamuko, al contrario delle altre infusioni, dovrà aspettare meno rispetto al resto delle proprie tecniche forse perché non cambiando radicalmente il proprio corpo, lei ne risulta essere meno provata ed anche perché questa infusione è breve (il termine del periodo di rigenerazione insomma). Questa abilità potrà essere usata di nuovo solo dopo 6 turni. Finita la cura, invece, al posto dei 6 turni di attesa alla fine di un'infusione, Hamuko ne dovrà aspettare solo uno.
    Costo: 25
    Danno: Cura media (Metà dei danni subiti)


    Rude Buster [Livello 2]
    Con la capacità di muovere le sue infusioni mediante l'abilità “That tipe of pride ain't good for your health!”, Hamuko riesce anche ad espellere il materiale prima assorbito. Per far ciò lei, ovviamente, deve avere un'infusione, ma anche deve rimanere ferma e concentrata, senza contare che il processo non fa affatto bene al proprio corpo, aggiungendo 2 turni d'attesa al "cooldown" fra un'infusione e l'altra.
    Il getto è comparabile ad uno sparo di un fucile a pompa, coprendo un'area triangolare di fronte a sé che raggiunge al massimo la distanza di un metro, dopo di ché Hamuko verrà sbalzata all'indietro dal rinculo.
    Costo: 25
    Danno: Medio


    Oggetti trasportati:
    Rokushakubo [2]
    - Classico bastone tradizionale in legno usato per le arti marziali, noto per la sua portata anche e rinforzato con un'asta in fibra di carbonio e perfetto per aumentare il proprio raggio d'azione. E' di un marrone molto scuro, duro e con un po' di decorazioni alle due estremità. Usato da Hamuko risulta un po' sproporzionato ma lei lo usa molto volentieri, trovandolo molto utile per compensare al suo alquanto limitato raggio d'azione in assenza di infusioni come "Artemisia's Execution". Il fatto che l'ha comprato è il risultato di un consiglio di Yumeru dopo la loro lotta, decidendo di seguire il parere del ragazzo dopo un paio di tentativi nel brandire l'oggetto - è ancora incredula che lui ha avuto ragione.
     
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    Sumire Murakami
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    Se avesse avuto la possibilità di scegliere i compagni con cui affrontare l'esame per la licenza provvisoria, Yumeru sarebbe stato l'ultimo nella sua lista e se nessuno prima di lui fosse stato disponibile, a quel punto avrebbe preferito svolgerlo da sola. Non poteva lamentarsi però di Ushiyama, in realtà la conosceva così poco che non poteva dire assolutamente niente di lei. La ragazza dai capelli castani era infatti una delle ultime arrivate nella seconda A e nonostante avesse parecchie volte cercato l'attenzione della gelida albina, questa non era disposta a dargliela. Sumire odiava i nuovi, e ancora di più i nuovi che provavano a parlarle senza capire la gerarchia che regnava in classe, o nella sua testa; avrebbe come minimo dovuto aspettare che arrivasse una persona più nuova di lei per poter salutare l’albina.
    Aveva accettato con molto scetticismo l'invito di Yumeru a ritrovarsi in una fermata per prendere il bus tutti e tre assieme, pensando si potesse trattare solo di una delle sue tattiche per potersi trovare da solo con lei ed inventarsi qualche scusa per l'assenza di Ushiyama. Con sua grande sorpresa però la ragazza si era davvero presentata, il che fece pensare all'albina che c'erano cose che Yumeru effettivamente sapeva prendere sul serio e una di queste era la licenza.
    Fu così che in quel caloroso sabato d'aprile il cui sole picchiava sulle teste dei tre ragazzi, si trovarono all'entrata del Tokyo Stadium, intenti ad entrare toccando il meno possibile il resto della massa probabilmente molto sudata che si era concentrata all'ingresso, rendendo ancora più insopportabile il calore di quella primavera. Sumire, con la consueta divisa scolastica estiva indossata alla perfezione, si era spostata esattamente dietro Yumeru, avanzando assieme a lui e usandolo come protezione lasciandogli il compito di spostare la gente e dare spallate qua e là, e lei potesse muoversi in tutta tranquillità assieme al proprio borsone dove vi aveva riposto il costume.
    ‹ Non sono stata né fredda, né acida. Quello è il tono di voce che utilizzo con chiunque, ci conosciamo da quasi un anno e tu ancora non hai imparato- › venne interrotta da Ushiyama che arrivò per darle ragione, com'era giusto che fosse se solo non avesse osato interromperla a metà del suo discorso. Non aggiunse altro, non era proprio il momento di mettersi a discutere con la sua compagna, soprattutto se rischiava di mettersela contro e farla alleare con Yumeru, doveva tenersela stretta e fare in modo che il loro nemico comune fosse il ragazzo. Anche se forse, almeno per la licenza, era disposta a una breve tregua anche con lui.
    ‹ No... non ne ho proprio idea sinceramente. › rispose la giovane alla domanda della sua compagna. Sumire conosceva una persona che avrebbe potuto spiegarle più o meno come funzionavano gli esami, avendo lui già la licenza: Shoya. Ma prima di chiedere qualcosa a quel ragazzo avrebbe preferito trascorrere il resto della sua vita legata a Yumeru. Avrebbe potuto parlarne anche con Darius, ma lo vedeva molto impegnato e non aveva voluto disturbarlo.
    Sumire sapeva che la richiesta di capelli da parte di Ushiyama era legata all'utilizzo del suo quirk, non avrebbe saputo dire esattamente per cosa dato che era già tanto se sapeva il suo nome. L'albina però era una ragazza molto possessiva con tutto ciò che considerava suo, che fossero oggetti o persone, o in questo caso i propri capelli. Non si sarebbe mai e poi mai messa a strappare ciocche dalle sue splendide e curate crini bianche per donarle a Ushiyama se di questo non ne dipendeva la sua vita —e anche in quel caso avrebbe avuto parecchi dubbi—; il suo sguardo si spostò quindi su Yumeru, o meglio sulle sue possenti spalle, aspettando che fosse lui da gentiluomo che non era, a cedere un po' di capelli alla sua compagna.

    | Hero | #Liv. 4 | 17 y.o. | © |
    Energia: 300| Forza: 46 | Quirk: 120 | Agilità: 109
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    Scheda: Link.



    Stato: Illesa

    Tecniche: -

    Equipaggiamento:
    • Adaptive Suit.
    • Descrizione: Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    • Effetto: //
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    Henry sorseggiò un po' di the dalla sua tazza di ceramica nera. Non importava che momento della giornata fosse, o che fuori il Sole avrebbe permesso di cuocere un uovo sull'asfalto: un vero gentiluomo inglese non rinuncia mai al suo the. Si trovava nel suo ufficio al Tokyo Stadium, ancora un piccolo tugurio come tempo addietro. Non era cambiato un granché in quell'anno, ma all'inglese non importava un granché. Non faceva quel lavoro per ricevere una promozione, e a dire il vero non lo considerava neppure un vero e proprio lavoro. Era in pensione da anni ormai, e quello era poco più che un hobby. Ciononostante, Henry lo considerava comunque di importanza fondamentale: Tokyo aveva visto troppi eroi poco ligi alle regole, che più che difenderla l'avevano devastata. Idealmente il suo ruolo sarebbe stato quello di trovare persone affidabili e degne di fiducia. Henry era uno di quei puristi per cui gli eroi non erano (o perlomeno non dovevano essere) nulla di più che poliziotti con delle unicità particolarmente buone e col permesso di utilizzarle. Che poi tenesse fede al suo proposito... Questo è un altro discorso.
    Ohi ohi... - borbottò posando la tazza ormai vuota sulla scrivania in metallo di fronte a lui, alzandosi dalla poltroncina su cui era seduto. Finalmente, dopo un po' di tempo, poteva tornare a fare ciò che preferiva fare: valutare gli esami per la licenza d'utilizzo dell'unicità. Non ce la faceva più a gestire quei maledetti esami di ingresso della UA pieni di ragazzini con un sasso al posto del cervello.
    Fuori dallo stadio la temperatura era decisamente alta, probabilmente troppo per il suo vestiario. Henry, caso più unico che raro, indossava un completo nero formato da pantaloni eleganti, camicia e uno splendido gilet con due farfalle stilizzate sui pettorali, disegnate da un filo d'oro. L'unica nota di colore era data dalla cravatta blu a pois bianchi. Non riuscì a resistere neanche trenta secondi all'aperto prima di sbottonare i polsini e tirare su le scure maniche fino al gomito.
    Di fronte a lui era una schiera quasi infinita di persone, alcune più giovani e altre più in là con l'età. L'ex poliziotto avrebbe voluto chiedere ad ognuno di loro cosa li spingeva a voler ottenere quella licenza, ricordandosi di quando lui aveva provato ad ottenerla per aiutare l'attività di famiglia. Erano altri tempi, e soprattutto altri luoghi. Nella campagna inglese sarebbe stato impossibile trovare tutte quelle persone a fare la fila per un pezzo di carta concesso dal governo.
    Buongiorno e benvenuti a questa edizione del Test per la Licenza. - disse l'uomo dopo essersi schiarito la voce, parlando in un altoparlante di colore bianco per far sì che la sua voce giungesse a tutta la massa di fronte a lui - Alcuni di voi sono qui per ottenere la Licenza Provvisoria ad utilizzo eroico, altri per una Licenza per Uso Lavorativo. Ora farò un appello e vi prego di disporvi su due file quando chiamati: i primi alla mia sinistra e gli altri a destra. Quindi... - spiegò, per poi iniziare a fare l'elenco leggendo i nomi da un piccolo plico di carta bianca. Sapeva che altri colleghi utilizzavano un tablet, ma lui preferiva la cara vecchia carta stampata. A conti fatti quello era un semplicissimo elenco di numerosi anonimi che, volente o nolente, non avrebbe mai più rivisto. Tra un nome e l'altro avrebbe ovviamente chiamato anche i giovani Yumeru Shinso e Hamuko Ushiyama, ma un nome in particolare attrasse tutta la sua attenzione.
    ... Sumire Murakami. - pronunciò con tono monotono, e nulla avrebbe potuto tradire il suo entusiasmo se non il sorriso che pronunciare quelle parole dipinse sulle sue labbra. Tra le centinaia di persone presenti e la distanza di almeno una decina di metri dall'inglese, però, nessuno avrebbe probabilmente potuto notarlo.
    Ah, che piacevole coincidenza incontrare quella ragazzina che tanto aveva sentito parlare al Teatro di Ginza. E sì, non aveva sentito parlare di lei, aveva proprio sentito lei parlare. Chissà come se la sarebbe cavata in quella situazione. Henry era molto curioso, e il fatto che fosse in qualche modo "nemica" di quello Shoya Ishida non poteva che renderlo felice. In ogni caso, aveva un lavoro da fare: ci vollero circa una ventina di minuti per leggere tutti i nomi presenti nell'elenco e comporre le due file come richiesto dall'ex poliziotto inglese.
    Bene, seguitemi. - disse quindi al termine della lista - Con ordine, vi prego. Il test non è ancora iniziato e di certo non è una gara di velocità. - aggiunse, per poi muoversi verso le porte automatiche dello Stadium. Per fortuna per i ragazzi l'interno era rinfrescato da dei condizionatori e in breve avrebbero iniziato a provare sollievo dall'afa esterna.
    Una volta nello Stadium avrebbero potuto vedere un enorme vetro nero di forma leggermente ovale: si trattava del vetro che normalmente avrebbe mostrato l'interno dello stadio ma oscurato per impedire ai partecipanti di sbirciare nel test prima del suo inizio. Elfin avrebbe svoltato a sinistra al primo corridoio e dopo un paio di minuti di camminata sarebbero giunti all'interno di un piccolo auditorium che avrebbe a malapena contenuto tutte le persone presenti.
    Allora, inizieremo con la Licenza Provvisoria. Per le Licenze per Uso Lavorativo terremo dei colloqui privati a partire dalle undici. Vi prego di lasciare la stanza. - disse l'uomo ad un microfono una volta salito su un piccolo palco rialzato. Dopo che tutti i non interessati lasciarono la stanza la situazione si fece decisamente più vivibile.
    Quanti di voi avevano informazioni su questo test? - domandò quindi gettando un'occhiata glaciale alla folla, che non mosse neppure un muscolo - ... Nessuno, ovviamente. Le informazioni sono molto importanti al giorno d'oggi. Con internet il mondo è giunto ad una polarizzazione tale che ormai esistono solo due tipi di informazioni: quelle di pubblico dominio ed accessibili con estrema facilità, e quelle segrete ed impossibili da trovare. Difficilmente c'è una via di mezzo. - proseguì l'uomo, chinandosi a prendere un oggetto da dietro la piccola scrivania presente sul palco. Si trattava di una valigetta di modeste dimensioni in metallo. Posatala sulla scrivania, la girò verso il pubblico aprendola e mostrandone il contenuto: un piccolo cilindro in metallo con una luce rossa pulsante nel centro circondato da dell'imbottitura nera.
    Questa è un'"informazione". - disse accennando un sorriso sotto i suoi folti baffi grigiastri - All'interno dello Stadium è stato simulato un centro abitato. Sarete divisi in Team e ad ogni team sarà affidato un determinato luogo come obbiettivo, il vostro scopo sarà ottenere l'"informazione" celata in quel luogo. - proseguì nella spiegazione - Ad ogni Team verrà assegnato un solo obbiettivo e per passare l'Esame basterà consegnare una sola informazione. Ciononostante... - fece un attimo di silenzio, squadrando il pubblico presente in sala - Ognuno di voi potrà portare un'"informazione". A testa. Ogni gruppo potrà possedere quindi un massimo di tre "informazioni". Ora... - fece nuovamente una pausa, ma questa volta per consultare il plico da cui poco prima aveva fatto l'appello - Verrete divisi in venti team da tre persone, ma verranno messe in gioco solo dieci "informazioni". Nel migliore dei casi solo metà di voi potrà ottenere la Licenza. Nel peggiore... - alzò lo sguardo al soffitto, calcolando un attimo quanti Team sarebbero rimasti se tutti avessero ottenuto tre informazioni - Quattro team. Dodici persone. - sorrise - Oh, ma non preoccupatevi. Potreste benissimo non trovare neppure le "informazioni" nel tempo limite di un'ora e fallire tutti l'Esame! - rise di gusto tra sé e sé, per poi chiudere la valigetta e riporla sotto la scrivania. Qualcuno avrebbe potuto giudicare il suo comportamento come privo di tatto, ma la verità era una: non tutti sarebbero potuti diventare eroi. Quello non era tanto diverso da un qualsiasi concorso pubblico a numero chiuso e avrebbero fatto meglio a capirlo sin da subito.
    Se avete delle domande sono a vostra disposizione, altrimenti... - disse indicando col pollice sinistro una porta, appunto, alla sua sinistra - Da quella parte trovate gli spogliatoi. Uno per gli uomini, uno per le donne, e uno per mutants with special needs. Una volta terminato uscite dalla porta dal lato opposto di quella da cui siete entrati nello spogliatoio e ci vedremo dall'altra parte per formare i Team e affidare gli obbiettivi.

    henry elfin | 58 y/o | POLICE | UA | ART | Code ©


    Edited by exquisite†corpses - 20/4/2020, 21:41
     
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    Yumeru Shinso

    Hero | Liv. 5 | Età 17 | | Quirk | Scheda
    Status: Normale | Peso 1/4 | Energia 425 | Exp 795
    Forza 120 | Quirk 170 | Agilità 110



    Narrato - Parlato


    L’espressione di Yumeru si aggrottò in una smorfia offesa alle parole di Hamuko, che l’aveva rimproverato per non essere stato abbastanza rispettoso nei confronti di Sumire. Io sono stato gentile e rispettoso… e tu non hai visto l’espressione con cui lei mi ha guardato salutandomi.” – disse lanciando un occhiataccia torva all’albina alle sue spalle – “…trovo sia ingiusto che tu prenda automaticamente le sue parti, Ushiyama-san~ ♫”. Il giorno in cui lui e Hamuko si erano conosciuti la ragazza l’aveva rimproverato per non aver usato il suo nome formale di famiglia. Yumeru aveva deciso di rispettare il desiderio della ragazza… o almeno quasi.

    Pur riferendosi a lei con il nome di famiglia il ragazzo riusciva in qualche modo a dargli un intonazione cantilenata, a volte pronunciando erroneamente una delle sillabe, rendendolo paradossalmente più informale del nome proprio della ragazza. Incidentalmente questo fenomeno si intensificava quando il ragazzo riteneva che la ragazza fosse ingiusta nei sui confronti.

    Nonostante si ritenesse offeso il ragazzo non volle insistere ulteriormente sull’argomento ed era sua intenzione dimostrarsi collaborativo… almeno finché Hamuko non chiese un volontario per cedere dei capelli che potesse utilizzare per il suo Quirk. Il giovane sentì lo sguardo della ragazza posarsi sul suo cuoio capelluto e reminiscente da un doloroso flashback automaticamente le sue mani andarono a posarsi sulla sua chioma in posizione difensiva “Oh, no – non di nuovo i miei poveri capelli… Non potevi procurarteli da un barbiere o qualcosa di simile?” – lamentò il ragazzo non particolarmente propenso a separarsi dalle sue ciocche, specialmente considerando quanto fosse doloroso il processo di rimozione. Poi però un idea vendicativa si affiancò discretamente al suo spirito altruista. Il giovane sapeva che alla fine dei conti lui avrebbe ceduto alla richiesta della compagna… ma questo non voleva dire che doveva soffrire da solo.

    Cosi il giovane sospirò in maniera un po’ troppo plateale per risultare genuina e con tono un po’ rassegnato “Va bene, va bene. Hai bisogno dei capelli per il tuo Quirk e non sarei un buon compagno di squadra se rifiutassi. E quindi sono sicuro che da brava compagna di squadra anche Murakami non vorrà di certo essere da meno e ti offrirà a sua volta una piccola ciocca, cosi che tu ne abbia a disposizione in quantità per quando ne avrai bisogno…” – il ragazzo si rivolse verso Sumire con un gongolante sorriso da squalo “…giusto, Murakami? Per Yumeru, una piccola ciocca dei propri capelli non era un prezzo molto alto da pagare per poter mettere in difficoltà l’albina, che avrebbe dovuto scegliere fra il separarsi da una ciocca sei suoi amati capelli o mettersi in cattiva luce nei confronti di Hamuko.

    Per rispondere all’altra domanda della ragazza il ragazzo fece eco all’albina alzando le spalle “Neanche io comunque so niente di specifico. O almeno sono abbastanza sicuro di non sapere nulla che non sappiate pure voi.”


    Poco dopo, quando la questione dei capelli venne risolta, Hamuko volle ringraziare Yumeru per averle consigliato l’uso del rokushakubo, un lungo bastone di legno adoperato nelle arti marziali, originario di Okinawa. Dopo il loro primo incontro i due compagni avevano colto altre occasioni per allenarsi insieme e in una di quelle occasioni il giovane dai capelli corvini aveva suggerito alla compagna l’uso di quell’arma per compensare le debolezze del suo Quirk e allo stesso tempo amplificare i suoi punti di forza “Oh- non c’è di che. Mi fa piacere che il mio consiglio ti sia tornato utile, Ushiyama” – rispose sorridendo con sincerità. Incidentalmente questa era una delle rare occasioni in cui il ragazzo non sbagliava a pronunciare il nome della ragazza.

    Fu a quel punto che la sua attenzione venne richiamata da una voce amplificata da un altoparlante che dava loro il benvenuto al Test per la Licenza. Yumeru volse il suo sguardo verso la fonte della voce ma alla distanza a cui si trovava tutto ciò che poté distinguere fu che sembrava un uomo baffuto vestito in maniera piuttosto elegante a dispetto del caldo a cui era sottoposto.
    L’uomo spiegò che la folla sarebbe stata divisa in due parti per separare chi faceva il test per ottenere la Licenza a scopo “eroico” e chi invece la necessitava per altri scopi lavorativi. L’uomo indicò che gli aspiranti eroi avrebbero dovuto disporsi alla sua sinistra una volta che avrebbe chiamato il loro nome.
    Yumeru fu il primo dei tre ad essere chiamato nell’appello e senza indugiare seguì le istruzioni unendosi alla fila sulla sinistra dell’uomo dopo aver fatto cenno alle sue compagne che si sarebbero rincontrati dopo.


    Il giovane seguì ubbidientemente la fila, quando finalmente venne dato loro il permesso di entrare dentro lo Stadio, dove con suo grande sollievo la temperatura, stemperata dai condizionatori interni, si sarebbe rivelata più clemente per il suo povero corpo sudato. Entrando nello stadio la prima cosa che gli fu impossibile non notare fu la colossale teca di vetro nero che copriva la parte interna dello stadio, dove, intuì Yumeru, si sarebbe probabilmente tenuto il Test. Yumeru osservò la lucida superficie nera tutto sommato senza particolari pensieri, trovandosi semplicemente a seguire istintivamente a seguire la corrente degli eventi come un salmone che risale il fiume, sperando ovviamente di non finire dentro la bocca di un orso in attesa.

    La marcia degli esaminandi finalmente terminò dentro un auditorium che si rilevò ben presto piuttosto piccolo per ospitare tutti i partecipanti – Yumeru si diede un occhiata in girò perlustrando in vano la folla per cercare di scorgere le sue compagne… o almeno non senza che salissero una sopra l'altra, pensò fra se e se considerando la bassa statura delle due compagne, concedendosi un piccolo sorrisetto maligno.

    Il suo tentativo venne fortunatamente facilitato quando l’uomo che li aveva smistati all’entrata prese di nuovo la parola spiegando che l’esame per la Licenza Provvisoria avrebbe avuto la precedenza e invitando coloro che erano lì per altri scopi di lasciare temporaneamente la stanza. Fra gli inevitabili mugugni di dissenso e malcontento di chi sperava ovviamente di sbrigarsi per primo la stanza gradualmente si svuotò lasciando all’interno solo una sessantina di persone. A quel punto Yumeru aveva smesso di cercare le compagne deliberando che sarebbe stato più semplice rimanere dov’era e che sicuramente sarebbe stato più facile per loro notare che viceversa. Confidava che comunque avrebbe avuto modo di ricongiungersi con loro eventualmente alla prima occasione.
    L’uomo, che ora che Yumeru poteva osservare meglio, sembrava di età relativamente avanzata e di carattere piuttosto composto esordì con un piccola premessa sul natura delle “informazioni” – la cui acquisizione a quanto pare sarebbe stata la base di quella prova d’esame.

    Yumeru si concentrò ad ascoltare con attenzione la spiegazione dell’uomo – cercando di assimilare al suo meglio tutte le regole e le indicazioni. Quando poi l’uomo cercò di rassicurare il gruppo di esaminandi presentando loro l’eventualità che tutti loro potessero fallire la prova, il giovane dai corvini si unì alla maggior parte dei presenti in un espressione perplessa di fronte ad una simile manifestazione di cinico humor.
    Yumeru non aveva alcuna domanda da porre, ma si limitò a commentare un po’ fra se e se “Diamine, un test di ricognizione… non è esattamente il mio forte. Speravo che la prova si sarebbe basata su un approccio più fisico e frontale.” – consapevole che mentre era piuttosto sicuro della propria prestanza fisica e delle sue capacità marziali, non lo era decisamente per quel che riguardava gli approcci più fini e discreti del mestiere eroico.
    Non essendoci quindi nulla che volesse chiedere il ragazzo eventualmente si sarebbe diretto negli spogliatoi per prepararsi ed indossare il suo costume, dopodiché avrebbe provato a riunirsi ad Hamuko e Sumire…




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    Sentire quei due rispondersi a vicenda come se fossero nemici giurati prima era carino e divertente, ma a lungo andare era diventato non solo difficile ma sopratutto noioso - non si sentiva affatto in colpa di cercare di zittirli. Non solo per aiutare la sua salute mentale ma sopratutto per facilitare il loro esito nell'esame che aveva tutte le carte in regola di essere un'esperienza non solo memorabile ma anche logorroica e dolorosa. « Sentite, possiamo veramente rimandare tutto a dopo? Trovo i vostri battibecchi carini però penso che l'esame venga prima, » propose con un tono un po' più fermo ma senza cercare di sembrare stufa, ci teneva ad avere quella licenza e non doversi fare le paranoie all'idea di incontrare un criminale e non poter fare niente al riguardo. Non che volesse fin da subito salvare la gente, però almeno così come per la patente - che ancora non aveva - meglio togliersi fin da subito quell'impegno. « E comunque, ho dato ragione a lei perché capisco la sua situazione~, » pure in questo caso non l'ha detto con cattiveria, quanto più volendo un po' divertirsi facendo del santo banter con l'altro sapendo che difficilmente si sarebbe offeso per così poco. O almeno lo sperava, non voleva essere la madre del gruppo ed essere lì ad ammonirli costantemente.
    Per quanto fosse vero che poteva usare un'altro materiale al posto dei capelli altrui, quest'ultimi le donavano un vantaggio nel suo raggio d'azione non ignorabile, assai utile se non era certa di cosa doveva affrontare. Ora che aveva fatto pratica ed aveva imparato a padroneggiare la propria unicità era ancora più curiosa di vedere sino a dove si poteva spingere con quel potere, motivo per il quale era essenziale che lei avesse una fonte reperibile di cuoio capelluto sotto mano. « Non... ci ho pensato, » strano, era un'idea a dir poco geniale, si sentiva davvero sciocca, « comunque, Murakami-san se non ti và nessun problema, davvero. Capisco che chiedo molto, però durante l'esame preferirei non dover fare un combattimento a corto raggio. ». Chissà quali poteri strani avevano gli altri, sfidarli faccia a faccia era un rischio e sebbene se la poteva cavare preferiva di gran lunga mantenere una distanza di sicurezza, rimanendo al fianco degli altri due. « In ogni caso, chiedo scusa, » il tono scherzoso di prima forse poteva aver tratto in inganno, però era vero che non voleva risultare fastidiosa, dunque meglio evitare di dover piangere sul latte versato.
    « Devo dire che all'inizio dover maneggiare qualcosa di così lungo era... problematico, però spero di poterlo utilizzare meglio in futuro. Io e le arti marziali per il momento siamo assai distanti, » sospirò continuando a parlare di quel argomento, sapeva che Yumeru se la cavava in quel campo e non avrebbe esitato a chiedergli una mano, però non voleva farlo subito. Voleva almeno provare a riuscirci da sola, chissà magari in questo modo avrebbe inventato uno stile tutto suo! Meno male che con un po' di fatica aveva trovato un paio di articoli e video online che trattavano le basi, dunque non era una novellina ma era ancora molto indecisa su cosa e come fare.
    Similmente agli altri due, la giovane ascoltò con attenzione la presentazione del tizio che in qualche modo era in grado di sopportare quel calore vestito così. Ad ogni modo, menzionò sia la licenza eroica che da lavoro lasciandola incuriosita su quest'ultima, avendola sentita più volta ma non sapeva che uno la doveva fare proprio lì insieme a dei studenti. Chissà cosa dovevano fare, essendo qualcosa fatta per adulti era diversa dalla loro - magari una prova pratica? Chissà, mentre dedicava la sua mente a questi pensieri seguì Yumeru una volta sentito il proprio nome, seguendo la fila ed avviandosi verso l'interno.
    Questo meno male si rivelò essere una manna dal cielo per quant'era ventilato, permettendole di respirare e rilassarsi mentre osservava pigramente i propri dintorni, di tanto in tanto lanciando un'occhiata fugace agli altri studenti. Non le dicevano niente né li conosceva, però oh, chissà. Si era preparata per una lunga camminata noiosa ma la sua attenzione fu rubata dal specchio oscurato, anzi, gli specchi, che coprivano la visuale dell'interno dello stadio. "Tutta questa segretezza," sembrava come se stessero celando un segreto di stato, anche se era giusto tenerli all'oscuro siccome molti di loro sarebbero diventati, si spera, futuri eroi. Comunque, non poteva togliersi di dosso un guizzo improvviso di ansia e curiosità - chissà come sarebbe stato quell'esame. Alla fine però si ritrovò di nuovo immersa nel caldo ed in una folla atroce, la stanza dove si trovavano decisamente non poteva ospitare tutta quella gente e dovette sopportare molto, fin troppo, contatto fisico con le persone. Una di esse era proprio Yumeru, almeno non si erano persi anche se non sapeva ancora se era davvero sollevata oppure preoccupata di averlo così vicino a lei. « Nessuno scherzo, ti prego, » disse al compagno davanti a lei, per poi cercare di individuare Sumire venendo però interrotta dal tizio baffuto di prima che iniziò l'esposizione dell'esame.
    Uno svuotamento (che Hamuko accolse con enorme gioia) e discorso dopo, la situazione era diventata non solo assai complessa ma anche preoccupante. Si aspettava qualcosa di... diverso, però non poteva negare che la cosa non fosse interessante, anche se avrebbe scelto molto volentieri una lotta visto che il suo quirk era più portato a quello, salvo arrampicarsi usando il suo lazzo/tentacolo/corda che poteva effettuare con l'infusione. « Shinso-kun? Dimmi che tu hai capito bene di che si tratta, » aveva capito a grosso modo di cosa si trattava, però idealmente avrebbe voluto sapere per bene i dettagli siccome quello là parlava sin troppo per i suoi gusti. Chissà se lui e Toki sarebbero andati d'accordo, tra boomer normalmente ci si capiva, no? « Hai qualche idea, comunque? Quella ciocca sarebbe assai utile in questo momento~, » anche perché non potevano sfondare muri *coff* e fare gli eroi, in questo caso sarebbe stato di gran lunga più utile qualcosa come... un potere da spia, ecco. Ad ogni modo, non rimase lì a lungo e non appena inquadrò lo spogliatoio femminile si cambiò, indossando la propria uniforme scolastica che usavano durante le esercitazioni e portando con sé il bastone, accertandosi di non colpire qualcuno. Insieme a Sumire, a cui non avrebbe fatto domande, oramai aveva imparato la lezione, trovare quello spilungone non sarebbe stato così difficile; sarebbe bastato trovare la ragazza più attraente della sala.
    heroeslivello: 4archivioscheda©


    Energia: 300
    Forza: 88
    Quirk: 132
    Agilità: 55
    Peso Trasportabile: [2/4]

    Status: Indenne
    Tecniche usate: Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Lista tecniche:
    Gaea's rage [Livello 2]
    Usando del materiale resistente (roccia, ferro, cemento, etc.) a portata di mano, Hamuko lo usa per infondere i suoi avambracci rendendoli più resistenti ai danni.
    Costo: 20+ 5 mantenimento
    Riduzione danno: Medio


    Atronach's Blessing [Livello 2]
    Allungando la mano nella direzione di una tecnica nemica a medio o lungo raggio, se essa è di un elemento o qualcosa che Hamuko può sacrificare lei lo fa, facendo diventare il suo braccio dell'elemento intercettato. Questa tecnica NON riduce il danno, ma è solo un'infusione che sfrutta il quirk nemico a proprio vantaggio. Una volta infuso, il braccio provoca più danni al nemico più eventuali bonus puramente narrativi che variano da elemento ad elemento.
    Costo: 20 + 5 mantenimento
    Effetto: +1 Forza [Lv 2: Durata 2 turni; + 1 Ogni 10 punti quirk]


    Pagan Tattoos [Livello 1]
    Tecnica imparata da sua madre, consiste nel usare una serie di complesse linee e disegni per alleviare lo stress del quirk sul suo corpo, permettendole di usare un'altra infusione senza subire le conseguenze ed ignorare i limiti del proprio corpo. Per farlo deve rimanere ferma e concentrarsi su un'area ristretta del corpo, mossa utile siccome l'alternativa è rimanere ferma incapacitata di usare le proprie tecniche.
    Costo: 30
    Effetto: Riduce a 0 il tempo d'attesa della fine di un'infusione, permettendole di usare subito un'altra tecnica.


    Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Recovery [Livello 2]
    Il suo quirk è molto versatile, quello è vero, ma a volte Hamuko si sorprende da sola ai limiti che può raggiungere con questo potere. Forse una tecnica un po' troppo brutale per una ragazza come lei, però l'idea sarebbe di infondere la zona dove ha subito dei danni con del sangue altrui per accelerare il processo di rigenerazione. Analogamente alle tecniche di questo tipo, non può usare il suo stesso sangue e per quanto riguarda quello altrui deve essere fresco ed in quantità sostanziali, dunque niente cure con solo un paio di gocce o una ferita causata da un foglio di carta.
    Finito il processo di cura Hamuko, al contrario delle altre infusioni, dovrà aspettare meno rispetto al resto delle proprie tecniche forse perché non cambiando radicalmente il proprio corpo, lei ne risulta essere meno provata ed anche perché questa infusione è breve (il termine del periodo di rigenerazione insomma). Questa abilità potrà essere usata di nuovo solo dopo 6 turni. Finita la cura, invece, al posto dei 6 turni di attesa alla fine di un'infusione, Hamuko ne dovrà aspettare solo uno.
    Costo: 25
    Danno: Cura media (Metà dei danni subiti)


    Rude Buster [Livello 2]
    Con la capacità di muovere le sue infusioni mediante l'abilità “That tipe of pride ain't good for your health!”, Hamuko riesce anche ad espellere il materiale prima assorbito. Per far ciò lei, ovviamente, deve avere un'infusione, ma anche deve rimanere ferma e concentrata, senza contare che il processo non fa affatto bene al proprio corpo, aggiungendo 2 turni d'attesa al "cooldown" fra un'infusione e l'altra.
    Il getto è comparabile ad uno sparo di un fucile a pompa, coprendo un'area triangolare di fronte a sé che raggiunge al massimo la distanza di un metro, dopo di ché Hamuko verrà sbalzata all'indietro dal rinculo.
    Costo: 25
    Danno: Medio


    Oggetti trasportati:
    Rokushakubo [2]
    - Classico bastone tradizionale in legno usato per le arti marziali, noto per la sua portata anche e rinforzato con un'asta in fibra di carbonio e perfetto per aumentare il proprio raggio d'azione. E' di un marrone molto scuro, duro e con un po' di decorazioni alle due estremità. Usato da Hamuko risulta un po' sproporzionato ma lei lo usa molto volentieri, trovandolo molto utile per compensare al suo alquanto limitato raggio d'azione in assenza di infusioni come "Artemisia's Execution". Il fatto che l'ha comprato è il risultato di un consiglio di Yumeru dopo la loro lotta, decidendo di seguire il parere del ragazzo dopo un paio di tentativi nel brandire l'oggetto - è ancora incredula che lui ha avuto ragione.
     
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    Yuuei Student
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    Sumire Murakami
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    Scosse la testa, l'albina, all'accusa di Shinso, lei non ricordava di aver fatto alcuna espressione particolare quando lo aveva visto, o almeno non diversa da quelle che gli rivolgeva di solito, ma come al solito stava esagerando tutto. Era passata meno d'un ora da quando si erano incontrati e lei già non ne poteva più, fortunatamente non erano soli e Ushiyama sembrava aver saggiamente preso le difese dell'albina. ‹ Grazie Ushiyama-san, e hai ragione, l'esame viene prima. Quindi vedi di smetterla Shinso. › ne approfittò per sgridarlo, con un sorriso che proprio non riuscì a dissimulare.
    Shinso diede una buona idea alla ragazza dai capelli castani, la prossima volta avrebbe dovuto prendere i capelli da un barbiere invece che costringere i suoi compagni a strapparli per lei, a Sumire però avrebbe dato un certo ribrezzo portarsi dietro capelli dalla testa di persone che non conosceva... e poi, non poteva usare i propri capelli?
    Ovviamente il suo compagno di classe trovò il modo di coinvolgerla, non riusciva proprio a non provocarla per più di due secondi, e l'albina lanciò un'occhiata disperata ad uno sconosciuto a qualche metro da lei, in una tacita richiesta di soccorso.
    Di passare per una buona compagna agli occhi di Ushiyama, all'albina non poteva fregare di meno, era abbastanza sicura che lei sapesse già fosse tutto il contrario di una brava compagna di classe disposta ad aiutarla. ‹ Non ho intenzione di darti i miei capelli, infatti. › specificò immediatamente, tornando con la sua solita espressione indifferente, ignorando il castano.
    La loro attenzione venne attirata dalla voce amplificata d'un uomo, davanti al Tokyo Stadium, che dava loro il benvenuto e come i suoi compagni, Sumire si voltò verso di lui. Trovandosi ancora piuttosto lontani dall'ingresso ciò che attirò la sua attenzione fu l'abito elegante che l'uomo indossava, e ne fu sollevata, probabilmente dentro lo stadio non faceva così tanto caldo come fuori.
    Divise le persone in due gruppi, quelli della Licenza Provvisoria e quelli che cercavano la Licenza Lavorativa, gli uni a sinistra e gli altri a destra. Sumire si chiedeva per quale ragione quelli della Licenza per uso Lavorativo dovessero dare l'esame nel loro stesso luogo, Sumire la immaginava più come una sorta di colloquio dove la persona esponeva i motivi per cui aveva bisogno dell'utilizzo del proprio quirk, quindi le sembrava un po' inutile convocarli allo stadio.
    Quando sentì il suo nome, Sumire raggiunse la fila e qualche minuto dopo, passato a soffrire sotto il sole cocente d'aprile, ebbe un po' di sollievo a ritrovarsi dentro lo stadio dotato di aria condizionata. La ragazza dai capelli bianchi tenne lo sguardo sulla vetrata che usualmente mostrava l'interno dello stadio, ora era oscurata in modo che nessuno degli studenti potesse avere un'anteprima di ciò che gli sarebbe aspettato una volta dentro.
    Non badò a cercare Yumeru o Ushiyama, sicura che li avrebbe incontrati comunque più avanti, ed entrò assieme alla folla nell'auditorium, ritrovandosi nuovamente pressata assieme a sconosciuti; buona parte di loro lasciò il salone una volta che l'uomo baffuto spiegò loro che i colloqui per la Licenza Lavorativa si sarebbero tenuti più tardi.
    L'esame si basava sulla ricerca di informazioni, solo la metà di loro —o meno— lo avrebbe passato e perfino Sumire andò un po' in agitazione; come probabilmente la maggior parte delle persone lì dentro, si aspettava un esame più fisico, che sarebbe andato un po' più d'accordo col suo quirk. Non importa, non importa... non c'è bisogno di entrare in panico. Non sono come Shinso che conta solo sul suo ammasso di muscoli, ho un cervello, sono intelligente e furba, ce la posso fare.
    Mentre molte delle persone presenti si diressero agli spogliatoi, Sumire se ne rimase nell'auditorium, alzando la mano. ‹ Finire l'esame con tre informazioni a cosa servirebbe, se ce ne basta una per passare? › chiese all'uomo. La risposta più ovvia probabilmente era per togliere la possibilità ad altri di prenderla, ma perchè avrebbero dovuto? Naturalmente Sumire non le importava di togliere la possibilità di passare l'esame ad altri se questo in qualche modo dava qualche beneficio a lei, ed era questo il motivo principale per cui aveva posto tale domanda.
    Una volta ottenuta la sua risposta, la studentessa si sarebbe diretta nello spogliatoio femminile, indossando il suo costume, ritrovando Hamuko ed incamminandosi assieme a lei per riunirsi con Yumeru.

    | Hero | #Liv. 4 | 17 y.o. | © |
    Energia: 300| Forza: 46 | Quirk: 120 | Agilità: 109
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    Scheda: Link.



    Stato: Illesa

    Tecniche: -

    Equipaggiamento:
    • Adaptive Suit.
    • Descrizione: Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    • Effetto: //
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    Henry osservò la stanza svuotarsi, e solamente una persona rimase ferma al suo posto: la longilinea e pallida figura di Sumire Murakami. L'uomo sorrise letteralmente sotto i baffi vedendola alzare la mano e porgli una domanda mentre richiudeva la valigetta posata sulla scrivania di fronte a sé.
    Molte persone preferiscono avere meno concorrenza possibile, Murakami-san. - rispose l'uomo afferrando il manico della valigetta in metallo e portandola al proprio fianco, intenzionato a dirigersi dall'altra parte degli spogliatoi per accogliere gli aspiranti eroi dall'altra parte - C'è un triste motivo se esiste una classifica degli Eroi. - aggiunse, per poi considerare la propria risposta esaustiva e decidere di andarsene. Henry non apprezzava particolarmente quel sistema, ed era uno dei motivi per cui apprezzava maggiormente le forze dell'ordine tradizionali di cui aveva fatto parte per tanti anni. Era innegabile però che dietro la cosiddetta società degli Eroi fossero nascosti numerosi interessi, che si trattasse di marketing, dei notiziari o di semplice ego personale. Era normale, si trattava di un ruolo di ampia rilevanza mediatica ma l'Elfin, che aveva visto quella società nascere e crescere, non riusciva semplicemente a rassegnarsi.
    Gli spogliatoi dello Stadium erano dei normalissimi spogliatoi da palestra ma di grosse dimensioni. Panche con inserti in metallo permettevano di appendere i vestiti, ma vi erano anche degli armadietti color arancio in cui gli aspiranti eroi potevano mettere i propri indumenti o le proprie borse in caso li ritenessero di particolare valore.
    Una volta varcata la porta di uscita degli spogliatoi, gli studenti sarebbero stati introdotti in un secondo auditorium leggermente più ampio. Le pareti in colore bianco identificavano un grosso cubo dotato di tre uscite separate sul fondo. Per raggiungerle, però, era necessario passare da una sorta di posto di blocco composto da due scrivanie, Henry e un paio di aiutanti vestiti eleganti. In alto alle loro spalle, appeso al muro, uno schermo digitale elencava a turno delle triplette di nomi che, un po' come in coda alle poste, dovevano rivolgersi alle scrivanie per iniziare il test per la Licenza.
    Non ci vollero più di cinque minuti perché uscissero i nomi dei tre compagni di classe della UA. Molto probabilmente l'assortimento delle squadre si basava anche sulla scuola e classe di provenienza nella speranza, probabilmente in questo caso completamente vana, che persone che si conoscono potessero collaborare meglio.
    Se avete usato gli armadietti negli spogliatoi vi prego di lasciarmi le chiavi. - esordì Elfin con un sorriso sul volto - Per il test ognuno di voi avrà uno di questi bracciali. - proseguì, alzando uno strano aggeggio meccanico con la mano destra. Si trattava di una sorta di bracciale in polimero che copriva un'area compresa tra il polso e il gomito. Sulla parte esterna, quella quindi parallela al dorso della mano, presentava un tasto di colore nero e un led, mentre nella parte inferiore aveva una sorta di scompartimento cavo di forma cilindrica lungo qualche centimetro. Delle stringhe di feltro in prossimità del polso e del gomito potevano essere utilizzate per stringerlo maggiormente in modo che si potesse adattare alla forma di qualsiasi braccio.
    Il pulsante nero farà apparire una mappa olografica del percorso, che indica la vostra posizione e la posizione dell'informazione che dovete recuperare. - iniziò quindi a spiegare, premendo sul pulsante che rivelò solo ora nell'aria un piccolo quadrato nero, non ancora sincronizzato - Il vano serve invece a custodire l'informazione. Una volta posta l'informazione nel vano del bracciale i led che lo circondano inizieranno a lampeggiare e a noi arriverà il segnale di avvenuta ricezione dell'informazione. A quel punto dovrete dirigervi al parco dove si trova la zona d'estrazione. - proseguì a spiegare - La cosa divertente è che quando un'informazione viene posta nel bracciale smette di inviare un segnale alla mappa. Questo significa che se qualcuno dovesse per sbaglio trovare la vostra informazione prima di voi e metterla nel suo bracciale l'unico modo che avreste per trovarla sarebbe correre in giro e sperare di vedere qualcuno illuminarsi coi led del colore che state cercando! - ridacchiò tra sé e sé, per poi porgere uno di quei bracciali ad ognuno dei partecipanti - La vostra informazione è "violetto". Avete mezz'ora, entrate dalla porta di destra. Buona fortuna, fate del vostro meglio! ☆
    Le tre porte servivano come accesso ad un'area differente dello Stadium, e a loro era stata indicata quella di destra. Si trattava di un tunnel buio con varie svolte, salite e discese. Solo dopo un paio di minuti avrebbero visto la luce affacciandosi su quello che a conti fatti era un normalissimo paesaggio urbano come tanti nei campi di addestramento della scuola da cui provenivano. Alla loro sinistra si trovavano le vetrine di un apparente negozio di animali dove numerosi pesci sguazzavano in degli acquari finemente decorati mentre il lungo edificio di destra pareva essere una scuola dai banchi e dalle lavagne che era possibile intravedere dalle finestre.
    Aprendo la mappa avrebbero potuto notare gli edifici indicati in verde, e alcuni di essi recavano anche un nome atto a definirne l'utilizzo. Verso nord avrebbero inoltre potuto vedere il maestoso parco che fungeva da zona d'estrazione. Sulla mappa erano presenti due puntini luminosi, e non ci avrebbero messo molto a comprendere che quello bianco indicava la loro posizione e quello violaceo, come detto da Elfin, la loro informazione. Era quindi il momento giusto per definire una strategia d'approccio. Avrebbero potuto avvicinarsi all'edificio incriminato seguendo l'ampia strada che in fronte a loro culminava in una piazza oppure muovendosi attraverso le varie stradine più piccole. Sebbene queste fossero le ipotesi più gettonate, potevano fare un po' ciò che volevano: un miscuglio delle due, o magari muoversi di palazzo in palazzo sebbene probabilmente nessuno di loro avesse la capacità di volare.

    henry elfin | 58 y/o | POLICE | UA | ART | Code ©


    [spoiler_tag]La mappa in dotazione allo stato attuale delle cose[/spoiler_tag]
    jnoa3cE


    CITAZIONE
    Bene, al di là del resoconto di quanto accaduto ciò che mi aspetto di voi è la definizione di un piano d'azione e di che strada approcciare per avvicinarsi al cinema. Definite quindi ipoteticamente un percorso da seguire e al prossimo turno vi dirò se e cosa accade sulla via che avete scelto. :**:
     
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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato


    Yumeru era già assorto nel ponderare le informazioni appena ricevute sulla prova, elaborando mentalmente nel suo possibile eventuali scenari, tenendo conto delle capacità del suo quirk e secondariamente quello delle sue compagne.
    La sua linea venne interrotta quando Hamuko richiamò la sua attenzione per chiedergli la sua opinione su quello che avevano appena appreso. Yumeru sospirò con espressione incerta “Quello che è ho capito è… che saremo probabilmente piuttosto svantaggiati. Si tratta di una missione di ricognizione e recupero informazioni, un tipo per il quale nessuno dei nostri quirk, almeno per quanto io sappia, è particolarmente ottimale. Ad ogni modo penso che… sarà meglio discuterne insieme a Sumire.” – specificò suo malgrado il ragazzo dai capelli corvini. Nonostante la sua rivalità con l’albina il ragazzo non poteva di certo non riconoscere le qualità, specialmente quelle del tipo intellettivo. Anzi probabilmente era specialmente per via della sua rivalità con lei che il ragazzo per primo sapeva forse meglio di chiunque altro quanto brillante potesse essere… sebbene ovviamente non l’avrebbe ammesso mai pubblicamente.



    Quando poi Hamuko ne approfittò per incalzare nuovamente la sua richiesta per una ciocca dei suoi capelli, Yumeru sospirò con aria rassegnata – alla fine non poteva più tirarsi indietro. Era riuscito almeno parzialmente nel suo intento di mettere in mostra il lato poco altruistico di Sumire, che ovviamente si era rifiutata di partecipare al sacrificio di squadra ma adesso gli toccava pagare il costo del suo altruismo “Va bene, va bene, avrai la tua ciocca non preoccuparti. Ma te la darò dopo che ci siamo cambiati…” – disse in maniera evasiva cercando di guadagnare tempo prima di doversi tristemente e dolorosamente separare da una preziosa ciocca dei suoi capelli.

    Dopo quel breve scambio Yumeru si separò dalla compagna dirigendosi verso gli spogliatogli maschili. Una volta dentro Yumeru poggiò temporaneamente la valigetta metallica che conteneva il suo costume su una delle panche di legno disponibili e scegliendo casualmente uno degli armadietti arancioni dove riporre i suoi indumenti e oggetti di valore iniziò a spogliarsi per potersi cambiare.
    Gli ci volle una decina di minuti per indossare correttamente la tuta rinforzata in microfibre di carbonio rinforzata con ulteriori placche rinforzate che aveva recentemente fatto aggiungere recentemente. Un'altra aggiunta recente al suo equipaggiamento erano gli stivali del modello Eletric Booster che adesso calzava ai piedi – il ragazzo saltò un paio di volte sul posto per testare la sensazione degli stivali che indossava la prima volta.
    Il ragazzo calzò il fodero della sua katana di legno alle sue spalle su un apposita bretella che accessoriava il suo costume, per poi darsi un ultima occhiata finale ad uno specchio messo a disposizione. Il ragazzo rimirò con soddisfazione il risultato finale della sua tuta prevalentemente di color bianco metallico, rifinita con dettagli di color arancione e giallo. Si astenne però per il momento di indossare la maschera a mezzo viso e dopo aver chiuso il suo armadietto con l’apposita chiave lasciò gli spogliatogli attraverso l’apposita uscita che lo condusse in un altro auditorium.

    La sala di questo auditorium era leggermente più spaziosa di quella del precedente – le pareti bianche erano spezzate solo da tre uscite sul fondo della sala. L’accesso a queste uscite era però delimitato da una coppia di scrivanie presidiate dall’uomo baffuto e un paio di quelli che dovevano essere i suoi aiutanti vestiti in maniera piuttosto formale.
    A dominare la sala c’era un grande schermo digitale appeso al muro. Sullo schermo venivano man mano elencati i nomi dei partecipanti a gruppi di tre seguendo un turno specifico.
    Yumeru non scorse nessuna delle sue compagne nella sala e intuì di essere il primo dei tre ad essere arrivato. Nel breve momento di attesa il ragazzo si poggiò con la schiena contro una parete. Normalmente avrebbe colto l’occasione per cercare di attaccare bottone con un delle partecipanti più carine che sarebbe riuscito a scorgere ma…

    …a seguito di quello che era successo fra lui e la sua compagna Fuyuko qualche giorno prima il ragazzo dovette sopprimere il suo istintivo impulso abitudinale ad approcciare belle ragazze. La cosa non gli era per niente facile però – l’abitudine è qualcosa di difficile da contrastare e suo malgrado il ragazzo non riuscì a trattenersi dal osservare con interesse le ragazze più attraenti. Un po’ come un cane che si vede passare davanti bocconcini invitanti ma si costringe suo malgrado a stare ubbidientemente a cuccia per fedeltà al padrone… o in questo caso alla padrona.

    Prima che Yumeru si potesse ricongiungere alle due compagne, i loro nomi apparvero sullo schermo digitale e fu quindi il loro turno di presentarsi alla scrivania. Yumeru precedette le sue compagne e si trovò per primo di fronte all’uomo baffuto, che a tempo debito riprese nuovamente la parola esponendo nuovi dettagli della prova e spiegando l’utilizzo di quello che sembrava un bracciale high-tech ai tre esaminandi. Yumeru cercò di assimilare tutti i punti importanti e fu comunque lieto che il baffuto esaminatore questa volta si fosse tenuto i suoi umoristici commenti cinici per se. In particolare il corvino non si era trovato d’accordo con il tono negativo con cui l’uomo aveva commentato sulla classifica degli eroi: Yumeru riteneva che competitività supportata dalla classifica degli eroi, basata sia sulla loro popolarità che sulla loro efficienza fosse un aspetto importante della figura degli eroi nella società e che avesse un apporto positivo fra il rapporto fra gli eroi e i cittadini.
    Ciononostante, dopo avergli affidato la chiave del suo armadietto e aver preso in consegna uno dei bracciali Yumeru si congedò rispettosamente dall’esaminatore chinando la testa in un rispettoso inchino “Grazie, farò del mio meglio.”

    Dopo di ciò il ragazzo attese che le sue compagne si mettessero a passo con lui, attendendole sulla soglia dell’uscita sulla destra che gli era stata indicata. Quando Hamuko lo raggiunse il ragazzo le porse con fare quasi cerimoniale una manciata di capelli scuri sul palmo della sua mano “Ecco qui. Ma che sia chiaro che questa è l’ultima volta… non voglio che tu ne faccia un abitudine. Non ricrescono in fretta e fa un male cane ci tengo a precisare. Quindi se per caso avrai bisogno di rifornimenti extra sarà meglio che te li procuri da un avversario… o da Murakami.” – disse il ragazzo con espressione vagamente risentita e davvero poco contenta dell’essersi dovuto auto-mutilare la sua chioma scura. Il ragazzo consegnò alla ragazza l’esigua ciocca che si era rimosso con molta esitazione da retro della testa.

    Una volta sbrigata quella spiacevole faccenda Yumeru s’incamminò con le due compagne lungo il lungo corridoio al quale conduceva l’uscita, facendo attenzione a rallentare il proprio passo per rimanere vicino alle due ragazze. Il ragazzo esaminò il bracciale che aveva indossato sul braccio destro e con un poco di esitazione pigiò il pulsante come gli aveva spiegato l’esaminatore facendo emergere cosi la mappa olografica.
    Man mano che camminavano Yumeru prese l’iniziativa e commentò i suoi pensieri ad alta voce “Uhn… sembra che il nostro obbiettivo si trovi in un cinema. Dovremo passare attraverso diverse strade ed edifici per raggiungerlo. Questo test sarebbe ideale per gente con quirk che eccellono in mobilità, ricognizione e camuffamento… tutte cose che noi non abbiamo… io suggerirei di prendere la via più diretta passando di fianco alla scuola e poi incamminarci sulla strada fra la scuola e il mall.” - suggerì infine indicando sull'ologramma il tragitto con il dito indice.




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    Meno male che c'era Shinso-kun a spiegarle meglio la prova d'esame, non si faceva problemi a chiedere dubbi del genere ai propri compagni anche a rischio di sembrare un po' sciocca. Lei e l'ego spesso e volentieri camminavano strade separate, si spera che questa volta non sia un'eccezione, anche perché vorrebbe dare il massimo di sé per massimizzare il gioco di squadra fra loro tre. « Infatti, però almeno abbiamo con noi forza, controllo del campo di battaglia e mosse a lungo raggio - non siamo messi così male, » cercò di illuminare la parte positiva di quella situazione, fra la gelatina di Yumeru e il quirk di Sumire avevano poco da invidiare ad altri in rispetto a pura potenza, poi c'era anche il fatto che lei se la cavava egregiamente a corto raggio ed avevano una squadra abbastanza adattabile. Poco adatta a fare le cose di nascosto, vero, però almeno una volta ottenuta l'informazione difficilmente l'avrebbero persa.
    Ascoltò di sfuggita la risposta di Er Baffone del signore e non poté che sorridere, era bello sentire una risposta decente e sensata da parte sua anche se la faceva sentire un po' vecchia. Possibile che fosse un po' boomer per certi aspetti? Forse, però fatto sta che quella era un'opinione giusta da avere, almeno secondo lei che si sa era molto convinta dei suoi punti di vista. « Hm? Ah si, tranquillo, » si era un attimo persa la risposta del compagno, dovendo riflettere sul momento per capire cosa aveva detto ma nel dubbio optando per una risposta generale, vaga ma non sbagliata.
    Fatto questo le toccava dirigersi verso gli spogliatoi dove meno male aveva poco da fare siccome mettersi la tuta scolastica era, tutto sommato, un lavoro piuttosto semplice. Mise da parte le proprie cose usando le chiavi e bastone in mano controllò che stesse bene, comoda ed altro ancora, insomma voleva evitare di avere un problema improvviso proprio durante una lotta o qualche momento importante dell'esame. La parte più difficile del processo era uscire, non voleva colpire qualcuno con il bo e possibilmente farsi nemici ancor prima di metter piede nell'interno dello stadio oppure fare una scenata. Già la sola idea le metteva i brividi, facendola guardare tutto intorno a lei e limitando i movimenti rischiosi.
    Una volta entrata nell'altra, ben più spaziosa, sala, trovare il spilungone non era stato così difficile, specialmente con quel costume che lo faceva saltare all'occhio. Non che lei poteva commentare, vestita di blu e sentendosi così banale se comparata ai propri compagni. « Inizio a pensare che portare il costume sarebbe stata un'idea migliore, » commentò a Yumeru per poi mettersi in fila, aspettando il loro turno e sospirando brevemente una volta arrivata faccia a faccia con il signore. Poggiò le chiavi nel posto richiesto ed aprì per bene le orecchie, ascoltando con cura ogni parola nel mentre cercava di mettere il bracciale nel posto giusto, sperando che non sia troppo d'ingombro quando avrebbe dovuto usare il proprio quirk. Sperava tanto di non romperlo, sarebbe stato troppo imbarazzante! Il resto non fu molto difficile da comprendere, provò un brivido quando questo commentò che gli altri potevano prendere la loro informazione però almeno l'avrebbero saputo, dandogli una chance di creare un piano d'emergenza. Già quel fatto le metteva fretta però doveva calmarsi, non poteva per alcun motivo fare atti avventati ed impulsivi, ne valeva della licenza.
    « Grazie tante, » ringraziò l'individuo e seguì Shinso-kun che da lì a poco si rivelò essere più gentile del previsto, facendola sentire un po' imbarazzata - si era autoconvinta di doverla strappare da qualcun'altro. Meglio così, la mise sotto il bracciale rendendola afferrabile se il momento l'avrebbe richiesto, volendo prima di tutto concentrarsi di individuare qualcosa di roccioso. « Non accadrà più, promesso~. Presto dovrei ottenere una cintura con delle munizioni per le infusioni, però per il momento rimane un progetto - sarebbe così comoda! » dava voce ai propri pensieri non per creare dialogo quanto per sentirsi meno sotto pressione, sentiva che se stava zitta l'avrebbe presa un'ansia tremenda. « Comunque, Murakami-san, mi piace un sacco il tuo costume! Ti sta benissimo, » continuando così fino a quando non avrebbero oltrepassato l'entrata, ritrovandosi all'esterno circondati da entrambi i lati da negozi ed edifici vari. Sembrava di stare in città, ma l'assenza di persone rendeva quel paesaggio quasi racapricciante.
    L'idea di Yumeru non era male, non si potevano permettere di visitare ogni edificio però chissà se sarebbero stati fortunati trovandosi faccia a faccia con un'informazione? Sembrava essere piuttosto idealista come piano, però, ci avrebbero messo troppo tempo e con le loro abilità da ricognizione limitate era meglio optare per l'approccio diretto, non avevano nulla da perdere e come detto prima non avevano nulla da invidiare in quanto a capacità combattive. « Mi trovo d'accordo, mi piacerebbe tentare la fortuna ed esplorare ma con i nostri quirk è meglio essere diretti, prima otteniamo quell'informazione meglio è, » aprì bocca non appena il compagno finì di parlare, i suoi occhi scheggiavano da un edificio all'altro nella speranza di avvistare qualcuno, « se ne troviamo solo una direi di affidarla a Shinso-kun, magari la potresti proteggere con il tuo quirk? Nel peggiore dei casi potresti rallentarli e fuggire - cosa che spero non accada, ma non si sa mai. ». Non si sarebbe fatta molti problemi a sacrificarsi per il bene comune, non dovevano vincere tutti affinché l'intero team ottenesse la licenza, dunque anche una tattica del genere non era da buttare. « In ogni caso direi di rimanere insieme, ovviamente, » dividersi nei vari film era sempre una cattiva idea e la stessa cosa valeva per quel esame, sperava tanto che Sumire collaborasse salvando a loro due numerosi mal di testa.
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    Energia: 300
    Forza: 88
    Quirk: 132
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    Status: Indenne
    Tecniche usate: Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Lista tecniche:
    Gaea's rage [Livello 2]
    Usando del materiale resistente (roccia, ferro, cemento, etc.) a portata di mano, Hamuko lo usa per infondere i suoi avambracci rendendoli più resistenti ai danni.
    Costo: 20+ 5 mantenimento
    Riduzione danno: Medio


    Atronach's Blessing [Livello 2]
    Allungando la mano nella direzione di una tecnica nemica a medio o lungo raggio, se essa è di un elemento o qualcosa che Hamuko può sacrificare lei lo fa, facendo diventare il suo braccio dell'elemento intercettato. Questa tecnica NON riduce il danno, ma è solo un'infusione che sfrutta il quirk nemico a proprio vantaggio. Una volta infuso, il braccio provoca più danni al nemico più eventuali bonus puramente narrativi che variano da elemento ad elemento.
    Costo: 20 + 5 mantenimento
    Effetto: +1 Forza [Lv 2: Durata 2 turni; + 1 Ogni 10 punti quirk]


    Pagan Tattoos [Livello 1]
    Tecnica imparata da sua madre, consiste nel usare una serie di complesse linee e disegni per alleviare lo stress del quirk sul suo corpo, permettendole di usare un'altra infusione senza subire le conseguenze ed ignorare i limiti del proprio corpo. Per farlo deve rimanere ferma e concentrarsi su un'area ristretta del corpo, mossa utile siccome l'alternativa è rimanere ferma incapacitata di usare le proprie tecniche.
    Costo: 30
    Effetto: Riduce a 0 il tempo d'attesa della fine di un'infusione, permettendole di usare subito un'altra tecnica.


    Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Recovery [Livello 2]
    Il suo quirk è molto versatile, quello è vero, ma a volte Hamuko si sorprende da sola ai limiti che può raggiungere con questo potere. Forse una tecnica un po' troppo brutale per una ragazza come lei, però l'idea sarebbe di infondere la zona dove ha subito dei danni con del sangue altrui per accelerare il processo di rigenerazione. Analogamente alle tecniche di questo tipo, non può usare il suo stesso sangue e per quanto riguarda quello altrui deve essere fresco ed in quantità sostanziali, dunque niente cure con solo un paio di gocce o una ferita causata da un foglio di carta.
    Finito il processo di cura Hamuko, al contrario delle altre infusioni, dovrà aspettare meno rispetto al resto delle proprie tecniche forse perché non cambiando radicalmente il proprio corpo, lei ne risulta essere meno provata ed anche perché questa infusione è breve (il termine del periodo di rigenerazione insomma). Questa abilità potrà essere usata di nuovo solo dopo 6 turni. Finita la cura, invece, al posto dei 6 turni di attesa alla fine di un'infusione, Hamuko ne dovrà aspettare solo uno.
    Costo: 25
    Danno: Cura media (Metà dei danni subiti)


    Rude Buster [Livello 2]
    Con la capacità di muovere le sue infusioni mediante l'abilità “That tipe of pride ain't good for your health!”, Hamuko riesce anche ad espellere il materiale prima assorbito. Per far ciò lei, ovviamente, deve avere un'infusione, ma anche deve rimanere ferma e concentrata, senza contare che il processo non fa affatto bene al proprio corpo, aggiungendo 2 turni d'attesa al "cooldown" fra un'infusione e l'altra.
    Il getto è comparabile ad uno sparo di un fucile a pompa, coprendo un'area triangolare di fronte a sé che raggiunge al massimo la distanza di un metro, dopo di ché Hamuko verrà sbalzata all'indietro dal rinculo.
    Costo: 25
    Danno: Medio


    Oggetti trasportati:
    Rokushakubo [2]
    - Classico bastone tradizionale in legno usato per le arti marziali, noto per la sua portata anche e rinforzato con un'asta in fibra di carbonio e perfetto per aumentare il proprio raggio d'azione. E' di un marrone molto scuro, duro e con un po' di decorazioni alle due estremità. Usato da Hamuko risulta un po' sproporzionato ma lei lo usa molto volentieri, trovandolo molto utile per compensare al suo alquanto limitato raggio d'azione in assenza di infusioni come "Artemisia's Execution". Il fatto che l'ha comprato è il risultato di un consiglio di Yumeru dopo la loro lotta, decidendo di seguire il parere del ragazzo dopo un paio di tentativi nel brandire l'oggetto - è ancora incredula che lui ha avuto ragione.
     
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    Avrebbe sicuramente avuto da ridire sulle parole dell'uomo riguardo la classifica degli eroi, come Yumeru, anche Sumire vedeva tale come un'aspetto positivo del loro lavoro, sia perchè spronata gli eroi a far del loro meglio, che più egoisticamente le piaceva l'idea di poter competere per diventare la numero uno. D'altra parte, trovava una sottile ironia che nell'esame per prendere la licenza provvisoria per diventare eroi fosse loro concesso qualcosa di così meschino come rubare la possibilità dalle mani di altri loro futuri colleghi. Ciò che poi attirò più la sua attenzione, al di là della sua breve spiegazione, fu il fatto che lui avesse pronunciato il suo cognome, lasciandola attonita e leggermente inquieta. Lì dentro dovevano esserci almeno un centinaio di persone, di cognomi, era impossibile se li ricordasse tutti, eppure aveva appena detto il suo. Si erano già incontrati? No, lei non lo avrebbe dimenticato. Forse aveva dato una forte impressione quando l'aveva chiamata? Eppure lì dentro c'erano individui molto più eccentrici di lei; la parte più egocentrica di lei amava credere nella seconda opzione, ma ciò non la calmava affatto.
    Annuì debolmente e poi si diresse agli spogliatoi femminili assieme alle sue compagne. Non tentò nemmeno di ritrovarsi assieme ad Hamuko lì dentro, scelse la prima panchina libera che trovò, vi appoggiò la borsa ed iniziò a cambiarsi, indossando il suo costume, se così si poteva definire. Alla fine era un abbigliamento abbastanza normale rispetto a quello che stava vedendo indossare alle altre ragazze, non sarebbe saltato troppo all'occhio. Si diede una veloce e complessiva occhiata allo specchio, era la prima volta, escludendo le volte in cui l'aveva provato, che metteva quel costume sembrava essere abbastanza comodo.
    Mise dentro il borsone la tuta della scuola e il suo cellulare, per poi infilare il tutto dentro uno di quei armadi arancioni, sfilando le chiavi e dirigendosi verso l'ennesimo auditorium.
    La sala era più spaziosa, e vuota, in confronto a quella precedente. Una schermata dietro di loro mostrava i nomi dei trio che si sarebbero formati e che dovevano andare alle scrivanie dove vi era appostato l'uomo assieme ad altri che Sumire presumeva fossero suoi colleghi. Tempo di guardarsi un po' attorno e giudicare mentalmente i costumi dei ragazzi delle altre scuole, che il suo nome —assieme a quello di Yumeru e Hamuko— apparve sullo schermo digitale. La ragazza si diresse assieme ai due verso il fondo della sala dove, oltre le scrivanie, si trovavano tre porte.
    L'uomo baffuto spiegò ai tre altri dettagli sulla prova, consegnando uno strano bracciale a ciascuno e spiegandone il funzionamento. Ora, Sumire non conosceva bene la sua compagna, ma decise di mostrare la massima attenzione, sapendo quasi per certo che almeno Yumeru avrebbe probabilmente dimenticando qualcosa. Il fatto che, una volta che l'informazione fosse stata trovata e messa nel bracciale, smettesse di inviare segnale ai loro bracciali, la preoccupava un po' perchè ciò significava avrebbe dovuto essere veloci in modo da trovarla per primi e non dover poi vagare in giro per lo stadio nella disperata ricerca di qualcuno che nel suo bracciale avesse il led illuminato di viola.
    ‹ Grazie. › ringrazio anche lei il signore, chinando lievemente il capo, con uno sguardo ancora un po' sospettoso e perplesso. Alzò la manica della maglia e si sistemò il bracciale sulla sinistra, raggiungendo così i suoi due compagni, proprio mentre Yumeru dava un po' di suoi capelli alla castana, sfoggiando a lui un sorriso vittorioso.
    ‹ Oh, grazie Ushiyama-san! Tu invece come mai non hai portato il tuo? › il suo viso s'addolcì in un sorriso meno arrogante, per quanto ancora molto plastico. In realtà Sumire ci aveva pensato molto al fatto di portare o meno la tuta della scuola, perchè se fosse stato per lei avrebbe volentieri tenuto quella come costume da eroe.
    Una volta attraversato il lungo corridoio si ritrovarono di nuovo alla luce del sole, in un paesaggio cittadino privo di persone. Alla loro sinistra vi era un negozio di animali, dalla vetrata si potevano osservare alcuni piccoli acquari, dall'altro lato invece quella che sembrava una scuola. Anche Sumire aprì la propria mappa olografica per vedere la posizione del loro obbiettivo e quando lontano fa loro fosse. Ascoltò così l'idea di Yumeru, normalmente avrebbe optato per qualcosa di più sicuro, passare magari nei vicoli più nascosti tra gli edifici in modo da non essere visti da lontano, e quindi percorrere una strada un po' più lunga, questa volta però presa un po' dall'ansia del dover trovare in fretta l'informazione e il fatto che la loro squadra non fosse esattamente la migliore per mobilità e ricognizione, decise che forse era il caso di dargli ascolto. ‹ Sì, penso che dovremmo fare così. › essere diretti e percorrere la strada più corta per raggiungere velocemente il cinema era la scelta migliore che aveano a disposizione.
    Su una cosa però non sarebbe mai stata d'accordo: ‹ Detto questo, l'informazione la terrò io. › affermò in un tono che non ammetteva obbiezione alcuna. Non avrebbe mai affidato qualcosa di così importante a nessuno dei due, Yumeru lo considerava ancora un tipo poco affidabile, mentre Ushiyama non la conosceva abbastanza.

    | Hero | #Liv. 4 | 17 y.o. | © |
    Energia: 300| Forza: 46 | Quirk: 120 | Agilità: 109
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    Scheda: Link.



    Stato: Illesa

    Tecniche: -

    Equipaggiamento:
    • Adaptive Suit.
    • Descrizione: Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    • Effetto: //
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    LICENZA HAMUKO, YUMERU E SUMIRE

    Quello che si era aperto ai loro occhi era un semplicissimo paesaggio urbano. Alcune costruzioni erano perfettamente caratterizzate e riconoscibili, come ad esempio il negozio di animali alla loro sinistra o la scuola alla loro destra. Altri edifici erano invece più anonimi, tanto che il loro nome non era neppure segnato sulla mappa olografica in loro dotazione: si trattava in questo caso, probabilmente, di semplici abitazioni di poco interesse. I tre decisero quasi univocamente di approcciare la strada più diretta possibile per raggiungere l'informazione assegnatagli, con ben poco da discutere tra Yumeru e Sumire. Si trattava probabilmente di un evento straordinario, ma era quantomeno la dimostrazione di una crescente maturità nei confronti del ruolo di un eroe e della serietà del lavoro. Serietà che, però, sembrò incrinarsi poco dopo con l'inizio di quello che, se protratto, poteva facilmente trasformarsi in un inutile battibecco riguardo a chi dovesse portare l'informazione in salvo.
    In ogni caso, i tre giovani della UA decisero di voltarsi immediatamente a destra e attraversare il piccolo vicolo su cui si affacciavano le finestre del lato maggiore dell'edificio scolastico per sboccare nella strada parallela a quella dove erano sbucati seguendo il tunnel indicatogli dall'esaminatore. I ragazzi si sarebbero presto ricordati di non essere soli in quella situazione: un gruppetto di ragazzi faceva un leggero rumore muovendosi sul tetto della scuola. Doveva certamente trattarsi di contendenti dalle capacità di movimento ben più spiccate di quelle del nostro gruppo se erano riusciti ad arrampicarsi lì in cima in così poco tempo: la scuola era infatti un edificio a tre piani e, pur non essendo un grattacielo, era abbastanza impossibile raggiungerne la cima senza delle doti inumane. Per il momento, comunque, questo gruppo non sembrava voler interferire in alcun modo con loro.
    Giunti nella via designata, i ragazzi si trovarono col colossale centro commerciale alla loro destra e, una volta superata la scala, una normalissima abitazione di stampo giapponese alla loro sinistra, una casa circondata da un piccolo giardino delimitato da delle basse mura in pietra. Sullo sfondo, in lontananza, si poteva vedere un edificio molto alto in costruzione: doveva trattarsi di quel palazzo in costruzione indicato oltre all'area residenziale sulla mappa. Considerato che quest'ultima non indicava alcun tipo di scala o di distanza, la sua presenza a campeggiare nello skyline poteva in qualche modo aiutare a farsi un'idea della grandezza di quell'area di simulazione.
    I ragazzi si trovavano ormai praticamente all'altezza dell'ufficio antistante il parco d'uscita quando due cose avrebbero attirato la loro attenzione. La prima era un gruppetto di tre studenti che, dal parco, sembrava correre in direzione del cinema che proprio loro dovevano raggiungere. Sarebbe bastata una veloce occhiata e un minimo di logica per rendersi conto che l'entrata dell'edificio a scopo di intrattenimento non si trovava sul lato rivolto verso il centro commerciale ma, molto probabilmente, su quello verso l'area residenziale per permettere agli abitanti di accedervi con più facilità.
    La seconda cosa, che probabilmente avrebbe attirato la loro attenzione più di quei possibili ladri di informazioni, fu un'esplosione dell'edificio adibito ad ufficio proprio quando i giovani vi si stavano avvicinando. Il suo rumore li avrebbe probabilmente momentaneamente storditi, mentre il fumo derivato da qualsiasi-cosa-l'avesse-scatenata avrebbe al contempo offuscato la loro vista e infestato le loro narici. A quel punto, ripresa piena coscienza di sé, non gli restava che decidere se indagare su quell'esplosione dell'ufficio o dirigersi in tutta fretta al cinema per prendere l'informazione.



    [spoiler_tag]La mappa in dotazione allo stato attuale delle cose[/spoiler_tag]
    IekDA2H


    CITAZIONE
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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato


    Yumeru fu piuttosto sorpreso.

    Quando aveva proposto il suo piano di azione si era aspettato quasi con certezza che il suo suggerimento sarebbe stato respinto. Non tanto da parte di Ushiyama che malgrado tutto sapeva essere abbastanza ragionevole, ma decisamente non si aspettava l’approvazione da parte di Sumire.
    Istintivamente si era aspettato un immediata protesta da parte dell’albina unicamente sul principio che era stato lui a proporre quella linea d’azione. Quando invece la ragazza espresse approvazione l’incredulità del ragazzo si palesò sul suo volto.
    Ma quell’improbabile momento di armonia rimase però per l’appunto solo un momento – perché giusto un istante dopo Sumire avvallò i primi timori di Yumeru e protestò contro l’idea che fosse lui a tenere il cilindro dell’informazione, impuntandosi perché fosse lei invece a portarla.
    Yumeru inclinò la testa leggermente all’indietro e alzò gli al cielo – rimproverandosi mentalmente per aver pensato per anche un solo momento che sarebbe stato facile collaborare con l’egocentrica personalità di Sumire “Ovviamente…” – sbuffò con tono sarcastico – “…non dovremmo mica aspettarci che tu metta da parte il tuo ego e ragionare obbiettivamente sul fatto che fra noi tre io sono quello con migliori abilità difensive e sarei più adatto a difendere l’informazione…” – il ragazzo però si fermò di colpo. Sapeva come sarebbe andata la cosa. Questa scena fra lui e Sumire si era ripetuta quotidianamente un migliaio di volte e se si lasciava prendere dalla foga sarebbero rimasti lì a litigare fino a notte fonda.

    Il ragazzo sospirò con fare esasperato e alzò le mani in segno di resa “Guarda… sai che ti dico? Fai pure. Farò io la persona matura – anche stavolta – e darò precedenza al gioco di squadra. Lascerò che la bambina viziata abbia il suo giocattolo…” – detto questo il ragazzo indossò la mezza maschera sul volto e accelerò il passo superando le due ragazze per poi aggiungere dando loro le spalle – “…ma come ti ho detto già in passato: per essere una persona cosi intelligente, fai un uso molto stupido della tua intelligenza, Murakami.”


    Intenzionato a lasciarsi la questione alle spalle, insieme alla stessa Sumire, Yumeru si mise in testa all’avanzata del trio. Questo non era un gesto di stizza o un tentativo di stabilire che fosse lui a capo della squadra. Semplicemente istintivamente il ragazzo diede per scontato che considerando che lui fosse l’unico con esperienza sul campo e perché, come aveva appena detto giusto un momento prima alla compagna albina, fra i tre membri della squadra lui era quello con migliori capacità difensive. Mettendosi in testa aveva più possibilità di poter reagire più prontamente a difendere efficacemente se stesso e le compagne.

    Il trio seguì il percorso che aveva suggerito Yumeru, passando di fianco alla scuola e inserendosi nella via parallela a quella da dove erano partiti. Il ragazzo avanzava a passo veloce ma senza correre. Per quanto il fattore di tempo e velocità fossero importanti, considerando che non avevano alcuna informazione su chi o cosa avrebbero dovuto affrontare per recuperare l’informazione consumare prematuramente energie per arrivare prima poteva rivelarsi contro-producente.
    Il ragazzo inoltre aveva ritenuto più cauto muoversi in maniera adiacente alle mura degli edifici sulla sinistra piuttosto che in piena vista in mezzo alla strada sgombra e deserta. Per quanto lo stealth non fosse il loro punto di forza di certo non guastava cercare di coprire al meglio la propria posizione.


    Mentre si muovevano lungo la parete della scuola il corvino sentì dei rumori provenire dall’alto – nello specifico da sopra il tetto della scuola. Preventivamente puntò la mano a palmo aperto alle sue spalle per segnalare alle due compagne di fermarsi. Si trattava di un metodo di comunicazione silenzioso basico che avevano imparato a scuola, utilizzato per comunicare con i membri della squadra durante missioni di copertura senza usare la voce – Yumeru diede per scontato che le due compagne della stessa classe lo conoscessero. Il ragazzo indicò con l’indice della mano verso il tetto e poi la portò a mò di coppa all’orecchio per segnalare alle due ragazze che aveva sentito dei rumori da quella direzione.

    Il trio sostò in quella posizione per una decina di secondi e dopo aver constatato che non sembravano esserci altri movimenti o rumori degni di nota il ragazzo dai capelli corvini fece segnale con la mano di proseguire.


    Avanzarono senza ulteriori interruzioni fino a raggiungere l’edificio segnato sulla mappa come “Office” – Yumeru aveva scandagliato con sguardo attento l’ambiente circostante in cerca di possibili minacce o movimenti sospetti. Avevano superato l’imponente edificio di un centro commerciale – doveva essere davvero impressionante il budget finanziario necessario per realizzare uno scenario cosi dettagliato di questa scala – trovandosi in visuale di una anonima abitazione in stile giapponese, mentre lontano sullo sfondo adesso si poteva intravedere la struttura scheletrica di un cantiere edile.

    Ma lo sguardo di Yumeru improvvisamente scorse infine il movimento sospetto che stava cercando – in realtà piuttosto facilmente perché si trattava di tre figure che correvano in direzione dell’edificio indicato sulla mappa come “Cinema” – il ragazzo segnalò a gesti la cosa alle due compagne però allo stesso tempo mormorando fra se e se “Questo potrebbe essere una complicazione…” – i tre si stavano dirigendo verso l’edificio in cui era segnata la loro informazione e quindi potevano potenzialmente rivelarsi un ostacolo per la loro squadra.


    Il ragazzo ebbe giusto il tempo di fare questo commento prima di essere investito a sorpresa dal boato di un esplosione.

    Il ragazzo si portò istintivamente una mano sull’orecchio offeso dall’onda sonora. Yumeru poté intuire a malapena che qualcuno o qualcosa doveva aver causato l’esplosione nell’ufficio proprio accanto a loro. Una coltre di fumo e macerie li avvolse rapidamente riducendo drasticamente il loro campo visivo. Fortunatamente la mezza maschera che indossava sul volto filtrava parzialmente il fumo e le ceneri che cercavano di invadere bocca e naso, ma aiutava solo in maniera molto marginale.
    Yumeru si lasciò guidare dall’istinto e reagì prontamente. Si girò verso le due compagne per assicurarsi che stessero bene e che fossero in condizione di recepire quello che voleva comunicare – la coltre poteva interferire con il contatto visivo necessario per comunicare con loro con le mani cosi per sicurezza il ragazzo decise integrare i segnali comunicando a voce alta “Dobbiamo andare via di qui! Meglio correre verso l’entrata più in fretta che possiamo.”

    Una volta ottenuto un qualsiasi segnale di conferma dalle due ragazze Yumeru si volse verso il punto dove doveva trovarsi l’entrata del cinema e iniziò a correre verso di esso. Rimanere ad investigare l’esplosione si sarebbe potuto rivelare inutile e pericoloso – la loro preoccupazione era principale era raggiungere l’informazione prima che lo potesse fare qualcun altro…



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    Ottima domanda, perché era andata lì con l'uniforme da ginnastica? Voleva dirle che non pensava fosse necessario o perché non era qualcosa di così serio, però più notava com'era strutturato l'esame e più comprendeva quanto si era sbagliata. Almeno aveva con sé quel poco che le serviva, però ripensandoci avrebbe preso il costume senza alcuna esitazione. « Non so, non mi pareva necessario? Ripensandoci non è stata una buona idea, » magari giocare la carta della sciocca e metterla sul ridere era l'opzione migliore, avrebbe capito se i due l'avrebbero sgridata ma voleva, appunto, evitare di evocare litigi o bisticci di alcun tipo quando in quel momento avevano bisogno di molto gioco di squadra.
    Dunque non c'era da meravigliarsi se Hamuko poco dopo provò un fastidio enorme non appena l'albina aprì bocca. Ora, sapeva che lei fosse una particolare, per metterla sul gentile, però Hamuko era il genere di ragazza che pensava che in casi come quelli mettere da parte l'ego o competizioni personali vari fosse il minimo, perché si finiva di gettare nel cesso lo sforzo degli altri. Sospirò pesantemente mettendo le mani sui fianchi, voleva tanto aprire bocca e commentare, magari fare da mediatrice, però per sua fortuna fu Yumeru quello che parlò per primo e per la sorpresa di nessuno si trovò in disaccordo con lei. "Meno male che l'ha detto lui e non io," pensò lei mentre l'altro proseguiva, lasciandola sorpresa quando alla fine le concesse di tenere l'informazione. Non poteva che concordare con lui in tutto, una cosa un po' strana ma che alla fine aveva pure senso, sopratutto vista la posta in gioco - ciò non toglieva che concordare con Yumeru fosse strano. Per lo meno si sentiva meno sola, l'idea di essere l'unica a pensarla in quel modo la stressava a non finire, forse in due avrebbero potuto rendere l'altra più trattabile. « Vai pure avanti, Murakami-san, » si sentiva in grado di coprire il gruppetto ora che avrebbero iniziato a girovagare per la zona e con Yumeru di fronte non avevano niente da invidiare a nessuno. Sperava solo che Sumire non volesse essere lei prima, che onestamente sarebbe stato quasi comico.
    Facendo passare avanti il tempo di giusto un po', presto si sarebbero ritrovati in una stradina fra due edifici, uno dei due una scuola dalla quale provenivano dei suoni piuttosto distinti. Sembravano arrivare dal soffitto ed a quanto pare non era la sola ad averli sentiti, pure Yumeru le aveva avvisate con quel linguaggio a gesti che meno male aveva imparato. Sapeva che le sarebbe tornato utile! Ciò non toglieva che lo stress e l'ansia provata fosse molta, l'idea di essere colta di sprovvista l'attanagliava e per quanto fosse pronta a scattare al minimo segno, questo non sembrava arrivare. Passati dei secondi che erano sembrati minuti ripartirono in direzione dell'ufficio, con una Hamuko scossa, tesa ma tutto sommato ancora ottimista.
    La strada successiva sembrava essere di un'ampiezza simile alla prima, circondata da altri edifici uno fra i quali un enorme centro commerciale che rifece affiorare nella mente di Hamuko la domanda, oramai perenne, "ma dove li tirano fuori questi soldi?". Chissà come avrebbe reagito Shinjiro quando glie l'avrebbe detto. Ad ogni modo, i suoi occhi erano bene aperti e seguiva gli altri due a ritmo costante e per un momento pensava che avrebbe raggiunto il cinema senza problemi, più in avanti poteva scorgere un'apertura che ava vita a quella che pareva essere una piazzetta. Fece un leggero sospiro, sollevata, ma ignara che fra pochi secondi le cose si sarebbero capovolte in una maniera inaspettata.
    Provò un brivido quando scorse i gesti del ragazzo, indicando il gruppetto di fronte a loro che lei aveva appena notato. La loro direzione era forse la cosa più problematica, si dirigevano verso il cinema e probabilmente volevano anche trovare l'informazione. L'informazione che però serviva anche a loro, mettendo i semi in ciò che forse sarebbe germogliato in un conflitto. Ovviamente sperava che ciò non sarebbe avvenuto, ma ben presto ogni buon proposito venne gettato al vento.
    Non ebbe nemmeno il tempo di urlare, l'esplosione fu così veloce ed inaspettata che l'unica cosa che poté fare era coprirsi le orecchie ed aspettare che il fischio smettesse, aprendo man mano gli occhi e notando la coltre di fumo e la voce di Yumeru. Per lo meno erano ancora tutti insieme, una magra consolazione ma a quel punto non poteva pretendere molto. « Si, facciamo in fretta, » voleva dire che trovava sospetto che avevano visto il gruppetto pochi secondi prima dell'esplosione, ma in quel momento era più importante mettersi al sicuro ed accertarsi di non avere l'informazione rubata sotto il loro naso. Si accertò che la ciocca di capelli fosse in suo possesso e se ci fossero ciocchi in giro (ed in tal caso ne avrebbe preso uno), e solo dopo si sarebbe indirizzata verso l'entrata. Aveva il bastone, vero, ma preferiva essere pronta al peggio.
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    Energia: 300
    Forza: 88
    Quirk: 132
    Agilità: 55
    Peso Trasportabile: [2/4]

    Status: Indenne
    Tecniche usate: Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Lista tecniche:
    Gaea's rage [Livello 2]
    Usando del materiale resistente (roccia, ferro, cemento, etc.) a portata di mano, Hamuko lo usa per infondere i suoi avambracci rendendoli più resistenti ai danni.
    Costo: 20+ 5 mantenimento
    Riduzione danno: Medio


    Atronach's Blessing [Livello 2]
    Allungando la mano nella direzione di una tecnica nemica a medio o lungo raggio, se essa è di un elemento o qualcosa che Hamuko può sacrificare lei lo fa, facendo diventare il suo braccio dell'elemento intercettato. Questa tecnica NON riduce il danno, ma è solo un'infusione che sfrutta il quirk nemico a proprio vantaggio. Una volta infuso, il braccio provoca più danni al nemico più eventuali bonus puramente narrativi che variano da elemento ad elemento.
    Costo: 20 + 5 mantenimento
    Effetto: +1 Forza [Lv 2: Durata 2 turni; + 1 Ogni 10 punti quirk]


    Pagan Tattoos [Livello 1]
    Tecnica imparata da sua madre, consiste nel usare una serie di complesse linee e disegni per alleviare lo stress del quirk sul suo corpo, permettendole di usare un'altra infusione senza subire le conseguenze ed ignorare i limiti del proprio corpo. Per farlo deve rimanere ferma e concentrarsi su un'area ristretta del corpo, mossa utile siccome l'alternativa è rimanere ferma incapacitata di usare le proprie tecniche.
    Costo: 30
    Effetto: Riduce a 0 il tempo d'attesa della fine di un'infusione, permettendole di usare subito un'altra tecnica.


    Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Recovery [Livello 2]
    Il suo quirk è molto versatile, quello è vero, ma a volte Hamuko si sorprende da sola ai limiti che può raggiungere con questo potere. Forse una tecnica un po' troppo brutale per una ragazza come lei, però l'idea sarebbe di infondere la zona dove ha subito dei danni con del sangue altrui per accelerare il processo di rigenerazione. Analogamente alle tecniche di questo tipo, non può usare il suo stesso sangue e per quanto riguarda quello altrui deve essere fresco ed in quantità sostanziali, dunque niente cure con solo un paio di gocce o una ferita causata da un foglio di carta.
    Finito il processo di cura Hamuko, al contrario delle altre infusioni, dovrà aspettare meno rispetto al resto delle proprie tecniche forse perché non cambiando radicalmente il proprio corpo, lei ne risulta essere meno provata ed anche perché questa infusione è breve (il termine del periodo di rigenerazione insomma). Questa abilità potrà essere usata di nuovo solo dopo 6 turni. Finita la cura, invece, al posto dei 6 turni di attesa alla fine di un'infusione, Hamuko ne dovrà aspettare solo uno.
    Costo: 25
    Danno: Cura media (Metà dei danni subiti)


    Rude Buster [Livello 2]
    Con la capacità di muovere le sue infusioni mediante l'abilità “That tipe of pride ain't good for your health!”, Hamuko riesce anche ad espellere il materiale prima assorbito. Per far ciò lei, ovviamente, deve avere un'infusione, ma anche deve rimanere ferma e concentrata, senza contare che il processo non fa affatto bene al proprio corpo, aggiungendo 2 turni d'attesa al "cooldown" fra un'infusione e l'altra.
    Il getto è comparabile ad uno sparo di un fucile a pompa, coprendo un'area triangolare di fronte a sé che raggiunge al massimo la distanza di un metro, dopo di ché Hamuko verrà sbalzata all'indietro dal rinculo.
    Costo: 25
    Danno: Medio


    Oggetti trasportati:
    Rokushakubo [2]
    - Classico bastone tradizionale in legno usato per le arti marziali, noto per la sua portata anche e rinforzato con un'asta in fibra di carbonio e perfetto per aumentare il proprio raggio d'azione. E' di un marrone molto scuro, duro e con un po' di decorazioni alle due estremità. Usato da Hamuko risulta un po' sproporzionato ma lei lo usa molto volentieri, trovandolo molto utile per compensare al suo alquanto limitato raggio d'azione in assenza di infusioni come "Artemisia's Execution". Il fatto che l'ha comprato è il risultato di un consiglio di Yumeru dopo la loro lotta, decidendo di seguire il parere del ragazzo dopo un paio di tentativi nel brandire l'oggetto - è ancora incredula che lui ha avuto ragione.
     
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52 replies since 12/4/2020, 16:39   1126 views
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