Licenza Hamuko, Yumeru, Sumire

Licenza Provvisoria - Utenti: Decadent Albatross, Leonarch, Lostien

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    Yumeru fortunatamente acconsentì a portare il ragazzo ferito, lasciando così Sumire molto più libera, ed era stato questo l'obbiettivo principale, ora entrambe le informazioni erano in suo possesso ed avere un peso morto addosso l'avrebbe solo rallentata. Aveva pensato che il corvino avrebbe fatto storie sul non voler prendere ordini da lei, ma non discusse ed acconsentì a portare fuori il corvino.
    L'albina sperava che fossero riusciti a incastrare l'automa nel sottosuolo del cinema e che questi non potesse più uscire, probabilmente era chiedere troppo e per questo motivo non aveva perso troppo tempo e si era subito diretto verso l'uscita dell'edificio.
    Non doveva essere passato troppo tempo da quando erano entrati a recuperare l'informazione, eppure il tempo si era dilatato e a Sumire parve di non respirare aria fresca da ore. Fu la prima ad uscire, anche lei iniziava a sentire la fatica ora che la situazione si era calmata per un attimo: il fiatone, e il cuore che le martellava sul petto; si guardò velocemente attorno, oltre a lei non sembrava esserci nessun'altro in giro nei paraggi, almeno non che fosse visibile, e questo era un bene, non sarebbero riusciti ad affrontare l'androide e un'altra squadra.
    I suoi occhi caddero per un attimo sul cilindro celeste che apparteneva all'altro gruppo e poi ricontrollò la mappa sul suo bracciale, il parco distava pochi minuti da dove si trovava adesso, forse non sarebbe stato necessario usare l'informazione come esca.
    Aspettò che uscissero gli altri, e poco più tardi probabilmente se ne sarebbe pentita, la prima a fare capolino dalla porta fu Hamuko assieme alla ragazza svenuta, e subito dietro di lei Yumeru e quello dell'altra squadra. Sumire era quasi sicura che sarebbero stati molti più al sicuro lontano da loro, ora che il ragazzo non aveva più l'informazione, ma non potevano nemmeno abbandonarli lì nella sala del cinema, sopratutto il corvino, gravemente ferito.
    Mentre tornavano, il ragazzo stava parlando di qualcosa a Yumeru, ma tutta l'attenzione finì sui boati che iniziarono a sentirsi dall'edificio che avevano appenda abbandonato: la breve pausa era appena finita, il pericoloso robot si era risvegliato e stava di nuovo tentando di raggiungerli.
    ‹ Sbrighiamoci, il parco è qua vicino. ›, l'albina non perse tempo e non aspettò che l'inseguitore uscisse per darsela a gambe, con il cilindro dell'altra squadra ancora stretto nella sua mano.
    Sumire avrebbe condotto gli altri essendo l'unica a non dover trasportare nessuno, camminava velocemente ma non si allontanava troppo dal gruppo, aspettandoli in caso qualcosa succedesse.
    Un altro boato, l'albina si voltò e vide il robot uscire dal muro del cinema ora distrutto, l'intento di lei di poco prima all'automa era riuscito e purtroppo la sua estremità metallica sembrava ancora del tutto integra. Quello che invece lo era un po' meno era la testa o meglio, il casco, per il colpo della caduta una metà era andata persa, rivelando un volto umano. Un'uomo dai capelli rossi ed occhi dorati li stava fissando.
    C'era una persona dentro all'automa, tipo armatura? Il fatto che assomigliasse più a un'armatura che ad un robot era la prima cosa che aveva pensato al vederlo. Oppure era un cyborg? Sembrava tutto incredibilmente complesso e un po' troppo costoso per un semplice esame di licenza provvisoria. Gli occhi di Sumire rapidamente scannerizzarono le facce dei suoi compagni come al voler capire se qualcuno di loro aveva la risposta.
    Non ebbero tempo di ragionare troppo,la cosa puntò il tridente verso di loro e, com'era già successo, si illuminò di rosso. L'ultima volte quella luce aveva distrutto il muro del cinema, questa volta, se non avessero fatto nulla, avrebbe distrutto loro. Sumire perse un secondo a chiedersi se era legale e se ciò facesse davvero parte della licenza... insomma, erano pur sempre appena al secondo anno e loro erano fortunati a far parte della miglior scuola del Giappone, ma gli altri? Chi sarebbe riuscito a sopravvivere a quel robot? Sumire non si sarebbe stupita se fossero stati gli unici a superare la prova. Sempre se riuscivano a superarla.
    Il ragazzo dalla treccia corvina attirò la sua attenzione, lei aveva ancora l'informazione in mano. Sarebbe servito, a questo punto, lanciarla? Non era più nemmeno sicura che quello che stavano combattendo fosse un robot e se quella cosa poteva ragionare allora non le sarebbe importato del cilindro celeste se era più semplice prendere il loro.
    Sumire si fermò, portò il braccio all'indietro e poi lanciò con forza l'informazione dell'altra squadra verso l'edificio in costruzione. Non era tempo di essere altruisti con loro, la sua esclamazione era ultima conferma di cui aveva avuto bisogno per disfarsi del cilindro. Forse non avrebbe funzionato, ma tentar non nuoce.
    Si sarebbe messa a correre subito dopo, erano tropo vicini per vedersi fallire.

    | Hero | #Liv. 4 | 17 y.o. | © |
    Energia: 210 | Forza: 46 | Quirk: 120 | Agilità: 109
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    Scheda: Link.



    Stato: Danni lievi alla mano sinistra.

    Tecniche: //

    Equipaggiamento:
    • Adaptive Suit.
    • Descrizione: Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    • Effetto: //
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    Sentire l'aria fresca sulla propria pelle fu una strana sensazione, si era abituata così tanto ad essere la dentro che era sicura di aver speso come minimo mezz'ora in quel edificio. Le avventure con quel robottone l'avevano lasciata stremata, ripensandoci era una pazzia che hanno avuto a che fare con un affare del genere e che un'altro gruppo se l'era vista peggio di loro. Gruppo che, in parte, stavano aiutando, Yumeru dietro di lei con il ragazzo dalla chioma nera e lei con la ragazza minuta, sperando di avere strada facile da lì fino al traguardo. Sumire era davanti a lei, erano ancora relativamente vicini dunque non avrebbero speso troppo tempo per raggrupparsi e continuare il loro viaggio. La fine di quella prova era così vicina.
    Non era preoccupata del fatto che Sumire era in possesso di ambo le informazioni, non andavano d'accordo ma su una cosa era certa, ovvero sul talento e bravura individuale della ragazza. Forse uno potrebbe ridire qualcosa sul suo gioco di squadra, ma almeno non c'era da temere che le avrebbe perse vista l'insistenza di portarle. La raggiunse con una spalla lievemente indolenzita per via del peso umano che stava portando, facendo leva ogni tanto col bastone che continuava a sembrare ridicolo se comparato alla statura della castana. Yumeru non tardò a raggiungerli e per un breve momento le cose sembravano andare bene, con l'albina ad incoraggiarli a seguirla verso il parco che non poteva distare più di tanto dalla loro locazione. Si erano appena rimessi in moto quando un boato colse la loro attenzione. La sua mente voleva convincerla che era solo una coincidenza, ma la fonte del suono era ovvia.
    Proveniva dal cinema.
    Il muro era a pezzi, una sagoma famigliare era apparsa ed il terrore si era nuovamente annidato nel cuore della giovane. Non lo avevano sconfitto facendolo cadere in quell'apertura, ovvio, ma le sembrava assurdo che poteva addirittura uscire dal cinema. Almeno lì dentro poteva appoggiare la ragazza dell'altro gruppo per terra, ma lì non era un'opzione, abbandonare o anche solo appoggiare lì i feriti era fuori discussione. Una cosa però entrò nel campo visivo di Hamuko, ovvero ciò che sembrava in tutto e per tutto un viso umano laddove prima era presente un elmo. Ora, o chiunque l'aveva creato aveva una mania di perfezione oppure c'era qualcosa di veramente sbagliato, però era anche probabile che la pensava così solamente per via dell'adrenalina. Ad ogni modo, era meglio pensarci dopo (e fare molte domande), in quel momento era meglio mettersi al riparo.
    Come a volerle dar ragione nel peggior modo possibile, il coso diede a loro poche possibilità di mettere in salvo i feriti alzando di nuovo il tridente ma questa volta non era per aprire un varco. L'aveva già percepita quella sensazione, quella leggera paralisi che le bloccava i movimenti e la voglia di urlare - non potevano fuggire. Era lì che uno dimostrava di aver imparato le proprie lezioni, di poter dimostrare di che pasta era fatto; doveva agire. Abbandonò per un momento il bastone ed afferrò la ragazza con entrambe le mani e diede le spalle al tridente, preferendo essere colpita e salvare l'altra che far colpire ugualmente entrambe. Del bastone in quel momento le importava ben poco, mal che vada avrebbe rotto nuovamente le scatole ai tizi dei laboratori. Fu solo dopo che udì la voce del ragazzo corvino intimare a Sumire di lanciare l'informazione, forse volendo usarla come esca - un'ottima idea, date le circostanze. Sarebbe bastato? In quel momento la sua mente non poteva ragionare o recepire concetti come "farsi del male" o "non puoi farti colpire", era un momento intenso e vista la mancanza di protezioni o muri la sua menta aveva optato per l'opzione più sensata. Forse in quel tempo correndo sarebbe riuscita a raggiungere qualcosa, ma non ebbe il tempo di pensarci su.
    heroeslivello: 4archivioscheda©


    Energia: 230
    Forza: 88
    Quirk: 132
    Agilità: 55
    Peso Trasportabile: [2/4]

    Status: Danni lievi al petto
    Tecniche usate: Pagan Tattoos [Livello 1]
    Tecnica imparata da sua madre, consiste nel usare una serie di complesse linee e disegni per alleviare lo stress del quirk sul suo corpo, permettendole di usare un'altra infusione senza subire le conseguenze ed ignorare i limiti del proprio corpo. Per farlo deve rimanere ferma e concentrarsi su un'area ristretta del corpo, mossa utile siccome l'alternativa è rimanere ferma incapacitata di usare le proprie tecniche.
    Costo: 30
    Effetto: Riduce a 0 il tempo d'attesa della fine di un'infusione, permettendole di usare subito un'altra tecnica.


    Lista tecniche:
    Gaea's rage [Livello 2]
    Usando del materiale resistente (roccia, ferro, cemento, etc.) a portata di mano, Hamuko lo usa per infondere i suoi avambracci rendendoli più resistenti ai danni.
    Costo: 20+ 5 mantenimento
    Riduzione danno: Medio


    Atronach's Blessing [Livello 2]
    Allungando la mano nella direzione di una tecnica nemica a medio o lungo raggio, se essa è di un elemento o qualcosa che Hamuko può sacrificare lei lo fa, facendo diventare il suo braccio dell'elemento intercettato. Questa tecnica NON riduce il danno, ma è solo un'infusione che sfrutta il quirk nemico a proprio vantaggio. Una volta infuso, il braccio provoca più danni al nemico più eventuali bonus puramente narrativi che variano da elemento ad elemento.
    Costo: 20 + 5 mantenimento
    Effetto: +1 Forza [Lv 2: Durata 2 turni; + 1 Ogni 10 punti quirk]


    Pagan Tattoos [Livello 1]
    Tecnica imparata da sua madre, consiste nel usare una serie di complesse linee e disegni per alleviare lo stress del quirk sul suo corpo, permettendole di usare un'altra infusione senza subire le conseguenze ed ignorare i limiti del proprio corpo. Per farlo deve rimanere ferma e concentrarsi su un'area ristretta del corpo, mossa utile siccome l'alternativa è rimanere ferma incapacitata di usare le proprie tecniche.
    Costo: 30
    Effetto: Riduce a 0 il tempo d'attesa della fine di un'infusione, permettendole di usare subito un'altra tecnica.


    Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Recovery [Livello 2]
    Il suo quirk è molto versatile, quello è vero, ma a volte Hamuko si sorprende da sola ai limiti che può raggiungere con questo potere. Forse una tecnica un po' troppo brutale per una ragazza come lei, però l'idea sarebbe di infondere la zona dove ha subito dei danni con del sangue altrui per accelerare il processo di rigenerazione. Analogamente alle tecniche di questo tipo, non può usare il suo stesso sangue e per quanto riguarda quello altrui deve essere fresco ed in quantità sostanziali, dunque niente cure con solo un paio di gocce o una ferita causata da un foglio di carta.
    Finito il processo di cura Hamuko, al contrario delle altre infusioni, dovrà aspettare meno rispetto al resto delle proprie tecniche forse perché non cambiando radicalmente il proprio corpo, lei ne risulta essere meno provata ed anche perché questa infusione è breve (il termine del periodo di rigenerazione insomma). Questa abilità potrà essere usata di nuovo solo dopo 6 turni. Finita la cura, invece, al posto dei 6 turni di attesa alla fine di un'infusione, Hamuko ne dovrà aspettare solo uno.
    Costo: 25
    Danno: Cura media (Metà dei danni subiti)


    Rude Buster [Livello 2]
    Con la capacità di muovere le sue infusioni mediante l'abilità “That tipe of pride ain't good for your health!”, Hamuko riesce anche ad espellere il materiale prima assorbito. Per far ciò lei, ovviamente, deve avere un'infusione, ma anche deve rimanere ferma e concentrata, senza contare che il processo non fa affatto bene al proprio corpo, aggiungendo 2 turni d'attesa al "cooldown" fra un'infusione e l'altra.
    Il getto è comparabile ad uno sparo di un fucile a pompa, coprendo un'area triangolare di fronte a sé che raggiunge al massimo la distanza di un metro, dopo di ché Hamuko verrà sbalzata all'indietro dal rinculo.
    Costo: 25
    Danno: Medio


    Oggetti trasportati:
    Rokushakubo [2]
    - Classico bastone tradizionale in legno usato per le arti marziali, noto per la sua portata anche e rinforzato con un'asta in fibra di carbonio e perfetto per aumentare il proprio raggio d'azione. E' di un marrone molto scuro, duro e con un po' di decorazioni alle due estremità. Usato da Hamuko risulta un po' sproporzionato ma lei lo usa molto volentieri, trovandolo molto utile per compensare al suo alquanto limitato raggio d'azione in assenza di infusioni come "Artemisia's Execution". Il fatto che l'ha comprato è il risultato di un consiglio di Yumeru dopo la loro lotta, decidendo di seguire il parere del ragazzo dopo un paio di tentativi nel brandire l'oggetto - è ancora incredula che lui ha avuto ragione.
     
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    Yumeru Shinso

    Hero | Liv. 5 | Età 17 | | Quirk | Scheda
    Status: Appesantito | Peso 1/4 | Energia 185 | Exp 795
    Forza 120 | Quirk 170 | Agilità 110



    Narrato - Parlato




    Yumeru varcò la soglia dell’entrata del cinema in una corsa dal passo appesantito. Davanti a se le sue due compagne aprivano la strada a distanza di qualche metro da lui, alle sue spalle invece il ragazzo portava il membro incapacitato della seconda squadra. Anche le sue compagne stavano trasportando qualcosa fuori dall’angusto cinema: Hamuko portava in spalla la minuta compagna del ragazzo trasportato da Yumeru, mentre Sumire trasportava ben due cilindri d’informazione, che seppur decisamente meno onerosi in termini di peso comportavano la responsabilità di successo sia per la loro squadra che per quella dei due ragazzi incapacitati. In più il trasportare quegli apparentemente innocui cilindri colorati rendeva l’albina il bersaglio primario dell’apparentemente implacabile automa che Yumeru sperava vanamente si fossero lasciati definitivamente alle spalle.

    Tenere il passo con le sue due compagne non era un impresa facile. Nonostante la sua notevole stazza e la sua non indifferente prestanza fisica trasportare il ragazzo sulle sue spalle, senza rallentare il passo, stava drenando le sue energie già piuttosto esigue dopo l’intenso scontro con l’automa nemico. Cercò di ottimizzare al meglio il suo consumo di energie stabilizzando quanto più possibile il proprio respiro – un tipo di esercizio con il quale fortunatamente aveva un ampia pratica acquisita quando ancora aveva difficoltà a controllare il suo Quirk.


    L’aria esterna sembrava più leggera rispetto quella respirata nell’oscura sala del cinema e potendo vedere a poca lontananza il parco designato come punto di recupero. Vedere la loro meta finale quasi a portata di mano accese un barlume di speranzoso entusiasmo nel cuore del giovane aspirante eroe.
    Yumeru approfittò dell’inconveniente situazione per interagire con il giovane ragazzo alle sue spalle chiedendogli informazioni su cosa fosse successo al compagno dai capelli rossi che mancava all’appello. Il ragazzo dai capelli scuri fra un colpo di tosse e l’altro si apprestò a rispondere alla domanda di Yumeru, esprimendo una discreta incertezza e il resto della sua risposta venne inghiottita dal fragore di un boato alle loro spalle.

    Il giovane studente della UA sapeva che voltarsi in direzione sarebbe stato un errore, ma nonostante ciò la parte razionale della sua mente non riuscì a frenare i suoi impulsi più istintivi e finì comunque per voltarsi in direzione del boato, giusto in tempo per assistere a parte del muro laterale del cinema esplodere aprendo una voragine dalla quale emerse la sagoma metallica dell’automa N.240.
    Ma c’era qualcosa che non andava in quella già normalmente spaventosa figura. Anche dalla discreta distanza a cui si trovava Yumeru non ebbe difficoltà a notare che l’elmo dell’automa era parzialmente scoperchiato rivelando al suo interno qualcosa di del tutto inaspettato: un volto umano.
    Quella vista arrestò per un istante il giovane Yumeru in un stato di turbata confusione. C’era stata quindi una persona dentro quell’affare durante tutto quel tempo? Si trattava forse solo di un trucco?

    Yumeru però saggiamente non si soffermò oltre nel contemplare la possibile natura di quel demonio metallico, ma era certo che l’inquietante volto ghignante montato su quel mostro di metallo sarebbe stato probabilmente il protagonista di molti suoi incubi nei mesi a venire. Senza indugiare oltre il ragazzo si rimise a correre con una foga aumentata dall’imminente senso di pericolo.


    Questa accortezza però sembrava non sarebbe bastata perché il loro avversario metallico, puntando senza indugio verso di loro, si apprestò con altrettanta prontezza a sfoderare nuovamente la sua arma mirando nella loro direzione. Yumeru aveva già visto quell’arma in azione da distanza ravvicinata ed era quindi già più consapevole della sua devastante pericolosità. Sperare di evitare quell’attacco in campo aperto sarebbe stata speranza e il ragazzo non poteva alcun riparo nella vicinanza che sembrasse abbastanza solido da poter sostenere il micidiale impatto dell’attacco esplosivo senza disintegrarsi.

    Yumeru sentì un momentaneo senso d’impotenza trovandosi privo di alcuna opzione valida per scongiurare lo spaventoso esito che sembrava stesse per realizzarsi a breve. La portata distruttiva di quell’attacco avrebbe potuto incapacitare l’intera squadra. L’aspirante eroe percepì la limitazione peso del ragazzo alle sue spalle – se fosse stato libero da quel peso Yumeru probabilmente non avrebbe esitato a voltarsi e fronteggiare frontalmente l’automa per far guadagnare tempo alle proprie compagne. Ma la presenza del ragazzo cambiava tutto – la sua sicurezza aveva la priorità e Yumeru non intendeva mancare alla propria responsabilità nei suoi confronti.


    Fu in quel momento che dalle sue spalle si levò il grido del suo “passeggerò” che in un atto di sacrificio altruistico esortò Sumire a lanciare il cilindro dell’informazione della seconda squadra per creare diversivo nella speranza che l’automa cambiasse almeno per un momento la sua priorità d’azione.
    In normali circostanze Yumeru avrebbe disapprovato sabotare le chance di successo della seconda squadra per preservare le proprie, ma in quel momento, vedendo la luce rossastra intensificarsi dietro di se il ragazzo non aveva alcuna intenzione di sollevare alcuna obiezione.

    Cosi il ragazzo osservò senza fermarsi Sumire esibirsi in un lancio olimpionico scagliando l’informazione quanto più lontano il suo braccio le permettesse in direzione del cantiere edile. Il dado era tratto – non si poteva più tornare indietro. E considerando cosa si trovava dietro Yumeru non era molto incline a prendere in considerazione quell’opzione in ogni caso.

    Perciò Yumeru fece l’unica cosa che era in condizione di fare, che era correre. Il ragazzo confluì tutte le sue energie rimanenti alle sue gambe. Per come la vedeva c’erano due possibili scenari: nel primo l’automa ignorava il diversivo e proseguiva a lanciare il suo temibile attacco esplosivo. Nel secondo l’automa abboccava all’esca e interrompeva momentaneamente l’attacco per recuperare il cilindro sacrificato. Ma il ragazzo sentenziò che in entrambi i casi la migliore linea d’azione era comunque quella di continuare a correre, pregando intensamente che non prendesse luogo il primo scenario.
    In quel caso a Yumeru non sarebbe rimasto che buttarsi a terra e cercare di proteggere se stesso e il suo passeggero utilizzando il suo Quirk.





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    N.240
    Seguendo le istruzioni o forse più correttamente l'ordine del ragazzo dell'altra scuola, Sumire si decise a lanciare via l'informazione dell'altro gruppo sperando bastasse a scongiurare l'attacco della macchina marchiata dal numero 240. Il cilindro, lanciato con gran forza, impattò con una delle colonne portanti dell'edificio in costruzione qualche metro più in là. La macchina non sembrava intenzionata a distogliere il suo occhio giallastro dal gruppo in fuga, ma il suo braccio si mosse quasi automaticamente verso il cilindro celeste. Il raggio rosso scaturì in quella direzione colpendo uno dei pilastri di cemento e facendo collassare una parte d'edificio con un fragoroso rumore. In quegli attimi intensi, se i fuggitivi si fossero anche solo per sbaglio voltati a guardare l'esito del colpo della misteriosa macchina per vedere che fine avrebbero potuto fare, avrebbero potuto vedere l'informazione celeste - ancora intera - dissolversi lentamente in una polverina dorata come la tessera che quel Kyral aveva dato loro all'entrata del cinema.
    Il volto dai capelli rossastri del N.240 non sembrava in grado di mostrare alcun tipo di emozione se non quel ghigno sadico, ma non sembrava molto soddisfatto dell'accaduto. Il suo braccio si mosse nuovamente verso il gruppetto in fuga mentre la sua lancia si caricava di altra luce rossa per fare fuoco.
    ART ©
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    Una ragazza un po' più adulta di loro sembrava correre in direzione opposta. Proveniva dal parco e si stava dirigendo verso il cinema. Sfrecciando a fianco a loro sembrò quasi ignorarli sul tragitto, spostandosi a destra per evitarli. Aveva i capelli bianchi e bluastri con varie frange sovrastate da una piccola treccia mentre gli occhi violacei ben proporzionati nel suo viso affilato erano schermati da degli occhiali da vista. Indossava una camicetta viola molto elegante e dei pantaloni a righe verde acqua e verde scuro, il busto coperto da una giacchetta bianca abbastanza professionale. Insomma, o apprezzava particolarmente avere degli enormi ingombri sul campo oppure era abbastanza palese non fosse una partecipante come loro. Sorpassato il gruppetto in fuga mise mano ad una tasca interna della giacca e tirò fuori tre piccoli oggetti simili a dei sassolini. Gettandoli a terra davanti a sé questi generarono un campo di energia verdognolo a forma di cupola. Quando l'energia del N.240 si scagliò verso di loro si infranse contro quel campo di energia con un rumore pungente di uno sfrigolio elettrico. L'ammasso di metallo scattò velocemente verso la donna ma questa, tirando fuori uno smartphone dalla stessa tasca, premette qualcosa sullo schermo e il mastodontico 240 cadde a terra immediatamente, raschiando l'asfalto per qualche metro tanta era la velocità a cui era partito nella sua carica.
    Poco più di un minuto dopo arrivarono anche degli altri uomini e donne vestiti eleganti, tutti con uno smoking nero alla cui sinistra del petto campeggiava la scritta "SECURITY". Due di loro si offrirono di portare i ragazzi feriti dell'altra scuola in infermeria, mentre il parco era a solo un paio di minuti di camminata più avanti. Che avessero deciso di affidare loro i due ragazzi o meno nient'altro li avrebbe interrotti sulla strada... finalmente.
    Al centro del parco si trovava una piccola colonna con una fessura circolare al suo interno. Era necessario inserire lì l'informazione e una parte circolare del pavimento della zona di simulazione, del diametro di circa due metri, avrebbe iniziato a levitare. Il finto cielo della simulazione era alto solo venti metri: quando l'ascensore circolare avesse raggiunto quell'altezza avrebbero iniziato a vedere solo pareti metalliche attorno a loro, rendendosi conto che era tutto frutto di una accurata proiezione.
    Si sarebbero quindi ritrovati nella sala dove prima, attendendo il loro nome, avevano acceduto al test. Questa volta però il banchetto con l'istruttore Elfin non si trovava dal lato di accesso al test ma dall'altro, opposto: facendo rapporto a lui avrebbero ricevuto la licenza e sarebbero poi stati liberi di dirigersi agli spogliatoi e tornare a casa o fare un po' ciò che volevano una volta recuperate le loro cose ed essersi cambiati.
    Al bancone Kyral era in attesa dei suoi compagni per ritirare le licenze, l'informazione celeste era sul tavolo assieme a quella cremisi e quella verde acqua. Il ragazzo era seduto su una delle panchine presenti nella stanza a meditare con braccia conserte e occhi chiusi. Tremava leggermente, preoccupato per i suoi amici che erano in ritardo.
    MIKU
    kF142eB



    CITAZIONE
    Bene ragazzi, siamo pressoché giunti alla fine!
    Nonostante la conclusione un po' guidata sta a voi decidere se lasciare i "compagni" o meno e come interagire con loro e con Elfin. Se qualcosa non fosse chiaro nel narrato chiedete pure in privato. A voi!
     
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    Yumeru Shinso

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    Narrato - Parlato




    Yumeru trattenne il fiato – almeno metaforicamente – mentre le sue gambe trascinavano disperatamente il resto del suo corpo in un corsa verso la salvezza. Yumeru non si voltò per osservare quale sarebbe stato l’esito del diversivo utilizzato da Sumire, sarebbe stato uno spreco di preziosi secondi che poteva sfruttare per fuggire più lontano.

    L’aspirante eroe si aspettava quindi che da un momento all’altro il suo mondo sarebbe stato inghiottito da luce rossa e dolore. Ma quando sentì l’esplosione dietro di lui, percepì che aveva avuto luogo molto dietro di lui – troppo dietro di lui per essere un pericolo. L’automa aveva sbagliato mira? O aveva cambiato bersaglio?
    Qualunque fosse la causa di quella grazia temporanea Yumeru soppresse il suo istinto di girarsi e verificare la causa di quel contrattempo per seguire invece il più impellente istinto di darsela a gambe levate prima che l’automa si apprestasse a correggere l’errore.

    E infatti neanche a dirlo l’automa, senza indugiare ulteriormente sulla natura del diversivo che l’aveva temporaneamente distratto, riportò la sua attenzione sul gruppo in fuga e prese la mira per un secondo attacco esplosivo da sferrare contro di loro. Questa volta la squadra non avrebbe avuto modo di depistare la programmazione dell’automa per guadagnare tempo. Una nuova carica di luce rossa si stava formando ancora una volta alle loro spalle.
    Yumeru poteva vedere chiaramente il loro traguardo – ormai proprio davanti a loro, a distanza di pochi passi. Ma non c’era alcun riparo o nascondiglio che li avrebbe potuti proteggere dall’inclemente attacco dell’automa. Yumeru avrebbe voluto provare ad escogitare una soluzione. Ma il suo cervello non stava collaborando e anche i suoi polmoni stavano ormai iniziando a faticare per reggere il passo. Nella sua mente riusciva ormai solo a visualizzare la parola “corri” in vistose lettere maiuscole in rosso fiammeggiante.

    Non era una soluzione ma era tutto quello che era in grado di fare in quel momento.

    Questa volta però un secondo atto di grazia giunse a loro dalla direzione in cui stavano correndo, nella forma di una giovane donna con una chioma bianca molto simile a quella di Sumire se non fosse per delle ciocche bluastre che facevano capolino fra i capelli legati in una treccia. La donna indossava degli indumenti decisamente troppo “casual” rispetto a quelli che indossavano il resto dei partecipanti e stava correndo proprio nella direzione opposta alla loro con un espressione piuttosto determinata. La donna non sembrò curarsi minimamente di loro, limitandosi a scansarli per non scontrarsi, e proseguì a correre invece proprio verso l’automa.

    Yumeru si ritrovo piuttosto sorpreso e perplesso da quella enigmatica apparizione. Non dava l’impressione di essere una concorrente. Ciò nonostante il ragazzo non poté fare a meno di arrestare la sua corsa per seguire con lo sguardo la donna che sembra intenzionata a caricare frontalmente l’attacco dell’automa. Il ragazzo ebbe giusto il tempo di bofonchiare in maniera confusa “Chi…? Cosa…?” – prima che l’automa, indifferente all’apparizione della donna, lanciasse il suo attacco verso di loro. Anche in quelle condizioni Yumeru poté sentire una scossa attraversare il suo corpo – una parte di se istintivamente avrebbe voluto lanciarsi in difesa della donna, in un atto di avventato e scellerato eroismo. Ma fu evidente che la donna non aveva alcun bisogno di essere difesa o salvata.

    Al contrario fu lei a salvare – difficile dire se intenzionalmente o meno – il gruppo assortito di esaminandi utilizzando una qualche apparecchiatura per generare una barriera che li protesse dall’impatto dell’esplosione. L’automa non sembrò gradire il fatto che il suo attacco fosse andato per la seconda volta a vuoto e con rabbia, o quantomeno l’equivalente di rabbia che una macchina priva di emozioni può computare, si lanciò in una carica frontale verso la donna. Yumeru, diventato senza volerlo un inerme spettatore, istintivamente gridò “Attenzione!” – ma il suo avvertimento si rivelò superfluo perché con disarmante facilità e disinvoltura la donna si armò di quello che sembrava uno smartphone estratto dalla sua tasca e utilizzo il dispositivo per arrestare il sistema dell’automa che improvvisamente privo di controllo si schiantò sgraziatamente al suolo slittando con un cacofonia di scintille e sfregamento di lamiere.


    Dopo tutto quel fragore giunse un inaspettata parentesi di momentaneo silenzio.

    L’automa era stato messo fuori uso. E loro avevano raggiunto il punto di ritrovo. La prova era conclusa.
    Yumeru faticò un paio di secondi per processare questa realizzazione. Gli ultimi istanti di quell’intensa esperienza lo avevano lasciato un po’ spaesato. Chi era quella donna? Un esaminatrice? Perché aveva disattivato l’automa? Forse perché erano arrivati in prossimità della zona di sicurezza? O forse c’era un'altra ragione?

    La donna non sembrò minimamente incline a prestare interesse al gruppo di esaminandi e Yumeru interruppe la sua trance introspettiva quando un uomo in smoking nero sul quale era visibile la scritta che lo identificava come membro della security gli chiese di affidargli il ragazzo della seconda squadra che portava in spalla. Non avendo alcun motivo per rifiutare Yumeru consegnò il ragazzo alle cure dell’uomo che era accompagnato da diversi colleghi – accomiatandosi commentò “Ok, amico, ti lascio in buone mani. Mi spiace per la vostra informazione – spero che in caso abbiate maggiore fortuna la prossima volta.” – commentò ignaro che l’informazione che era stata sacrificata era soltanto una replica.
    Detto questo Yumeru si sarebbe ricongiunto con le sue compagne. Avrebbe accompagnato Sumire fino ad una colonna che spiccava nel bel mezzo del parco designato come punto di consegna e avrebbe osservato la ragazza inserire l’informazione duramente conquistata nell’apposita fessura. Alla consegna del cilindro una serie di meccanismi si sarebbe attivato e poi improvvisamente il cielo sarebbe sparito e anche il resto del paesaggio lasciando al suo posto uno sfondo di pareti metalliche. Era tutto un prodotto di una impressionante proiezione. Yumeru non poté che chiedersi a che esorbitante budget finanziario il comitato d’esame degli eroi potesse attingere per poter usufruire di un tale livello di tecnologia.


    Il gruppo si ritrovò cosi nell’ultima sala di smistamento da cui erano passati prima dell’inizio dell’esame. La disposizione dei tavoli era stata invertita e adesso gli esaminatori erano in attesa dal lato opposto della sala. Yumeru e il resto della squadra si diressero al tavolo presidiato dall’esaminatore baffuto che aveva fatto il discorso di apertura e aveva consegnato loro l’equipaggiamento d’esame. Il giovane aspirante non sentiva d’avere granché da commentare al riguardo e quindi salvo essere interpellato dall’esaminatore avrebbe consegnato il suo bracciale datogli in dotazione per la prova senza fare commenti, ritirando eventualmente con un sorriso stanco ma soddisfatto il suo attestato di licenza.
    Yumeru però notò anche la figura del ragazzo dei capelli rossi – il terzo membro mancante della seconda squadra. Non sembrava bistrattato e malconcio come i suoi compagni, ma la sua espressione era decisamente preoccupata. Cosi il corvino si sentì spinto ad avvicinarlo – eventualmente separandosi temporaneamente dalle sue compagne – “Hey, tu eri uno dei membri dell’altra squadra nel cinema vero?” – esordì Yumeru per sicurezza – “…abbiamo recuperato i tuoi compagni. Quell’automa lì ha conciati male ma non penso che sia niente di grave.” – proseguì per cercare di rassicurarlo – “L’abbiamo affidati a dei membri dello staff. Probabilmente saranno stati portati in qualche infermeria. Ad ogni modo mi spiace ma non siamo riusciti a tenere l’informazione che avevano con loro. Spero che in caso vi vada meglio la prossima volta.” – concluse infine l’ignaro studente Yueei che cosi si accomiatò sperando che il sapere che i suoi compagni non fossero in pericoli avrebbe tranquillizzato il rosso.

    Dopo di ciò Yumeru si sarebbe diretto verso gli spogliatoi per cambiarsi…


    SPOILER (click to view)
    Chiedo perdono per il massiccio ritardo. Gomen . w .




    CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


     
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    I momenti d'attesa erano lunghi ed ogni fibra del suo corpo sperava che Sumire desse ascolto al ragazzo corvino, sperando che quell'idea li facesse guadagnare un po' di tempo per quanto meno distanziarsi da quel coso. Forse si sarebbe anche calmato, chissà, tutto sommato era un'idea che valeva la pena effettuare viste le alternative. In quel breve lasso di tempo la sua mente era ovunque, ma non appena udì l'esplosione provocata dal coso si girò in quella direzione, non solo per vedere l'esito ma per accertarsi che non abbia fatto del male a nessuno. La cosa che seguì però fu la cosa che la sorprese davvero, ovvero una piccola ma evidente polvere d'oro che aleggiava nei dintorni dell'impatto. Che... era possibile? Erano stati fregati, non nel senso negativo del termine, e l'informazione non era altro che una copia, oppure era davvero fragile e rompendosi esplodeva in quel tipo di polvere? Domande che in quel momento non erano rilevanti, sopratutto visto il secondo problema che era appena sorto di fronte a loro.
    Eh, perché quel automa non era soddisfatto, la sua attenzione ritornò su di loro e questa volta erano davvero a corto di idee. Poteva correre ma si aspettava un qualche vago tipo di reazione, magari che si spegnesse, ed invece niente. Sembrava davvero puntato a per lo meno distruggere entrambe le informazioni. Per questo motivo si girò e diede le spalle al colpo, sperando di proteggere l'altra ragazza ma ecco che le tre dee del fato sorrisero al trio.
    Una donna, palesemente non un'aspirante pro-hero, si era messa a correre verso di loro. Una pazza o qualcuno che sapeva cosa stava facendo? In pochi momenti la seconda si rivelò essere la risposta giusta, anticipando Hamuko che non fece in tempo ad avvisarla dal pericolo questa salvò loro dal colpo creando una barriera d'energia con l'ausilio di chissà quale tecnologia. « No! » fece lei, reggendo la ragazza in mano, vedendo l'ammasso di metallo correre verso di lei ma l'albina si rivelò nuovamente essere più preparata di loro, usando un telecomando per fermare completamente il loro avversario. Questo graffiò l'asfalto e si fermò, questa volta sul serio, lasciando il gruppetto, o per lo meno solo lei, di stucco. Era finita.
    Con la mente e corpo a pezzi, Hamuko riuscì a malapena a connettere i punti e consegnare la ragazza dell'altra scuola alla security. Non sapeva per gli altri due, ma lei era esausta, forse a causa della troppa adrenalina o essere stata per ben tre volte faccia a faccia con quel colpo micidiale del robot. Recuperò il bestone ed usando questo come leva per facilitarsi i movimenti seguì i due verso il parco, assistendo con calma alla consegna ed ammirando con quel poco di curiosità che poteva dimostrare l'elaborata 'illusione' che li aveva circondati. Non ce la poteva proprio fare, doveva proprio riposarsi il che era strano siccome il suo corpo non aveva subito molti danni ed aveva delle energie in corpo, però psicologicamente era a terra. L'ascensore però era figo, glie lo doveva concedere, anche perché non aveva la ben che minima voglia di rifare il percorso fra i palazzi.

    La sala nella quale erano finiti era una che lei conosceva bene, era quella di prima con l'ispettore che stavolta li stava aspettando nella parte opposta. Ringraziandolo e facendo un piccolo inchino quando ricevette, finalmente, la licenza, Hamuko osservò Yumeru allontanarsi in direzione del ragazzo dalla chioma rossa. Osservò per un lungo secondo la licenza che aveva prima ottenuto con un piccolo sorriso sul viso, felice di averla fra le proprie mani. Poco ma sicuro che dopo quella prova se l'era sicuramente guadagnata. Non aveva la forza mentale di comunicare con qualcuno dunque si limitò ad aspettare che Yumeru finisse di porre le sue domande al ragazzo prima di avviarsi verso gli spogliatoi. Sperava di dirgli tutto, però non in quel momento, aveva bisogno di cambiarsi e rimettersi in sesto. Se non all'entrata era sicura che, prima o poi, avrebbe rivisto sia lui che l'altra ragazza.
    heroeslivello: 4archivioscheda©


    Energia: 230
    Forza: 88
    Quirk: 132
    Agilità: 55
    Peso Trasportabile: [2/4]

    Status: Danni lievi al petto
    Tecniche usate:

    Lista tecniche:
    Gaea's rage [Livello 2]
    Usando del materiale resistente (roccia, ferro, cemento, etc.) a portata di mano, Hamuko lo usa per infondere i suoi avambracci rendendoli più resistenti ai danni.
    Costo: 20+ 5 mantenimento
    Riduzione danno: Medio


    Atronach's Blessing [Livello 2]
    Allungando la mano nella direzione di una tecnica nemica a medio o lungo raggio, se essa è di un elemento o qualcosa che Hamuko può sacrificare lei lo fa, facendo diventare il suo braccio dell'elemento intercettato. Questa tecnica NON riduce il danno, ma è solo un'infusione che sfrutta il quirk nemico a proprio vantaggio. Una volta infuso, il braccio provoca più danni al nemico più eventuali bonus puramente narrativi che variano da elemento ad elemento.
    Costo: 20 + 5 mantenimento
    Effetto: +1 Forza [Lv 2: Durata 2 turni; + 1 Ogni 10 punti quirk]


    Pagan Tattoos [Livello 1]
    Tecnica imparata da sua madre, consiste nel usare una serie di complesse linee e disegni per alleviare lo stress del quirk sul suo corpo, permettendole di usare un'altra infusione senza subire le conseguenze ed ignorare i limiti del proprio corpo. Per farlo deve rimanere ferma e concentrarsi su un'area ristretta del corpo, mossa utile siccome l'alternativa è rimanere ferma incapacitata di usare le proprie tecniche.
    Costo: 30
    Effetto: Riduce a 0 il tempo d'attesa della fine di un'infusione, permettendole di usare subito un'altra tecnica.


    Artemisia's Execution [Livello 2]
    Usando il proprio quirk per infondere solo uno dei propri arti, Hamuko usa dei materiali con i quali uno potrebbe creare delle corde per allungare, ammorbidire e far perdere consistenza all'arto e renderlo simile ad una frusta. Per farlo deve avere sotto mano corde o cose simili, ma stranamente la giovane si è trovata ad usare una manciata di... capelli altrui. Strano ed a tratti assai raccapricciante, Ushiyama non riesce ad usare le proprie ciocche dunque strappa o si appropria in qualche modo di un po' della capigliatura altrui e, finita l'infusione, procede ad usare il proprio braccio come se fosse una vera e propria frusta. La lunghezza è di due metri a partire dalla fine bel bicipite.
    Costo: 25 + 5 mantenimento
    Danno: Medio


    Recovery [Livello 2]
    Il suo quirk è molto versatile, quello è vero, ma a volte Hamuko si sorprende da sola ai limiti che può raggiungere con questo potere. Forse una tecnica un po' troppo brutale per una ragazza come lei, però l'idea sarebbe di infondere la zona dove ha subito dei danni con del sangue altrui per accelerare il processo di rigenerazione. Analogamente alle tecniche di questo tipo, non può usare il suo stesso sangue e per quanto riguarda quello altrui deve essere fresco ed in quantità sostanziali, dunque niente cure con solo un paio di gocce o una ferita causata da un foglio di carta.
    Finito il processo di cura Hamuko, al contrario delle altre infusioni, dovrà aspettare meno rispetto al resto delle proprie tecniche forse perché non cambiando radicalmente il proprio corpo, lei ne risulta essere meno provata ed anche perché questa infusione è breve (il termine del periodo di rigenerazione insomma). Questa abilità potrà essere usata di nuovo solo dopo 6 turni. Finita la cura, invece, al posto dei 6 turni di attesa alla fine di un'infusione, Hamuko ne dovrà aspettare solo uno.
    Costo: 25
    Danno: Cura media (Metà dei danni subiti)


    Rude Buster [Livello 2]
    Con la capacità di muovere le sue infusioni mediante l'abilità “That tipe of pride ain't good for your health!”, Hamuko riesce anche ad espellere il materiale prima assorbito. Per far ciò lei, ovviamente, deve avere un'infusione, ma anche deve rimanere ferma e concentrata, senza contare che il processo non fa affatto bene al proprio corpo, aggiungendo 2 turni d'attesa al "cooldown" fra un'infusione e l'altra.
    Il getto è comparabile ad uno sparo di un fucile a pompa, coprendo un'area triangolare di fronte a sé che raggiunge al massimo la distanza di un metro, dopo di ché Hamuko verrà sbalzata all'indietro dal rinculo.
    Costo: 25
    Danno: Medio


    Oggetti trasportati:
    Rokushakubo [2]
    - Classico bastone tradizionale in legno usato per le arti marziali, noto per la sua portata anche e rinforzato con un'asta in fibra di carbonio e perfetto per aumentare il proprio raggio d'azione. E' di un marrone molto scuro, duro e con un po' di decorazioni alle due estremità. Usato da Hamuko risulta un po' sproporzionato ma lei lo usa molto volentieri, trovandolo molto utile per compensare al suo alquanto limitato raggio d'azione in assenza di infusioni come "Artemisia's Execution". Il fatto che l'ha comprato è il risultato di un consiglio di Yumeru dopo la loro lotta, decidendo di seguire il parere del ragazzo dopo un paio di tentativi nel brandire l'oggetto - è ancora incredula che lui ha avuto ragione.
     
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    Yuuei Student
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    Sumire Murakami
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    Sperava che la strada fosse spianata e non inciampasse in qualcosa, perchè non era facile correre con il capo voltato dalla parte del nemico, ma era troppo curiosa di vedere se il diversivo aveva avuto successo o se si sarebbero beccati un esplosione in faccia, in quel caso forse avrebbe potuto fare qualcosa con i suoi poteri? Se non fermarla, almeno ridurre l'impatto? Hamuko e Yumeru correvano dietro di lei, avendo i due ragazzi dell'altra squadra in braccio era leggermente più lenti di lei.
    L'automa non smise mai di guardarli e un secondo di panico le fece credere che il diversivo non aveva funzionato, ma anche se i suoi occhi gialli erano puntati sul gruppo, il suo braccio si mosse come se agisse da solo, e il tridente sparò il suo raggio verso l'edificio in costruzione dove Sumire aveva lanciato l'informazione. L'esplosione colpì una colonna facendo crollare una parte d'edificio, ma non fu questo ad attirare la sua attenzione, quanto vedere il cilindro celeste sgretolarsi in polvere dorata poco dopo lo scoppio. Aveva visto lo stesso effetto sulla copia della tessera del cinema e non ebbe alcun dubbio, quella non era mai stata la vera informazione.
    Non ebbe nemmeno il tempo di maledire mentalmente il ragazzo ferito, dato che era colpa sua che il mostro in armatura li stesse seguendo, oltretutto per un'informazione fasulla, avrebbe dovuto dirglielo molto prima che quella non fosse vera. Il robot stava già puntando di nuovo la sua lancia contro di loro, pronto a sparare un'ennesimo raggio, e questa volta non c'era molto che loro potessero fare, piuttosto che rinunciare alla sua informazione Sumire sarebbe arrivata al parco strisciando.
    Si costrinse a voltarsi, dopo le strane esclamazioni di Yumeru, e vide anche lei una donna dai vestiti eleganti correre verso di loro. Non era un'adolescente, e dall'outfit non avrebbe detto fosse nemmeno un'aspirante hero, ma a quel punto Sumire non si fidava di nessuno ed era pronta a lottare se si fosse messa tra lei e la sua meta.
    L'albina invece li ignorò e li superò, dirigendosi dalla parte opposta a loro e quindi verso il robot che aveva ormai finito di caricare la sua arma. Come Yumeru anche Sumire arrestò la sua corsa, ma per motivi diversi; non aveva idea di cosa volesse fare quella donna, forse era in grado di fermare l'automa o forse stava solo cercando un modo complicato di suicidarsi ma non erano affari loro, Yumeru oltretutto stava portando un ferito in braccio e non poteva permettersi di fermarsi. Lo afferrò per una spalla come ad incitarlo a muoversi e in quel momento si creò davanti a loro una sorta di campo di forza che riuscì a bloccare il raggio rosso, rendendo evidente che la donna fosse lì per aiutarli, per motivi che Sumire sul momento non comprendeva. ‹ Andiamo... ›, a sua voce venne sovrastata da quella di Yumeru e dall'esclamazione di Hamuko, che incitavano la donna a fare attenzione. L'avevano appena vista creare una barriera capace di bloccare esplosioni, doveva essere più che capace di riuscire a fermare anche il robot stesso. Quest'ultimo prese la rincorsa verso di loro, e come Sumire aveva previsto, la misteriosa albina con il semplice toccare il suo smartphone lo arrestò, lasciando che si sfracellasse contro l'asfalto, lasciando in chiaro che qualunque cosa fosse quella cosa non era una persona.
    Da lì a poco arrivarono altre persone vestite in smoking, una targa li riconosceva come security, e si offrirono di portare in infermeria i ragazzi dell'altra squadra. Sumire era ancora confusa e decisamente stanca, sentì le parole che Yumeru rivolse al ragazzo dalla treccia corvina ma non disse nulla, nonostante lei sapesse che l'informazione che gli avevano dato fosse falsa. Ora aveva solo l'urgenza di giungere al parco e ottenere una volta per tutte la licenza.
    Una volta liberatisi dei pesi furono liberi di proseguire e completare la loro missione; giunti al parco, Sumire inserì l'informazione nella colonna, tirando finalmente un sospiro di sollievo. Ce l'avevano fatta. Fu colpita da un senso d'euforia, si sentiva bene, come se avesse ritrovato nuova forza e potesse mettersi a correre per altri svariati chilometri. Un piccolo sorriso fece capolino sulle sue labbra mentre quello strano ascensore li portava in alto, abbandonando così quel che era una proiezione sotto di loro. Sumire, ancora una volta, si domandò chi finanziasse il comitato d'esame e fornisse loro tutta quella tecnologia.

    Arrivarono nella sala da dove erano partiti, i tavoli erano stati invertiti in modo che ora fossero rivolti verso di loro, e l'uomo baffuto che li aveva accolti era al bancone che li aspettava con la loro licenza. Sumire aveva alcune domande, che decise però di omettere, in quanto si trattava solo di sua curiosità personale; non poteva mettersi a chiedere da dove prendevano il loro budget o per quale motivo dentro al robot che li aveva attaccati c'era un volto inquietante ma decisamente umano. Come gli altri due avrebbe preso il suo attestato ed avrebbe consegnato il bracciale, ringraziando con un inchino, osservando poi sul tavolo l'informazione celeste.
    Notò Kyral solo quando Yumeru si avvicinò a lui, rispetto ai suoi compagni di squadra lui non sembrava affatto ammaccato, soltanto molto preoccupato. Sumire seguì il suo amico verso di lui, lasciandolo parlare così che dimostrasse di non aver capito proprio niente. ‹ Come al solito non presti attenzione, Shinso-san. L'informazione che ci hanno dato era soltanto una copia, quella vera ce l'ha sempre avuta lui ed ora è posata su quel tavolo. Quindi congratulazioni, e più tardi ringrazia i tuoi compagni da parte nostra per averci quasi fatti ammazzare. › affermò con irriverente sarcasmo, ed il viso leggermente corrucciato. Infondo, se il ragazzo corvino non fosse volato dentro la sala del cinema in cui loro si trovavano, forse non avrebbero mai incontrato quel robot.

    Eventualmente avrebbe chiesto a Yumeru di aspettarla fuori, e sarebbe andata a cambiarsi.

    | Hero | #Liv. 4 | 17 y.o. | © |
    Energia: 210 | Forza: 46 | Quirk: 120 | Agilità: 109
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    Scheda: Link.



    Stato: Danni lievi alla mano sinistra.

    Tecniche: //

    Equipaggiamento:
    • Adaptive Suit.
    • Descrizione: Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Inoltre è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Il costume di Sumire si divide in due parti, la parte superiore è composta da un top nero, dal collo alto e con stampato il logo della UA nell'estremità sinistra di esso; un lungo pantalone fascia le sue gambe, esternamente nero e con una particolare cerniera posta ai lati di ognuna delle gambe che permette al pantalone d'aprirsi e rivelare l'interno, dipinto invece di rosso.
    Ai piedi vi sono degli stivali corti, con qualche centimetro di tacchi, anch'essi neri, con i lacci rossi.
    • Effetto: //
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    Henry era rimasto ai banconi per tutta la durata della prova. Solitamente si occupava personalmente di supervisionare quei test e decidere a chi dare la Licenza e a chi no, ma da quando la direttrice di LIVE INC. era riuscita a convincere i piani alti dell'efficacia e dell'utilità del suo metodo la sua esperienza di esaminatore era stata fondamentalmente relegata ai più semplici test per le Licenze ad Utilizzo Lavorativo. Con spiccata acidità Mieko Sasaki aveva sottolineato la sua poca praticità con la tecnologia e la sua inutilità nella cabina di comando di quelle sue macchinazioni, relegandolo di fatto ad un semplice presentatore e volto della Licenza. Al posto suo erano i suoi uomini della security a controllare che tutto andasse bene ed intervenire in situazioni potenzialmente spinose.
    Vedendo Murakami apparire dall'ascensore del parco con la propria informazione non poté che sorridere sotto i baffi: aveva ragione, alla fine sembrava davvero una ragazza interessante. Forse al loro prossimo incontro avrebbe chiesto più informazioni sul suo conto a Benedict. Ma ora stava lavorando e non era certo il caso di mostrare tutto quell'interesse verso una ragazzina.
    Aguzzò le orecchie sentendo lei e il suo compagno dialogare con quel ragazzo arrivato una decina di minuti prima. Si era presentato lì con la sua informazione ma senza la squadra e aveva detto di volerli aspettare. Henry non aveva fatto troppe domande - così come non le avrebbe fatte ora dopo aver origliato - ma era molto interessato a quello scambio di battute tra ragazzi.
    Un automa li aveva messi in difficoltà? Assurdo. Aveva visto quelle macchine ed erano poco più che zombie come se ne vedevano nei film horror di serie B. Quei ragazzi erano davvero così tanto sprovveduti? Alla fine quei test della Sasaki erano davvero inutili se persino gente che veniva messa in difficoltà da degli ingranaggi era in grado di superarli. Eppure da come parlavano delle persone erano persino finite in infermeria. L'ultima persona finita in quel posto in uno dei test precedenti era lui stesso quando aveva ricevuto quel calcio da Lion Heroar. Dio, era passato più di un anno e ancora non gli era passata. Quanto odiava i giovani eroi e la loro pericolosa, stupida noncuranza.
    Heh, l'importante era consegnare l'informazione, anche a discapito degli altri team. - rispose a Sumire il ragazzo dai capelli rossi, stringendo il pugno mancino nella mano destra. In un'altra occasione l'avrebbe invitata nuovamente ad uscire, ma ora non era più il caso - ... Vi ringrazio per averli aiutati. - fece cenno col capo al ragazzo - Pensavo se la sarebbero potuta cavare senza problemi ma devo aver sottovalutato quel coso. Mi aspettavo sarebbero arrivati prima.
    Il fatto che tutti si riferissero a quell'automa incuriosiva tremendamente l'ex poliziotto inglese, perché se era quell'automa doveva per forza essere identificabile con discreta facilità.
    Nessuno disse nulla però, quindi Henry non poté che complimentarsi con loro, dare loro le nuove e fiammeggianti Licenze Provvisorie che si erano guadagnati e aggiungere una richiesta personale.
    Salutatemi Lion Heroar se lo conoscete, mi pare venga nella vostra scuola. - il sorriso smagliante con cui aveva posto quella richiesta nascondeva in realtà una valanga d'odio per lo studente.

    [...]



    Ma siamo seri! - sbottò l'uomo osservando le riprese del test. Erano passate ore ormai ma la curiosità per quel presunto fortissimo automa non lo aveva lasciato, specialmente dopo aver visto arrivare gli altri due compagni del tizio dai capelli rossi. Quella cosa era palesemente fuori luogo in un test per dei liceali, sembrava una macchina da guerra più che altro. Certo, numerosi villain erano ben più prestanti e pericolosi di quell'ammasso di rottami ma sarebbe stato semmai comprensibile in un test per la Licenza Ordinaria, non per quella Provvisoria. Erano stati fortunati che nessuno di quei ragazzi aveva mostrato particolari rimostranze nei confronti dell'accaduto, probabilmente credendo fosse tutto programmato, altrimenti avrebbero avuto un bel casino mediatico tra le mani. Onestamente avrebbe volentieri fatto uscire lui quel polverone solo per dar fastidio a quella vecchiaccia, ma BABEL serviva ad Atropos.

    henry elfin | 58 y/o | POLICE | UA | ART | Code ©


    CITAZIONE
    Bene ragazzi, abbiamo concluso.
    Avete giocato bene e ho apprezzato le vostre interazioni e la caratterizzazione. L'unica cosa che potrei dire è di fare un po' più attenzione ai post altrui (o ai propri) ad Albatross, ad esempio quando Yumeru ha chiesto loro di aspettarlo mentre lei lo ha seguito. Può benissimo essere una scelta ruolistica però non c'era nulla nel post che suggeriva lo fosse, quindi in quel caso sarebbe meglio aggiungere una notazione in più per spiegare il motivo.
    In ogni caso avete concluso e ottenuto tutti la Licenza Provvisoria, alla prossima! :**:

    Yumeru: +50 exp, Licenza Provvisoria
    Hamuko: +50 exp, Licenza Provvisoria
    Sumire: +50 exp, Licenza Provvisoria

     
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52 replies since 12/4/2020, 16:39   1126 views
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