Much Ado About Nothing

Combattimento - Morrigan O'Brien, Shiisa Tsubasa

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    Smile at Despair, in the name of Hope

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    Le commedie si basano su semplici incomprensioni.
    Una borsa scambiata, due gemelli che si scambiano di posto. Specialmente nel periodo precedente al regno di Re Giacomo, piccoli errori erano alla base dell'ilarità. Tristemente è qualcosa che si è ripreso anche nella cultura popolare moderna, ma nei modi sbagliati. Un approccio interessante sarebbe, secondo la mia modesta opinione applicare le sviste a contesti molto più seri e vedere quali conseguenze potrebbe avere questo tipo di applicazione.

    Ero di ritorno da uno dei miei soliti giri per spacciare, mi mancava l'ultimo incarico. Avevo con me i soldi in contanti,

    « Uh... »

    Era una pochette neanche troppo vistosa. Rettangolare, rosa pallido e grigia, con alcune decorazioni floreali. Era la prima cosa che mi ero trovata in camera che potesse andare bene nelle tasche del mio costume.

    ... che erano vuote.
    Sbattèi le palpebre un paio di volte.
    Un sorriso vuoto, come i miei occhi in quel preciso istante, si stampò sul mio volto.
    Oh, andiamo, Shiisa. Kekekeekek. Non sarai stata così tonta da lasciarlo sulla panchina dove ti sei fermata un attimo a prendere quella telefonata da Zero, vero? Dai, nessuno è così stupido. Con calma, mentre il cuore iniziava a risalire lungo la mia trachea continuai a rovistare nelle tasche interne del mantello, dei pantaloni, della giacca. E ben presto, dovetti scendere a patti con l'amara realtà.

    Avevo perso la pochette, probabilmente dimenticata da qualche parte. Non erano tantissimi soldi. Duemila, duemilacinquecento yen. E dieci pasticche rimanenti.
    Ero preoccupata per entrambi i motivi, ma le pasticche erano ciò che mi terrorizzava. Avrei dovuto rimandare tutto, chiedere nuove provviste. E non ci sarebbe stato modo di insabbiare lo scivolone che avevo appena fatto. Keeeeeeek!

    Con il cuore in gola ricominciai ad attraversare le strade deserte della città. Passando per i vicoli, ripercorrendo la strada che avevo fatto, nella vana speranza che la pochette fosse da qualche parte, magari mi era caduta correndo, e avrei potuto trovarla. kekekekek! Mi sentivo il bianconiglio, Alice, il brucaliffo e chissà quanti altri personaggi di quel libro sconclusionato tutti insieme.

    Arrivata nel parchetto in cui avevo condotto il mio ultimo scambio, iniziai a rallentare. Mi guardavo intorno freneticamente alla ricerca di quella panchina dove avrei potuto - se la fortuna fosse stata dalal mia parte - trovare la mia pochette. Per fortuna, sembrava che l'agognato frutto dei miei sforzi fosse al suo posto kekekek! Un sorriso genuino si stampò sul mio volto, dietro la maschera antigas con il vistoso disegno sopra. Mi avvolsi meglio nel mantello del mio costume, prima di iniziare a muovermi di gran lena in direzione della panchina che aveva sopra la pochette in questione.

    Dovevo recuperarla. E sembrava quasi che a ogni passo si allontanasse, diventasse sempre più difficile da raggiungere.

    Statistiche e Tecniche

    Livello: 4 // Peso Trasportabile: [4]
    Stato Fisico: -

    Equipaggiamento:
    • Dreamweaver (Costume) [Upgrade: Resistenza danni lievi]
    • Diegesis (Maschera Antigas)
    • Macbeth (Tirapugni) [Upgrade: Danni Medi]

    Energia: 300
    Forza: 129 + 10 // Quirk: 80 // Agilità: 76

    Tecniche Usate


    SCHEDA | VILLAIN (Aogiri) | CRONOLOGIA | #LIVELLO 3

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    Energia: 100
    Forza: 7
    Quirk: 32
    Agilità: 36

    Peso Trasportabile: [1/4]
    Scheda

    Erano passati alcuni giorni dal suo incontro con Hisoka, i lividi erano ormai spariti dalla sua pelle senza lasciare traccia, ma i ricordi erano ancora vividi nella sua mente e non faceva che ritornare a quella notte.Quando si era svegliata sul proprio letto, il giorno dopo, era stato il suo corpo dolorante a ricordarle che tutto ciò non era stato soltanto un sogno.
    Ora gli ultimi raggi del sole ormai calante avevano tinto d'oro il cielo di Edogawa, e i suoi pensieri tornarono un'ennesima volta ad analizzare la situazione, ad analizzare Hisoka.
    Era apparso dal nulla, simile a una creatura di finzione o del teatro, e l'aveva trascinata nella sua recita, la notte più grottesca che avesse avuto negli ultimi anni. Si era comportato tale attore fino alla fine, e nonostante Morrigan aveva più volte provato a farlo vacillare, niente era servito. Forse era ciò Hisoka? Forse non c'era niente dietro quel personaggio che lei tanto aveva voluto eliminare.
    Non poteva negarlo, era stato divertente, ed era cosciente che quel suo ultimo gesto aveva in qualche modo sconvolto la sua anima. Si era rifiutata di credere lui fosse in grado d'oltrepassare un certo limite, e le aveva fatto render conto che anche lei dopotutto ne aveva. Dopo il suicidio del suo patrigno aveva pensato d'aver ormai passato quella riga che ti distaccava dalle persone normali, convinta con una certa arroganza di poter fare tutto ciò che desiderava, il giullare le aveva dimostrato quanto cauta lei ancora fosse. Cosa fare, ora che lo sapeva?
    I suoi pensieri tornarono a Hisoka, era un uomo pericoloso —per tutti, ma in modo diverso e più profondo per Morrigan— e meno ci avrebbe avuto a che fare più la sua vita sarebbe rimasta tranquilla. Ma era questo quello che lei davvero voleva? Si era così tanto lamentata della noia della sua vita, e quando essa le offriva una persona così particolare come il giullare, avrebbe rifiutato? La incuriosiva, la incuriosiva troppo.
    Per Morrigan era l'essere umano la più grandiosa opera d'arte: l'unica cosa che valesse la pena d'esser indagata era la vita umana, e quando una personalità così particolare e indecifrabile come quella di Hisoka si presentava a lei, che importava il prezzo? Non si pagava mai troppo per poter analizzare una persona, capirla, scoprirne le debolezze. Per semplice curiosità, o per poterla in futuro usare.
    Non era però ancora giunta ad una conclusione, desiderava rincontrarlo, doveva incontrarlo almeno un'ultima volta per decidere se davvero voleva qualcosa da lui.
    Stava attraversando un parchetto, tornando a casa dopo aver trascorso il pomeriggio a studiare in un piccolo caffè-bar. La primavera era ormai giunta in Giappone, gli alberi e i fiori germogliavano nuovamente, ma tirava ancora una leggera brezza fredda in ricordo del passato inverno. La ragazza dalle crini pesca indossava un jeans chiaro, un po' rovinato sulle ginocchia e abbastanza largo perchè fosse comodo, legato alla vita dove nascondeva sotto esso un cinturino con tre coltelli, ultimamente se li portava dietro ogni volta che sapeva di rientrare a casa un po' più tardi del solito, la faceva sentire più sicura. Sopra a coprirla aveva un top bianco d'un tessuto leggero e una soffice giacca a quadretti marroncini e crema, tenuta chiusa che le arrivava poco sopra le cosce.
    A destarla dai propri pensieri fu una panchina posta al lato del sentiero, dove qualcuno aveva abbandonato una graziosa pochette rosa. Morrigan si avvicinò e la prese tra le mani mentre le sue iridi si spostavano velocemente in giro come per vedere se il proprietario fosse lì vicino. Non notò nessuno ed iniziò ad osservarla, e poco dopo la aprì per cercare un documento in modo da restituirla. Dentro essa vi trovò soldi sparsi, parecchie banconote da venti yen stropicciate, ma qualcos'altro attirò la sua attenzione, in particolare quelle che sembravano delle pillole. Esse erano tenute in una bustina trasparente che lei aprì, prendendone una per esaminarla meglio. Era bianca come un qualsiasi medicinale, con il particolare logo d'una farfalla su un lato. Non le ci volle molto ad arrivare ad una conclusione: quella era droga, e la pochette doveva appartenere a una molto sfortunata spacciatrice. Come si faceva a dimenticare la propria borsa in mezzo al parco? Sopratutto se dentro conteneva così tanti soldi. Morrigan alzò le spalle e li intascò senza troppi problemi, mettendoli dentro la propria borsa.

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    • Tecniche usate: //
    • Status: Illeso.

    • Equipaggiamento:
    Coltelli da lancio [Offensivo]:
    ► Descrizione: Un doppio set da tre coltelli da lancio ciascuno d'acciaio da 20cm dal colore nero opaco, con 11cm di lama a doppio filo. Il manico è leggermente più stretto rispetto alla parte terminale ed è forato da una serie di tre buchi in modo tale da alleggerirne il peso. Sono perfettamente bilanciati ed aereodinamici, il che li rende eccezionali armi da lancio. Possono essere scagliati oppure all'occorrenza essere branditi come comuni lame. Sono inseriti in una custodia di cuoio contenente tre lame ciascuna, dotate di cinghie comodamente allacciabili alle cosce oppure alla vita, in modo da poter essere estratti e lanciati facilmente.
    ► Effetto: //
    ► Peso: [1]

    • Lista tecniche:
    Phantom Cloak Liv. I: Morrigan crea una bolla in grado di rendere invisibile se stessa, essa la seguirà ovunque vada.
    Danno: //
    Costo: 15 (+10 mantenimento)
    Lonely Ghost Liv. I: Morrigan, poggiando il palmo della mano su una persona crea una bolla che l'avvolge, rendendola invisibile. La bolla seguirà la persona fino ad un raggio di 5 metri di distanza da Morrigan, raggiunto il limite scompare.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Specter Trick Liv. I: Toccando un qualsiasi oggetto, Morrigan crea una bolla che lo rende invisibile. Se l'oggetto viene lanciato la bolla scompare raggiunti i cinque metri di distanza da Morrigan.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Ghost Bullet Liv. I: Morrigan lancia una bolla di piccole/medie dimensioni fino ad una distanza di cinque metri, che renderà invisibile l'oggetto da lei designato.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)


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    Edited by Lostien - 16/5/2020, 15:04
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    La felicità non è altro che una continua illusione, generata da aspettative che vengono puntualmente deluse. Del resto, ciò che si immagina non è mai al livello della realtà. Come potrebbe, del resto. E viviamo le nostre vite in questo continuo ciclo di illusione, aspettative deluse e speranze rotte.

    Per quanto possa sembrare una visione pessimistica, kekekek, ultimamente mi sono ritrovata a darla per vera. Mi aspettavo che la vita da persona libera sarebbe stata più semplice - invece avevo questa preoccupazione crescente, derivante dai crescenti impegni che avevo in Aogiri. Il fatto che la concezione Leopardiana di pessimisto stesse iniziando a scavare nel mio cervello, poi, non lo ritenevo per nulla un buon segno.

    Dovevo ritrovare quei soldi, quelle pillole. Prima di subito.
    Per fortuna, sembrava che fossero sulla panchina dove le avevo lasciate. Per un istante, il mio cuore si riempì di nuovo di calda speranza kekekek! Era una sensazione bella, dovevo ammettere. E così, rapida come era venuta, vidi una ragazza avvicinarsi al mio - MIO, MIO, MIO - bottino.

    « E-Ehi... »

    Dissi debolmente, rendendomi conto che era troppo tardi.
    Sebbene fossi lontana, riuscii a osservarla mentre metteva a posto i soldi altrove, li faceva sparire dalla mia pochette. Non smisi di camminare. Alzai leggermente il passo, per continuare a tenerla sott'occhio, non perderla di vista. Del resto, probabilmente avrebbe iniziato a correre per allontanarsi da me. Ma ero certa che sarebbe stata comprensiva e si sarebbe resa conto che non era il caso di scappare con tutti quei soldi.

    Una volta arrivata vicina alla panchina, ci poggiai una mano sopra.
    One fell swoop?
    No, ero certa che non sarebbe stato necessario.

    « Keeek. Lady Macbeth ha spinto Macbeth a uccidere Duncan. Ma io credo che avesse del marcio dentro di sè già da prima. Tu cosa ne pensi?
    Credi che tu possa ridarmi la mia pochette, con tutto quello che c'era dentro? Keekekek. »


    Nessuna presentazione, nessun motivo.
    I miei occhi violacei s'erano già accesi di quella strana luce - perchè la voce nel retro della mia testa continuava a urlare di strapparle la pelle di dosso e indossarla come monito per i prossimi che avessero provato a rubarmi qualcosa. Era una ragazza bellissima, ad essere completamente sinceri.

    Le persone belle, in genere, sono anche generose, no?
    L'esterno corrisponde all'interno, VERO?
    Non è come in Jane Eyre, vero?
    VERO?

    Questa ragazza si sarebbe girata, mi avrebbe sorriso e con una vocina dolce, mi avrebbe detto che aveva trovato la mia pochette e stava cercando qualcuno a cui restituirla. Così io non avrei dovuto romperle tutte le ossa nel tentativo di riprendermi ciò che era mio di diritto.

    Shiisa, non hai fame?
    Silenzio, sto cercando di concentrarmi. Keeekekek.

    Da dietro la mia maschera antigas, provai a sorridere. Ma complice detta maschera, appunto... non si sarebbe visto molto al di là. Mano destra poggiata sulla panchina, sinistra tesa in direzione della ragazza, in attesa che mi restituisse la mia pochette.


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    Non le servivano davvero quei soldi, ma sarebbe stato un peccato lasciarli abbandonati su quella panchina, qualcun'altro avrebbe potuto prenderli, forse la proprietaria stessa prima o poi si sarebbe accorta d'aver perso tutto il lavoro della serata e sarebbe tornata a cercarli, e Morrigan adorava il pensiero della delusione —o disperazione?— tinta nel viso d'una sconosciuta all'aver perso tutto. Chissà in che casini l'avrebbe cacciata, l'idea di cambiare l'andamento della giornata di un'altra persona con un solo gesto la divertiva, per quanto le dispiacesse non poter osservare le conseguenze di ciò.
    Morrigan si voltò subito quando sentì una voce parlare dietro di lei, ormai la pochette era stata quasi completamente svuotata dei suoi soldi, ed aveva riposto le pillole nella tasca della propria giacca. ‹ Mi trovi d'accordo, è molto difficile convincere una persona a fare qualcosa che nel fondo non desiderava già. › le rispose con naturalezza, come fosse una sua amica ed avessero fino al momento passeggiato assieme, parlando del più e del meno. Le era capitato di leggere Macbeth, ma ammetteva che non era tra le sue opere preferite di Shakespeare, se avesse dovuto sceglierne una sarebbe sicuramente stata The Tempest.
    La prima cosa che la ragazza notò di Shiisa, fu il fatto che fosse davvero bassa, se non stesse chiedendo indietro la sua borsetta piena di droga non le avrebbe dato più di sedici anni... beh, non che bisognasse per forza essere maggiorenni per spacciare. Una maschera antigas copriva metà del suo volto, Morrigan poté soltanto vedere i suoi occhi quasi brillare nelle ultime luci del tramonto, erano chiari e quasi trasparenti come il vetro, non avrebbe saputo definire la tonalità in quel momento. Anche i capelli parevano della stessa colorazione degli occhi, erano d'un rosa molto chiaro, tendente quasi al bianco, la sua pelle poi era così bianca da far concorrenza alla sua, eppure se quella di Morrigan appariva d'un pallido quasi malaticcio, quella di Shiisa somigliava più pura. Era proprio una bella bambina.
    ‹ Oh, è tua questa, quindi... › e sollevò leggermente la pochette nella sua mano sinistra, il suo accento inglese come al solito era piuttosto evidente nonostante lei provasse a dissimularlo. Stava prendendo tempo, per decidere che cosa voleva fare, se restituire il tutto alla ragazza, oppure giocare un po' con lei, cosciente che nel secondo caso forse sarebbe stata lei stessa a mettersi nei guai.
    ‹ ...tieni. L'ho trovata così. › le porse la borsetta rosa, allungando il braccio verso di lei, ovviamente dentro non c'erano che due biglietti da venti yen che non era stata abbastanza veloce da prendere. Era stata un po' sfacciata, dal momento in cui era arrivata, anche se Morrigan le dava le spalle, era evidente si fosse intascata tutto. Non aspettava altro che vedere la reazione della ragazzina a quelle parole.

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    Oh, vedevo che la ragazza aveva benissimo colto l'antifona. Aveva capito benissimo cosa intendevo dire con le mie parole. Rimasi a osservare la ragazza dai capelli chiari, pazientemente in attesa di una risposta che mi avrebbe impedito di romperle tutte le ossa a pugni. La critica letteraria spesso si schiera contro coloro che compiono omicidi, oppure atti terrificanti.

    Prendiamo il povero Rochester, da Jane Eyre.
    Ha chiuso una donna in un attico per anni, incapace di avere a che fare con la sua pazzia. E che altro avrebbe dovuto fare?
    Amarla, forse? I pazzi hanno bisogno di aiuto. Ma all'epoca non c'era ancora il tipo di aiuto psicologico che abbiamo oggi.
    Keeeek! Forse dovrebbero chiudere anche me in un attico?

    « ... hai ragione. Kekek. »

    Non stavamo andando da nessuna parte, palesemente. Passarmi la pochette quasi vuota, voleva dire provare a offendere la mia intelligenza. Rimasi ad osservarla per un istante, prima di prenderla e lasciarla cadere a terra appena dietro di me. Quelli erano spiccioli. La mia mano tornò nuovamente sulla ringhiera della panchina, accarezzandola, soppesandola.

    Vuole la tua felicità. R i p r e n d i t e l a

    Dovetti sforzarmi per soffocare la voce della ragione che mi lanciava verso di lei, per provare a darle un'ultima possibilità a riconsiderare la sua posizione. Era così bella, del resto - in un altro contesto ci saremmo incontrate al bar, avremmo scherzato, magari saremmo diventate amiche. Magari fuori da questo contesto era una bella persona. Keeek! Come se le belle persone esistessero davvero. Non ricordavo l'ultima volta che qualcuno era stato gentile con me in maniera completamente disinteressata.

    « Visto che stiamo parlando di Macbeth. Uno degli elementi più classici delle tragedie rinascimentali è Kekekekekek l'ordine prestabilito vince sempre sull'usurpatore. Macbeth viene distrutto dai sensi di colpa e dalle profezie, Riccardo III perde il trono che aveva guadagnato con l'inganno. »

    Schioccài la lingua, a quel punto.
    Quando si scrive in linguaggio accademico è importante fare un'introduzione, per non lasciare il proprio lettore disperso in un mare di informazioni scollegate. Avevo fatto un'introduzione, una citazione tramite parafrasi e adesso, dovevo fornire ciò che il mio... saggio si prefiggeva come obiettivo.

    « Non voglio romperti la faccia. E' troppo carina, perchè sia tumefatta. Sarebbe molto più interessante andare a bere qualcosa, kekekek. Per favore, ridammi le pillole e i soldi. »

    Mi sarebbe bastata una frase.
    Un minimo accenno di diniego, oppure un suo tentativo di andare via, allontanarsi. La mano sulla panchina stava rinsaldando la sua presa, il metallo che iniziava a emettere dei lievissimi suoni di sofferenza. Andiamo, ragazza - sei così carina, di sicuro prenderai la strada che mi impedisce di ucciderti.

    Chi li sente poi, quelli di Aogiri? La burocrazia per disfarsi di un cadavere è una roba a t r o c e. E non volevo reincontrare la tipa russa, era stato abbastanza strano la prima volta. No, riprensandoci volevo incontrarla. O forse no. Keeeekekek!


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    Rise, la giovane davanti a lei, di una risata un po' sgraziata che per qualche ragione non sembrava concordare con il suo aspetto. Allungò poi la mano, dopo averla osservata per un breve momento, ed afferrò la pochette, buttandola disinteressata a terra. Ovviamente la borsetta non aveva lo stesso valore di ciò che fino a qualche istante prima aveva contenuto.
    Morrigan finse un'espressione sorpresa, e i suoi occhi rossi dalla pochette tornarono alla ragazza, la sua espressione era quasi neutra, non sembrava voler palesare rabbia nei suoi confronti, quasi si stesse contenendo. L'avrebbe attacca? Non ancora. Era quasi fin troppo gentile per essere un criminale, le ricordò un po' una persona che aveva incontrato non troppo tempo addietro; un delinquente qualunque non avrebbe esitato ad aggredirla senza fare troppe domande, l'albina invece le stava offrendo più di una possibilità, che Morrigan non stava cogliendo, ne sembrava interessata a farlo.
    S'immerse ancora nella letteratura, narrandole come nelle tragedie rinascimentali a pagare fosse l'usurpatore, paragonando lei a Macbeth e condannandola a perdere. Ma la realtà era sempre più crudele della finzione. ‹ Penso tu sappia meglio di me che la letteratura, in certi aspetti, non coincida poi così tanto con la realtà. E poi... sei così sicura che io sia l'usurpatrice? › Era davvero lei Macbeth in quel caso? Sarebbe dovuta essere lei quella perseguitata dalla colpa? Non era Morrigan che con quelle pillole avvelenava qualche giovane, facendo denaro di ciò. Era come il ladro che rubava ad un altro ladro.
    La ragazza lasciò da parte le metafore e disse le cose come stavano, giusto nel caso Morrigan non avesse recepito il messaggio: se non le avesse ridato indietro ciò che le apparteneva, non avrebbe più esitato ad aggredirla, sentì anche come il metallo della panchina emetteva lievi cigolii, ma non diede troppo caso. Non solo, Shiisa la invitò a bere qualcosa assieme, e risolvere tutto in modo pacifico. Ultima possibilità.
    Che cosa fare?
    La ragazza dai capelli rosa rimase in silenzio per un po', riflettendo sulle sue possibilità, il suo sguardo si spostò sul cielo, forse non una mossa così saggia considerando che ad un certo punto Shiisa si sarebbe stancata di aspettare e l'avrebbe potuta attaccare approfittando della sua distrazione. Il tramonto stava passando velocemente, fra non molto si sarebbero ritrovare al buio, illuminati dai faretti posti al lato del parco, la notte l'avrebbe sicuramente aiutata a nascondersi meglio. Aveva un vantaggio su di lei? Sì. Poteva scappare, poteva fuggire quando lo desiderava.
    Tornò a guardarla, lasciò che la sua borsa scivolasse piano dalla sua spalla, lungo il suo braccio, così che dopo potesse afferrarla dal manico.
    Avrebbe allungato il braccio, ma non verso Shiisa, verso il proprio lato, lasciando cadere a terra la borsa all'angolo della panchina, con movimenti abbastanza lenti in modo da far capire alla ragazza che non aveva intenzione di attaccarla all'improvviso.
    Il palmo aperto puntava ancora verso la propria borsa, si sarebbe formata una bolla davanti alla sua mano, invisibile agli occhi di Shiira e ai suoi stessi, e con un impercettibile gesto l'avrebbe lanciata contro la borsetta. Shiisa avrebbe solo visto come la borsa di Morrigan sparisse nel nulla. L'oggetto sarebbe scomparso velocemente, ma gradualmente, la bolla avrebbe prima toccato il manico per poi dilungarsi sul resto della borsa.
    ‹ Credo ci fossero dentro i soldi in quella borsa, ora è a casa mia. › avrebbe detto Morrigan, mentendo, facendo credere alla donna di poter esser in grado di teletrasportare oggetti.

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    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Specter Trick Liv. I: Toccando un qualsiasi oggetto, Morrigan crea una bolla che lo rende invisibile. Se l'oggetto viene lanciato la bolla scompare raggiunti i cinque metri di distanza da Morrigan.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Ghost Bullet Liv. I: Morrigan lancia una bolla di piccole/medie dimensioni fino ad una distanza di cinque metri, che renderà invisibile l'oggetto da lei designato.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)


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    Oh, davvero?
    La letteratura non..
    ... stai calma, ragazzina. Non sai in cosa ti stai ficcando.

    « George Eliot si sta rivoltando nella tomba, di fronte a simili affermazioni. Kekekekek. »

    Il suo discorso proseguì. Si spostò altrove, portandola a interrogare la mia morale - chiedendomi con baldanza e tracotanza - ai miei occhi almeno - se non avessi sbagliato tutto. Un sorriso largo, disturbato, si dipinse sul mio volto, mentre arrivavo a una semplice conclusione.

    --- voleva la mia felicità.
    L'aveva detto chiaramente. Aveva ammesso di volermi rubare ciò che mi spetta.
    Aveva ammesso che vive solo e unicamente per distruggere ciò che mi dà pace.

    Quest'illusione di famiglia. Questa parvenza di fare parte di qualcosa.
    Tutto quello che mi resta, ha detto di volerlo rubare, calpestarlo e gettarlo via.

    « ... sul serio? Ti sembra davvero il caso di interrogare la mia morale? Kek. »

    Le permisi di muoversi come meglio credeva, tenendola tuttavia sott'occhio. Quella borsa che aveva appesa al fianco era... stava lentamente scomparendo, finendo da qualche altra parte. A quanto diceva, si trattava di un quirk di teletrasporto? Pessima storia davvero pessima. Non ero sicura che fosse la verità, ma era possibile che fosse così tonta da pensare che mi sarei fermata di fronte a qualcosa del genere.

    Del resto mi bastava catturarla, iniziare a strapparle le unghie sino a quando non mi avesse detto dove era casa sua. Avrei poi potuto mandare un mio sottoposto a recuperare la borsa. Pertanto, adesso bisognava prendere la cosa un passo alla volta.

    Per attuare il mio piano - mangiala, mangiala, mangiala - dovevo come prima cosa stordirla. La presa sul bracciolo della panchina si invertì, per permettermi di compiere il movimento che avrei descritto di lì a poco. Feci forza sul manico che stavo reggendo, mentre i miei muscoli si gonfiarono rapidamente, con venature viola per lo sforzo. Piede in avanti, quindi, avrei sollevato leggermente la panchina per farle descrivere una spazzata dalla mia destra alla mia sinistra, che aveva come obiettivo quello di colpire in pieno la ragazza dai capelli chiari.

    Complice il fatto che magari non si aspettasse una tale dimostrazione di forza fisica da una ragazzina esile quale potevo apparire, sarebbe stato un ottimo modo per iniziare. Avrei lasciato andare la panchina al termine del movimento, in maniera che finisse a qualche metro di distanza da noi e non mi intralciasse più. Se era vero che aveva un'unicità di teletrasporto, probabilmente doveva avere un limite entro il quale funzionare.

    Pertanto, tenni gli occhi su di lei per tutto il tempo, stando attenta a carpire qualsiasi informazione mi sarebbe potuta essere utile.

    Non avrei fatto come Banquo, non avrei ignorato le profezie delle streghe. Non avrei perso ciò a cui tenevo, per questo. Non dovevo peccare di arroganza, ma al contrario, dovevo fare di tutto per cercare di non lasciarmi sfuggire nessun dettaglio.

    Eppure, era così difficile.
    Il mio cervello già immaginava il piacere di dirle "se qualcuno ti chiede qualcosa, hai sbattuto contro una porta.". No, sarebbe stato ipocrita. Molto ipocrita, visto che era quello che papà faceva dire a mamma. Kekekek, avrei dovuto trovare un'altra soluzione per quel faccino pallido.


    Statistiche e Tecniche

    Livello: 4 // Peso Trasportabile: [4]
    Stato Fisico: -

    Equipaggiamento:
    • Dreamweaver (Costume) [Upgrade: Resistenza danni lievi]
    • Diegesis (Maschera Antigas)
    • Macbeth (Tirapugni) [Upgrade: Danni Medi]

    Energia: 300 - 25 = 275
    Forza: 129 + 10 // Quirk: 80 // Agilità: 76

    Tecniche Usate

    CITAZIONE
    Waverley [Livello 2]
    Shiisa può produrre enormi quantità di energia in punti specifici del suo corpo, alternandoli tra di loro. Le parti del corpo interessate saranno indicate chiaramente da venature ingrossate e violacee, facilmente rilevabili dai nemici Per i successivi tre turni, queste sarà più massiccio e voluminoso, capace quindi di aumentare le sue capacità offensive e la sua forza per i successivi tre turni.
    Costo: 25 + 10 mant.
    Danno/Effetto: Aumenta i danni di uno step per 3 turni.
    Note Shiisa può sollevare indicativamente 150 kg se questa tecnica è attiva.


    SCHEDA | VILLAIN (Aogiri) | CRONOLOGIA | #LIVELLO 3

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    Livello: 2
    Energia:
    90-15-5=70
    Forza: 7
    Quirk: 32
    Agilità: 36

    Peso Trasportabile: [1/4]
    Scheda

    ‹ Hai ragione. › ridacchiò al sentirle nominare George Eliot, o meglio Mary Anne Evans. ‹ Mi sono espressa male. ›, non parlava di tutta la letteratura, ovviamente, anche se considerava che perfino nei romanzi realisti dell'ottocento considerava dipendesse dai punti di vista, c'era sempre un po' di fantasia anche in quella realtà. Essi narravano la realtà riflessa nei pensieri dell'autore. ‹ Però ho sempre trovato bizzarro come i suoi romanzi puntavano al realismo mentre lei era costretta a nascondersi dietro al nome d'un uomo. ›

    Osservava come gli occhi di Shiisa seguivano attentamente la sua borsa, essa scompariva, Morrigan pensò assieme alle speranze della giovane, eppure lei non sembrò batter ciglio, come se veder sparire i proprio soldi non la tangesse, non fosse importante o semplicemente non fosse un problema. L'irlandese non ci avrebbe messo molto a scoprire il perchè di quello sguardo quasi indifferente.
    Le iridi rossastre di Morrigan invece seguivano la sua presa sulla panchina, scorgeva il braccio ingrossarsi all'improvviso, le sue vene diventare più visibili d'uno strano colore violaceo sulla pelle cerea, e capì cosa stava per arrivare, ma lo trovo assurdo. Quella ragazzina bassa e gracile non poteva davvero sollevare una panchina se non con l'aiuto di qualche quirk, eppure era più il gesto a sembrarle forse fin troppo esagerato. Pensava avrebbe provato a colpirla con un pugno, non con una panchina.
    La ragazza dai capelli albini sollevò la panchina come pesasse pochi grammi e spazzò con facilità Morrigan che cadde sgraziatamente a terra.
    Era la seconda volta nel giro di qualche giorno che qualcuno provava a farle del male, ed entrambe le volte, la prima in modo esplicito e la seconda più implicitamente, era stata proprio lei a chiederlo. Non si riteneva particolarmente masochista, anzi, normalmente Morrigan era già abbastanza sfigata di suo, bastava un minimo per farle prendere un raffreddore o la febbre, viveva ammalata, la sua vita era già piena di sofferenza fisica e non ne desiderava altra. L'esplosione di Hisoka l'aveva fatta risvegliare piena di lividi e dolori muscolari, ci aveva messo alcuni giorni a riprendersi del tutto... lo scoppiò in se non era stato nemmeno troppo forte, era lei ad essere troppo debole. Insomma, fisicamente Morrigan non era un granché, non era portata per i combattimenti, o almeno, non ci sarebbero voluti molti colpi a metterla fuori gioco.
    La panchina che le era arrivata addosso non l'aveva colpita alla testa —fortunatamente, dato che probabilmente sarebbe bastato ciò per ucciderla— ma il braccio e i fianchi, da cui ora sentiva un forte dolore.
    Ancora a terra, la ragazza avrebbe portato velocemente una mano sulla parte colpita dell'arto constatando che non si fosse fratturato e poi, altrettanto velocemente si sarebbe resa invisibile. Forse Shiisa ora avrebbe pensato che si fosse teletrasportata via, e lei aveva un po' più di tempo per riprendersi.
    Si sarebbe alzata da terra, cercando di fare il minor rumore le fosse possibile in modo che non individuasse la sua posizione, si sarebbe spostata di alcuni metri lontano dal punto in cui era atterrata ed avrebbe estratto dalla cintura nascosta nella sua vita uno dei coltelli che si era portata dietro.
    Esitò un secondo. Se si avvicinava cosa avrebbe fatto? L'avrebbe pugnalata? Non aveva un reale motivo per ucciderla non voleva ucciderla, avrebbe potuto semplicemente recuperare la borsa e scappare, eppure quasi per istinto invece di fuggire aveva afferrato il coltello. Forse più tardi si sarebbe interrogata sul fatto che fosse o meno capace di porre fine a una vita, la volta in cui anni prima il suo patrigno si era suicidato non era stata lei a premere il grilletto, ma lo aveva spinto a farlo, non aveva provato rimorso nè pena... era solo perchè l'aveva considerato una giusta causa? Avrebbe provato rimorso o pena all'uccidere quella ragazza? Oppure non le sarebbe importato?
    Morrigan sarebbe riapparsa, ad una distanza di sicurezza, le sue dita che giocherellavano con il coltello che ora stava mostrando a Shiisa. Se c'era una cosa di cui ora era sicura, era che doveva starle il più lontano possibile, se con quel braccio era capace di sollevare una panchina ‹ Uhmm... ›, stava solo giocando con lei. ‹ ...che cosa sono, queste? › la mano libera della ragazza dai capelli rosa sarebbe andata a finire nella sua tasca, da cui avrebbe estratto le pillole appartenenti all'albina, nella loro apposita busta trasparente. Dissimulava abbastanza bene il dolore che in realtà stava provando a quello stesso braccio che reggeva la bustina.

    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche usate: Ghost Bullet Liv. I | Phantom Cloak Liv. I
    • Status: Lividi al braccio e al fianco.

    • Equipaggiamento:
    Coltelli da lancio [Offensivo]:
    ► Descrizione: Un doppio set da tre coltelli da lancio ciascuno d'acciaio da 20cm dal colore nero opaco, con 11cm di lama a doppio filo. Il manico è leggermente più stretto rispetto alla parte terminale ed è forato da una serie di tre buchi in modo tale da alleggerirne il peso. Sono perfettamente bilanciati ed aereodinamici, il che li rende eccezionali armi da lancio. Possono essere scagliati oppure all'occorrenza essere branditi come comuni lame. Sono inseriti in una custodia di cuoio contenente tre lame ciascuna, dotate di cinghie comodamente allacciabili alle cosce oppure alla vita, in modo da poter essere estratti e lanciati facilmente.
    ► Effetto: //
    ► Peso: [1]

    • Lista tecniche:
    Phantom Cloak Liv. I: Morrigan crea una bolla in grado di rendere invisibile se stessa, essa la seguirà ovunque vada.
    Danno: //
    Costo: 15 (+10 mantenimento)
    Lonely Ghost Liv. I: Morrigan, poggiando il palmo della mano su una persona crea una bolla che l'avvolge, rendendola invisibile. La bolla seguirà la persona fino ad un raggio di 5 metri di distanza da Morrigan, raggiunto il limite scompare.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Specter Trick Liv. I: Toccando un qualsiasi oggetto, Morrigan crea una bolla che lo rende invisibile. Se l'oggetto viene lanciato la bolla scompare raggiunti i cinque metri di distanza da Morrigan.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Ghost Bullet Liv. I: Morrigan lancia una bolla di piccole/medie dimensioni fino ad una distanza di cinque metri, che renderà invisibile l'oggetto da lei designato.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)


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    Questa ragazza sembrava cercare di rispondermi a tono. Magari, insisto, in un altro contesto saremmo potute diventare amiche, ubriacarci al bar, mi avrebbe fatto dimenticare Zero. E invece aveva espresso il desiderio di morire - beh, chi ero io per impedirle di terminare la sua vita dopo indicibili torture, al fine di dirmi dove erano nascoste le mie cose.

    Onestamente?
    Mi dispiaceva.
    Quella ragazza mi stava rispondendo.
    Con considerazioni valide - dell'unico argomento che mi faceva respirare la notte, che mi permetteva di svegliarmi dagli incubi. Che dava un colore meno grigio all'orribile mondo tinto di sangue nel quale papà mi aveva gettato quel giorno. E invece. E invece.

    « D-dove?! »

    La mia reazione momentanea sarebbe potuta essere quella di guardarmi intorno disperata, alla ricerca di quella ragazza. Era scomparsa gradualmente, probabilmente aveva usato quella che aveva definito come unicità di teletrasporto? C'era solo una cosa che potevo fare - verificare se era ancora in zona, se era possibile raggiungerla e in caso romperle tutte le ossa. Keeekekekekk!

    Rimasi ferma, immobile, cercando di concentrarmi sul suono, mentre muovevo gli occhi a destra e sinistra con circospezione e cautela, senza fare movimenti troppo bruschi. Mi chinai leggermente sule gambe, piegando le ginocchia. Il mio respiro era limitato al minimo, cercando di isolare qualsiasi suono la ragazza si sarebbe potuta far sfuggire. Fino a quando, beh, non decise di parlare lei stessa. Provocazioni? Non era il tasto giusto da premere.

    Di certo non avrei perso la calma così - magari facendomi sentire l'odore del sangue sarebbe stato diverso - e immediatamente mi voltai verso di lei. La mia reazione fu rapida, quanto i miei riflessi mi avrebbero permesso. Avrei fatto forza sulle gambe, ancora pulsanti di energia generata dal mio corpo, per darmi un forte slancio in sua direzione, la mano sinistra chiaramente tirata indietro per caricare un forte colpo.

    E non appena fossi arrivata a portata, avrei lasciato andare il pugno per impattare con forza sul terreno, cercando di colpire con un epicentro quanto più vicino possibile alla posizione della mia nemica. Stava giocando con le pilloline, sì? Voleva sapere di che si trattava, sì? Diamine, le sarebbe bastato chiedermelo gentilmente e gliene avrei anche dato un campione omaggio. Invece, il mio pugno avrebbe generato un'onda d'urto che si sarebbe propagata intorno al punto d'impatto, sollevando terriccio e polvere tutto intorno a me. Complice la maschera, avrei cercato di dare comunque un'occhiata intorno a me per vedere dove la ragazza dai capelli chiari si fosse mossa.

    « Sono qualcosa che non è tuo, kekekekek. »

    Le risposi mentre ripetevo nuovamente l'esercizio di prima, cercando di capire dove fosse - magari aiutandomi proprio con la polvere che avevo appena sollevato. Non potevo permettere che si teletrasportasse via, dovevo farmi dire dove fosse casa sua. Sentivo Macbeth il tirapugni iniziare a farmi male - dovevo trovare una soluzione a questo problema del farmi male quando colpisco le cose. Non posso andare avanti in queste condizioni per molto tempo.


    Statistiche e Tecniche

    Livello: 4 // Peso Trasportabile: [4]
    Stato Fisico: Danni lievi alla mano sx che ha usato la tecnica.

    Equipaggiamento:
    • Dreamweaver (Costume) [Upgrade: Resistenza danni lievi]
    • Diegesis (Maschera Antigas)
    • Macbeth (Tirapugni) [Upgrade: Danni Medi]

    Energia: 275 - 10 - 25 = 240
    Forza: 129 + 10 // Quirk: 80 // Agilità: 76

    Tecniche Usate

    CITAZIONE
    Waverley [Livello 2]
    Shiisa può produrre enormi quantità di energia in punti specifici del suo corpo, alternandoli tra di loro. Le parti del corpo interessate saranno indicate chiaramente da venature ingrossate e violacee, facilmente rilevabili dai nemici Per i successivi tre turni, queste sarà più massiccio e voluminoso, capace quindi di aumentare le sue capacità offensive e la sua forza per i successivi tre turni.
    Costo: 25 + 10 mant.
    Danno/Effetto: Aumenta i danni di uno step per 3 turni.
    Note Shiisa può sollevare indicativamente 150 kg se questa tecnica è attiva.

    Mr Hyde [Livello 2]
    Shiisa concentra una notevole quantità di potere nei suoi avambracci, che al prossimo attacco sferrato su una superficie sprigioneranno un'onda d'urto a partire dall'epicentro dell'impatto, per cinque metri. L'onda è generata unicamente dalla forza d'impatto dell'attacco di Shiisa, che aumenta a dismisura grazie al suo Quirk.
    Costo: 25
    Danno: Tecnica offensiva, danni medi.


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    70-5=65
    Forza: 7
    Quirk: 32
    Agilità: 36

    Peso Trasportabile: [1/4]
    Scheda

    Vide il panico trasformare il suo viso nel momento in cui Morrigan sparì, i suoi occhi balzavano da una parte all'altra del parco in cerca della sua figura, mentre nella sua mente probabilmente aveva iniziato a fare capolino il pensiero che lei si fosse teletrasportata a casa con i suoi soldi e le sue pillole. Non si fece però trasportare dall'ansia, durò soltanto un breve momento, poi tornò stranamente concentrata. Si abbassò a terra e cercò come di captare ogni rumore la ragazza dai capelli rosa potesse fare, aiutata dalla quiete di quella notte. Erano sole, quasi nascoste in quel piccolo parco in cui silenzio regnava, probabilmente la farsa di Morrigan sull'unicità di teletrasporto non sarebbe durata molto, se non voleva fare rumore doveva procedere con cautela.
    In quel caso però non servì, la studentessa si era rivelata di sua spontanea volontà e Shiisa, lasciandole giusto un secondo per parlare, si era già lanciata verso di lei. Subito Morrigan, quasi per istinto, impugnò per bene il coltello che fino al momento aveva fatto scivolare giocosamente tra le sue esili dita. Lo spostò davanti a se come per proteggersi, aspettando che l'albina avrebbe provato a sferrare un pugno a lei, e dopo aver visto com'era in grado di sollevare facilmente una panchina, non teneva particolarmente a scoprire quanto potenti dovevano essere i suoi pugni. La sua abilità doveva essere per forza frutto di un quirk. Morrigan ogni tanto immaginava come sarebbe stato avere l'abilità di qualcun'altro, e in quel preciso momento quella di Shiisa sembrava molto più utile della sua.
    La ragazza dai capelli bianchi però non aveva intenzione di attaccarla, almeno non direttamente, il pugno che Morrigan aveva pensato avrebbe ricevuto lei, era stato invece diretto verso il suolo, provocando un'onda d'urto che con immediatezza la colpì, scaraventandola di nuovo a terra, allontanandola ulteriormente da Shiisa.
    Aveva tenuto stretto il coltello nella sua mano, ma quando balzò via le pillole scivolarono e finirono da qualche parte nel pavimento cementato del parco. Nemmeno lei avrebbe saputo dire esattamente dove, la ragazza dalle crini bianche aveva sollevato parecchia polvere impedendole di vedere bene i dintorni. Oltre ad offuscarle la vista, ciò avrebbe anche interferito con la sua invisibilità, se fosse sparita mentre si trovava in quella nube di terra Shiisa avrebbe capito che di teletrasporto non si trattava affatto.
    La mano sinistra ormai libera si spostò sul suo fianco, dove aveva ricevuto il colpo della panchina che continuava a farle male. Rimase a terra per qualche secondo, valutando la situazione. Aveva senso continuare quel... combattimento? Anche se era più a senso unico, Morrigan non aveva provato ad attaccarla nemmeno una volta. La ragazza dai capelli rosa teneva alla sua vita, e sopratutto non era masochista, sapeva di non avere molte possibilità in uno scontro diretto contro quella ragazzina, se avesse prolungato la cosa prima o poi quel pugno che Shiisa aveva benevolmente diretto al suolo si sarebbe invece diretto verso il suo viso.
    Non era disposta a farsi uccidere o torturare per quello che aveva iniziato per gioco. Forse era meglio optare per una tregua, sperando che l'albina gliela concedesse se lei le consegnava le pillole.
    ‹ Le rivuoi? › chiese Morrigan, alzandosi con un po' di fatica da terra appena la polvere si disperse. ‹ Trovale. › disse, indicando con la mano il pavimento dove da qualche parte doveva essere finito il sacchetto trasparente contenente la droga. Nel mentre lei si sarebbe diretta vicino a dove prima si trovava la panchina, verso la borsa ancora nascosta dal suo quirk. Se era stata così distratta da lasciare la sua pochette in un parco, forse ora impegnata a ricercare le pillole si sarebbe dimenticata dei soldi.
    Morrigan avrebbe annullato la sua unicità, a borsa sarebbe magicamente riapparsa nel punto esatto in cui era scomparsa, lei l'avrebbe afferrata e senza aspettare avrebbe iniziato a camminare verso l'uscita del parco, il coltello ancora stretto nella sua mano destra.

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    • Tecniche usate: Ghost Bullet Liv. I | Phantom Cloak Liv. I
    • Status: Lividi al braccio e al fianco.

    • Equipaggiamento:
    Coltelli da lancio [Offensivo]:
    ► Descrizione: Un doppio set da tre coltelli da lancio ciascuno d'acciaio da 20cm dal colore nero opaco, con 11cm di lama a doppio filo. Il manico è leggermente più stretto rispetto alla parte terminale ed è forato da una serie di tre buchi in modo tale da alleggerirne il peso. Sono perfettamente bilanciati ed aereodinamici, il che li rende eccezionali armi da lancio. Possono essere scagliati oppure all'occorrenza essere branditi come comuni lame. Sono inseriti in una custodia di cuoio contenente tre lame ciascuna, dotate di cinghie comodamente allacciabili alle cosce oppure alla vita, in modo da poter essere estratti e lanciati facilmente.
    ► Effetto: //
    ► Peso: [1]

    • Lista tecniche:
    Phantom Cloak Liv. I: Morrigan crea una bolla in grado di rendere invisibile se stessa, essa la seguirà ovunque vada.
    Danno: //
    Costo: 15 (+10 mantenimento)
    Lonely Ghost Liv. I: Morrigan, poggiando il palmo della mano su una persona crea una bolla che l'avvolge, rendendola invisibile. La bolla seguirà la persona fino ad un raggio di 5 metri di distanza da Morrigan, raggiunto il limite scompare.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Specter Trick Liv. I: Toccando un qualsiasi oggetto, Morrigan crea una bolla che lo rende invisibile. Se l'oggetto viene lanciato la bolla scompare raggiunti i cinque metri di distanza da Morrigan.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Ghost Bullet Liv. I: Morrigan lancia una bolla di piccole/medie dimensioni fino ad una distanza di cinque metri, che renderà invisibile l'oggetto da lei designato.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)


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    Non scherziamo.
    Ho avuto una svista. Ma sono una persona seria.
    Metto in questo lavoro la mia anima - perchè è tutto quanto ciò che mi resta all'infuori del mio mondo di fantasia fatto di drammi e romanzi. E chiunque minacci il mio mondo, il mio equilibrio precario che difendo kekekekekekeke con le unghie e con i denti, deve pagarla. Non si tratta di una ridicola revenge tragedy rinascimentale, mi piace più vederla come una tragicomedy.

    « KEEEKEKEKEKEKEKEK! »

    Ancora una volta, dalla mia bocca fuoriuscì una risata sgraziata e disarticolata, mentre come un animale mi appiattivo al suolo, graffiavo il terreno nell'attesa che il polverone mi desse un minimo di visibilità - non me ne serviva tanta. Mi bastava una direzione appena accennata, un movimento in più nella polvere, anche solo un suono. I muscoli iniziavano a farmi male, le vene troppo grosse e il sangue mi andava alla testa maeracosìbello sentire l'adrenalina che si spostava nel mio corpo a velocità folle.

    I miei occhi erano accesi come delle lampadine vere e proprie, facendo capolino dalla maschera antigas che in questo momento era lì più per bellezza che per un reale funzionamento. Avrei dovuto seguire il premio che mi era stato lanciato? No, no. Il grosso di questa storia erano i soldi - le pillole erano spiccioli. Avrei potuto reimborsarle di tasca mia. Ma qui mancavano i soldi - ne ero sicura. Avrei recuperato quelle pillole con calma in un secondo momento. Adesso dovevo impedirle di teletrasportarsi o mettere in atto qualche strano trucchetto. Odiavo i Quirk strani. Non riuscivo quasi mai a capirli - non tutti hanno un'abilità semplice e diretta come la mia.

    Feci forza ancora una volta sulle gambe, sul terreno. E infine, con un movimento quasi felino, saltai ancora una volta in direzione del mio bersaglio. L'obiettivo era solo e solamente uno, cercare di atterrarla e posizionarmi su di lei di peso. La mia manovra consisteva letteralmente nello sfruttare lo slancio preso dalla mia forza aumentata per spingerla a terra e poter cadere su di lei con tutto il mio - esile - peso, in maniera da costringerla a terra con le braccia.

    Nel caso in cui ci fossi riuscita, avrei fatto di tutto per impedirle di dimenarsi, farle capire che era mia intenzione discutere e parlare di come avremmo potuto risolvere questa situazione kekekekek. Beh, no, in realtà volevo farle capire che non l'avrei lasciata andare tanto facilmente. Anche perchè non avevo molto tempo prima che qualcuno fosse richiamato dal trambusto.

    Mai che io possa fare le cose con calma!
    Sempre di fretta! Kekekekek
    Forse sono davvero il bianconiglio di Alice - però c'è qualcuno che ha detto che sto meglio come Alice.
    A chi credere, a chi credere?! Che io sia il cappellaio, in realtà?
    Beh, magari la mia nuova amica avrebbe potuto rispondere a questo mio dubbio.


    Statistiche e Tecniche

    Livello: 4 // Peso Trasportabile: [4]
    Stato Fisico: Danni lievi alla mano sx che ha usato la tecnica.

    Equipaggiamento:
    • Dreamweaver (Costume) [Upgrade: Resistenza danni lievi]
    • Diegesis (Maschera Antigas)
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    Energia: 240 - 10 = 230
    Forza: 129 + 10 // Quirk: 80 // Agilità: 76

    Tecniche Usate

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    Waverley [Livello 2]
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    Costo: 25 + 10 mant.
    Danno/Effetto: Aumenta i danni di uno step per 3 turni.
    Note Shiisa può sollevare indicativamente 150 kg se questa tecnica è attiva.


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    Forza: 7
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    Agilità: 36

    Peso Trasportabile: [1/4]
    Scheda

    Morrigan se ne stava andando con la sua borsa, riempita dai soldi della spacciatrice. Aveva sperato, per un attimo, che la lasciasse andare e si mettesse alla ricerca della bustina, ma aveva anche valutato l'opzione logica che non lo facesse. Se fosse stata al posto suo, Morrigan avrebbe sicuramente scelto i soldi, le pillole poteva comunque recuperarle dopo, ma in primo luogo se fosse stato al posto della ragazza dai capelli bianchi non avrebbe fatto l'errore di dimenticare la sua pochette nella panchina d'un parco pubblico. Non tutti pensavano come lei, anzi, molti pensavano troppo poco e Shiisa poteva essere di quelle persone, forse si sarebbe lasciata prendere dall'ansia, non avrebbe riflettuto, e l'avrebbe lasciata scappare con i suoi soldi.
    Stava finalmente per uscire dalla nuvoletta di terra che la ragazzina aveva creato, se fino al momento non aveva di nuovo usato la sua invisibilità era perchè sarebbe risultato inutile, la polvere sarebbe scomparsa assieme a lei rivelando la sua posizione e il suo stesso potere cui, era sicura, l'albina ancora pensava si trattasse di teletrasporto.
    Con la coda dell'occhio osservava la ragazza alle sue spalle, gli occhi di lei seguivano la sua figura, accovacciata a terra la osservava con lo sguardo d'un predatore che non si sarebbe lasciato sfuggire la sua preda: fu allora che Morrigan capì che non l'avrebbe lasciata andare finché non avrebbe ripreso tutto ciò che le apparteneva.
    Si voltò verso di lei quando la vide come prepararsi per scattare, facendo qualche breve passo all'indietro, non volendo darle le spalle quando l'avrebbe raggiunta. L'albina però non scattò, le saltò addosso, con l'intento di farla cadere a terra. La ragazza dai capelli rosa era più alta di lei, ma non più forte e probabilmente nemmeno tanto agile, cadette sul cemento, ma fece in tempo a frenare la caduta con i gomiti in modo da non picchiare la testa.
    Morrigan era una persona tutto sommato tranquilla, almeno in apparenza, non aveva mai partecipato attivamente a delle risse, però ricordava di averne scatenate alcune, senza però rimanerci coinvolta. Nel breve tempo in cui era stata una modella, durante la sua adolescenza, aveva presenziato molte delle sue compagne prendersi per i capelli a vicenda, incolpandosi di "crimini" che in realtà era stata Morrigan a commettere.
    Ora però non era uno spettatore, Shiisa stava attaccando lei; se l'era andata a cercare, l'aveva provocata e derubata ed oltretutto era rimasta per farsi beffe di lei, quando aveva avuto più di un'occasione per diventare invisibile e tornare a casa indisturbata. E in quel momento l'albina era sopra di lei.
    Il coltello era ancora stretto nella sua mano, eppure lei era restia ad usarlo, perchè aggredirla avrebbe detto continuare quel combattimento in cui era sicura di non riuscire a vincere.
    Non si dimenò dalla sua presa, anzi, si afflosciò a terra, posando il capo sul pavimento in segno di resa. ‹ Va bene, va bene... › ridacchiò appena, i suoi occhi rossi erano fissi su quelli della giovane. ‹ Niente più trucchi. Ti ridarò i soldi. › disse, indicando la sua borsa, accanto a lei. ‹ Sono lì dentro. ›

    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche usate: //
    • Status: Lividi al braccio e al fianco.

    • Equipaggiamento:
    Coltelli da lancio [Offensivo]:
    ► Descrizione: Un doppio set da tre coltelli da lancio ciascuno d'acciaio da 20cm dal colore nero opaco, con 11cm di lama a doppio filo. Il manico è leggermente più stretto rispetto alla parte terminale ed è forato da una serie di tre buchi in modo tale da alleggerirne il peso. Sono perfettamente bilanciati ed aereodinamici, il che li rende eccezionali armi da lancio. Possono essere scagliati oppure all'occorrenza essere branditi come comuni lame. Sono inseriti in una custodia di cuoio contenente tre lame ciascuna, dotate di cinghie comodamente allacciabili alle cosce oppure alla vita, in modo da poter essere estratti e lanciati facilmente.
    ► Effetto: //
    ► Peso: [1]

    • Lista tecniche:
    Phantom Cloak Liv. I: Morrigan crea una bolla in grado di rendere invisibile se stessa, essa la seguirà ovunque vada.
    Danno: //
    Costo: 15 (+10 mantenimento)
    Lonely Ghost Liv. I: Morrigan, poggiando il palmo della mano su una persona crea una bolla che l'avvolge, rendendola invisibile. La bolla seguirà la persona fino ad un raggio di 5 metri di distanza da Morrigan, raggiunto il limite scompare.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Specter Trick Liv. I: Toccando un qualsiasi oggetto, Morrigan crea una bolla che lo rende invisibile. Se l'oggetto viene lanciato la bolla scompare raggiunti i cinque metri di distanza da Morrigan.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Ghost Bullet Liv. I: Morrigan lancia una bolla di piccole/medie dimensioni fino ad una distanza di cinque metri, che renderà invisibile l'oggetto da lei designato.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)


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    Ci ero riuscita.
    Alla consapevolezza che finalmente avevo bloccato quella sfuggente ragazza, il mio cuore si riempì di gioia, traboccando di quella meravigliosa realizzazione. Lasciai per un attimo che le endorfine e l'adrenalina tornassero a livelli normali, in un glorioso turbine di caos ed eccitazione. Sentivo il corpo della ragazza sotto di me farsi improvvisamente inerte - soffice - come una bambola.

    Ci ero riuscita.
    Potevo recuperare i miei soldi.
    Nessuna testa sarebbe rotolata, la regina di cuori non avrebbe dovuto chiamare le carte a raccolta per fare un esempio di me.
    Kekekekkeek.

    « ... era difficile? »

    Mi ritrovai a dire, quasi stizzita ora che la scarica di adrenalina era andata via. Mi tirai leggermente su, seduta sul suo bacino, rendendomi conto che per ora sembrava non aver intenzione di muoversi. Notai il coltello e con un gesto gentile ma deciso, feci per farglielo saltare di mano e allontanarlo da noi. Non volevo avere complicazioni. Dopo essermi sincerata che la situazione fosse sicura, tirai su la borsa iniziando a rovistarci dentro, tirando fuori i soldi. Non li contai, ma mi limtai a tirare fuori qualche banconota per arrivare intorno ai cento yen, per lasciarli cadere sulla ragazza sotto di me.

    « Questi sono per avermi ridato i soldi e le pillole. Sei ferita da qualche parte? Kekek. Posso indicarti un ospedale che si occupa di queste cose in maniera molto discreta, se non hai un'assicurazione. »

    Si, era un netto contrasto rispetto al mio atteggiamento precedente.
    Ma questa ragazza conosceva Shakespeare. E avrei fatto la stessa cosa al posto suo. Visto che mi aveva ridato tutto quello che avevo perso, non avevo motivo di strapparle le unghia. Se non fosse successo niente di nota, a quel punto, mi sarei rialzata con un movimento secco, posizionando le banconote nella tasca del mantello, chiudendola con la zip.

    Restai in piedi di fianco a lei, aspettando che mi dicesse di avere male da qualche parte o mi lanciasse degli improperi per come il mio comportamento era cambiato in maniera repentina. Dovevo anche recuperare le pillole, ma di sicuro non me ne sarei dimenticata, questa volta.

    Magari avrebbe preso la mia offerta come quella di Mefistofele al dottor Faustus - ma come biasimarla?
    Kekekek. Però potevo essere una buona amica, questa ragazza aveva delle caratteristiche che mi interessavano. Avventata, pronta ad approfittarsi degli altri quando necessario - a chi non avrebbero fatto gola tutti quei soldi?


    Statistiche e Tecniche

    Livello: 4 // Peso Trasportabile: [4]
    Stato Fisico: Danni lievi alla mano sx

    Equipaggiamento:
    • Dreamweaver (Costume) [Upgrade: Resistenza danni lievi]
    • Diegesis (Maschera Antigas)
    • Macbeth (Tirapugni) [Upgrade: Danni Medi]

    Energia: 230
    Forza: 129 + 10 // Quirk: 80 // Agilità: 76

    Tecniche Usate


    SCHEDA | VILLAIN (Aogiri) | CRONOLOGIA | #LIVELLO 3

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    Livello: 2
    Energia: 65
    Forza: 7
    Quirk: 32
    Agilità: 36

    Peso Trasportabile: [1/4]
    Scheda

    Morrigan giaceva inerme sotto il leggero peso della ragazza, cui viso era per metà nascosto dalla maschera antigas, vedeva solo i suoi occhi chiari brillare al suo arrendersi e poi spegnersi di nuovo in un secondo, al domandarle se "era difficile". No, non lo era stato, avrebbe potuto facilmente evitare tutte quelle noie consegnandole i soldi quando ella glielo aveva chiesto, oppure avrebbe potuto scappare senza fermarsi a farsi beffe di lei. Avrebbe ottenuto un po' di soldi extra, e pillole di cui non conosceva la provenienza né l'effetto. Il suo errore era stata un'indisponente sicurezza di sé e la curiosità di capire quella misteriosa ragazza, probabilmente per noia.
    Non si oppose quando la spacciatrice le tolse il coltello di mano, i suoi occhi cremisi ne seguirono il movimento e si soffermarono sull'oggetto che alla fine non aveva usato. Aveva preso quel coltello per potersi difendere, e quando avrebbe potuto esserle d'aiuto aveva esitato e infine aveva lasciato perdere. Era vero, la situazione non era così disperata dall'essere obbligata all'utilizzarlo, e ciò per lei significava che probabilmente non lo avrebbe fatto se non si trattava di una questione di vita o morte, e anche in quel caso avrebbe preferito trovare un modo di risolvere la cosa senza usare la violenza. Per quella ragazza invece, che ora prendeva la sua borsa e ne estraeva i soldi, la violenza era stata la prima scelta per convincerla, o almeno ci aveva provato davvero poco con le parole.
    Fu però così generosa da lasciarla la mancia per averle restituito i soldi dopo averglieli rubati, lasciandoli cadere e posarsi lentamente sul suo corpo come foglie che cadevano da un'albero; se Morrigan fosse stata una persona orgogliosa non li avrebbe accettati, e invece afferrò quei cento yen, riponendoli nella tasca della propria giacca.
    Morrigan si tirò a sedere subito dopo che lei si fu alzata, sorridendo con perplessità a quell'insolita sua premura nel consigliarle un posto dove medicassero le sue ferite. ‹ Come ti chiami? › domandò invece la ragazza dai capelli rosa, rimettendosi in piedi, con una mano sul fianco, quello che lei aveva colpito con la panchina.
    Recuperò da terra la propria borsa e il coltello che lei le aveva sottratto poco prima, rimettendolo al proprio posto. ‹ Posso sapere come mai ti interessa ora della mia salute? › le domandò, fermandosi davanti a lei, guadandola ora dall'alto, essendo lei più bassa. ‹ Infondo non sono che una ladra che ha cercato di derubarti. › affermò con un tono quasi teatrale. Non si era fatta così tanto male da finire in ospedale, era sicura che con un po' di ghiaccio sul fianco e riposo se la potesse cavare, e se fosse stato il contrario, avrebbe comunque preferito recarsi ad una clinica privata. Forse Shiisa si era aftta un'idea sbagliata di lei, forse pensava che era come lei. Ma la vita di Morrigan di solito era molto più normale di così, non se ne andava in giro a derubare la gente.
    ‹ E tu la spacciatrice che con la forza si è ripresa ciò che le apparteneva. Non mi aspettavo certo pietà da te. ›

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    ► Peso: [1]

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    Lonely Ghost Liv. I: Morrigan, poggiando il palmo della mano su una persona crea una bolla che l'avvolge, rendendola invisibile. La bolla seguirà la persona fino ad un raggio di 5 metri di distanza da Morrigan, raggiunto il limite scompare.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Specter Trick Liv. I: Toccando un qualsiasi oggetto, Morrigan crea una bolla che lo rende invisibile. Se l'oggetto viene lanciato la bolla scompare raggiunti i cinque metri di distanza da Morrigan.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)
    Ghost Bullet Liv. I: Morrigan lancia una bolla di piccole/medie dimensioni fino ad una distanza di cinque metri, che renderà invisibile l'oggetto da lei designato.
    Danno: //
    Costo: 10 (+5 mantenimento)


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    -- uh, mi chiedeva il nome. Diciamo che non mi sentivo proprio a mio agio nel rivelarle il mio nome - anche se le sarebbe servito a poco. Del resto c'erano così tante Shiisa in giappone che sarebbe stato come darle un ago da cercare nel pagliaio. Sì, dovevo cercarmi uno pseudonimo d'impatto, che potesse funzionare. Ma in genere queste cose devono farle gli altri Keeekekekekek.

    « ... puoi chiamarmi Desdemona. »

    Commentai con tono gentile, osservandola mentre si toccava il fianco. Uh, era dove l'avevo presa con la panchina? Chissà quanto male doveva fare. A causa della mia unicità avevo dei concetti molto distorti del dolore e dello sforzo fisico, dovendo tutto fluttuare in base alle sostanze che producevo nel mio corpo. Lasciai che si avvicinasse a me, alzando leggermente lo sguardo. Non mi ero accorta che fosse leggermente più alta di me, ma non era una novità - complice la mia bassa statura, ero abituata a guardare la gente dal basso verso l'alto. Distolsi leggermente lo sguardo, grattandomi la nuca un pochino a disagio.

    « --- la realtà è che non ho molti amici. E visto che conosci Shakespeare, Kekekeek, mi spiacerebbe salutarci in cattivi rapporti. »

    Non avevo difficoltà ad ammettere questo genere di debolezze, e stavo persino sorridendo con gli occhi mentre lo dicevo. Ero sinceramente disponibile a reincontrare la ragazza, nonostante quanto fosse successo. Avrei dovuto stare attenta a non farmi derubare, ma del resto...

    « Chiunque al posto tuo avrebbe fatto la stessa cosa. Anzi, nel mio lavoro questo genere di intraprendenza è apprezzata. Kekekek. Sei interessata ad entrare nell'ambiente, mica?»

    Il mio tono era scherzoso, ma un quirk come il suo sarebbe stato sicuramente utile ad Aogiri. C'era da capire se si trattava davvero di teletrasporto o qualcos'altro - se si fosse trattato di quello, probabilmente questo dialogo non sarebbe mai avvenuto. Ma non avevo valutato tutte le possibili implicazioni, spinta dalla furia della battaglia come Orlando. Chissà che aspetto avrebe avuto il mio Astolfo, kekekek.

    Rimasi ad osservare la figura davanti a me, inclinando leggermente lo sguardo per osservare meglio il fianco della ragazza. Feci una piccola smorfia dubbiosa, cercando di percepire cosa stava effettivamente succedendo. Per qualche ragione mi ricordava quello che succedeva quando controllavo il corpo di mamma, per trovare ogni giorno nuovi lividi nonostante la sua unicità.

    « Ti fa molto male? Kekek. »

    Chiesi a quel punto, tirandomi nuovamente su.


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