Painting in the wind

Role - [Slot Extra] - Sapphire 313 (Desmond) x BlueJowy (Takeru)

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    Desmond P. Archisorte
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    Aveva temuto di essere un po' invadente o pedante, ma ora era felice di aver dato un nuovo spunto di riflessione o quantomeno un'idea a Takeru.
    «Ognuno fa quello che può, non è una gara e non ci sono giudici.»
    Se anche lui che di talenti utili ne aveva pochi, per non dire nessuno (a meno che dormire non venga considerato un talento) era in qualche modo riuscito a rendersi utile per i piccoli pazienti, c'era speranza letteralmente per tutti.
    «Uh, sì, sono un archeologo» Era una cosa che aveva incuriosito più di una persona, era davvero un'occupazione così strana? O magari era strana l'associazione tra l'individuo e l'archeologia? «Giusto per la cronaca, me l'hanno comunicato stamattina, tra non molto comincerò a lavorare al Kokugakuin University Museum
    Takeru non glielo aveva chiesto e poteva importargliene meno di niente, ma l'uomo irradiava una tale soddisfazione mista a felicità che sarebbe stata un'autentica crudeltà fargli notare che non era un'informazione fondamentale ai fini del discorso.
    «Non so di preciso di quali mansioni mi occuperò e sono specializzato in tutt'altro periodo storico, ma sembra una bella sfida e non ho problemi a ricominciare a studiare.»
    Sì, sembrava proprio un bambino a cui hanno regalato un giocattolo nuovo.
    Solo che era uno stipendio ad aspettarlo e, con esso, tutti quei piccoli acquisti inutili che desiderava.
    "Ho un fratello che è palesemente in disaccordo con questa teoria, in realtà, mi dice sempre di dover fare qualcosa di più attivo, per essere contento."
    Desmond si accigliò appena, osservando prima la farfalla di pigmenti posata sul ragazzo e poi Takeru stesso.
    «Immagino che lo dica per la tua felicità, perché tiene a te, però... uhm, come dire, se siete molto diversi ciò che vale per lui può non valere per te.»
    Da signore assoluto del divano, ne sapeva qualcosa.
    «Anche se ultimamente ho scoperto che delle cose... inaspettate, a cui prima non avevamo proprio pensato, possono riservare sorprese e in senso positivo» Se qualche anno prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe finito a pattugliare le strade facendo passare un brutto quarto d'ora a razzisti ed esaltati (leggasi: mandando Shinjiro in avanscoperta e fornendogli supporto a distanza) gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia mentre ora... non si poteva dire che apprezzasse davvero quella vita, ma nemmeno voleva smettere «Quindi qualche volta prova a dargli ascolto, magari può davvero portare a qualcosa di buono.»
    O magari no, ma erano comunque tutte esperienze.
    «Sono successe un sacco di cose...»
    Si ritrovò a borbottare a mezza voce, con aria un po' assente.
    Tante, tantissime, alcune così assurde che non riusciva a capacitarsi di essere ancora tutto intero o, perlomeno, non del tutto distrutto da un punto di vista mentale.
    "Creo qualcosa che vive i suoi attimi in questo mondo e poi...si dissolve piano."
    Lo guardò con un lieve sorriso, a vederla così quell'unicità risultava terribilmente malinconica.
    «Allora mi auguro che, per quanto breve, ciò che crei piaccia a tutti.»
    Anche se doveva sparire in così poco tempo poteva comunque lasciare un ricordo nelle persone e renderle felici, no?
     
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    Comunicazione di messaggio per chi corregge: per un errore questo messaggio è sostanzialmente stato cancellato e ora è identico al mio successivo ç_ç



    Takeru Himawari
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    < Beh, vedrai come va. Non ho idea di come sia lavorare in un museo ma... credo sia un posto più tranquillo di tanti altri.> Il tono di Takeru era sempre basso e lieve come prima, osservando la figura di Desmond con una smorfia incuriosita.
    Sul fatto dell'essere all'altezza non sapeva dargli una mano: non aveva mai lavorato in vita sua e non sapeva come poteva essere avere un capo o dei colleghi. Era come l'insegnante a scuola e i compagni? Chissà. Rimase con quella smorfia incuriosita e pensierosa per un pò, guardando meglio Desmond in silenzio. Si distrasse dai suoi pensieri solo quando l'altro gli fece la proposta dell'accompagnatore al museo, alla quale rispose con uno sguardo più convinto e un annuire del capo, il sorriso che si ampliò leggermente.
    < Ne approfitterò volentieri, in realtà.> Gli rispose piano, parlando del museo. Ed era serio: forse era un modo per uscire di casa senza essere sovrastato dalla gente e con della compagnia che apprezzava. Stava chiacchierando con Desmond da un pò, ormai, e aveva già capito che potenzialmente era una persona con cui poteva tranquillamente andare d'accordo anche in altri contesti.
    Alle parole invece sul periodo altrui la smorfia incuriosita rimase, sostituita forse da un espressione stupita. < E'....un periodo abbastanza preciso.> Commentò, con un attimo di esitazione. Aveva la tentazione di chiedere altro ma non era un periodo che conosceva. La storia europea la conosceva solo per la parte della sua arte, e in particolar modo per la pittura. E aveva seguito poco sicuramente la figura di Alessandro il Grande, dal nome che faceva tanto presupporre un "grande per cosa?". Era sicuro che Desmond avrebbe potuto rispondere a questa domanda però. < Non ne so molto, in realtà.> Confessò, abbassando il capo. < Come mai proprio questo periodo storico?> Domandò poi, alzando di nuovo il capo verso di lui.

    Alla domanda sul Quirk non rispose subito. Ci mise un pò per fare un lieve sorriso verso Desmond, inclinando la testa. < Più di quanto vorrei per mantenere, quello che creo.> Rispose piano, semplicemente. < Ma è allenamento anche questo, migliorerà.> Lo disse determinato, senza esitazioni, tornando poi a osservarlo quando parlò delle cose inaspettate della sua vita. Restò in silenzio, semplicemente, ascoltando Desmond e occupandosi della sua farfalla subito dopo. Non disse niente, fino a quando la farfalla non diventò macchie di colore nella tela bianca e Takeru aspettò qualche secondo che si asciugasse. Poi riprese il foglio e cercò, delicatamente, di portarlo di nuovo indietro e di chiudere l'album da disegno, mostrando la copertina colorata e tenendolo tra le mani, semplicemente.

    Poi si girò di nuovo verso Desmond, semplicemente. < Caso o meno... il mio obiettivo è di avere traguardi simili ai tuoi, ad attendermi.> Disse verso l'altro, annuendo piano con il capo. < E credo che l'importante sia non darli per scontati. Sarà stato il caso... ma ci sei arrivato. E forse arrivarci non era scontato.>
    Lui si era applicato il più possibile per entrare alla Yuuei, ma non sapeva se avrebbe avuto gli traguardi simili a quelli di Desmond. Era già lontano dal suo obiettivo finale, che riguardava il suo Quirk. Ma parlare semplicemente con Desmond l'aveva aiutato a elaborare qualcosa che non aveva pensato prima, concentrato così sul riprodurre qualcosa di fedele alla realtà. Un passetto alla volta. Cercò di posare anche nello zainetto i suoi strumenti del mestiere, con la stessa lentezza di poco prima, senza essere sbrigativo.



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    Scusa il ritardo, come ho scritto in assenze ero partito <3 ma torno alle tempistiche solite da oggi!


    Edited by BlueJowy - 2/8/2020, 12:53
     
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    Di fronte ai complimenti di Takeru, l'uomo si passò una mano sulla nuca, vagamente imbarazzato.
    «Ah, grazie.»
    Si era aspettato una reazione meno genuina e più di cortesia e invece il ragazzo l'aveva sorpreso ancora.
    «Sì, si può dire che è un bel traguardo, spero solo di essere all'altezza delle aspettative di capo e colleghi...» Per quanto a livello conscio fosse consapevole delle proprie capacità, era a dir poco terrorizzato di fronte alla prospettiva di... non essere abbastanza bravo, manco fosse stato un ragazzino al suo primo lavoro «Se prima o poi vorrai fare un giro, chiedi pure di me che ti faccio volentieri da guida.»
    Quanto alla domanda successiva del ragazzo, Desmond si impose di rispondere in modo chiaro e coinciso, senza farsi prendere da discorsi potenzialmente infiniti riguardo il proprio lavoro.
    «Grecia antica, periodo delle conquiste di Alessandro il Grande» Dall'altra parte del mondo, a qualche collega era sicuramente venuta una sincope, ma doveva più o meno rendere chiaro di cosa si occupava ad un pubblico che per cultura sapeva ben poco della storia occidentale «Qui invece mi occuperò di storia giapponese... un sacco di storia giapponese che ricopre un lasso di tempo infinito in cui si sono susseguiti popoli, culture, religioni...»
    Rimase un attimo in silenzio con aria assente, mentre cercava di non farsi prendere dall'agitazione al solo pensiero di dimenticare qualche dettaglio importante davanti a colleghi e visitatori.
    «Imparerò.»
    Li'importante era convincersi della cosa.
    Anche perché in Europa aveva studiato poca, pochissima storia orientale, sapeva qualcosa giusto perché aveva seguito qualche corso opzionale all'università e letto dei libri per conto proprio, ma altrimenti i percorsi scolastici differivano in modo deciso.
    Lo guardò prendere un nuovo foglio da disegno, riponendo quello utilizzato con cura infinita, ma anziché cominciarne uno nuovo vi fece posare sopra la farfalla di pigmenti.
    «Ti stanca molto utilizzare il Quirk?»
    Una domanda formulata con aria leggermente apprensiva, non gli era sfuggita l'aria abbacchiata dell'altro che però non sapeva se attribuire all'effettivo utilizzo dell'unicità o ad una spossatezza generale, acuita dalla sua presenza molesta.
    "Ad esempio? Spero cose che si sono rivelate belle, poi."
    Desmond emise un verso che era una via di mezzo tra uno sbuffo e una risata.
    «Alcune sì, molto, altre... un po' meno.»
    Meglio tralasciare quelle poco piacevoli, non aveva proprio voglia di parlarne.
    «Di positivo, ho cominciato a fare il volontario e ho conosciuto un sacco di ragazzini con una forza d'animo incredibile» dopo averne visto morire uno davanti ai suoi occhi.
    «Ho legato con due persone che ora sono molto importanti» scambiando il primo per un losco figuro associato alla malavita e dopo essersi fatto salvare la vita dal secondo.
    «Ho imparato qualcosa di più su me stesso» imparando a gestire quel Quirk che tanto disprezzava e facendosi prendere a padellate da Shinjiro.
    Beh dai, non male per essere passato meno di un anno da quando si era trasferito.
    «Sono traguardi a cui sono arrivato per caso, non ho problemi ad ammetterlo, se fosse dipeso solo dal mio volere...»
    ...Sarebbe rimasto stravaccato sul divano, circondato da libri e videogiochi.
    Come sempre.
    Infine, sorridendo appena, si fermò a guardare la farfalla che si era poggiata delicatamente al foglio bianco che Takeru aveva estratto dall'album in precedenza e la osservò disfarsi in una macchia di colore.
    Almeno nei suoi riguardi, aveva svolto alla perfezione il proprio compito.
     
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    < Beh, vedrai come va. Non ho idea di come sia lavorare in un museo ma... credo sia un posto più tranquillo di tanti altri.> Il tono di Takeru era sempre basso e lieve come prima, osservando la figura di Desmond con una smorfia incuriosita.
    Sul fatto dell'essere all'altezza non sapeva dargli una mano: non aveva mai lavorato in vita sua e non sapeva come poteva essere avere un capo o dei colleghi. Era come l'insegnante a scuola e i compagni? Chissà. Rimase con quella smorfia incuriosita e pensierosa per un pò, guardando meglio Desmond in silenzio. Si distrasse dai suoi pensieri solo quando l'altro gli fece la proposta dell'accompagnatore al museo, alla quale rispose con uno sguardo più convinto e un annuire del capo, il sorriso che si ampliò leggermente.
    < Ne approfitterò volentieri, in realtà.> Gli rispose piano, parlando del museo. Ed era serio: forse era un modo per uscire di casa senza essere sovrastato dalla gente e con della compagnia che apprezzava. Stava chiacchierando con Desmond da un pò, ormai, e aveva già capito che potenzialmente era una persona con cui poteva tranquillamente andare d'accordo anche in altri contesti.
    Alle parole invece sul periodo altrui la smorfia incuriosita rimase, sostituita forse da un espressione stupita. < E'....un periodo abbastanza preciso.> Commentò, con un attimo di esitazione. Aveva la tentazione di chiedere altro ma non era un periodo che conosceva. La storia europea la conosceva solo per la parte della sua arte, e in particolar modo per la pittura. E aveva seguito poco sicuramente la figura di Alessandro il Grande, dal nome che faceva tanto presupporre un "grande per cosa?". Era sicuro che Desmond avrebbe potuto rispondere a questa domanda però. < Non ne so molto, in realtà.> Confessò, abbassando il capo. < Come mai proprio questo periodo storico?> Domandò poi, alzando di nuovo il capo verso di lui.

    Alla domanda sul Quirk non rispose subito. Ci mise un pò per fare un lieve sorriso verso Desmond, inclinando la testa. < Più di quanto vorrei per mantenere, quello che creo.> Rispose piano, semplicemente. < Ma è allenamento anche questo, migliorerà.> Lo disse determinato, senza esitazioni, tornando poi a osservarlo quando parlò delle cose inaspettate della sua vita. Restò in silenzio, semplicemente, ascoltando Desmond e occupandosi della sua farfalla subito dopo. Non disse niente, fino a quando la farfalla non diventò macchie di colore nella tela bianca e Takeru aspettò qualche secondo che si asciugasse. Poi riprese il foglio e cercò, delicatamente, di portarlo di nuovo indietro e di chiudere l'album da disegno, mostrando la copertina colorata e tenendolo tra le mani, semplicemente.

    Poi si girò di nuovo verso Desmond, semplicemente. < Caso o meno... il mio obiettivo è di avere traguardi simili ai tuoi, ad attendermi.> Disse verso l'altro, annuendo piano con il capo. < E credo che l'importante sia non darli per scontati. Sarà stato il caso... ma ci sei arrivato. E forse arrivarci non era scontato.>
    Lui si era applicato il più possibile per entrare alla Yuuei, ma non sapeva se avrebbe avuto gli traguardi simili a quelli di Desmond. Era già lontano dal suo obiettivo finale, che riguardava il suo Quirk. Ma parlare semplicemente con Desmond l'aveva aiutato a elaborare qualcosa che non aveva pensato prima, concentrato così sul riprodurre qualcosa di fedele alla realtà. Un passetto alla volta. Cercò di posare anche nello zainetto i suoi strumenti del mestiere, con la stessa lentezza di poco prima, senza essere sbrigativo.



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    Non crederai mai a cosa è successo (MP) ma mi scuso ancora per il ritardo!
     
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    Desmond si aprì in un sorrisetto compiaciuto quando l'altro accettò la sua proposta di visitare il museo: le persone e in particolar modo i ragazzi tendevano a considerare la Storia una cosa noiosa e il sincero interesse di Takeru lo rendeva felice.
    «Si è inevitabilmente costretti a specializzarsi in un certo periodo o argomento, se si vuole avere una conoscenza non superficiale» Non era un rimprovero, quanto una pacata spiegazione «Un po' come gli storici o critici dell'arte tendono a conoscere meglio un certo movimento artistico, i ricercatori in ambito letterario conoscono alla perfezione un certo poeta se non una serie di opere molto ristrette dai temi simili di vari autori, i medici diventano neurologi, cardiologi e via dicendo...»
    Insomma, il messaggio era chiaro, più si vuole scavare nel profondo e più è necessario delimitare un perimetro che, volendo, si può ingrandire con il passare del tempo e delle conoscenze acquisite.
    «E... uhm, come mai...» Quella sì che era una bella domanda «Passione, direi.»
    Non c'erano grandi motivazioni filosofiche dietro la sua scelta.
    «Non si parla solo di una figura carismatica in grado di far muovere un esercito immenso e fondare città che sono diventate un centro economico e culturale, quanto... tutto l'insieme» Si rese conto che era difficile trasmettere perché una cosa ti piace senza dire "mi piace e basta" «Però pensa che così tanti uomini si sono spostati a piedi, a cavallo e via nave dalla Grecia all'India trovando sul proprio cammino popolazioni diversissime e ambienti alle volte inospitali che nessuno del mondo occidentale aveva ancora avuto modo di incontrare...»
    Il senso di avventura e meraviglia legato all'ignoto, oltre che al pericolo, era forse ciò che più lo affascinava.
    Si ritrovò ad annuire quando l'altro parlò del Quirk, l'allenamento l'avrebbe aiutato a vincere la stanchezza, o comunque tale sensazione si sarebbe fatta meno pressante con un utilizzo minimo delle proprie capacità.
    Ne sapeva qualcosa.
    "Caso o meno... il mio obiettivo è di avere traguardi simili ai tuoi, ad attendermi."
    La voglia di migliorare e trovare un senso alla propria vita di quel ragazzo era a dir poco ammirevole e qualcosa gli diceva che Takeru avrebbe trovato il proprio posto nel mondo, prima o poi.
    «Mi auguro con tutto il cuore che tu riesca a fare ciò che desideri» Si guardò le mani, inevitabilmente coperte dai guanti di cotone che non toglieva mai «Non è detto che sarà facile, ma anche solo averci provato è un buon inizio.»
    Poi si poteva fallire o impiegare più tempo di quanto pronosticato, ma almeno si era tentata l'impresa, per quanto piccola o insignificante potesse sembrare.
    «Non siamo tutti obbligati a conquistare il mondo conosciuto e non.»
    Disse con tono leggero, sorridendo appena.
    Un deciso squillo lo distolse dai suoi pensieri e, un po' seccato, estrasse il cellulare dalla tasca.
    «Ugh, si è fatto tardi» Borbottò contrito, mentre un messaggio di Shiori gli comunicava che era suo dovere acquistare la rimanente metà delle provviste di tutta Tokyo «Ho perso un po' il senso del tempo, ma è stato divertente chiacchierare con te.»
    Come gli piaceva chiacchierare con quasi tutti, in realtà.
     
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    Takeru Himawari
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    Annuì piano quando gli parla della particolarità della storia, ascoltando la sua spiegazione con qualche accenno dal capo, inclinando la testa. < In effetti sì, è come con i critici dell'arte. > Quella parte la seguiva meglio, sicuramente. Non era aggiornatissimo sui nuovi critici moderni, anche perchè non era un fan dell'arte moderna in generale, ma sicuramente aveva una sua idea sul fatto che ognuno era esperto di una corrente artistica ben precisa.
    E di storia Takeru non sapeva molto. Perciò gli interessava ascoltare quello che aveva da dire un esperto come Desmond.
    Quando l'altro parlava di Alessandro Magno Takeru lo ascoltò con interesse, del tutto ignorante in materia di storia europea. Restò fermo e zitto fino alla fine del discorso altrui, annuendo piano solo verso la fine delle sue parole.
    <immagino sia una figura interessante da studiare.> Commentò piano, immaginando quanto raccontato da Desmond. <così come il periodo. Adesso le spedizioni verso l'ignoto non esistono in più se non....nello spazio, immagino.> Indicò il cielo alzando un semplice dito verso l'alto. <era un periodo in cui non si conosceva neanche chi viveva a qualche nazione di distanza, no?> Sì, Takeru continuava a fare domande all'archeologo, curioso com'era, senza preoccuparsi di risultare troppo invadente questa volta.

    Stava ancora mettendo a posto gli strumenti e l'album, piano, i movimenti ancora un pò lenti, mentre continuava a parlare con Desmond.
    "Non è detto che sarà facile, ma anche solo averci provato è un buon inizio."

    Takeru annuì, la stessa smorfia rilassata di poco prima sul volto. <mia madre dice.....chi ben inizia è a metà dell'opera. O qualcosa del genere, ma credo sia vero. Sto iniziando e già iniziare è stato difficile. E anche se so che sarà difficile anche dopo...> Alzò le spalle, piano. <...sono felice di aver iniziato.>
    La rapina l'aveva svegliato dal suo torpore, almeno. Prima era lui e i quadri, il suo Quirk era una parte di sè ma era un semplice corollario. Adesso aveva fatto riflessioni diverse.
    Al parlare di conquistare il mondo Takeru scuotè semplicemente la testa, un sorriso lieve, senza rispondere praticamente. No, lui non era uno che voleva conquistare il mondo. Già riuscire ad essere utile con il suo Quirk era un buon risultato. Anzi, già riuscire a "capire" come essere utile con il suo quirk, senza dover passare eventuali missioni a disegnare in giro era un ottimo risultato.

    Finì di sistemare il tutto nel momento in cui a Desmond squillò il cellulare, alzandosi e mettendosi dritto. Si girò verso Desmond subito dopo, ascoltandolo e osservandolo guardare il messaggio. Abbassò leggermente il capo, in un segno di ringraziamento.
    < Ti ringrazio. E' stato interessante anche per me chiacchierare, sul serio.> Il tono di Takeru tornò stranamente un pò più formale verso la fine, probabilmente per abitudine. < Ti farò sapere quando andrò al museo e per l'opportunità di volontariato... non mi dispiacerebbe, ma voglio migliorare un pò prima di farlo. >
    Cercò di mettersi lo zainetto dietro le spalle, dopo aver raccolto tutto questo.
    < Fammi sapere se trovi altri alberi in giro dove non c'erano, qui a Ueno. Non vorrei che sia un'abitudine, trovarli in giro.> Era stranamente serio con quell'osservazione, anche se probabilmente era una battuta.



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    L'inglese si ritrovò ad annuire appena, confermando le parole dell’altro.
    «Sì, oramai lo sguardo dell’uomo è indirizzato verso lo spazio… anche se i fondali oceanici ed in minima parte alcune zone delle più grandi foreste possono vantare di non aver mai visto un uomo.»
    Con l’aiuto della tecnologia l’esplorazione superficiale della terra era praticamente completa, non c’era più nulla di ignoto.
    «Gli spostamenti erano estremamente lunghi e in certi casi pericolosi, non era così scontato conoscere il proprio vicino di casa.»
    Rispose infine con tono leggero, rendendosi conto che un discorso simile poteva sembrare strano, con dell’assurdo, in un’epoca come la loro in cui le persone erano unite da internet e con un aereo si poteva raggiungere l’altra parte del mondo in un tempo tutto sommato contenuto.
    Ma gli piaceva il proprio lavoro anche per quello, per capire com’era cambiata la vita delle persone da allora.
    «Credo che tua madre abbia ragione, spesso per me l’ostacolo maggiore è proprio trovare… la motivazione» Leggasi: voglia «Per fare cose che alla fine scopro trovare piacevoli o interessanti.»
    Aveva proprio il culo pesante, non c’è altro modo per definire quell’eventualità.
    Il suo tempo a disposizione era decisamente terminato e così si tirò in piedi con un sospiro, spazzolando via con le mani eventuali foglie o fili d’erba che potevano essergli rimasti appiccati addosso – soprattutto sui pantaloni o sulla schiena – poi controllò nuovamente il cellulare e si lasciò scappare un nuovo sospiro.
    Shiori voleva proprio metterlo all’ingrasso.
    «Te l’ho detto, non c’è fretta, quando ti sentirai pronto sai come contattarmi» Un sorriso sincero, era seriamente felice che avesse accettato di aiutare i ragazzi dell’ospedale «Apprezzo molto che tua abbia anche solo accettato, non era così scontato.»
    Tutt’altro.
    «Per il museo, invece, spero di vederti presto.»
    Si piegò in un inchino formale, per dimostrare tutta la propria gratitudine al ragazzo.
    «E certamente, terrò gli occhi aperti, questi alberi sospetti non l’avranno vinta.»
    Si lasciò scappare una risata, in qualche modo divertito da quello scherzo assurdo tra loro, e poi la salutò con una mano.
    Era stata una giornata interessante, era indubbio.


    Mi ha fatto molto piacere giocare con te, spero di far incontrare ancora i due :<3:
     
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    Buongiorno,

    Scusate innanzitutto per il ritardo. Classica tragedia di modifica post a parte va tutto bene! :neko:

    Takeru: +50 exp +25 exp
    Desmond: +50 exp +25 exp

    Passo e chiudo! :**:
     
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