Can dragonflies breath fire?

Role - Why Bother & Delin

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    Quando la futura Dadi avrebbe dovuto raccontare ai propri figli o ai propri nipoti cosa facesse alla Yuuei di bello e che cosa avesse fatto per diplomarsi a pieni voti, non si sarebbe mai immaginata di raccontare che aveva passato un intero pomeriggio a raccogliere insetti. Innanzitutto, perché le sembrava un compito fatto tanto per mandarla via come se fosse una specie di Ercole che doveva compiere delle fatiche. Aveva solo chiesto di poter ottenere dei crediti extra in Scienze, visto che non andava proprio bene nella parte più teorica e voleva rimediare...invece era stata spedita il pomeriggio seguente a raccogliere campioni per il laboratorio di quella stessa materia. Si chiedeva se fosse effettivamente utile fare una cosa del genere e se ne sarebbe valsa la pena, dopotutto il professore non era tenuto ad alzare il voto in ogni caso. Inoltre quell'uomo, Neil, le sembrava tipo da giocare strani scherzi alle persone. Forse era solo una sua impressione, o forse era l'aria antipatica che si stava immaginando lei in quel momento. Se lo avesse dovuto fare da sola, ciò avrebbe avuto sia dei lati positivi che negativi. Da sola ci avrebbe messo più tempo, ma allo stesso tempo poteva decidere come lavorare. Non andava molto d'accordo con gli altri quando si trattava di cambiare metodo, considerato che l'unico pomeriggio di studio che aveva fatto con un altro compagno aveva portato ad un combattimento poco dopo (anche se quella era tutt'altra faccenda). In compagnia sarebbe stato molto più facile trovare degli insetti da catturare e coordinarsi, anche se temeva che qualcuno potesse vederle fare qualcosa assieme di ridicolo e diventare gli zimbelli della scuola. Sì, perché aveva scoperto poco dopo che doveva compiere questo progetto in gruppo con un'altra compagna che non conosceva bene, un disastro dopo l'altro. Midori era una ragazza...che non aveva per nulla inquadrato, ma che sembrava tutto sommato una persona normale. Più di Yorumaru, quel ragazzo che era decisamente strambo e con modi tutti suoi, perlomeno. Si chiedeva se anche lei avesse in qualche modo un'opinione sulla sua persona, considerato che non si erano mai parlate in pratica. Era strano come in quella scuola ci si potesse allontanare così tanto dalle persone senza nemmeno pensarci troppo, come se fosse naturale stare lontani gli uni dagli altri. Si chiedeva inoltre se lo avesse chiesto prima la mezza francese o la compagna di classe quel lavoro, chiedendosi se era lei quella più diligente delle due. O magari l'aveva copiata?! In realtà era totalmente improbabile, ma in quel momento si stava per cimentare in qualcosa che non aveva mai provato. Catturare insetti poteva essere impossibile oppure molto facile, non ne aveva idea. Generalmente le cose che faceva le riuscivano bene, ma in questo caso era un ambiente che non le andava a genio. E sì, gli insetti le facevano un po' schifo, soprattutto se volavano o se osavano avvicinarsi troppo o far rumore mentre volavano. In realtà aveva già eliminato gran parte delle specie in questa discriminazione e sapeva benissimo che avrebbe dovuto fare un'eccezione ai propri gusti per riuscire in quel compito. Si doveva preparare psicologicamente per non impazzire ed andare sull'orlo di una crisi di nervi, considerato quanto sfuggevoli fossero quegli esseri.
    « Speriamo che non mi veda nessuno che conosco...in caso dovrò dire che sto facendo un progetto di classe. » - Si ripeteva, sperando veramente di non incrociare anima viva se non quella che doveva aiutarla a catturare quegli insetti. Pregava per una compagna che volesse collaborare, che facesse le cose in fretta e senza perdere tempo. Insomma, probabilmente stava chiedendo un assassino esperto che doveva rapire insetti con lei. In quel momento la bionda indossava la camicetta bianca della Yuuei con il cravattino rosso ben posizionato al centro del suo petto, mentre la giacca era piegata accuratamente nello zaino rosso che aveva sulle spalle. La gonna verde scuro danzava con i suoi passi, mentre indossava un paio di scarpe basse e scure assieme a delle calze della medesima tonalità che arrivavano poco sopra la caviglia. Con la mano portava una busta che proveniva da qualche negozio di vestiti, ma che in realtà conteneva parecchi piccoli barattoli per raccogliere i vari campioni. All'interno dell'accessorio alle sue spalle c'erano i soliti materiali scolastici, ma aveva lasciato un po' di spazio per un dolce che aveva preso in un negozietto sulla strada per scuola. Sapeva che erano parecchio buoni, visto che spesso comprava il pranzo lì, e le sembrava buona educazione condividerlo con Midori sempre avesse voluto. Forse non lo avrebbe nemmeno tirato fuori in quell'occasione, ma tanto non erano lì per mangiare, no? A spuntare dallo zaino inoltre era la testa nera di un retino, che sventolava ad ogni suo passo come se fosse una bandiera. Sperava che nessuno lo avesse notato quando era uscita di tutta corsa dalla scuola. Era il pomeriggio poco dopo le lezioni ed il parco della Yuuei era particolarmente luminoso quel giorno, oltre che caldo. Faceva quasi afa e poteva già sentire gli insetti ronzare intorno a lei, anche se non era sicura che al professore interessassero i moscerini. L'area verde era molto grande, tanto da ospitare alcuni alberi già in fiore quella stagione, donando un'aria particolarmente piacevole alla zona. I sentieri portavano ad un percorso tranquillo ed in quel momento solitario, visto che era momento di tornare a casa. Aveva appuntamento lì con Midori, all'entrata del parco. Si mise ad aspettare su di una panchina sotto un albero rigoglioso, cercando di stare all'ombra e di non sudare troppo. Voleva evitare se possibile di macchiarsi la camicia con delle chiazze di sudore. Tirò fuori il telefono dalla tasca dello zaino, aprendo qualche app velocemente per non annoiarsi troppo mentre muoveva le gambe ritmicamente sul freddo legno. Le piaceva guardare i social per vedere cosa stessero combinando le persone a Tokyo. Soprattutto di quei tempi, dove sembrava che le personalità più importanti vacillassero sotto strane rivelazioni. Ma quel pomeriggio lei voleva solo catturare insetti e non pensare ad altro se non che fosse imbarazzante per una della sua età.
     
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    La situazione rasentava il ridicolo - prodi eroi della Yuuei, futuri simboli di pace e prosperità... a catturare farfalle. Per carità, l'attività fisica è importante. Avevo deciso di vestirmi leggera, per cercare di combattere il terrificante caldo che avrebbe probabilmente dominato il nostro incarico. Indossavo un delizioso cappellino di paglia a tesa larga, decorato con un girasole finto, abbinato a un delizioso abito bianco che terminava con una gonnellina molto soffice. Indossavo delle scarpe comode, adatte per camminare nel fango se necessario - ma mi rifiutavo di infilarmi in rovi spinati, pertanto le mie bellissime gambe chiare erano bene in vista per chiunque vole--- ehi, no, scherzavo, non guardatemi troppo!

    A terminare il completo - che era una delle poche note positive della giornata - avevo un adorabile retino a forma di stella, in un bellissimo colore simil-dorato. Appena notai la ragazza - Dadi, si chiamava? - con la quale avrei dovuto intraprendere quest'orrenda avventura di dolore e sofferenza, alzai il braccio destro con un sorriso. La borsa di paglia che mi ero portata dietro oscillò pericolosamente, piena com'era di cose da mangiare e bevande fresche.

    « Ehiii! Dadi-san! »

    Mi affrettai verso di lei, cercando di fare buon viso a cattivo gioco insettoso, offrendole un buon sorriso. Mi fermai solo di fianco a lei, poggiando la pesante borsa sulla panchina. Aveva trovato posto all'ombra - molto saggio, le signorine non devono stare troppo al sole. Ne so qualcosa, hehe.

    Stando lì, sotto il sole, alcune ciocche dei miei capelli iniziarono rapidamente a cambiare colore, prendendo evidenti riflessi biondi, mescolandosi con il verde-azzurro del resto della mia chioma.

    « Scusa il leggero ritardo - non riuscivo a far entrare il secondo bento nella borsa, la borraccia era troppo grande. »

    Chiaro. Chiarissimo.
    Serviva energia per catturare pericolosissimi insetti assassini. Non mi sedetti, rimanendo in piedi in attesa di un piano d'azione elaborato dalla mia collega, prima di rendermi conto che... non c'era molto che potessimo fare a riguardo, se non iniziare a cercare quei maledetti insetti.

    « Com'è il tuo curriculum, in materia di cattura d'insetti? Hai vinto per tre anni di fila il premio mantide d'oro per il retino più veloce di Shibuya? »

    Beh, non sapevo molto di lei.
    Magari era vero, aveva il pallino dell'entomologia - ma visti i messaggi che ci eravamo scambiate lo ritenevo poco probabile.
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    Passò un poco di tempo, ma la studentessa non si accorse quasi del ritardo della compagna. Per una volta il cellulare le aveva impedito di farsi turbe psicologiche su cosa fare nel caso la compagna fosse stata male o si fosse persa all'interno del parco. Stava guardando una serie di post che riguardavano più che altro mete esotiche e viaggi. Ora che ci pensava, era tantissimo che non andava in vacanza con i suoi genitori. Forse era una cosa un po' infantile da desiderare, ma ogni tanto ripensava a quando da piccola se ne andavano in giro per quello stranissimo continente europeo, con tutta quella gente così calorosa ed appiccicosa quasi. In realtà stava pensando di proporre un qualcosa ai propri compagni di classe, ovvero di fare una gita di fine anno da qualche parte fuori Tokyo. Era una cosa che le pareva normale, ma che non aveva mai sentito organizzare dagli studenti della Yuuei. La scuola riempiva le loro giornate, ma era sicura che se avesse mai fatto qualche amicizia un poco più stretta avrebbe sicuramente provveduto a pianificare qualcosa. Magari andare nelle regioni più a nord per godersi un po' di fresco? Od andare sul Monte Fuji in campeggio ad esplorare aree nascoste naturali.
    Mentre scorreva il pollice sull'ennesima spiaggia dal colore rosato, avrebbe intravisto con la coda dell'occhio una figura lontana e sconosciuta, facendole spostare le iridi immediatamente per nascondere meglio il retino in caso. Ad apparire dal nulla come un angelo era però nientedimeno che la compagna di classe che stava aspettando, Hasegawa Midori. La prima impressione di Dadi su quella ragazza fu una strana sensazione di tenerezza. Forse era l'outfit così grazioso? O forse era il fisico minuto ed che fosse un po' più bassa di lei? Probabilmente era il cappellino di paglia assieme a quel gesto vistoso con la mano, facendola sembrare un'ereditiera aristocratica che era pronta a passare la campagna a raccogliere fiori e ad accarezzare animali. Il retino a forma di stella inoltre sembrava volerla fare sembrare una principessina di un qualche manga shojo. Lei aveva deciso di non mettere la divisa scolastica, scelta che avrebbe voluto condividere anche lei se non fosse stata così ligia alle regole. Non c'era nulla di male ad andare un po' più liberamente in giro nelle ore libere (forse), ma era lei che aveva la testa complessata. Il fatto che lei sembrasse già così carefree e molto più rilassata le faceva nascere il dubbio che fosse solo lei stessa la corrotta che voleva fare di tutto per avere un voto in più, mentre Midori era un'innocente ragazza che desiderava solo contribuire alla sua passione per gli insetti. Aprì gli occhi azzurri ed alzò anche lei la mano per salutarla, vedendola avvicinarsi sorridendo. Aveva dei capelli dal colore particolare, ora che la osservava più da vicino, ma era decisamente più grande e matura rispetto alla minuta figura che aveva intravisto da lontano. Il suo vestito ma anche il resto degli accessori, notò Dadi, era molto semplice ma le stava bene. Chissà come stava con qualche abito più lussuoso, considerato che sembrava uscita da qualche rivista di fashion design. Magari un giorno le avrebbe fatto da modella per qualche abito disegnato da lei, si trovò a pensare.
    « Oh, non ti preoccupare per il ritardo. Io...ho portato un dolce se ti va, magari dopo se facciamo una pausa. » - Rispose con un sincero sorriso, chiedendosi in effetti se valeva la pena sforzarsi così tanto per fare bella figura con una come lei. Considerato che a quanto pare il suo zaino non era quasi in grado di contenere tutto quel cibo. Ringraziarla direttamente le sembrava un po' imbarazzante e decise di rispondere con ciò che aveva portato. Alla fine si potevano organizzare con il razionamento delle scorte alimentari per quel pomeriggio faticoso e logorante. « In realtà non credo di aver mai catturato un insetto che non fosse una zanzara ma...credo che con il retino sia facile. Ho portato dei barattoli forati così li possiamo tenere vivi. » - Avrebbe indicato la busta ai suoi piedi, rispondendo a quella domanda mentre guardava la borsa della ragazza venire appoggiata sulla panchina. Si mise in piedi ed afferrò il retino come se fosse un reperto archeologico forgiato dallo stesso Muramasa, tirandolo fuori dallo zaino. « Direi che possiamo iniziare da quelli più facili. Qualche farfalla o scarabeo che possiamo trovare tra i cespugli. Catturare api o calabroni mi sembra un po' crudele. » - Avrebbe detto alla compagna, indicando con l'indice una zona con diversi cespugli e sassi, probabilmente il ritrovo perfetto per quel tipo di animali. Le farfalle alle fine erano carine, ma già quegli insetti di colore lucido e scuro le davano lo sconosciuto orrore di poter volare all'improvviso. Si sarebbe avvicinata lentamente a quella zona, sperando che la compagna la seguisse e che qualunque essere non scappasse via. Avrebbe notato in effetti quello che sembrava più che altro un piccolo scarafaggio di colore marrone scuro, che camminava lento sopra di uno dei tanti sassi che decoravano le aiuole.
    « Tipo quello lì. A te l'onore. » - Avrebbe usato il lungo retino quasi come bastone per indicare l'animale che aveva appena notato, offrendo l'altissima carica e responsabilità a Midori di acciuffarlo. Era sicura che quel retino a forma di stella fosse dotato di qualche proprietà magica e che sicuramente era l'opzione migliore farlo fare a lei. Non era sicuramente una manovra di scaricamento di barili, o perlomeno era quello che si ripeteva Dadi. Anzi, le aveva concesso l'onore di acciuffare il primo insetto.
     
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    Dadi era carinissima - sembrava una bambola. Forse avrei potuto chiederle di farsi qualche foto con me dopo - chissà quanti like avremmo preso su Babel. Non avevo preso di buon grado il commento che avevo ricevuto qualche giorno prima. Quando lei mi si rivolse... strbuzzai gli occhi, fingendomi scioccata.

    « Oh no, hai scoperto la mia unica debolezza. I dolci. »

    Dissi scherzando, ridacchiando come avevo fatto poco prima. Quando la ragazza poi nominò gli scarabei, istintivamente un brivido mi salì lungo la schiena - gli insetti non mi facevano così tanto schifo, ma gli scarabei erano degli animali particolari, per dire il meno. Con la loro corazza cheratinosa, il loro colore nerastro e tutte quelle zampette... Ad ogni modo, mi limitai ad annuire un paio di volte alla frase della mia compagna di avventure, osservando il modo buffo in cui impugnava il retino.

    --- c'era un non so che di affascinante. Mistico quasi. Bisognava trovare ispirazione in questo.

    « Ti seguo a due passi, Dadi-san. »

    Provai a dirle, vedendo che aveva preso l'iniziativa - che brava, aveva già scovato dei pericolosissimi insetti da aggiungere alla nostra collezione! Sicuramente saremmo tornate a casa con un sacco di insettini da mettere nei suoi barattoli, piene di crediti Extra. Sin quando non arrivammo di fronte alla preda.

    -- uno scarafaggio.
    Un orribile, brutto scarafaggio, pure marrone.
    La mia espressione, da allegra e solare che era si distorse in una piccola smorfia disgustata. In un film, in un musical, probabilmente avremmo fatto scorrere tutto attraverso una rapida dissolvenza canora, dove io e Dadi avremmo ballato a tempo, catturando tutti gli insetti. Ma non c'era musica da nessuna parte, al massimo qualche canzone metal agghiacciante.

    « A-Allora vado. »

    Sollevai in alto il mio retino, osservando ben bene l'insetto davanti a me, che era ignaro di quanto gli sarebbe successo di lì a poco. Il mio retino a stella si abbattè con forza sulla zona in cui l'orribile bestio stava stazionando, mentre io invece chiudevo gli occhi. Li riaprii subito dopo per verificare cosa fosse successo e... mi resi conto che stava bellamente zampettando nella mia direzione. Mossi un passo indietro.

    « Sensei, ho fallito. L'orrida bestia ci carica. »

    Pronunciai con tono quasi fatalista, mentre lasciavo che il mio sguardo si poggiasse sulla creatura che avrebbe terminato la mia vita.
    Oh, tante speranze riposte nella mia carriera, destinate a spegnersi.
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    Per fortuna di entrambe, sembravano tutte e due abbastanza contente di collaborare. O perlomeno era ciò che pareva alla bionda, che fu felice di sapere di aver azzeccato con la scelta del suo regalo. Anche a lei non dispiacevano i dolci, anche se non era solita mangiarli. Le piaceva stare attenta alla linea, ma apprezzava molto andare in qualche ristorante a provare cibi esotici così come la tipica cucina giapponese di alta qualità. In quell'ambito poteva dire di essere un minimo viziata, ma non era un peccato così grave forse.Rispose a quella battuta con una risatina, cercando di sembrare un pochino dispiaciuta di tentarla in quel modo. Mentre lei si metteva in piedi ed assumeva il ruolo di generale pronto a far partire un plotone di esecuzione per tutti gli insetti del parco, la ragazza la seguì come un bravo soldato segue il suo comandante. Quella squadra di cattura di insetti sembrava abbastanza promettente, se doveva dire la verità. Era sicura che la sua alleata la avrebbe aiutata in quel compito che valeva la sua futura carriera da eroina, solo così poteva accedere a tutti i tirocini e le agenzie migliori. Se avesse catturato degli esemplari soddisfacenti avrebbe potuto guadagnare voti in più e così diventare una Pro-Hero degna di quel nome. Molto ironicamente, il suo intero destino e la sua vita dipendevano da quello scarafaggio. Ricordava di aver letto in giro di un racconto di uno scrittore straniero in cui un uomo si trasformava in un animale simile, orrendo e disgustoso. Non ricordava con precisione chi fosse l'autore né come finisse la storia, non aveva mai fatto letteratura straniera in modo particolarmente preciso dopotutto, ma si era chiesta se esistesse un Mutant del genere e se qualcuno si potesse trasformare o reincarnare in qualcosa del genere. Probabilmente era un brutto destino e non si augurava di svegliarsi una mattina trasformata in scarafaggio.Guardò negli occhi la compagna, incoraggiandola ad acciuffare quell'essere con il suo retino, annuendo come se fossero in una qualche opera che richiedeva quei gesti in momenti del genere. Non era un attacco combinato che avrebbe permesso loro di conquistare il parco, ma sperava che Midori avesse successo nel catturare quel nemico che si ergeva sulla roccia di fronte a loro. Avrebbe osservato attentamente i suoi gesti, seguendo la traiettoria del retino che come una stella cadente si abbatteva sull'insetto. Risuonò nell'aria un rumore secco a causa della plastica che sbatteva contro la dura roccia, riempendo l'aria per una frazione di secondo piena di tensione. In mezzo alla rete Dadi non vide subito il risultato di quell'attacco, ma era abbastanza sicura che Midori avesse avuto successo. Si avvicinò un attimo per controllare quando vide lo scarafaggio avanzare imbestialito verso di loro, probabilmente pieno di panico e paura per essere stato quasi tranciato in due dalla ragazza.
    « Ah! » - I muscoli della studentessa si irrigidirono e compì anche lei un balzo all'indietro assieme ad un urletto, essendosi avvicinata troppo a quel coso. Non era certamente una bella figura, ma non poteva rischiare che quell'essere cominciasse a volare e le assaltasse la faccia o le si attaccasse ai vestiti. La sua compagna era stata sconfitta ed era ormai fuori gioco per la questione insetti, che doveva affrontare da sola. Sembrava che il loro primo nemico fosse già temibile, probabilmente più dei robot che servivano ad addestrarli alla Yuuei. Prese il retino quasi come se fosse uno spazzolone, abbassando le gambe in un gesto rapido. Cercò di prenderlo con un colpo rapido, finendo però per imprigionarlo a metà tra la plastica nera ed il pavimento. Non lo aveva ammazzato (quei cosi sembravano più resistenti di quanto sembrassero) e rimase un secondo ferma in preda al panico, pensando di averlo ucciso. Quando lo sentì vibrare in preda ad una furia inaudita, alzò di nuovo il retino e riuscì a finalmente imprigionarlo, lasciandolo sotto la rete a dimenarsi.
    « Ah, e-ecco. Puoi prendere un barattolo per favore? » - Chiese alla compagna, tenendo lo strumento fermo con il piede. Si chinò verso la rete, guardando la forma di vita che aveva appena catturato. Era piuttosto interessante osservare l'insetto dimenarsi. Chissà cosa pensava di quelle due gigantesse che lo avevano strappato alla sua terra natia e alla sua famiglia, imprigionandolo in una gabbia invisibile. Le spiaceva che fossero state così poco delicate nel prenderlo, ma era il loro primo tentativo. Il signor insetto non poteva aspettarsi più di tanto da loro due, onestamente. Sperava che la compagna avesse preso il barattolo e glie lo passasse, in caso avrebbe alzato di poco il retino nella sua direzione per far scappare l'insetto all'interno del contenitore di vetro.
    « Non è andata così male, dai. Perlomeno non si è messo a volare, lì sarei scappata. » - Avrebbe aggiunto ridendo di sé stessa. Se fosse stato sul serio uno di quei demoni con le ali che facevano un rumore assurdo quando si libravano in cielo, avrebbe probabilmente abbandonato tutto per mettersi in salvo. « Magari prendiamo qualcosa di più carino...se andiamo in una zona coi fiori probabilmente troveremo delle farfalle, che mi sembrano più tranquille da acchiappare. » - Avrebbe proposto mentre ultimavano quell'operazione di trasferimento, sperando che la compagna sigillasse per bene l'insetto al suo interno. Ora che era lì fermo e non poteva più raggiungerla era quasi carino. O perlomeno abbastanza interessante ed innocuo da poter essere osservato. Non si sarebbe mai immaginata che catturare un animaletto così piccolino (ma con troppe zampe) potesse donare emozioni, per ora di spavento ed un po' di disgusto.
     
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    Eravamo in grave pericolo, lo percepivo chiaramente. La tensione di tagliava con il coltello. E avrei volentieri usato l'arma in questione per accoltellare quell'orrido bestio. A confronto, era vero - i robottoni del test d'ingresso sembravano dei cucciolotti da portare a casa e coccolare come giocattoli.

    Lo stesso istinto materno andò a farsi friggere mentre la mia compagna di disavventure colpiva duramente il bestio di cui sopra, che sembrava essere comunque ben vivo e vegeto nonostante la botta appena presa. Di cosa erano fatti quei cosi?! E quanto sarebbe stato orribile un essere metà uomo e metà scarafaggio? Brrr

    « O-Ottimo lavoro, Dadi-san. »

    Avevo fallito miseramente, ma... come suggeriva lei, le farfalle sarebbero state una preda più semplice. Ero certa di avere migliori possibilità con loro. Immaginai un'orribile scenario in cui venivamo mangiate vive da delle farfalle, ma gli avvenimenti di Halloween non dovevano mettermi ansia. Se quello scarafaggio si fosse messo a volare, poi, raggi di luce fotonici avrebbero iniziato a volare in ogni dove. Arresto, uso improprio del quirk, sospensione della libertà vigilata, due figli e la mia carriera sarebbe finita.

    Mi affrettai a chiudere lo scarafaggio nel vetro, chiudendolo ben bene per evitare che potesse provare a volare via. Non avresti guadagnato la libertà tanto presto, cosino orribile. Che poi non era colpa sua se era orribile. Ma mi interessava poco, il suo essere brutto non andava bene. Dicevo, discorsi razzisti a parte, misi al sicuro il contenitore, prima di iniziare a camminare con Dadi verso i fiori.

    Nell'avvicinarmi, notai che non ero mai stata in quell'angolo del giardino. I miei occhi si illuminarono, i miei capelli si tinsero leggermente di alcuni riflessi arancioni, come per voler riprendere il colore di alcune di quelle azalee.

    « Guarda che belle, Dadi-san!
    Sono delle azalee! »


    La zona era splendidamente colorata, con un piccolo simil tempietto, probabilmente usato per riporre gli attrezzi. A ripensarci era una casetta per gli attrezzi, ecco. Comunque, mi avvicinai ai fiori iniziando ad annusarli tutta contenta - ignara del fatto che una grossa vespa si stava avvicinando a Dadi. Priva di maligne intenzioni, ma pur sempre una vespa e pertanto cattivissima d'aspetto.

    Io ero sufficientemente rapita dall'odore di quelle azalee - rosa, arancioni, gialle - da non vedere cosa stesse succedendo alla mia compagna. Certo, ad un urlo mi sarei immediatamente girata. Ma... per ora? Mi sarei preoccupata dopo delle farfalle.

    O delle temibili vespe mandarino.

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    « Nah... non è stato nulla di che. » - Avrebbe risposto, agitando la mano come se volesse scacciare via quel complimento. Non aveva fatto nulla di che visto che quell'insetto le stava quasi per scappare, quindi non era stato proprio il lavoro più pulito e ben eseguito del mondo. Beh, l'importante era averlo catturato. Midori per fortuna fece la sua parte e rinchiuse il mostro all'interno di quel barattolino, sigillando quella vittoria all'interno del vetro. A continuare così avrebbero fatto prima ad accamparsi all'interno del parco. In effetti, portare del cibo e dell'acqua era stata un'ottima idea. Probabilmente le avrebbero ritrovate nel giro di qualche settimane a lanciarsi da un albero all'altro con due enormi barbe mentre catturavano insetti tramite delle rudimentali lance. Lo scarafaggio o qualunque sottospecie fosse cominciò a viaggiare con loro, mentre si dirigevano in due verso la parte più fiorita e più decorata del parco. Dadi non poteva che ammirare quella zona, così piena di fiori che sembravano voler sfilare per i loro occhi chiari. Si chiedeva se avvicinandosi avrebbe potuto sentire il loro profumo. Appoggiò la busta con i barattoli accanto a quella specie di casetta, prima di avvicinarsi alla propria compagna di classe.
    Sentire Midori così entusiasta dei fiori le suggeriva che probabilmente non aveva mai girato più di tanto all'interno della Yuuei, aspetto che condivideva. Anche per lei era un'esperienza nuova, non aveva mai perso troppo tempo a girare quell'area. Preferiva rimanere al chiuso durante le ore scolastiche se doveva essere onesta, soprattutto quando faceva così caldo. A coglierle gli occhi non erano tanto i fiori, che erano sì splendidi, ma il colore cangiante dei capelli della compagna che la incuriosì parecchio. Era vero, era un po' complicato stupirsi dei tratti fisici di qualcuno quando esistevano Mutant ed in generale persone dall'aspetto fisico incredibilmente diverso, ma non aveva mai visto una cosa del genere. Le sarebbe piaciuto pure a lei avere una caratteristica fisica del genere, chissà quante combinazioni potevi ottenere in base alla luce. Non che non le piacessero i suoi capelli, ma se prima le era sembrato solo un gioco di luce era ora chiaro che fosse qualcosa di più profondo.
    « Wow, Midori-kun... il colore dei tuoi capelli è proprio carino. E'... un qualcosa del tuo Quirk?» - Avrebbe detto, avvicinandosi a lei mentre annusava i fiori di cui era proprio entusiasta, sorridendole. Le sarebbe piaciuto chiederle anche se avesse visto qualcosa che potessero catturare tra quei fiori mentre si sporgeva con la testa verso di lei, ma aveva effettivamente un altro ospite a cui pensare. Quell'orribile vespa sembrò passarle accanto apposta, prima di far sentire il suo orribile ronzare nelle orecchie. Servì un secondo prima che Dadi si voltasse verso l'intruso di quella scena così rilassante, vedendo il viso giallo con quei due enormi occhi neri che sembravano quasi occhiali da sole. Da così vicino, le sembrava una gigantesca mutante. Se le api avevano almeno qualche aspetto carino dalla loro parte, le vespe erano degli strani jet che si trascinavano tramite le ali i loro corpi oblunghi e strani.
    « Eek! » - Avrebbe esclamato con un urletto la ragazza, prima di far partire una nuvoletta di polvere nera tra le sue mani. Era una reazione naturalissima per lei, ma che di recente le sfuggiva di mano più spesso. Forse perché usava molto più spesso la sua Unicità e quindi i pori delle sue mani si erano in qualche modo ingranditi, ma quando si spaventava sembrava attivare la sua Unicità in modo involontario e leggero. A volte le capitava anche di esplodere, letteralmente. Questa volta per fortuna si limitò a scatenare una reazione molto più tranquilla, anche se saltò improvvisamente all'indietro nel vedere che quell'insetto pericoloso le stava a 5 centimetri dalla faccia. La vespa sembrava del tutto innocua ed ignorare la ragazzina, ma scelse sfortunatamente di volare di nuovo verso di lei. Ce l'aveva evidentemente con lei e voleva ucciderla. La bionda si spostò con un gesto plateale via da quell'essere, che sembrava continuare a ronzarle attorno. Inizialmente aveva detto di non catturare le vespe, ma in quel momento avrebbe disintegrato il povero animale avesse avuto il permesso da qualche insegnante.
    « M-Midori... aiuto... » - La sua compagna sembrava particolarmente distratta nell'ammirare i fiori, mentre lei danzava per non farsi pungere da quell'orridume. Le sue richieste di soccorso sarebbero state ascoltate o no?!
     
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    Non si scacciano via i complimenti, vergogna. A parte questo, sembrava che stesse andando tutto bene, nonostante la lentezza che accompagnava il nostro abbandonarci alla caccia degli insetti. Ero così assorta nell'annusare quei magnifici fiori che quasi non mi girai verso Dadi mentre si riferiva ai miei capelli - era merito del mio quirk, sì. Feci un piccolo sorriso, genuinamente contenta del complimento. Non ero quel genere di ragazza che li rifiutava quando le venivano rivolti. Mi avevano sempre detto che c'erano tanti piccoli aspetti positivi nella mia unicità e avevo imparato ad amarli tutti.

    « Sì, i miei capelli cambiano colore in base all'illuminazione. Non so se ricordi, ma controllo le onde elettromagnetiche, principalmente per la luce. La fotosensibilità è un derivato di questa mia capacità. Aw, guarda questo! »

    Non avevo sentito l'urletto.
    Non avevo percepito il pericolo.
    Del resto quei fiori erano così belli - ma nel voltarmi e vedere quella nuvoletta di polvere che si stava dissolvendo mi lasciò perplessa. Già, il suo quirk funzionava così, vero? Che fosse in pericolo? Mi ci volle più di un secondo per capire quale fosse il problema. L'orrida bestia - stavolta con le ali - voleva rubare l'innocenza della mia compagna di classe! Cioè, forse la stavo rendendo più catastrofica di quanto non fosse.

    « Arrivo, Dadi! Ti salvo io! »

    Impugnai la mia epica arma - il retino a forma di Stella, insomma - lanciandomi di gran carriera verso la creatura. Impegnata com'era a -- non fare niente a Dadi, e in più spaventata dalla nuvoletta nera, la vespa era praticamente alla mia mercè. Con un singolo colpo, venne catturata e tenuta prigioniera sotto il retino. Che lasciai andare immediatamente, ovviamente, indietreggiando di un passo. All'interno della sua prigione, la vespa ronzava aggressivamente.

    Sbattèi le palpebre, guardandola preoccupata.
    Ora c'era da farla uscire da sotto la sicura rete - come avremmo potuto fare?

    « Tutto a posto? Ti sei sporcata il vestito? »

    Dissi a quel punto, avvicinandomi alla ragazza, la vittima dell'orribile assalto.
    Ero preoccupatissima - il quirk di Dadi era una delle cose più terrificanti che avessi mai visto. E' lavabile in acqua fredda? Serve lo smacchiatore? Dammi una buona notizia, Dadi - dimmi che non devo starti lontana, d'ora in poi. Nel frattempo, il terribile ronzio continuava a farsi sentire, come per ricordarci cosa dovevamo fare con lui.
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    La bionda non ricordava alla perfezione il Quirk di ogni suo compagno, se doveva essere onesta. Le piaceva conoscere i Quirk, li trovava un aspetto interessante della vita quotidiana. Probabilmente era il suo disinteresse a stringere particolari amicizie in quell'ambiente a non farle notare anche quelli dei suoi compagni di classe, anche se ricordava benissimo quelli di alcuni esterni alla scuola come Shinjiro. Era vero che la vita alla Yuuei era movimentata e pochissima gente arrivava a terminare il percorso scolastico per intero, anche data la difficoltà di questo. La classe A era partita con un certo numero di persone e numerosi membri particolari, ma tra cambi d'anno e molta gente che aveva semplicemente abbandonato, arrivata a quel momento dell'anno le sembrava quasi di stare in una classe totalmente differente, salvo alcuni individui. Forse era per quello che noni si metteva ad indagare particolarmente con i propri compagni di classe? Midori era quasi un mistero per lei così come il suo Quirk, visto che si erano parlate poco e niente. Il fatto che potesse cambiare il colore dei suoi capelli tramite la luce le sembrava uscito da uno strano futuro in cui i capelli erano fatti in fibre ottiche e potevano essere manipolati a piacimento.
    « E' un effetto collaterale che non avevo mai visto. Generalmente non sono così carini, eh. » - Si trovò a rispondere, mentre osservava il fiore proposto dalla proprio compagna. Sicuramente sarebbe stato più bello guardare quello che la faccia tremenda ed aliena di una vespa, ma purtroppo si erano infilate in quel pasticcio assieme e dovevano affrontare le prove che la vita sottoponeva loro. Si chiedeva cosa avesse attirato quell'insetto mentre restava immobile per non venire punta. Il dolce che aveva portato aveva lasciato il suo odore sulle sue mani? Ma le vespe potevano sentire gli odori, ora che ci pensava? I suoi genitori le dicevano spesso che era il loro fiore, ma era sicura che non fosse diventata una pianta tutto d'improvviso. Per fortuna Midori arrivò presto in suo soccorso, felice che i fiori non avessero ammaliato completamente il suo sguardo. Mentre prendeva in mano quel retino con fare minaccioso Dadi si sentì un poco preoccupata delle sue intenzioni. Era molto facile mancare il bersaglio contro un animale del genere e vedere la propria testa infilata all'interno del retino come uno strano cappellino dell'età monarchica francese. Per loro fortuna quella polvere da sparo sembrò aleggiare abbastanza da far volare la vespa a zig-zag, come se fosse stata stordita da un apicoltore esperto. Il colpo di Midori fu rapido e preciso, almeno sotto i suoi occhi spaventati, catturando quell'essere volante che sembrava voler diventare una piccola moto all'interno della rete. Mentre il fumo si disperdeva lentamente nell'aria accompagnato da un leggero odore di zolfo, Dadi era completamente rossa in viso. Avevano appena iniziato e già aveva collezionato una delle figuracce che aveva immaginato nella sua mente. Per una volta, uno scenario disastroso che solitamente restava archiviato nella sua fantasia era accaduto anche nella realtà. Lei, che sarebbe dovuta diventare un'eroina che doveva salvare le persone dal costante pericolo, era stata impaurita da un insetto? Si sentiva sinceramente amareggiata di aver fatto una figura del genere non solo di fronte a qualcuno, ma addirittura con una compagna di corso che probabilmente l'avrebbe giudicata e forse persino sparlato di lei durante la ricreazione.
    « Grazie...sto bene. La divisa pure, per fortuna. » - Cercò di sorridere in quel momento di vergogna come se potesse riparare la sua completa incapacità di gestire un insettino che volava di lì giusto per un istante. Guardò il vestito ma il suo sguardo era più che altro puntato a terra, fortunatamente la sua polvere non era così pesante da poter macchiare i vestiti. In ogni caso era la divisa e quindi non era proprio la sua prima preoccupazione, avrebbe chiesto a qualcun altro di lavarla. « Mi spiace, è uscita dal nulla. E' stato un gesto molto eroico. » - Aggiunse con una risata, come per sdrammatizzare la situazione che per lei era quasi una questione capitale. In effetti, se prima non era riuscita a beccare un insetto che era in pratica fermo e per terra, questa volta l'attacco era stato semplice ma letale. A ricordare il successo di Midori ci stava pensando la vespa, che voleva decisamente essere liberata. Temeva molto che quel demone con l'apertura alare di un qualche strano mostro mitologico potesse liberarsi con uno scatto tattico, ma si allontanò comunque un attimo per prendere il barattolo per catturare la bestia. Si abbassò per terra piegando le ginocchia, alzando con precisione chirurgica quella stella per far entrare la vespa all'interno del contenitore. Appena questa vide un percorso liberò cercò di infilarsi all'interno del contenitore di vetro e Dadi chiuse il barattolo velocemente come non aveva mai fatto nella sua vita. All'interno di quel contenitore faceva ancora paura ed era decisamente furiosa. Un po' se lo meritava per averla spaventata però.
    « Prima stavo dicendo... secondo te possiamo trovare qualcosa in mezzo ai fiori? Mi pare di aver visto qualche farfalla laggiù, mi sembrano molto più amichevoli. » - Sospirò. prese il manico del retino stellato per restituirlo a Midori, mentre indicava con il dito una zona del grande cespuglio floreale a qualche metro da loro. Una farfalla bianca danzava e si scontrava con altre sue simili dai colori sbiaditi, forse una vista rara nella maggior parte della città. Chissà se sul Monte Fuji si potevano vedere così tanti insetti graziosi al posto di quelle orribili vespe. Si chiedeva se la sua compagna fosse mai stata lì, mentre pensava ad un modo per catturare gli insetti senza ferirli. Avrebbe fatto volentieri uno scontro all'ultimo sangue con quella vespa, ma non voleva far del male a quelle che erano solo povere creature leggiadre.
    « In effetti... sei mai stata sul Monte Fuji, Midori? » - Avrebbe chiesto, incuriosita. Forse era una domanda che proveniva dal nulla, ma ora che quella l'aveva salvata da un'orribile destino sentiva che l'esperienza vicina alla morte le aveva fatte legare leggermente di più.
     
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    Era vero, i Quirk non sempre erano motivo di felicità e allegria. A pensare a tutta la situazione che c'era con la 30minutes e le loro ricerche sui nega-quirk, mi sentivo decisamente più fortunata di quanto non fossi normalmente.

    Quando poi Dadi mi fece quel complimento quasi scherzoso, mi sorpresi a distogliere lo sguardo. Non ero il genere di persona che si faceva gonfiare dai complimenti - e invece sì, anche se non è il caso di ammetterlo qui - ma quello mi mise particolarmente a disagio. Eroico? La stessa persona che con un microfono davanti alla bocca non è riuscita a fare niente per stabilizzare una situazione potenzialmente pericolosa? Sarebbe bastato poco, anche cucire due parole insieme. Invece il silenzio.

    Sbattèi le palpebre un paio di volte, cercando di riprendermi. Cosa era successo? Mi.. mi ero mossa senza pensare? Avevo deciso che era più import...
    oh, insomma. Era una vespa. Non voleva dire niente.

    « N-non è stato niente di che. Abbiamo tutti i nostri limiti. »

    Dissi rapidamente, cercando di far scivolare via quell'argomento il prima possibile. Non avevo bisogno di mettermi nuovamente in dubbio a distanza di così pochi giorni da quello che era successo la sera del concerto. Ne approfittai per annuire un paio di volte e dare maggiore valore alla proposta che aveva fatto Dadi. Le farfalle erano innocue, probabilmente non ci avrebbero ucciso. E non ci sarebbe stato bisogno di sparare raggi di energia luminosa o nubi di inchios--polvv... aiutami Dadi.

    « Ci sono andata con i miei tre o quattro volte. Non ho visto molto del posto, perchè siamo stati principalmente in albergo. Sai, le onsen e tutto il resto. Abbiamo in programma gite scolastiche lì?»

    Chiesi, come illuminata dall'idea.
    haha, illuminata.
    Iniziai a guardare alla distesa di fiori che avevamo identifcato prima, alla ricerca di qualche risposta. Non vedevo farfalle sul momento, ma magari qualcuna avrebbe fatto la sua comparsa nel bel mezzo della nostra conversazione. Come quella bianca che svolazzava poco distante da noi. Preparai il retino, iniziando a pensare a come fare per prenderla. A proposito di quirk.. portai un dito alla bocca, pensierosa.

    « Come funziona il tuo quirk? Sei un polipetto o è più complicato? »

    Dissi con tono chiaramente affettuoso, tirando fuori la lingua pronta a stemperare qualsiasi tentativo di offesa Dadi avrebbe provato a tirarmi addosso - sono pronta, stai attenta! Scherzi a parte, ricordavo pochi quirk della gente della mia classe, figuriamoci degli altri studenti. Lei sembrava simpatica però, quindi... saremmo potute diventare amiche ed era importante sapere se quella roba che tirava fosse smacchiabile o meno.

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    Era felice che Midori non la stesse giudicando per la sua figuraccia. Anzi, era rimasta quasi sorpresa dal suo essere comprensiva e che cercasse di consolarla. Aveva un po' esagerato con quel complimento probabilmente. Forse si era fatta un'idea un po' particolare del resto delle compagne di corso, che fossero fin troppo competitive e che ogni fallimento delle altre portasse loro contentezza. Però la ragazzina dai capelli verdi era forse la prova che stava cercando da mesi per uscire un po' da quel suo bozzolo di timidezza. Non era solo un corso per eroi, era anche una classe dopotutto. Chissà quanti anni aveva la sua compagna, chissà se avevano così tanti anni di differenza. Cercò di togliere via quel colore rosso dal suo viso ora che non era così a disagio dopo essersi fatta battere da una vespa, mentre proseguivano con la loro ricerca nel prato fiorito. La guardò negli occhi per un secondo con un sorriso sincero, come per ringraziarla senza sprecare le parole che in quel momento non le venivano. Cercò di guardare con attenzione tra i fiori colorati, aguzzando lo sguardo ed avvicinandosi alle piante. Pensandoci, non era incredibile che si potessero ammirare animaletti così fragili all'interno della metropoli di Tokyo? Chissà se esisteva un Quirk per rendere tutto pieno di vita come lì dentro a quel parco.
    « Ah, in realtà no. Era una mia curiosità personale, stavo organizzando un qualcosa per andare lì. » - Avrebbe risposto dimostrandosi un poco imbarazzata, non pronta ad esplicare la motivazione. In realtà non aveva ancora invitato nessuno, né aveva pensato ad una vera e propria meta. La domanda le era uscita spontanea se doveva essere sincera, senza una particolare ragione che potesse spiegare. Forse voleva raggiungere inconsciamente un numero sufficiente di persone per andare lì, o forse era solo una domanda che le era venuta in mente per fare conversazione. Rivelare che voleva andare lì poteva sembrare che la volesse invitare? Sperava di no, non voleva che si sentisse obbligata in qualche modo. Era solo uno strano progetto per l'estate che non voleva essere passata sempre allo stesso modo. Sperava che la conversazione si spostasse molto velocemente sul suo Quirk, argomento di cui poteva parlare decisamente meglio.
    « Un polipetto? » - Avrebbe risposto confusa, prima di realizzare cosa intendesse la sua compagna. « Ah! No no, quella polvere era solo una parte del mio Quirk. In realtà è polvere da sparo con cui lancio fuochi d'artificio, posso creare un fuocherello innocuo sulle mie mani. » - Le sarebbe piaciuto fare una dimostrazione pratica, ma in mezzo al parco probabilmente non era proprio il luogo più adatto. « Spero non ti abbia sporcata, da quando sono qui... mi capita di usarlo senza volerlo, sarà un effetto dell'esercizio. » - Avrebbe spiegato mentre la compagna tentata di catturare una graziosa farfallina che volava lì accanto. Sperava che lei fosse abbastanza delicata da non rovinare i fiori, probabilmente i giardinieri della Yuuei le avrebbero seguite per giorni in caso contrario. Avrebbe adocchiato poco lontano da lei un insetto particolarmente simile a quello che la compagna aveva già puntato, chiedendosi se dovessero essere necessariamente 15 insetti diversi. Alla fine le farfalle avevano delle differenze minime che il professor Neil avrebbe sicuramente notato, no? Si sarebbe avvicinata in punta di piedi e si sarebbe sporta con la schiena in avanti, cercando di non calpestare i fiori mentre allungava tra le mani il retino. La farfallina era sicuramente un bersaglio molto più facile di un qualsiasi altro insetto, con le sue fragili ali e la grazia ma anche la lentezza nel volo. Fece un gesto unico dall'alto verso il basso, per poi continuare a trascinare il retino in modo che la farfalla seguisse la traiettoria. Dovette metterlo a terra abbastanza velocemente per evitare di farla scappare, forse con troppa veemenza. L'animaletto sembrava un po' scombussolato, ma sembrava comunque vivo e vegeto. Andò a prendere due barattoli, notando la loro orribile squadra di mostriciattoli tascabili. Uno era uno scarafaggio che continuava a girare in tondo nel vetro, l'altro era un'arrabbiatissima vespa che sembrava urlare di lasciarla andare per poterle uccidere. Non era proprio il team più bilanciato del mondo. Forse quelle due farfalle avrebbero portato armonia alla squadra? Avrebbe passato un contenitore anche alla sua compagna se avesse avuto successo nella sua ricerca.
    « Ecco qua. Dovevamo prenderne 15, giusto? Siamo già ad punto decente. » - Avrebbe cercato di incoraggiare Midori, anche se avevano appena cominciato. Era già stata traumatizzata due volte, però. « Sarebbe carino trovare una qualche coccinella. Si nascondono sotto le foglie, se non ricordo male. » - Si sarebbe fatta strada verso una delle aiuole con l'erba più alta abbssandosi al livello del terreno e spostando con delicatezza le piante. Si chiedeva se portare delle formiche fosse valido, visto che ne poteva vedere decine con uno sguardo. In realtà c'erano tantissimi insettini quasi invisibili che giravano un po' per tutto il prato, ma le sembravano così anonimi che non era sicura andassero bene. « Pensi che questi andranno bene al prof? Sono molto più facili da catturare però... non ho idea di che siano. » - Avrebbe chiesto a Midori, se l'avesse aiutata nella sua ricerca.


    Scusami per il ritardo!
     
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    Chissà com'era l'atmosfera in classe di Dadi? Da noi era tutto un poco strano, con la nuova organizzazione della Yuuei e tutto il resto. Avevo difficoltà a percepire i compagni di classe come tali, complice il fatto che non eravamo sempre costantemente insieme. Forse i tempi di urgenza avevano portato a modificare il tipo di insegnamento che veniva fatto? Possibile, magari per renderlo più simile a un corso universitario.

    I miei occhi si accesero come lampadine alle parole di Dadi. Persino qualche piccolo raggio di luce involontario fece la sua comparsa intorno alla mia testa. Una gita? Una gita con gli amici? Io e Dadi, pronte ad andare in vacanza sul monte Fuji?! No, non sarebbe successo. Non eravamo così amiche d'altronde. E non sembrava avermi invitato nella... probabile lussuosissima casa in montagna che possedeva. Mi dava l'idea di una ricca ereditiera, forse i capelli chiari.

    « Oh, che bello! Sarebbe bellissimo, ci sono delle onsen fantastiche lì! Ti ho già detto che ci sono delle onsen bellissime? »

    Si, avevo adottato un tono entusiasta apposta - oltre che essermi fatta trascinare dall'entusiasmo vero e proprio. Feci scivolare via la mia frase con una risatina contenta, nascondendo la mia bocca con una mano. Quando poi il discorso si spostò sul quirk della ragazza mi resi conto che ... mi sbagliavo. Non era un quirk antiestetico, era la cosa più meravigliosa che potesse esistere! I miei occhi si illuminarono nuovamente, nell'immaginare la ragazza sulla cima di una costruzione in legno a Tanabata, intenta a creare fuochi d'artificio con le sue mani.

    « Avevo completamente frainteso il tuo quirk. Certo che però un cappellino da polipo ti starebbe bene. In realtà è molto più affascinante di quanto pensassi! Uno di questi giorni potresti farmi vedere, se ti va! Non abbiamo mai fatto esercitazioni pratiche insieme. »

    La accompagnai mentre catturava quella farfalla, battendo le mani timidamente per apprezzare il suo impegno. Era stata brava e decisa! La osservai mentre si avvicinava alla ricerca di coccinelle e altri insetti, con poca fortuna. Mi avvicinai anche io a guardare quelle piccole formiche che si muovevano in giro, storcendo il naso.

    « Penso che dovremmo prenderne un bel mucchio per farceli considerare come un singolo esemplare. Ma comunque direi di evitare, potremmo trovare di meglio. »

    Mentre stavo parlando, una farfalla - una bellissima farfalla - azzurro elettrico, enorme e maestosa, fece la sua comparsa davanti a me, svoalzzando via felice e ignara di ogni cosa. Come avevamo fatto a non vederla prima? E che ci faceva qui, vicino alla Yuuei?

    NSoqWBn



    Senza esitare, nuovamente, mi lanciai all'inseguimento della creatura, sfrutando la lunghezza de retino per afferrare la creatura e abbattere al suolo la mia arma, con la quale ormai stavo assumendo una certa dimestichezza. La farfalla si agitò per un istante, prima di arrendersi e poggiarsi al suolo sotto la rete. Contenta guardai verso Dadi, lasciando che la creatura rimanesse per un istante sotto la sua prigione in maglia.

    Tirai fuori dalla mia borsetta un piccolo libricino e dopo averlo poggiato di lato iniziai le manovre per far entrare l'insetto all'interno di uno dei contenitori. Vicino a quella bianca catturata da Dadi... uh. Uno schema di colori già visto.

    « Credo si tratti di una... Chrysozephyrus hisamatsusanus. Vedi? L'immagine è la stessa! »

    DIssi, mostrando anche a Dadi il libricino che avevo appena aperto. Mi ricordavo di averla vista sul libro ed essermi stupita dei colori brillanti. Rimasi come rapita a guardarla. Quindi indicai quella bianca catturata da lei, sorridendo felice.

    « Il colore delle sue ali è simile a quello dei tuoi capelli, sai? »

    Stavo tergiversando?
    Non avevo voglia di continuare quell'esperienza traumatica.
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    Non si aspettava che Midori reagisse in quel modo, anche se non poteva dichiararsi dispiaciuta. Le sembrava una ragazza simpatica nonostante fosse partita prevenuta come faceva sempre e non poteva negare che la sua allegria era quasi contagiosa. I presupposti di quell'attività erano partiti molto in basso, quasi sotto i piedi. Catturare insetti con una sconosciuta? Non era proprio ciò che preferiva fare il pomeriggio quando era libero. Però... parlare con lei la distraeva rispetto a quel compito che le era sembrato così ingrato all'inizio. Chissà se le sarebbe piaciuto andare da qualche parte dopo il programma di cattura insetti. A Dadi piaceva uscire per il centro per poter vivere la confusione e la grande vitalità del popolo giapponese. La cosa che preferiva di Tokyo era trovare sempre posti, locali o strani mercatini nuovi che le permettevano di vivere nuove esperienze. Magari anche a Midori piaceva passeggiare un po' per le vie di Shibuya e poi rilassarsi all'interno di un parco?
    « Quasi le dimenticavo! Avevo pensato di fare una qualche escursione, però lì sarebbe davvero rilassante. » - Avrebbe risposto, mentre pensava che in effetti non era solo un luogo per fare gite naturalistiche. Lei se lo ricordava così, visto che era andata lì solo quando frequentava le medie o nella spiacevole occasione del Salem. Per lei quel luogo era solo foresta e le metteva una grande paura. Però sapeva che era anche uno dei posti più belli del mondo e si sentiva quasi in colpa a dover rinunciare ad una meta simile per colpa di un qualche criminale sconosciuto. Inoltre, andare agli onsen sul Monte Fuji era un piccolo lusso che era difficile permettersi non tanto per i soldi, quanto per il tempo che la scuola e lo studio gli lasciavano. Si chiedeva se ora fosse il caso di invitarla, od almeno di dirle che se voleva pensarci poteva trovare un posto anche per lei. Magari glie lo avrebbe chiesto tramite cellulare, un'opzione sicuramente più comoda e forse meno imbarazzante. Poteva esporre più dettagli in quel modo, inoltre. Mentre Midori rispondeva lei si stava già muovendo verso la farfalla, ascoltando quelli che sembravano complimenti. Non era sicura di aver mai visto un cappello a forma di polpo, però il mondo della moda era così ampio che molto probabilmente esisteva un intero set di cappello, borsa e scarpe di cui lei non era a conoscenza. Si girò per un attimo verso di lei, ricordandosi con un brivido l'esercitazione con Yorumaru. Non che volesse insultarlo ma era chiaro che la gente si trasformasse quando combatteva ed usava il proprio Quirk. Però anche lei era un ragazza e sembrava molto gentile, non credeva fosse tutta una farsa di una crudele regina dei combattimenti.
    « Ah, grazie! Per me non c'è problema, mi piacerebbe imparare ad usarlo meglio. » - Avrebbe risposto con una risatina, mentre osservava quegli insettini contorcersi sul terreno tristemente. Già, probabilmente mettersi a catalogare decine di piccoli insetti per farli valere di fronte al prof non era proprio la scelta più giusta. Chissà se potevano catturare così tanti insetti in un pomeriggio solo, si chiedeva preoccupata nonostante fosse stata lei ad incoraggiare la compagna. Quale poteva essere un metodo per attirare tanti insetti. Magari c'era qualche compagno di classe che li poteva richiamare con la sola forza del pensiero e poteva dare loro una mano. Mentre ripensava a possibili strategie, osservò con la coda dell'occhio il muoversi del retino della compagna, che andò a sigillare un'altra volta un animale ignaro. Dadi si alzò per dare un'occhiata, rimanendo stupita di vedere i colori così belli e sgargianti su quella farfalla. Probabilmente di così belle non ne aveva mai viste. « Ma questa è stupenda! » - Si avvicinò alla compagna che stava ultimando la cattura, quasi gelosa che avesse visto un esemplare così bello. Dadi fu estremamente stupita che fosse riuscita a pronunciare l'intero nome scientifico senza mordersi la lingua, facendole pensare che probabilmente quella ragazza era molto più studiosa di quanto apparisse. Quel complimento però fu una sorpresa ancora maggiore, visto che non se lo aspettava. Beh il colore era simile però non doveva essere così gentile con lei. Non capitava tutti i giorni che qualcuno ti facesse i complimenti solo per farteli, senza nessun secondo fine dietro. Sicuramente non aveva nulla da guadagnare nel farglielo quindi... era solo gentile? Un sorriso quasi scemo le restò incollato sul viso, prima di accorgersi che non doveva restare così per non sembrare un buco.
    « Oh, uhm. Grazie Midori-kun... se devo essere sincera, l'altra farfalla ti assomiglia un sacco invece! » - Un tentativo di sembrare socievole che sperava non affondasse. L'aveva paragonata ad un insetto? « Nel senso, non sei una farfalla. Però i tuoi capelli ci assomigliano molto. » - Prese un attimo per respirare prima che si strangolasse da sola. « Ti va di mangiare qualcosa ora? Ho portato degli amaretti, possiamo fare una pausa. » - Unì le mani tra di loro, quasi socchiudendo gli occhi mentre sorrideva. Se la compagna avesse accettato, sarebbe stata molto felice di raggiungere il suo zaino per tirare fuori una piccola confezione bianca, sopra la quale era scritto in rosa il logo del locale da cui l'aveva ordinata. L'appoggiò alla panchina più vicina, proponendo di sedersi lì. La scatola era particolarmente grande ma conteneva una serie di 5 colori diversi di amaretti che, seguendo un arcobaleno, andavano dal rosso al verde. Erano particolarmente graziosi ed anche da soli si prospettavano di essere buoni. Che fosse stata di fronte ad un cespuglio a catturare farfalle o sulla panchina, avrebbe intrapreso un discorso con Midori.
    « Ma dimmi Midori... cosa pensi di fare dopo la Yuuei? Pensi di diventare una Pro-Hero subito? » - Avrebbe chiesto. Era curiosa se una ragazzina che sembrava così delicata e graziosa volesse diventare una paladina della giustizia o se quello fosse solo uno step nella sua carriera. Magari quella conversazione avrebbe portato anche a risvolti ancora più interessanti.
     
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    Beh, l'idea delle onsen non era stata scartata. Ottimo!
    Magari avrei trascinato Dadi in una sorgente termale, buttandocela dentro di peso: pur non avendo la prestanza muscolare per farlo. Avrei potuto farle il solletico sino a farla cadere in acqua, però, per poi farci buttare fuori dallo stabilimento! O magari no, dai. Una cosa più tranquilla.

    « Allora quando le libereremo, cerchiamo di tenerle vicine! Magari fanno amicizia, vanno d'accordo e vanno a fare shopping insieme a Shibuya. »

    Fu la mia risposta all'impacciato complimento che Dadi mi aveva riservato. Ricambiai quella sua espressione genuinamente contenta con un sorriso gentile e dolce. Forse erano anche complici gli amaretti che stava suggerendo con tanto entusiasmo. Riconobbi facilmente la confezione, visto che mi era capitato di rifornirmi in quella pasticceria un paio di volte. Insomma, aveva anche ottimi gusti in fatto di dolciumi. Sembrava una ragazza simpatica per tutte le ragioni corrette. Avrei iniziato subito a mangiare, ma la domanda che mi aveva posto mi colse momentaneamente impreparata.

    ... oh.
    Eravamo già a quei discorsi? Cosa vuoi fare da grande?
    Sulla responsabilità? Feci del mio meglio per nascondere la lieve delusione che stavo provando, perchè in fondo Dadi non aveva fatto niente di sbagliato - ma non potevo fare a meno di sentire quella strana sensazione che si ha, quando si parla del proprio futuro.

    « Sì, vorrei diventare una Pro-Hero. Ho un quirk particolarmente adatto, sarebbe quasi un ingiustizia non seguire quella strada. Dev'essere bello aiutare la gente, vedere le persone sorridere. Riempire i loro cuori di qualcosa. »

    Mi rendevo conto che erano tutte risposte abbastanza idealistiche, ma era vero. Era uno dei motivi per cui mi piaceva cantare - riempire i cuori delle persone di buoni sentimenti, di speranza e felicità. Troppo smielato? Probabilmente. Afferrai un amaretto azzurro, mangiandolo. Immediatamente dopo, portai la mano sinistra alla mia guancia, assumendo un'espressione deliziata e contenta, scacciando efficacemente via quella leggermente dubbiosa che l'argomento aveva portato.

    « ... che dici? Non mi ci vedi? »

    Le chiesi, senza spostare lo sguardo.
    Stavo osservando le due farfalle da qualche istante, intrappolate com'erano in quei barattoli. La vita è così breve, per loro e ci siamo impossessate di quelli che per noi sarebbero anni, senza neanche chiedere loro il permesso. Tch -- sarà meglio prendere in fretta questi crediti.
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    Rispose con una risatina a quella battuta. Era quasi comico pensare alla vita di due farfalle come se fosse una sitcom. Probabilmente sarebbe stata una serie carina da vedere su qualche piattaforma, oppure più semplicemente un cartone per bambini. Sempre che quello non fosse una specie di invito ad uscire che non stava comprendendo bene, ma preferì non andare troppo in fondo alla faccenda. Era contenta che apprezzasse gli amaretti, faceva sempre piacere poter offrire qualcosa a qualcuno e che potesse rendere in un certo senso felice la sua compagna di classe. Sembrava una buona forchetta, o perlomeno molto brava a far vedere che le piacevano. Ne avrebbe preso uno di colore rosso con delicatezza, poco dopo aver posto la domanda a Midori. Forse la curiosità era il suo difetto maggiore. La rendeva piuttosto inattenta e probabilmente un po' invadente. Per lei era naturale fare domande agli altri ed aspettarsi una risposta, visto che lei stessa non aveva quasi nulla da nascondere. Non tutti erano estroversi od incuriositi così tanto dalle carriere altrui, ma era una sua abitudine ormai da quando era entrata in quella scuola. La risposta di Midori fu abbastanza idealistica, almeno sotto il suo punto di vista. Lei aveva deciso di seguire quel corso per una ragione del tutto opposta e ben più mondana: trovava fosse un ottimo metodo per distinguersi in qualcosa e magari puntare in futuro ad un'altra carriera. Non le sarebbe dispiaciuto fare la Pro-Hero a tempo pieno ma sapeva che raggiunta una certa età avrebbe dovuto prima o poi scegliere se continuare a fatica quel percorso oppure ritirarsi a vita privata. Chissà se quella della ragazza era una buona motivazione. Era giusto sentirsi spinti ad una carriera a causa della propria Unicità? Averne una utile a salvare le persone o neutralizzare i criminali senza uccidersi non era poi così comune, considerato che gli eroi erano una piccola fascia della popolazione. Forse era un discorso in parte corretto, ma doveva essere così anche per chi possedeva un Quirk che gli permetteva di curare la gente? Doveva per forza seguire il percorso medico? Onestamente non aveva idea se quella fosse una cosa che succedeva spesso, tutti i dottori che l'avevano visitata erano persone normali ed usavano le normali procedure. Forse era un processo destinato a malattie incurabili?
    Non sapeva se Midori sarebbe stata una grande eroina o meno, né se fosse adatta per diventarlo. Non era sicura nemmeno che lei stessa fosse adatta a diventarlo, ma le sue parole le sembravano sincere. Anche se la motivazione poteva essere analizzata sotto innumerevoli punti di vista morali che nemmeno lei conosceva, era pur sempre bello vedere qualcuno diventarlo per passione e non per altro. Scaldava il cuore, quasi. Che i suoi ideali fossero giusti, sbagliati o sciocchi non era certo suo compito giudicarlo. Sapeva che molti ragazzi avevano un'idea sbagliata di quel mestiere e spesso finivano per mettersi in ridicolo o rimanere molto delusi dalla realtà. Non voleva fingersi più matura, ma probabilmente era entrata a far parte di quell'accademia con un'idea in testa diversa da quelle degli altri, o così le piaceva pensare.
    « Certo! Sono sicura saresti molto popolare. » - Puntò anche lei lo sguardo verso quello che lei stava ormai puntando da un po', ovvero la fila di barattoli che mostrava la loro splendida collezione di insetti. Per lei quello era un ottimo lavoro svolto in non troppo tempo. Prese un altro amaretto e se lo rigirò tra le dita, come se volesse ammirarlo prima di gustarselo.
    « Non volevo sembrare invadente, sai. Però mi incuriosiscono un sacco i motivi per cui la gente si iscrive qui. » - Si girò verso di lei, anche se non la stava guardando. Aveva il diritto di fare quei discorsi lì? Lei credeva fermamente in quello che doveva fare, anche se non era alto e raffinato quanto gli ideali della Yuuei.
    « La pensassero tutti come te! Io mi sono iscritta qui perché mi sembra la carriera migliore e più adatta a me. » - Era ipocrita nel dichiarare le sue intenzioni subito dopo aver complimentato la ragazza? O forse era solo autocommiserazione e disprezzo per ciò che stava facendo? Forse il suo non dire che voleva semplicemente diventare famosa facendo la Pro-Hero era peggio. « Mi sento un po' come quegli studenti di medicina che si iscrivono lì solo per fare soldi dopo, heh. » - Aggiunse ridendo e grattandosi la testa imbarazzata. Presto quella pausa sarebbe finita ed avrebbero dovuto riprendere a lavorare. Le gambe andavano su e giù come un altalena mentre metteva in bocca l'amaretto. « Vediamo... credo che alzando qualche sasso potrei trovare almeno un millepiedi. Magari siamo fortunate e troviamo una scolopendra gigante! » - Propose, mentre finiva di mangiare. Per ora potevano stare ancora un poco tranquille prima di tornare alla ricerca di orribili mostri tra la natura selvaggia.
     
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