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Combattimento, personaggi coinvolti: Kimama Evans e Aya Nakamura.

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    Forza: 025
    Quirk: 065
    Agilità: 060

    Peso Trasportabile: [0/4]
    Scheda

    NARRATO • PARLATOPENSATO


    […] Il silenzio che sovrastava in quel vicolo venne infranto dalla vigilante mascherata di nome Tremors, la quale aveva colpito l’uomo con un calcio ben eseguito della gamba sinistra. Questo si trovò inevitabilmente con la schiena contro il muro, lo sguardo che lasciava trasparire finto pentimento. Mormorò più volte che l’avrebbe smesso e allo stesso tempo il suo volto assunse un’espressione a metà tra il dolorante e il disperato, ma servì a ben poco in quanto Tremors non diede alcun cenno di voler fermarsi. Ella serrò la mano sinistra a mo’ di pugno e avanzò di qualche passo verso l’obiettivo. Non era impazzita né aveva perso il lume della ragione, ma quel che aveva scoperto sull’uomo l’aveva fatta arrivare al limite del disgusto.

    Qualche ora prima.

    Dopo il caso di Yanagi, finalmente Aya aveva ripreso a svolgere casi di “piccola importanza”, quelli che servivano a portare un po’ di ordine in quel di Tokyo. Fu una gioia per lei poter tornare a lavorare, dimostrare di che pasta fosse fatta dopo aver fatto tesoro degli errori compiuti in passato e prendere i malintenzionati a suon di botte. Non che si stesse lamentando prima, il lavoro d’ufficio non le dispiaceva ma era innegabile che il suo scopo fosse altrove, nel mondo reale.
    Così si era messa alla ricerca di un nuovo caso e solo uno l’aveva colpita particolarmente: in un quartiere succedevano delle sparizioni misteriose e le uniche informazioni finora rinvenute attribuivano la colpa ad un possibile uomo sulla quaranta. Tuttavia, serviva ben di più prima di incriminarlo e sbatterlo in gattabuia, dunque, presa da un’energia che non sapeva di possedere, Aya aveva iniziato ad indagare in fondo alla questione. C’era qualcosa di sospetto in tutte quelle sparizioni che riguardavano perlopiù ragazzine innocenti, come se ci fossero degli obiettivi ben mirati. L’idea che fosse un adescatore di minorenni le era passata per la mente e, per accertarsene, era andata in quel quartiere, chiedendo a qualsiasi persona in cui si imbatteva delle informazioni che potessero risultare utili.
    Una dopo l’altra, l’investigatrice aveva raggruppato tutte le risposte e aveva mappato il quartiere dividendo alcune strade in cerchi per giungere quantomeno ad una conclusione. Tutta quella ricerca la portò infine a recarsi nuovamente nel quartiere, stavolta da vigilante mascherata. Un arancione tendente al rosso tingeva il cielo, creando un’atmosfera che poteva apparire surreale, se non mistica, soprattutto in quel di Tokyo dove tutto acquisiva un’importanza unica nel suo genere. Poi il tramonto dava quel brio in più al gioco di luci e ombre, quasi come se ci tenesse particolarmente, accentuando il valore dell’ambiente circostante: dagli edifici alle autovetture, dai lampioni ancora spenti agli alberi le cui foglie si agitavano a malapena.
    Aya si trovava lassù su un edificio, da cui poteva avere una grande visuale, lo sguardo cremisi fisso soprattutto sulle ragazzine, ancora di più quelle che sembravano sole. La suit e la maschera le calzavano a pennello, adattandosi perfettamente al suo corpo ben tonico. Ferma e composta com’era, i passanti l’avrebbero scambiata tranquillamente per una di quelle antenne o non ci avrebbero fatto caso.
    L’attenzione della vigilante venne spostata su un uomo che parve effettuare dei movimenti sospetti: si stava tenendo a debita distanza da una ragazzina tutta sorridente, quasi come se la stesse pedinando. Notò poi come i suoi passi si facessero poco a poco rapidi quando poco più avanti v’era un vicolo e la ragazzina stava per arrivarvi. L’istinto, che mai aveva fallito in passato, le suggerì di pedinarlo a sua volta e, comportandosi esattamente come qualsiasi supereroe americano, saltellò da un edificio all’altro, fortunata com’era non erano così distanti e sarebbero bastati dei salti fatti come si deve, di cui poteva eseguire grazie alle sue doti acrobatiche.
    Giunta sulla terraferma, Tremors fece poi il suo meglio per non dare troppo nell’occhio sfruttando principalmente i vicoli, dopotutto attirare le attenzioni di qualche Pro Hero passeggiando lungo il marciapiede era l’ultima cosa che voleva fare. L’uomo non sembrava farci caso al fatto che la vigilante lo stesse pedinando mentre inseguiva quella ragazzina che da sorridente era diventata terrorizzata. […]


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    • Tecniche
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    • Equipaggiamento
    ► Costume: Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Inoltre, indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante. [ Suit – Maschera ]
    ► Effetto: Resistenza Danni Lievi

    ► Equipaggiamento 1: Lorem ipsum.
    ► Effetto: Lorem ipsum.
    ► Peso: [2]

    ► Equipaggiamento 2: Lorem ipsum.
    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Kimama Evans
    «Le falene agiscono prima di pensare»



    Durante i fine settimana Kimama tornava sempre e puntualmente a casa, in quel piccolo e sereno quartiere alla periferia di Tokyo dove aveva speso più di un anno ad apprendere e comprendere i modi di quel paese per lei ancora così strano e misterioso. In primo luogo lo faceva perché la nostalgia aveva sempre la meglio su di lei, nonostante si sentisse con i suoi genitori tutti i giorni le mancavano gli odori ed i sapori dell'appartamento, la voce e le risate del salotto ed i vicini che aveva imparato a conoscere e ad osservare sempre vispa e piena di interesse sui loro modi singolari. Vi era però un altro motivo che la riportava a casa quei due giorni, uun buffo tramezzo tra un rituale ed una pratica che dessero pace ad i suoi sensi. L'Accademia era un luogo molto chiassoso per lei, tanto nei suoni quanto meglio odori e nelle sensazioni che lei percepiva, come un comune essere umano che deve lavorare giorno dopo giorno in una profumeria con musica sparata a tutto volume. Andare nei boschi le dava tranquillità, ma era diverso quando invece poteva percepire quello che piaceva a lei. C'era una via nei quartieri periferici dove una giovane fioraia vendeva fiori che provenivano anche da fuori il Giappone, fiori di luoghi familiari e sconosciuti. E Kimama adorava quegli odori, quegli aromi, e persino il sapore del nettare che producevano. Era curioso, ma non insolito, molti individui che portavano con se Quirk Mutant avevano delle diete insolite o incredibilmente specifiche, come chi esibiva tratti di creature carnivore richiedeva una dieta fortemente a base di carne. Per lei era più semplice, adorava tutto ciò che fosse dolce o leggermente alcolico, proprio come farebbe una qualsiasi falena. E qualcuno la guardava mentre con la lunga lingua scura pizzicava i fiori appena comprati, mangiandone il nettare come farebbe chiunque con un cartoccio di patatine fritte coperte di salse, seguendo la strada di casa mentre il sole cominciava a tramontare all'orizzonte. Poi un impatto, leggero, al suo fianco. L'unica cosa che vede è la figura di un uomo di mezz'età che la passa celermente, senza voltarsi a guardare chi o cosa abbia urtato
    "Oh, mi disp-..." Poi un flebile rumore di plastica attira l'attenzione di Kimama, le antenne ritte e lo sguardo che va verso il basso. "Uh?"

    png



    Non fu difficile vedere la sagoma rettangolare che giaceva a terra, nera e chiaramente di un qualche metallo plastificato. Kimama allunga la mano per raccoglierlo con una certa attenzione, timorosa di danneggiare l'oggetto prima di portarlo vicino a se ed osservarlo. Era un semplice Smartphone, di quelli che usavano ormai quasi tutti, uno schermo senza sfondo con poche applicazioni e bloccato dietro un codice numerico. Dopo qualche secondo un lampo illumina la mente di Kimama mentre le antenne si rizzano sull'attenti, la realizazione che quell'uomo frettoloso deve aver perso il proprio telefono urtandola, e forse non se ne era nemmeno reso conto! Kimama solleva lo sguardo sulla folla in movimento, cerca quell'uomo senza alcun risultato, e si fa preoccupata ben sapendo quanto possa essere brutto perdere l'unico strumento di comunicazione che si ha con se. E se fosse un turista? Potrebbe persino rovinarsi la vacanza. Kimama porta il telefono al proprio naso e lo odora, storcendolo nel percepire un forte odore sintetico tipico di profumi da uomo, di qualcuno che ne faceva sicuramente abuso con ogni probabilità. Ma così facendo adesso aveva modo di porre rimedio a quello che lei vedeva come un problema da lei causato, così grossa ed ingombrante dall'aver fatto perdere a qualcuno il proprio telefono, magari mentre andavano di fretta ad un evento importante. E così seppur con passi cauti Kimama comincia a seguire quella fastidiosa scia di profumo, così forte che quasi copriva il mazzo di fiori snack che aveva smesso di spizzicare per non rovinare la scia che quell'uomo si stava lasciando alle spalle. Cammina per una buona mezz'ora, prima che questa si interrompa in un vicoletto alquanto cupo e inquietante, di quelli dove di solito capitano solo cose brutte. La puzza di immondizia e altri spiacevoli odori maschera persino quell'odore graffiante, e così con cautela Kimama si inoltra nel buio. Poi sente uno strano suono, un gemito? Era sicura che qualcuno le stesse prendendo di santa ragione, le ricordavano i suoni dei campo d'allenamento. Prende il proprio telefono e da brava cittadina fa la cosa più ragionevole, chiama la polizia. Parla a bassa voce, risponde a poche domande come il luogo e il motivo della chiamata. Aggancia, e il buon senso comanda che debba farsi da parte e aspettare. E ne aveva di buon senso, solo che a volte il coraggio sapeva parlare appena più forte. Inspira profondamente, e svolta improvvisamente la curva ad L che la porta ancor più nell'oscurità di quei palazzi. E la vede, ammantata di nero, cuoio e borchie. Era sicura non fosse un'eroe, ne aveva visti molti e lei davvero non poteva ricordarla. Una Villain? Possibile, ma Kimama non voleva certo cominciare uno scontro, all'Accademia non sarebbe piaciuto affatto! Forse la sua stazza sarebbe bastata ad intimidire l'assalitrice. O forse...
    "Fermati!" Intima, puntandole contro il telefono dell'uomo come se fosse il suo, come se stesse riprendendo un filmato. Ma non poteva, voleva solo intimidire quella ragazza. "Lascialo andare... la polizia arriverà a breve!"


    🦋 | 2

    Forza: 30 - Quirk: 30 - Agilità: 15
    Energia: 100/100

    TECNICHE

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    EQUIPAGGIAMENTO

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    NARRATO • PARLATOPENSATO


    Tremors dovette scrollare di poco le spalle, il pugno ancora stretto e rivolto all’uomo che alternava lo sguardo tra la vigilante mascherata e la giovane Mutant. Aveva tenuto conto anche di quell’eventualità, e cioè venir interrotti da un passante. Pensava però che ad interromperla sarebbe stato un Pro Hero in abiti civili, o almeno uno studente in pieno possesso della licenza per Eroi, non una Mutant alta circa 2 metri di altezza o più in là, che ricordava le falene. « Pensi di riuscire a spaventarmi, come se non fossi in grado di capire che non stai affatto registrando? » azzardò a dire e accompagnò quelle parole con un tono deciso e marcato, volto a far sottintendere alla giovane Mutant che non stesse prendendo alla leggera una situazione come quella. Nel mentre riportò lo sguardo cremisi, che si fece poco a poco più minaccioso grazie anche alle sopracciglia, seppur celato dagli occhiali protettivi che mascheravano il reale colore delle iridi. « Anche tu faresti altrettanto, se sapessi chi è lui e cosa ha combinato fin ora. Glielo dico io o vuoi pensarci tu? » alternò lo sguardo dall’uomo che aveva la schiena ancora appoggiata contro il muro alla sconosciuta. Notando come l’adescatore di minorenni stesse esitando, Tremors si schiarì la voce e senza esitare riprese il filo del discorso, serrando ulteriormente il pugno. « Prende di mira le ragazzine che camminano da sole, le fa sparire nel nulla. È il mio caso, sto solo lavorando per far sì che questo scarto umano si penta di tutte le scelte compiute fin ora nei riguardi di quelle ragazzine… » la vigilante volle fermarsi per dare una dimostrazione: avrebbe indirizzato il pugno sinistro verso la mandibola dell’uomo in modo da stordirlo quel che bastava per farlo rimpiangere.  « … e giacché mi ha rivelato dove si trovino le ragazzine scomparse, è diventato inutile. Puoi consegnarlo alla polizia se ti interessa così tanto di lui » terminò nell’esatto momento in cui rivolse un’occhiata alla giovane Mutant e la squadrò da capo a piedi.
    Poi avrebbe tentato di far forza con la mano destra per tirare di lato l’uomo per il braccio destro, purché si frapponesse contro la sua volontà fra la vigilante mascherata e la sconosciuta. Tremors non avrebbe perso tempo, sapeva tutto quello che serviva per concludere il caso. La giovane Mutant, ai suoi occhi, era solo un sassolino fastidioso sebbene quella sua stazza dicesse tutt’altro. Confuso come doveva sentirsi l’adescatore di minorenni, la vigilante avrebbe posizionato il palmo della mano sinistra, non più serrata ma ben tesa, contro il petto dell’uomo, concentrando il vero potere della sua Unicità per scatenare un’ondata distruttiva a 180° gradi. L’attacco appena compiuto da Tremors doveva servire a far volare l’uomo a cui aveva dato la caccia spintonandolo nella direzione della giovane Mutant, in un tentativo di distrarla dal momento che avrebbe dovuto prenderlo. Be', ammesso che volesse davvero farlo e ci provasse. Altrimenti si sarebbe divertita giusto un po’ dentro di sé nel vederla ignorare l’uomo.
    Inoltre, l’ondata distruttiva avrebbe fatto rovesciare per terra i pochi bidoni cilindrici, tipicamente realizzati in zinco, oltre a causare una discreta spaccatura lungo la strada tra la vigilante mascherata e la sconosciuta. Un’altra oretta e il tramonto avrebbe fatto il suo lavoro lasciando spazio alla luna, mascherando di fatto la spaccatura. La giovane Mutant poteva dunque considerarsi fortunata nel poterla notare prima che fosse troppo tardi, se avesse fatto attenzione a cosa le sfuggiva sotto gli occhi.
     « Ora cosa farai? » avrebbe domandato alla sconosciuta con voce piatta, curiosa di scoprire se avesse realmente chiamato la polizia, la quale sarebbe dovuta giungere molto presto, oppure no.


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    • Tecniche

    CITAZIONE
    NOME TECNICA – Vibration Shockwave [Livello 2]

    DESCRIZIONE Aya è in grado di imbrigliare il potere delle vibrazioni per causare delle ondate distruttive di energia vibrazionale. Nel farlo, Aya scatena un’ondata distruttiva di energia vibrazionale dalle mani, che, oltre a colpire e spintonare, ha lo scopo di allontanare qualunque attacco rivolto contro lei, rispedendolo al mittente se il caso lo permette. Questo attacco può essere di tipo energetico (come ad esempio una palla infuocata) o materiale (come ad esempio una lancia di terra). Nella direzione in cui viene lanciato l'attacco, provocherà un tremolio di entità media e si creerà una discreta spaccatura sul terreno, sollevando in certi casi i detriti e spedendoli contro.
    DANNO Medio
    NOTA Se il proprio parametro Quirk è superiore a quello dell'avversario, sarà possibile rispedire un attacco al mittente ma la potenza sarà ovviamente dimezzata (Danno grave > Danno medio > Danno lieve). E la tecnica ha un raggio di sette metri.
    COSTO (in Energia) 25

    ---
    • Equipaggiamento
    ► Costume: Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Inoltre, indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante. [ Suit – Maschera ]
    ► Effetto: Resistenza Danni Lievi

    ► Equipaggiamento 1: Lorem ipsum.
    ► Effetto: Lorem ipsum.
    ► Peso: [2]

    ► Equipaggiamento 2: Lorem ipsum.
    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Kimama Evans
    «Le falene agiscono prima di pensare»



    A Kimama piace pensare che in un modo o nell'altro ci sia sempre una possibilità di dialogo con chiunque, non importa la situazione o il modo in cui ci si trovi l'una sulla strada dell'altra, deve esserci sempre un modo per parlare. Kimama aveva visto solo una parte del tutto, chiaramente doveva esserci dell'altro in quella situazione, non poteva essere così semplice. Non dice nulla mentre la donna mascherata narra le vicende che la legavano a quell'uomo, narra di quel genere di peccati che farebbero bollire o gelare il sangue anche al più sano di mente ed al più gentile di cuore. Certo Kimama non poteva crederle come fosse dato di fatto, chiunque poteva affermare cose orribili sugli altri e usarle come una scusa per far loro del male; anzi lo aveva visto succedere spesso, stava succedendo anche di recente con quelle orribili persone ed i loro movimenti anti-mutant. L'odio era un sentimento orribile usato da persone orribili per compiere atti altrettanto orribili, offusca la mente come il fumo nero di un incendio e tramuta i cuori delle persone in vuote distese di cenere. E Kimama stringe assieme le mani degli arti inferiori, perché in cuor suo sapeva che quella ragazza doveva averne molto dentro di se per arrivare a fare qualcosa del genere. Poi l'illuminazione, c'era un modo per constatare le parole di quella ragazza, e le sue labbra si piegano in un sorriso speranzoso mentre guarda quel telefono stretto tra gli arti superiori.
    "Oh!" E fa per mostrarlo alla ragazza, rizzando le antenne come se tutto sarebbe andato per il meglio. "Forse potresti riuscire a-...!"

    png



    Ma il momento in cui mostra il telefono a quella ragazza e le chiede se sappia come forzarlo non si realizza, forse sarebbe bastato chiedere all'uomo. Se non aveva nulla da nascondere allora non avrebbe rifiutato una richiesta così semplice. Quella speranza di due anime che cercano di comprendersi a vicenda muore quando il corpo dell'uomo viene sbalzato contro di lei, quando uno spostamento d'aria violento e immediato le schiaccia i sensi quasi cercasse di soffocarla, come l'onda d'urto di un'esplosione. Avrebbe potuto circondarsi nelle sue ali e proteggersi, ma cosa sarebbe stato di quell'uomo? Sarebbe andato a sbattere contro le sue ali indurite, si sarebbe fatto fin troppo male, forse avrebbe persino rischiato dei danni permanenti. Forse nella mente di quella ragazza sarebbe stato divertente addossare la colpa di simili ferite a Kimama, o forse l'odio la rendeva cieca anche alla remote possibilità che quel gesto poteva avere conseguenze terribili. Kimama spiega le ali, usando una mano libera per mettere il telefono nella sua borsa e svuotando i polmoni accoglie l'uomo nelle sue braccia, chiudendo le ali alle sue spalle. L'impatto è spaventoso, la testa del civile cozza violenta contro il suo sterno e le fa tossire fuori aria e saliva mentre le sue ali si induriscono per bloccare il grosso di quella spinta, che per poco non la manda a sbattere contro il muro alle sue spalle. Fortuna vuole che lei sia grossa e ben pesante, una persona di taglia media si sarebbe probabilmente trovata a gambe all'aria ben prima che potesse fare qualcosa al riguardo. L'uomo tra le sue braccia sviene a seguito della botta, e con un sospiro Kimama lo mette appena dietro al muro di svolta dal quale era uscita, lasciando con lui la sua borsa e alzandosi da quella posizione difensiva con semplice tristezza negli occhi. Ora cosa farai? Questa era la domanda.
    "Io..." Si riduceva sempre a questo, e a se stessa che si dava la medesima risposta. Lei non era un'animale. "... non farò altrettanto. Non sono un'animale."

    Ed il suo sguardo si indurisce mentre con le ali ancora disposte dinanzi a se comincia ad avanzare verso la ragazza. Il suo istinto le suggeriva di scappare con quell'uomo. Aveva il suo cellulare, aveva lui, alla polizia sarebbe bastato per confermare la verità di quella ragazza. Ma che genere di persona usa il suo quirk a quel modo senza essere stata provocata? Avrebbe potuto lasciare l'uomo li, andare via, Kimama non avrebbe avuto ragione di inseguirla. Adesso ne ha, adesso ha paura che un giorno qualcuno non altrettanto forte possa pagare un prezzo ben più alto per la sconsideratezza di quella che ai suoi occhi sembrava come una qualsiasi Villain. Si muove al fianco di quel crepaccio, per quanto ne sapeva quel colpo poteva aver danneggiato una tubatura del gas, o peggio i cavi della corrente che portavano elettricità a chissà quante strutture in quel quartiere. Ali indurite e carica contro quella ragazza, come un placcaggio in una partita di football, cercando di chiuderla conto il muro e di tenerla li. Non doveva sconfiggerla, le sarebbe bastato tenerla impegnata quel tanto che bastava per far arrivare le forze dell'ordine, o forse un Pro-Hero visto il frastuono che aveva causato.


    🦋 | 2

    Forza: 30 - Quirk: 30 - Agilità: 15
    Energia: 90/100


    TECNICHE

    Rafforzatore [Livello 1]
    Kimama indurisce le sue ali e le volge in direzione di un colpo in arrivo per intercettarlo e ridurne o annullarne gli effetti.
    Costo: 10 + 5 Mantenimento
    Danno/Effetto: Lieve/Difensiva

    EQUIPAGGIAMENTO

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    Energia: 150 > 130
    Forza: 025
    Quirk: 065
    Agilità: 060

    Peso Trasportabile: [0/4]
    Scheda

    NARRATO • PARLATOPENSATO


    Il volto della vigilante perse apparentemente ogni sfumatura di umanità quando vide Kimama riuscire a prendere al volo l’adescatore di minorenni, che le importava davvero di lui? Il mondo sarebbe stato un posto ancora più migliore senza individui del genere. Possibile che non riuscisse a capire questo la giovane Mutant? Che le radici marce andavano estirpate affinché nuove piante potessero fiorire splendidamente?
    La “tattica” diede comunque modo a Tremors di appurare che la giovane Mutant avesse chiamato sul serio la polizia. Anzitutto doveva confidare pienamente in se stessa per esporsi così pericolosamente ad un simile scenario, sacrificandosi mentre aspettava la polizia. Ebbe sempre più conferma quando la osservò sistemare l’uomo e lasciare la sua borsa, come se accennasse a volersi preparare per trattenerla per tutto il tempo che serviva per far arrivare i poliziotti nascosti dietro un badge. Forse, tutto sommato, la giovane Mutant non poteva essere così male, a parte una minuscolissima cosa, la quale venne successivamente confermata dalle sue parole. Le sopracciglia della giovane vigilante si inarcarono verso l’alto, come stizzita, sebbene non lo desse molto a vedere per via della suit e della maschera. Nemmeno lei era un’animale, non si trattava propriamente di azzannare una preda solo per soddisfare la propria fame. O l’indole o come lo si voleva chiamare. Si trattava di giustizia, non era cieca. Di questo ne era consapevole, vedeva più che bene il mondo in tutte le sue sfumature. E quell’uomo ne aveva solo una: brutta, opprimente e sbagliata. Una feccia che rapinava le ragazzine indifese restava sempre una feccia, se non la peggiore della specie. Non importava quanto la giovane Mutant fosse grande in termini di stazza, la giovane vigilante le avrebbe impartito una lezione realistica, forse la più dura che l’universo poteva riservare ad un essere umano.
    La osservò muovere al fianco del crepaccio creato precedentemente e poi iniziare a caricarsi, fu solo a quel punto che Tremors si mantenne in una posizione a metà tra l’attacco e la difesa indietreggiando istintivamente la gamba sinistra. Si scansò di lato quel che bastava per non rientrare nella traiettoria della giovane Mutant, cercando di evitare dunque di venir presa in pieno. Non poteva immaginare quanti danni fisici le avrebbe causato una persona molto grande come la sconosciuta. A giudicare dai suoi movimenti, Tremors aveva forse intuito che la giovane Mutant stesse cercando di placcarla. Un’idea basilare e semplice, molto utile per provare a porre fine ad un combattimento quando si è grandi fisicamente parlando, come ci si poteva aspettare da… un’aspirante eroina? Non poteva esserlo davvero.
     « Non mi sorprende… ragioni esattamente come un’aspirante eroina ma hai molto da imparare. Forse sarò una delle lezioni dure che farai tesoro nella tua formazione per diventare Pro-Hero » la vigilante avrebbe cercato di dire frettolosamente quel che le passava per la mente, usando un tono quasi deciso nel tentativo di celare qualunque cenno di malinconia nella voce, oltre a voler rimarcare ulteriormente le parole appena uscite dalle sue labbra. Tremors sapeva più che bene cosa significasse essere un’aspirante eroina e nutrire dei sogni. Eccome se ne aveva alcuni, ma si erano semplicemente sgretolati una volta scoperta la verità riguardo i genitori biologici. Sogni ridotti in un ammasso di polvere che una brezza non ci avrebbe messo molto a far dissipare. Era cambiata molto da allora, era cresciuta. Maturando, aveva iniziato a fare delle curiose osservazioni circa la società degli eroi, i villain e, infine, i vigilanti.
    Ma non c’era tempo da perdersi in chiacchiere e sguardi ricambiati, difatti la giovane vigilante piantò per bene i piedi sul cemento, probabilmente avrebbe dato l’impressione che stesse per sfoggiare un asso nella manica. E sarebbe stato così. Le vibrazioni iniziarono a diffondersi nel cemento scuotendolo talmente forte da tentare di far perdere l’equilibrio a chiunque si trovasse nei dintorni, rimanendo contemporaneamente incolume. Forse il tremore avrebbe impedito alla giovane Mutant di concentrarsi mancando il controllo sul proprio corpo. Era lo scenario più probabile che una tecnica come quella appena usata prevedeva sempre. Oltretutto l’attacco, che più un attacco si trattava di una distrazione pensata a facilitare il prossimo eventuale attacco di Tremors, aveva provocato delle crepe piccole, non troppo profonde insomma. Era come se qualcuno avesse graffiato la strada.


    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche

    CITAZIONE
    NOME TECNICA – Vibration Beam Emission [Livello 2]

    DESCRIZIONE Tale tecnica ha due modalità d'uso, Aya rilascia dal palmo di una mano le vibrazioni di media intensità che, scontrandosi con l'aria stessa, divengono un raggio di pura forza concussiva dalle dimensioni modeste, in grado di allungarsi fino ad un massimo di quindici metri, e colpisce un bersaglio scaraventandolo. In alternativa, può rilasciarle nel terreno circostante per provocare una scossa sismica, sufficiente a far perdere l'equilibrio a tutti quelli che si trovano sopra, ad eccezione di Aya.
    DANNO Medio
    COSTO (in Energia) 20

    ---
    • Equipaggiamento
    ► Costume: Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Inoltre, indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante. [ Suit – Maschera ]
    ► Effetto: Resistenza Danni Lievi

    ► Equipaggiamento 1: Lorem ipsum.
    ► Effetto: Lorem ipsum.
    ► Peso: [2]

    ► Equipaggiamento 2: Lorem ipsum.
    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Kimama Evans
    «Le falene agiscono prima di pensare»



    Non vie era discorso, stringa di parole o concetti ragionevoli che potessero smuovere lo spirito di quella donna. Doveva sicuramente avere i suoi motivi, doveva certamente esserci qualcosa che l'aveva portata a tal punto, a decidere che lei da sola potesse prendere tutti e tre i seggi destinati alla giustizia. Se Kimama avesse potuto si sarebbe fermata in quel preciso istante, l'avrebbe presa per le spalle e le avrebbe detto che tutto quel dolore non era necessario. Che non c'era bisogno di combattere, che se le avesse spiegato e l'avesse aiutata a capire forse sarebbero riuscite entrambi ad apprendere qualcosa di nuovo. Ma cosa vi era da imparare da quella violenza? Le aveva parlato di una lezione, ma l'unica lezione che sembrava degna di essere imparata quel giorno era che tra Villain e Vigilantes non sembravano esservi forti differenze. E se un Vigilante non era diverso da un Villain, allora non andava nemmeno trattato in modo diverso. Doveva solo trovare il coraggio di scancellare quelle due linee e farle diventare una sola, prendere quelle due parole e farle diventare una sola. Sarebbe stato facile, non vi sarebbe stato nemmeno lo sforzo di pensare a distinguerle. Eppure questo a lei non andava affatto bene. Forse era solo lei, forse gli altri Vigilantes di quella nazione erano persone migliori, persone buone e con un animo giusto seppuro con un modus operandi a volte brusco. Brusco come l'impatto che le sue ali fanno contro il muro, facendo cadere calcinacci e simili da esso. In cuor suo, scioccamente, era contenta di averla mancata
    "Mi dispiace..." Scuote le ali per scrollare via la polvere, volgendosi verso la donna in nero, aggrottando le sopracciglia. "... le persone come te non hanno nulla di buono da insegnare."

    png



    Era arrabbiata? Abbastanza in verità, ma non era quel genere di rabbia che si rivolge tipicamente ad un nemico, bensì quella che si ritorce contro chi la crea. Era arrabbiata con se stessa perché per quanto pensasse e complottasse non trovava una scappatoia diversa dalla violenza, e rizzava il pelo sul collo e sulle braccia in segno di aggressività, cercava di farsi grande e pericolosa di fronte a lei come fa la preda con il predatore. Quando la scossa colpisce le grandi ali si piantano a terra, ancora solidificate dalla concentrazione, semichiuse il giusto per formare un paio d'arti in più per permetterle di rimanere in piedi nonostante le forti scosse. Eppur tremava, le antenne che vibravano persino più forti del resto del corpo, era quasi sicura che in quel momento il suo cervello fosse uno strano e buffo budino tremolante di fatto. Quando lo scossone passa porta gli arti superiori alla testa, emettendo uno stridulo lamento di sofferenza mentre usava le ali per rimanere in piedi, sollevando gli occhi confusi verso la donna. Aveva cercato di colpirla, ma non era servito a molto. Doveva sicuramente avere più esperienza di lei, più desiderio di battaglia di lei. Era più veloce, più attenta, forse persino più scaltra. Il suo unico vantaggio che aveva compreso le funzionalità del suo quirk, almeno nell'essenziale. Ed è per questo che seppur con equilibrio precario fa per scattare verso di lei.

    Sembrava solo l'ennesimo placcaggio, persino sbilenco rispetto al primo, grosse come era e con le antenne che ancora tremavano dalle percosse sarebbe stato difficile riuscire a prenderla. Eppure aveva anche lei i suoi trucchi, o doni come li definivano nella sua terra natia. Spalanca la bocca all'improvviso durante quella carica, emettendo una densa sfera di bianca e semi-liquida seta puntata direttamente al volto della donna. In quella forma la seta si solidificava rapidamente a contatto con l'aria, con un buon impatto sarebbe riuscita sicuramente a coprirle gli occhi o la bocca, coglierla di sprovvista mentre doveva perdere tempo a pulirsi. E con quell'idea in mente si lancia a tutto corpo contro il bersaglio, stavolta evitando di schiacciarla contro il muro ma semplicemente per sbatterla a terra a rubarle quanto prezioso tempo potesse. E poi chissà, con un po di fortuna sarebbe anche riuscita ad incollarcela a terra. Doveva solo tenere duro, non sarebbero tardati molto, aveva piena fiducia in tutti loro! Non era davvero sola in quel vicolo.


    🦋 | 2

    Forza: 30 - Quirk: 30 - Agilità: 15
    Energia: 70/100


    TECNICHE

    Rafforzatore [Livello 1]
    Kimama indurisce le sue ali e le volge in direzione di un colpo in arrivo per intercettarlo e ridurne o annullarne gli effetti.
    Costo: 10 + 5 Mantenimento
    Danno/Effetto: Lieve/Difensiva

    Millebave [Livello 1]
    Kimama concentra l'emissione di seta dalla bocca in una forma più densa e resistente del normale che può espellere in forma semiliquida o come filamenti per ostacolare o bloccare il proprio bersaglio se il valore di Forza di quest'ultimo è inferiore al valore Quirk di Kimama.
    Costo: 15
    Effetto: Blocco

    EQUIPAGGIAMENTO

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    Energia: 110
    Forza: 025
    Quirk: 065
    Agilità: 060

    Peso Trasportabile: [0/4]
    Scheda

    NARRATO • PARLATOPENSATO


    Quantomeno la vigilante apprezzò la determinazione della giovane Mutant, in parte le ricordava di lei ai tempi della Shiketsu High School, ancora inesperta con il controllo della propria Unicità da temere di ferire le altre persone. Una lezione era una lezione, bella o brutta che sia, e lei stessa l’aveva provata sulla pelle. Come le due facce della stessa medaglia, c’erano dei pro e dei contro. « Non cerco il dispiacere, giovane Mutant. E tu devi seriamente espandere il tuo modo di pensare, il mondo non è diviso solo in “buono” e “cattivo”, non è né bianco né nero » puntualizzò immediatamente e nel mentre indietreggiò impercettibilmente di qualche passo. Era assolutamente deleterio che un’aspirante Pro-Hero pensasse ancora in modo antiquato, il che era solo una lampante prova di come la società degli eroi fosse inutile e toccasse sempre ai vigilanti di sistemare la situazione come si deve. « È molto di più: prima apri gli occhi, prima te ne renderai conto. Questo è un consiglio che posso darti, da un’ex aspirante Pro-Hero a un’aspirante Pro-Hero » concluse in tono forse troppo duro, forse troppo formale. Poi esalò un piccolo sospiro, calcolando mentalmente la distanza tra lei e la giovane Mutant, aumentata leggermente quando aveva indietreggiato un po’ in maniera impercettibile. Sapeva essere padrone di ciò che la circondava, faceva attenzione ai dettagli presenti. Difatti si prese qualche istante per soffermarsi su ciò che restava, per poi riportare dritti le iridi cremisi sulla figura della falena-umana, costantemente celate dagli occhiali protettivi. La studiò attentamente, dai movimenti alle antenne. E decise di giocare d’anticipo quando la notò iniziare a correre per scattare verso di lei. Fletté leggermente le gambe, le mani tese in modo obliquo verso il cemento. È ostinata come non mai, che seccatura. Esalò l’ennesimo sospiro di quell’incontro tra lei e la giovane Mutant, forse la provvidenza aveva voluto che si incontrassero oppure no. Fatto sta che delle vibrazioni cominciarono a confluire nel corpo di Tremors, dirigendosi soprattutto nelle mani e nei piedi, dopodiché, per la vigilante, bastò rilasciarle dai palmi delle mani e dalle piante dei piedi per dar vita a ciò che aveva pianificato nella mente. Proprio mentre la giovane Mutant si caricava verso la vigilante, questa scattò lateralmente in modo da provare ad evitare che venisse nuovamente presa in pieno, di conseguenza avrebbe evitato probabilmente anche la sorpresa destinata soltanto a lei. E in una questione di brevi minuti si sarebbe posizionata dietro le ali da falena della giovane Mutant, mantenendosi distante da esse di almeno un metro e mezzo. In questo modo, forse Kimama avrebbe avuto abbastanza tempo per accorgersi della sparizione di Tremors dalla propria visuale. Poi, con le vibrazioni che venivano ancora rilasciate dalle mani e dai piedi, avrebbe tentato di effettuare un contrattacco eseguendo un altro scatto repentino in avanti, in modo da coprire la distanza e ritrovarsi così vicina a Kimama seppur alle sue spalle. Cercare di darle un calcio con il piede sinistro alle sue gambe mentre le vibrazioni le davano la giusta spinta era la sua priorità in quel momento: usare la sua stazza a proprio vantaggio l’avrebbe aiutata forse a sorprendere la giovane Mutant. Dopotutto la vigilante mascherata non ci stava andando così pesante, per certi versi si stava pure trattenendo dall’usare alcuni suoi assi nella manica. Ai suoi occhi Kimama era ancora un sassolino, che ben poco c’entrava in un simile scenario, mossa da ciò che muoveva lei e gli altri esseri umani: l’istinto. E l’istinto ovviamente variava da persona a persona. « Per quanto intendi continuare a correre? Ho svolto il mio incarico, so dove sono le ragazzine. Quindi quell’uomo passerà il resto della sua vita dietro le sbarre. […] Giusto… quando arriverà la polizia. Non mi farò certamente catturare né ci andrò così pesante con te. Sei solo capitata nel luogo sbagliato al momento sbagliato, sarà un’avventura che dimenticheremo in men che non si dica » avrebbe proferito Tremors, nell’eventualità in cui fosse riuscita a far cadere la giovane Mutant.


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    • Tecniche

    CITAZIONE
    NOME TECNICA – Vibration Jump [Livello 2]

    DESCRIZIONE Aya rilascia dalle mani le vibrazioni per spostarsi più velocemente in una direzione e raggiungere così un bersaglio, oppure dai piedi per compiere salti che normalmente non sarebbe in grado di fare. Questa tecnica può essere adoperata anche per addolcire gli atterraggi da altezze considerevoli, evitando così di farsi seriamente male.
    DANNO Inesistente
    EFFETTI Se un bersaglio si trova nei paraggi di Aya, è possibile che venga spinto via.
    NOTA Fornisce un aumento temporaneo (2 turni) di un punto agilità ogni dieci punti quirk
    COSTO (in Energia) 20

    ---
    • Equipaggiamento
    ► Costume: Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Inoltre, indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante. [ Suit – Maschera ]
    ► Effetto: Resistenza Danni Lievi

    ► Equipaggiamento 1: Lorem ipsum.
    ► Effetto: Lorem ipsum.
    ► Peso: [2]

    ► Equipaggiamento 2: Lorem ipsum.
    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Kimama Evans
    «Le falene agiscono prima di pensare»



    Kimama non fu pienamente in grado di realizzare cosa fosse successo in quella breve manciata di secondi, la sua testona ancora le girava per qualche motivo che cercava fortemente di ricordare. Quando gli occhi riescono di nuovo a mettere a fuoco ciò che la circonda la prima cosa che vede è il cielo colorato di un forte arancione, le prime stelle che timidamente si mostrano nelle macchie di cielo ormai abbandonate dai raggi morenti del sole. La mente rincomincia a riconnettere immagini spezzate, ricordava chiaramente di star facendo qualcosa con quella ragazza che la guardava dall'alto in basso, le sue parole che rimbombavano lontane come fossero echi nel profondo di una vallata montuosa. Rimette insieme i pezzi del puzzle, partendo da quel trucco da prestigiatore che l'aveva fatta svanire dalla sua vista, seguito da quelle vibrazioni che le pizzicavano le antenne. Ricorda il colpo secco dietro alle ginocchia, il mondo che si capovolge e l'impatto secco della testa contro il duro cemento. Non era nemmeno riuscita a frapporre le ali, nonostante ci avesse provato, riuscendole ad usare solo per proteggere il resto del corpo dalla caduta. Ricorda un discorso, una risposta di qualche tipo da doverle dare, ma tutto sembrava così caotico e confuso in quel momento.
    "Nnnon-..." Persino le parole fanno fatica a mettersi in riga e presentarsi propriamente, al punto che la Mutant sembra rinunciare per la prima volta al verbo, esalando un pigolio frustrato. "UGH!"

    Riesce a metterla a fuoco dopo un paio di secondi, era davvero molto vicina a lei, così vicina dall'essersi messa a rischio per quanto pericolosa potesse essere Kimama in quello stato. Per altri secondi continua a comportarsi in modo erratico, solleva le braccia superiori per portarle alla testa ed emettere un gemito di dolore prima di chiudere gli occhi, la testa che le batteva come un martello contro un'impalcatura di metallo, i pensieri che si affollavano e facevano fatica a prendere forma. Doveva fermarla li, doveva trattenerla, non doveva farle del male ne volergliene. Quando riapre gli occhi confusi emette un ultimo lamento, utile solo per mascherare la sfera semi-liquida di seta mirata alla faccia della Vigilantes. Con quell'ultimo gesto le braccia superiori di Kimama cercano di avventarsi sulle caviglie della Vigilantes per stringerle, e se vi fosse riuscita per tirarla non a terra ma contro di se e cercare di avvolgerla con tutti e quattro gli arti in un abbraccio forzato, il giusto per tenerla li senza però farle davvero del male. Cerca di dire qualcosa, ma tutto quello che esce dalla sua bocca non ha davvero senso anche se doveva averne, qualunque messaggio o spiegazione riversata in quei semplici gesti.


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    Forza: 30 - Quirk: 30 - Agilità: 15
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    Rafforzatore [Livello 1]
    Kimama indurisce le sue ali e le volge in direzione di un colpo in arrivo per intercettarlo e ridurne o annullarne gli effetti.
    Costo: 10 + 5 Mantenimento
    Danno/Effetto: Lieve/Difensiva

    Millebave [Livello 1]
    Kimama concentra l'emissione di seta dalla bocca in una forma più densa e resistente del normale che può espellere in forma semiliquida o come filamenti per ostacolare o bloccare il proprio bersaglio se il valore di Forza di quest'ultimo è inferiore al valore Quirk di Kimama.
    Costo: 15
    Effetto: Blocco

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    Tremors esalò un piccolo sospiro frustrato, la giovane Mutant non ne voleva proprio sapere di fermarsi. Andava bene un po’ di determinazione in ogni persona, ma quell’ostinazione no, un giorno si sarebbe imbattuta molto probabilmente in un villain e questo non avrebbe esitato ad andarci pesante. Poteva pagare cara la propria vita, la giovane Mutant, e doveva iniziare a capire quando procedere e quando fermarsi. Forse sarebbe stata quella la lezione più dura che l’universo doveva riservarle.
    La vigilante mascherata non si sforzò nemmeno di ripetere un “fermati”, del tutto conscia che sarebbe stato inutile e avrebbe perso solo tempo. Perciò che fare con una persona terribilmente ostinata da fare di tutto pur di fermarti fino all’arrivo della polizia? Non sembrava il caso di sfoggiare quei particolari assi nella manica che aveva a propria disposizione, ma cosa poteva fare dal momento che il tempo stringeva dopo ogni secondo passato?
    Valutò il da farsi mentre Kimama si prendeva quel tempo sufficiente per stabilizzarsi, pensandoci a mente lucida circa i pro e contro sull’allungare quel “combattimento”. C’erano più contro che pro. Inarcò lievemente ambedue le sopracciglia nell’udire quella sorta di lamento da parte della giovane Mutant e, trovandosi di fronte proprio a lei, provò ad arretrare velocemente di qualche passo aiutandosi con le vibrazioni rilasciate dai palmi delle mani. Ma non ci riuscì, Kimama aveva fatto in tempo a bloccarle le caviglie e si ritrovò quella orribile sostanza viscida sul volto in men che non si dica. Per sua fortuna la maschera avrebbe impedito a qualunque cosa avesse creato la giovane Mutant di raggiungere la sua pelle, tuttavia alcuni capelli posizionati di fronte si incollarono tra di loro.
    Improvvisamente la vigilante mascherata si sentì del tutto bloccata, non riuscendo a vedere a causa della sostanza che copriva gli occhiali protettivi non era riuscita ad anticipare quel fastidioso sassolino per scansare gli altri arti altrui. Finì nella sua morsa, che più una morsa si poteva definire un “abbraccio” forzato, come se un paio di addetti della sicurezza di un ospedale volesse metterle addosso la camicia di forza. Era più grossa rispetto a lei, a Tremors parve piuttosto arduo riuscire a liberarsene con le proprie forze. No, ora era il momento di sfoggiare uno dei suoi assi nella manica preferiti.
     « Non mi lasci altra scelta » per quanto la vigilante mascherata ci provasse a parlare, la sostanza emessa dalla giovane Mutant le impediva di fare un tentativo poiché s’adagiava sulla maschera. Da lei uscì solo un rumore confuso, non preciso, le parole semplicemente svanirono nell’etere, come inesistenti. Nonostante avesse il corpo bloccato da Kimama a causa della sua stazza, Tremors aveva deciso di passare al contrattacco, o quantomeno ci avrebbe provato facendo affidamento sulla vera potenza dell’Unicità per allontanare quel fastidioso sassolino ed eventualmente far dissipare la sostanza viscida.
    Le mani della vigilante mascherata, strette a mo’ di pugno, si caricarono di vibrazioni distruttive provando a trattenerle quanto bastava per sprigionarle più violentemente considerato il peso di Kimama che prevaleva sul suo corpo. Avrebbe rilasciato due ondate distruttive da entrambe le mani dando così vita ad una spinta quasi omnidirezionale; forse non sarebbe stato preciso come attacco e non avrebbe coperto tutte le direzioni ma la potenza sprigionata doveva essere sufficiente per scrollarsi di dosso la giovane Mutant e provare a tornare alla realtà acquisendo la vista. Poi la priorità sarebbe stata focalizzarsi sull'ambiente circostante e pensare a un modo sicuro per fuggire, lasciando il viscido criminale nelle mani di Kimama e in seguito della polizia. E come sempre, i pro e contro verrebbero valutati attentamente.


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    NOME TECNICA – Vibration Jump [Livello 2]

    DESCRIZIONE Aya rilascia dalle mani le vibrazioni per spostarsi più velocemente in una direzione e raggiungere così un bersaglio, oppure dai piedi per compiere salti che normalmente non sarebbe in grado di fare. Questa tecnica può essere adoperata anche per addolcire gli atterraggi da altezze considerevoli, evitando così di farsi seriamente male.
    DANNO Inesistente
    EFFETTI Se un bersaglio si trova nei paraggi di Aya, è possibile che venga spinto via.
    NOTA Fornisce un aumento temporaneo (2 turni) di un punto agilità ogni dieci punti quirk
    COSTO (in Energia) 20

    CITAZIONE
    NOME TECNICA – Vibration Shockwave [Livello 2]

    DESCRIZIONE Aya è in grado di imbrigliare il potere delle vibrazioni per causare delle ondate distruttive di energia vibrazionale. Nel farlo, Aya scatena un’ondata distruttiva di energia vibrazionale dalle mani, che, oltre a colpire e spintonare, ha lo scopo di allontanare qualunque attacco rivolto contro lei, rispedendolo al mittente se il caso lo permette. Questo attacco può essere di tipo energetico (come ad esempio una palla infuocata) o materiale (come ad esempio una lancia di terra). Nella direzione in cui viene lanciato l'attacco, provocherà un tremolio di entità media e si creerà una discreta spaccatura sul terreno, sollevando in certi casi i detriti e spedendoli contro.
    DANNO Medio
    NOTA Se il proprio parametro Quirk è superiore a quello dell'avversario, sarà possibile rispedire un attacco al mittente ma la potenza sarà ovviamente dimezzata (Danno grave > Danno medio > Danno lieve). E la tecnica ha un raggio di sette metri.
    COSTO (in Energia) 25 (x2)

    ---
    • Equipaggiamento
    ► Costume: Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Inoltre, indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante. [ Suit – Maschera ]
    ► Effetto: Resistenza Danni Lievi

    ► Equipaggiamento 1: Lorem ipsum.
    ► Effetto: Lorem ipsum.
    ► Peso: [2]

    ► Equipaggiamento 2: Lorem ipsum.
    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Chiedo enormemente scusa per il ritardo.
     
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    Kimama Evans
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    Non poteva darle torto su quell'ultima affermazione, era vero, non le stava dando davvero alcuna scelta all'infuori del combattere con tutta se stessa per evitare le manette e poi chissà cosa altro la legge Giapponese avesse in servo per lei. Kimama non si era mai considerata particolarmente intelligente, non perché non lo fosse ma perché temeva che il pensarlo avrebbe fatto di lei una brutta persona. Ne aveva data una all'inizio di scelta, genuina, la possibilità della parola al di sopra della violenza. Glie lo aveva insegnato sua madre, sua nonna, come gli antenati lo avevano a loro volta insegnato ad entrambe; ogni straniero che entra nel villaggio va accolto con braccia aperte come un fratello, ma se lo straniero si rivela nemico non deve lasciare il villaggio con la propria vita. Che tutti siano liberi di scegliere, e che tutti vivano con le conseguenze delle proprie scelte. Questi sono gli insegnamenti del Popolo, gli insegnamenti che Kimama porta nel suo cuore ogni giorno in ogni aspetto della sua vita.
    "Volevo solo parlare..." Sussurra, non tanto alla sua avversaria, quanto a se stessa come se cercasse di giustificare le sue azioni. "Non volevo combattere..."

    Dopo tanti tentativi e tanto dolore era riuscita a catturarla, a stringerla tra le sue braccia quel giusto per tenerla ferma senza rischiare realmente di farle del male. Doveva solo rimanere li finché la polizia non fosse giunta per prendere in custodia la Vigilantes, sicuramente lei avrebbe dovuto stare li per rispondere a delle domande, e questo la rendeva più nervosa di tutto quello che era avvenuto nell'ultimo minuto. E nella sua mente una parte di lei le diceva che forse ora poteva provare a parlare di nuovo con lei, forse se si fossero spiegate con più calma e si fossero capite a vicenda non sarebbe stato necessario aspettare l'arrivo della polizia. I suoi pensieri vengono però interrotti bruscamente quando una forza anomala e particolarmente potente viene emessa da quello che Kimama immagina sia il corpo stesso della ragazza, una forza dirompente come quella che l'aveva investita prima, se non addirittura peggiore. I suoi polmoni si svuotano forzatamente di tutta l'aria che avevano dentro, le sue braccia si aprono come i cardini indeboliti di un portellone e la sua testa sbatte bruscamente contro il cemento crepato dai precedenti attacchi della Vigilantes. Tutto ciò che vede attorno a se comincia a farsi irregolare, poi opaco, poi pur essendo sicura di avere gli occhi ben aperti tutto ciò che vede è il nero. I muscoli si rilassano e i suoni si fanno ovattati, prima che Kimama scivoli lentamente nel sonno forzato e svenga per l'eccessiva forza della concussione. Rimane li a terra, come un buffo cuscino, inerme con il sangue che le colava fuori dal naso. Aveva fatto quel che poteva, ma la buona volontà e la determinazione non bastano contro l'esperienza.


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    NARRATO • PARLATOPENSATO


    Alla fine sembrava essere riuscita a liberarsene della giovane Mutant, non sentiva più la stretta attorno a sé, il peso che prevaleva su di lei, forse se fosse stata una villain non avrebbe esitato a schiacciarla ma per la fortuna di Tremors non era così. L’onda d’urto che aveva scatenato da sé era arrivata a far pezzi anche alla sostanza viscida, anche se non del tutto. Quantomeno ora riuscì a vedere solo da un occhio e poté sentire alcuni capelli ancora incollati, forse ci sarebbero volute due o tre docce per sbarazzarsene del tutto. Si prese un momento per riempire d’aria fresca i propri polmoni, per certi versi venir bloccata dalla giovane Mutant le aveva dato molto da pensare: poteva essere agile quanto voleva, scamparla, ma contro la forza fisica, naturale o potenziata dalle Unicità, era molto carente. Shiibasa, di cui ovviamente non conosceva il nome, le aveva dato il primo assaggio e ora era toccato a Kimama. La vigilante mascherata comprese in quel momento di odiare come si sentisse così, doveva assolutamente pensare a un nuovo modo per sopperire a quella carenza. Forse avrebbe passato tutte le sere, una volta conclusi gli impegni lavorativi di Mobius, ad allenarsi, per mettersi alla prova finché non sarebbe crollata del tutto.
    Poi si guardò intorno, impiegando un po’ più di tempo complice il fatto che potesse vedere solo dall’occhio destro. Poté vedere l’assaggio del suo asso nella manica: si erano andate a formare delle minuscole crepe sia per terra che sul muro, niente di drastico che arrivasse a danneggiare le strutture circostanti ma sufficiente per dare l’idea di cosa potesse fare se un giorno fosse cresciuta e riuscisse a controllare bene l’Unicità. Fu inevitabile notare poi la figura massiccia della giovane Mutant, seduta per terra con le spalle al muro e il sangue che usciva fuori dal naso. Le si avvicinò a passi lenti, per ironia della sorte, con un solo occhio da cui poteva vedere, sarebbe sembrato come se la vigilante mascherata avesse molta paura a camminare sulle crepe che lei stessa aveva provocato.
     « Mi dispiace » fu l’unica cosa che riuscì a dire Tremors in quel momento, sebbene la sua voce non lasciasse trasparire pentimento o quant’altro. Era semplicemente decisa, teoria avvallata poi da come scrutasse Kimama, in un tentativo di verificare le condizioni altrui. Dopotutto, era sempre un’osservatrice e doveva valutare attentamente una situazione prima di compiere una scelta. Pensò che forse per la giovane Mutant bastasse una visita dall’ospedale per guarire poco a poco, e non avrebbe avuto problemi a farlo, dopotutto era un’aspirante eroina a differenza di lei, una vigilante non proprio in perfetta regola con la legge.
    In lontananza si poté udire il classico rumore della sirena, dunque la vigilante mascherata riservò un’occhiata prima all’adescatore di minorenni e poi a Kimama. « La determinazione può andare ma l’ostinazione no. Fa’ attenzione a chi farà capolino nel percorso della tua vita, giovane Mutant » concluse infine, prima di voltarle le spalle per avviarsi in direzione della scala antincendio. Aveva ancora le forze rimaste dalla sua parte e non sarebbe stato necessario fare per forza affidamento sull’Unicità. Con le capacità acrobatiche che si ritrovava, Tremors provò ad effettuare un balzo facendo molta attenzione a dove puntava con l’occhio destro e caricando abbastanza forza nelle cosce e nei polpacci per raggiungerla. Non era eccessivamente alta la scala antincendio che si attaccava al muro in mattoni di quella che sembrava essere una palazzina, era questione di mezzo metro e sicuramente per Kimama, se non si fosse ritrovata in quelle condizioni, sarebbe stato un gioco da ragazzi. Raggiunse la sommità della scala antincendio che portava al tetto incredibilmente piatto della palazzina e si lasciò alle proprie spalle quella spiacevole avventura.


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    ---
    • Equipaggiamento
    ► Costume: Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Inoltre, indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante. [ Suit – Maschera ]
    ► Effetto: Resistenza Danni Lievi

    ► Equipaggiamento 1: Lorem ipsum.
    ► Effetto: Lorem ipsum.
    ► Peso: [2]

    ► Equipaggiamento 2: Lorem ipsum.
    ► Danno: Lorem ipsum.
    ► Peso: [1]

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    Mi sono scusato con Lucious in altre sedi, il combat è sparito dalle mie iscrizioni e, che dire, me ne sono dimenticato? Aspetto le botte, perché me le merito un po', da chi revisionerà questo combat. PS. TI AMIAMO TUTTI KIMAMA, SCUSA SE AYA TI HA FATTO MALE. 🥺
     
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    Ciao ragazzi,

    Il combattimento era tecnicamente corretto se non per l'assenza, in entrambi, di un contatore dello Stato Fisico in cui segnare i danni. Ricordatevelo per le prossime attività. I post erano belli, molto pochi ma vista la disparità tra i due pg non poteva comunque continuare per chissà quanto.
    Ho dato un po' meno esperienza a Star per i ritardi, specialmente per l'ultimo: so che capita le iscrizioni si tolgano (probabilmente è successo quando quest'estate abbiamo aggiunto delle sezioni, avevo infatti avvertito in tag di controllare tutti le proprie) ma avresti comunque potuto controllare molto prima. :asd:
    Gli altri micro-ritardi di entrambi non li conto perché era estate, ricordate solo di avvisare sempre il compagno di role e di mettere in chiaro ancora prima di aprire se pensate che sforerete molto spesso, la comunicazione è importante. :neko:

    Kimama: +50 exp

    Aya: +40 exp

    Passo e chiudo! :**:
     
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