Moby Dick

Shiisa e Eve

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    Sì, nel momento in cui la mia accompagnatrice fosse passata a prendermi con la sua macchina, probabilmente si sarebbe fatta due domande. Ad esempio, come mi sentissi a stare in piedi in mezzo a un sacco di gente con una tavola da surf con le spalle. La risposta era semplice - tranquillissima. Le occhiatacce non erano mai state motivo di fastidio per me, per qualsivoglia ragione - il giudizio altrui aveva smesso di importare qualcosa a scuola, figuriamoci in un ambiente tranquillo come la società di Tokyo kekekek.

    « Tut-tut. Anzi, Kek-kek.»

    Simpatica umorista che ero.
    Per rimanere in tema di sorprese, piuttosto, c'era la questione che c'eravamo già incontrate altrove. Da Babel non me ne ero resa conto, non avendo dato troppa attenzione all'immagine profilo di colei che aveva postato quella richiesta per il carpooling verso il mare. Almeno da parte mia, ci fu un momento di sorpresa nel vedere dal finestrino della macchina spuntare la faccia colorata della donna con la skin-care routine da invidia.

    « Oh - ci si rivede.
    Non pensavo fossi tu, Kekekek. »


    Era positivo, tutto sommato. Mi sistemai gli shorts di jeans e la magliettina nera che nascondevano il mio grazioso costume da surfista (?) per scivolare all'interno della macchina che aveva portato Eve a quell'angolo vicino la stazione. Condividere questo viaggio e questa giornata con una faccia semi-conosciuta sarebbe stato meglio che avere a che fare con una perfetta sconosciuta, magari una di quelle fissate con il trucco o il parrucco. La ragazza che mi si era parata davanti, sebbene molto curata e - banalmente bellissima - mi comunicava a pelle di essere una persona intelligente. kekekek!

    « E' bello non ci siano clown questa volta - non credi? »

    Guardai verso l'autoradio, curiosa di sapere quali fossero i gusti musicali che la casa offriva per questo viaggio. L'idea di poter provare questo surf che avevo comprato in sconto online mi incuriosiva molto. L'avevo pagato una sciocchezza, praticamente quasi niente viste una serie di buoni sconto mescolati a chissà quali altri bug del mondo online. Non sapevo andarci, ma non sarebbe stato necessariamente un problema, vero? Sarei stata un talento naturale e avrei immediatamente imparato ogni cosa - oppure mi sarei fatta malissimo. Sì, kekekek, la seconda.
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    Morivo letteralmente dalla voglia di andare al mare e farmi un po' i fatti miei ma senza stare troppo in solitudine. Questo perché avevo sempre quel piccolo timore che qualcuno mi potesse dar fastidio anche in pieno giorno se mi presentassi da sola in un luogo pubblico un po' com'era successo qualche tempo fa allo zoo o in qualunque altro posto mi fermassi, quando più e quando meno: dipendeva dal luogo e dalla situazione, per esempio se camminavo facendomi i fatti miei oltre qualche occhiata dai meno tolleranti e qualche parola tra i denti me la prendevo ma a volte, se per esempio mi sedevo su una panchina ad organizzare la mia agenda, mi sembrava di stare quasi in vetrina. Non volevo quasi mai girare da sola e l'idea di andare al mare era la migliore delle ipotesi: darmi fastidio lì significava non aver proprio niente di meglio da fare.
    Però c'era sempre il fatto che secondo me andarci da sola era peggio che avere compagnia ed anche se affidarmi al carpooling non era la migliore delle idee, non avrei saputo a chi chiedere: Daichi mi dava l'idea di essere quasi scappato anche solo per invitarlo, Yami probabilmente avrebbe avuto da fare con il suo Yuya e gli altri non li conoscevo così bene da permettermi di invitarli al mare a passare una mezza giornata o giornata intera.

    Inoltre dubitavo che la mia tonalità di pelle mi avrebbe permesso di prendere il sole o di abbronzarmi, tanto valeva provarci.
    « Oh, sei tu. » Non c'era disprezzo né dubbio, solo una genuina e leggera sorpresa nel vedere che quella ragazza che aveva risposto al mio appello fosse qualcuno che avevo già incontrato: stava capitando spesso in questo periodo e lei era la terza persona che rivedevo dopo averla messa in quella cartella di persone nominata "individui che non incontrerò mai più in vita mia". Insomma Tokyo era grande, un paio di loro li avevo visti in circostanze non proprio da raccontare a tutti e pensavo che il basso profilo fosse la cosa migliore.
    Non che impedisse ad una persona comunque di vivere una vita normale proprio come penso stesse succedendo per tutti. « Una piacevole sorpresa. Hop on cara. » Sì, perché tutto sommato era una delle due persone che aveva mostrato una reazione umana in quella serata che non mi ero dimenticata - e non mi sarei dimenticata per un po' - e mi ero detta che non mi sarebbe dispiaciuto reincontrarla anche solo per prendere un caffé da qualche parte. Soprattutto mai mi sarei aspettata di rivederla con una tavola da surf sulle spalle senza preoccuparsene: non ricordavo propriamente quale fosse il suo quirk ma non credo le servisse per portare una cosa del genere.
    E doveva parlare per forza anche del clown? Ero buon umore fino ad ora, speravo di non doverne parlare troppo. Ticchettando la punta delle dita di una mano sul volante mentre guidavo, sospirai appena. « Non parlarmi di quel clown. Mi hanno detto che aveva detto di essere sulle mie tracce e non capisco perché, spero non sia vero. Quel tizio era sgradevole ed un po' inquietante. Comunque! »

    Cercai di cambiare discorso in qualche modo, puntando la radio. « Libera di scegliere, in genere non l'ascolto. Non la uso spesso l'auto, preferisco spostarmi in taxi o bus. » Vero che spesso e volentieri mi mettevo le cuffie ed andavo di riproduzione casuale della playlist di canzone ovviamente tutte scaricate, non avendo il supporto per collegare telefono all'auto in questo caso avrei preferito godermi il vento tra i capelli. Non me li ero conciati in alcun modo particolare lasciandoli al naturale, era inutile che me li sistemassi se tanto in spiaggia i miei sforzi sarebbero stati vanificati dalla semplice acqua di mare.
    « E come te la sei passata in questo periodo? Qualche cosa interessante da raccontare? »
    Difficile che non avremmo parlato di quella serata anche se in fondo un po' ci speravo: non mi piaceva ricordare quando quel ragazzino mi era morto davanti dopo tutto quello che avevo fatto per calmarlo ma ormai ci convivevo. « Tipo quando hai imparato a surfare? » Aveva una tavola, doveva essere per forza nelle sue competenze.

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Oh, quindi le era rimasto un pessimo ricordo di quel tipo - ottimo, motivo in più per apprezzare la presenza della donna. Si, avevo avuto fortuna, oggi.

    « Oooh? Sulle tue tracce? Bisogna trovargli un hobby che comprenda la conoscenza del suo mestiere, magari - non sapeva niente sulla storia dei giullari. Kekek. »

    Sì, avevo il mio particolare modo di misurare determinate persone. Spesso le giudicavo in base alle loro conoscenze letterarie e - giustamente - le trovavo mancanti. Pertanto, venivano relegate a un angolo buio del mio cervello in cui mi sarei presto dimenticata di loro. Non per cattiveria, ecco - ma dover tenere a mente ogni personcina insignificante e poco interessante che cammina di fronte a me potrebbe diventare difficile alla lunga.

    E il Jester in questione, non rientrava nelle mie compagnie preferite.

    « Mh - vediamo se trovo una stazione che può kekek piacerti. »

    Provai a sintonizzarmi su una stazione abbastanza conosciuta, che avrebbe dovuto passare gli ultimi successi pop dell'estate - riuscendoci per fortuna. La musica latina si diffuse presto nell'abitacolo, facendomi fare spallucce al suo arrivo. Meglio di nulla. Abbassai comunque il volume, per tenerla come piacevole sottofondo ma non tale da coprire la nostra conversazione.

    Non ascoltava musica, quindi?
    Avrei giurato di averla scambiata per un altro tipo di persona. Di quelle che - la musica es mi vida o qualcosa del genere. Poco male, consideravo la musica poco più di un simpatico accompagnamento, pur riconoscendone l'estremo valore artistico. Solo, non sempre ero in grado di apprezzarla. Quando poi Eve fece cenno alla mia tavola da surf, le regalai uno splendido sorriso. Che gentile, si interessava a me! Era molto più di quanto avessi fatto nei suoi confronti, kekekek.

    « Non ho la più pallida idea di come funzioni. Ma non credo annegherò, quindi tanto valeva provare. Keeekekkek. Ti faccio fare un giro se vuoi. »

    Ero gentile, potevo ben condividere la mia tavola - se nei cartoni animati ci vanno in due, non vedo cosa mi avrebbe fermato dal prestarla ad Eve. Mi sistemai una delle mie infradito - che per un istante mi davano l'impressione di essersi spostate più del dovuto - tornando poi a prestare attenzione alla ragazza di fianco a me. Magari avrebbe avuto qualcosa da ridire sulle mie abitudini surfistiche - ero pronta a controbattere.

    « Per il resto un paio di rogne a lavoro - tu? »

    Come ad esempio il fatto di aver quasi perso la mia borsa con le pillole. Per fortuna avevo risolto tutto in tempi brevi, sebbene il rischio fosse stato grosso.
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    Dunque nemmeno lei aveva più sentito niente di quel clown o non lo aveva più incontrato, almeno così intuivo. Non credo che tra persone che avessero condiviso una sera come quella ci fossero tanti problemi a dirsi di aver rivisto qualcuno o meno, l'unica circostanza per cui non me lo avrebbe potuto dire poteva essere il semplice fatto di collaborare con lui ma non mi era parso da quello studio che i due avessero un qualche tipo di rapporto stretto ed anzi, dalla reazione mostrata alle risate potevo dire quasi il contrario.
    Davvero, come si poteva ridere in una circostanza del genere?

    Però questa mia piccola avversione sembrava aver messo di buon umore la ragazza, tanto meglio. « Solo a me è sembrato che quando parlasse, lo facesse in modo strano? » Era stata una mia piccola impressione ma davvero avevo avuto la sensazione che alla fine delle frasi mettesse qualcosa che non riuscivo ad identificare, un qualcosa che rendeva strano proprio il suono delle parole. Bah, sarà stato qualcosa di mio. « E non me ne intendo nemmeno io, di certo non sarò io a dargli lezioni. Se me lo troverò davanti, e spero di no, vedrò che fare sul momento. »
    Anche perché in quel caso non avrei dovuto far altro che affidamento su me stessa: avevo provato con una piccola opera di coercizione ma non era andata a buon fine e dato che mi ero presa il serio impegno di dare una mano a Yami (dato che il suo progetto sposava terribilmente bene la visione che avevo delle cose), era il caso che mi rimboccassi un po' le maniche e mi dessi una svegliata anche dal punto di vista fisico. E non fisico com'ero abituata ad intenderlo io. Mi stavo allenicchiando in qualche modo a prendere sempre più familiarità con il mio quirk ed in ambienti ristretti lo usavo senza troppi problemi, che fosse anche solo afferrare qualche oggetto normalmente fuori dalla mia portata, il momento in cui mi fossi trovata a dover usare anche le mani mi dava l'idea di essere così vicino senza che me ne rendessi nemmeno conto. Speravo che le poche persone che conoscevo, al di fuori dei miei compagni di squadra, non si dovessero trovare dall'altra parte della barricata in quel caso: sarebbe stato spiacevole.

    Mi ero dimenticata che anche questa ragazza avesse una risata strana, per fortuna non era niente di fastidioso.
    « In genere ascolto un po' di tutto, difficile tu trovi qualcosa che non vada bene. » Non era una frase accomodante, era davvero la verità: ero talmente tanto abituata ad ascoltare dei generi musicali vari grazie ai locali che frequentavo, che ormai il mio orecchio si era abituato a tutto facendomelo quasi piacere a forza. La musica in generale mi piaceva ed il fatto che nonostante tutti avessi iniziato a prendere anche lezioni di pianoforte ne era una piccola riprova.
    Lezioni...diciamo che avevo comprato una piccola pianola elettrica e seguivo qualche cosa su internet, finché non avessi avuto almeno le basi seguire un corso sarebbe stato inutile: il punto più importante per me era intanto non graffiare i tasti.
    « La miglior lezione è la pratica, dunque? » Domandai riguardo alla tavola, sembrava una ragazza tutto sommato impulsiva se l'aveva presa senza la più minima idea di come si potesse surfare. Beh, da quel punto di vista eravamo in due: mai andata sul surf, mai mi era interessato. « Mal che vada puoi trovare qualche bagnino che ti possa aiutare se le cose dovessero andare male. » Le lanciai giusto una battuta rispondendo al sorriso con il mio, non sarebbe stata di certo la prima nella storia che avrebbe potuto usare quella scusa. Quando ero negli States, ricordo una volta una mia compagna di classe aveva cercato di usare proprio questo trucchetto senza ottenere grandi risultati. Magari Shiisa era un'attrice migliore di lei. « Per quanto riguarda l'invito passo, finirei ad essere sempre in acqua e se devo starci, tanto vale che mi faccia una nuotata. » Standoci in piedi sarei sicuramente caduta, che sarebbe cambiato rispetto al farmi un tuffo normale?

    Problemi a lavoro? Doveva essere una rogna.
    « Fastidioso, spero sia tutto risolto. » Non che andasse sempre bene anche a me, qualche cafone ogni tanto lo trovavo pure io però in quel caso mi appellavo alla mia (quasi inesistente) capacità intuitiva e nella mia (sempre quasi inesistente) abilità di interpretare le persone per farmi alleggerire il carico. Quelli che mi davano più fastidio erano coloro che mi ingaggiavano pretendendo determinati servizi che, a quanto pare, non avevano compreso fossero a discrezione mia: vaglielo a far capire subito...
    « Più o meno regolare. » A parte l'ingresso in un gruppo la cui leader aveva la volontà di lavorare per l'abolizione del sistema della Licenza - roba di poco conto. « Toglici giusto qualche fastidio a causa del mio aspetto ma è il periodo. Spero solo di non trovare nessuno di fastidioso oggi. » Sospirai, però era anche quella la circostanza che mi aveva portato ad incontrare Yami dunque...male ma bene? Di sicuro era un male, di base.
    « E spero non siamo partite troppo tardi e che la spiaggia non sia eccessivamente affollata, in quel caso mi assumerò le mie responsabilità. » In fondo era caldo, il mare era una meta agoniata da tanti in questo periodo e gli spazi potevano non essere tanti. A volte sentivo i vicini di casa alzarsi anche presto pur di andarci e ritagliarsi il loro piccolo angolino.

    Anche perché si vedeva già dalla strada, non ci andavo spesso e per questo ero anche un po' impaziente: per una volta che decidevo di recarmici, speravo non ci fosse troppa gente. L'unico posto dove tolleravo la massa era in un locale.
    « Ci vieni spesso tu? Clima permettendo. »

    Keep them longing,
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    Inclinai lo sguardo, tornando a pensare al JesterClown. Lui, insomma.

    « Sì, c'era qualcosa di strano. Ma lo sentivo nell'aria. Come se... no, non so spiegarlo, kekekek. Cioè, dovrei essere l'ultima a discutere di problemi nel parlare, in effetti. »

    Certo, certo.
    Lo so, lo so. Sarebbe stato ipocrita da parte mia riuscire a vedere dei simbolini da carta da gioco nell'aria e commentare a riguardo. Per questo, non mi dilungherò più di tanto. Aspetta, ma la Shiisa della narrazione è la stessa Shiisa del discorso diretto? Cioè, perchè lei i simbolini non li vede. Io li vedo. Fowles, smetti di influenzarmi, per favore! La metanarrazione fa così 1960.

    Coff.
    Dicevo.
    La musica che si diffondeva nell'abitacolo non era niente di che, il solito ritmo latino che si sente tutte le estati. Iglèsias? Iglèsias chi? Muovevo la testa a tempo, guardando la strada sulla quale la ragazza stava guidando - Eve, no? Ah, la privacy, questa cosa sconosciuta nel mondo di internet. Ci eravamo conosciute dal vivo e non eravamo riuscite ad ottenere l'una il nome dell'altra -- e invece, su internet, era stato tutto istantaneo. Non ero certa mi piacesse questa situazione.

    « Oh, bagnini. Andiamo in quel tipo di spiaggia? Kekek mi aspettavo una cosa segreta e misteriosa. Ma va bene anche una spiaggia normale. Magari la prossima volta, così ti convinco anche a salire sulla tavola. Per allora sarò praticamente un'Hawaiiana di quelle Kekekekek si vedono nei film. »

    So che ne parlo sempre, ma Darwin parlava di capacità di adattarsi. E diamine, non avrei lasciato che l'evoluzione mi lasciasse indietro! Sarei diventata abbronzata, abile con il surf e... non so, forse avrei preso una laurea. In telematica. Sotto falso nome. E tutte quelle cose lì.

    Oppure no, chi ha tempo di dare gli esami. Inclinai lo sguardo verso Eve - c'era qualcuno che... non apprezzava tutto questo? Voglio dire, probabilmente c'era gente lì fuori che si sarebbe dipinta di blu da capo a piedi per potersi fare un giro su tutta quella roba. E scusatemi, in genere sono più morigerata.

    « Nel caso lo sotterro sotto la sabbia. Non preoccuparti, stella. Kekekek. »

    Mi guardai intorno, esaminando il traffico. Per ora non sembrava terribile, probabilmente saremmo riuscite ad arrivare senza troppi problemi. Ma c'era da dire che non ero un'esperta, papà non mi ci portava quasi mai. Forse un paio di volte da piccola. Era la prima volta che ci andavo da grandicella? Beh, forse sì. La storia sul seppellire la gente scostumata rimaneva, comunque. Avrei scavato una buca profonda profonda, per poi sotterrarli dentro e dimenticarmeli lì mentre andavo via.

    Ahn.
    Vale come omicidio?
    No, no, Aogiri non vuole.

    « Non così spesso come vorrei. Anche se sono più tipa da libri sotto l'ombrellone. Kekek. »

    Inclinai lo sguardo a quel punto, sorridendo contenta. L'idea di stare all'ombra con un libro in una mano e una granita nell'altra.. mi riempiva di felicità, per qualche ragione. Sono in vacanza?
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    Dunque le sentiva anche lei quelle tonalità.
    « Lo sapevo che non ero l'unica, non potevo essere l'unica. » Affermai moralmente vittoriosa, ad una certa mi ero domandata se non fosse un errore di ascolto mio o no però insomma Shiisa mi aveva confermato che anche lei sentiva qualcosa di strano. Potevo ritenermi contenta così. « Grazie, credevo fosse solo una pessima tonalità di un ricordo non proprio felice. » Sospirai abbastanza sollevata, potevo sentirmi meno pazza. Non ero persona che discuteva dei modi di parlare delle persone e non l'avrei fatto adesso, soprattutto perché anche la ragazza aveva un modo di parlare abbastanza...particolakek: meglio però questo di un qualcosa che non riuscivo a quantificare, anche se mi dava l'idea di essere una di quelle risate da serial killer che ti ricordavi negli ultimi momenti di vita e che sentivi prima di vederti l'assassino davanti.
    Non sapevo se Shiisa fosse tale o no, ad occhio non sembrava: si era trovata però in quell'ambiente, una ragazza tanto per bene non doveva essere. « Daichi non mi aveva detto niente a riguardo, pensavo di essere l'unica. » Quando l'avevo visto era stato proprio lui a dirmi che il clown mi stesse cercando più o meno e che avesse detto di essere sulle mie tracce, chissà se la ragazza se lo ricordava. « Il tizio con cui avevo iniziato a parlare prima di entrare nella stanza del dottore: l'ho rivisto giusto una volta. Non avrei mai detto che di tutta Tokyo avrei rivisto due persone di quella sera. »
    Tamburellai le dita sul volante un'altra volta, accennando un sorriso. « Non che sia male, di sicuro ho trovato le persone più umane. »

    Per quello che riguardava la storia del bagnino mi trovai a ridacchiare appena, non avevo idea di cosa intendesse con "Hawaiiana di quelle kekekekek" perché non credevo fosse altro se non un modo di ridere e non una parola universale, avevo più o meno capito il senso del discorso. « Non so se ci sarà un bagnino o meno, può darsi? La spiaggia è pubblica, col fatto che da quel che ho sentito è grande non so se la città ce ne ha messi o no. » Feci anche spallucce, se non ci saranno me ne farò una ragione dato che di base sto andando al mare per rilassarmi e non per cercare un po' di compagnia: se volessi quest'ultimo caso prenderei la mia rubrica e farei un numero a caso sul telefono piuttosto che andare ad espormi al mare in presenza di potenziali persone che potrebbero non gradire la mia presenza.
    Poverini.
    « Sei gentile, stella, ma non preoccuparti: finché parlano, rimangono parole al vento. Il miglior modo per farli sentire inadeguati è non considerarli e non dargli corda, saresti sorpresa di sapere quante volte mi ha salvato da una crisi di nervi in...un po' dappertutto, da quando c'è stato il Corteo quel genere di persona non si è proprio calmata per niente. » Mi domando come stia Mari dato che si è esposta e nemmeno poco: potrei provare a contattarla per sapere anche come stia Shahar, non so però quanto sarebbe fattibile il mio riuscire a farmi rispondere. Magari quel numero di telefono è stato cancellato, magari è criptato in maniera molto semplice...potrebbero essere tante le alternative. « E poi in teoria sotterrare vivo qualcuno è reato se non gli lasci la testa fuori. Penso che sia aggressione anche lasciandocela, dunque meglio evitare. »

    Un po' come evitavo io di andare al mare perché...perché dubitavo sarebbe servito a qualcosa, mettiamola così.
    « Oh, dunque leggi. Che genere? » Domandai avvicinandomi al parcheggio apposito per quella che era una spiaggia libera, notando come ci fossero altre autovetture parcheggiate: ovvio, non mi aspettavo di certo di essere la prima considerando che non era prestissimo. Non sembravano essere troppissime, di sicuro c'era qualche famiglia già sistemata. Spero di non trovare qualche mamma isterica che usa la figlia per darmi contro quando magari la bambina nemmeno voleva dire che il problema fossi io.
    « Io ammetto di essere più tipa da dormire sotto l'ombrellone, dubito che il sole mi faccia un qualche tipo di effetto e dubito anche di riuscire ad abbronzarmi ma ehi, provarci non costa niente. » Spento il motore della macchina scesi, andando ad aprire il portabagagli dove avevo preparato un borsone. Telo da mare, una borsa termica per tenere qualcosa di fresco, l'iPod dentro già pronto...sarei andata a nuotare? Forse, l'importante era tenere le proprie cose al sicuro perché essendo una spiaggia pubblica sia mai che qualcuno avesse la bellissima idea di farmi uno scherzo. Va bene che non ero sola, perché rischiare però? « Mi dovrei anche cambiare, tu sei già pronta? » Non avevo pensato di indossare il costume direttamente sotto i vestiti, colpa mia, ma andiamo non poteva essere un posto sprovvisto di cabine o qualsiasi angolo per sistemararsi. Mal che vada avrei fatto in macchina, non c'era altro che potessi fare in caso di eventualità. « Dovresti venirci più spesso se davvero lo vuoi...a meno che tu non abbia problemi di spostamento. »
    Che era plausibile, altrimenti perché affidarsi al carpooling?

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Ridacchiai divertita alla reazione della ragazza, nel condividere il suo dubbio. Che si fosse consumata più del dovuto a pensare a quella strana abitudine del clown?

    No, non sembrava il tipo.
    Poi... Daichi? Avevo vaghi ricordi della gente di quella sera, complice anche gli avvenimenti traumatici che si erano succeduti dopo l'arrivo di Hisashi. Ma chiedermi di ricordarmi un nome? Sin troppo.

    « Uh-- non ricordo bene, devi scusarmi. »

    Però ero contenta che mi avesse definito umana.
    Era una cosa che avevo perso di vista kekekek. Impegnata com'ero con Aogiri, ammazzare gente, programmare di ammazzare gente, spacciare droga... già, la gente poteva anche definirmi umana. Gonfiai le guance al farmi notare che sotterrare la gente poteva essere passabile per reato. L'omicidio è sempre giustificato, quando la gente è fastidiosa. Dovevo spiegarlo io a una ragazza di mondo come quella che avevo di fronte?

    « Va bene, va bene, niente sotterramenti. Kekek. »

    Quando mi chiese che genere di libri leggessi, quasi scoppiai a ridere. Riuscii a mantenere un certo aplomb, comunque, dissimulando la situazione in una risatina sommessa e divertita, più normale di quelle che utilizzavo di solito. Inclinai lo sguardo, portandolo subito dopo altrove.

    « Principalmente letteratura straniera, ma leggo qualsiasi cosa. Posso definirmi senza falsa modestia un'esperta nel settore, kekek. »

    Non avevo titoli a dimostrarlo, ma...
    Eve, non avresti fatto storie, vero?
    Appena fuori, mi stiracchiai per rimettermi dal breve ma intenso viaggio, tirando fuori una delle spalline del costume sportivo che avevo sotto i vestiti per mostrarla alla mia compagna di viaggio. Sì, avevo indossato tutto da sotto, per evitare complicazioni di sorta con i camerini. Ma la mia compagna non sembrava esser stata così previdente.

    « Ti accompagno, non preoccuparti. Le cabine dovrebbero essere di lì - non vengo al mare da tantissimo, ma i cartelli sono chiari kekekek. Penso ci verrò più spesso, comunque, hai ragione. »

    Beh, chi mi fermava?
    A parte i turni di lavoro di Aogiri, ormai ero libera.
    Libera come una farf-- no, no. Esempio sbagliato. So di averlo detto anche altrove.
    Dicevo, libera di fare come meglio credessi. Mi guardai intorno, stando attenta a eventuali malintenzionati che avessero avuto intenzione di fare una sorpresa alla mia nuovissima amica. Li avrei sotterr-- no, non potevo. Li avrei spaventati, ecco!
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    Normale che non ricordasse il nome di Daichi, l'aveva detto una volta sola e tra l'altro non ricordavo nemmeno se ci fosse anche lei o meno quando me l'aveva rivelato. Non era così grave che non se lo ricordasse, insomma. « Quel ragazzo con cui ho parlato prima che iniziassero tutti gli...avvenimenti. » Era anche l'unica persona con cui avevo effettivamente parlato a dirla tutta, PL tolto, a meno che non si voglia considerare quella serie di ingiurie verso la ragazzina colpita da una maledizione mentale come un vero e proprio dialogo.
    Non ci conterei così tanto, non mi ricordo praticamente nemmeno com'è fatta in volto.
    Era positivo dal mio punto di vista che di quella serata e di quelle persone avessi rivisto solo quelle che erano sembrate meno stupide, mi tirava un po' su di morale. Sorrisi appena. « Non è importante se non te lo ricordi. » Davvero, non lo era. Meno cose si ricordavano di quella serata, meglio era per tutti sia per le circostanze che per gli eventi. Strano però come una cosa del genere - che prima veniva gettate nel dimenticatoio meglio era - continuasse a tornarmi quasi tirata davanti agli occhi.

    Ci teneva così tanto a sotterrare qualcuno?
    Magari intendeva solamente metterli sotto la sabbia con tutto il corpo fuorché la testa per ovvi motivi (quali il fatto che sarebbe stato un omicidio), ma potevo davvero esserne contenta? Le diedi una pacca sul capo con la coda. « Good girl. » Un po' come fa una mamma con una bambina, speravo non se la prendesse sul personale o che non credesse che la stessi prendendo in giro.
    Da quel che aveva mostrato, rinunciare ad una procedura del genere doveva esser stato evidentemente uno sforzo da non ignorare dunque perché non premiarla? Anche se poteva essere un premio di pirro, senza nessun valore. Non avevo ancora inquadrato che tipo di persona fosse la ragazza che avevo accanto ma finché non mi fosse saltata alla gola non mi sarei messa a fare troppe domande relativamente scomode, un interesse generale era quasi passabile agli occhi altrui e spesso approfondire non veniva mai ben visto soprattutto da chi poteva aver dietro una serie di circostanze abbastanza "oscure". Continuavo a pensare che chi si fosse trovato in quella sala non fosse una di quelle persone da raccomandare ai bambini, niente al momento mi avrebbe fatto cambiare idea.
    « Letteratura straniera, capito. Non sono un esperta dunque non farò troppe domande se non: qualche raccomandazione? » Fingiamo interesse: sono bravissima in questo.

    A quanto pareva però c'erano delle cabine, molto meglio. Non venivo a questa spiaggia da una vita e mezza, vero che magari potevo limitarmi a leggere le indicazioni che trovavo ma perché farlo quando avevo qualcuno che mi diceva dove andare per mettermi comoda?
    Ottimizzazione delle risorse la chiamerei, il vantaggio di portarmi dietro una persona era che magari poteva avere più conoscenze di me su...qualsiasi cosa e considerando che le mie sul posto fossero pari a zero, potevo dire che fosse già un guadagno.
    « Basta che me le indichi, dovrei far presto. » Niente di più vero, non ci avrei messo più che un paio di minuti a togliermi i vestiti normali di dosso per indossare un costume che non sarebbe stato altro che un semplice due pezzi nero senza troppe decorazioni: non ne avevo bisogno, quelle erano di solito per chi aveva qualcosa da mascherare o da nascondere. Più tempo si passava ad osservare il costume, meno tempo si dedicava ad osservare chi lo indossasse e viceversa. E poi il nero mi stava meglio di molti altri colori addosso perché si intonava davvero troppo bene con il colore della mia pelle. Un po' tutti i colori scuri lo facevano, forse ero un po' influenzata da quello che era il mio quirk che su qualcosa di scuro si basava? Forse.
    Sarebbe bastato guardare il mio vestiario per capire quali fossero le mie preferenze. Poi il fatto che non fossi da sola aveva per il momento fatto sì che nessuno mi guardasse nemmeno storto, dunque Shiisa ancora non aveva avuto occasione per farsi venire l'impulso di conficcare qualcuno nella sabbia. « Fatto. » La borsa sistemata in spalla, il telo da mare pronto---dovevo solo trovare il posto per piazzarmi anche se dubitavo che una come la ragazza che mi ero portata dietro fosse tipa da stare ferma, insomma aveva preso una tavola da surf senza saperla minimamente usare...
    « Pensi di gettarti subito su quella? » Mi riferivo ovviamente al surf.

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Daichi? Si, aveva senso. Avevo vaghi ricordi di quel tipo - era quello che stavo fissando. Chissà come stava? Chissà se i suoi capelli sapevano di sangue? Oppure avevano un sapore dolciastro? Dovevo chiedergli di leccarglieli. Non gli avrebe dato fastidio insomma, specialmente se la cosa fosse avvenuta mentre dormiva. Kekekek.

    « Uhh--- »

    Ero stata una brava ragazza, ottimo.
    Dovevo solo evitare di seppellire le persone. Era facile, insomma - i compiti per Aogiri erano più difficili. Fai fatturato, eccetera eccetera. Qui era il contrario, dovevo fingermi una persona normale e senza troppi problemi.

    Alla domanda sulla letteratura, poi, rischiai quasi un collasso. Spalancai gli occhi leggermente di più del normale, osservando la figura della ragazza come se mi avesse appena chiesto se Jane Eyre si può considerare un romanzo gotico o no. Ah, forse non va bene come similitudine, kekekek.

    « Ne parleremo con calma sotto l'ombrellone. Dipende dal genere che preferisci. Kekek. »

    Attesi pazientemente che Evelynn uscisse dalla cabina, osservando il costume che aveva indossato - capisco. Devo competere con tutto questo. Kekeke, direi che ho già perso in partenza. Poco male, non mi ero neanche iscritta alla gara, in fondo. Feci strada alla mia compagna, portandola sino ad uno spiazzo relativamente libero, sebbene non propriamente di fronte al mare.

    « No, non ho fretta - magari più tardi.
    Pensi di restare a prendere il sole? Di che colore diventi, abbronzata? Keke. »


    Beh, era una domanda legittima.
    Chissà se la melatonina aveva qualche effetto sulla ragazza - ci mancava solo che diventasse ancora più attraente, abbronzata. Una sfida praticamente persa in partenza! Presi con una mano il bastone dell'ombrellone che mi ero portata, conficcandolo nella sabbia con un solo gesto. Forse un poco troppo in fondo. Ad ongi modo, dopo aver sistemato per bene la nostra postazione, mi tolsi i vestiti per rimanere con il mio costume sportivo e la parte inferiore abbinata. Iniziai a spalmarmi della crema solare, sulle poche zone rimaste esposte.

    Dopo aver finito - mi ci volle davvero poco tempo - guardai verso la mia compagna per scoprire come avrebbe voluto spendere le nostre prime ore lì. Non potevo convincerla a salire sulla tavola da surf, ma sicuramente avrebbe potuto proporre qualche attività divertente! Visto che non potevo sotterrare la gente che ci guardava, kekek. Come quei due ragazzi lì, ad esempio.

    Non ricambiai il loro sguardo, ma mantenni un certo aplomb nell'osservare Eve.
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    In effetti non era la prima volta che mi capitava di parlare di libri o di qualcosa per passare il tempo, proprio con il ragazzo di cui avevo parlato a Shiisa in auto mi era capitato di discutere su quale potesse essere un buon genere per passare il tempo. Poteva essere , magari lo stavo usando solo come argomento di conversazione per non lasciar letteralmente morire il discorso anche se devo ammettere che la serie che mi aveva consigliato Daichi l'avevo iniziata e non sapevo di preciso cosa pensare, forse perché avevo visto pochi episodi ed una cosa la si può giudicare solo dopo averle dato del tempo.
    Ammetto anche, però, che se dovevo immaginarmi tra il guardare qualcosa o lo stare ferma a leggere un libro era molto più probabile che sdraiata sul divano di casa a guardare un po' di televisione che a leggere un libro: era molto probabile che mi addormentassi con lo stesso appoggiato metà sul petto e metà sulla faccia, svegliandomi un po' di tempo dopo domandandomi anche cosa stessi leggendo o a che punto fossi rimasta. Non essendo esperta non avrei continuato, se fosse stata la ragazza a continuare l'argomento allora l'avrei assecondata volentieri ma altrimenti me ne sarei stata tutto sommato zitta vedendo come fosse andato il corso degli eventi.

    « Ma tu guarda, c'è anche una rete da beachvolley. Tu sai giocare? »
    L'avevo notata quasi subito perché uscendo dal camerino era quasi dritta per dritta in linea d'aria, non ero una sportiva eccezionale ma potevo anche essere tutto sommato fiera delle mie doti atletiche. Per forza di cose dovevo essere tutto sommato snodata ed agile, ora che mi ero affiancata al gruppo di Yami dovevo a maggior ragione affinare le mie doti e di conseguenza stavo molto attenta a non battere mai la fiacca.
    Non si dirà, ma lo yoga aiuta davvero tanto: è anche rilassante dal punto di vista nervoso, non c'era niente di più soddisfacente di rientrare a casa dopo una giornata tutto sommato pesante e distenderti con qualche momento di attività. Era fatta apposta, no? Ne stavo approfittando alla grande della cosa. Comunque stavo divagando un pochino dal discorso, ovvero quello dell'atletismo: non ero la migliore, non ero nemmeno l'ultima arrivata. Dando un'occhiata alla rete più avanti, guardai momentaneamente le mie mani che terminavano con dita affusolate e, se mi impegnavo, con unghie davvero affilate. Per quest'ultima cosa però dovevo mettermi d'impegno. « Se non fosse stato per queste, ammetto che avrei provato quello sport sin da piccola. » Mi piaceva da vedere ma da praticare era un'altra storia: a seconda di come prendevo il pallone potevo farmi male, mi era successo da piccola di forare anche un paio di quelle beachball da spiaggia che si gonfiano a fiato rovinando la festa a tutti. Inutile dire che l'avessi ricomprata.

    Riguardo alla domanda sull'abbronzarsi mi trovai a guardare Shiisa con aria incuriosita perché...beh, non lo sapevo nemmeno io. Venivo talmente di rado al mare che non avevo mai passato una giornata a capire cosa succedesse se mi esponessi troppo al sole: spostai gli occhi su un braccio. « Sai che non ne ho idea? Penso di diventare meno pallida, forse. » Feci spallucce, seguendo Shiisa verso la zona dove aveva camminato: sarebbe stato quello il punto deciso per appoggiare il telo e la borsa? Non mi dispiaceva, non era proprio in riva al mare ma sembrava abbastanza isolato da non avere parecchie seccature. Almeno così speravo.
    « Ma penso che proverò a scoprirlo: gettarmi subito in acqua non credo, magari ci penserò dopo essermi data un po' di crema solare. Non so di che colore divento ma so che una scottatura non la voglio comunque. »
    Appoggiai e distesi il telo a terra, mettendoci la borsa sopra: ne approfittai per cercare con una coda la crema abbronzante, dandomi un'occhiata attorno per verificare quanta gente ci fosse. Un po', sì, e qualcuno mi stava guardando ma voglio pensare che in questo caso non fosse proprio per fastidio: insomma, come facevano a chiedermi di andare via? Lanciai giusto un rapido sorriso di cortesia a quei ragazzi che stavano guardando da lontano, voltandomi verso Shiisa.
    « E comunque il tuo costume è adorabile, ti sta davvero bene. » Era sportivo, lei aveva una tavola da surf e devo dire che nonostante non la sapesse usare (ma questo lo sapevo solo io), fosse un abbinamento davvero azzeccato. Aprii la confezione della crema, pensando una cosa: come ci arrivavo alla schiena? Per fortuna avevo un'aiutante che probabilmente avrebbe accettato di buon grado di darmi una mano.
    « Puoi farmi il favore di passarmela sulla schiena? Di sicuro non ci arrivo. »

    Le avrei dato una mano anch'io se avesse avuto bisogno ma penso che il problema per lei non sussistesse: la schiena ce l'aveva coperta.
    Inoltre aveva anche una bella figura, chissà anche lei quanto tempo passava ad allenarsi ed a tenersi in forma. Non sapevo che lavoro facesse ed onestamente non mi interessava nemmeno troppo, mi immagino però qualcosa di non molto socialmente accettabile: non che facesse il mio stesso mestiere, quello lo dubitavo fortemente, ma qualcosa che fosse meglio non dire...sì, quell'idea me la dava. Chissà quanto tempo passava a curarsi i capelli, li avevamo dello stesso colore ed ero curiosa pure di sapere se fossero naturali o meno.
    Una cosa mi era chiara: Shiisa non sembrava avere tanta intenzione di prendersi un'abbronzatura. L'indizio? Il costume tipico di chi voleva stare in acqua davvero tanto tempo. E poi sbaglio o a portarsi dietro la tavola non sembrava aver fatto tutta questa fatica?

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    Spostai lo sguardo verso la rete da beach volley - per poi guardare verso Eve. Per quanto dovesse essere uno spettacolo vederla giocare, non mi era sfuggito lo sguardo che aveva offerto alle sue mani. Non sapevo bene come funzionasse il suo quirk, le uniche informazioni che avevo erano quelle ottenute quella sera con PL. Ma probabilmente, non doveva essere facile per lei giocare con cose fragili, rischiava di fare dei danni. Ne sapevo qualcosa, ecco.

    « Non sono propriamente una sportiva, come avrai potuto intuire. Ma non mi dispiacerebbe provare. Ke-kekek. »

    Avevo paura di lasciarmi andare e rifilare una cinquina di quelle che strappano le guance ai drogati. Però era un rischio relativo, sapevo controllarmi quando era necessario. La simpatica parentesi sull'abbronzatura di Eve mi lasciò intuire che non andava spesso al mare, altrimenti avrebbe saputo darmi una risposta. Chissà che lavoro faceva? Magari era un'impiegata e in quanto tale non aveva tempo di andare al mare. Il lavoro d'ufficio è soffocante. Kekek!

    Basti pensare a quella famosa opera di un autore italiano. Il protagonista farebbe di tutto per sfuggire alla sua vita! Finge la sua morte, per scoprire il mondo! Eh, il terrore della modernità.

    « Oh~ Grazie. Il colore mi piaceva molto e il commesso ha detto che dovevo assolutamente indossare uno di questi, per fare surf. Kekek. E certo che ti aiuto! Chissà se diventi fucsia, con il sole... »

    Commentai, avvicinandomi alla ragazza.
    Presi l'abbronzante iniziando a spalmarlo con cura, osservando la sua figura. Anche lei era tonica, come se facesse attività fisica. Uh. Tutta costituzione? Probabile, probabile. In fondo avevo deciso che faceva l'impiegata in ufficio. Ci misi un minuto scarso, ma alla fine la schiena della mia compagna di avventure era protetta dal terribile e cattivo sole.

    Mi avvicinai dopo alla tavola da surf conficcata nel terreno, osservandola. Quindi, come funzionava? Ci salivo sopra e aspettavo che le onde mi facessero diventare un elicottero? Kekek. Abbandonai subito il progetto, sistemando meglio le mie cose. Se Eve avesse buttato un occhio sulla borsa che avevo appena aperto, avrebbe potuto vederci dentro cinque libri diversi, con copertine molto simili. Tuttavia la ragazza non mi era sembrata particolarmente interessata alla letteratura, nonostante avesse fatto quella domanda. Pertanto, avevo scelto di lasciar scivolare via l'argomento senza aggiungere altro a riguardo.

    « ... cosa fa la gente a mare, di solito? »

    Mi ritrovai a chiedere, in difficoltà.
    Dovevo andare in acqua?
    Mettermi sotto l'ombrellone?
    Mangiare un gelato?

    Una guida, per favore!
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    Che bello sport la pallavolo, da quello che avevo sentito sia gli Stati Uniti che il Giappone avevano anche una squadra nazionale tuttavia non ero molto informata su come fosse il loro andamento: ero a conoscenza che i brasiliani in generale fossero particolarmente dotati in quella disciplina sia in ambito maschile che in quello femminile. Ed io che pensavo fossero bravi solo nel calcio e con la danza, avrei detto una qualsiasi musica dal ritmo latineggiante per specificare ma ho paura che mi potrei sbagliare senza troppe difficoltà.
    Anzi sono certa di sbagliarmi e per la gente di quel posto là confondere una danza brasiliana con una argentina è un peccato decisamente mortale. Meglio non mancare di rispetto a distanza. In compenso almeno Shiisa sembrava intenzionata a provare e sono convinta che difficilmente ci avrebbero detto di no perché...beh io ero io ma la mia compagna di viaggio si difendeva bene dato che era in una forma quantomeno invidiabile. La prova costume l'aveva passata a tutti gli effetti, soprattutto considerando che le stava proprio bene: buon abbinamento, il fatto che fosse in tinta con il colore dei suoi capelli era quella ciliegina sulla torta di cui c'era bisogno. Dubitavo se ci fossimo avvicinate per partecipare, ci avrebbero mandate via.
    « Se più tardi hai voglia possiamo chiedere, se vediamo qualcuno. Male che vada posso aiutarmi con queste. » Sollevai le code per sventolarle di fronte al mio volto mostrando il sorriso di chi non pensava che sarebbe stato un imbroglio. « Credo contino, sono...arti. » Soprattutto perché se fosse stato uno di quei palloni leggeri leggeri avrei evitato di sgonfiarlo usando le code, se invece fosse stato quello più rigido rischiavo di farmi male io a seconda di come lo prendevo ed un aiuto con le code sarebbe stato decisamente comodo: avrei dovuto fare un po' di pratica, niente di impossibile.
    Potevo dire di Shiisa che almeno fosse una ragazza alla quale piaceva provare le cose: il beachvolley, il surf, la clinica privata per fare soldi qualche mese fa...di sicuro non si faceva tanti problemi di fronte alle eventualità.
    « Vuoi farmi diventare un'evidenziatore? » Le domandai sorridendo, dandole le spalle in modo che mi potesse aiutare con la crema, era stata anche rapida ma penso che sia sufficiente: quanto mai ci potrà volere a mettere un po' di crema? Non sapevo se dedicare attenzione anche alle code o meno, magari uno strato approssimativo giusto per di certo non avrebbe fatto male: avrei evitato una scottatura involontaria. « Di certo a fine giornata lo scoprirai di che colore sono diventata e se devo essere sincera, incuriosisce anche me. Devo stare attenta a non scottarmi, ci lavoro con questo. » Non avevo particolari difficoltà nel rivelare quale fosse il mio mestiere né mi vergognavo più di tanto, era tutta una questione di cultura: si sapeva che quelle come me esistevano, solo si pensava che fossero chissà quali creature che di giorno non uscivano e non si facevano mai vedere. « Tu punti sul fucsia dunque? Io sul grigio scuro. » Era quello più logico, la mia carnagione si avvicinava molto al color cenere e probabilmente mi sarei scurita ma chissà, potevo anche diventare più brillante per qualche effetto strano. Chi poteva dirlo.
    La vidi fermarsi di fronte alla tavola da surf mentre con le mani procedevo a passare appena sulle code cercando di non strofinare troppo forte: era in dubbio su come si faceva? Plausibile, aveva detto lei stessa che non aveva la minima idea di come si potesse fare ed io di certo non ero da meno. Lanciai anche un'occhiata al mare alla ricerca di qualcuno che stesse facendo la stessa cosa, però non vedevo nessuno. Magari non vicino alla riva dato che ci stavano altre persone ed evitare di colpire qualcuno in testa con la tavola sembrava essere un'idea fin troppo appetibile.
    Come potevo esserle d'aiuto dunque? Mi avvicinai, passetto dopo passetto, e con fare amichevole mi appoggiai con il mento sulla sua spalla osservando la tavola. Era uscita un po' di getto, non avevo dato peso al fatto che potessi essere un po' invasiva ma nel caso me l'avrebbe detto lei. « Nei film vedo che intanto vanno un po' a largo nuotando dove ci sono delle onde più alte, poi dopo si mettono in piedi. » Almeno in tutti i film o telefilm lo facevano. « Poi credo sia una questione di equilibrio e lì non ti posso proprio aiutare. »
    In teoria invece ma c'era necessità che stessi proprio vicina perché si trattava di usare il quirk e più che ad una certa distanza non potevo. E poi se si trattava di fare attività fisica mi dava l'idea che ce l'avrebbe potuta fare, sembrava in forma: appoggiai la punta di un indice sul suo fianco come per sentire se fosse molliccia o meno. Non mi sembrava, chissà quanta attività faceva. « Forse potresti anche farcela ma qualche tuffo in acqua è garantito. »
    Sorrisi, insomma chi ci riusciva alla prima senza aver mai fatto un minimo di pratica?

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    Guardai le code di Eve agitarsi come per richiamare la mia attenzione e istintivamente provai a sfiorarne una, decidendo di lasciar stare a metà dell'opera. Non volevo risultare più fastidiosa e strana di quanto non fossi già.

    « Non penso faranno storie su come colpisci la palla. E se dovessero fare storie, c'è sempre l'opzione sotterramento. Kekekek. »

    Immaginai la scena con immenso piacere.
    Detestavo la gente poco simpatica - detestavo un sacco di cose kekek-kek..
    Come l'ordine. Cioè, fuori da determinati contesti come quello della biblioteconomia, l'ordine era superfluo. L'imprevedibilità era ciò che caratterizzava gli individui creativi, ma allo stesso tempo avevano bisogno di ordine per creare. O ancora, per alcuni il caos era stimolante. Non sapevo bene in quale categoria mi identificassi meglio, però.

    « Ne uso cinque diversi in genere, mi farebbe comodo un altro colore. Kek-kekek »

    Inclinai lo sguardo quando disse di lavorarci con quel corpo. Era una modella, dunque? Comprensibile. Strano però, una figura come la sua me la sarei dovuta ricordare sfogliando riviste di moda o cataloghi di vestiti. Immersa com'ero nei miei pensieri, quasi non mi accorsi che si era avvicinata per rivolgersi nuovamente a me. Aveva frainteso la mia domanda, ma era un input interessante. Era proprio quello che avevo intenzione di fare.

    Feci un piccolo sorriso, prendendo in mano la tavola da surf - anche se non stavo usando il mio quirk, era decisamente leggera. Probabilmente era stata pensata apposta per non essere proibitiva nel peso? Feci un lieve versetto quando la ragazza mi toccò il fianco, regalandole un sorriso.

    « Certo che ce la faccio! Sono un mago della tavola. Vado. »

    Iniziai quindi coraggiosamente ad avventurarmi in acqua, aspettandomi tuttavia che la mia compagna mi seguisse almeno per vedere com'era la temperatura. Feci un piccolo brivido quando toccai lo specchio d'acqua, ma il mio quirk immediatamente entrò in effetto per mitigare quell'orribile sensazione. Ovviamente in maniera involontaria, non avevo fatto niente, io! Poggiai la tavola sulla superficie dell'acqua, iniziando a portarmela di fianco. Andava anche legata alla caviglia, tipo?

    Passo dopo passo l'acqua iniziava a diventare più profonda, ma ancora non proibitiva. Effettivamente andando più a largo le onde sembravano più alte, ma complice la scarsità di vento... non avrei avuto molta fortuna quest'oggi. Guardai verso le timide onde, storcendo le labbra. Non c'era niente che potessi fare a rigaurdo? Uhf, sarebbe stato comodo adesso avere un quirk per fare le onde! Kekek.

    Sì, oggi pochi riferimenti letterari.
    Sono in vacanza anche io, cari lettori.
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    Una vecchia poesia iniziava con "tanto gentile e tanto onesta pare", basando questi pochi versi sulle apparenze e devo dire che alla lontana avrei potuto applicarla anche per Shiisa: non sembrava una ragazza eccessivamente violenta (ndn - oh, stellina) ma forse aveva un sacco di rabbia repressa perché altrimenti non mi sarei potuta spiegare tutta questa mania dei sotterramenti o del voler passare al lato fisico. Peccato, ha anche un bel faccino e comn un determinato comportamento potrebbe essere molto popolare tra le persone.
    Però almeno con me era gentile, aveva già manifestato un paio di volte l'intenzione di darmi supporto se qualcuno avesse rotto le scatole e penso che un minimo a cuore mi avesse presa, giusto il minimo necessario per farmi rientrare in quella cerchia di persone che speravo non cercasse di seppellire mai perché...beh, di base era brutto e poi mi piaceva respirare, era così bello. Ridacchiai alla battuta, perché mi dava l'idea di parlare con un fedele cane da guardia? Forse le mancava giusto una coda da far scodinzolare.
    Senza offesa ovviamente.
    « Apprezzo l'intenzione ma niente sotterramenti. »
    Rispondere al casino con altro casino nel caso avrebbe gettato solo benzina sul fuoco e nessuna delle due voleva attirare l'attenzione o far scoppiare un battibecco che sarebbe colmato con la chiamata delle forze dell'ordine. Non che avessi fatto niente di male (almeno che fosse riconducibile a me), avere però i gendarmi di fronte era sempre snervante: odiavo la loro divisa, era così priva di stile e così piatta che a volte mi dava il voltastomaco. « Per quanto abbia incontrato persone che si meritavano anche peggio, quella non è quasi mai la soluzione. » Insomma c'era anche chi aveva finto un'aggressione per mettermi in cattiva luce e per fortuna Daisuke aveva avuto un po' di attributi per fare la decisione eticamente giusta ma contemporaneamente poco popolare.
    E poi ce n'era anche un altro di casi dove nessuno avrebbe potuto dire niente. Forse. « Per quel dottore non ti avrei di certo fermata. »
    Io stessa stavo per tirargli uno schiaffo se non avessi sentito quell'odiosa ragazzina fare la protagonista in una situazione del genere e considerando che ho le dita un po' affilate, sarebbe stato soddisfacente lasciargli anche il segno. Sono sicura che non fosse nemmeno l'unica persona incontrata che meritasse un trattamento simile, c'era anche quel leoncino che aveva avuto l'accortezza di fare "specchio riflesso non ti sento lalala" andandosene via, lui lo avrebbe meritato in modo che potesse star fermo ed ascoltare invece di scappare ma dava l'idea di essere un compito arduo.
    « E questo va benissimo, si intona con il colore dei tuoi capelli. Funziona, fa una buona prima impressione ed in genere le prime impressioni con le persone aiutano davvero tanto. » Forse c'era da sistemare solo la risatina ma dal punto di vista dell'aspetto credo che avessi poco, nel caso, da sistemare. Forse un po' di trucco per darle colore alle guance e qualcosa che le facesse risaltare gli occhi: quando ti copri dove guardano più spesso, il primo dettaglio importante sono sempre gli occhi.
    Quando si avvicinò all'acqua, di riflesso feci la stessa cosa perché sarebbe stato un peccato andare al mare e non gettarvisi dentro: con il fatto che non era nemmeno eccessivamente tardi mi aspettavo che fosse anche fredda, da qualche parte avevo letto che l'acqua di mare a mezzanotte fosse alla temperatura più alta mentre a mezzogiorno l'esatto contrario, chissà se era ver-non era mezzogiorno ma cavolo se era fredda. Shiisa ci entrò direttamente con le gambe, io tastai il terreno allungando una coda verso l'oceano ed ebbi giusto un piccolo brivido. Dovevo fare come quelle persone che si "spalmavano l'acqua" addosso per abituarsi alla temperatura? Probabilmente il modo migliore sarebbe stata la classica terapia d'urto con il tuffo per togliersi il dente.
    Inoltre non ero confidente moltissimo sulle mie capacità da nuotatrice dato che non ero solita esercitarmi spesso, penso l'avrei osservata da lontano per qualche attimo. « Non credo di spingermi molto in là al momento. Però faccio il tifo per te. » E nel caso avrei cercato qualche buon'anima disposta a soccorrerla se ce ne fosse stato bisogno ma confidavo che almeno sapesse nuotare.
    Il fatto poi che non ci fossero onde molto alte era magari un ostacolo per l'intenzione di far un un po' di surf, se avessi avuto un quirk che si basasse sull'acqua o sul vento avrei pure potuto fare qualcosa ma che potevo fare con la mia ombra? Senza considerare il fatto che mi avrebbero subito fatto vittima di una caccia alla strega per aver usato la mia abilità in pubblico senza licenza e per un motivo futile come creare onde per surfare.
    Il problema però non si poneva, non era tra le mie corde e per adesso più che fare il tifo non potevo. « Se avessero un qualcosa anche a noleggio per andare più a largo sono sicura che sarebbe più semplice. »

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    Niente insabbiamento, sotterramento o comunque operazioni sotterranee. Una piccola Shiisa muore ogni volta che le viene impedito di sotterrare il prossimo. Non ero propriamente convinta che non fosse la soluzione, la maggior parte delle volte la gente che provava a fare la furba, veniva ridotta a più miti consigli dopo un sano pestaggio. Ma forse nell'ambiente di lavoro di Eve funzionava diversamente. E non aveva capito che mi stavo riferendo agli evidenziatori - kekek. Poco male, il discorso poteva applicarsi anche ai costumi. Ringraziai con un sorriso e un cenno del capo, lasciando quindi scivolare il discorso.

    Anche perchè stavamo entrando in acqua.
    E l'assenza di onde non stava giocando a mio favore. Non ce n'erano proprio per nulla, anche più al largo vedevo il mare piatto come una tavola - ah, l'ironia.

    « Temo tu abbia ragione, ma non vedo pedalò... »

    Continuai a guardarmi incontro, ma avevo avuto poca fortuna in generale.
    Sembrava che non ci fossero molte speranze per me di provare quella tavola da surf scintillante. Visto che mi ero spostata un poco più al largo, stavo già iniziando a nuotare, ma mi appoggiai alla tavola come se fosse una banale tavoletta o materassino, facendo spuntare la mia testa mezza bagnata dall'acqua. Sul mio volto c'era il disegno della delusione più assoluta.

    « Avrei dovuto vedere le previsioni del tempo, prima. Kek-kek. »

    Era stata una svista da parte mia.
    Di quelle grosse, tralaltro. Sospirai a quel punto, issandomi sulla tavola per mettermi a cavalcioni su di essa, mostrando qualche serio problema di equilibrio. Con qualche difficoltà, mi diressi verso la ragazza, sebbene l'acqua fosse bassa per questo tipo di operazione. Mi rivolsi nuovamente a lei.

    « Almeno la temperatura è piacevole. »

    Sarebbe stata una piacevole giornata rilassante, senza particolari avvenimenti. Potevo apprezzarne una, di tanto in tanto. Mi soffermai a quel punto ad osservare la sabbia sotto i miei piedi, leggermente lontana dalla mia posizione. Era affascinante guardare nuovamente il mare, la spiaggia e tutto quel particolare ambiente dopo tanto tempo. L'ultima volta era stato quando mamma era ancora con noi. Non ricordo bene come passassimo il tempo, mi pare che già leggessi allora. Fumetti, principalmente. Cose per ragazzine.

    Ma per qualche ragione non mi piacevano così tanto.
    Apprezzavo alcuni disegni, ma trovavo fastidioso dover forzare la mia mente su dei disegni, anzichè farla andare libera. Guardai verso Eve ancora una volta, a quel punto, schizzandole un poco d'acqua addosso. Accompagnai il gesto con un leggero sorriso.

    « Su, su. Tuffo. »


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