Moby Dick

Shiisa e Eve

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    L'idea di prendere il pedalò non era così brutta, mi avrebbe permesso di prendere un po' il sole a largo, lontana dalla riva dove ci sarebbero state persone che avrebbero potuto infastidirmi in qualunque modo e non per forza facendo dei commenti dovuti al mio aspetto. La spiaggia in genere era nota per essere un posto dove le persone andavano a cercare compagnia, soprattutto quando si parlava di ragazzi o ragazze venuti/e senza accompagnamento, ed onestamente parlando non mi sentivo molto in vena di cercare divertimento. Lo facevo già per lavoro e passatempo serale, almeno il giorno quando mi recavo in un posto che non ero solita frequentare l'idea di rilassarmi e non fare assolutamente n i e n t e era così ammaliante da assumere un fascino tutto particolare. Quante volte avevo sentito le onde nelle orecchie acqua differente da quella di una doccia (o vasca) accarezzarmi la pelle? Me la volevo godere, certo, e penso che su un pedalò bella lontana sarebbe stato perfetto nella speranza che non mi addormentassi e che poi le onde non mi portassero troppo lontana. In quel caso avrei dovuto faticare non poco.

    Magari potevo usare la tavola di Shiisa ma dubito le avrebbe fatto piacere che qualcuno la usasse per prendervi il sole sopra in riva al mare, sembrava così convinta di voler provare a far quell'attività nonostante non ci fossero proprio onde che vederla demordere era quasi triste. Quasi quasi l'avrei abbracciata per consolarla nonostante non sembrasse troppo abbattuta.
    « Dici che c'è qualcuno a cui potremmo chiedere? Pensa che bello fare un giro a largo. » E chiamare qualcuno dei miei contatti per sapere se avevano una barca non era il caso, soprattutto perché dubitavo di avere un tipo di clientela così ricca. Vero che erano tutti vestiti bene quando li vedevo, chi però non lo era in questo paese? Fra poco si vestiva bene in giacca e cravatta anche il più banale bidello delle scuole. Ed ho preso il lavoro più umile che mi è saltato in mente.
    Per tornare a noi si trattava di chiedere a qualcuno se ci fosse qualcosa per andare a largo per il noleggio tuttavia se guardavo verso la riva e verso il resto del "litorale" non mi sembrava di vedere niente di particolare. Arricciai le labbra con un pizzico di disappunto. « A quanto pare siamo poco fortunate. » Mani sui fianchi, lasciai spuntare giusto le code da sotto l'acqua per agitarle appena senza nemmeno rendermene conto. Quando mi voltai e rividi Shiisa a cavalcioni su quella tavola mi domandai quando ci fosse salita, la stavo guardando fino a poco fa. Probabilmente era solo rapida.
    « Avevo sentito che fosse più calda la notte e più fredda il giorno, in effetti a prima sensazione un po' freddina è. » Era sempre una questione che mi dovevo buttare prima per togliermi il dente e farmi passare tutti quei brividi che mi sarebbero rimasti stando immersa fino a metà, lasciando fuori solo la parte superiore del corpo.

    Trasalii appena quando mi tirò l'acqua addosso, non me l'aspettavo e decisamente non ero pronta. « Fredda! » Esclamai appena, era stato un piccolo shock termico che non mi aspettavo e dovevo rimediare in qualsiasi modo. Facile dire come, mi lasciai semplicemente cadere in acqua fino a sommergermi oltre i capelli. Non ero tanto abituata a tenere gli occhi aperti in acqua salata ed un po' bruciavano, mi ci sarei abituata soprattutto perché per una volta che ero al mare, guardare com'era il mondo sotto la superficie non era un'idea così tanto brutta: quante volte mi capitava di veder il mondo con quei colori ed apprezzare quel silenzio? Era una sensazione piacevole al contrario della frescura dell'acqua che mi stava prendendo sin alla punta delle code, l'idea di rimanere sotto almeno fino alle spalle era quanto di più azzeccato potessi fare per far adattare il mio corpo.
    Però insomma quello di Shiisa era stato un mezzo attentato che andava ripagato, infatti con le code cercai di avvolgere una delle sue caviglie che stavano a penzoloni dalla tavola per provare a tirarla di sotto. Di sicuro non le avrebbe dato fastidio come a me - anche se fastidio non era la parola più adatta - un po' di vendetta però mi serviva. Una volta tornata su e messa fuori solamente la testa, mi sarei proprio a lei rivolta. « Ora che hai visto ti sarà difficile fare surf, cosa pensi di fare? »
    Speravo non dicesse "sotterrare qualcuno".

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Fare un giro al largo, lasciarsi alle spalle la terraferma per un poco. Ero a metà tra il volerlo fare e non tornare più e allo stesso tempo sentire la mancanza della disfunzionale famiglia che tanto desideravo. Non avevo paura che Aogiri sentisse la mia mancanza, ma l'opposto era una possibilità reale. Avrei avuto difficoltà a non sentire quella strana sensazione lungo la schiena quando inseguivo un ladro che aveva cercato di derubarmi dei miei profitti, oppure quando conducevo una trattativa in un vicolo lurido. Mi sarebbe piaciuto fare carriera, passare a discutere con persone con più potere. Ke-kek.

    Non ero certa che sarei stata un bravo architetto, muovere i fili da dietro le quinte. Ma ero sicuramente pronta a provare, vedere come sarebbe andata. Niente di cui preoccuparsi adesso, però. La mia principale preoccupazione era la mancanza di onde, che rendevano la presenza di una tavola da surf superflua. Sospirai leggera, osservando con piacere che Eve aveva accolto il mio suggerimento - che tanto suggerimento non era, visto che l'avevo schizzata.

    Era buffo - avevo a disposizione l'ordinario.
    La tranquillità, quella che tutti anelano - e invece mi stavo annoiando terribilmente. Volevo provare sensazioni nuove, essere catapultata in mondi più grandi di me. E solo la letteratura sembrava potermi dare quelle sensazioni limite - oppure continuare ad avere a che fare con l'underground di Tokyo.

    Splotch.
    Qualcosa mi prese la caviglia, facendomi fare una capriola sott'acqua.
    Era stato un polpo? No, probabilmente Eve si era presa la sua giusta vendetta nei miei confronti. Riemersi ben presto, i capelli bianchi appiccicati sul mio corpo. Mi chiedevo come facessero nelle pubblicità a uscire dall'acqua bellissime e ordinatissime. Kek-kek in questo momento ero grottesca quanto l'elmo gigante nell'introduzione del castello di Otranto.

    « Bleargh. Quel che è giusto è giusto, me lo sono meritata. »

    Mi aggrappai alla tavola, usandola per galleggiare, prima di darmi una spinta dal basso per poterci montare nuovamente sopra. Mi ci sedetti sopra con le gambe a bagno, guardando verso Eve ancora una volta. La sua domanda era sensata, cosa avrei potuto fare? Come avevo detto prima, l'ordinario mi aveva colpito e sembrava soffocante e qualcosa da cui non sapevo come fuggire.

    « Non ho grandi piani. Proverò ancora un poco e magari torno al mio posto a far scorrere questa giornata. Non era come volevo passare questa vacanza, ma... kek-kek. Quando ti danno limoni... »

    Inclinai il capo.
    Cosa fa la gente a mare, per divertirsi?
    Me l'ero chiesto anche prima, ma avevo avuto una risposta poco divertente. Abbassai lo sguardo, non riuscendo a trovare un'acqua trasparente a sufficienza da permettermi di identificare specie di pesci o flora marina. Magari con un boccaglio?

    « Ma accetto proposte. Ke-kek. »

    Per quanto mi riguardava, potevo anche tornare sotto l'ombrellone a leggere.
    Ma mi sembrava brutto non approfittare della compagnia.
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    MI domandavo quanto tempo avrei avuto modo di passare così, senza troppe preoccupazioni o senza dover pensare a cosa fare in determinate situazioni che in questo momento non avevo nemmeno in testa. Perché me lo domandavo? Per la questione di ETERNIUM e non perché non sapessi cos'avrei fatto o cosa Yami e gli altri (che per metà dovevo ancora conoscere) mi avrebbero assegnato ma perché onestamente avevo voglia di fare qualcosa: era brutto entrare in un posto, in un gruppo, e fare la parassita che viveva di quello che gli altri non volevano e dato che mi aveva detto, la capa, che avremmo fatto qualcosa per far cambiare l'accezione dei Quirk nelle persone allora l'interesse che avevo in materia arrivava a livelli davvero tanto alti. Volevo sinceramente fare qualcosa di concreto e penso che a breve sarei andata da Yami a chiedere se avessi potuto aiutare in qualche modo con qualsiasi faccenda, in fondo potevo dire di avere delle più che discrete doti sociali che sarebbero potute tornare utili in qualche circostanza. Insomma avevo solo bisogno dell'opportunità di dimostrare di poter fare qualcosa e considerando che mi avevano dato il benestare per far parte del gruppo, dubito mi avrebbero detto di stare sempre in panchina e la chance per dimostrare di essere qualcuno prima o poi sarebbe arrivata.

    Per il momento non potevo far altro che godermi questo periodo di riposo, non che non avessi proprio da fare. C'era tuttavia una differenza tra impegnarsi per una determinata causa ed impegnarsi per lavoro: si dice che chi fa un lavoro che lo faccia divertire, non lavorerà mai un giorno della sua vita ed io non posso dire che mi dispiaccia, al contrario non posso nemmeno dire che mi faccia così tanto divertire da farmi dimenticare che lo faccio effettivamente per la ragion comune del mondo. Ovvero i soldi. La causa di Yami mi prendeva molto più di quanto pensassi, forse perché mi sentivo direttamente coinvolta?
    Forse.
    In ogni caso la giornata al mare in questo caso era decisamente godibile e l'acqua, per quanto fredda, dopo non molto si sarebbe di sicuro scaldata. Anzi forse era meglio dire che il mio corpo si sarebbe adattato alla temperatura in modo tale da farla risultare normale e non farmi venire dei brividi ogni volta che affacciassi anche solo una parvenza d'arto al di fuori della superficie idrica. Quello che era sicuro era che dopo avrei avuto bisogno di una doccia per togliermi almeno il sale di dosso, per fortuna quelle non erano assenti ed erano anche vicine alle cabine per cambiarsi da quel che avevo notato.
    « Spero tu non ne abbia bevuta, è davvero orribile. » In quel caso il "bleargh" sarebbe stato più giustificato. Se però si aspettava di farmi venire un mezzo colpo da acqua fredda senza vendetta allora era stata di sicuro molto ingenua lei. Mi abbassai con il capo immergendomi fino a poco sotto il naso, facendo giusto un paio di bolle con la bocca ed aggrappandomi con le code alla tavola in modo che mi ci potessi avvicinare un po'. « Uhm. »

    In effetti me lo potevo domandare pure io: cosa si poteva fare al mare per divertirsi quando le alternative erano così poche? Pedalò non se ne vedevano, onde alte probabilmente erano troppo a largo per andarci a nuoto, quel chioschetto che faceva da bar non era un posto dove passare tutta la giornata. Leggere o prendere il sole erano due alternative abbastanza noiose, se devo essere sincera, ma al momento sembravano le uniche. Smisi di fare le bolle tirandomi appena su ed appoggiandomi con la parte superiore del corpo e le braccia alla tavola. Speravo non se la prendesse a male, la stavo usando come mezzo per non affondare però: avevo alzato le gambe in modo da star praticamente sospesa in acqua, se non mi fossi appoggiata a qualcosa sarei andata giù come un piombino su una lenza.
    « Vuoi provare? » Indicai in direzione della rete da beachvolley che avevo visto prima con le code che spuntavano adesso dall'acqua. Poteva essere un modo per passare un po' di tempo.


    Keep them longing,
    make them plead.

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    Scossi leggera la testa per rispondere alla ragazza. Bevuto? No, no. Per fortuna avevo dei riflessi nella media, abbastanza sviluppati da consentirmi di tuffare in acqua senza rivedere la mia dieta per includerci più sali minerali, kek-kekek.

    Lasciai che la ragazza si aggrappasse alla tavola per poter stare a galla, senza ostacolarla nella sua operazione. Guardai verso di lei, soppesando successivamente la sua proposta. Beach Volley? Lei sembrava poco convinta inizialmente, ma era carino da parte sua mettersi in gioco per il mio non annoiarmi.

    « Volentieri. Se iniziano a far storie... uh.
    Uh. Li guardo male finchè non la smettono? Ke-Kek. »


    Ci stavo mettendo impegno con questa storia, davvero. Iniziai a muovermi verso riva, aspettandomi che la ragazza mi seguisse. Aveva proposto lei, perché non avrebbe dovuto? Non eravamo mica in qualche strana commedia dell'assurdo. E infatti, a giudicare dalla gentaglia che stava giocando a pallone, sembrava come se fossimo invece in una pessima sitcom degli anni novanta. C'era ogni tipo di persona.

    Una ragazza, capelli ricci e biondi, probabilmente una straniera. Pallida, indossava un bikini che metteva in risalto il suo fisico scolpito, probabilmente un'amazzone delle palestra. Gli altri cinque ragazzi erano variegati, per dire il meno. Uno di loro aveva dei tentacoli sulla schiena, ma per il resto sembravano piuttosto ordinari. Uno di loro era di colore, che fossero americani? Mi schiarii la voce.

    « Ehm--- Hello! My friend and I would like to play. Is there any chance you could let us in? »

    I ragazzi giapponesi che erano con loro sembrarono molto stupiti al fatto che avessi preso a parlare inglese - perfetto, degli ignoranti, kekekek. Come minimo venivano da Osaka, queste bestie. Ad ogni modo, il ragazzo di colore mi rivolse un leggero sorriso - mentre invece gli altri, appena tirati su dallo shock iniziale del fatto che una tipa si avvicinasse e parlasse inglese dal nulla avevano iniziato a lanciare occhiate strane a me e ad Eve. Non di quelle lascive e lussuriose, ma comunque non meno fastidiose. Iniziavamo malissimo.

    I ragazzi iniziarono a far gesti per dividerci in squadre, facendo finire me e Eve da un lato, insieme alla ragazza e il ragazzo di colore che ci aveva sorriso poco prima. Perlomeno avevano deciso di fare delle squadre equilibrate. Ke-Kekek.

    « Io però non conosco le regole. Eve, fattele spiegare. Usa la tua verve linguistica. Ke-Kekek

    Ci avevano fatto disporre a quadrato da un lato della rete, mentre i nostri avversari avevano fatto lo stesso dall'altro lato. Non ero sicurissima di cosa avremmo dovuto fare, ma l'obiettivo era non fare cadere la palla, giusto? Il ragazzo con i tentacoli sembrava particolarmente imbabolato a fissare Eve, poi... chissà perchè? Forse le era rimasto qualcosa tra i denti?
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    Se non poteva andare a largo e cavalcare le onde, il metodo per passare il tempo in maniera differente andava investito in qualche modo e per mia fortuna Shiisa non sembrava quel tipo di ragazza che si piangeva addosso quando non riusciva a fare qualcosa ed aveva accettato di buon grado il mio invito ad andare verso quella rete da beachvolley dove delle persone stavano giocando già adesso. Mi domando perché a scuola non mi sia messa a fare volley, è uno sport che mi è sempre piaciuto ed in fondo non ero proprio un comodino, qualche dote atletica ce l'avev-ah già vero, tutta la storia di Steve.
    Dimenticavo.
    Mi ero messa da parte, praticamente, per evitare un'esposizione più grande di quella a cui non fossi già sottoposta e soprattutto non volevo troppe attenzioni in un primo periodo, quando ero ritornata a frequentare le lezioni poi diciamo che lo sport non fosse proprio la mia preoccupazione principale quanto magari ricostruirmi tutta la cerchia di amici che avevo perso e mi avevano abbandonata. Apprezzo Kat che non si era mai distaccata un secondo, se però non riusciva più ad apprezzarmi forse che abbia preso un'altra strada è stata per lei l'opzione migliore.

    Ma comunque dicevo, lo sport. Di base con il tempo ero diventata una di quelle ragazze a cui sudare non piaceva per niente e che si divertiva più a guardarli più che a praticarli (gli sport intendo), ma quello per me era un po' più attraente degli altri: basket? Con le mani che mi ritrovavo, rischiavo una rottura delle unghie costante o di qualche falange. Football? Per l'amor del cielo no. Solo il volley attirava le mie attenzioni e penso di aver visto un sacco di partite in televisione anche della squadra nazionale.
    Ricordo una volta di aver visto probabilmente anche uno Stati Uniti vs Giappone in un bar qui ed ho dovuto contenermi non poco per non fare brutta figura. Comunque tutto questo per dire che un minimo le regole le sapevo e nonostante il beachvolley differisse per qualche variante, era davvero poca roba e le cose base le sapevo. Poi certo c'è anche un proverbio che dice che tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare e non avendo fatto così tanta pratica di sicuro non mi sarei trovata a difendere da attacchi eccezionali o fare schiacciate memorabili, probabilmente mi sarei limitata a stare dietro e lasciare che fossero gli altri a concludere le azioni migliori: forse poteva essere uno sfogo per Shiisa che sembrava così tanto volenterosa di interagire fisicamente con qualcuno e non nel modo in cui farei di solito io. Sorrisi, il suo sforzo era notevole. « E' già un punto di partenza, come proseguire dagli sguardi poi lo vedremo se sarà il caso. » Speravo vivamente di no.
    E certo che l'avrei seguita, avrei avuto tempo per stare sotto il sole più avanti.
    Mollai la tavola e mi lasciai sommergere dall'acqua fin sopra i capelli giusto per rinfrescarmi andando giù come un sassolino, salvo poi tirarmi fuori dall'acqua semplicemente mettendomi in piedi. No, non avrei fatto come le modelle nelle pubblicità perché loro probabilmente avevano qualche tipo di effetto fatto apposta, io dovevo solo evitare di scaldarmi troppo e soprattutto diventare impanata come una cotoletta: la sabbia addosso doveva essere davvero fastidioso.

    In compenso avevo sentito un più che discreto inglese da parte di Shiisa. Non me lo aspettavo. Pensare che fossero stranieri non era poi così sbagliato, avevano dei tipi di corporatura ben differenti da quello che vedevo in Giappone e soprattutto qua persone di colore erano davvero, davvero rare e risaltavano fin troppo all'occhio quando capitavano: erano la classica "Oasi nel deserto", una di quelle cose che ti salta subito all'occhio quando la vedi. Ammetto di aver origliato un po' per sentire la loro lingua, forse Shiisa ci aveva preso nel pensare da quale parte del mondo provenissero.
    La bionda poi urlava "USA! USA!" da tutti i pori. La cosa positiva era che non avevano per niente rifiutato ed anzi ci avevano accolte senza troppe remore. Magari qualche occhiata particolare ma la reputai affibbiabile più al fatto che la mia compagna di ventura si fosse messa a parlare un'altra lingua di punto in bianco. E...davvero non sapeva le regole? « Seguo lo sport, di base te le dico io in un riassunto: non lasciare che la palla tocchi terra, massimo tre tocchi ad azione a squadra e mai due consecutivi della stessa persona. Poi pensa a tirarla di là entro le righe. » Non avevo domandato se avrei potuto usare le code ma questo non per timidezza, perché la risposta l'avrei avuta semplicemente osservando il ragazzo con i tentacoli: se lui poteva usarli, non vedo perché io non avrei potuto rivolgermi ai miei arti e dato che mi guardava lo salutai con la mano. « Ehi! Te li hanno fatti usare quelli? » Forse non era il miglior modo per approcciarsi a qualcuno ma considerando che avevo due code in bella vista dubito avrebbe preso la mia domanda come provocazione o no. Era ovvio perché glielo chiedessi, insomma.

    In ogni caso il turno di battuta non era nostro, toccava agli altri e vuoi che fossero curiosi, vuoi che lo facessero un po' per capire a che livello fossimo ma il servizio venne mandato dritto addosso a me. E non era nemmeno troppo forte, insomma davo l'idea davvero di non essere così capace? Il punto era, alla fine, che avendo addosso una palla lenta riuscii nella ricezione senza troppe difficoltà alzandola verso uno dei due compagni che, a sua volta, con un normale palleggio sollevò la sfera fin sopra la testa di Shiisa.
    Tutto sommato era un bell'invito ad attaccare.
    Anzi, un ottimo invito. Poteva sfogarsi già da subito.

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Niente onde allora, ma almeno Eve sembrava convinta per questa simpatica alternativa. Il gruppetto di ragazzi che avevamo trovato poi non sembrava così male assortito ed ero quasi certa che avremmo trovato un buon modo per passare questo pomeriggio.

    « Palla dall'altro lato, cerca di non rompere le ossa. Pronti. »

    Sembrava tutto chiaro. Dovevo fare del mio meglio per far sì che tutti si divertissero e non usare il mio quirk per non farmi arrestare. Facile, facilissimo. Forse potevo usarlo senza che nessuno se ne accorgesse però, un piccolo aiutino non poteva che farmi bene. Osservai l'uomo-polipo, che nel frattempo stava rispondendo ad Eve. Non sembrava un tipo di molte parole, infatti si limitò ad alzare entrambi i pollici e a rivolgerle un sorriso allegro.

    Ooooh, che carino, lui!
    Il gioco sembrava divertente, mi era capitato spesso di osservare le altre persone giocarci. Quando vidi la palla sfrecciare sopra la mia testa, i miei occhi si illuminarono, come se mi avessero appena sventolato di fronte un libro antico, con una copertina azzurro luminescente. Dovevo saltare e fare una schiacciata, no?!? Come facevano negli anime! Come facevano in tv! Come nei libri!

    A ben pensarci, non mi venivano in mente molti libri sulla pallavolo. Il movimento mi venne quasi istintivo e sebbene mancante di tecnica, era sicuramente un salto potente. Forse ci avevo involontariamente messo qualcosa di mio, dentro, forse avevo potenziato leggermente quel salto con il mio quirk. Ma non era niente di scandaloso, terrificante o chissà cosa.

    La mia mano destra si portò all'indietro, mentre vedevo il tizio tentacoloso e un altro avversario farsi davanti a me per cercare di farmi muro. Volevano impedirmi di far punto, comprensibile. Immaginavo che avrebbero fatto il possibile per fermare la mia-- schiacciata, avevamo detto? Lasciai andare il braccio, per rifilare una potente pallonata che mirava all'incrocio delle linee di demarcazione del campo. L'uomo tentacoloso, tuttavia, riuscì a deviarla per non farla finire lì, ed in un paio di palleggi la palla era nuovamente nel nostro campo. Il ragazzo di colore provò a prenderla, sbagliando la ricezione e facendoci perdere un punto.

    Una volta tornata a terra spostai lo sguardo verso il mutant; stava agitando i tentacoli per cercare di ridurre il dolore.
    Awww, stellina. Gli feci un sorriso leggermente imbarazzato, lui ricambiò alzando una delle sue mani per dirmi che era tutto a posto. Mi voltai verso Eve a quel punto, con un sorriso larghissimo in faccia - mi stavo divertendo!

    « Dai, dai, recuperiamo! »

    Dissi battendo le mani, ridacchiando come facevo di solito. La cosa mi fece guadagnare un paio di sguardi perplessi. Niente di nuovo sotto il sole!
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    Da come aveva parlato - ovvero da perfetta persona ignorante dello sport - non credevo che Shiisa sarebbe riuscita a fare una buona schiacciata così al primo colpo ed invece mi lasciò sorpresa. Non so, magari aveva letto qualcosa da qualche parte su qualche tipo di manuale? Da come mi aveva parlato dava perfettamente l'idea di essere una persona che sui libri passava davvero tanto tempo (anche se ad occhio non si direbbe) al contrario di me, chissà come dovevo apparire agli occhi di un esperto quando andavo a toccare un argomento che non era nelle mie corde e che cercavo di approcciare magari per fare un po' di conversazione per non far rimanere in aria quel silenzio imbarazzante che tutti evitavano.
    In genere ci riuscivo, anche in macchina fra un discorso e l'altro ero riuscita a non far morire le parole fino a quando non eravamo arrivate, anche durante le mie uscite di lavoro mi impegnavo ed a volte era più complicato quello di tutto il resto dell'uscita. Comunque per tornare a noi Shiisa mi aveva sorpresa, lo ammetterò, e forse anche le persone che ci avevano viste come due ragazze che volevano passare il tempo per non annoiarsi...cosa che di base era molto più vera di quanto non si pensasse. Va bene che sia io che lei eravamo in forma ma di certo non perché praticassimo sport. Chissà cosa faceva lei per avere un fisico così.
    Non che avessi qualcosa da invidare, ero solamente curiosa.

    Peccato che il ragazzo - che probabilmente era un mio connazionale - di colore sbagliò la controricezione e ci fece perdere un punto, nonostante non fossi per niente pratica non mi piaceva perdere e penso che mi sarei impegnata per far sì che non succedesse. Peccato che il mio proposito iniziale fosse solo quello di non annoiarmi, probabilmente me l'ero già dimenticato: mi piaceva essere prima un po' dappertutto e questo era uno di quei tanti casi dove questo piccolo spirito competitivo entrava in ballo facendomi risuonare nella testa la vocina che mi chiedeva di non risparmiarmi niente.
    Anche se non avevo più che qualche ricordo di come si giocava dei tempi del liceo. Per fortuna non era passato così tanto tempo. Mi riportò a terra l'entusiasmo della ragazza dai capelli bianchi in mia compagnia, anche nel vederle quel sorriso in volto mi aveva fatto venire un po' di buonumore e fatto passare un po' di quella tossicità che sentivo mi sarebbe salita di lì a poco. Da quel che avevo capito Shiisa aveva una discreta forza fisica e il ragazzo di colore in ricezione non era un granché. Mi grattai il mento con un dito.
    « I got a plan. » Feci cenno sia a Shiisa che ai nostri compagni di avvicinarsi giusto per spiegar loro sommariamente l'idea che era semplice, forse avrebbe funzionato solo per un paio di punti ma non era così malvagia.

    Il concetto era questo: dato che il ragazzo sembrava un tipo abbastanza imponente era quasi naturale che le offensive principali ce le si potesse aspettare da lui. Io non possedevo tutta questa esplosività dunque sarei stata molto meglio dietro a difendere lasciando l'offesa agli altri, Shiisa compresa, e dovevamo solo giocare un po' di astuzia e seguire questo piano: io o l'altra ragazza dedicata alla difesa avremmo dovuto ricevere in direzione del ragazzo di colore alzando il più possibile la palla in modo da poter fintare una sua schiacciata, attirare il muro e poi far sì che la passasse a Shiisa che, a quel punto, sarebbe stata libera di colpire senza ostacoli. Chiaro che se lui avesse visto occasione di concludere perché il muro sarebbe stato lento allora doveva sfruttarla, ma sembrava tutta gente preparata, forse non ci sarebbero cascati.
    Era semplice, più o meno, e penso che avrebbe funzionato per un paio di volte ma tanto valeva provare, no?
    Alla battuta di là stava al ragazzo con i tentacoli e---non era quello che prima mi stava fissando? Potevo approfittarne? Uhm...dalle retrovie alzai le code come per occupare un po' più spazio e mi notasse, dovevo solo incrociare il suo sguardo e poi...ecco fatto, aveva un attimo guardato verso di me. Gli sorrisi a mezzabocca, alzai gli indici e gli feci il gesto universale che indicava un "vieni qui" in modo che servisse verso di me. Ero abbastanza confidente nella mia difesa, che diamine, ero tutto sommato veloce. Lui mi guardò giusto un paio di secondi mentre abbassavo anche le code e per fortuna alla fine mirò davvero su di me.
    Brutto maledetto, era una palla a metà strada tra la mia posizione e quella del ragazzo che stava più avanti. Gli chiamai la ricezione e mi toccò anche impegnarmi per arrivarci per tempo, ma guarda questo, ma l'obiettivo era raggiunto: riuscii ad alzarla tanto quanto bastava per potergli servire sul piatto d'argento una schiacciata ma seguendo il mio piano, virò all'ultimo passandola a Shiisa.

    Che adesso non aveva muro.
    Per favore non fare un buco nella sabbia.


    Keep them longing,
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    Aaaah!
    Una finta, una finta! Era chiaramente quello che era successo. Saltare verso il cielo e non trovare nessuno a ostacolarti era una sensazione incredibile; raramente mi ero sentita così libera in qualsivoglia situazione. C'era sempre qualcosa a tenermi ancorata al suolo, qualcosa che mi impediva di esprimermi come volevo. Anche quando scrivevo qualcosa, la certezza che nessuno avrebbe potuto leggerlo e apprezzarlo mi scuoteva nel profondo.

    « ---Hyah! »

    Lasciai andare un suono liberatorio dal profondo del mio petto, mentre abbassavo con violenza la mano destra per prendere la palla. Probabilmente avrei fatto innervosire qualcuno, perché non stavo usando la tecnica giusta ma avevo una coordinazione e potenza naturali a mia disposizione. Infatti la palla si abbattè inesorabile verso il suolo, con uno dei ragazzi che aveva inizialmente provato ad avvicinarsi per prenderla, salvo poi cambiare idea. Mosse le mani in maniera eloquente come a dire "ma che siamo pazzi". La cosa mi fece gongolare non poco, kekekek.

    Come un Macbeth ebbro di potere, alzai la mano destra verso il cielo, ridacchiando in maniera evidente. La cosa attirò un paio di sguardi infastiditi da parte dei giocatori dell'altra squadra, ma... diciamo che al momento non mi importava.

    « Punto! Punto! Punto! »

    Dissi, saltellando contenta come una pasqua. Non ricordavo l'ultima volta che ero stata così semplicemente felice. Per un motivo stupido come poteva essere una partita di pallavolo, ma non avevo mai avuto tempo e modo di apprezzare queste piccolezze. Guardai in direzione di Eve, battendo le mani sul posto felice.

    Nel giro di brevi istanti, la partita era ricominciata e stavamo palleggiando a difficoltà senza che l'occasione di saltare a rete si presentasse per nessuna delle due squadre. Non ero bravissima a ricevere, forse perchè non avevo capito bene come mettere le mani. La situazione era piuttosto complessa per me, probabilmente non avrei mai fatto parte di una vera squadra di pallavolo - almeno non con questo livello di competenze. Avete notato che è da parecchio che non faccio citazioni letterarie? Che lo star praticando uno sport mi abbia fatto diventare una persona meno... romantica e letterata? No, no, non era quello, sicuramente. Con un palleggio fortunato, la squadra avversaria riuscì a ricevere e ad alzare al mutant carico di tentacoli. Dovevo ammettere che era piuttosto imponente. Feci cenno al primo giocatore di fianco a me di avvicinarsi, che in questo caso era appunto Eve - c'era da andare a muro il prima possibile!

    Saltai tenendo le braccia alte e le mani vicino tra di loro, per impedirgli di fare quel che voleva con la palla.
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    Ecco appunto, aveva funzionato ed anche decisamente bene dato che Shiisa aveva avuto modo di colpire a tutta potenza (credo) e schiacciare a terra in modo che dall'altra parte nemmeno ci provassero. Succedeva spesso nelle partite quando arrivava un attacco senza muro davanti, tanto sapevano che sarebbe andata a terra e nemmeno tentavano la difesa - oppure non ci riuscivano e rimanevano semplicemente di sasso - proprio come in questo caso dove anzi dall'altro lato quasi si erano scansati per non venir presi da quella pallonata.
    Le avrei detto volentieri di non esagerare e non tirare troppo forte dato che altrimenti non avrebbero continuato a farci giocare ma pensai che poteva essere una comoda alternativa al suo tentativo di seppellire la gente e nessuno, almeno io non ci stavo facendo caso, si sarebbe messo a dar fastidio non ad una, ma due persone con l'aspetto mutato. Era una sorta di win-win situation dove avevo tutto da guadagnarci: lei non avrebbe fatto niente di illegale ed io avrei avuto modo di divertirmi. E poi c'era una certa soddisfazione nel vedere che una tua idea funzionava.
    Avevo avuto il timore che non avendo trovato nessun'onda, Shiisa si sarebbe annoiata facilmente e sarebbe stato un brutto pomeriggio tuttavia così facendo le avevo anche fatto passare la delusione apparente per non aver calcolato l'eventualità di non trovar il mar agitato. Chissà tra l'altro se le nostre cose erano al sicuro ma ogni tanto ci lanciavo un'occhiata tra un punto e l'altra e vedevo che di problemi non ce n'erano.
    Se ci avessero provato il problema sarebbe stato sì mio - dentro la borsa avevo le chiavi della macchina - ma anche di chi ci avrebbe provato perché Shiisa mi dava l'idea di essere un mastino poco raccomandabile o meglio, poco desiderabile da aver contro. Immaginatevi lei a perquisire tutta la spiaggia nel cercare di trovare l'eventuale ladro e poi il suo aver a che fare con lui recuperando il maltorto.
    ...da un lato mi stavo incuriosendo da sola.
    Però vedere Shiisa così era simpatico, non ho idea del suo stile di vita ma non mi sembra una persona avvezza ai divertimenti normali dunque era un'esperienza rinfrescante. Una bambina che gioca con un giocattolo per la prima volta ed era anche stranamente contagiosa: non avevo tante occasioni di far sport come in questo caso ma avere di fianco qualcuno che ci metteva entusiasmo ti spingeva a dare il massimo a tua volta.
    Senza considerare che ero abbastanza competitiva da pensare a come poter "rubare" qualche punto proprio come avevo fatto prima incitando il ragazzo con i tentacoli a tirare addosso a me facendo funzionare lo schema. Alzai il pollice verso la mia compagna di viaggio che mi stava fissando contenta. « Brava sweetie, continua così. » Sembravo quasi la mamma che stava incoraggiando la figlia.
    Mi succedeva spesso di avere questa sensazione, davvero, ed era quasi preoccupante.
    Il problema era appunto che io non ero portata per stare sottorete non avendo una prestanza fisica incredibile o una forza maggiore di una persona normale - più o meno - dunque trovarmi a far muro era qualcosa che non avevo calcolato. A maggior ragione avevo assunto qualche timore nel vedere che stava attaccando sì quella persona a me nota, però anche quello che sembrava più imponente dal punto di vista fisico: sarà stata la presenza di arti aggiuntivi? Però li stava usando assieme al braccio come per darsi forza in più e questo era abbastanza preoccupante. Mi trovai a saltare a muro per opporre resistenza ma fu abbastanza bravo ad evitare le mani di Shiisa (che sarebbe indubbiamente stata una difesa più difficile da scavalcare) e trovare le mie con una schiacciata abbastanza potente da piegarmele leggermente indietro. La palla finì fuori dopo una deviazione in maniera imprendibile ed il punto andò dall'altra parte. Ci era andato pesante il tipo.
    « Auch. » Una mezza smorfia di dolore agitando appena la mano che aveva impattato col pallone. « Ti piace andarci giù duro eh. » Gli dissi con un mezzo sorriso. Come potevo avvantaggiarmi della cosa? « Non che mi dispiaccia, a volte preferisco un tocco più gentile. »
    Frase volutamente in questo modo dove una mente un po' meno ristretta poteva cercare di leggere qualcosa. Mi avvicinai a Shiisa per dirle qualcosa nell'orecchio, alla vista altrui sembrava stessi solo pensando a come fermarlo e non era tecnicamente sbagliato. « La prossima volta chiudigli la tua parte, fallo tirare su di me. Mi sacrificherò per una giusta causa. » Le feci giusto un piccolo occhiolino per farle intendere di non preoccuparsi, era un piano che prevedeva un punto perso ed una piccola parte di sacrificio ma probabilmente avrebbe dato i suoi frutti: mi aveva fissato un po' troppo insistentemente prima e non sapevo esattamente perché, magari così l'avrei scoperto un po'.
    Il punto successivo non sarebbe andato in maniera tanto differente, una brutta ricezione da parte nostra mi costrinse a tirare la palla in maniera blanda dall'altra parte dando modo agli avversari di fare un attacco come si doveva e far portare lo stesso ragazzo di prima - che forse era la persona più atleticamente preparata - ad attaccare. Shiisa non avrebbe dovuto far altro che tappare il suo lato facendogli saltare all'occhio quel buco lasciato da me che doveva sembrare come un ritardo nella difesa, un vero e proprio corridoio dove attaccare e dove lui, per l'appunto, avrebbe scagliato la palla in maniera decisamente potente trovando in mezzo me. Ma non me nel senso "una me preparata", proprio una me fuori posizione che si sarebbe presa una pallonata in pieno petto finendo dopo sedere a terra e---cavolo che botta, come poteva un pallone fare così male? Mi portai una mano al petto sotto lo sguardo un po' preoccupato dei due che avevamo in squadra ed anche dell'altro team, lo schiacciatore si era anche avvicinato per chiedermi scusa. « Ahi ahi... » Mormorai appena, bruciava un po'. Mi misi a sedere per bene, abbassando lo sguardo verso dove la pallonata aveva impattato e con un indice tirando un po' la parte sopra del costume verso il basso dalla parte centrale. Un po' risky, certo, ma finché non saltava via allora andava tutto bene anche se probabilmente aveva mostrato qualcosa in più del dovuto. « Mi ha lasciato il segno? » No, tutto apposto. Sarebbe andato via dopo due giorni e magari anche divertente da raccontare, però sono sicura che avrebbe bruciato un po'.
    Che poi chissà come me lo lasciava il segno, sarei diventata un po' più rossa? Potevo diventare rossa o si accendeva solo il mio viola? Comunque non volevo tanto far leva sulla pietà ma sul fatto che nel guardarmi e muovere appena la parte sopra del costume il tizio aveva spostato subito lo sguardo, ci avevo preso? « Sto bene dai, riprendiamo! »
    Ero pronta a scommettere che non avrebbe esagerato ancora e che se mi avesse avuto davanti, si sarebbe trattenuto tirando un po' più piano. Quando tutti tornarono ai propri posti alzai il pollice verso Shiisa, spero capisse che io questo volevo ottenere. Continuavo ogni tanto a guardare il punto d'impatto con il pallone giusto per dare un po' di seguito a ciò che avevo fatto ora, riposizionandomi dopo per bene: fu di nuovo uno scambio che portò gli avversari ad attaccare ma stavolta il muro lo andai a fare piazzandomi proprio di fronte all'uomo con i tentacoli che - accorgendosi che fossi io - tirò un po' il freno permettendo una stoppata facile.
    Aveva funzionato? « Nice! » Esultai ondeggiando i fianchi un paio di volte e dando il cinque a Shiisa che, però, adesso doveva andare al servizio.
    Ora dovevo sperare che non la tirasse nell'ozonosfera.


    Keep them longing,
    make them plead.

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    Era bello riuscire a fare qualcosa. Con il lavoro avevo dovuto imparare alla svelta a interfacciarmi adeguatamente con le persone e per una come me... non era stato facile. Tuttavia pensavo di essere diventata abbastanza brava. Il muro era andato peggio del previsto, feci una piccola smorfia. Ke-kek. Ovviamente ero triste perchè ci avevano fatto punto, ma non facevo una colpa a nessuno. Stavamo giocando e ci stavamo divertendo.

    Facendo proseguire il gioco, non riuscivo bene a capire che cosa sarebbe dovuto succedere. Evelynn sembrava sapere cosa stesse facendo, e chi ero io per non ascoltare la mia sensei? Dopo quel muro riuscito, visot che avevo più o meno capito come erano andate le cose, dovetti sbattere un paio di volte le palpebre per riprendermi dalla genialità del tutto. Ricambiai il gesto di Eve, leggermente stupita.

    ... Lucrezia Borgia?
    Sei proprio tu?

    « Ottimo lavoro! Ke-kek. »

    Dissi contenta, prima di avvicinarmi alla battuta. Avevo visto come gli altri avevano fatto sinora e dovevo ammettere che sembrava divertente. Una ragazza aveva addirittura saltato per prendere la palla. Provai a palleggiare per terra, salvo rendermi conto che il pallone non rimbalza sulla sabbia. Mi chinai per prenderlo, tossendo appena. Coff.

    Tutto a posto.
    Ordinaria amministrazione.
    Lanciai la palla in aria e con un bel salto la raggiunsi per darle un sonoro schiaffone. Non potenziato dal quirk, eh! Non pensate male. Sono comunque atletica nonostante tutto. La palla si mosse veloce sino a sfiorare il bordo della rete, prendendo una curva strana e finendo all'interno del campo avversario. Bassa e veloce come era, si rivelò essere troppo difficile da prendere, permettendomi di ripetere. Mi guardai intorno, incerta sul da farsi.

    Quindi potevo continuare?
    Forse iniziavo a capire come funzionava quel gioco.
    I ragazzi dell'altra squadra sembravano star sudando freddo. Forse la situazione era sfuggita dal loro controllo, forse si stavano pentendo di averci fatto giocare. Al contrario, la ragazza che giocava con noi sembrava quantomeno divertita dalla situazione.

    Fu terribile.
    Tre, quattro, cinque battute in fila.
    Prima che dall'altro lato iniziassero a comparire facce disorientate e sconfortate. Alla sesta, tuttavia, riuscirono a rispondere con una buona ricezione - e successiva bestemmia tra i denti, molto giapponese però quindi profondamente cortese - che aveva rispedito la palla nel nostro campo, sebbene molto in fretta.

    Nel vederla arrivare nella mia direzione...

    ... ero incerta su come comportarmi.
    Rimasi a guardarla, provando a mettermi in posizione. Però il terrore sulla mia faccia si leggeva tutto.
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    Potevo ritenermi soddisfatta delle mie doti da attrice, ero riuscita a guadagnare l'inerzia necessaria per togliere il servizio alle mani (e tentacoli) avversari e rigirare la situazione a nostro vantaggio. Non sapevo quanto Shiisa fosse pratica e---quello era un missile. Non aveva detto di non saper giocare? Aveva imparato vedendo gli altri? Che ottima capacità di apprendimento, dovevo dire che c'era davvero poco da fare a riguardo se non mettersi ad osservare mentre lanciava delle cannonate dall'altra parte del campo miracolosamente tra le righe. Miracolosamente, dico, perché era davvero difficile per una persona inesperta servire con forza e precisione in quella maniera ed avevo pensato sarebbe andata male perché aveva cercato di far rimbalzare la palla sulla sabbia. Io ci avevo riso su appena ed anche l'altra ragazza in squadra con noi, dall'altra parte anche metà squadra aveva avuto la stessa reazione mentre l'altra si era guardata come per dire "noi stiamo quasi perdendo contro questi?".
    E la risposta era "sì" perché Shiisa anche grazie ad un leggero aiuto della rete riuscì a far punto. Poi un secondo, poi un terzo. Al quarto mi fermai incrociando le braccia sotto il seno come se mi aspettassi ormai che sarebbe andata così ancora un paio di volte: non ci andai tanto lontana, quella ragazza poteva essere un vero e proprio talento naturale e chissà se si fosse iscritta ad una scuola ed avesse frequentato dei corsi se non si sarebbe rivelata una futura campionessa, quello che mi spaventava magari della cosa era che non le attribuivo una soglia di attenzione molto alta e soprattutto anche il fatto che l'avessi incontrata in circostanze non "cristalline" significava che avesse qualcosa di losco per le mani.
    Non necessariamente, mi piaceva pensarlo. Questo però implicava che avrebbe comunque dovuto essere molto cauta e...mi spiaceva, avrei adorato l'idea di dire che una ragazza l'avevo iniziata io alla pallavolo ed ero stata la sua scout, magari le avrei potuto fare da procuratrice: in fondo ero brava a trattare con le persone. Potevo già dire di---conoscere qualcuno nel mondo dello spettacolo (chissà come se la passava e quale editore bravo aveva, quando l'avevo vista era un po' differente dalla rivista), fare ambo sarebbe stato interessante.
    Mi domandavo se, magari, non avesse avuto anche modo di usare un po' il quirk senza che nessuno se n'accorgesse: parlavo di Shiisa in questo caso. Sapevo, o almeno ricordavo, che avesse qualcosa legato alle capacità fisiche ed era anche il più difficile eventualmente da notare. Forse però era brava ad ascoltare e dopo averle detto di fare la bambina esemplare mi aveva dato ascolto.
    Glielo chiederò al ritorno e...wow, mi sto divertendo anch'io: credevo sarei stata a prendere il sole e sperimentare di che colore sarebbe diventata la mia pelle una volta troppo abbronzata annoiandomi a morte - e venendo disturbata da qualche tizio a caso -, invece non era male passare il tempo in questo modo. C'era anche qualcuno che si era messo a guardare preso eventualmente dalla partita (o che magari avrebbe voluto giocare dopo) e potevo capirli, io stessa dagli sport ero affascinata e quando potevo, li guardavo. Non ero una fanatica, a seconda di quale tuttavia non mi sarei nemmeno accorta di quanto tempo sarebbe passato: negli States tanti seguivano il basket od il rugby, io ero sempre stata più per il volley in generale. Chissà se non fossero andate in questo modo le cose sa sarei addirittura diventata una cheerleader.
    Preferivo la mia situazione attuale, devo esser sincera.
    Per tornare alla partita probabilmente le avevano preso le misure alla fine ed alla sesta risposero in maniera più che decente, decidendo poi di attaccare in direzione della stessa Shiisa che fino ad ora non era stata proprio un mostro da quel punto di vista ed infatti il volto della ragazza stava dando tutto quello che c'era da sapere sulle competenze del caso: inesistenti. Per fortuna non era una palla veloce ma...
    « Tirala in alto! »
    Era sempre una buona idea se si avevano dubbi: tirare in alto, qualcuno a continuare la giocata poi arriverà. Ero anche già pronta a correre io nella speranza che non la lanciasse in mezzo alla gente. Non c'era molto altro da fare per me se non sperare che riuscisse per tempo a tirarla un po' su in modo da permetterci una difesa sommaria.


    Keep them longing,
    make them plead.

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    Tirala in alto?
    Tirala in alto. Beh, doveva essere facile. La mia espressione era facilmente riconducibile a...

    =D


    Cosa intendeva con tirala in alto.
    Come si tirava in alto. Io avevo capito che la palla andava nel campo degli avversari. Pertanto, feci l'unica cosa possibile, ossia mi posizionai meglio con il corpo per colpire la palla di testa. L'effetto fu una morbida parabola che fece riprendere il gioco in maniera più o meno ordinata. A dirla tutta continuammo per un po' di tempo, prima di renderci conto che nessuno stava davvero tenendo il punteggio.

    La cosa venne accolta in generale con un certo disappunto, infatti i ragazzi dell'altra squadra presero a borbottare qualcosa di indecifrabile e non a causa della non esistente barriera linguistica. Sbattèi le palpebre, decidendo alla fine di tornare a farmi i fatti miei. Uno dei ragazzi dell'altra squadra si avvicinò ad Eve, per chiederle qualcosa. Per quanto mi riguardava ero a posto così - Kek-kekek.
    Non ero in cerca di amicizie. Nè di compagnia.

    Almeno non quelle che avrei potuto trovare in questa spiaggia.

    « Uuuh... »

    La ragazza che era in squadra con noi si avvicinò a me. Sorridendomi. Diceva di essere contenta che ci fossimo unite a loro per giocare, indicando in direzione di Eve. Io ero un pochino a disagio, sinceramente. Portai la mano dietro la nuca, grattandomela appena. Feci un sorriso leggermente a disagio, che per qualche ragione sembrò riempire di allegria la tipa bionda. Uh...

    Kek-kek.
    E le citazioni letterarie?
    Per un momento, mi trovavo in difficoltà.
    Sarebbero riprese presto, senza indugiare oltre.

    Gentilmente, quindi, feci per congedarmi per tornare in direzione dell'ombrellone. Era stato divertente, ma ora che era finito... mi sentivo vuota? Come distante? Ke-kekek. Nah, non faceva per me. Avrei atteso il ritorno di Eve con calma, iniziando a leggere qualcosa ben protetta all'ombra. Non appena la mia compagna fosse tornata, l'avrei gentilmente salutata, cercando di farle capire che avevo avuto abbastanza divertimento per oggi e sarei stata bene anche continuando a leggere il libro che stringevo tra le dita.

    The Castle of Otranto. Non avevo mai approfondito quel romanzo per ovvie ragioni. Ma... forse era il momento di impegnarsi e cercare di uscire dal guscio.
    Del resto, Manfred non c'era più, no? Kekekek.
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    Posso tranquillamente affermare che Shiisa sia una bambina troppo cresciuta, per determinati aspetti, che non ha avuto molte esperienze pratiche in tanti ambiti che per una persona normale sarebbero solo comuni. Mi bastava vedere l'espressione felice assunta solo dal consiglio di tirarla in alto. O quella oppure era confusa ma volli pensare - magari erroneamente - che fosse il primo caso ed attesi solo che lo facesse per poi mettermi a ridere nel vedere che invece avesse colpito di testa per tirarla dall'altra parte. Era sicuramente un metodo poco ortodosso ma efficace nel complesso dato che ottenne lo scopo originario di far continuare l'azione e con tutta probabilità prese anche in controtempo gli altri dato che lo scambio andò avanti un altro paio di battute prima di passare al punto successivo. Non l'avrei mai detto ma mi stavo divertendo: mi sarei immaginata tutto il giorno a stare sdraiata sotto il sole a non far niente, figuriamoci se nel trovare qualche straniero e soprattutto un'attività da fare mi sarei messa a fare qualcos altro di differente. Non sarei comunque potuta andare avanti tutto il giorno, prima o poi mi sarei stancata pure io.

    E nessuno stava tenendo i punti? Davvero?
    Ed allora cosa stavamo giocando a fare? Nel realizzarlo rimasi un attimo delusa pure io, eravamo andate talmente bene che mi era sembrato solamente uno spreco non tenere il punteggio per decidere chi avesse vinto o no e forse aveva dato fastidio anche a Shiisa dato che aveva fatto in modo di distaccarsi dalla partita.
    « Ti fermi, cara? » Le domandai facendo cenno con la mano di aspettare agli altri giocatori, soprattutto a quello che si era avvicinato per dirmi che non me la stavo cavando male e che avrei potuto continuare, con un po' di fare impacciato anche: che carino. Avrebbe dovuto aspettare ancora un attimo, al momento ero tutto sommato interessata a quello che avrebbe voluto fare la mia compagna di viaggio che, nel mentre, stava ricevendo anche qualche complimento dalla ragazza che era stata nella nostra squadra fino ad ora. Sì, ero sempre più convinta che non fosse per niente abituata a questo tipo di interazioni con le persone ed ero contenta anche che avesse accettato l'idea precedente di giocare, quell'entusiasmo mi aveva messo di buon umore.
    Peccato che si stesse distaccando, mi avevano chiesto se pensavamo di rimanere e magari fare qualche partita normale stavolta con un punteggio, di nuovo far senza mi avrebbe messo davvero una seccatura addosso che non vi dico: a che sarebbe servito?

    Feci qualche passo verso Shiisa zompettando sulla sabbia, non era così ardente come dicono.
    Magari no era l'ora di punta? « Stavi andando bene, peccato. » Dal libro che aveva in mano però non sembrava intenzionata a continuare. Se avessi potuto riassumere il mio sguardo in un'emoji, sarebbe stata simile a ":<".
    « Ti spiace se io continuo un altro po'? Sento di averci preso la mano e quella recita di prima credo abbia funzionato. Non dovrei nemmeno aver il segno addosso per fortuna... » Per il momento andava bene, ero stata davvero fortunata da quel punto di vista. Magari potevo approfittare per guadagnare qualche punto extra in modo che gli altri ci andassero un po' più piano nei miei confronti: odiavo perdere, se potevo trovare un modo per procurarmi vantaggio l'avrei sfruttato al massimo delle mie potenzialità. Chissà se avremmo mischiato le squadre al momento del ritorno, sempre che Shiisa non mi avesse chiesto di rimanere a farle compagnia: non avrei avuto niente da obiettare. Mi sarebbe magari spiaciuto ma non lo avrei fatto con il cuore così pesante, per intendersi.
    Potevo approfondire quel discorso sui libri affrontato poco prima...?

    In quel caso speravo di non passare per una persona ignorante e superficiale.
    Non che fossi così tanto dissimile dalle bionde americane che si vedono in tv, reputavo solo di avere un po' più di giudizio.
    « Ti avevano presa in simpatia, come ti è uscito quel colpo di testa? » Che poi era stata anche precisa, se ci avessi provato io non credo sarei riuscita ad ottenere un risultato soddisfacente ed avrei finito per tirarla in mezzo alla rete. Ci voleva talento anche per quello. Soprattutto istinto, al suo posto avrei provato a tirarla in avanti con un colpo di pugno fatto davvero, davvero male.
    Non avevo avuto modo nemmeno di usare le code, era andata tutto sommato meglio del previsto.

    Keep them longing,
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    Annuii leggermente alla prima domanda che Evelynn mi aveva posto - sì, per il momento ero a posto così. Non bisognava trascurare il mondo di fantasia nel quale mi rifugiavo ogni tanto. Le creature che ci vivevano si sarebbero potute arrabbiare. Ad esempio, sapete che Jekyll e Hyde altro non è che un'allegoria per il licantropo?

    Oh, ecco.
    Mi sento già meglio.
    E' come se il sangue avesse ricominciato a scorrere dentro di me - tralaltro il sangue è un importante simbolismo tipicamente Shakespeariano, come si può vedere in Macbeth atto 1 scena 1. Ke-kekekekekek! Parlando, ascoltando e rispondendole, stavo giocando con una delle pagine del libro, facendo un'orecchietta all'angolo in alto a destra e rimettendolo a posto.

    « Ma ti pare - divertiti pure, Eve. E credo non ti sia rimasto nulla, tranquilla. Ke-kekek. Sarebbe un peccato vederti andare in giro come un cattivo dei fumetti di serie b. »

    Mentre parlavo con lei, stavo leggendo.
    Distrattamente forse, proprio perchè impegnata a risponderle nel frattempo. Alzai lo sguardo verso di lei, quando disse che mi avevano preso in simpatia - beh, what's not to love, here. Spostai lo sguardo verso di lei, a quel punto. Non era educato non guardare le persone mentre ti parlavano.

    Ah già, l'essere un poco fuori.

    « ---beh non ho mai fatto sport in vita mia. Almeno non quelli convenzionali. Immagino di aver improvvisato, Kekek. Come Alice davanti al Brucaliffo. »

    Feci un piccolo sorriso. Era tutto a posto, davvero.
    Solo, mi era passata la voglia di stare in mezzo alla gente, per ora - continuare a giocare... nah, mi ero stancata. Adesso dovevo tornare, come avevo detto, nel mio mondo di fantasia. Dove tutto ha un colore leggermente diverso. Avete mai letto niente di Pratchett, ragazzi? E' un visionario.
    Feci cenno ad Eve di star tranquilla e tornare a divertirsi.

    Per quanto mi riguardava, mi ritenevo abbastanza soddisfatta della giornata che avevamo trascorso sinora e pian piano sarebbe anche arrivato il momento di andarsene. Ma dovevo dare un senso alla colonna di libri che mi ero portata dietro, no?
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    Prima che la raggiungessi si era già sistemata tirando fuori un libro ed iniziando già ad immergersi nel mondo dell'immaginazione condotto da righe di parole su carta bianca, proprio il contrario di me. Personalmente parlando leggere non era la mia attività preferita ed ero tutto sommato contenta di non aver dovuto approfondire il discorso che avevamo iniziato in macchina: la mia era stata cortesia circostanziale che riservo ai clienti, sembrava una ragazza simpatica con la quale annoiarsi sembrava poco possibile tuttavia quando due interessi non collimano non c'è niente da fare, è inutile anche insistere dal mio punto di vista.
    Dovevo apprezzare il fatto che si fosse messa in gioco con il beachvolley soprattutto dopo aver sentito che non fosse il genere di ragazza abituata a sport convenzionali, se non sbaglio questo è uno dei più praticati in questo stato. Non quello su sabbia, si intende. Le scuole andavano abbastanza fiere delle loro squadre anche se c'era da dire che il Giappone di certo non fosse il paese più famoso del mondo per quanto riguardava l'atletismo in generale: magari nella ritmica o nel famoso ping pong, non avevo mai però sentito parlare di enorme successo dal punto di vista del calcio, pallacanestro o rugby. Nella pallavolo qualcosa in più, niente però da far esaltare il mondo intero.

    « Santo cielo no, ho un po' di stile pure io. » Risposi con una battuta alla sua.
    Un po' rude che parlasse senza guardarmi, non me la sentivo però di biasimarla: sembrava che la lettura le fosse mancata quasi come l'aria e non era un affronto così terribile. Comunque non era mia intenzione sembrare un cattivo di serie b, non sapevo nemmeno se definirmi un cattivo in generale: avevo delle idee poco convenzionali, quello sì, ma al momento non avevo fatto niente che mi potesse qualificare in quella categoria.
    Insomma quella faccenda di Shahar era questione di sopravvivenza e tecnicamente non l'avevo uccisa io, la faccenda del dottore non mi aveva fatto fare niente di illegale, dovevo ancora trovare la mia strada nella criminalità e speravo di individuarla al più presto: mi salvi il cielo se farò mai qualcosa che farebbe un eroe. Che poi insomma qualcosa di socialmente accettabile lo fanno ogni tanto, spero però di non esser mai io ad emularne anche solo per sbaglio qualcuno. « Poteva essere un modo per scoprire di che colore divento, peccato. » Mi accarezzai la parte colpita con i polpastrelli per sentire se bruciasse e...un pochino, sì, non troppo però: potevo sopportare. E per farmi guardare serviva un complimento?
    Funziona con tutte. Sorrisi a quel punto. « E' un'arte non da poco quella di saper improvvisare, prendine atto. La sento molto utilizzata anche in ambito teatrale. » Quando si facevano le prove quella era una delle cose che ti facevano provare di più di altre: per capire se una persona sapeva recitare o no, era necessario capire quanto riuscisse a rimanere in un determinato personaggio anche di fronte ad una serie di circostanze cambiate sempre all'ultimo secondo. Peccato che non facesse per me. « In ogni caso buona lettura, tesoro: se hai bisogno fai un fischio. »

    Evitai di raccomandarmi riguardo eventuali seppellimenti improvvisi, ero abbastanza sicura che se nessuno le avesse dato eccessivamente fastidio durante la sua opera di lettura allora non ci sarebbe stato nessun pericolo a riguardo e non avremmo dovuto fare nessuna fuga tattica lontano da persone che avevano potuto chiamare le forze dell'ordine. D'altro canto per me mettermi a giocare era anche una più che discreta occasione per non aver fastidi particolari: chi si permetterebbe di rompere le scatole ad una ragazza in mezzo ad un gruppo?
    "Soffiai" un bacio verso Shiisa dunque feci un perfetto centottanta e ritornai trotterellando presso la rete da beachvolley dove anche gli altri ne avevano approfittato per fare una pausa e decidere magari le squadre: ci fu giusto un po' di disappunto nel sapere che Shiisa non sarebbe tornata, sembravano però abbastanza contenti di avere me e tolto il quesito di chi sarebbe stata l'ultima persona a chiudere le squadre, bastò solo decidere da che parte fossi. Stavolta il ragazzo con i tentacoli e quello di prima che mi si era avvicinato erano dalla mia parte, così come la bionda. Venne preso un qualsiasi ragazzo che stava guardando che ebbe lo spirito d'iniziativa di chiedere se potesse giocare a completare l'altro team ed ammetto che con un punteggio da considerare era stato tutto abbastanza più divertente. Ero rimasta un po' delusa dal fatto che avessimo perso con lo scarto minimo di due punti andando però oltre il punteggio necessario per chiudere un set, dopo quella prima partita ne approfittai per prendermi una pausa e fare un tuffo giusto per recuperare fiato e chiedere alla ragazza che era stata in squadra con me di che parti fossero. Stati Uniti, come immaginavo, ma della Florida: mai stata, doveva essere un bel posto però. Mi disse che sarebbero rimasti ancora qualche giorno in città, magari potevo farmi viva una sera dato che sembravo simpatica. Non è che stava lavorando per qualcuno dei ragazzi? Ci avrei pensato.

    Fare però così tanto esercizio fisico dopo un po' di tempo che non toccavo un pallone era stato davvero stancante ed alla quarta (o quinta) partita mi ritrovai costretta ad alzare bandiera bianca e mettermi un po' a guardare. Comunque il resto della giornata sarebbe passata abbastanza scorrevole e piacevole, dandomi modo anche di raccogliere un paio di numeri di persone che mi chiesero di farmi sentire in questi prossimi giorni: magari potevo mostrar loro la città?
    Dovevo solo andare a recuperare Shiisa, chissà quanto aveva letto. « Tutto bene? » Le domandai avvicinandomi alla "postazione" dove ci eravamo accomodate, gettandomi sul mio telo e mettendo un paio di bigliettini nella borsa. Prima di farlo avevo avuto bisogno di fare un altro tuffo per togliermi un po' di sudore addosso, era stata una bella sensazione. « I'm beat. Era tanto che non mi muovevo in questo modo. »
    Ero abituata a muovermi, certo, ma non così: non era una menzogna.

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 4

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