Oh, aveva apprezzato la battuta.
Il mio famoso senso dell'umorismo sembrava essere ancora in ottima forma.
Lasciai che la ragazza fosse libera di andare a giocare a pallavolo come meglio credeva, salutandola con un gesto placido della mano. Avevo da recuperare tante pagine, visto che avevo passato del tempo a giocare a pallavolo. Il discorso sull'improvvisare, sul teatro... beh, era vero. Tanti attori partecipavano in prima persona alla stesura del copione, specialmente in era Shakespeariana.
« Vai, cara, vai. Falli neri. Se dovessero rapirmi ti chiamerò. Kekekek. »
Come mi ero ripromessa, sarei rimasta a leggere sotto l'ombrellone con tutta calma. Le pagine da dieci divennero venti, da venti cinquanta e così via. Ero abbastanza veloce a leggere, visto che qualche tempo fa mi era capitato di farmi passare tra le mani un manuale di lettura avanzata. In breve erano tutte tecniche che, almeno in parte, mettevo già in atto inconsciamente.
Ogni tanto alzavo lo sguardo verso Eve, per controllare che andasse tutto bene. Ci avrei messo un attimo, in caso, a buttare qualche pervertito in acqua per impedirgli di attentare alla virtù della mia amica! Ecco.
Alla fine, quando Eve fu di ritorno, avevo finito di leggere The Castle of Otranto e avevo iniziato una raccolta di racconti di Neil Gaiman.
Misi da parte il piccolo libro decorato con ghirigori verde smeraldo, alzando lo sguardo verso Eve. Sembrava essersi divertita e a modo mio... anche io. Le feci un sorriso allegro.
« Beh, una volta ogni tanto ne può valere la pena. Che dici, vogliamo iniziare a mettere a posto? Mi mancano un paio di pagine e ci sono. »
Commentai, riaprendo quasi immediatamente il libricino per poterlo finire per la terza volta. Adoravo Gaiman, pensavo fosse completamente fuori di testa. E forse mi piaceva proprio per questo. Al termine della mia lettura avrei fatto il possibile per aiutare Eve a rimettere a posto, sincerandomi di insistere per portare anche la sua borsa come un piccolo sherpa delle ande. Il peso non mi disturbava, anzi, era quasi piacevole dopo tutto quel tempo ad oziare.
Incamminandoci verso la macchina, mi rivolsi nuovamente ad Eve.
« ... se ti va di andare a farci un giro a Shibuya, ogni tanto... mi farebbe piacere, comunque. Sai, non ho molte amiche - non sono bravissima a socializzare in maniera normale. Ke-kek. »
Non era difficile per me ammetterlo, perchè me ne rendevo conto benissimo. Però mi piaceva quello che ero, mi piacevano tutti i demoni che mi ronzavano nella testa. O meglio, apprezzavo come mi impegnavo per combatterli e accoglierli allo stesso tempo. Troppo complesso? Ke-kekek.