Il Diavolo fa le Falene ma non fa le Lampade

Role Summer Event | Kimama Evans & Midori Hasegawa

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    Smile at Despair, in the name of Hope

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    Midori Hasegawa
    Oh. Avevo sentito della storia di Elkalicious ma avevo delle idee diverse a riguardo - il fatto di poter ricominciare come eroe dopo quello che era successo mi dava un certo fastidio. Aveva avuto le sue ragioni, ma probabilmente permettergli di fare ... l'eroe dopo le crudeltà che aveva commesso era troppo ai miei occhi. Ma del resto, non ero propriamente una fan delle storie di rivalsa, avevo questa strana idea che le persone difficilmente cambiano.

    « Spero la tua storia sarà meno travagliata della sua. E' un modello particolare da prendere come riferimento, dovrai ammettere. »

    Ero anche io dell'idea che gli orrori commessi dai villain e dai criminali in generale fossero difficili da processare, da accettare. Ma un vigilantes che decide di farsi giudicare e diventare un eroe? No, avevo grandi difficoltà ad accettarlo. Forse io stessa non ero una persona ... così meravigliosa come pensavo. Osservai la falena a mollo nell'acqua, lasciandomi scappare un sorriso. Era buffo che una persona così dolce e mansueta avesse come modello un eroe così violento.

    Era un rapper, tralaltro.
    Particolare che avevo rimosso dalla mente.

    « Credo che i vigilantes siano un'altra delle piaghe della società. Ma non credo sia il momento o il posto di intraprendere un discorso così serio. »

    Con delicatezza, assicurandomi che la ragazza potesse vedermi con precisione mentre lo facevo, le lanciai dell'acqua addosso, ridacchiando divertita nel tentativo di smorzare la tensione che l'argomento serio aveva portato. Eravamo lì per divertirci e non stavo facendo altro che rendere l'atmosfera troppo pesante. Dopo quell'innocuo assalto, tornai leggermente più in basso nell'acqua, lasciando che l'odore della salsedine mi entrasse nelle narici. Era piacevole, così ... particolare. Unico nel suo genere, persino.

    « ... non credo di avere uno specifico modello di riferimento, sai? »

    Avrei potuto parlare di All Might. Ma persino io sapevo di non dover puntare troppo in alto. Alcune delle ideologie che rappresentava ben si sposavano con il tipo di eroe che volevo diventare. O meglio, che gli altri volevano che io diventassi. Avevo paura di non riuscirci però -- e a ragione. All Might non è un personaggio realistico.

    Non è vero.
    E' costruito su falsità e mezze verità.
    Che sia incredibilmente forte è vero, ma resta pur sempre un uomo.

    « E anche "che tipo di eroe vuoi diventare" è una domanda... così da persona adulta. »

    Commentai, storcendo le labbra. La mia carriera sinora era fatta solo e solamente di domande senza risposta. Con un nuovo sospiro mi alzai, avvicinandomi nuovamente a riva per sistemarmi seduta sul bagnasciuga. La sensazione di bagnato iniziava a darmi fastidio.

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    Kimama Evans
    «Le falene non vanno mai in vacanza»



    Era stata una confessione degna di fiducia quella di Elkalicious, un modello di eroe che di certo non poteva annoverarsi come eroico per tutta la sua storia passata. Però Kimama si fidava di Midori, confidava nel fatto che quelle parole che si erano scambiate sarebbero rimaste per sempre tra di loro. Kimama era felice di aver parlato di questa sua scelta a qualcuno che non facesse parte della sua famiglia, di idrolizzare un eroe imperfetto che si dedicava comunque anima e corpo a fare del suo meglio. Eppure la guarda sospirare ed alzarsi e si preoccupa che le abbia detto qualcosa di sbagliato, qualcosa di brutto persino, ma il non riuscire a capire che cosa sia la rende quantomeno preoccupata di quella che poteva quasi considerare un'amica. Per lei non era un peso parlare di quel genere di cose, parlare del suo futuro e di ciòche l'aveva portata a scegliere quella faticosa strada al di sopra di tutte le altre. Kimama pensò che forse Midori aveva bisogno solo di qualche minuto per riflettere, in fondo anche lei aveva intrapreso quella medesima difficile strada!
    "Mi faccio una nuotata e ti raggiungo!" Esclama Kimama con un vivace sorriso, annuendo verso la sua compagna di corso. "Non stare troppo al sole o finirai con lo scottarti!"

    Kimama non era mai stata davvero brava a capire le persone, vuoi per la sua natura timida vuoi per il modo in cui vedeva molte cose. Era nella sua natura il perdonare, il cercare di capire prima di agire, il cercare un compromesso prima di colpire. Ma non vi sarebbero stati sempre tali compromessi, vi sarebbero state volte in cui l'unica via sarebbe passata attraverso la forza e la sofferenza, un pensiero che le faceva paura ma che aveva accettato quando aveva fatto la sua scelta. Riempie i polmoni e si lascia affondare nell'acqua, appesantita dalla peluria zuppa che la trascina naturalmente verso il fondale. Quando è pienamente sommersa spiega le sue grandi e candide ali, lascia che il freddo dell'acqua profonda la avvolga completamente prima di chiuderle parzialmente per riespellersi in avanti, le antenne che danzavano sospinte dalle correnti marine, le ali morbide quasi fossero delle pinne che si indurivano e deformavano ritmicamente per sospingere il corpo della mutant in avanti. Ci aveva impiegato mesi per compierei quei semplici gesti, per imparare ad usare qualcosa atto al volo in un ambiente completamente opposto. Le sue antenne sono strumenti suscettibili e delicati, e così come in volo le usava per percepire le correnti assieme alla sua densa peluria così faceva sott'acqua. Trovava le correnti e usava le ali per bilanciarsi in esse, si lasciava trascinare e riemergeva di tanto in tanto per riprendere fiato ed immergersi di nuovo. Vista dall'alto sembrava quasi che volasse sott'acqua, una sagoma bianca distorta dall'increspatura dell'acqua marina. Dopo una decina abbondante di minuti spesi nel silenzio delle correnti marine, Kimama riemerge e si avvia con lenti passi verso la battigia. La vista era buffa, con la peluria zuppa che penzolava verso il basso e quei capelli mossi e gonfi ora attaccato alla testa e alle spalle come una pellicola color cobalto. Porta gli indici davanti al viso e li usa per aprire i capelli come fossero una tendina, guardando Midori e sorridendole.
    "Hai fame?" Le domanda con genuino interesse, sicura che lei di fame ne avesse e anche molta. Sarebbe stata una bellissima giornata in spiaggia, e chissà poi avrebbe anche provato a convincerla a fare un tutto aereo. "Così non peserà sullo stomaco per fare di nuovo il bagno!"


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    Midori Hasegawa
    Uh? Avevo fatto qualcosa di male?
    Guardai verso Kimama che nuotava via, annuendo con un piccolo sorriso. Rimasi placidamente al mio posto, giocherellando con la sabbia e osservando come la luce si rifletteva su di essa - era carino, come effetto. Annoiata, iniziai a giocherellare con piccole quantità di onde generate dalle mie dita, vedendo come venivano riflesse dall'acqua, come la luce giocava con essa. Un poco quella naturale, un poco la mia, un poco entrambe. Stavo facendo dei piccoli effetti di luce innocui, generando ogni tanto qualche strana lucetta. Nel frattempo, i miei capelli continuavano a sfumare verso un biondo sempre più intenso, complice anche il sole. Avevo messo la crema, quindi non avevo paura di scottarmi per il momento.

    Restai silenziosamente a guardare la falena muoversi in acqua - sembrava così a suo agio, nonostante logica vorrebbe che fosse fuori dal suo elemento. Che poi, chi decide qual è il "tuo" elemento? Forse mi sto lanciando in pensieri troppo filosofici per una vacanza. Dovrei riuscire a divertirmi, magari trovare il tempo di ascoltare un poco di musica. Giocare a palla, godermi il festival... sì, dovevo metterci più impegno.

    Avrei avuto tempo dopo, per preoccuparmi del mio futuro.
    Anche se lo potevo sentire continuamente bussare alle mie spalle.

    « ---pfft. »

    Alzai lo sguardo verso Kimama, guardandola tornare.
    Dovevo ammettere che era buffa, tutta bagnata in quella maniera. Feci del mio meglo per trattenere le risate, salvo scoppiare a ridere dopo qualche istante. Era inutile, era troppo buffa. Tutta quella peluria bagnata, le ali in quelle condizioni e la scena della tendina. Non avevo un umorismo eccezionale, ma per qualche ragione questa scena mi aveva fatto ridere più del dovuto.

    Dopo qualche istante, mi ripresi, portando un dito agli occhi per tirare via un accenno di lacrima.

    « Okay, okay, ci sono. Scusami, era una scena troppo buffa. Sì, andiamo a mangiare qualcosa. Dovrei avere portato un po' di roba... »

    Commentai, prima di alzarmi e iniziare a dirigermi verso il nostro ombrellone. Il pranzo sarebbe andato avanti tranquillo, permettendoci successivamente di continuare la nostra serata in un'altra direzione. Avevamo tanto tempo per conoscerci meglio e fare amicizia - anche se tutto sommato, era difficile non apprezzare KImama. Quale mostro senza cuore potrebbe trattare male una falena così gentile?

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17 replies since 9/7/2020, 13:12   356 views
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