Shooting Stars

Role estiva [Slot bonus] | Evelynn & Rei

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    Tch. - sbottò sotto voce la giovane artista alzandosi dall'inchino. Non le importava molto delle persone attorno a loro che ora la stavano fissando in quel modo, qualunque esso fosse: aveva imparato sin da bambina che le opinioni delle persone importavano ben poco, perché erano tutti un branco di esseri senza cervello estremamente manipolabili. Le sarebbe bastato tirare fuori un bel malloppo di contanti dal portafoglio e lanciarlo in aria e tutti si sarebbero dimenticato ben presto dell'accaduto. Non lo fece però perché, appunto, non conosceva quelle persone e non le importava minimamente della loro opinione.
    Uno dei vecchi film di gangster che si guardava sua madre aveva una scena che la aveva sempre colpita dove il protagonista ben poco sobrio - dopo aver fatto una scenata in pubblico - si ritirava invitando i presenti a dare la buonanotte al cattivo. Forse era arrivato per lei il momento di ritirarsi proprio come in quel film: quella donna le aveva rovinato la serata, che lo avesse fatto di proposito o meno. Ovviamente buona parte dell'accaduto dipendeva da lei e dall'aver utilizzato la sua unicità per qualcosa di così triviale come un pupazzo, ma non si sarebbe certo presa la colpa. Non ora, almeno. Probabilmente tra cinque anni avrebbe ripensato a questa storia sentendosi tremendamente in colpa. Poi due anni dopo. Poi altri tre, e così via. Rei era quel tipo di persona che sminuisce tutto all'accaduto per poi finire a rimuginarci ripetutamente anni dopo, sì.
    In ogni caso quella serata era iniziata male e finita anche peggio. Dalle viscide mani di un ricco ragazzino scelto di sua madre era finita nei terribili tentacoli di una donna viola. Se avesse visto le code che nascondeva sotto lo yukata quella metafora sarebbe stata ancora più calzante, ma non lo sapeva.
    Se c'era però una cosa che le dava più fastidio dell'essere (in)giustamente incolpata beh, questo era certamente essere trattata come un'incapace. "Rude"? Nessun problema, effettivamente aveva perso la pazienza ed era colpa sua. Lo riconosceva, e questo inficiava certamente il successivo "maleducata": sua madre la aveva educata più che bene, semplicemente la situazione l'aveva presa in contropiede. Non lo era, ma anche se la donna con la maschera volpina fosse stata in buona fede Rei avrebbe probabilmente reagito allo stesso modo perché... beh, semplicemente non era avvezza ad avere discussioni che durassero più di una frase, era altamente sotto pressione. Raramente parlava così tanto persino con le sue migliori amiche, figuriamoci con una sconosciuta.
    Incapace però no, non poteva accettarlo. Riconosceva lei stessa di avere numerose lacune, ma non sopportava quando questo le veniva fatto notare. All'esame per la Licenza non era esploso un caso mediatico solo perché - sebbene fosse stata abbastanza inutile - Fuyuko non glielo aveva fatto notare.
    No, non ho certo bisogno dei suoi punti. - rispose in fretta mentre le sue labbra si inarcavano in un muso imbronciato. I suoi occhi azzurri si inumidirono, ma non avrebbe certo pianto lì davanti a tutti - A-anche v-volendo potrei averlo gratis fuori dalla porta di casa do-domattina. - aggiunse con voce ora più tremolante e meno sicura. Sua madre era comunque la figlia dei fondatori di uno dei siti di e-commerce più famosi al mondo, in tutta onestà avrebbe potuto avere quel panda o cento di quei panda senza problemi. Aveva partecipato a quel gioco solo per averlo subito e soprattutto per non sprecare quella serata... peccato le cose fossero andate diversamente.
    Te-te-tenete il resto. - disse con un inchino al tizio del tiro-a-segno. Era abbastanza sicura di non aver utilizzato tutti i proiettili che le spettavano per quanto aveva pagato ma non importava. Con un altro inchino alla donna si sarebbe diretta poi verso altri lidi, perché comunque era una ragazza educata. O forse no.
    Love, ora nascosto nella sua manica destra, avrebbe rilasciato una bella striscia di inchiostro sulla parte posteriore dello yukata della donna in viola mentre si allontanava, ammesso ovviamente che quest'ultima l'avesse lasciata allontanare e non avesse intenzione di proseguire in quella tortura. Dopo quel gesto avrebbe accelerato il passo fino ad arrivare a correre, cercando di districarsi tra la folla ed allontanarsi il più in fretta possibile. C'è poco da dire: una ragazza viziata quanto lei, per quanto timida, non sapeva proprio come sopportare quando le veniva fatto un torto.
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    Dunque era una di quelle ragazzine, quelle piene di soldi che sono abituate ad avere tutto subito. La sua reazione era stata a dir poco impagabile dato che aveva sbottato molto più in fretta di quanto mi aspettassi tuttavia per quanto potessi sentirmi soddisfatta di aver ottenuto questo risultato, non riuscivo a capire perché se la fosse effettivamente presa: le avevo dato qualche consiglio, le avevo fatto un paio di domande da persona stupida su qualcosa che avevo visto e poi di base niente più.
    Non ricordo di averla accusato pubblicamente di aver fatto qualcosa di sbagliato o di averla offesa, forse era il carattere di tutte le bambine nate e cresciute con il cucchiaio d'argento in mano? Sempre se fosse stato vero, insomma una con grande disponibilità come aveva detto se ne sarebbe girata senza nessuno al seguito per tutto questo tempo? Oh beh non era un problema mio, in fondo tolta la voglia di farla ammattire un po' non avevo tutte queste cattive intenzioni ed oltretutto ero riuscita nel mio intento in una maniera a dir poco splendida, quasi da antologia.
    ...possiamo tralasciare il fatto che io non sappia effettivamente la causa scatenante? Sì? Grazie.
    « Capisco. » Non voleva i miei punti? Ed io che mi sentivo di voler fare un gesto carino per una ragazza che aveva perso la pazienza. Mi domando cosa sarebbe successo se l'avessi disturbata con una coda al momento dello sparo, probabilmente sarebbe esplosa come un vulcano. Sarebbe diventata rossa in viso? Se sì, quanto rossa? Oh, quasi quasi rimpiangevo di non averla vista in quel modo, sarebbe stato ilare ma poi mi domando se non fossi riuscita a trattenermi dal non ridere.
    Non so come mai stasera ero in questa vena, forse perché era il primo festival a cui partecipavo dopo anni. Era così che si comportava quel tipo di volpi oppure faceva di peggio? Forse, non lo saprò mai dato che si tratta di uno dei tanti miti della cultura giapponese che aveva un sacco di agganci, ora che ci facevo caso, con spiriti ed affini. Chissà se non fosse proprio per questo che il mio aspetto non veniva nemmeno così tanto notato quando camminavo per strada, almeno prima che esplodesse tutto il movimento anti Mutant. Non era da escludere che l'avvento dei quirk avesse dato delle immagini fisiche a quelli che venivano chiamati yokai nella cultura nipponica ma non dovevo divagare molto dalla questione corrente, ovvero quella ragazzina che si era messa a tirarsela senza motivo.
    Questo mi diede giusto un po' di fastidio, lo vidi però come lo sfogo di una bambina che non era riuscita ad avere il giocattolino che voleva con le proprie forze ed allora chiedeva al paparino di farglielo avere perché altrimenti avrebbe pianto per tutto il tempo, kinda cute. Feci spallucce, tornando a mirare ai bersagli. Se non voleva i miei punti, avrei continuato a fare il mio gioco: peccato, ero davvero disposta a lasciarglielo. « Spero che la cosa ti faccia sentire una persona migliore. » Avere le cose senza sudarsele ma ottenerle in regalo doveva essere una soddisfazione davvero senza precedenti, soprattutto poi quando si andava a cercare di capire quali fossero le proprie reali capacità e cosa saremmo stati capaci di fare una volta tolti i regali.
    Ovvero niente.
    Ehi però non dovevo di certo sminuire le persone del genere, anche non saper far niente era una qualità dato che ce ne voleva di talento per non aver talento. Che poi magari quella tizia era la ragazza con più doti su questo pianeta, il tiro a segno però non era forse tra quelle così come la fiducia, l'aveva sentita più balbettare che parlare in pratica. Almeno un principio di etichetta ce l'aveva, chissà se non avesse un'insegnante per quello: una di quelle severe che ti bacchettano le dita che si vedono nei film, tipo. Non lo avrei scoperto mai grazie al cielo, una persona del genere con me avrebbe rinunciato prima ancora di cominciare dato che hanno una forte etica ed una forte morale, aver a che fare con una persona come me era impensabile.
    Comunque non dovrei sentirmi soddisfatta per far arrabbiare le ragazzine, davvero, perché questo in teoria dovrebbe farmi sentire come una persona peggiore. In teoria, in pratica invece stavo in maniera meravigliosa e non mi sentivo minimamente in colpa. Che belle le meraviglie di avere un carattere fatto proprio male. « Fai buon rientro, sweetie. » Un piccolo augurio canzonatorio prima di rimettermi a sparare. Se lavessi guardata forse avrei anche potuto far caso a quel regalo lasciatomi sullo yukata, essendo concentrata sul tiro a bersaglio però interpretai quel movimento alle mie spalle come niente di pesante o fastidioso: me ne sarei accorta un bel po' dopo, lasciandomi andare in simpatici appellativi pieni di apprezzamento per la sua genitrice da gran donna di classe qual'ero.


    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 4

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    Rei non si riteneva una persona talentuosa, ammesso poi esistesse un qualche tipo di scala ufficiale per misurare il talento. C'erano solo tre cose che sapeva fare nella sua vita: ballare, disegnare e scolpire. Anche quel minimo di autostima che poteva avere in sé stessa riguardo a quelle tre pratiche, però, era in costante instabilità a causa della sua singolare situazione. Chi crede che il denaro rende felici si sbaglia, perlomeno quando sei un ragazzino sensibile nel pieno sviluppo. Il fatto che la giovane Okazaki non desse valore alle parole e agli sguardi delle persone che ora la stavano guardando male significava ovviamente che tendeva a non dare significato neppure a tutti quei complimenti che riceveva ogni giorno. Per quanto ingenua non era comunque così stupida da pensare di ignorare le critiche e crogiolarsi nella stima. Suo padre aveva tentato di accasarsi con sua madre solo per la sua bellezza e soprattutto per il suo denaro e non ci aveva pensato due volte a darsela a gambe una volta scoperto che sarebbe diventato padre. Per quanto potesse vantarsene in alcuni momenti - come ora per ottenere quel panda - Rei era in realtà terrorizzata dal suo status sociale e dal suo portafoglio.
    Logicamente una ragazzina ricca non può che essere circondata di persone che non vedono l'ora di andare a casa sua, fare un bagno nella vasca idromassaggio, andare in vacanza assieme sul suo yacth... eppure l'unico amico della giovane artista era Love. Sì, Rei era terrorizzata dal suo status sociale e dal suo portafoglio, e per questo non permetteva a nessuno di avvicinarsi, non voleva che nessuno le facesse dei complimenti senza sapere se erano veri o dettati solo dal puro opportunismo. Proprio per questo motivo, non si riteneva una persona talentuosa: non era mai riuscita a considerare neanche una singola frase che le venisse rivolta come vera, non aveva la minima idea di come le persone percepissero davvero le sue creazioni o lei come persona. Di certo non era brava al tiro a segno e questo era evidente, anche se era contenta tutto sommato di essere migliorata nell'utilizzo dell'unicità.
    Percepì le ultime parole della donna volpe di sfuggita mentre si allontanava dopo averle metaforicamente rigato la carrozzeria. La giovane non si sentiva né migliore né peggiore del normale per come aveva agito quella sera. Come detto, anche se le intenzioni della donna viola fossero state sincere avrebbe probabilmente reagito allo stesso modo: non era tanto il contenuto delle sue frasi ad infastidirla quanto il semplice fatto che le avesse anche solo rivolto più di una frase. Forse era più una scusa e un modo di sentirsi a posto con sé stessa che altro, ma a Rei non piaceva sopravvalutarsi e considerarsi chissà quanto razionale - da qui la sua passione per gli animali.
    Quanto successo era infatti per lei ben poco dissimile dal continuare ad accarezzare un gatto in una zona che odia e lamentarsi se si viene graffiati. Non era adatta a stare in società, non amava le chiacchiere e odiava le persone. Il semplice fatto di trovarsi in una folla così grande la indisponeva oltre misura. Se mai un giorno avesse incontrato nuovamente quella donna in un posto diverso e più intimo (magari un museo) avrebbe probabilmente passato ore a chiederle scusa per il suo comportamento, perché era fatta così... ma quello era ben lontano dall'essere il suo habitat naturale.
    Persasi nella folla, Rei iniziò a respirare con affanno. Aveva corso per cinque minuti buoni per allontanarsi il più possibile da quell'arpia e ora aveva raggiunto un piccolo spiazzo del porto poco frequentato. Nella corsa tra le spalle e i gomiti delle persone aveva perso la maggior parte dei suoi fermacapelli e la sua chioma, sghembamente libera, ondulava disorganicamente nel buio pesto accentuato dal mare nero. Si piegò sulle ginocchia e si mise a piangere per dieci minuti buoni, per poi riprendere la via di casa.

    Con un ultimo colpo di scalpello l'occhio della maschera da kitsune era completato. Era ormai notte fonda e Rei era tornata a casa senza mangiare e si era chiusa in camera sua. Sua madre era ancora fuori, uscita con delle amiche. Probabilmente si trovavano ancora sulle barche di quello strambo ristorante, "Stella" o come diavolo si chiamava.
    Nella sua stanza, la Okazaki aveva passato ore a scolpirle una statuetta di una ventina di centimetri della donna che l'aveva infastidita utilizzando l'inchiostro di Love. Questi, ogni volta che gli occhi della ragazzina si inumidivano e vedeva che stava per piangere di nuovo, le assestava un colpo di tentacolo ben mirato proprio al centro della fronte.
    Rei aveva una collezione di statuette di inchiostro, le scolpiva personalmente. Entrare a far parte della sua collezione, sebbene equivalesse a farsi ritrarre da un artista potenzialmente famoso, era ben poco lusinghiero: tendeva infatti a ritrarre le persone che la infastidivano oltre modo come una sorta di eterno memento. D'altra parte, praticamente la totalità delle sue statue erano anche persone che, incontrate in futuro, si sarebbero meritate le sue scuse. Completata l'opera la cosparse di un particolare fissante che impediva all'inchiostro organico di Love di degradarsi velocemente come di norma e la mise sulla mensola dove riponeva i libri d'arte, a fianco alle altre. La sua vicina, alla sua immediata destra, era una ragazzina della UA che aveva perso il suo gruppo durante l'esame per la Licenza e aveva fatto fin troppo affidamento sul team composto da lei, Aoi Houou e Fuyuko Tanaka.
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    Ti ringrazio per la role, è stata molto divertente! Alla prossima. :**:
     
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17 replies since 13/7/2020, 21:15   302 views
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