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TANABATA FESTIVAL « Ah no! Nulla di importante. » - Ryo nascose molto velocemente la notifica, spegnendo lo schermo e facendo una faccia innocente verso il corvino. Forse così sembrava ancora più sospetto, ma non voleva che Daisuke vedesse che stava controllando triste ed affranto il banner di Whisper. Gli aveva anche dato l'amicizia su quel gioco e sapeva che ogni tanto ci giocava ma non voleva sembrare fin troppo ossessionato. Magari ne avrebbero parlato dopo, visto che di tempo ne avevano. Lui sembrava in vena di fargli complimenti quella sera ed anche se non capiva al 100% se fosse ironico o meno gli faceva più o meno piacere che si preoccupasse per lui. Certo, non tanto da dirgli pure della sua estrema delusione nell'aver speso tutti i suoi soldi virtuali senza aver trovato nulla.
Più che altro sperava non lo prendesse in giro per la questione della pasticceria, anche se si fidava abbastanza di Daisuke per dirglielo. Forse un giorno avrebbe sul serio avuto bisogno di un commesso come lui che poteva teletrasportare tutti i piatti al bancone. Sarebbe stato un colpo di genio da parte sua, se solo lui ed il corvino non fossero stati ex criminali con una fedina criminale ancora pulita, ma con tutta la polvere sotto il tappeto che aspettava solo di essere scoperta.
« Sono contento ti piaccia. Ovvio, ti metterò a servire tutti i tavoli. » - Avrebbe sorriso timidamente verso di lui. Aveva mille dubbi per ogni sua singola idea, figurarsi per un investimento di tempo e soldi così grande. Avere anche un piccolo appoggio da parte sua era importante, anche perché era una delle poche persone di cui gli importasse l'opinione. Di certo si sentiva di continuo osservato dal mondo, ma solo i membri di ETERNIUM avevano una certa rilevanza nei suoi pensieri e nelle sue scelte. Se loro dicevano che una cosa era una buona idea, si sentiva molto più incoraggiato di prima. Era il caso anche di Daisuke, ovviamente.
« Certo. » - Puntò gli occhi verso gli attori di Hollywood che tramontavano dietro di loro, le stelle che così tanto allineate avrebbero potuuto formare una costellazione da sole. Non ci avevano passato così tanto tempo, ma di sicuro gli avevano fatto una strana ma bella impressione. Chissà se avrebbe potuto pubblicare più tardi quelle foto per dare una recensione al museo, visto che il suo telefono sembrava essersi già sintonizzato per chiedergli di lasciarne una. Era abbastanza inquietante come cosa, ma allo stesso tempo non era abbastanza bravo ad orientarsi tanto da lasciare il GPS sempre staccato. Forse avrebbe fatto meglio a non lasciarsi troppe tracce dietro, ma voleva ogni tanto togliersi quella sensazione di nervosismo che aveva spesso quando passava vicino a luoghi frequentati dalle autorità. L'albino ascoltò con attenzione il lungo racconto del ragazzo dai capelli neri, chiedendosi se si fosse infilato in un altro di quei suoi lunghissimi discorsi che non sembravano finire mai. No, non doveva pensarla così. Alla fine era piacevole sentirlo parlare di quelle cose e forse doveva interpretare quel suo lungo dialogare in un altro modo. Forse era solo logorroico, oppure come lui non aveva molta gente con cui parlava. Sembrava quasi di ascoltare i racconti di viaggio di un famoso esploratore, che forse avrebbero potuto incontrare di lì a breve.
« Incredible, mister Okada . » - Commentò nel suo inglese poco ricco. Doveva essere interessante sapere bene l'inglese. In effetti viaggiare così tanto e sapere solo il giapponese doveva essere una bella rogna, considerato che per quanto complicato e completo quasi mai la lingua nipponica aveva una corrispondenza andando più lontano della regione asiatica. Quando vide che si erano infilati nella sezione degli sportivi, pensò che in effetti si trovava in un luogo che conosceva allo stesso livello degli attori di prima. Di certo non avrebbe fatto fatica a riconoscere il grande giocatore di baseball, anche perché a casa sua un tempo lo guardavano assieme. A lui non piaceva più di tanto, anche se conosceva bene le regole per un semplice motivo: Tever era sempre stato bravissimo in quello sport e forse si stava ancora allenando per entrare a far parte della lega professionista. Forse avrebbe dovuto controllare prima o poi i giocatori della lega nazionale, ma il baseball non era stato proprio il centro dei suoi pensieri negli ultimi anni. Non sapere chi fosse Sadaharu Oh sembrava anche a lui incredibile, che di sport non ne sapeva più di tanto.
« Oh, lui lo conosco. E' stranamente... dinamico, da un momento all'altro potrebbe olpirmi. » - Avrebbe risposto dopo quella breve pausa, prima di ascoltare nuovamente i racconti di Daisuke. Forse aveva ragione ed il corvino aveva decisamente bisogno di parlare con qualcuno, visto che non gli aveva mai detto di sentirsi così. Nonostante un'esperienza simile, Ryo non poteva capire appieno i suoi pensieri ma poteva solo immaginarli. Avrebbe voluto parlarne di più, sapeva che sulla coscienza di una persona normale un omicidio, sopratutto quello di un ragazzo così giovane, non doveva essere facile. Ma non voleva rompere troppo quella calma ed era già felice avesse aperto una finestrella per aprirne con lui. Era stato via così tanto che quei novi mesi avevano quasi dato vita ad un nuovo Daisuke e non sapeva se era meglio o peggio. Aveva di sicuro corretto un bel po' dei suoi difetti, ma gli sembrava molto più solo. O forse lo era anche prima e semplicemente lo nascondeva con l'alcool e le sigarette?
« Onestamente non mi aspettavo avessi viaggiato così tanto, pensavo fosse una tua esagerazione. » - Con gli occhi passò sulla pattinatrice, notando per un attimo quella posa così dinamica che sembrava stesse in procinto di volare. Chi era quella? Ryo poteva riassumere tutta la sua conoscenza degli sport nel baseball ma del pattinaggio non ne sapeva proprio niente. Daisuke sembrava abbastanza interessato, quindi magari lui era appassionato. Non l'hobby che si immaginava più adatto a lui, ma non voleva giudicare. In effetti gli sembrava avesse proprio il fisico da pattinatore. Non è che anche lui nascondeva una carriera da professionista di quella disciplina e stava solo cercando il coraggio di dirglielo? Il non vedersi spesso magari coincideva con gli allenamenti. « Dovresti scrivere un libro secondo me. La gente legge tutto quello che gli sembra cool. » - Avrebbe iniziato, prima di passare oltre la statua della pattinatrice. Facendo qualche passo in avanti si sarebbero imbattuti in quelli che sembravano invece esponenti del mondo del calcio. Non ne riconosceva quasi nessuno, senza la sorpresa dell'albino. Piegato su una panchina avrebbe notato però una figura che stranamente gli sembrava familiare.
« Questo è Beckam, una volta ho visto un film su di lui. Lo conoscevi? » - Ryo non voleva passare come esperto di sport, ma stranamente aveva una conoscenza abbastanza ampia in quel reparto. « Ah. Mi fa piacere tu sia tornato comunque. Alla fine noi siamo i membri che si conoscono da di più, credo. Non pensavo neanche tornassi. » - Guardò un'altra serie di calciatori, che sembravano quasi più bassi di lui. Erano davvero così "piccoli" i campioni di calcio mondiali o era solo una cattiva riproduzione? Onestamente non se lo aspettava. Chiuse quel discorso più o meno in fretta, non voleva rendere la serata troppo pesante.
« A quanto pare più avanti si possono fare delle foto in posa con una mazza da baseball. Ti va? » - Avrebbe indicato sul volantino con il dito una delle tante attività che erano proposte per la serata.. -
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TANABATA FESTIVAL Ryo non aveva idea dei pensieri oscuri che vorticavano nella mente di Daiuske in quel momento perché... beh, era già un miracolo che fosse riuscito ad intuire più o meno i suoi sentimenti riguardo il viaggio ed altro e non era così bravo in quel tipo di interazioni sociali. Dopotutto il suo primo smartphone lo aveva comprato poco tempo dopo essere sfuggito dalle mani della serpe e fino a quel momento il suo cellulare più moderno era uno di quelli con una tastiera simile ad un computer. Per lui spegnere lo schermo e nascondere una notifica era come chiudere un libro quando parlavi con una persona, quindi semplicemente si chiese il motivo per cui avesse messo il broncio per qualche secondo. Forse si era ricordato di qualche avvenimento triste avvenuto durante il suo giro attorno al mondo? Oppure si era ricordato di quell'omicidio di tanti anni prima? Sperava di non essere stato troppo insensibile su quel campo, anche perché non era sua intenzione.
« Ecco, dovresti prenderti la licenza e farmi brevettare i tavoli-portali. » - Aggiunse al suo commento. Gli piaceva poter parlare di quelle cose un po' sceme con lui, anche perché dubitava che Daisuke avesse intenzione di frequentare un qualche corso professionale per diventare un onesto lavoratore. O forse sì? Nella sua mente si immaginava che volesse evitare di esporre un'Unicità così rara alle autorità, considerati tutti i casini in cui era immischiato in passato.
« Ah beh... nemmeno io. » - Rispose tranquillo, prima di ascoltare quella dolce frase che aveva pronunciato. Era carino vedere che ci tenesse a loro in qualche modo. Considerato quanto Ryo facesse pena nel dimostrarlo, avere qualcuno di leggermente più sincero all'interno del gruppo era meglio. Probabilmente Yuya non lo avrebbe ammesso nemmeno tra un milione di anni, mentre Yami era pur sempre Yami. Per lui quell'amicizia era praticamente scontata e sapeva che potevano contare l'uno sull'altra. Si chiedeva se il corvino possedesse altri giri di amicizie ed un po' glie lo augurava, un po' era quasi invidioso che avesse una vita fuori da ETERNIUM. Lui stava bene così, ma si domandava se prima o poi un gruppo di amici non avrebbe soppiantato l'altro. Rifiutò quel pensiero in automatico nella sua mente, abbandonare quel gruppetto non era qualcosa che Daisuke avrebbe fatto. Rimase in silenzio, sorridendo sotto i baffi.
« Fermo così. » - Avrebbe ordinato al corvino mentre questo stava provando a mettersi in posa per sembrare un provetto giocatore di baseball. Faceva un po' ridere quanto volesse provarci a sembrare realistico, con quell'espressione da duro che pareva sul punto di uccidere qualcuno più che di colpire una palla. Non che non apprezzasse il tentativo però - era una parte della sua personalità che gli piaceva - visto che alla fine le foto uscivano bene come si immaginava. Forse doveva darsi anche alla fotografia e lui ad una carriera da modello? Gli scattò diverse foto nelle posizioni che aveva desiderato, sembrando un po' strano con lo yukata ed una mazza da baseball ma decisamente carino quando si era posizionato in maniera più rilassata. « Tieni. » - Gli passò il telefono, mentre facevano a cambio di "equipaggiamento", uno con la mazza da baseball e l'altro con la fotocamera aperta. Trovò lì, lasciato da un altro turista, un elmetto e se lo mise in testa con delicatezza per non scompigliarsi troppo i capelli. Ricordava ancora come si faceva? Ricordava che bisognava tenerla con una certa delicatezza, la mano destra sopra la sinistra, non completamente dritta ma parallela ad un certo punto del corpo... forse voleva solo fare bella figura con lui, forse voleva rivivere qualche ricordo lontano. Piegò leggerme le ginocchio ed allargò le gambe, mentre si metteva a guardare la fotocamera. Probabilmente sembrava più una persona che teneva in mano una katana. Si chiedeva mentre cercava di sorridere se anni prima sarebbe mai arrivato a farsi fare una foto così ridicola in pubblico, o farsi fare una foto in generale. Quando Daisuke avrebbe scattato la foto avrebbe posato la roba e controllato le foto - erano carine, purtroppo la luce dentro quel posto non era proprio ideale. O forse era a lui che non piacevano tutti i faretti puntati con quell'arancione particolare? Non capiva molto bene il mondo dela fotografia., rivalutando il pensiero di prima.
« Possiamo andare avanti direi. » - Propose, anche perché non gli piaceva particolarmente quel reparto. Era come andare ad un concerto di una band senza conoscere le canzoni e tentare in qualche modo di cantare seguendo gli altri. Magari a Daisuke piacevano quelle cose, ma a parte Oh non sembrava che fosse particolarmente interessato. La prossima sezione era più che altro estremamente curiosa: quella dei politici e delle figure storiche più famose. Si chiedeva se avessero chiesto il permesso per raffigurarli, perché aveva visto online che nei paesi occidentali amavano creare strane caricature dei propri leader in uno stile decisamente grottesco. Nella sua fantasia era raffigurato il primo ministro scolpito in quel modo, quasi da assomigliare un piccolo goblin, così come Oda Nobunaga raffigurato assurdamente come una bassa donna. Addentrandosi ancora di più all'interno i muri sarebbero stati decorati da numerose bandiere che ricoprivano tutto come se si trovassero in un'ambasciata. Le guardò curioso, cercando di ricordarsi i paesi e provando ad associarle, anche se l'occhio gli sarebbe caduto sulla grande fila per una star che non poteva eguagliare le altre, proprio all'ingresso dell'area: il presidente degli Stati Uniti era seduto alla sua famosa scrivania della casa bianca, attirando un sacco di curiosi che volevano farsi una foto con lui. Non sapeva perché, ma pensare un uomo così potente lì seduto di fronte a lui e con una faccia amichevole era quasi divertente ed estremamente assurdo. Avrebbe fatto segno a Daisuke di avvicinarsi con lui, sempre volesse.
« Signor presidente, cosa ne pensa della politica sui Quirk? » - Gli avvicinò il telefono al viso come se fosse una specie di intervista, per scherzare spensierato. « Yami ora è il primo ministro del Giappone, ha fatto carriera. Ahem, scusa. » - Si era lasciato un po' prendere da quella visione mistica, ma forse stava un po' esagerando. A meno che Daisuke non volesse rimanere lì a farsi una foto col presidente, sarebbe andato avanti per arrivare di fronte ad una grossa statua di All Might che troneggiava su tutte le altre. L'eroe era in pratica in pensione ed erano ormai anni che non si vedeva in giro, ma anche lui si ricordava delle sue prodezze. Era abbastanza divertente come anche se la statua in cera era probabilmente precisa nei minimi dettagli, All Might sembrava quasi provenire da un qualche cartone animato, come se fosse il Pro-Hero ideale per la nazione.
« Che strano vederlo qui nella sezione un po'... politica. Mi chiedo se ci siano altri Pro-Hero davanti. Scommetto che quel pazzo di Endeavor esploderebbe dalla gelosia se mai fosse qui. » - Era conoscenza generale che l'eroe infuocato non vedesse proprio di buon occhio l'altro, quindi quel commento era puro gossip rispetto ai due. « Potevano comunque mettere più giapponesi in questa sezione. Semrano quasi tutti stranieri per ora.» - Commentò, sperando di non venire frainteso. Come prima, non amava non conoscere bene quel che vedeva e doversi avvicinare alla targhetta per capire chi fossero. Si stava trasformando in un qualche turista fin troppo esigente?. -
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TANABATA FESTIVAL L'albino rifletté sul significato delle parole di Daisuke. All Might era davvero ancora un simbolo così importante per quella società? Ci aveva pensato spesso quando era più giovane ed era un adolescente che amava definirsi ribelle ed andare contro le opinioni degli altri per il gusto di farlo. Ora quelle idee che andavano contro gli eroi in sé gli sembravano infantili e frutto di un punto di vista che non poteva portare a niente. Per quanto non gli stesse simpatico, non poteva negare l'effetto che aveva avuto sulla società, visto che ormai il crimine era aumentato a dismisura dopo il suo ritiro dalle scene. Non amava particolarmente la condotta degli eroi, semplicemente perché erano gli unici in grado di poter usare l'Unicità. Sapeva che non a tutte le persone si poteva dare la fiducia di usare il proprio Quirk per il bene, ma tanto i criminali se ne infischiavano di quelle leggi. Anche i vigilanti erano ricercati tanto quanto i villain più ostici, soprattutto perché non c'era niente che li potesse fermare dal compiere una strage di criminali. E stava per finire vittima di uno di loro, anni prima.
« Ho sempre preferito Endeavor., una volta avevo pure comprato la sua felpa. » - Confessò, prima di ripensare all'oggetto in questione. Chissà se lo avevano buttato o conservato con cura. Era abbastanza divertente immaginarsi la sorte delle sue cose, forse distribuite a decine di persone in tutta la città e magari anche fuori. La sua preferenza verso il baffo di fuoco era data più che altro al suo comportamento freddo e rude con le masse e soprattutto perché a tutti piaceva All Might e quando ancora gli importavano quelle cose sapeva che non a tutti piaceva Endeavor. Era un qualcosa di molto infantile ma quando non riusciva a capire la gente, si immaginava che anche il Pro-Hero semplicemente non capisse l'affetto e l'adorazione per lui. Questo relazionarsi con le star gli sembrava ormai una cosa molto comune, anche se non riusciva più ad immedesimarsi in loro. Aveva capito che non erano perfetti e che ognuno di loro aveva la propria vita dove erano persone che erano tristi e si arrabbiavano. Chissà, forse era meglio prima quando non se ne era accorto.
« Ah. Non avevo notato. » - Quel commento era stato un po' di troppo, tanto che gli sembrò che Daisuke lo stesse quasi richiamando. Beh, sperava non fosse quello il caso perché gli avrebbe spaccato la faccia probabilmente. Era una reazione fin troppo esagerata e lo pensava solo nella sua mente contorta, ma sperava che nessun Quirk di lettura mentale gli togliesse anche quella libertà. Ovviamente erano amici e poteva reggere un po' il far notare quanto a volte fosse scemo, bastava che non lo facesse troppo spesso.
Sakamoto Ryoma. Una figura che aveva così tante rappresentazioni anche negli show e nelle opere più moderne che probabilmente anche gli occidentali conoscevano il suo nome. Provò una sensazione ancora più strana della statua di Marylin. L'attrice era comunque una parte della cultura pop e considerato il suo successo era facile considerarla come "viva". Una figura storica del genere, messa in una statua così come se fosse una persona che poteva camminarti accanto a Shibuya... era una bella sensazione, come se si sentisse più collegato alla propria storia. Poi lui non era così tanto bravo in quella materia ed aveva la conoscenza popolare su di lui come quella di un qualsiasi giapponese, ma per l'albino era quasi una ragione di felicità vedere l'uomo che aveva fatto la storia dell'arcipelago di fronte ai suoi occhi. Per quella volta non fece una foto ma guardò con curioso silenzio la statua di cera che restituì a loro uno sguardo fiero. Per quanto non fossero popolari come gli attori, quelle statue avevano di certo un'espressione molto più umana dei sorrisi degli americani. Camminarono ancora vedendo da una parte il pacifico Gandhi, dall'altra ulteriori capitoli della storia giapponese. Seduto in un angolo, su uno sgabello decorato, c'era un uomo dai folti capelli corvini e l'aspetto decisamente più piacevole delle altre figure storiche o politiche. Accanto alla sua postazione c'era un ritratto che risolse i dubbi dell'albino: era il temibile comandante dello Shinsengumi, Hijikata Toshizo. Per quanto la sua reputazione fosse quella di un demone, la posa della statua era quella di un tranquillo uomo che si stava facendo ritrarre per quella che era in realtà una foto. Guardando meglio quella parte di corridoio sembrava dedicata ai membri più famosi dello Shinsengumi, da Okita Souji a Yamanami Keisuke. Anche se beh, probabilmente nessuno era così particolare come il primo che avevano visto. Notò una certa somiglianza tra chi lo accompagnava ora e l'uomo seduto sulla sedia.
« Un po' assomigli ad Hijikata, sai? » - Si rivolse a Daisuke, sorridendo beffardo. Sicuramente non c'erano membri del plotone che avessero i capelli bianchi e la pelle scura, quindi perlomeno era salvo da una possibile ripicca. Forse sarebbero rimasti un po' a parlare, ora che era finita la sezione politico-storica.
« Ma c'è una nuova sezione eroi... » - Con gli occhi si tuffò verso il volantino, notando che in effetti una piccola area era stata allestita per ricordare a tutti i più grandi eroi del Giappone. Avrebbe convinto Daisuke ad andarci, visto che lo interessava parecchio vedere chi ci fosse in quella sezione. Non avrebbero dovuto camminare molto, bastava solo attraversare un paio di corridoi e poi sarebbero giunti a destinazione. Per strada avrebbe notato un luogo indicato da un grosso cartellone: sembrava che ci si potesse far fare uno stampino della propria faccia con la cera. Un'attività estremamente interessante, almeno secondo il punto di vista dell'albino. Era un modo per vedersi da un altro punto di vista? Per poter lasciare il proprio volto al futuro? O per rimanere per sempre immortalati con una tecnica che forse avrebbe fatto ridere gli archeologi del futuro? Gli sembrava una buona idea, però. Forse... forse poteva regalarla a qualcuno di speciale. « Ci si può fare una maschera con la propria faccia, wow... ti va di farlo dopo? » - Avrebbe domandato a Daisuke, sperando che accettasse. Costava un po' di yen ma avrebbe piuttosto pagato lui se l'amico non voleva spendere troppo o era al verde. In ogni caso, Ryo da lontano avrebbe intravisto la coloratissima area Pro-Hero, che sembrava essere una delle più nuove e curate e soprattutto una delle più affollate.
« Qui le statue sembrano ancora più particolari, guarda! » - Si sarebbe avvicinato allegro ad una statua che riprendeva le forme della famosa ed amata Kaori Shizune. La donna era stata ritratta in una posa molto dinamica, come se fosse nel bel mezzo di trasformarsi in gelatina ed andare a salvare qualche civile dentro un palazzo in fiamme. I lunghi capelli verdi così come la maggior parte del corpo erano piegati in avanti e composti da quella che sembrava del materiale verde semitrasparente: toccando la statua Ryo e Daisuke avrebbero potuto notare come fosse più morbida e viscida al tatto. Non sapeva perché era così entusiasta di vedere quegli eroi: il tempo in cui sognava di essere un Hero erano ormai finiti, ma non riusciva a trattenersi nel pensare che fossero in qualche modo cool. Non apprezzava il loro contributo nella società da un punto di vista culturale, ma era sempre bello vedere qualcuno che usava i suoi poteri così bene. Forse era solo una speranza che prima o poi tutti i cittadini avrebbero sviluppato quel potenziale.
« Whisper, Endeavor, Trashman... li hanno messi proprio tutti. » - Passò da una statua all'altra un po' come un fanatico, aspettando però Daisuke. Notò con la coda dell'occhio una Pro-Hero che non riconobbe subito, anche perché era praticamente nuova sulla scena. La sua tuta sembrava molto particolare ed assomigliava quasi ad un drago con quei colori. Il nero ed un rosso scarlatto erano predominanti, una maschera sul volto ed un paio di corna che spuntavano dalla testa. Guardò meglio il nome e lesse "Twilight". « Ah... lei non la conoscevo. Magari è nuova e ha fatto una collaborazione? » - Propose per risolvere il mistero. Guardò per un attimo Daisuke con gli occhi verdi, chiedendosi se... beh, gli piacesse seguirlo per tutte quelle stanze in quel modo. Si chiese se non stesse pensando solo a sé stesso in quel preciso istante. Non aveva in mente gli interessi di Daisuke tanto da... sapere se gli piacevano quelle sezioni che lui sembrava adorare, come un bambino accompagnato da un genitore di mezza età che non capisce niente. I suoi occhi vagarono velocemente da una parte all'altra della stanza posandosi su Daisuke per un millisecondo, prima di riprendere a parlare imbarazzato.
« Ah... uhm, scusami. Mi sono lasciato prendere di nuovo. » - Assottigliò le labbra, prima di guardarlo con un mezzo sorriso. Era di nuovo una palla al piede? Di nuovo? Un ragazzino che non sapeva nulla del mondo e delle sue persone? « Non so se ti piacciono queste cose, ti sto facendo vagare per il museo di fretta... sono un po' un disastro con queste situazioni sociali. » - Non sapeva se fosse giusto giustificarsi, evidenziare i propri errori.
« Non vorrei farti pentire di passare questa serata con me. » - Si grattò la guancia nervoso, guardando di lato, un sorriso malinconico sulla sua faccia mulatta.. -
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TANABATA FESTIVAL Era davvero triste che un Pro Hero collaborasse con agenzie pubblicitarie ed altro per diventare famoso? Ryo non ne era così sicuro. Per lui non c'era nulla di male nel diventare famosi, anche se era ormai comune assistere alle figuracce dei Pro-Hero piuttosto che alle loro premiazioni. Era ancora più strano che nella sua mente cominciasse a difendere mentalmente coloro che un tempo considerava dei nemici, ma forse era veramente solo una sua fissa adolescenziale il doverli avvertire come tali. Con tutte le esperienze che aveva avuto in passato chissà cosa ne pensava Daisuke, chissà se lo riteneva uno sciocco a pensare quelle cose. Alla fine lui aveva avuto strani contatti con famiglie della Yakuza, ma non sapeva se questi rapporti continuassero fino ad oggi. Un po' sperava di no e che si fosse messo a posto. Come si erano detti prima, il corvino cercava un mestiere per sistemarsi e per quanto Ryo avesse totalmente stravolto la sua vita (in meglio) sapeva che non era facile per tutti. Sperava solo che un giorno si sarebbero potuti trovare tutti in pace da qualche parte, magari la sua stessa pasticceria, senza temere che qualcuno finisse nei guai per affari loschi.
« AH, certo. In effetti non abbiamo preso niente prima di entrare, anche io ho un po' di fame. Penso troveremo qualcosa da mangiare anche solo camminando, dai. » - Le parole di Daisuke lo avevano rincuorato molto, anche se era difficile riassumere quelle emozioni in poche parole. Non aveva detto niente ovviamente, anche perché dopo quell'imbarazzante confessione non c'era molto che potesse aggiungere senza peggiorare quella situazione. Amava così tanto la sua compagnia da sacrificare una possibile serata dove si sarebbe potuto divertire? Oppure si stava già divertendo in quel momento? L'albino sorrise guardando dall'altro lato, prima di mettersi poco elegantemente le mani nelle tasche del vestito tradizionale. Lo rendeva abbastanza felice che fosse veramente contento di stare con lui, che fosse in qualche modo desiderato ed apprezzato da qualcuno. Anche se era qualcosa che ormai doveva essere ovvio, non smetteva mai di ringraziare il destino per aver trovato delle persone che potessero essere sue amiche. Si sentiva un po' come un artista che guarda l'orizzonte, mentre il vento sussurra tra i capelli. Come poteva definirlo... si sentiva in qualche modo completo in quell'istante? Fino a quando camminava in quello che era quasi un travestimento per Halloween da quanto non sembrava appartenere alla sua pelle. Che idiota che era diventato, da diventare sentimentale in momenti come quelli.
« In effetti abbiamo quasi finito. Magari per le maschere possiamo tornare un'altra volta, il museo non mi sembra così affollato. » - Avrebbe proposto, incamminandosi verso l'uscita. C'erano sicuramente delle sezioni che non avevano visto bene, come uno spettacolo di ballerini olografici che ballava all'infinito le stesse coreografie, ma era abbastanza soddisfatto di aver visto la maggior parte delle statute. Si sarebbe divertito molto a guardare le foto che aveva fatto dopo. Il tempo era passato in fretta, ma uscire di nuovo all'esterno lo faceva sentire come se avesse fatto un salto temporale. Quasi come se fossero passati quattro mesi da quando era entrato lì dentro. Ignorando quella sensazione, sarebbe uscito facendo un piccolo inchino al receptionist e immergendosi di nuovo tra la gente. C'era di nuovo fila per entrare e Ryo fu molto felice di essere entrato subito senza dover attendere un'eternità per entrare. Rispetto al chiacchiericcio che caratterizzava il museo c'era di nuovo la calda atmosfera di una Tokyo nel bel mezzo di un festival, tutte quelle persone che si assomigliavano e che al contempo erano uniche. Chissà se la folla sarebbe risultata diversa se la parola di ETERNIUM avesse preso piede. Dovevano decidere dove e cosa mangiare. Magari meglio un classico al polpo, che piaceva più o meno a tutti? O forse meglio provare qualcosa di dolce e caratteristico, visto che se ne intendeva un po' di più? I pensieri del membro di ETERNIUM furono interrotti dall'ennesima notifica che controllò a malavoglia.
« Scusa... ah, è di nuovo quel gioco scemo. Un attimo che lo apro e tolgo le notifiche... » - Heroes Against Evil lo avvisava che il banner di Whisper Summer sarebbe presto finito, facendo nascere in Ryo l'ennesima irritazione causata dai gacha. Mentre camminavano prese il cellulare in mano, deciso ad eliminare quell'elemento di disturbo che continuava a prenderlo in giro. Tanto non poteva ottenere il personaggio che tanto voleva, tanto valeva dimenticarselo per qualche giorno. Lo schermo di caricamento fu presto sostiuito dalla home del gioco, che raffigurava alcune delle sue unità e le varie possibili attività. Buttò un occhio mentre pigiava per andare tra le opzioni, notando un pallino rosso che prima non c'era, o perlomeno che non aveva notato. Aveva... aveva ancora una summon disponibile per il banner che scadeva in un minuto. Era un segno? Possibile che il gioco volesse premiarlo dopo aver ascoltato le sue lamentele interiori? No, anche contanto tutti i sistemi per i personaggi rari era quasi impossibile trovare proprio lei. Pensandoci, Daisuke ci giocava. Magari gli avrebbe portato fortuna nell'infinitesimale possibilità che una stella cadente li stesse guardando in quel momento.
« Ti ricordi Heroes Against Evil? Prova ad evocare qualcosa, ho un biglietto. » - Ryo avrebbe passato lo smartphone a Daisuke, ancora aperto sulla pagina delle evocazioni. La Pro-Hero Whisper in un colorato kimono sorrideva al Carro di ETERNIUM, invitandolo a provare ad evocarla mentre loro camminavano verso gli stand del cibo. Ryo non si aspettava granché, se doveva essere onesto. Gli faceva solo ridere che si fosse dimenticato di avere una possibilità in più proprio ad un minuto della scadenza.. -
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TANABATA FESTIVAL Era uno strano connubio mistico quello che si era creato tra il festeggiare il Tanabata e giocare al gacha sul proprio cellulare. Soprattutto festeggiarlo con Daisuke, uno dei suoi amici più cari. Si chiedeva se in qualche universo alternativo Ryo Tatsuki stesse camminando per quelle stesse vie affollate come con qualcun altro. La propria famiglia, uno strano misto di capelli bianchi e scuri come la notte? Un gruppo di colleghi di lavoro che cercava di dimenticare la fatica dell'ufficio? O qualcuno di più vicino, una fidanzata magari. O anche un fidanzato, era abbastanza impossibile che qualcuno potesse sopportarlo a tal punto da mettersi insieme a lui. Ryo temeva di essere noioso come persona: non aveva molti hobby ed erano quasi tutti cose abbastanza da nerd. Probabilmente la Serpe anni prima aveva fatto male a regalargli un cellulare, considerato che appena aveva preso un modello che poteva reggere i videogiochi si era appassionato, fin troppo. L'ultimo che aveva giocato era un RPG con la console di suo fratello, qualcosa di fantasy su cavalieri europei. Riguardandolo di recente si era accorto di quanto orribile fosse la grafica, ma forse il valore maggiore proveniva da quei ricordi di momenti tranquilli.
« Già, sono sicuro le piacerebbe un sacco. Anche a Yuya, heh. » - Si chiedeva tutte le foto che si sarebbero potuti fare assieme e che strane combinazioni di statue. Magari c'era qualche regina svedese e Yami avrebbe potuto fare una foto con i suoi consanguinei. Non aveva detto di avere dei castelli in Svezia? Forse era veramente una nobile e avrebbe semplicemente aggiunto una foto all'album con la sua trisnonna. Mentre camminava accanto al corvino gli sembrò che quest'ultimo fosse un po' più pensieroso del solito. Chissà cosa gli frullava nella testa, di continuo. Tutte le parole che ogni tanto gli uscivano come una specie di fiume in piena di cui si rompevano gli argini? Era una similitudine fin troppo offensiva per Daisuke, che probabilmente avrebbe semplicemente continuato a pensarci sopra fino a farsi esplodere la testa. Si chiedeva se convenisse mangiare qualcosa di fritto con quello yukata, visto che era nuovo. Voleva mangiare per evitare l'imbarazzo di prima e proseguire quella serata divertendosi. Ponderava sul futuro con le dita appoggiate al mento, poco dopo aver passato il cellulare al Carro. Onestamente non ci credeva per niente, ma c'era una piccola speranza nel suo cuore che avvenisse un miracolo. Spostò gli occhi verdi sulle persone che aveva davanti per notare uno dei tanti stand che offrivano streetfood a prezzi fin troppo alti, distraendosi un secondo dall'evocazione compiuta dall'amico. Un flash, un lampo dorato catturò le sue iridi mentre l'animazione era già a metà. No... era impossibile. Un personaggio di rarità così alta, con un roll a caso? Non era di sicuro Whisper, anche trovando un personaggio oro in quel banner le probabilità erano fin troppo basse per trovarlo nell'infinita schiera di personaggi. Ed eppure, i capelli biondi della Pro-Hero incorniciati dallo speciale fermaglio del Tanabata apparvero sullo schermo. Aveva persino un kimono personalizzato e quella versione aveva delle skill di supporto totalmente sbilanciate, un po' come tutte le versioni speciali dei vari eroi. Ryo aggrottò le sopracciglia ed appoggiò le dita della mano sulla tempia, guardando Daisuke. Quanto era fortunata la persona che aveva di fronte?
« No... che culo... » - Pronunciò, facendosi passare il telefono. « Non scappare da nessuna parte, ti faccio evocare ogni volta che esce un personaggio che mi piace. » - Non sapeva cosa dire. Ringraziarlo? Abbracciarlo? Sentiva un peso levarsi dal suo petto, il peso di essere quasi arrivato a spendere soldi veri su quel gioco orribile.
« Grazie! Sul serio, come hai fatto. Ho speso tutte le evocazioni, mi hai salvato. - Quella serata era finita in maniera decisamente migliore di quanto si aspettasse. Forse era una felicità fin troppo artificiale, ma almeno poteva godersi quelle feste e tornare a casa potenziandola al massimo. Per ora si doveva concentrare però, non poteva passare tutta la serata a guardare lo sprite della Pro-Hero. Posò il cellulare e prese la mano di Daisuke, sorridendo deciso. Quelle cose si vedevano solo nelle serie animate, ma forse era meglio spronare un po' il corvino.
« Andiamo, su. Offro io, come minimo! » - Lo trascinò in mezzo alla folla, portandolo poi di fronte ad un piccolo ramen-ya che sembrava però accogliente ed abbastanza libero. Non gli dispiaceva anche spendere un po' più di soldi del solito per offrire a Daisuke qualcosa di buono, visto che aveva probabilmente esaurito tutta la sua fortuna in quell'evocazione. Probabilmente avrebbe speso meno soldi a comprare semplicemente l'unità, però era molto meglio vivere il calore di un bel pasto. Avrebbe chiesto al proprietario un posto per due, che per fortuna era disponibile. Tutta la fortuna che aveva perso durante quelle settimane l'aveva riguadagnata lì. Si sarebbero poi seduti assieme vicini alla strada, a contatto con il festivale e le persone che navigavano nel caldo. Sperava che quei momenti non finissero mai, non sapendo quello che da qualche mese a quella parte sarebbe accaduto alla città.. -
.CITAZIONECiao ragazzi,
Dato che la role sfruttava lo Slot Tanabata e si è conclusamoltodopo la fine dell'Evento, secondo le regole,
Daisuke: +25 exp
Ryo: +25 exp
Passo e chiudo!.