Silly Bunny meets Sly Fox

[Fight Role] Yumerno Saki - Morrigan O'Brien

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    Morrigan O'Brien

    Fu come se l'atmosfera si fosse improvvisamente raggelata, Morrigan non si sentiva particolarmente a disagio, avrebbe tranquillamente passato oltre facendo finta di nulla, era la castana quella più mortificata. Era così carina, si stava scusando con lei per aver tirato fuori quell'argomento, quando avrebbe dovuto essere la ragazza dai capelli rosa a scusarsi per avergli costretto a dirglielo. Cercò di simulare calma apparente, senza riuscirci, era evidente fosse realmente dispiaciuta per averne parlato. ‹ Tranquilla, non c'è bisogno di scusarti. Non avrei dovuto essere così insistente. › si scusò a sua volta, incurvando le labbra in un sorriso rassicurante, le parole di lei però non era sincere come quelle di Sachie. Morrigan si scusò per semplice cortesia, se avesse potuto tornare indietro nel tempo avrebbe posto la stessa domanda, anzi, forse sapendo sua madre non fosse viva, avrebbe cercato di estorcerle qualche informazione in più prima che lo confessasse in modo esplicito.
    Lo sparring era iniziato da poco e Morrigan lo aveva preso molto sul serio, era determinata a colpire Sachie almeno una volta, non perchè fosse particolarmente competitiva, ma più per la propria autostima, aveva bisogno di capire se aveva possibilità di miglioramento oppure era un disastro ed avrebbe dovuto faticare parecchio per acquisire un buon livello.
    Dopo un primo attacco, in cui era andata più o meno bene, era passato al secondo e questa volta la castana riuscì a bloccare i suoi colpi con molta facilità, parandone uno e schivando l'altro, spostandosi velocemente di lato. Come aveva intuito poco prima, Sachie aveva degli ottimi riflessi, riusciva ad analizzare velocemente i movimenti dell'irlandese, e in meno di qualche secondo poteva ordinare al suo corpo il modo migliore per difendersi dai sui attacchi. Non era quindi facile coglierla di sorpresa. Morrigan optò così per una strategia che portasse la sua attenzione ad un lato, distraendola, per poi attaccare dall'altro, e quello fu il tentativo più effettivo, finalmente la ragazza dai capelli rosa riuscì a colpire Sachie.
    Ne era rimasta sorpresa, e quasi un po' entusiasta, anche se non tanto quando la sua compagna, che si complimentò con lei. ‹ ...grazie. › disse, mentre riprendeva fiato, quel breve scontro era stato molto più stancante di quel che pensava, ed aveva proprio bisogno della paura che la castana le stava concedendo.
    Morrigan si lasciò cadere a terra, non aveva abbastanza forze per raggiungere la panchina dove aveva posato il suo borsone, e preferiva recuperarle da seduta, lì ferma per un paio di minuti. Il suo sguardo si sarebbe spostato sul sensei e sulle sue allieve, era divertente allenarsi con Sachie, loro due da sole, lo sarebbe stato altrettanto assieme alle altre compagne? L'irlandese preferiva sempre un piccolo gruppo di persone per un'attività, piuttosto che molte, sarebbe stato solo che meglio se ci fossero state soltanto lei e la ragazza.
    Si distrasse dai suoi pensieri all'udire la voce di lei, chiederle gentilmente se voleva dell'acqua, probabilmente impietosita al vederla lì per terra come un'ameba. ‹ Sì, grazie. Il mio borsone è quello bianco, là. › e lo indicò pigramente con la mano.

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    Narrato - Parlato



    Il primo round era giunto al termine e Morrigan si poteva relativamente soddisfatta del risultato ottenuto per quanto potesse sembrare insignificante. Saki sicuramente lo sarebbe stata al posto suo – quando lei aveva cominciato i suoi movimenti erano decisamente meno precisi e mirati di quelli dell’irlandese.
    La idol sotto copertura si asciugò distrattamente la fronte leggermente sudata con il dorso dell’avambraccio mentre con la mano guantata istintivamente controllò che la parrucca castana che celava la sua chioma naturale fosse ancora saldamente fissato sulla sua testa. Era abbastanza sicura che ci voleva più qualche colpo accidentale per sbalzarlo via ma ciò non le impediva di sentirsi comunque un po’ paranoica al riguardo. In più una delle cose che aveva imparato nell’indossare cosi spesso una parrucca e che alla lunga tendeva ad accalcarla e a prudere. E non c’era niente di peggio di sentire un prurito che non si può grattare.

    Mentre svolgeva questo furtivo controllo gli occhi della finta-castana si posarono sulla compagna di sparring che invece nel mentre, evidentemente provata dal quella breve perfomance fisica, si lasciò cadere senza molti indugi a terra sul tappeto imbottito che copriva il pavimento.
    Era palese che il miglioramento della stamina sarebbe dovuto essere un punto focale per l’allenamento della ragazza dai capelli rosa. Sakiko quindi simpatizzando con le difficoltà della novellina si offrì di portarle dell’acqua e Morrigan accettò indicandole la sua borsa.
    “Ok, aspettami qui… torno in un attimo.” – le disse quindi Saki, nonostante fosse evidente che Morrigan probabilmente non avrebbe avuto intenzione di muoversi lì da terra in ogni caso.
    Sakiko quindi raggiunse con una leggera corsetta la borsa di Morrigan e dopo una breve ricerca trovò la borraccia d’acqua che l’irlandese aveva saggiamente portato con se e senza indugiare si apprestò a tornare indietro. Sentiva di star già prendendo in simpatia l’irlandese – sentiva di avere istintivamente un buon feeling con lei. La sua compagnia durante la parte congiunta dell’allenamento si era rivelata piuttosto piacevole – e l’irlandese non sembrava aver dato molto peso agli imbarazzanti strafalcioni dell’idol. Magari avrebbe potuto provare a stringere amicizia con lei al di fuori della palestra…? No, no. Calma, Sakistai correndo troppo con la fantasia. Si rimproverò la socialmente incompetente bionda.

    Tutto a suo tempo – non poteva cominciare a farsi storie mentali su una ragazza che cui aveva scambiato appena due parole. Le amicizie non funzionavo cosi… o almeno credeva.
    Insomma – non sapeva neanche se l’irlandese sarebbe tornata per un'altra lezione.

    Oh, no. E se davvero non fosse tornata per un'altra lezione? Si chiese assimilando l’improvvisa sgradevole realizzazione. In fondo non era raro che qualcuno venisse a fare un lezione di prova e poi non si presentasse più…

    La idol raggiunse Morrigan proprio mentre stava contemplando questi pensieri…

    …e forse vi era un po’ troppo assorta visto da ciò che sarebbe successo a breve.
    Avvicinandosi all’irladese ancora a terra la ragazza fece per porgerle la borraccia “Eccoti l’acqu-AH!” – mentre si approcciava a Morrigan la idol finì accidentalmente ad inciampare sul bordo del tappeto e cascò tragicamente in avanti finendo proprio addosso alla ragazza seduta a terra.

    Sakiko si ritrovò praticamente fra le braccia di Morrigan, direttamente faccia a faccia con lei. La borraccia le era caduta di mano e rotolò via come a volersi allontanare da quella scena imbarazzante. Per un lungo, troppo lungo, istante gli occhi versi della idol si specchiarono in quelli scarlatti di Morrigan… e inevitabilmente un secondo dopo il volto della idol sembrò cercare di riflettere gli occhi dell’irlandese arrossandosi vivacemente come un peperone maturo.

    Saki subito cercò di ritrarsi goffamente da quella scomoda situazione che aveva causato Nha- AH! Mi spiace! N-Non volevo caderti addosso! Mi spiace!” – bofonchiò riuscendo infine a districarsi e rimettersi in piedi per poi volgersi verso Morrigan con apprensione “N-Non ti sei fatta male vero? Ti ho per caso colpito da qualche parte?” – chiese con voce palesemente già pregna di senso di colpa e imbarazzo.


    UUUUGH. CHE IMPIASTRO. CHE IMBRANATA. Perché non riusciva a passare più di dieci minuti senza imbarazzarsi in qualche modo!?

    A quel punto fece capolino alle sue spalle la figura del sensei Prakoso che ovviamente avendo assistito alla scena da lontano era venuto a verificare che entrambe stessero bene “State bene voi due? Sachie che combini!? Vuoi per caso infortunarla già alla sua prima lezione?” – disse rimproverandola con tono severo. E ovviamente, visto che il sensei aveva interrotto momentaneamente la lezione, il resto delle ragazze stava approfittando di quel breve momento di pausa per osservare la scena. Saki poteva sentire tutti gli occhi su di se – il suo volto si arrossò ulteriormente come a segnalare il picco di imbarazzo “M-Mi spiace… sensei. S-sono inciampata…” – bofonchiò con un bisbiglio abbassando lo sguardo sui suoi piedi…







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    Morrigan O'Brien

    Quell'attimo di riposo dal suo allenamento fecero pesare tutta la stanchezza che in realtà provava, oltre alla mancanza di ossigeno, sentiva il viso accaldato, probabilmente si era colorato di rosso, ed ogni volta che muoveva un muscolo di qualche centimetro, che fossero delle gambe o braccia, era come se pesassero il doppio; forse non sarebbe nemmeno riuscita a rialzarsi ora che si era seduta, forse aveva bisogno di più di qualche minuto di riposo, un giorno intero poteva andare meglio, dopotutto quello era appena il suo primo giorno d'allentamento dopo anni di niente. Distese per bene le gambe e poggiò le mani all'indietro, verso la propria schiena, alzando il capo verso il soffitto; avrebbe tanto voluto giacere sul liscio pavimento della palestra, ma non voleva allarmare nessuno e che le compagne, che si allenavano a qualche metro da lei, pensassero fosse svenuta o stesse troppo male. Che stato pietoso che aveva.
    Era soddisfatta però di come quel primo scontro amichevole fosse andato, ovviamente non era certo a livello della castana che si stava allenando in quel posto già da alcuni mesi, ma il fatto che fosse riuscita a colpirla almeno una volta le diede un po' di speranze di miglioramento.
    Sachie andò a frugare dentro il suo borsone, la maggior parte delle cose che vi conteneva erano libri, appunti e fotocopie dell'università, oltre la bottiglietta d'acqua ben chiusa e riposta all'angolo perchè non si rovesciasse addosso a tutto il resto. Morrigan la seguì attentamente con lo sguardo mentre veniva verso di lei, sembrava assorta nei propri pensieri, una breve espressione attraversò il suo volto, sembrava che ci fosse qualcosa che l'aveva turbata, o infastidita, tra i suoi pensieri. La ragazza dai capelli rosa non ebbe molto tempo per rifletterci su, la castana un momento rima le stava porgendo la bottiglietta e quello dopo le cadeva addosso.
    Morrigan non se lo aspettava, e dopo quell'allenamento ad aveva stancata non poté nemmeno provare a schivarla o a prenderla, che Sachie l'aveva già investita; le sue braccia non resistettero nemmeno un secondo e crollarono nell'impatto, fortunatamente fu abbastanza agile da riuscire a poggiarsi sui gomiti e non cadere di capo sul tappetino.
    Per un lungo istante l'irlandese si ritrovò con il viso della sua nuova amica a qualche centimetro dal suo, e lei che la guardava direttamente nelle iridi cremisi, con il viso che diventava parecchio simile al colore dei propri occhi. Morrigan era un po' sorpresa e decisamente perplessa da quell'incidente, poco prima l'aveva vista schivare agilmente tutti i suoi colpi ed ora invece era scivolata su chissà che cosa finendo tra le sue braccia. Com'era possibile essere così impacciata e agile allo stesso tempo? Non poteva biasimarla, se lei fosse migliorata un altro po' probabilmente sarebbe stata della sua stessa specie: riflessi svelti per schivare ogni colpo, per poi scivolare e cadere sul nulla.
    Sachie dopo un primo momento di stupore, si alzò impacciatamente, domandandole scusa ancora una volta, ormai aveva perso il conto di quante volte aveva dovuto scusarsi con lei. Morrigan non si era fatta male e trovava la situazione divertente, non imbarazzante, si stava trattenendo dal ridere e le sorrideva per rassicurarla. ‹ Stai tranquilla, va tutto bene, non mi hai colpita. ›.
    Si alzò anche lei in piedi, costatando fosse tutto apposto: aveva solo i gomiti un po' arrossati, probabilmente più tardi avrebbe avuto qualche livido, ma nulla di troppo grave.
    Avrebbe preferito che la lezione andasse avanti senza interruzioni, invece il sensei sembrò accorgersi dello scivolone della sua allieva, le raggiunse e riproverò la povera castana davanti agli occhi delle sue altre compagne che ne avevano approfittato per farsi gli affari loro. ‹ Stiamo entrambe bene, non è successo niente di grave non si preoccupi. › affermò subito dopo la mortificata Sachie, cercando di liquidare la faccenda il più in fretta possibile. Si avvicinò alla ragazza, appoggiando una mano sulla sua spalla con fare amichevole. ‹ È solo scivolata, e per fortuna c'ero io ad attutire la sua caduta. › affermò giocosamente. Lo faceva per lei quanto per se stessa, non le piaceva che si fermassero tutti ad osservarla in quel modo.

    Status: illesa nonostante Saki provi ad ucciderla
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    Narrato - Parlato



    Era incredibile come da un piccolo singolo errore di disattenzione potesse uno scenario tanto imbarazzante. Come uno sventurato montanaro che mette il piede sul posto sbagliato e finisce per causare un enorme valanga. E come lo sventurato montanaro anche Sakiko adesso si sentiva seppellita dall’equivalente di una valanga di neve in imbarazzo.

    Era abituata a stare al centro dell’attenzione, ma questo era il tipo peggiore di scenario in cui trovarsi in quella posizione. In quel momento avrebbe tanto tanto voluto avere un Quirk che la rendesse invisibile.
    E invece il suo corpo sembrò seguire la direzione opposta di quel desiderio decidendo invece di renderla ancora più visibile facendole arrossare il viso come un semaforo.

    Poteva sentire gli sguardi puntati di se – ed ebbe anche l’impressione di aver sentito una fugace risatina divertita. Non poteva esserne sicura però perché i suoi occhi erano in quel momento saldamente ancora puntati sui propri piedi e non aveva il coraggio di rialzarli.
    Con sua gratitudine e sollievo però fu Morrigan a prendere le sue difese e spiegare la natura dell’incidente e sottolineando che non era successo niente di grave o di cui preoccuparsi. Le parole dell’irlandese sembrarono disinnescare con facilità la situazione, o quanto meno sembrarono convincere il sensei Prakoso che annuendo con espressione neutrale rispose “Molto bene…” – si voltò verso le altre studentesse – “Hey, signorine, la pausa spettacolo è finita! Dividetevi in coppie e cominciate a praticare anche voi con lo sparring!” – istruì con voce ferma e decisa.
    Dopo di ciò però il sensei si voltò nuovamente verso le due e si rivolse verso Sakiko aggiungendo “L’importante è che nessuna di voi due si sia fatta male… Ma Sachie tu dovresti stare più attenta: sai bene cosa succederebbe se dovessi dire a tuo padre che ti sei fatta male durante una delle lezioni.” – disse con un tono che lasciava implicitamente intendere che qualunque cosa sarebbe successa non sarebbe stata piacevole. E infatti Sakiko a sentire quelle parole aggrottò la fronte e si morse il labbro con un espressione angosciata.

    Certo che sapeva cosa sarebbe successo. Se si fosse presentata da suo padre anche solo con qualche livido sul volto o in altre parti visibili del corpo le avrebbe inevitabilmente proibito di continuare a seguire quelle lezioni. In fondo inizialmente l’intento del padre era quello di farle seguire lezioni private con un istruttore personale. Era solo stato dopo che Sakiko si era testardamente impuntata a voler seguire lezioni con altre persone che il padre si era lasciato convincere con riluttanza.
    Sakiko aveva presentato come motivazione che partecipare a lezioni con altre persone le avrebbe dato più materiale da usare come riferimento per il ruolo che doveva recitare. Ma in realtà si era trattata solo di una scusa.


    Per Sakiko questa era un occasione per poter interagire quasi normalmente con altre persone. Per socializzare e magari fare nuove conoscenze. Forse il suo si poteva considerare un frivolo capriccio ma ciò non di meno era qualcosa a cui la idol non voleva rinunciare.
    “Si, sensei… starò più attenta.” – mormorò infine con tono sommesso.

    Visto che la questione sembrava risolta il sensei ritornò a prestare attenzione al resto delle ragazze lasciando di nuovo le due sole in disparte.
    Solo allora Sakiko risollevò lo sguardo con un po’ di titubanza guardandosi furtivamente attorno come se si aspettasse che ci fosse qualche altro rimprovero in agguato per lei. Una volta accertatasi di essere effettivamente sola con Morrigan le rivolse un piccolo sorriso incerto di gratitudine “Grazie per l’aiuto… Mi spiace per aver causato tutta questa scena. Spero che tu non ti sia sentita a disagio per colpa mia…” – disse con un espressione vagamente apprensiva. Poi la ragazza sospirò e confessò “Speravo di riuscire a fare una buona impressione su di te come una “cool senpai”. Ma sono riuscita solo a mostrarti quanto io sia goffa e maldestra… Suppongo di non essere brava a fingere di essere qualcosa che non sono.” – disse con mezzo sorriso di serena rassegnazione.
    "Ah-“ – disse poi improvvisamente realizzando qualcosa e muovendosi dietro Morrigan andò a chinarsi per recuperare la bottiglia d’acqua che le era caduta. Dopo aver brevemente esaminato il contenitore per assicurarsi che non si fosse danneggiato nella caduta la ragazza lo porse finalmente alla sua proprietaria “…ecco, tieni prima che io combini qualche altro disastro.” – disse cercando di scherzare un po’ sulla cosa e spezzare un po’ l’imbarazzo residuo – “Sei sicura di non esserti fatta male?” – aggiunse però con tono preoccupato.



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    Morrigan O'Brien

    Se fossero state da sole Morrigan avrebbe sicuramente riso della situazione, facendo ridere anche Sachie di quella sciocchezza, purtroppo mezza palestra le aveva viste e oltre alla figuraccia in sé, la ragazza dai capelli castani venne sgridata dal suo sensei. Lei, oltre che dispiaciuta, si trovava molto a disagio di fronte alla situazione, il suo viso puntava verso il basso a fissare il pavimento, ed aveva preso una colorazione che si avvicinava parecchio a quella degli occhi di Morrigan.
    La studentessa era un po' volubile, quando si aveva a che fare con lei non si sapeva mai cosa sarebbe successo, poteva cambiare idea da un minuto all'altro, oppure giocare con i sentimenti altrui. Pochi minuti prima aveva visto Sachie rattristarsi al parlare di sua madre, e nonostante non avesse calcolato quel risvolto, siccome non aveva idea del fatto ch'ella fosse morta, aveva trovato quel cambio di umore in cui Sachi stesse si era infilata, interessante, scoprendo incredibilmente in fretta un suo punto debole. Ne aveva provato un po' di pena, ironicamente era molto più dispiaciuta di quella situazione, e allo stesso tempo un po' infastidita. L'umiliazione pubblica era sempre terribile, soprattutto quando ne eri coinvolta in qualche modo.
    Il sensei richiamò l'ordine e finalmente le ragazze che si erano fermate a fissarle, dovettero riprendere il loro allenamento. Prakoso si rivolse poi alla castana, in ana sorta di... minaccia? No, forse era solo un avvertimento. Morrigan inarcò un sopracciglio, perplessa da quell'affermazione, e il suo sguardo interrogativo cadde su Sachie, che sembrava visibilmente preoccupata di qualunque cosa fosse successa nel caso il padre avesse saputo lei si fosse fatta male. Forse aveva un di quei padri fin troppo protettivi, che tenevano le proprie figlie dentro ad una campana sperando che il mondo non le facesse troppo male. Sachie aveva effettivamente una personalità molto innocente e bambinesca, era un po' impacciata quando parlava, quasi non sapeva mentire. Morrigan però non se ne intendeva molto di padri, aveva pochi ricordi del proprio, e non aveva avuto figure maschili molto positive nella sua vita. Un po' le faceva ridere il pensiero che Sachie avesse perso sua madre, il padre di Morrigan era sparito nel nulla, e se si fossero unite forse avrebbero formato una vera e propria famiglia tradizionale.
    Quando rimasero di nuovo da sole —e la sua compagna se ne accertò per bene—, finalmente la ragazza dagli occhi chiari alzò il viso per rivolgersi a lei, stavolta per ringraziarla. Le confessò anche che le sarebbe piaciuto impressionarla, mostrarsi cool, e quella in realtà era stata proprio la prima impressione di lei: l'aveva vista come una di quelle ragazze popolari, dal fisico perfetto, che sarebbe potuta benissimo essere una cheerleader. ‹ Invece io sono contenta che tu ti sia mostrata per come sei realmente. Una "cool senpai" mi avrebbe scoraggiata, avrei sentito di essere a un livello fin troppo basso, non che tu sia al mio livello, tutt'altro, ma sei molto gentile e divertente. ›, a dispetto di quelle belle parole, l'unico motivo per cui Morrigan apprezzava lei fosse se stessa, era perchè odiava i bugiardi, era difficile tollerare una persona che somigliava a se stessi, e l'unica insincera quando si aveva a che fare con lei, doveva essere lei stessa.
    L'irlandese prese la sua bottiglietta d'acqua e si concesse qualche sorso, scuotendo il capo. ‹ Sto bene, sono solo caduta sui gomiti, ma niente di che. › la rassicurò un'altra volta. Andò poi a posare la bottiglietta lì vicino, fuori dall'area dei tappetini, per poi tornare dalla ragazza, stiracchiando un po' le braccia.
    Tutto il trambusto le aveva fatto riprendere un po' di energie, quindi tanto valeva sfruttarle per quei pochi minuti che mancavano alla fine dell'allenamento. ‹ Direi che possiamo riprendere da dove eravamo rimaste. ›, e stavolta fu Morrigan a mettersi in posizione di difesa, aspettando l'attacco della castana.

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    Narrato - Parlato



    Morrigan e Saki erano rimaste nuovamente da sole… relativamente parlando – visto che tecnicamente si trovavano ancora in una sala piena di persone.
    Questo aiuto la idol a ritrovare un po’ di quiete mentale: adesso invece di sentirsi imbarazzata sotto gli occhi di tutti si doveva sentire imbarazzata solo agli di Morrigan. Considerata la situazione poteva andare decisamente peggio.
    L’imbarazzo dell’incindente, insieme al seguente rimprovero del sensei e il suo avvertimento riguardo all’eventuale interferenza del padre contribuirono a crucciare visibilmente la ragazza. Era stata incauta e aveva abbassato la guardia. Si era lasciata inebriare dall’euforico senso di libertà che quell’esperienza le stava dando ed aveva iniziato a trascurare gli eventuali rischi che stava correndo.

    Quell’improvvisa realizzazione la fece divenire più tesa.

    Fortunatamente la piacevole compagnia di Morrigan le offrì un po’ di sollievo. Un piccolo salvagente nell’oceano di angoscia e imbarazzo in cui si trovava. Morrigan si mostrò oltremodo comprensiva e paziente riguardo all’intera faccenda. Ironicamente sembrava che i loro ruoli si fossero invertiti e che fosse l’irlandese l’alunna esperta che badava alla povera novellina impacciata.
    E la idol in un attimo di rassegnata sincerità finì proprio per confidare alla ragazza dai capelli color confetto proprio di sentire di aver in qualche modo fallito nell’adempiere al suo ruolo di “senpai”. Doveva dare il buon esempio e fare mostra dei risultati che si potevano ottenere frequentando le lezioni di quella disciplina… invece aveva solo fatto mostra del suo imbarazzante aspetto da impiastro goffo e sbadato.
    Con sua immensa sorpresa però Morrigan in risposta rivelò di aver preferito vedere quel suo aspetto genuino e impacciato piuttosto che quello da “cool senpai” per il quale aveva mirato Sakiko – spiegando che in realtà se si fosse mostrata seria e competente l’avrebbe intimorita e scoraggiata.

    A quel punto Sakiko la guardò con aria stupefatta – i suoi occhi verdi spalancati come quelli di un gufo e la bocca aperta a forma di “O”. “Ma…” – esordì con esitazione – “…ma è tutto l’opposto di quello che avevo pensato! Ho pensato che se ti convincevo che ero super-cool ed esperta saresti rimasta impressionata ed entusiasta! Avresti pensato 'Oh, wow, se lei si allena qui il posto deve essere super-super-cool, vorrei tanto diventare come lei ed essere sua amica-' AH!” – si coprì la bocca con le mani e guardandola con espressione imbarazzata e supplicante “…ho parlato di nuovo troppo, dimentica l’ultima parte, ti prego.”
    Aveva lasciato ancora una volta la sua stupida bocca troppo libera ed aveva quasi rivelato il suo “Super-Piano-per-Trovare-un-Amica-in-Palestra” – un piano di almeno quattro fasi e che per qualche motivo prevedeva una visita ad un parco di divertimenti. Doveva seriamente smetterla di parlare a vanvera – o forse era meglio smetterla di parlare e basta. Malgrado le rassicurazioni di Morrigan sentiva che si stava davvero rendendo troppo ridicola – era come se si fosse trovata intrappolata in una reazione a catena di gaffe.

    Ad ogni modo Sakiko fu rincuorata che Morrigan non avesse riportato alcun danno significativo da quello stupido incidente. L’irlandese sembrava ormai anche ben riposata – comprensibilmente visto che la breve pausa che le due si erano concesse era stata estesa ampiamente da quello spettacolino.

    Era tempo di mettere da parte imbarazzamenti, angosce e filmini mentali e concentrarsi sull’allenamento. Forse poteva ancora recuperare qualche punto “cool” per impressionare Morrigan.

    “Si, rimettiamoci al lavoro! Tocca a te difenderti – mi raccomando tieni la guardia alta e non dimenticare il gioco di gambe. Ovviamente non preoccuparti farò attenzione a non farti male.” – le disse rivolgendole un sorriso incoraggiante.

    Dopo queste ultime raccomandazioni le due presero nuovamente posto sul tappeto per lo sparring. Sakiko aveva bisogno di resettare il cervello e concentrarsi.
    Inspirò l’aria e cercò di sgombrare la mente – chiuse gli ed espirò. Riaprì gli occhi e lì puntò su Morrigan scrutando la sua figura. Sakiko al contrario di Morrigan non spiccava molto per tattica e strategia. Il suo punto di forza era il ritmo.

    Per anni la ragazza era stata istruita e allenata per danzare, cantare e in alcuni casi anche recitare seguendo il ritmo della musica. Aveva affinato e sviluppato con il tempo il suo già innato talento e da quando aveva iniziato ad avvicinarsi al mondo delle discipline marziali aveva istintivamente applicato quel talento nel suo stile di combattimento. Sakiko non seguiva tattiche quando combatteva – seguiva il ritmo della musica che sentiva nella testa. Si – esattamente. Ogni volta che combatteva Sakiko riproduceva la propria colonna sonora dentro la sua testa. Numerosi criminali di bassa lega erano stati brutalmente pestati dalla vigilante mentre questa canticchiava fra se e se un motivetto musicale.

    Ovviamente Sakiko non aveva intenzione di dare sul serio contro Morrigan – per lei si trattava di un altro gioco. Iniziò a saltellare. Un, due, tre. Un, due, tre. Un, due, tre.
    Abbandonò il corpo al ritmo e iniziò la danza.

    Un, due, scatto in avanti.

    La ragazza fece un breve scatto portandosi mezzo passo più vicina alla sua avversaria.

    Un, due, jab.

    Stendendo il braccio destro di scatto sferzò un pugno diretto mirato frontalmente al volto dell’avversaria. Si trattava di un colpo prevedibile e frontale che l’irlandese non avrebbe avuto difficoltà a bloccare. Si trattava di un pugno di misura – che Sakiko utilizzò per calcolare ad occhio la distanza che separava lei e l’avversaria.

    Un, due, calcio.

    Sakiko si inclinò leggermente indietro con il busto, tirò in alto le braccia della guardia e tracciando una traiettoria ellittica da terra verso l’altro la ragazza sollevò la gamba destra mirando a colpire, senza eccessiva forza, all’altezza della spalla sinistra di Morrigan con il collo del piede.

    Un, due, giro.

    A prescindere che l’irlandese fosse riuscita a bloccare o meno il calcio controllato di Sakiko questa avrebbe ritirato la gamba con cui aveva sferrato il calcio e poi avrebbe ruotato su stessa – piroettando come un ballerina – e improvvisamente la sua gamba destra sarebbe arrivata al lato opposto di dove aveva colpito prima mirando a colpire l’altra spalla con la pianta del piede.



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    Morrigan O'Brien

    Non aveva avuto troppe aspettative su quel primo allenamento di auto-difesa, anzi, era partita con il suo solito atteggiamento negativo verso qualunque cosa facesse pensando che sarebbe crollata a terra dopo la prima mezz'oretta, che non si sarebbe sentita a suo agio al vedere come tutti gli altri erano a un livello molto superiore al suo, e che probabilmente quella sarebbe stata la prima e ultima volta.
    Le lezioni sembravano abbastanza monotone agli occhi della ragazza dai capelli rosa, evidentemente in un'ora non sarebbe stata in grado di imparare tanto quanto avrebbe voluto, e se voleva davvero migliorare probabilmente avrebbe dovuto assistere per alcuni mesi, a discapito di questo si stava divertendo, voleva tornare, e ciò era soltanto grazie a Sachie. Era la ragazza dai capelli castani ad aver reso quell'ora in palestra un po' meno un inferno, facendole dimenticare tutti i dolori che probabilmente presto avrebbe iniziato a sentire presto.
    Era quasi incredibile come la castana potesse passare così facilmente da un'emozione all'altra ed avesse così varie espressioni facciali per tutto quello che provava, rendendolo palese ogni volta in modo diverso. A differenza di un ragazzo dalla chioma bianca che aveva conosciuto un paio di settimane prima di lei, la sua energia però non era contagiosa, non le faceva venire voglia di sorridere a trentadue denti come lei o di mettersi a saltare sul posto, tutt'altro, il solo guardarla la stancava. Morrigan serviva più a equilibrare la situazione, Sachie poteva mettersi a correre, inciampare, sorridere e poi deprimersi, mentre la ragazza dai capelli rosa si sarebbe limitata a guardarla da ferma con un leggero sorriso sul volto sperando che non finisse per farle male accidentalmente.
    Quel che disse la ragazza fu in parte ciò che lei aveva pensato al vederla per la prima volta: Saki era bellissima, aveva un fisico mozzafiato e sembrava una ragazza intelligente, Morrigan avrebbe voluto essere come lei. Ancora pensava la maggior parte della sua prima impressione, ed era davvero una ragazza sveglia, lo aveva notato nel modo in cui aveva parato o schivato i suoi colpi; certo, Morrigan non era un avversario difficile da affrontare, ma Sachie era riuscita a leggere attraverso le sue azioni. Era solo tutto il resto del tempo che la castana si trasformava e diventava improvvisamente impacciata, forse era lei stessa a metterla in agitazione?
    ‹ Ma io voglio essere tua amica. › confessò l'irlandese, senza troppo preoccuparsi di una frase che probabilmente avrebbe detto solo una bambina delle elementari, nel contesto sembrava quasi una confessione normale. Nemmeno aveva idea se ciò che avesse detto fosse la verità oppure stesse solo seguendo la corrente solo per mostrarsi gentile con Sachie, forse erano un po' entrambe le cose. Non poteva negare che le sarebbe piaciuto uscire con lei fuori da quella palestra, ed era effettivamente più particolare dei suoi soliti amici, la faceva sinceramente ridere — con Morrigan non era facile— e ne ispirava quasi sentimenti protettivi. Era troppo pura ed innocente per quell'orribile mondo, ed era anche troppo pura ed innocente per frequentare Momo, se fosse stata saggia si sarebbe allontanata.
    Adesso però era Morrigan che doveva stare ben attenta alle mosse di Sachie.
    Si posizionarono di nuovo sul tappettino, l'irlandese lasciò la bottiglia lì vicino e si preparò per la difesa. Guardia alta e brevi saltelli da un piede all'altro, studiando la sua avversaria per prevedere da dove avrebbe attaccato.
    Sachie si avvicinò di scatto e istintivamente Momo si tirò indietro di un passo, vedendo il braccio di lei allungarsi direttamente verso il suo viso, ed avendo già la guardia alta, le lasciò tutto il tempo per correggere la posizione delle braccia e parare così il colpo con l'avambraccio.
    Ma se il primo risultò facile da parare, i due che seguirono furono impossibili per lei da schivare. Morrigan rimase ipnotizzata dai perfetti movimenti della ragazza, dalla sua agilità e dal modo in cui la colpiva, quasi con eleganza e grazia. Subì il primo colpo, che provò di nuovo a parare col braccio, senza però riuscirci, ed anche il secondo, che arrivò dalla parte opposta. Morrigan venne quindi sbalzata prima da un lato e poi dall'altro, e smise di saltellare per evitare di perder l'equilibrio e cadere.
    ‹ ...credo di stare rivalutando la storia della cool-senpai. › ridacchiò; Morrigan capì che preferiva attaccare che non difendersi, anche se nella vita reale nessuno sarebbe rimasto fermo ad aspettare che lei facesse la sua mossa. ‹ Sei meravigliosa. ›, la complimentò poi, sinceramente colpita dalla sua bravuta. ‹ Voglio che mi insegni a fare quelle piroette e quei calci. ›


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    Ho avvisato in privato, ma rinnovo(?) le mie scuse per il ritardo
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    Sakiko Yumeno

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    Narrato - Parlato



    Sakiko Yumeno era piena di amicizie.

    Tutti l’adoravano. Tutti volevano esserle amici.


    I tabloid nipponici più in voga erano pieni d’intervista dove la idol parlava spesso di come andasse d’accordo con tutti e dei solidi rapporti che aveva con i suoi colleghi.

    Questo però era solo la verità di facciata.
    Mentre la idol Sakiko Yumeno poteva vantare amicizie con tutto il mondo dello show business, la semplice Sakiko poteva considerare suoi veri amici solo due, tre persone al mondo… e solo una di queste, Joshua, poteva vantare di sapere quasi tutto su di lei.

    Cresciuta in un ambiente chiuso che le aveva impedito di acquisire normali capacità di interazione sociale la ragazza era finita dietro barricata dietro una facciata di glamour e popolarità. Tutti volevano poter vantare di essere suoi amici, tutti volevano approfittare della sua vita sotto riflettori per deviarne un po’ su di se. Nessuno però mostrava interesse a conoscerla davvero, a scoprire come fosse la vera Sakiko quando non stava su un palco a recitare. E lei era troppo timorosa e insicura per farsi avanti e mostrarsi di sua iniziativa.

    Quindi la recita continuava cosi come sul palco.

    Lasciando Sakiko con il desiderio di creare un rapporto genuino con qualcuno che la vedesse per com’era davvero e la trovasse abbastanza interessante da volerle stare vicino.

    Sakiko sbatte le ciglia. Una volta. Due volte. Il suo volto una maschera di sorpresa e confusione “D-davvero…?” – riesce infine a balbettare in risposta alla dichiarazione dell’irlandese – “Vuoi essere mia amica? M-ma mi conosci a-appena… e mi sono coperta di ridicolo per tutto il tempo.” – aggiunse palesando chiaramente la sua perplessità. Era cosi facile?
    Non era la prima volta che qualcuno con cui scambiato a malapena due parole dichiarava di voler essere sua amica – ma sempre dovuto al suo status di idol. Ma Morrigan… non sapeva di avere a che fare con una celebrità. Solo un impacciata ma energica “senpai” pasticciona.

    Aspetta, aspetta. Cosa ne sai tu all’effettivo di come si fanno degli amici? Hai incontrato il tuo migliore amico facendo a botte con lui in un vicolo vicino al mercato del pesce. Magari è cosi che la gente normale fa amicizia – ti pare il caso di rischiare di perdere una simile occasione mostrandoti perplessa e facendo domande sceme?
    Assolutamente no.

    E cosi a seguito di questo breve dialogo interiore la ragazza fece una totale inversione a “U” – abbandonando dubbi e incertezze e semplicemente manifestò senza remore il suo genuino, seppur un po’ disperato, entusiasmo afferrando la mano dell’irlandese fra le sue ed esclamando a voce più alte del dovuto “YES, PLEASE! LET’S BE FRIENDS!” – puntando dritto verso gli occhi scarlatti di Morrigan i suoi occhioni verdi cosi colmi di aspettative ed entusiasmo che sembravano quasi brillare.


    A seguito di questo breve interludio – le due finalmente ripresero a fare pratica delle basi di lotta.
    Sakiko sfruttò il primo minuto della sua fase offensiva per sfoggiare la sua innata mobilità e fluidità di movimenti riuscendo ad impressionare Morrigan che ebbe difficoltà a difendersi dalla rapida concatenazione di attacchi. Ovviamente Sakiko era stata bene attenta a non mettere forza nei colpi – l’obbiettivo era fare punti non danni.
    L’irlandese colta alla sprovvista doveva concentrarsi per mantenere l’equilibrio e non cadere – soffermandosi momentaneamente sul posto senza saltellare.

    Sakiko interruppe la sua offensiva per dare il dovuto tempo di ripresa alla ragazza alle prime armi, senza però smettere di saltellare. Almeno fino a quando Morrigan non la complimentò per la sua bravura. A quel punto la ragazza rallentò momentaneamente i suoi movimenti, le sue gote sfumarono leggermente di rosso mostrando un sincero apprezzamento per il complimento e ridacchiò “Grazie! E non preoccuparti se continui a frequentare potrai imparare a fare lo stesso in breve tempo!” – esclamò cercando di incoraggiarla – omettendo però che la parte della “piroetta” non l’aveva imparata lì ma durante i suoi anni di pratica di danza.

    La ragazza alzò lo sguardo verso l’orologio mancavano ancora una trentina di secondi alla fine di quel round offensivo. Ma Morrigan sembrava piuttosto provata e Sakiko decise di non volerla sottoporre ad un ulteriore sforzo – cosi rilassando la sua postura suggerì “Che ne dici se ci fermiamo qui per oggi? Hai fatto un ottimo lavoro per la tua prima lezione!” – disse sperando di incoraggiarla e come gesto celebrativo le porse la mano a palmo aperto per offrirle un batti cinque.
    Salvo che Morrigan non avesse insistito a continuare Sakiko a quel punto si sarebbe rivolta verso il sensei Prakoso in fondo a distanza e alzando un braccio per attirare la sua attenzione avrebbe comunicato ad alta voce “Sensei! Qui abbiamo finito!”
    Il severo sensei rivolse lo sguardo su di loro e con un accenno soddisfatto del capo replicò “Molto bene, potete anche andare agli spogliatoi. Spero di rivedervi entrambe alla prossima lezione.”

    Cosi con il consenso del sensei Saki avrebbe recuperato la sua borsa e riposto le protezioni che avevano utilizzato per lo sparring, e dopo aver aspettato che Morrigan avesse fatto altrettanto avrebbe fatto strada verso gli spogliatoi. Durante il breve tragitto la ragazza decise di provare un atto di coraggio. Giocherellando nervosamente con una ciocca castana e spostando nervosamente lo sguardo da Morrigan al pavimento bofonchiò “Senti… Morrigan. Visto che hai… detto di voler essere mia amica… t-ti andrebbe di andare a bere qualcosa insieme? Se non hai impegni ovviamente.” – aggiunse subito preventivamente.




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    Morrigan O'Brien

    La prima a mostrare delle perplessità fu proprio la ragazza dai capelli castani, che se prima si era lasciata sfuggire il voler essere sua amica, adesso non poteva credere che lei stesse accettando, mostrandole le sue insicurezze. Non ci fu alcun bisogno di replicare, a Morrigan bastò guardarla per capire che stava cercando da sè le risposte, e che non erano poi così impostanti: non c'era bisogno di farsi troppe domande se quello che entrambe volevano era la stessa cosa. Sachie non tardò a ritrovare il suo entusiasmo, e Momo annuì con un leggero sorriso sul volto.
    Morrigan non era sempre stata così socievole, la sua natura calma ed introversa l'avevano portata al preferire l'ascoltare ed osservare piuttosto che il parlare, prima dell'America, che le aveva insegnato in gran parte il modo migliore di farsi amici e guadagnare fiducia, preferiva avere pochi amici ma buoni, adesso invece era tutto il contrario, era circondata da persone a cui però non teneva minimamente. Ed anche per questo aveva "accettato" la richiesta di Sachie, in quanto non dava troppo valore a quel legame, che ai suoi occhi sarebbe stato effimero e passeggero.
    Ora che si era fermata per un attimo, sentì di nuovo le sue energie calare drasticamente, non fu nemmeno sicura di riuscire a riprendersi di nuovo per affrontare un secondo attacco da parte della castana, probabilmente non sarebbe riuscita a schivarla nemmeno volendo.
    Riuscì ad incoraggiarla davvero al sentirle dire che in poco tempo sarebbe riuscita a fare quello che faceva lei, ma non ci credeva fino in fondo: Sachie sembrava una persona sportiva, aveva energie da spendere e tutto le usciva con una naturalezza quasi innata, Morrigan invece stava già collassando dopo un'oretta di allenamento.
    Fortunatamente la sua nuova amica fu magnanima con lei e decise di porre fine allo sparring, facendole anche lei qualche complimento. ‹ Grazie, pensavo che sarebbe andata molto peggio di così. › confessò, battendo poi il cinque, ed andando a recuperare la sua bottiglietta d'acqua posata poco lontano, per finire di berla.
    ‹ Arrivederla. ›, salutò il sensei chinando leggermente il capo, notando come avesse incluso anche lei nel volerla rivedere. Morrigan si era divertita, aveva imparato almeno un paio di concetti basa del combattimento corpo a corpo ed aveva conosciuto Sachie, una fanciulla rinchiusa nel corpo di un'adulta. Era ancora indecisa, ma propensa a tornarci una seconda volta... almeno per non far credere che aveva abbandonato per colpa di tutte le figuracce che aveva fatto la ragazza dai capelli castani.
    Recuperò la propria borsa, posando la bottiglia d'acqua e restituendo le protezioni rosa che Sachie le aveva prestato, per poi dirigersi finalmente assieme a lei negli spogliatoi. ‹ Mmh... sono davvero stanca, domani non sentirò più le gambe. › scherzò, alzando le braccia al soffitto per stiracchiarsi un po'.
    Mentre raggiungevano la stanza, Sachie le chiese di uscire a bere qualcosa, quello stesso giorno. Normalmente, pigra com'era, avrebbe rifiutato perchè non vedeva l'ora di stendersi sul proprio letto e non svegliarsi fino al giorno successivo, qualcosa però la spinse ad accettare. Voleva conoscerla un po' meglio... perchè un po' le ricordava la sua migliore amica francese. ‹ Nessun impegno, possiamo andare. Io però non sono della zona, tu conosci qualche posto qui vicino...? › (...)


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    Sakiko Yumeno

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    Narrato - Parlato



    Sakiko Yumeno era piena di amicizie.

    Sakiko non provò neanche a nascondere il suo entusiasmo quando Morrigan con non-chalance accettò la sua esitante proposta di andare a bere qualcosa insieme per il “dopo work-out”. Era una delle cose che aveva sempre voluto fare – una di quel genere di cose “casual” che aveva sempre immaginato si facesse fra amiche. Nonostante fosse in termini amichevoli con anche le altre compagne di lezione era la prima volta che la ragazza si era sentita abbastanza intrepida da suggerire la cosa con qualcuno. Era elettrizzata e lo comunicò con il proprio corpo prima ancora che a parole quasi saltellando per l’eccitazione e battendo rapidamente la punta delle mani in una sorta di applauso contenuto “Really!? Fantastico! Conosco un posto perfetto proprio dietro l’angolo!” – proclamò prontamente per poi per aggiungere con un tono un po’ più contenuto “…cioè non ci sono… mai stata di persona. M-ma ne ho sentito parlare super-bene sui social…” – precisò mostrandosi ancora una volta un po’ imbarazzata nel mostrare la sua inesperienza nell’ambito di vita sociale.
    Una volta raggiunto lo spogliatoio Sakiko si apprestò a spogliarsi per poter utilizzare la doccia degli spogliatogli – non voleva di certo andare in giro con Morrigan puzzando di sudore – e cambiarsi.

    Ma istintivamente prima di denudarsi esitò un po’ mostrando una chiara titubanza.

    Sakiko non era di certo particolarmente pudica per quanto riguardava cambiarsi di fronte ad altre persone – in fondo lo faceva abitualmente di fronte a costumisti e addetti al make-up quando lavorava.
    Ma in un posto pubblico come quello – quando non stava lavorando era diverso. Era un riflesso d’abitudine causato dalla paura di essere sorpresa in una condizione compromettente da qualche improbabile paparazzo scellerato che si era appostato dentro lo spogliatoio per prenderla di sorpresa. Per quanto fosse conscia che si trattasse di un timore quasi del tutto irrazionale la ragazza per abitudine si guardo bene attorno scandagliando la stanza in cerca di qualsiasi cosa che le sembrasse sospetto. Solo quando fu quasi del tutto certa che non vi fossero telecamere nascoste o paparazzi in agguato dietro qualche altro si sfilò i vestiti e si affrettò a rifugiarsi nella cabina della doccia.
    Ovviamente fece bene attenzione a non bagnare o rimuovere in qualsiasi modo la parrucca, e dopo un adeguato lasso di tempo raggiunse nuovamente Morrigan, che presumibilmente aveva seguito il suo esempio, nello spogliatoio. Dopo aver dedicato il giusto tempo a vestirsi e ri-truccarsi, senza mancare di continuare a scambiarsi costantemente chiacchiere con l’irlandese, Sakiko era pronta ad uscire in un modesto completo con jeans e felpa.

    Le due cosi uscirono dallo stabilimento sportivo insieme camminando fianco a fianco, con Sakiko che parlava a ruota a libera e faceva strada verso il locale designato…




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    SPOILER (click to view)
    Grazie per la role :sparks:
    Mi scuso se il post conclusivo è un pò corto ma non mi è venuto in mente niente per fare più brodo.
     
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    Ciao ragazzi,

    Tutto normale... Anche perché non avete usato i quirk. :zizi:

    Sakiko: +50 exp
    Morrigan: +50 exp

    Passo e chiudo! :**:
     
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