Riding a Motocrycle and Being in a Gang {Affiliazione}

Affiliazione @Miracle of Neverland x PHANTOM

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    Rin passava l'esile indice destro sul bordo del bicchiere di fronte a sé. Erano le ventitre e qualche quarto e la ragazza non si sarebbe certamente dovuta trovare lì all'Ala di Fuoco, un po' perché il giorno dopo aveva scuola e un po' perché sia l'orario che il posto non erano certo adatti ad una ragazzina di quasi diciassette anni come lei. Il suo bicchiere pieno di una semplicissima aranciata si trovava sul bancone. Era seduta lì su uno sgabello alto quasi quanto lei, poggiata (o per meglio dire, stravaccata) coi gomiti sul bancone per l'appunto.
    Un paio di uomini d'ufficio col doppio se non il triplo dei suoi anni avevano provato ad abbordarla nella mezz'ora che era stata lì ma li aveva respinti con parole non troppo gentili e ora si erano rintanati in un tavolo in un angolo del locale per prenderla a male parole a loro volta, solo sottovoce. Per loro fortuna l'avevano lasciata stare dopo i primi insulti ricevuti perché se l'avessero costretta a passare alle mani non se la sarebbero certamente vista buona visto il suo caratterino.
    Durante l'ultimo briefing, ammesso che si potessero chiamare in quel modo, quel vecchiaccio di Saito aveva detto a lei e Kardama che i suoi Centauri dell'Inferno avevano trovato un'altra spacciatrice di Aogiri proprio in quel locale. Due tizi si erano un po' messi in mezzo e un po' li avevano aiutati e alla fine la motociclista amica di Saito, probabilmente per compassione, aveva deciso di lasciarla andare. Rin non era d'accordo. Rin non provava compassione. Il fatto che fossero dei pesci piccoli non legittimava le loro azioni né era una scusa valida. Se doveva essere d'accordo con quelli di Deep Void su qualcosa era sull'eliminare quella feccia.
    Anche ammesso di non volerla eliminare, però, era necessario raccogliere informazioni. Se i Centauri di Saito localizzavano e terrorizzavano gli spacciatori era poi lei a fargli una bella visita per far loro qualche domanda in modo non particolarmente gentile. Due erano le domande che attanagliavano lei e l'Ombra: la prima era scoprire l'entità di quel farmaco annulla unicità che era stato utilizzato su di lei ormai mesi addietro, la seconda era scoprire un collegamento tra quell'Hanzo Takashi e Aogiri. Sebbene infatti le pastiglie con la farfalla ormai confermate come un eccitante non fossero segnale abbastanza evidente di un legame, il fatto che quelle fossero spacciate da Aogiri e che Aogiri fosse apparentemente in possesso di un farmaco annulla-unicità come quello che era stato utilizzato su di lei rendeva il tutto sospetto. Possibile che fosse solo una coincidenza? D'altro canto quel tizio stesso aveva affermato di aver utilizzato Bolek e Homura come terreno di prova, magari ne aveva fornito dei campioni anche ad Aogiri. Era inutile però mettersi a riflettere senza prove quindi era necessario cercarsele.
    Tutto ciò che rimaneva di quella sera era un numero di telefono. La motociclista infatti aveva preso il cellulare di una tizia che li aveva aiutati nel fermare la spacciatrice, nonché l'ultima ad aver visto quella criminale, e lo aveva salvato. Switchblade aveva obbligato Saito a farsi dare il contatto e aveva mandato un messaggio anonimo a quella tizia.
    CITAZIONE
    Sono la motociclista dell'altra sera, ti ricordi? Ci vediamo questa sera allo stesso locale, non mancare.

    Che il messaggio arrivasse da un numero diverso poteva forse non stupire particolarmente, in fondo non era raro per persone invischiate in affari non propriamente legali avere più di un numero di telefono. La situazione però sarebbe probabilmente stata ben più sospetta dopo: arrivata lì quella misteriosa ragazza non avrebbe infatti trovato la motociclista ma appunto Rin ben visibile al bancone. La ragazza dalle corna rossastre aveva un caschetto violaceo con delle extension di colore fucsia e verde acqua sul lato sinistro del volto, dei pantaloni in pelle neri e una maglietta bianca con una scritta coperta da una giacca in pelle da motociclista chiaramente di una o due taglie superiori alla sua, tanto che le maniche erano rivoltate a metà avambraccio per non impacciarle le mani rivelando l'imbottitura interna in tartan. La giacca era costellata di borchie a forma di bottone dorate e altre, più grandi, a forma di stella. Lo stesso motivo percorreva il suo esile collo nei dettagli di un choker nero.
    Con la sua aranciata mezza bevuta di fronte Rin stava appunto percorrendo con l'indice il bordo del bicchiere mentre attendeva l'arrivo di Arabella, ciondolando i piedi caratterizzati da delle All Star nere come modo poco rumoroso per esprimere la sua noia. Doveva ancora tornare a casa a fare i compiti per il giorno dopo: Kardama non avrebbe preso molto bene il suo stare sveglia tutta la notte con la luce del soggiorno accesa, riusciva già a sentirlo lamentarsi..
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    Arabella Zimmermann

    "Strano" Era il primo pensiero che le si era formato in testa quando aveva finito di leggere il messaggio arrivatole sul telefono. Non era rimasta sorpresa quando era stata contattata, era rimasta confusa dal fatto che il numero non era quello con cui la motociclista le si era registrata dentro alla rubrica. Inusuale? Più strano che inusuale. Sicuramente era capitato che bisognasse usare telefoni per fare cose da vigilanti ma perchè un telefono diverso?
    Ci aveva riflettuto per gran parte del tempo, seduta sul divano dopo essere tornata dal suo turno mattutino. La sua gatta le si era accocolata accanto e mentre le carezzava la testa, Arabella rifletteva. Ricordava bene la serata con la biker.
    Una delle più movimentate che le fossero capitate. Ed una delle più strane.
    Infine si era decisa.
    Sarebbe andata.
    Non c'era tra loro un legame particolare. Erano state compagne di vigilantismo (?) per una notte. Aiuto in più le avrebbe fatto comodo. Raramente se si gioca da soli si ha fortuna, più probabile di finire ammazzati da qualche villain con le scatole girate. "Speriamo che stavolta non riguardi ragazzine" Commentò alla gatta mentre preparava ad uscire.
    Lei le rispose con un miagolio assonato e si rimise a dormire sul divano.

    Era arrivata tardi per forza maggiore. Nel pomeriggio era stata chiamata al lavoro, una sua collega le aveva chiesto di sostituirla all'ultimo e lei era stata costretta dal capo ad andare. Un maledetto tiranno, ecco cosa era il capo. Non che lei avesse problemi a lavorare ma si era accorta che non poteva fare tutto, suo malgrado. Le attività di vigilante erano sospette, talvolta quando non curava le ferite c'erano anche dei segni sulla pelle, e occupavano parte della sua vita. Doveva decidersi, si era resa conto. O la vigilante o la vita di tutti i giorni. Non poteva essere entrambe. Nonostante ciò sembrava comunque tirar la corda. Tentare.

    Guardò l'orologio al polso: le ventitrè passate. Entrò.
    "Strano" commentò appena aprì la porta del locale L'ala di fuoco.
    Restando ferma sulla porta per una frazione di secondo si era messa a scrutare il locale. Nessuna traccia della biker, nemmeno sotto mentite spoglie, sotto qualche abito formale o qualche acconciatura per mascherarsi e neanche traccia del bestione che le aveva fatto da braccio destro durante quella sera. Tuttavia, notò qualcuno, seduto al bancone troppo giovane per stare lì. Si diresse verso il bancone, si poggiò con un braccio e con l'altra mano tirò lo sgabello sotto il proprio fondoschiena. La sciarpa rossa che portava avvolta attorno al collo, forse per nascondere qualche vecchio segno del suo passatempo notturno, che ondeggiò al suo movimento.
    Si sedette, scrutando il locale per la seconda volta. Lo sguardo ricadde infine sulla ragazza al suo fianco, sulle sue corna, sul suo modo di vestire. Giacca di pelle da motociclista...possibile fosse...?
    "Aranciata" Chiese al barista quando questi le si avvicinò. Era amica di Sachiko quella lì? Se lo domandò mentalmente. Evitò di guardarla troppo, limitandosi a darle un'occhiatina con la coda dell'occhio. Il barista le posò il bicchiere sul legno, davanti a lei. Lo afferrò, lo sollevò ma non bevve. "Non sei troppo giovane per stare qui a quest'ora?" Non tono di rimprovero, più curiosità, più sospetto che curiosità. E, senza ancora guardare l'altra, bevve un sorso della bevanda.
    Una situazione decisamente strana.
    No, non strana. Sospetta.
     
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    La giovane ragazzina passò la mano destra su una delle sua corna sentendo una presenza avvicinarsi. Mosse i gomiti sul bancone per tirarsi su e il suo sguardo indagatore andò a cercare di identificare chiunque avesse quasi invaso il suo spazio. Per sua fortuna sembrava trattarsi della sua ospite, almeno stando alla descrizione che quella tizia aveva fatto a Nasdat e poi quella che lui aveva riportato a lei. Insomma, considerando che il "telefono senza fili" raramente finiva bene e che quella ragazza tra l'altro aveva ben poco di diverso dalla giapponese media c'erano buone possibilità di prendere una cantonata e sperava onestamente non fosse quello il caso. Avrebbe detto il meno possibile per non compromettersi, o almeno quello era il piano. Era.
    Rin non faceva mai mistero di sopportare ben poco gli adulti ma se c'era qualcosa che sopportava ancora meno era quando gli adulti la trattavano con sufficienza. Che quella ragazza non lo avesse chiesto con l'effettivo intento di disturbarla o stuzzicarla poco importava, perché era sicura che Kardama avrebbe potuto dirle la stessa cosa e lei onestamente odiava sentirsi presa di mira da chi aveva più anni di lei per il semplice motivo di essere sopravvissuto più a lungo, come avesse deciso lei quando nascere.
    E tu non sei un po' troppo anziana per non essere all'ospizio a quest— - sbottò, per poi rendersi conto che sarebbe stato poco educato - Ahem, Asami? - si riprese raddrizzandosi sullo sgabello al bancone, utilizzando lo pseudonimo che la donna che stava cercando aveva fornito alla motociclista dei Centauri dell'Inferno.
    Prese il suo bicchiere e bevve un sorso attendendosi una risposta. Non tutti i mali vengono per nuocere in effetti, perché non fosse stata la ragazza che aveva contattato probabilmente dopo quel mezzo insulto se ne sarebbe andata come avevano fatto gli uomini che ci avevano provato con lei poco prima. Alzò le sue iridi violacee verso il barista: se era lei era stata lì qualche tempo prima e aveva combinato un discreto casino quindi se la sarebbe certamente ricordata a meno che non avessero avuto più baristi con turni strani ma beh, a giudicare dal posto non si sarebbe proprio detto.
    Se sei tu vieni fuori. - disse quindi per poi deglutire in un solo sorso tutto il resto della bevanda che rimaneva nel suo bicchiere - Oh, ovviamente finisci con calma. - aggiunse osservando il bicchiere di aranciata preso dalla ragazza dalla sciarpa rossa. Infilò la mano destra nella maglietta bianca e dopo aver rovistato un po' nel reggiseno tirò fuori una manciata di yen che lasciò sul bancone per pagare da bere sia a sé stessa che ad Arabella. Prese quindi lo zainetto in pelle poggiato ai piedi del suo sgabello e si diresse verso l'uscita saltellando sotto gli sguardi di tutti.
    Una volta fuori alzò lo sguardo al cielo: era denso e nero senza neppure una stella. Avrebbe atteso lì l'arrivo della donna, perché sarebbe stato meglio non parlare di quelle cose in presenza di altri. Non ci sarebbe stato chissà che pericolo là fuori, perché da qualche giorno a quella parte Tokyo era più vuota del solito. In molti erano scappati dalla città per evitare la "quirkpocalypse" o che altro nome stupido avevano affibiato al presunto attacco terroristico che stando alle dichiarazioni di quella diretta BABEL sarebbe avvenuto di lì a... poco? Difficile a dirsi giunti a quel punto.
    Io e Sachiko ci chiedevamo che fine avesse fatto la ragazzina. - avrebbe quindi chiesto ad Arabella se questa fosse poi uscita con lei. In realtà quella maniaca delle moto non sapeva neppure chi Switchblade fosse ma quella Asami non doveva certo conoscere ogni singolo dettaglio. Finché poteva ottenere informazioni era lecito mentire.
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    Arabella Zimmermann


    Si sedette allo sgabello. Ordinò la sua aranciata. Viso rivolto in avanti con lo sguardo che ogni tanto finiva per guardare la ragazzina al proprio fianco.
    C'era un filo di disagio nello stare vicino a qualcuno con un quirk appariscente. O meglio, alla formazione che quel quirk doveva aver creato. Era abituata a vedere gente di tutti i tipi ma solitamente non provava a scambiarci quattro chiacchiere. Nonostante ciò, quel disagio era ben nascosto dietro una facciata inespressiva.
    Non voleva infastidire con quella frase, non voleva rimproverare, era solo una frase detta per iniziare una conversazione in un modo o nell'altro. Non si aspettava quindi il risvolto che stava pronunciando la ragazzina, delle parole che la colsero di sorpresa e ruppero quella maschera inespressiva in un espressione a metà tra il confuso e lo stupefatto. Offesa? No, non si era offesa. Era stata colta di sorpresa. Tutto qui.
    La giovane si ricompose, bloccatasi prima di finire la risposta, per continuare con un tono diverso. Asami. La chiamò Asami.
    Sachiko era l'unica, a parte l'ossigenato di quella sera, a sapere quel nome preso sul momento. Sorseggiò la propria aranciata, mandando giù un po di zuccheri. "Si, sono io."Decise infine di rispondere, poggiando il bicchiere sul bancone con un piccolo tonfo. Si voltò completamente in direzione della ragazza cornuta, squadrandola. "Tu chi sei?" Le chiese, il tono di voce sempre molto colloquiale, mai sull'offensiva o sulla difensiva, mai aggressivo o minaccioso. Era il tono di voce che avrebbe usato qualcuno per scambiare quattro chiacchiere con uno sconosciuto.
    La ragazzina si rovistò nel reggiseno, aggiungendo un altro pizzico di disagio alla vigilante che assisteva alla scena, e pagò per entrambe. Dopodichè se ne uscì, invitandola a seguirla non appena avesse finito di bere. La guardò mentre usciva, con un sopracciglio alzato. Passò qualche secondo, dove lei era rimasta un attimo fossilizzata sul posto, prima che si riavviasse e riprendesse a bere e pensare. Non aveva mai visto quella tipa, non aveva mai sentito parlare di lei, non sapeva perchè c'era lei e non l'altra biker, non sapeva praticamente niente. Finì di bere e si alzò.
    "Meglio provar ad iniziare a capirci qualcosa" sentenziò mentalmente, aprendo la porta e recandosi fuori.

    Si ritrovò fuori, in compagnia di quella sconosciuta. Una mano infilata nella tasca dei pantaloni. No, non aveva armi e non stava stringendo chissà che. Era solo una mano infilata in tasca. Squadrò la ragazzina, finendo nuovamente per darle un'occhiata alle corna.
    "E io mi chiedo come mai Sachiko non sia qui ma ci sia tu." Tono sempre molto pacato. Non aveva paura, solo sospetto. Non conosceva la ragazzina e sapeva che la spacciatrice era coinvolta con Aogiri, mica qualche bulletto di strada. Si parlava di Aogiri. Per cui preferiva tener la guardia alta.
    Tenne la voce bassa nel rispondere alla giovane, preferendo che solo lei sentisse quello che stava per comunicarle.
    "A quanto ne so, qualcuno l'ha minacciata di romperle qualche osso se la trovava a...far quello che faceva prima. Per il resto..." Alzò le spalle, come a voler dire "Non so che fine abbia fatto poi"

    "Strano, comunque." Se ne uscì dopo qualche secondo, facendo un passo in avanti per avvicinarsi alla cornuta. "A quanto ne so, a Sachiko non fregava un accidenti di quella tipa." Altro piccolo passo in avanti. Non era bellicosa o minacciosa, semplicemente stava invadendo lo spazio altrui. "Come mai questo cambiamento?" Occhi fissi in quelli dell'altra, piena di sospetto.


     
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    Il mio nome è Rin, per risponderti. - erano fuori dal locale e l'atmosfera era quasi spettrale. Le chiacchiere che provenivano dal suo interno, l'unico rumore nelle vicinanze, erano ovattate dalle mura dell'edificio stesso e dalla porta chiusa. Rin si stava aggiustando la giacca sulle spalle dopo aver lasciato cadere lo zainetto al suo fianco, sul marciapiede. A differenza della motociclista e della ragazza dalla sciarpa rossa di fronte a lei non aveva bisogno di nasconderti dietro nomi falsi, anche se a dire il vero Rin era tutto fuorché il suo nome vero. Quello, purtroppo, non lo conoscevano neppure lei o la Long Shadow.
    Sachiko lavora per me. - disse con sufficienza - Dato che se l'è fatta sfuggire una volta ho deciso che forse era meglio intervenire in prima persona. - aggiunse. Una bugia? Non proprio, ma poteva certamente sembrarlo considerando che a dirla era stata una ragazzina di meno di vent'anni. Difficilmente sarebbe stata in grado di guidare una moto, figuriamoci essere il leader di una banda di motociclisti. Eppure era così, almeno in senso lato. Saito lavorava per lei e sebbene né Sachiko né gli altri Centauri conoscessero Rin di persona stavano lavorando per lei da mesi ormai.
    Ugh, l'avranno già uccisa a questo punto... - si ritrovò a mormorare tra sé e sé. Che Aogiri avesse deciso di punirla o che Deep Void l'avesse trovata a spacciare da qualche altra parte, l'esito era sempre lo stesso. La cosa peggiore? Se anche fosse stata lei a trovarla probabilmente le cose non sarebbero cambiate di una virgola. Inarcò un sopracciglio ascoltando la sottile accusa della donna dai capelli neri.
    Beh, e quindi? - sbottò in risposta, portando le mani ai fianchi quasi in segno di sufficienza - Mica intendo che le importa davvero qualcosa, no? E' come una parola d'ordine, per intenderci, per capire che siamo sulla stessa lunghezza d'onda... - riprese scuotendo la testa - Come nei film, no? Cavolo, quanto odio gli adulti... - riprese quindi a mormorare tra sé e sé.
    Beh, onestamente sperava in un risultato migliore. Portò l'indice destro al mento, riflettendo. Aveva sperato in una risoluzione quasi da fumetto in cui quella Asami, impietosita da una povera ragazza in difficoltà costretta allo spaccio, aveva deciso di prenderla sotto la sua ala protettiva e se l'era portata a casa o comunque da qualche parte di sicuro. Ammesso fosse ancora viva dopo quanto successo ritrovarla sarebbe comunque stato impossibile. Quando la vita ti da limoni e non hai uno spremiagrumi, però, l'importante è avere un piano B. Farci una torta al limone, ad esempio.
    Hai mai rapito una persona, Asami? - spostò i suoi innocenti occhi violacei sul volto della ragazza di fronte a sé, e quella frase non avrebbe certo contribuito a diminuire il suo sospetto - C'è un gruppo di gente che vuole tenere Tsukiji pulita dagli spacciatori di Aogiri e... Beh, non usa proprio materie gentili. - prese quindi a spiegare - Se avevi timore di cosa Sachiko potesse fare a quella ragazza beh, figurati cosa potrebbero fare loro a quei poveretti che cercano solo un modo per sopravvivere... - aggiunse. In realtà le importava ben poco dei membri di Aogiri indipendentemente dal loro rango e pedinando gli Uomini in Nero ne aveva visti macellare a centinaia senza mai intervenire, ma non era certo necessario che la ragazza con la sciarpa rossa lo scoprisse - Mi piacerebbe dargli una lezione... Ci staresti? - aggiunse sorridendo candidamente. Un paio di personcine a Deep Void avevano una taglia sulla testa e sapeva benissimo che, nonostante tutto, due contro uno sarebbe stato uno scontro impari. Quelli però giravano sempre assieme e avevano anche delle unicità insidiose. Girava voce fossero stati loro ad uccidere Madame de Steal: ai tempi Rin viveva ancora nelle fogne ma anche lei sapeva che non doveva essersi trattato di un compito facile.
    Nulla le suggeriva che quella tizia potesse essere in qualche modo utile, anche perché non sapeva neppure che unicità avesse. Ciononostante, a differenza del pesce-boomer, sembrava un po' più disposta a mettersi in gioco considerato che aveva cercato di aiutare quella spacciatrice. Nel peggiore dei casi avrebbe ricevuto una risposta negativa, tanto valeva provare. Anche avesse raccontato a qualcuno di quella conversazione chi le avrebbe creduto? Nessuno, ovviamente.
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    "Rin" Appuntò mentalmente quel nome quando la giovane andò a presentarsi. Non le pareva di aver mai sentito quel nome o comunque parlare di qualcuno con quel nome. Non che fosse particolarmente informata sul mondo dei vigilanti ma un check mentale non fa mai male. Alzò un sopracciglio quando la tipa le disse di essere il capo di Sachiko, guardandola dall'alto in basso, si capiva dal suo sguardo che non sembrava molto convinta di quelle parole sopratutto quelle che si aggiunsero dopo. La squadrò per la seconda volta, incerta. "Una ragazzina è capo di una tipa come Sachiko?"
    Cavoli se le sembrava strano.
    Il mondo dei Vigilanti era bizzarro decisamente.
    Credeva alle parole di Rin? In parte si, in parte no. Decise di assecondarla, pur mantenendo una certa sfiducia nei confronti della sconosciuta. "Ok" Si limitò quindi a rispondere dopo un breve attimo di silenzio. La piccoletta le chiese della spacciatrice e lei le rispose. Il borbottio che seguì le lasciò un certo amaro in bocca, tanto amaro da farle storcere la bocca in una smorfia.
    Non era infastidita dal dire dell'altra, nè era troppo sconcertata. Sapeva che con i Villain non si scherza. Però considerava la possibilità che la ragazza di Aogiri fosse morta qualcosa di spiacevole, sperava fosse scappata via e avesse smesso di spacciare ma un lato più razionale ipotizzava la morte. Era solo un pesce piccolo, una pedina nelle mani di qualcuno più grande di lei, non aveva ritenuto di dedicarle troppa importanza preferendo spaventarla e minacciarla piuttosto che farle del male vero e proprio. La ragazzina reagì alla sua accusa, sbottando e scuotendo la testa con fare infastidito. La vigilante inspirò, espirò dal naso. Riflettendo e pensando senza parlare, scegliendo metalmente le parole da usare. Ogni sua ipotesi ed idea andò a quel paese quando la simil-mutant le chiese se avesse mai rapito qualcuno.
    "Uh, no. Mai rapito nessuno." Rispose all'altra con il sospetto che le si alzava sempre di più. Valutò quella proposta con attenzione. "Potrei essere interessata, si."
    Sembrava stesse accettando insomma.
    "Ma dovresti darmi qualche dettaglio in più." Voce sempre ad un tono contenuto, mani in tasca, occhi puntati in quelli della ragazzina con fare indagatore. Chi erano quelli che malmenavano gli spacciatori? Come faceva a sapere di loro? Quanto sapeva su di loro? Quanti erano? Come agivano? Tutte domande a cui voleva dare quanto prima una risposta.

     
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    Ugh, ma cos'è, un'interrogazione? - borbottò tra sé e sé all'implicita domanda della ragazza dalla sciarpa rossa. Un'interrogazione e non un interrogatorio, perché per quanto facesse parte di un'organizzazione di vigilantes e fosse stata cresciuta nelle fogne Rin era comunque una ragazzina come tante altre - Va bene, va bene. - acconsentì al fornirle altri dettagli, d'altro canto non erano informazioni impossibili da ottenere in altri modi - Però almeno seguimi, domani ho scuola e non ho voglia di spenderci tutta la notte. - aggiunse quindi, fissando bene lo zainetto sulle spalle ed incamminandosi verso una direzione.
    Deep Void. - prese quindi parola lungo il tragitto - Conosci questo nome? Mi auguro di sì, altrimenti ti ho decisamente sopravvalutata. - ridacchiò tra sé e sé zompettando in mezzo alla strada fiocamente illuminata dai lampioni. A causa di quel piccolo esodo autunnale le auto notturne erano un incontro ormai raro e la città sembrava quasi uno spettrale castello abbandonato. D'altronde, si sa, le catastrofi accadono di notte. In ogni caso, Deep Void era una delle organizzazioni criminali più famose di Tokyo. Se all'inizio si pensava si trattasse di giusto di un paio di persone disorganizzate col naso in affari poco puliti il loro scontro con l'Eden di Madame de Steal ormai quattro anni prima aveva reso palese che non fosse proprio così. Era stata proprio la fazione capitanata dal misterioso Blank a vincere quello scontro, riuscendo persino ad eliminare in tutto e per tutto la Madre dell'Eden. Le informazioni su quell'organizzazione erano ancora poche, ma il fatto che fossero riusciti a sconfiggere una realtà così consolidata e numerosa come quella della Madame significava che dovevano avere una buona dose di forze armate dalla loro parte.
    La loro base è a Tsukiji, e vogliono tenere la zona libera dagli spacciatori di Aogiri. - riprese quindi a spiegare - Come tutti in fondo, ma loro sono un po' più... appassionati. - spiegò col sorriso sulle labbra. Quell'eufemismo si riferiva ovviamente all'eliminazione in toto degli spacciatori a cui aveva accennato giusto qualche minuto prima. Prese a rovistare in un taschino dello zaino, tirando fuori una piccola boccetta contenente una sorta di gelatina nera che pulsava ritmicamente nella direzione in cui si stavano muovendo - Questo è un uomo in nero. - disse mostrandola ad Asami - L'ho catturato un paio di mesi fa.
    Gli "uomini in nero" erano i seguaci di Deep Void secondo la stampa. La massa non sapeva molto di più, ma erano soldati generati da Blank e che una volta eliminati si scioglievano in quella strana materia nera e tendevano a ritornare da lui. Rin ne aveva intrappolato un po' e lo aveva utilizzato come bussola per tenere conto della sua posizione.
    Questo è solo un rumor, ma ho sentito che due membri di Deep Void hanno avuto contatti con Aogiri e che il loro capo non è molto felice di questo. - disse nascondendo nuovamente la boccetta nello zaino - Cube e Juggler, quelli che hanno ucciso la Madame. - aggiunse. Quei due nomi ridicoli erano stati dati dalla stampa proprio la notte della morte della Madre dell'Eden stando ad alcuni testimoni oculari - Se li rapisco penseranno che sono passati ad Aogiri e inizieranno certamente a cercarli... E BAM! Dritti in trappola. - ridacchiò tra sé e sé, picchiettando le tempie con l'indice destro sottolineando la genialità del suo piano. La villa di Blank non era molto distante da lì e se la giovane avesse accettato l'avrebbero raggiunta nel giro di una decina di minuti. Col suo aiuto o meno, Rin avrebbe messo in atto quel piano in ogni caso. Non avrebbero trovato mai più Tokyo così vuota, era il momento perfetto per un rapimento.
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    CITAZIONE
    Lo specifico anche se è sottinteso, su tutte le questioni citate puoi utilizzare le informazioni contenute negli articoli di giornale e nella Hall of Fame.
     
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    Trattenne un sorriso soddisfatto quando riuscì a convincere la ragazza a darle altre informazioni, mantenne un'espressione neutra, di quella che potrebbe avere un alunno durante una lezione particolarmente difficile. E mentre avveniva ciò, senza rispondere a voce, mosse i propri passi per seguire la giovane. Alla domanda su Deep Void alzò un sopracciglio, annuendo. C'erano domande nella sua testa, lo si poteva leggere chiaramente, ma rimasero lì per il momento. Inclinò il capo, osservando ciò che la ragazza teneva tra le mani. Era una sostanza nera, strana, non gli pareva di averne mai viste di simili, o almeno non aveva visto robe simili pulsanti. Pareva un piccolo cuore malformato, una sostanza aliena quasi. Rimase sorpresa di riuscire ancora sorprendersi in un mondo di quirk stravaganti. "Avevo sentito che Blank potesse fare delle copie ma non sapevo molto al riguardo. Quindi...questo è uno degli effetti del suo quirk?" Non era avvicinata così tanto al mondo del crimine durante le sue ronde ma conosceva Deep Void e Blank di nome, anche grazie a qualche notizia sparsa che le era giunta all'orecchio. "A che cosa ci serve quel coso?" Domandò, passando ad un lato più pragmatico.
    Ascoltò il piano della ragazza. L'idea di rapire due membri dell'organizzazione criminale la metteva un filo in agitazione. Era roba seria e non si era preparata ad una serata così impegnativa. La ragazzina sembrava contenta del suo piano, Arabella invece sembrava dubitare di quella "genialità".
    "Non per criticare, visto che mi sembri tu l'esperta" Iniziò "Ma ci sono un paio di punti che mi sono...oscuri. Diciamo così." Prese una pausa mentre infilava una mano in una delle tasche, estraendo una mascherina nera in tessuto, di quelle che si utilizzano per chi ha il raffreddore. Se la infilò in un orecchio, poi nell'altro. Mezza faccia ora era coperta. "Punto primo: hai detto che è un rumor, quindi non sei certa al cento per cento della veridicità della notizia. Ponendo il caso che non sia vera ci sono rischi che possano risalire alla tua banda per il rapimento?" Continuò a seguire l'altra, dando qualche occhiata intorno per assicurarsi non fossero seguite o che qualcuno non stesse ascoltando la bassa conversazione delle due.
    "Punto secondo: vuoi rapire questi due. Immagino tu voglia stordirli e portarli via. Ammettendo che riusciamo a batterli...come li portiamo via? Io non ho nessun veicolo e non mi pare tu ne abbia uno. Ammettendo che riusciamo a stordirli e portarli via senza problemi di sorta...dove li portiamo?" C'erano diversi punti neri in quel piano. La Vigilante doveva fare un atto di fede e buttarsi sperando che l'altra la afferrasse al volo? Poteva davvero aiutare qualcuno di cui sapeva poco e nulla in un piano che le sembrava fallace? Era una principiante nel fare la Vigilante, si era occupata di poche cose veramente importanti e non sempre le era riuscito tutto bene. Ma cosa avrebbe dovuto fare? Continuare a pestare qualche spacciatore minore e lasciar andar via i pesci grossi senza almeno tentare di far qualcosa? No, lei ci doveva provare. Almeno un tentativo. Qualche volta un rischio bisognava compierlo.
    Continuò a muoversi, seguendo la ragazzina fino alla villa. Restando in attesa ed in silenzio. Aspettava forse un comando o un'indicazione da parte della giovane sul da farsi.

     
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    Così pare. - disse con semplicità mentre saltellava, rispondendo alla domanda sull'unicità di Blank. Non è che avesse notizie sicure a riguardo, non aveva neanche mai visto quell'uomo di persona. E giustamente, altrimenti non sarebbe stato un criminale di quel livello - E' un'unicità di creazione suppongo, la materia di cui è composta cerca di tornare al suo creatore. E così ho trovato casa sua. - ridacchiò tra sé e sé mentre giochicchiava con la boccetta tra le dita. Studiando per diventare ingegnere aveva una conoscenza abbastanza diffusa sulle unicità, sui tipi più diffusi e sul loro funzionamento anche se, ovviamente, era impossibile fare una diagnosi sicura non essendo un'esperta.
    Uh? Beh, certo. - borbottò al "punto primo" della ragazza che la stava seguendo. Non amava molto le domande e comunque non era per nulla necessario che quella tizia fosse al corrente di ogni singola parte del piano, ma se glielo chiedeva con gentilezza sarebbe stata solo scortesia tacere e non rispondere o ancora peggio mentire.
    Sono mesi che gli rompo le scatole, sarei stupita se non gli venisse almeno il sospetto. - ridacchiò con una certa soddisfazione - Anche se succedesse però non cambierebbe nulla, sarebbe solo meno divertente. - aggiunse. Rin era convinta delle sue capacità e di quelle di Kardama. Le copie di Blank poi sembravano molto deboli e con i Centauri anche loro avevano un piccolo esercito. Pur preferendo evitarla erano comunque pronti per la guerra.
    Così. - rispose quindi alla seconda domanda della ragazza, lasciando cadere la boccetta a terra. Giunta al suo ginocchio quella si fermò a mezz'aria, galleggiando sotto l'effetto della mano della ragazza con le corna. Ad ogni movimento della stessa la boccetta si muoveva seguendola, ma mantenendo sempre la stessa distanza e fluttuando in aria sotto l'effetto della sua unicità - Li portiamo su un qualche tetto e poi chiamerò i ragazzi con le moto o chi per loro e li portiamo in qualche magazzino. - aggiunse quindi semplicemente. I Centauri erano comunque dei motociclisti anche se con ogni probabilità avrebbe chiamato solo Saito. Più tardi Kardama scopriva l'accaduto meglio era per lei in fondo.
    Ecco, ci siamo. - si voltò verso la ragazza indicando poi una villa in stile occidentale a qualche centinaio di metri da loro. Rin si intrufolò in un vicolo alla loro destra e si tolse giacca e maglietta, riponendole nello zainetto. Le sue braccia erano ora nude e il petto schermato da un corpetto tattico in simil-pelle, la pancia e la schiena schermate da quello che sembrava del nylon. Così la giovane ragazzina delle superiori abbandonava i panni di Rin e indossava quelli di Switchblade. E, per indossare ufficialmente quella maschera, ripose la boccetta contenente il materiale di Blank nella sua borsa e tirò fuori due lunghi coltelli che ripose incrociati sul coccige.
    Bene, ci siamo ~ - trillò quindi dirigendosi verso la villa, sperando che quella ragazza la seguisse. Da lì in poi sarebbe stato fondamentalmente un lavoro di attesa nascosti dietro alle siepi che circondavano la villa. Dopo una mezz'ora due figure uscirono dalla villa: uno aveva la pelle scura e i capelli bianchi e l'altro, più basso, capelli biondi leggermente più scuri di quelli del compagno, pelle pallida e occhi grigi. Entrambi erano vestiti in modo elegante, proprio come gli "Uomini in Nero" di cui raccontavano le cronache cittadine.
    Bene, li seguiremo per un paio di isolati e poi cercheremo di stenderli, ok? - disse con un sorriso divertito sul volto, facendole un occhiolino - E' una settimana che li seguo ormai, non abitano distante da qui. - aggiunse quindi.
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    Arabella Zimmermann



    Non sapeva come sentirsi riguardo il modo di fare della ragazzina. Non sapeva se sentirsi rassicurata dalla sicurezza e dall'infantile modo di porsi o se invece sentirsi a disagio. Una parte di sè le diceva di fidarsi, l'altra le diceva di tenerla d'occhio e di stare attenta nel caso le cose fossero andate male. Chissà come era riuscita a trovare e catturare l'uomo in nero. Almeno su quel punto poteva esser sicura avesse delle abilità, conoscenze ed esperienza, anche se ad un primo impatto non pareva granchè.
    "Quella cosa torna dal proprietario, quindi puoi usarlo come una bussola per sapere l'ubicazione di Blank" Era più un pensiero detto tra sè e sè che una vera e propria domanda. Rifletteva sulle possibilità di utilizzo di quel quirk di creazione, i suoi svantaggi e le possibilità di utilizzo da parte di un avversario intelligente. Tanto immersa nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni che quasi parve dimenticarsi della giovane.
    Quando l'altra rispose una punta di preoccupazione passò nel suo sguardo. La ragazza, a quanto diceva, era il capo dei motociclisti e rompeva le scatole a uomini di Blank, non di uno qualsiasi ma di un tipo molto pericoloso. Se fossero state scoperte, gli uomini di Blank avrebbero attaccato e i motociclisti avrebbero contrattaccato. Una "piccola" guerra tra bande. Quel pensiero la mise a disagio ma rafforzò allo stesso tempo la sua convinzione di andare fino in fondo e di non commettere alcun tipo di errore in quell'operazione. L'ultima cosa che voleva era un conflitto esteso a persone esterne. "Cerchiamo di non fare errori, allora." Si limitò a rispondere con un tono morto.
    Si alzò un sopracciglio quando vide la ragazza usare il suo quirk per far levitare la boccetta, fermandola a mezz'aria, galleggiando e seguendola ad ogni movimento. "Il tuo quirk è una sorta di telecinesi quindi?" La domanda le sfuggì dalle labbra. Forse non avrebbe dovuto fare così tante domande. Ma era fatta così.
    Annuì al dire dell'altra sul prendere i due e portarli su un tetto, trascinandoli via poi con i motociclisti per portarli chissà dove. Ancora dubitava un poco delle abilità della ragazza ma era tardi per tirarsi indietro, tanto valeva andare fino in fondo. La villa di Blank non le sembrava niente di speciale, forse si aspettava qualcosa di più sgargiante o particolare, non commentò e si mosse silenziosa nei pressi del vicolo, continuando a guardare la villa e cercando di vedere figure in movimento o qualunque segno di una presenza umana in quel luogo. Prestò attenzione alla villa e a quei dettagli, concedendo solo un paio di occhiatine furtive alla ragazza. Questa si era tolta la giacca, rimanendo in una sorta di tenuta di nylon che lasciava scoperte le braccia. Storse un poco il naso a quella vista. "Si sta spogliando?" Fu quasi sul punto di dirle che rimanere scoperta in un combattimento non le sembrava tanto utile ma poi ripensò al quirk. Forse il suo spogliarsi era un modo per utilizzare meglio la sua unicità o qualcosa del genere. Optò per il silenzio assoluto, limitandosi a seguire la ragazza e aspettando dietro le siepi enormi che circondavano la villa. Ginocchia piegate, mani premute sul terreno, pareva in posa per una corsa. Attese, in silenzio, appostata nel suo nascondiglio. Era uno dei suoi primi appostamenti, a dirla tutta. Solitamente si limitava a fare ronde, camminare, muoversi, stare in movimento. Ma l'appostamento era silenzio, immobilità, concentrazione. Per quanto per la prima e l'ultima erano parte del suo carattere, la seconda le veniva difficile. Più volte, durante quella mezz'ora, si ritrovò a cambiare posizione, cambiare angolazione delle braccia o delle gambe, sempre senza far rumore ovvio.
    Infine, dopo una attesa che le era parsa infinita, uscirono due figure. Uno era un ragazzo abbronzato dai capelli bianchi, un accostamento bizzarro senza alcun dubbio, mentre l'altro era una figura pallida, più bassa del suo compagno. Entrambi uomini in nero, vestiti eleganti. Si chiese chi dei due fosse chi. Ne avevano parlato ai notiziari? Forse si. Ma se era così faticava a ricordarlo. Alle parole di Switchblade annuì con il capo, facendole segno di aver compreso quel comando. "Quanto male dobbiamo fargli?" Sussurrò poco prima di iniziare a muoversi per pedinare i due. Non aveva ancora chiaro quando attaccare, se in casa o per strada. Non sapeva ancora molto. Quindi decise di affidarsi in tutto a lei. E sperare di non commettere errori.

     
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    Rin annuì alle parole della ragazza dalla sciarpa rossa riguardo l'unicità del capo di Deep Void. Non aveva avuto un'educazione proprio ineccepibile e quindi non se la cavava molto bene con le parole. Era più brava con le mani, che fossero utilizzate per montare aggeggi meccanici o per smontare persone poco cambiava in fin dei conti.
    Ehi bella, guarda che faccio questo lavoro da dieci anni, semmai tu cerca di non fare errori. - si lamentò quindi mentre il suo viso assumeva un'espressione imbronciata. Quella frase sembrava pronunciata da un vecchietto che si lamenta davanti ad un cantiere e suonava decisamente ridicola sulle labbra di una giovane ragazzina minorenne, eppure era vera e realistica. Quasi come la protagonista di un manga o un film becero la vita di Switchblade era stata decisamente avventurosa e sin da piccola, pur avendo vissuto una vita tutto sommato normale, era stata allenata alla lotta e all'ingegneria. Non era uno di quei personaggi apatici che a sei anni uccidevano i compagni di scuola e scappavano dalla città, ma col suo viso pulito e l'aria innocente era stata abituata a compiere qualche furtarello sin dalla tenera età. Gli uomini dell'ormai estinta Thug Life non erano proprio delle cime né i migliori aspiranti genitori al mondo, quindi la utilizzavano un po' come se fosse una scimmietta da circo che viveva nelle fogne con loro e cercavano di farle compiere un nuovo prodigio ogni giorno. Tutti tranne Bolg, l'unico ad essere stato un po' più lungimirante, ma anche lui era morto ormai e non c'era tanto più da dire su quella storia.
    E' più... Un'attrazione di gravità. - cercò quindi di spiegarsi alla domanda sulla sua unicità - Oh... Già. Tu che sai fare invece, Asami? - le chiese quindi, probabilmente in ritardo. Non era abituata a lavorare in gruppo e quando lo faceva era con l'Ombra, pienamente conscia delle sue capacità.
    Il tizio abbronzato può manipolare l'aria, l'altro invece ha una specie di unicità di teletrasporto. - spiegò quindi alla ragazza mentre li seguivano a debita distanza. Debitissima considerato il suo vestiario decisamente appariscente - Io prendo quello basso, che con la mia unicità posso stargli dietro anche se scompare. - aggiunse. Divide et impera disse una volta qualcuno e Rin, con la sua gravità, sarebbe potuta essere sempre conscia della posizione del prestigiatore dopo averlo toccato una singola volta - E' indifferente. Non stiamo pescando davvero, un'esca morta è valida quanto una viva. - ridacchiò tra sé e sé alla domanda su quanto andarci pesante - So che hanno una taglia sulla testa ma ritirarla significherebbe lasciarli a qualcun altro, devo pensarci. Tu non trattenerti... Questi non scherzano. - aggiunse quindi in tono pacato.
    Dopo averli seguiti per circa cinque minuti Switchblade decise di agire. Erano in una delle zone più colpite da quell'esodo di massa: vivevano lì molti pescatori e pescivendoli per la vicinanza al Mercato del Pesce di Tsukiji e trovandosi in un arcipelago era chiaramente uno dei lavori dove meno importava la città in cui si cercava di fare affari. Normalmente sarebbero dovuti andare in qualche vicolo o in casa come se si trattasse di un film, ma era meglio rimanere in campo aperto e concludere il più in fretta possibile.
    Andiamo. - sussurrò quindi la ragazzina facendo un cenno convinto alla compagna. Aveva accelerato il passo ed erano ormai a poco più di cinque metri da loro. Switchblade lanciò uno dei coltelli che portava incrociati dietro la schiena verso il ragazzo basso e dalla pelle pallida e, come se fosse trascinata dall'arma, iniziò ad inseguirlo a mezz'aria a grande velocità. Un secondo dopo che la lama si conficcò nello smoking nero prendendo di sorpresa la sua preda Switchblade impattò sulla sua schiena come un proiettile. Il suo peso e l'accelerazione di gravità guadagnata lungo il tragitto scaraventarono il ragazzo ignaro a circa dieci metri di distanza con la ragazzina appresso. Quello con la pelle un po' scura, la preda di Asami, fu immobilizzato sul posto dalla confusione seguendo il suo compagno con lo sguardo, cercando di capire cosa stesse succedendo. Il perfetto setup per un attacco a sorpresa fatto come si deve.
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    Arabella Zimmermann



    Stava ancora riflettendo sulla sostanza dell'uomo in nero quando la ragazza con le corna se ne uscì con quella frase. Lì per lì non seppe come rispondere, forse stupefatta da quell'uscita inusuale per una ragazzina e più adatta ad un qualche vecchio agente di polizia di un telefilm scadente. Forse la prese come un'esagerazione tanto che replicò con un "Dieci anni? Cos'è, andavi a caccia di criminali a sei anni?"
    Lavorare al fianco di una persona così giovane la lasciava disorientata, ancor di più se questa giovane era al comando. Era una situazione strana, diversa da ogni altra situazione in cui la vigilante si era mai andata a cacciare. Ma stava provando ad adattarsi, almeno stava provando a fare uno sforzo dai.
    "Uh, un quirk d'indurimento" Rispose alla domanda sulla propria unicità, fermandosi come se nel parlare avesse commesso un errore e volesse porvi rimedio. "In realtà è più complicato di così. Diciamo che posso indurirmi e posso modificare parti del mio corpo in potenziali armi." Non le capitava spesso di rivelare la potenzialità del suo quirk. Tendeva spesso a rimanere sul vago, senza entrare troppo nei dettagli, rivelando solo la parte dell'indurimento. Però, in quella situazione, aveva deciso di rivelare qualcosina in più. Era una situazione seria dopotutto.
    "Uno che manipola l'aria ed uno che si teletrasporta" Appuntò in un angolo della sua mente, pensando a una strategia. "Non tipi facili da battere se ben coordinati" C'erano variabili, molte, troppe per tenerle in considerazione tutte, così optò per un piano semplice ed efficace, un piano che ben si adattava alla libertà di agire dell'altra. Le salì un lieve groppo in gola quando la ammonì di non trattenersi poichè quei due non scherzavano. Prese un bel respiro, preparandosi ad agire.
    Switchblade partì all'attacco per prima, sfoderando uno dei suoi coltelli per colpire il tizio basso, sollevandosi e seguendo il coltello mentre veniva lanciato. Non riuscì a ben capire cosa era successo, solo riuscì ad intravedere Rin che partiva con un'accelerazione elevata ed era prossima ad impattare con la schiena dell'ignaro ragazzo. Arabella accelerò il passo, non muovendosi alla stessa rapidità della compagna ma comunque un buon passo. La vide colpire e scaraventare il tipo di una decina di metri, rimanendovi attaccata.
    L'altro dai capelli bianchi parve confuso ed immobilizzato sul posto, provando a mettere la situazione a fuoco. Era proprio in quell'istante che lei stava agendo. Mentre andava in avanti, avanzando velocemente verso di lui, attivò il suo quirk sul braccio sinistro. Questo modificò la propria struttura, dal gomito in giù fino alla punta delle dita mutò in una sostanza grigiastra simile al metallo. La forma iniziò a modificarsi. "Non trattenerti" Il consiglio di Rin ripetuto nella sua testa.
    Il braccio parve diventare una sbarra di metallo, dura e resistente come una mazza. Un piccolo balzo per darsi lo slancio in avanti. Sollevò il braccio e calò mirando al cranio del ragazzo. Un bel colpo ben assestato lo avrebbe stordito e avrebbe concluso lo scontro rapidamente. Magari senza ucciderlo, dato che non era questa la sua intenzione. Ma non si trattenne. Calò il braccio come un martello sul chiodo. Sperando con tutta se stessa che il colpo andasse a segno.




    LIVELLO: 3
    ENERGIA: 150
    FORZA: 48 QUIRK: 55 AGILITÀ: 47


    Steel, the sharp claws of Justice [Livello 2] [25 PE]
    Concentrando il quirk nella zona degli arti superiori, dal gomito fino alla punta delle dita per essere precisi, Arabella è in grado di rendere la zona localizzata spessa e scura come fosse fatta di metallo e, a seconda della propria volontà, è in grado di modificarne temporaneamente la forma per rendere l'avambraccio affilato e tagliente come la lama di una spada o renderlo robusto come un martello/mazza di ferro in grado di sfondare le difese nemiche. In questo modo sarà in grado di sfruttare il proprio quirk per sferrare un singolo colpo ai danni dell'avversario.
    Tecnica Offensiva - Danni Medi
     
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    "Sì." - quella fu la semplice e secca risposta che Arabella ricevette da Switchblade riguardo alla sua carriera. Era vero? Non proprio, ma era innegabile che fin dalla tenerissima età fosse stata perlomeno addestrata a farlo. Si può dire che la giovane Rin Suzuki avesse imparato ad utilizzare prima il coltello che la penna, c'era un motivo se veniva chiamata, appunto, Switchblade. Giusto il tempo di farsi rivelare l'unicità dalla giovane con la sciarpa rossa e l'assalto era cominciato. Il fatto che avesse a suo dire un'unicità di indurimento la rendeva decisamente adatta a combattere contro il ragazzo dalla pelle scura. Girava voce, infatti, che la Madame fosse stata decapitata con un'arma invisibile o qualcosa di simile. Insomma, indurire la pellaccia era un buon modo per evitare di ritrovarsi ridotti ad un colabrodo.

    Victor vide il suo collega venire scaraventato qualche metro più avanti. Il suo sguardo si mosse a seguire il prestigiatore, mettendo a fuoco poco dopo la sagoma di una ragazzina intenta ad estrarre una lama dalla sua schiena ferita. Un attacco? Da parte di chi? Non aveva mai visto quella ragazzina, e questo era stranamente un segnale positivo: significava che Blank non voleva la loro testa per quel piccolo contatto in Aogiri. Non esplicitamente, almeno. Che fosse invece Aogiri stessa, viceversa, a volerli eliminare? Sapeva di una stramba ragazzina tra le loro fila, ma gli era sempre stato detto fosse totalmente inadatta al combattimento, una sorta di messaggero. A quel punto rimaneva solo una possibilità, perché eroi, poliziotti e ladri non avevano quel metodo: PHANTOM. Ma non poteva credere che fosse una mocciosa simile ad aver eliminato così tanti uomini in nero. Erano mere copie, ma la sera al teatro aveva provato lui stesso la loro forza e lo stesso si poteva dire per tanti, tanti lavori dopo.
    Non poteva essere da sola. Anche se aleggiavano numerose leggende su quel gruppo di vigilantes, una ragazzina da sola non poteva aver compiuto tutti quei prodigi. Anche le notizie ufficiali sul gruppo avevano indicato nel misterioso PHANTOM un uomo e una ragazzina, e una persona da sola non avrebbe mai attaccato due obbiettivi. No, non poteva essere da sola, non poteva abbassare la guardia proprio ora.
    Mosse in fretta i suoi occhi dorati, vedendo un'ombra avvicinarsi. Il maglio di Arabella si infranse con una barriera invisibile ad una decina di centimetri dal suo volto, giusto in tempo. Per fortuna la sua unicità gli permetteva di creare difese senza bisogno di muoversi.
    L'assaltatrice era una donna. Dai lunghi capelli neri, ma una donna. E non sembrava neanche troppo alta. Che fosse davvero quella la misteriosa "Long Shadow"? Il suo braccio sembrava trasformato in un martello, se non altro corrispondeva alla leggenda che vedeva nel Fantasma un creatore di armi, ma era decisamente strano.
    Tch. - le sue palpebre si strinsero in una smorfia di disgusto. I criminali, lui compreso, erano tutti uguali: la prima cosa a cui miravano era la testa. Impattato con la barriera invisibile, la misteriosa donna dalla sciarpa rossa era ancora in aria. Mosse velocemente la mano destra a cercare di afferrare la sua caviglia sinistra con l'intento di scaraventarla contro il muro che distava a circa tre metri da loro sulla sua destra, mentre a sinistra si trovava l'asfalto della strada.
    DEEP VOID LIVELLO 4 code ©
    [FRZ: 50][QUI: 125][AGI: 100][NRG: 300-25]
    Material High - Quirk Emitter: Questa unicità permette al possessore di creare una materia molto resistente e trasparente, quasi completamente invisibile, modificando lo stato fisico e la consistenza dei vari gas presenti nell'aria e nell'acqua. Tramite questo quirk è possibile creare barriere, armi e oggetti (come scale, ponti, armature, pedane o persino gabbie) anche a mezz'aria, essendo l'aria stessa ad essere compressa e modellata. Tali costrutti sono inamovibili ma non indistruttibili. Le creazioni sono solide ma non bloccano la luce, gas e fumo. Attenueranno i rumori, ma non li bloccheranno. Risultano pertanto in un materiale pressoché invisibile se non per dei bordi all'apparenza eterei, simili ad una sorta di fatamorgana ma difficilmente rilevabili durante azioni concitate, in presenza di scarsa illuminazione e così via.




    Suit Personalizzata - La Suit di Cube ha l'aspetto di un semplice vestito elegante di colore nero con camicia bianca tessuta di un materiale speciale estremamente resistenze ed è fondamentalmente la divisa dei membri di Deep Void. Ha una Resistenza Fisica ai Danni Lievi.




    Stato Fisico: Illeso.




    Wall, Livello 2 - - Cube può creare una parete difensiva di varia forma o dimensione solidificando l'aria attorno a sé stesso o attorno ad un bersaglio che non si trovi a più di tre metri da lui. La parete generabile attraverso a questa tecnica può essere un quadrato che ha per lato massimo due metri. Resiste a danni medi ed è fondamentalmente invisibile.
    Costo: 25



    CITAZIONE
    Nota: Questo è un commento masterato, pertanto danni sia subiti che inflitti verranno valutati dal master. Puoi agire con difesa/contrattacco come al solito ma ricordati di fornire la difesa in ipotetico a differenza che nei normali combat poiché sarò io a segnalare eventuali danni da subire nel mio post successivo.
     
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    Alzò un sopracciglio, sconcertata da quella risposta. Si aspettava una risposta sarcastica, una frase per cambiare discorso, uno sbuffo, un qualsiasi cosa all'infuori di quella risposta secca ed affermativa. Non aveva tempo per rimurginare troppo su quell'affermazione, lo scontro era alle porte e lei doveva stare pronta. Un errore di troppo poteva rivelarsi fatale.

    La pelle bruciò, la carne si sciolse e si rimodellò. Un maglio al posto dell'avambraccio calava inesorabile contro la nuca dell'avversario, verso la testa. L'avversario dai capelli bianchi però era rimasto visibilmente allertato da quell'attacco ai danni del compagno e aveva alzato la guardia. Proprio mentre l'arma modellata calava sul suo cranio qualcosa si intromise tra loro. Spalancò gli occhi a quella vista, incredula e confusa. Solo dopo qualche istante le parve di mettere a fuoco: un materiale trasparente, invisibile quasi ad occhio nudo, si ergeva come muro e difesa. Era quello il suo quirk? La ragazzina aveva parlato di una manipolazione d'aria, si aspettava una folata di vento improvvisa e non un...
    Il ragazzo dai capelli bianchi partì all'attacco. Vide la mano di lui muoversi, scattare in avanti per afferrarla mentre era ancora in volo. Nello stesso istante, l'arto tornava normale, un braccio ed una mano al posto del maglio d'acciaio di un attimo prima. Giusto in tempo per fare un tentativo particolare. Il maglio era impattato contro il muro di sostanza indefinita, dunque con la rinnovata mano tentò di spingersi all'indietro, dandosi lo slancio con il braccio proprio dal muro invisibile. Non era certa che ciò avrebbe funzionato ma agì d'istinto, alzando anche la gamba e muovendola all'indietro per sottrarla al tocco del ragazzo.

    Non doveva perdere tempo. Se voleva combinare qualcosa doveva rendersi più forte, più capace, più letale. Più potenza. Più potenza.
    Strinse i pugni, l'espressione priva di qualunque emozione superflea. Doveva rimanere concentrata. Attinse al proprio quirk, lo estese ad ogni parte del corpo, ogni muscolo ed osso. Non si limitò a ricoprire la pelle ed indurirla ma di dare un marcia in più. I tessuti sottostanti assunsero le caratteristiche del metallo, più resistenti ma al coltempo capaci di adattarsi ai movimenti agili della vigilante. Ogni colpo assestato sarebbe stato ben più forte dei precedenti. Ciò le richiedeva una buona dose di energie ed era rischioso utilizzare quella tecnica all'inizio ma meglio partire subito che mai.
    Nel mentre che la tecnica si attivava tentò di attaccare nuovamente. Scattò in avanti, la spalla sinistra che si muoveva in avanti, il busto che sembrava voler dire "sto per colpirti con un pugno in faccia" ma all'ultimo, proprio all'ultimo passo indietreggiò, cambiando posizione rapidamente per mutare quel pugno in un calcio alle gambe, altezza ginocchio per essere precisi. Mirava a far perdere l'equilibrio e al coltempo a cercare di fargli un poco male.




    LIVELLO: 3
    ENERGIA: 125
    FORZA: 48 QUIRK: 55 AGILITÀ: 47


    Gold, stronger than you [Livello 1] [Costo: 25 PE + 10]
    Padroneggiando il proprio quirk, Arabella è in grado di estendere la trasformazione ad ogni parte del corpo. Non si limita a ricoprire la pelle ed indurirla ma di dare un marcia in più. I tessuti sottostanti assumono le stesse caratteristiche del metallo, più resistenti ma al coltempo capaci di adattarsi ai movimenti della vigilante. I muscoli mutano, la resistenza viene aumentata per assicurare di donare un impatto deciso contro chiunque abbia la sfortuna di mettersi contro di lei. Ogni attacco fisico o tecnica d'attacco da parte sua avrà la possibilità di arrecare danni superiore al normale.
    Effetto: +1 step al calcolo dei danni inflitti (Es. Lieve -> Medio)
    Durata: 3 turni
     
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    Tch. - lo stesso identico cenno di stizza mostrato in precedenza prese nuovamente possesso del volto di Cube vedendo la donna allontanarsi. Aveva sempre considerato l'inamovibilità delle sue creazioni come un punto di forza, l'essere in grado di creare la difesa perfetta per sé stesso o chiudere una persona in una stanza semplicemente sigillando l'uscita con uno dei suoi muri d'aria. Non gli era mai capitato di trovarsi contro a qualcuno di così sveglio e reattivo da allontanarsi in una maniera simile. Nel mondo del crimine la fama era un'arma a doppio taglio: ti rendeva temuto dai tuoi avversari ma allo stesso tempo li rendeva partecipi dei tuoi punti deboli. Avere una taglia sulla testa aveva purtroppo fatto sì che la sua unicità all'apparenza invisibile non fosse più un così grande mistero e gli toccava conviverci.
    Imprecò mentalmente vedendo il braccio della donna passare dalle sembianze di un martello a quelle di un normalissimo arto di un qualsiasi essere umano. Odiava le unicità transformation perché non aveva molti mezzi per proteggersi dagli attacchi corpo a corpo. Doveva cercare di mantenere quel combattimento sulla distanza o se la sarebbe potuta vedere male. Dava ora le spalle al suo collega, purtroppo l'attacco alle spalle lo aveva costretto a girarsi. Si sarebbe preoccupato di lui più tardi sapendo che Juggler sapeva il fatto suo, avrebbe combattuto coi denti e con le unghie.
    Pur col corpo quasi interamente coperto a differenza di ciò che gli era parso di vedere in quella sfuggevole meteora che aveva attacco l'altro uomo in nero, la donna di fronte a lui sembrava aver coperto di quello stesso metallo il suo intero corpo o almeno le parti visibili. Significava che era pronta a dare il tutto e per tutto e avrebbe cercato di riportare lo scontro a tête-à-tête. Con sguardo serio Cube mosse un singolo passo verso sinistra schermandosi dietro quel piccolo scudo che gli aveva salvato la vita poco prima.
    La donna partì all'attacco come prevedibile. Se c'era almeno una singola cosa positiva in quel tipo di unicità era la certezza che nella maggior parte dei casi il combattimento li avrebbe portati a ridurre le distanze e quindi i loro movimenti erano leggermente più prevedibili. Il ragazzo dai capelli bianchi non si mosse neppure vedendola arrivare: calcio o pugno poco importava, perché la ragazza sarebbe stata spazzata via.
    Se Arabella si aspettava più delle potenti folate di vento che delle costruzioni d'aria non sarebbe rimasta delusa, perché quella piccola piastrella che prima le aveva impedito di fracassare il cranio del suo obbiettivo esplose rilasciando la forza di un tornado in miniatura, investendola in tutta forza e facendola arretrare di un paio di metri ancora prima di riuscire a colpire il suo obbiettivo rimasto immobile quasi a provocarla, come non avesse bisogno di difendersi.
    Questi però non perse tempo subito dopo l'esplosione: scattò verso di lei e a poco meno di un paio di metri di distanza agitò il braccio destro in fronte a sé, una falciata da destra a sinistra all'altezza del busto della ragazza. Il colpo però non era mirato a colpirla, anche considerato che era coperta di metallo o almeno pareva esserlo. Dal teatrale movimento si generarono centinaia di piccole bolle d'aria che sarebbero di lì a poco esplose come uno spettacolo pirotecnico con l'intento di disorientarla - Chi siete e che volete da noi?
    DEEP VOID LIVELLO 4 code ©
    [FRZ: 50][QUI: 125][AGI: 100][NRG: 275-50]
    Material High - Quirk Emitter: Questa unicità permette al possessore di creare una materia molto resistente e trasparente, quasi completamente invisibile, modificando lo stato fisico e la consistenza dei vari gas presenti nell'aria e nell'acqua. Tramite questo quirk è possibile creare barriere, armi e oggetti (come scale, ponti, armature, pedane o persino gabbie) anche a mezz'aria, essendo l'aria stessa ad essere compressa e modellata. Tali costrutti sono inamovibili ma non indistruttibili. Le creazioni sono solide ma non bloccano la luce, gas e fumo. Attenueranno i rumori, ma non li bloccheranno. Risultano pertanto in un materiale pressoché invisibile se non per dei bordi all'apparenza eterei, simili ad una sorta di fatamorgana ma difficilmente rilevabili durante azioni concitate, in presenza di scarsa illuminazione e così via.




    Suit Personalizzata - La Suit di Cube ha l'aspetto di un semplice vestito elegante di colore nero con camicia bianca tessuta di un materiale speciale estremamente resistenze ed è fondamentalmente la divisa dei membri di Deep Void. Ha una Resistenza Fisica ai Danni Lievi.




    Stato Fisico: Illeso.




    Explosion Lv.2 - - Con un enorme sforzo e possibile far esplodere 1 propria creazione attiva.
    L'oggetto che viene così distrutto rilascia un enorme quantitativo d'aria durante l'esplosione sbalzando tutto ciò che lo circonda.
    Danno: Medio
    Effetto: Esplodendo la creazione sbalza l'avversario (Se il parametro Quirk di Cube è maggiore della Forza dei bersagli) di 3m.
    Costo: 25

    Orbs Rain Lv.2- - Da entrambi i palmi delle mani del possessore del quirk iniziano a fuoriuscire centinaia di piccole creazioni di forma sferica, tali "biglie" nel momento della creazioni saranno simili a delle bolle di sapone: queste vengono indirizzate verso l'avversario e il loro scoppio, simile ad una serie di petardi, può stordire momentaneamente una persona.
    Raggio: 2m.
    Effetto: Stordimento [Medio]
    Costo: 25



    CITAZIONE
    Arabella: Danni lievi al busto [Explosion Lv.2 > ridotti a lieve per il livello]
     
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24 replies since 10/9/2020, 23:04   455 views
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